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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8017''GESU' TI AMA'' SOPRA LA FASCIA LGBT: IL GIOCATORE RISCHIA LA SQUALIFICA di Franco Lodige La solita iniziativa politicamente corretta per genuflettersi alla comunità Lgbt rischia di scatenare il caso in Premier League. La federazione inglese ha infatti deciso di affidare ai capitani delle squadre della massima serie una fascia arcobaleno per le partite della tredicesima e della quattordicesima giornata per celebrare l'inclusione e la vicinanza alla comunità gay, lesbo, trans e generi vari ed eventuali. Il problema è sorto a "causa" di Marc Guehi, capitano del Crystal Palace e titolarissimo della Nazionale inglese: ebbene, il roccioso difensore centrale è sceso in campo con la fascia al braccio, ma sulla sua aveva scritto a pennarello "I love Jesus", ossia "Io amo Gesù". Apriti cielo.La Football Association ha immediatamente ricordato a Guehi che sui kit di gioco sono proibiti messaggi politici o religiosi, ma il ventiquattrenne non si è lasciato intimidire: ieri, in occasione della sfida contro l'Ipswich Town, ha indossato la fascia arcobaleno con la scritta "Jesus loves you", ossia "Gesù ti ama". Il calciatore, devoto cristiano, ha ignorato volutamente il richiamo ufficiale e ora rischia una pesante sanzione. Avete capito bene: Guehi ora rischia una squalifica per aver osato celebrare la sua fede cristiana. O forse per aver oscurato il messaggio destinato alla galassia Lgbt, che invece può essere omaggiata in lungo e in largo con buona pace della regola 4 del regolamento della FA."Rispettiamo tutti i giocatori e in particolare Marc. È il nostro capitano. Tutti sanno che è un ragazzo fantastico, molto umile, e non credo che dovremmo ingigantire la questione. Ne abbiamo parlato. Non è un bambino, è un adulto, ha la sua opinione e noi la rispettiamo" il commento del tecnico del Crystal Palace Oliver Glasner. Sui social il calciatore ha ricevuto tantissimi attestati di affetto e di vicinanza per il suo gesto, una rivendicazione di libertà. [...]Sì, perché tutti i poliziotti del politicamente corretto si sono scagliati contro Guehi, dimenticando che anche un altro calciatore non ha partecipato come richiesto alla campagna Rainbow Laces di Stonewall. Parliamo di Sam Morsy, capitano del già citato Ipswich Town. Il trentatreenne è stato l'unico a rifiutare di indossare la fascia arcobaleno in quanto musulmano praticante. Per capirsi: è egiziano e nel suo Paese l'omosessualità è considerata un crimine. Questi sono i rischi che si corrono quando i soliti soloni credono di poter parlare a nome di tutti [...] e di poter obbligare una persona a indossare il simbolo di una minoranza in nome dell'iper-progressismo esasperato.Non sappiamo se Guehi verrà squalificato o meno, stesso discorso per Morsy. Ma già solo l'ipotesi di una sanzione è follia allo stato puro.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».Commento di Don Fabrizio (Bab), sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7885OMELIA XXIII DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 7,31-37) di Giacomo BiffiLa lettura evangelica odierna propone alla nostra considerazione un miracolo di Gesù. I miracoli del Signore, se per coloro che ne sono stati i diretti destinatari sono soprattutto grazie, doni inattesi, opere di benefica potenza, per noi che li meditiamo a distanza sono primariamente insegnamenti, rivelazioni di qualche raggio prezioso di verità, nutrimento ideale dello spirito. Si tratta questa volta della guarigione di un sordomuto. Quale luce si sprigiona da questo episodio, quale è per noi il suo significato profondo?L'INVITO A RECUPERARE LA SPERANZA IN UN TEMPO DI CRISISe teniamo presente anche la prima lettura di questa messa, si direbbe che in primo luogo questo prodigio voglia richiamare un annuncio del profeta Isaia e dichiararlo avverato: Si schiuderanno gli orecchi ai sordi…Griderà di gioia la lingua del muto. Quasi a dire: la salvezza predetta dal profeta antico è arrivata a noi con la missione diGesù di Nazaret. Isaia parlava in un momento di grande sconforto del suo popolo: Israele si sentiva insicuro, vacillante; si percepiva nell'aria l'imminenza di una catastrofe. Noi diremmo: un momento di crisi. Il senso delle sue parole è quello di infondere serenità con la convinzione della presenza del Dio vivo: Coraggio! Non temete: ecco il vostro Dio.Anche il nostro è innegabilmente un tempo di crisi, anche noi siamo "smarriti di cuore" e abbiamo bisogno di essere confortati. Il nostro mondo sembra traballare. Ogni giorno basta la lettura del giornale a rovesciarci sull'anima impietosamente i segni di una dissoluzione inarrestabile: i prepotenti trionfanti; gli onesti spesso lasciati senza difesa e oppressi; interi popoli, assetati di libertà, soffocati sotto la più stupida e menzognera schiavitù che la storia abbia conosciuto; i difensori della giustizia uccisi; gli assassini impuniti; i princìpi più chiari e più certi della legge morale comunemente derisi; le regole più elementari della convivenza umana continuamente violate; una società che credeva di diventare più fraterna e più felice eliminando dalla coscienza il pensiero del Padre che è nei cieli, che si fa sempre più dura, più crudele, più disumana.Ebbene, a noi oggi è detto: "Coraggio! Non temete: ecco il vostro Dio". Più che di ogni altra cosa, abbiamo oggi bisogno di speranza. E cioè abbiamo bisogno: prima di tutto di recuperare la certezza del Dio vivo, che è presente in mezzo a noi, ed è più grande, più forte, più duraturo di ogni apparente ed effimera vittoria del male; di recuperare il senso della provvidenza di Dio, che non è un Dio distratto o indifferente, ma ci segue, ci vede, ci ama, "viene a salvarci"; infine di recuperare il senso dei valori eterni, anche quando li vediamo dimenticati o spregiati: la giustizia verso gli altri, la misericordia, l'onestà, la capacità di rinunciare, la capacità di amare veramente. Questi valori sono ancora le cose che contano, e senza di essi nessuna società umana, con tutte le sue tecniche e i suoi progressi, può reggersi e vivere.L'INVITO A RECUPERARE UN RAPPORTO "A TU PER TU" CON CRISTOIn questo episodio Gesù si presenta a noi come il salvatore dell'uomo, dell'uomo vero e totale. Per guarire il sordomuto, egli lo porta in disparte, lontano dalla folla. Quasi a dirci che l'uomo che vuole essere salvato deve riconquistare il rapporto personale con Cristo, da solo a solo. Deve uscire dalla folla. Che significa: deve spesso ripudiare le idee correnti, che sono così poco cristiane; deve non prendere "gli altri" come regola di vita, ma la legge di Dio; deve non lasciarsi ingolosire dalle mille ricette di felicità che ci vengono offerte a tutti gli angoli delle strade della vita, tutte immancabilmente destinate a lasciarci con la bocca amara.Questa è la sola via che salva davvero l'uomo: stare da solo a solo con Cristo, con la sua parola esigente e liberante, con la sua croce, con il suo annuncio di speranza e di vita.L'INVITO A IMITARE GESU' NELLA PREGHIERA E NELLA COMPASSIONE DEL PROSSIMOCome in altre occasioni simili, Gesù ci lascia intravvedere col suo comportamento un po' del suo mistero e si fa modello per noi. Guardando verso il cielo, emise un sospiro. Egli, che opera i prodigi con l'energia creatrice della sua natura divina, egli che (come Dio all'inizio dell'opera di creazione) ha fatto bene ogni cosa, è anche veramente e pienamente uomo: un uomo che ci salva in virtù della sua appassionata ricerca della volontà del Padre che è nei cieli, al quale va sempre il suo sguardo prima di ogni atto importante, e in virtù della sua capacità di commuoversi di fronte alle sventure umane, che gli strappa un sospiro di compassione. Elevare l'animo nella preghiera, conformarsi alla volontà di Dio e cercare di essere misericordiosi col prossimo: ecco ridotto all'essenziale il programma di una vera e salvifica imitazione di Cristo.L'INVITO A NON RINCHIUDERSI IN SE STESSIGesù dice: Apriti!, e non solo alla bocca e agli orecchi del sordomuto, ma a tutto l'uomo, a tutti gli uomini, a noi. Gesù ti dice: «Non rinchiuderti nelle chiacchiere vane dell'esistenza quotidiana; apriti alla luce della verità eterna. Non rinchiuderti nei tuoi momenti di tristezza e di angoscia; apriti alla speranza che io sono venuto a donarti, e che non ti deluderà alla fine. Non rinchiuderti nei tuoi piccoli calcoli; apriti ai disegni di Dio su di te, quali che essi siano. Non rinchiuderti negli egoismi della tua piccola vita; apriti all'onda sconfinata del mio amore, e fa della carità il principio della tua vita rinnovata».
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Guarigione di un sordomutoGesù guarisce un sordomuto31 Gesù partì di nuovo dalla regione di Tiro e, passando per Sidone, tornò verso[n] il mare di Galilea attraversando il territorio della Decapoli.32 Condussero da lui un sordo che parlava a stento; e lo pregarono che gli imponesse le mani. 33 Egli lo condusse fuori dalla folla, in disparte, gli mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34 poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effatà!», che vuol dire: «Apriti!» 35 E {subito} gli si aprirono gli orecchi, gli si sciolse la lingua e parlava bene. 36 Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno; ma più lo vietava loro e più lo divulgavano; 37 ed erano pieni di stupore e dicevano: «Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li fa udire e i muti li fa parlare».Support the Show.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».Parola del Signore
Dal Vangelo di Marco 7,31-37 In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".Parola del Signore.
Zuppa di Porro. Fermi tutti, Gualtieri riprende la parola e che parola. Per il traffico, per i cantieri, per l’allarme fascismo a Primavalle che so, per soldi che mancano? No, perché la regione Lazio e il ministero della Cultura esercitano il loro diritto e nominano il direttore generale del Teatro di Roma. Apriti cielo, notiziona […]
É possibile diventare un Maestro nel risolvere problemi e arrivare a sentirti come Mr. Wolf di "Pulp Fiction"?La risposta è sì...se sai come fare e soprattutto da dove partire!Vedi, molte Persone credono che "saper risolvere problemi" sia una sorte di arte innata che pochi fortunati talentuosi hanno...e invece no!La capacità di risolvere problemi è un'abilità che, in quanto tale, può essere imparata, allenata e potenziata giorno dopo giorno…incluso oggi stesso! ;-)In questo episodio, vedremo insiemeLe 9 abilità mentali fondamentali per il Problem Solving4 fattori che allenano la capacità di Problem Solving3 modi divertenti per praticare l'allenamento quotidiano…e ci divertiremo insieme ad iniziare il tuo allenamento attraverso 4 enigmi da risolvere!Apriti a nuove vedute e mettiti alla prova in questo viaggio all'insegna del problem solving!Buon ascolto,AndreaGrazie per ascoltare il Podcast e restare in contatto con me!Scopri cosa può fare per Te il Sistema Operativo Profit Monday: https://bit.ly/SistemaOperativoProfitMonday Trovami sui social: FACEBOOK https://bit.ly/Andrea-Grassi-FB INSTAGRAM https://bit.ly/Andrea-Grassi-IG Segui le puntate anche su Youtube, iscriviti al canale: https://bit.ly/Andrea-Grassi-YT Scopri tutta La Verità sul Successo del tuo Studio Dentistico e sul perché fare il Dentista che ragiona solo da Professionista, potrebbe portarti alla rovina (indipendentemente da quanto lavori)......Acquista il libro "Fuori dai Denti": https://bit.ly/fuori-dai-denti
A cura di Daniele Biacchessi La riforma costituzionale del ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati di Forza Italia non piace a Gianni Letta, uno dei padri fondatori del centrodestra, storico ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio di Silvio Berlusconi. Per Letta, la riforma ridurrebbe i poteri del presidente della Repubblica. In un convegno a Firenze, Letta spiega che c'è il rischio di riduzione del ruolo del capo dello Stato. “Secondo me, la figura del presidente della Repubblica così com'è disegnata, e l'interpretazione così come è stata data dai singoli presidenti nel rispetto della Costituzione, sta bene così: non la ridisegnerei, non toglierei nessuna delle prerogative così come attualmente sono state esercitate”, sostiene Letta. Nella sostanza, la riforma del centrodestra così come presentata non va bene, sarebbe da riscrivere. Apriti cielo. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani si affretta a correggere il tiro e assicura che Gianni Letta gli avrebbe confermato che le sue parole si riferivano solo a valutazioni teoriche, non a giudizi sulla riforma. Ma l'eventuale pensiero teorico di Letta è identico a quello ascoltato in questi giorni da alcuni importanti costituzionalisti sentiti dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. Esperti come Marta Cartabia e Gaetano Silvestri, secondo cui il ruolo del presidente della Repubblica viene trasformato, introducendo degli elementi di rigidità che delimitano il perimetro di azione del Capo dello Stato. Nonostante quello che vorrebbe la maggioranza, rimane in forte salita la discussione sul contenuto di una riforma costituzionale che resta al momento sproporzionata nel delicato rapporto tra i nuovi poteri del presidente del Consiglio e quelli del presidente della Repubblica, delineati nella Costituzione. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
A cura di Daniele Biacchessi La riforma costituzionale del ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati di Forza Italia non piace a Gianni Letta, uno dei padri fondatori del centrodestra, storico ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio di Silvio Berlusconi. Per Letta, la riforma ridurrebbe i poteri del presidente della Repubblica. In un convegno a Firenze, Letta spiega che c'è il rischio di riduzione del ruolo del capo dello Stato. “Secondo me, la figura del presidente della Repubblica così com'è disegnata, e l'interpretazione così come è stata data dai singoli presidenti nel rispetto della Costituzione, sta bene così: non la ridisegnerei, non toglierei nessuna delle prerogative così come attualmente sono state esercitate”, sostiene Letta. Nella sostanza, la riforma del centrodestra così come presentata non va bene, sarebbe da riscrivere. Apriti cielo. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani si affretta a correggere il tiro e assicura che Gianni Letta gli avrebbe confermato che le sue parole si riferivano solo a valutazioni teoriche, non a giudizi sulla riforma. Ma l'eventuale pensiero teorico di Letta è identico a quello ascoltato in questi giorni da alcuni importanti costituzionalisti sentiti dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. Esperti come Marta Cartabia e Gaetano Silvestri, secondo cui il ruolo del presidente della Repubblica viene trasformato, introducendo degli elementi di rigidità che delimitano il perimetro di azione del Capo dello Stato. Nonostante quello che vorrebbe la maggioranza, rimane in forte salita la discussione sul contenuto di una riforma costituzionale che resta al momento sproporzionata nel delicato rapporto tra i nuovi poteri del presidente del Consiglio e quelli del presidente della Repubblica, delineati nella Costituzione. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Oggi ci tuffiamo nella spiritualità e negli atti psico-magici per aiutarci nella manifestazione del denaro: condividerò con te alcuni rituali che potrebbero sembrarti un po' strani. Se senti che ce n'è uno che ti ispira, prova a metterlo in pratica e vediamo che cosa succede. Apriti alla possibilità che accadano magie. Ogni rituale è pensato per farti alzare le vibrazioni, in modo da sintonizzarti sulla frequenza dell'abbondanza finanziaria, un'energia dalle vibrazioni molto alte...................................................................................................................................
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Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Guarigione di un sordomutoGesù guarisce un sordomuto31 Gesù partì di nuovo dalla regione di Tiro e, passando per Sidone, tornò verso[n] il mare di Galilea attraversando il territorio della Decapoli.32 Condussero da lui un sordo che parlava a stento; e lo pregarono che gli imponesse le mani. 33 Egli lo condusse fuori dalla folla, in disparte, gli mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34 poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effatà!», che vuol dire: «Apriti!» 35 E {subito} gli si aprirono gli orecchi, gli si sciolse la lingua e parlava bene. 36 Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno; ma più lo vietava loro e più lo divulgavano; 37 ed erano pieni di stupore e dicevano: «Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li fa udire e i muti li fa parlare».Support the show
La Fondazione Centro Culturale Valdese e il Servizio di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) dell'Uliveto - Diaconia Valdese Valli organizzano la giornata di formazione “Apriti Museo! Accessibilità comunicativa e patrimoni culturali”.L'evento è organizzato per sabato 1 aprile ed è rivolto ad operatori museali, educatori professionali, insegnanti, famiglie e a tutte le persone interessate al tema dell'accessibilità dei musei e della CAA come strumento di partecipazione in ambito culturale.Nel corso di questi anni il Museo Valdese ha sperimentato modalità e materiali differenti: questo impegno costante ha portato al riconoscimento di “Museo Altamente Comunicativo”, da parte della International Society for Augmentative and Alternative Communication (ISAAC), per cui il Museo valdese può esporre il simbolo internazionale.Intervista con Nicoletta Favout, responsabile progetti educativi Fondazione Valdese
Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua (Mc 7)Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».Gesù si prende cura e guarisce le nostre relazioni. Anche il giorno del nostro battesimo il prete ci ha toccato orecchie e labbra dicendoci: “Apriti”La pia sorella perciò lo supplicò, dicendo: «Ti prego, non mi lasciare per questa notte, ma parliamo fino al mattino delle gioie della vita celeste».(San Gregorio Magno; miracolo di Santa Scolastica
Dal Vangelo di Marco 7,31-37 In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".Parola del Signore.
“E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!»”(Mc 7, 32-34) C'è un modo in cui Dio ci ama? C'è un modo in cui Dio si fa carne per noi? C'è un modo in cui Dio si fa presenza viva? Incatenato, sballottato, stressato, turbato, frustrato, stanco, oppresso, bloccato, arrabbiato, affamato, richiedente, insoddisfatto. Se ti riconosci in almeno uno di questi stati…beh… Ascoltaci! … La terza tappa del percorso “Tra le braccia” https://uncorpomihaidato.com/di-che-carne-sei-fatto/ Siamo tutti figli PRODIGI…e figli PRODIGHI! https://youtu.be/C0GOYWYUvIk Il viaggio dei 5 sensi, Don Fabio Rosini https://www.vaticannews.va/it/podcast/catechesi-di-don-fabio-rosini/il-viaggio-dei-5-sensi.html#2 ... Musica del podcast "Mother of God", Debora Vezzani: https://youtu.be/g0aznkFu790 --------------------- "Un corpo mi hai dato" è un progetto di evangelizzazione nato per rispondere alla domanda "Come il corpo ti parla di Dio nella tua vita?". Corpo come casa che ogni giorno sei chiamato ad abitare in pienezza e nella tua unicità di figlio amato dal Padre. Corpo come pane spezzato per condividere l'Amore sperimentato con i fratelli in Gesù. Corpo come Corpo di Cristo, la Chiesa, come famiglia dove nutrirsi del Pane della Vita. Un corpo che nasce, cresce...e rinasce! Come? Cammina con noi per scoprirlo! ... Vuoi conoscerci meglio e andare dietro le quinte, per vedere come siamo arrivati fin qui oggi? https://uncorpomihaidato.com/scoprici/ Per iscriverti alla newsletter, richiedere una tappa del nostro tour e/o una consulenza personale: https://uncorpomihaidato.com/contattaci/ Per aiutarci a portare avanti questa missione: https://uncorpomihaidato.com/aiutaci/ E per tutto il resto: SITO INTERNET https://uncorpomihaidato.com YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UC1l5PfLcyIGWqSj7RVOexwg/ TELEGRAM: https://t.me/uncorpomihaidato INSTAGRAM: https://www.instagram.com/uncorpomihaidato/ FACEBOOK: https://www.facebook.com/Un-corpo-mi-hai-dato-107774998588245 GRAZIE DI CUORE! A presto! Emanuele&Marianna&co. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/emanuelemarianna/message
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7200GIORGIA MELONI VUOLE ESSERE CHIAMATA IL PRESIDENTE di Federico CenciPronti, via: inizia il lavoro del nuovo governo ed è subito polemica. Interventi sul lavoro, politiche scolastiche, collocazione internazionale? No, la pietra dello scandalo, per l'opposizione, è la scelta di Giorgia Meloni di utilizzare l'articolo determinativo maschile "il" e non quello femminile "la" davanti alla carica di presidente del Consiglio.Dunque, nei documenti ufficiali Giorgia Meloni d'ora in avanti è il presidente del Consiglio e non la presidente del Consiglio. Apriti cielo! La più scandalizzata, a mezzo Twitter, è Laura Boldrini. «La prima donna premier si fa chiamare al maschile, il presidente. Cosa le impedisce di rivendicare nella lingua il suo primato?», scrive l'ex presidente della Camera. Che rincara: «La Treccani dice che i ruoli vanno declinati». E infine si chiede: «Affermare il femminile è troppo per la leader di Fratelli d'Italia, partito che già nel nome dimentica le Sorelle?». Chissà se Laura Boldrini vorrebbe anche modificare l'inno d'Italia, visto che Goffredo Mameli, quando scrisse Il Canto degli italiani, fu così misogino da non includere nel concetto romantico di "fratelli d'Italia" il termine "Sorelle".LA CONTRADDIZIONE DEL LINGUAGGIO INCLUSIVOMa, messa da parte la storia, a un occhio attento non può che spiccare una contraddizione nelle odierne battaglie in favore del linguaggio cosiddetto inclusivo. Da anni, infatti, schiere di sedicenti femministe si battono affinché il lessico valorizzi il genere femminile: di qui la richiesta di abbandonare l'antica prassi linguistica italiana per cui il neutro viene assorbito dal maschile a beneficio di neologismi come ministra, sindaca, architetta, e così via. Sulla questione è intervenuta anche l'Accademia della Crusca, con un'apertura nei confronti di chi vuole innovare il linguaggio in funzione del genere. Ed è proprio all'insegna di una presunta valorizzazione del genere femminile che si colloca l'istanza in favore dell'articolo "la" in sostituzione di "il".Curioso, molto curioso, tuttavia, che quanti si battono per le declinazioni femminili dei termini siano spesso gli stessi che perorano un'altra battaglia linguistica: l'annullamento delle desinenze maschili e femminili in favore del neutro. Ecco allora che da qualche anno, sugli striscioni dei centri sociali così come in certe rubriche di giornale à la page e persino in qualche documento ufficiale del Miur, iniziano a comparire gli asterischi o gli schwa al posto delle desinenze. Invece di scrivere «Ciao a tutti», secondo questi guru dell'innovazione del lessico, si dovrebbe scrivere «ciao a tutt*» o «ciao a tuttə». E c'è chi addirittura ha introdotto una non meglio precisata "u", nel salutare con «ciao a tuttu».SCEGLIETE: O L'UNA O L'ALTRA BATTAGLIAInsomma, quanti caldeggiano nel lessico una sorta di affermazione enfatica del genere femminile sono gli stessi che vorrebbero abolire i generi mediante detonatori grammaticali come asterischi e schwa. Inoltre, come se non bastasse, con il caso Giorgia Meloni emerge un'altra ipocrisia: da anni ci dicono che va rispettata l'autodeterminazione "lessicale" delle persone, dunque doverle chiamare con il genere e il pronome che preferiscono - qui si innesta anche la pericolosissima Carriera Alias - altrimenti sarebbe una discriminazione nei confronti della loro volontà. Dunque perché questa sorta di autodeterminazione vale soltanto a correnti alterne? Perché non rispettare una donna che vuole essere chiamata come IL presidente?Non resta che invitare costoro a mettersi d'accordo: o l'una o l'altra battaglia, non si può invocare maggiore spazio per il genere femminile e, allo stesso tempo, invocare l'eliminazione dei generi. Si decidano, ma lo facciano nei loro circuiti intellettuali. Lascino che la maggioranza degli italiani continui a scrivere nella lingua dei propri padri occupandosi di problemi reali.
VIDEO MUSICALE: Italia ciao di Povia ➜ www.youtube.com/watch?v=iyhuH8w2Jw8&list=PLolpIV2TSebWJQIsQlXhK6y3-x-aT9dccTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7145LAURA PAUSINI SI RIFIUTA DI CANTARE BELLA CIAOLa cantante afferma che è una canzone troppo politica e così si scatena uno tsunami mediatico... eppure sempre lei nel 2016 a Sanremo si era schierata a favore delle unioni civili (VIDEO MUSICALE: Italia ciao di Povia)di Manuela AntonacciIn queste ore, anzi, in questi giorni (curioso che una notizia così, tenga occupato il mainstream per tanto tempo!) la nota cantante Laura Pausini si trova a dover fare i conti con la bufera di polemiche scatenatasi sui social e non solo, dopo il suo rifiuto di cantare, durante un popolare programma spagnolo El Hormiguero, la canzone "Bella Ciao".Il canto, simbolo della Resistenza partigiana (seppure dalle origini difficili da ricostruire) fa riferimento ad un generico e apparentemente anonimo "invasore", ma poi, nel tempo, è diventata di fatto, l'inno della lotta al fascismo. La Pausini avrebbe, infatti, motivato il suo rifiuto in modo netto: «È una canzone troppo politica».Apriti cielo! Cinque parole che hanno scatenato uno tzunami mediatico! Per una volta che un cantante non approfitta di un palco reale o virtuale per elargire pillole di saggezza su questo o quel programma politico, prendendone, a volte anche le distanze e mostrandone persino i presunti lati oscuri, che, in alcuni casi, fanno, addirittura, «paura»(ogni riferimento alla cantante Elodie ex cubista romana, già ribattezzata da qualcuno "Elochi' ?" scagliatasi così tante volte contro la leader di Fratelli d' Italia e il suo programma, che ormai si parla addosso, è puramente casuale!).E allora... tutti contro Laura! E così è sceso in campo anche Pif (pseudonimo di Pierfrancesco Diliberto) sceneggiatore, regista e autore televisivo che, non solo ha condannato duramente l'affermazione della Pausini - «Non cantare bella ciao, è già prendere posizione»-, ma ha affondato il colpo e con un'uscita dal taglio un po' teatrale (deformazione professionale?), dichiarando che vorrebbe che l'inno partigiano fosse intonato anche al suo funerale, perché anche da morto continuerebbe a pensarla in quel modo.Eppure le parole di Pif, seppure schierate col mainstream, toccano un punto nodale. Quale sarebbe stato il peccato originale della Pausini, dunque, quello di non aver preso una posizione, ovvero, quella che ci sia aspettava e proprio nel momento in cui le si offriva su un piatto d'argento l'occasione di ricollocarsi nel solco del pensiero liberal, che attraversa in modo decisamente vibrante l'ambiente dello spettacolo e guai a starne fuori?Quel pensiero, diciamolo, che aiuta tanti cantanti a venire ad una qualche esistenza artistica solo perché hanno dato fiato alle trombe, contro questo o quel politico inviso a molti, ricavando applausi facili. La conferma sembra provenire proprio da un altro episodio che ha riguardato in passato, sempre la Pausini.Nel 2016 la cantante che si è ripetutamente e apertamente schierata a favore delle unioni civili, presentandosi al Festival di Sanremo, insieme ad altri artisti, con il nastro arcobaleno, per manifestare il suo endorsment alla legge Cirinnà sulle unioni civili, interrogata a riguardo, aveva candidamente affermato: «Non mi sposo finché non potrà farlo la mia amica lesbica». Una posizione decisamente politica, di fronte alla quale, la cantante aveva ricevuto solo ovazioni. E come mai, "W la libertà di pensiero", allora, ma non "W", oggi?Il doppiopesismo dev'essere sempre, proprio, così evidente da parte di chi si fa paladino dei diritti che deriverebbero dalla "libertà personale" e addirittura dell'"autodeterminazione"? E la Pausini in nome, appunto, della propria autodeterminazione non sarebbe decisamente libera anche di non schierarsi, contrariamente ai più?Che ne sarà, allora, della cantante che, in un singolare sondaggio della Rai di qualche tempo fa era stata definita come «il più grande italiano di tutti tempi», scavalcando persino Leonardo da Vinci (che ci perdoni!)? La sua popolarità subirà un deciso calo, al punto che saremo tutti costretti ad unirci al coro dei vari... "Bella ciao!!!"?Nota di BastaBugie: Marinellys Tremamunno nell'articolo seguente dal titolo "Di comunisti e di violenti: la triste parabola di Bella Ciao" parla della vicenda della Pausini ricordando che la canzone della sinistra ora è diventata perfino un canto simbolo contro l'establishment nelle violenze in Latinoamerica.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 settembre 2022:Laura Pausini è al centro della bufera, dopo il rifiuto a intonare la canzone Bella Ciao durante il programma televisivo spagnolo El Hormiguero. «No no, è una canzone politica e io non voglio cantare brani politici", ha detto per giustificarsi. E subito dopo si sono accesi i social tifando a favore e contro la cantante, anche con commenti di personaggi politici spagnoli e italiani che hanno alimentato la tormenta.Il polemico episodio è accaduto lo scorso 12 settembre, durante un gioco musicale del programma di intrattenimento di punta dell'emittente Antena 3, con una media di 2.3 milioni di spettatori. Il conduttore dello show, Pablo Motos, sperando di coinvolgere la cantante emiliana, ha intonato spontaneamente il ritornello del canto partigiano, molto famoso in Spagna grazie all'associazione con la popolarissima serie tv La Casa di Carta.Bella Ciao pretende di essere l'inno della Resistenza italiana antifascista, ma è invece un canto promosso soprattutto dai comunisti, per cui il gesto della Pausini non è piaciuto in primo luogo ai socialisti. "Rifiutarsi di cantare una canzone antifascista dice molto della signora Laura Pausini e niente di positivo", ha sentenziato con un tweet la deputata spagnola Adriana Lastra.E tre giorni dopo è arrivato il comunicato della Pausini: "Vorrei esporre il mio punto di vista dopo le polemiche di questi giorni. In una situazione televisiva estemporanea, leggera e di puro intrattenimento, ho scelto di non cantare un brano inno di libertà ma più volte strumentalizzato nel corso degli anni in contesti politici diversi tra loro. Come donna, prima che come artista, sono sempre stata per la libertà e i valori ad essa legati. Aborro il fascismo e ogni forma di dittatura. La mia musica e la mia carriera hanno dimostrato i valori in cui credo da sempre. Volevo evitare di essere trascinata e strumentalizzata in un momento di campagna elettorale così acceso e sgradevole, purtroppo non è stato così. Rispetto il mio pubblico e continuerò a farlo, con la libertà di scegliere come esprimermi", ha scritto ieri sul suo Twitter.Effettivamente, la cantante emiliana ha riconosciuto che il popolare canto è stato "più volte strumentalizzato". In primo luogo, dai comunisti che tentano di appropriarsi del movimento partigiano, quando invece parteciparono anche combattenti, azionisti, monarchici, socialisti, cristiani, liberali, repubblicani e anarchici. Dopo, con La Casa di Carta, l'inno è diventato popolare a livello internazionale, ma associato a un gruppo di ladri che fanno una rapina alla Banca di Spagna, quindi come un moto di ribellione contro l'establishment.Così, Bella Ciao è diventata anche un simbolo delle proteste promosse dalla sinistra sudamericana. Per confermarlo, basta guardare le proteste contro Ivan Duque a Bogotà o nell'Oriente di Antiochia, o le rivolte a Santiago del Cile contro Sebastian Piñera, tutte e due segnate dalla violenza. In Ecuador, l'ex presidente socialista Rafael Correa intona la canzone italiana in un video di protesta contro il presidente in carica Lenin Moreno. E la popolare canzone è diventata un moto degli operai e dei movimenti socialisti in Argentina.Poi Laura Pausini ha ribadito "aborro il fascismo", ma cosa ne pensa del comunismo? La risposta la troviamo in una notizia dello scorso maggio, quando i cubani a Miami sono scesi in piazza contro una sua esibizione, ulteriormente cancellata, a causa della sua vicinanza al regime comunista de L'Avana.Infine, la vicenda della Pausini è l'ennesima conferma che Bella Ciao non è un canto eroico che unisce tutti gli italiani, in realtà è un canto strumentalizzato, soprattutto dalla Sinistra, e ora è diventato perfino un canto simbolo contro l'establishment.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7005I MASCHI E LE FEMMINE SONO DIVERSI, MA NON LO PUOI DIRE di Giulia TanelEcco servito l'ennesimo caso di indignazione - principalmente via social, oramai spesso ridotti a megafono del politicamente corretto, in un agone tanto virtuale, quanto surreale - a seguito delle parole pronunciate da un personaggio in vista.Questa volta non serve neppure spostarsi di Paese, come nel noto caso della scrittrice J.K. Rowling, in quanto l'autrice del misfatto è la nostrana sciatrice alpina Sofia Goggia (nella foto). Salita agli onori della cronaca pochi mesi fa per il suo insperato argento alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022, conquistato dopo un infortunio rimediato a Cortina una ventina di giorni prima, da sciatrice di cui tutta Italia era fiera, nello spazio di poche frasi pronunciate durante un'intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo e Flavio Vanetti sul Corriere della Sera e uscita il giorno di Pasqua, è stata declassata a persona, diciamo così, poco degna di stima, per non dire "oscurantista", "omofoba", o altri epiteti ricorrenti in queste situazioni.LE PAROLE INCRIMINATEMa vediamo cosa ha detto l'atleta, che di certo non ha lesinato nel rispondere alle domande che le venivano poste. Rispetto alla presenza di persone con tendenze omosessuali nel mondo dello sci, la quasi trentenne bergamasca ha affermato: «Tra le donne qualcuna sì. Tra gli uomini direi di no». Per poi chiosare, con quel briciolo di ingenuità forse dovuto alla giovane età: «Devono gettarsi giù dalla Streif di Kitzbuhel...».E sugli uomini trans che gareggiano con le donne? «A livello di sport», ha affermato la Goggia, «un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più». E, anche in questo caso, ha aggiunto un «Non credo allora che sia giusto» che profonde buon senso e sincerità... che al giorno d'oggi non sono più delle virtù.Dunque, l'atleta nostrana ha poca considerazione del gentil sesso? [...]: «Le donne sono donne; gli uomini, uomini. Non mi piace quando dicono: donna con le palle. Perché devi giudicarmi da quello che non ho, che non sono?». Apriti, oh cielo. I social hanno raccolto il profluvio d'indignazione generato da queste frasi, portato avanti sia da persone comuni, sia dai soliti noti dediti al commento facile. Tra questi, l'immancabile Selvaggia Lucarelli, che prima delle 10 di mattina del Lunedì dell'Angelo aveva già twittato: «Sofia Goggia è una brava atleta, non una maître à penser. Il problema sta nell'aspettarsi sempre il commento giusto da persone che fuori dalle loro competenze possono essere mediocri e fallibili». Naturalmente, ai tanti critici si affiancano anche coloro che della Goggia hanno preso le difese ma, come sempre in questi casi e sui social, le loro opinioni hanno meno peso.LE SCUSE, MA SENZA DIETROFRONTTanto è stato quindi il cancan, che la Goggia ha ritenuto di dover cinguettare, nel tardo pomeriggio del giorno di Pasqua, una frase di scuse, specialmente in riferimento all'uscita sullo Streif di Kitzbuhel: «Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Mi dispiace e mi scuso con tutte le persone che si sono sentite offese per la frase che è uscita nell'intervista del Corriere che, sicuramente, quando l'ho pronunciata, non voleva essere di natura discriminatoria».273 caratteri, sui 280 messi a disposizione dal social azzurro, che suonano più come un pro forma volto a mettere a tacere il trans-gossip pasquale del 2022, che altro: la Goggia, infatti, non ha fatto nessun dietrofront nel merito.Tuttavia, le scuse si sono rese necessarie. Per cosa? Molto semplicemente per aver abbracciato ed esposto pubblicamente la realtà dei fatti: ma, si sa, di questi tempi non vale più l'adagio latino di classica memoria: "Contra facta non valet argumentum", bensì sulla lavagna, sui quaderni e sulla bocca del buon cittadino del XXI secolo campeggia il più moderno: "Di fronte all'ideologia non valgono i fatti". E, lo si sa, l'ideologia gender e transgender sono oggi un must ben foraggiato da tutti coloro che hanno come obiettivo ultimo quello di sovvertire la verità sugli esseri umani.Nota di BastaBugie: Giuliano Guzzo nell'articolo seguente dal titolo "Sofia Goggia campionessa di verità: i trans discriminano le donne negli sport" commenta la notizia della sciatrice italiana facendo esempi per avvalorare la tesi che uomini e donne sono diversi, nello sport come nella vita.Ecco l'articolo completo pubblicato su Provita & Famiglia il 19 aprile 2022:La sciatrice Sofia Goggia è finita al centro di una vera e propria bufera mediatica per le sue parole, durante un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, con le quali ha rivendicato la necessità di proteggere le donne dalle istanze "sportive" delle persone transgender, che finiscono per discriminare proprio le competizioni femminili e annullare qualsiasi competitività.Parole però sacrosante, quelle della campionessa olimpica nella discesa libera a Pyeongchang 2018, vincitrice di tre Coppe del Mondo di discesa libera e di due medaglie mondiali: «A livello di sport - ha affermato - un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più. Non credo allora che sia giusto». Dunque non le opinioni ma le evidenze dicono come un uomo che decidesse di «diventare donna» per gareggiare nelle competizioni femminili godrebbe di un indubbio vantaggio.Di questo abbiamo sia prove fattuali - si pensi al caso di Lia Thomas, che sbaragliando la concorrenza ha conquistato il titolo delle 500 yard (circa 450 metri) stile libero femminili ai Campionati di prima divisione dell'American University di Atlanta, suscitando non poche polemiche proprio in quanto «ex uomo» - , sia, ed è il dato più rilevante, riscontri scientifici che, come tali, non possono in alcun modo essere contestati.Si pensi ad una recente ricerca - confluita in sette dense pagine pubblicate sul British Journal of Sports Medicine, rivista medica peer reviewed con 60 anni di storia - che ha visto un team di tre ricercatori esaminare retrospettivamente le cartelle cliniche e i test sportivi, negli anni compresi tra il 2013 e il 2018, di 75 soggetti transgender, dei quali 29 uomini "diventati" donne, che hanno iniziato il percorso di riassegnazione di genere mentre facevano parte dell'aeronautica degli Stati Uniti.Ebbene ciò che si è osservato con tale indagine è il netto vantaggio competitivo degli uomini desiderosi di «cambiare sesso» che, rispetto alla controparte femminile, è apparso davvero notevole. Esso infatti è risultato oscillante, a seconda del tipo di prestazione atletica considerata, dal 15 al 31% in più. Si tratta di un divario immenso e misurato considerando valori assai indicativi, quali il numero di flessioni, gli addominali eseguiti in un minuto e il tempo impiegato per fare di corsa 1,5 miglia.Ecco che allora, tornando alle parole della sciatrice Goggia, non si può non rilevare come quella sua considerazione - «un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più» - può esser stata ritenuta scomoda, sconveniente, politicamente scorretta dalla comunità Lgbt, ma sia vera e non lascia spazio a nessun dubbio in meritoCerto, può anche accadere che, in un determinato sport, un uomo «diventato donna» soccomba davanti ad una donna più dotata, ma si tratta di eccezioni ed episodi rari. La regola è che maschi e femmine sono differenti, non c'è nulla da fare. Motivo per cui, se si consente a uomini «diventate donne» di gareggiare in competizioni femminili, si farà un torto alle donne, agli atleti stessi, allo sport tutto.
La Svezia e la Finlandia vogliono entrare nella Nato. Apriti cielo: mentre Putin manda i militari ai confini con la Finlandia per fare il duro, i benpensanti in Occidente (quelli buoni e sempre pacifisti) avvertono che è il caso di pensarci a lungo. Non siamo d'accordo.
Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37 In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».Commento di don Andrea, sacerdote della Diocesi di AlbaPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".Parola del Signore.Parola del Signore.
Libri: Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira (Einaudi)..Pietro Di Donato, Cristo fra i muratori (trad. N. Manuppelli, readerforblind)..Giovanni Raboni, Tutte le poesie (Einaudi)..Olivia Laing, Città sola (trad. F. Mastruzzo, Il Saggiatore)..Musica: Giuliano dottori, Il mondo dalla nostra parte..Ludwig Van Beethoven, Patetica, I movimento..Lucio Dalla, Apriti cuore..Schubert, quartetti..Massimo Bubola, Niente passa invano..Frederic Chopin, sonate per pianoforte..Francesco De Gregori, Un guanto..Philip Glass, The Hours..Stone Temple Pilots, Interstate Love Song
Un esame ironico delle 51 misure vantate dal governo per ottenere da UE i primi 24 miliardi del PNRR. E qualche opinione sulla prima proposta Italo Francese per il nuovo Patto di Stabilità europeo. Oscar Giannino, Don Chisciotte, ne parla con Carlo Alberto Carnevale Maffé, Ronzinante, e Renato Cifarelli, Sancho Panza. See omnystudio.com/listener for privacy information.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6766I CASI DI MIETTA E MARTINA COLOMBARI: IL GREENPASS E' INUTILE E PERICOLOSODue showgirl, entrambe positive. Da una parte Martina Colombari, rinchiusa in quarantena causa infezione. Dall'altra Mietta, cantante e concorrente di Ballando con le stelle, costretta a restare lontana dalla tv a causa del coronavirus. Due vicende simili, con un'unica differenza: la prima era vaccinata, la seconda no. E infatti il trattamento loro riservato è stato ben diverso: per la Colombari è scattata subito la gara di solidarietà, per Mietta la caccia alle streghe. Se però ragionassimo bene sulle due storie, così sovrapponibili, e leggessimo con attenzione l'intervista odierna alla Colombari, capiremmo bene quanto sia inutile, se non pericoloso, quel green pass che ormai governa la nostra quotidianità.Stando al suo racconto, infatti, la Colombari a inizio settimana scorsa sente i primi sintomi di un raffreddore. È a Riccione dai suoi genitori e sul momento non abbina il malanno al Covid, anche perché "ho fatto la seconda dose di vaccino due mesi fa". Quindi continua a vivere una vita normale, gira, vede persone, va al ristorante e al lavoro grazie al green pass ottenuto con le due dosi di siero. Poi? Poi venerdì, "in vista della scena di un film" che avrebbe dovuto girare, si sottopone ad un tampone molecolare che risulta positivo. Apriti cielo. Martina si mette in isolamento e fa scatenare "un giro di messaggi con tutte le persone che ho visto". Nel calderone dei possibili infetti finiscono anche due ristoranti dove era stata in settimana "grazie" al green pass vaccinale. Un vero e proprio patatrac.Com'è possibile sia successo? Semplice: ovunque Colombari andasse la facevano entrare perché poteva esibire quel green pass che gli esperti "indicano come una specie di via libera". Nessuno si è posto il problema che il vaccinato potesse essere comunque positivo. E infatti, lasciata libera dal passaporto verde, Martina in realtà stava portando a spasso il virus. Se non avesse lavorato per il cinema o per la tv, ma per una normale azienda, il tampone "extra" non lo avrebbe fatto ("tanto ho il green pass") e avrebbe partecipato da infetta a chissà quanti altri incontri sociali. Questo dimostra, se davvero ve ne fosse ancora il bisogno, che il lasciapassare non serve a bloccare l'epidemia. Tutt'altro. È uno strumento surrettizio per costringere alla vaccinazione, chiaro, ma nient'altro. Ininfluente dal punto di vista epidemiologico, può anzi essere potenzialmente dannoso: apre le porte della socialità a tutti i vaccinati, pure quelli infetti. Potenziali "bombe" virologiche, col bollino del green pass.Nota di BastaBugie: Andrea Zambrano nell'articolo seguente dal titolo "Solo il positivo non vaccinato è un untore irresponsabile" parla del diverso trattamento ricevuto da Ed Sheeran e Martina Colombari che vengono intervistati con tutti gli onori perché vaccinati e invece Mietta che viene massacrata perché non ancora vaccinata. Eppure contagio, sintomi e condizioni di salute sono gli stessi.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 26 ottobre 2021:C'è positivo e positivo. C'è il positivo vaxinato che racconta la disavventura di aver preso il covid come un incidente di percorso e c'è il positivo no vaxinato che invece viene esposto al pubblico ludibrio per la sua irresponsabilità. Eppure, per entrambi, le condizioni di salute (sintomi, febbre, percentuali di guarigione etc...) sono praticamente le stesse.Sembra che il positivo non vaccinato sia un malato diverso da quello che, invece, pur essendosi vaccinato in doppia dose convintamente e proficuamente, oggi è alle prese col covid.Breve rassegna dalle cronache che coinvolgono vip e non vip.C'è Ed Sheeran che doveva essere in Italia e invece se ne starà a casa dieci giorni con la figlioletta e senza moglie. «Ho preso il covid, non ci voleva», ha detto ai fans. La popstar inglese è vaccinata in doppia dose e la sua quarantena obbligata causata dalla sua positività dopo un tampone diventa un fatto di interesse popolare tanto che Fabio Fazio ci si collega pure in diretta tv, domenica sera.Le condizioni del cantante non sono gravi, né serie. Quello "sto malissimo" pronunciato era riferito al dispiacere di non poter incontrare i fans italiani. Ma si rifarà a Natale, ha promesso. Tutto normale, insomma. E il vaccino? Ma come? Ormai si sa che il vaccino non protegge dal contagio, ma dalle forme gravi. Lo hanno capito anche i Fabiofazio che ospitano i Burioni che dicono il contrario.Poi c'è Martina Colombari che viene persino indicata dal Corsera come esempio di civismo perché ha detto di aver contratto il covid. Anche lei, nonostante il vaccino. Come sta? Benissimo, solo qualche papilla gustativa alterata, ma sta che è una favola. E quindi? E quindi lo ha comunicato «per tenere sempre alta la guardia e fare attenzione anche se siamo vaccinati» et voilà, ecco scodellata una bella intervista sul Corsera online.Esempi virtuosi di positivi al covid. Poi ci sono i positivi negletti. Stessi sintomi, stesse condizioni, stesso decorso. Solo che non sono vaccinati.C'è la cantante Mietta, che deve lasciare il set di Ballando con le Stelle a causa della sua positività al covid. Perché? Perché per poter lavorare deve fare il green pass e nell'ultimo effettuato sarà emersa una sua positività. Ragion per cui ha dovuto lasciare il set della trasmissione fino a completa negativizzazione.E qui sono sorti i problemi. In collegamento con Milly Carlucci, Selvaggia Lucarelli, che poi Vittorio Sgarbi ha apostrofato come "poliziotta sanitaria" ha chiesto a Mietta se fosse vaccinata, pensando di rivolgerle una domanda legittima. Per la verità su queste questioni vige ancora ancora la privacy, pertanto, Mietta ha ritenuto di non rispondere. Sgamata, è diventato palese che la cantante non aveva fatto l'inoculo, tanto da doversi giustificare successivamente con un post per chiarire la sua posizione, spiegare il perché non si è ancora vaccinata e che non appena le condizioni di salute glielo permetteranno lo farà. Sul caso è intervenuto persino il presidente dell'Ordine dei Medici del Lazio che ha rimproverato la cantante che «dovrebbe stare doppiamente attenta, stare a casa e soprattutto non partecipare a una trasmissione come questa, che di fatto pone i concorrenti in una sorta di 'comunità aperta'».Se Martina Colombari e Ed Sheeran ci dicono che anche i vaccinati possono infettarsi e quindi infettare, non è più logico pensare che chi presenta un Green pass da tampone abbia più probabilità di essere negativo quando è a contatto con gli altri, rispetto a chi invece è vaccinato? Infatti, come ha spiegato la Colombari, lei il tampone lo ha dovuto fare perché sta partecipando alle riprese di un film, quindi, la sua positività è stata presa in tempo non perché aveva il vaccino, ma perché aveva fatto un tampone.Domanda provocatoria: e se Mietta fosse stata "infettata" da uno dei tanti vaccinati inconsapevoli con i quali è entrata in contatto nel suo lavoro? È una domanda alla quale - lo sappiamo - non c'è risposta, però dovrebbe per lo meno fare riflettere.Invece no. Invece si proseguirà con lo stigma del positivo non vaccinato, anche se i sintomi, la contagiosità e lo stato di salute saranno uguali a quelli dei super-si-iper-vax.A Bologna una mezza scuola è in quarantena a causa di alcuni focolai tra i ragazzini delle medie. I sospetti sono ricaduti su una delle tre insegnanti risultata positiva. Quale? Quella che non avendo fatto il vaccino doveva presentare un green pass da tampone negativo ogni 48 ore. Segnalata la positività della docente, sono partiti i controlli. Si sono così trovati anche altri insegnanti positivi. Ma chi l'ha detto che a contagiare è stata quella che, facendo un tampone ogni due giorni, teoricamente doveva essere anche quella più controllata? Non potrebbe essere il contrario?
Omelia della XXIII domenica del Tempo Ordinario BLe Paraolimpiadi di Tokyo si sono chiuse quasi nell'indifferenza generale.Perché la disabilità ci fa così paura?Forse perché ci obbliga a chiederci chi è il vero disabile!Nel Vangelo i protagonisti sono sempre dei disabili, perché a loro è rivolto il Vangelo… E se non prendiamo coscienza di essere anche noi “disabili“, non riusciremo mai ad aprirci davvero alla potenza della Parola che stravolge la vita!Ascolta e apriti!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6619OMELIA XXIII DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 7,31-37)Il profeta Isaia, nella prima lettura, assicura gli israeliti che erano in esilio, e che si erano smarriti di cuore, che il Signore era loro vicino e che sarebbe venuto a salvarli. Come segno della venuta del Salvatore, egli dice: «Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi» (Is 35,5). Venne realmente il tempo della loro liberazione, quando poterono rientrare nella loro patria, ma il segno degli occhi che si aprono e delle orecchie che si schiudono si realizzò pienamente solo con la venuta di Gesù, il vero Salvatore, Colui che ci libera dalla vera schiavitù che è quella del peccato.Così, andando verso il mare di Galilea, Gesù operò un miracolo il cui significato era molto chiaro: Egli diede la parola e l'udito a un sordomuto che gli era stato condotto affinché Lui lo beneficasse. Gesù lo prese in disparte, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua e, guardando verso il cielo, disse: «“Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente» (Mc 7,34-35). La folla, ammirata per quel miracolo, disse: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti» (Mc 7,37).Quel miracolo fu il segno atteso da molto tempo, il segno indicato dal profeta Isaia, che Dio «viene a salvarci» (Is 35,4). Dio ha mandato il suo Figlio a salvarci e a ridonarci l'eredità perduta. Il miracolo operato da Gesù voleva essere soprattutto un ammaestramento che, finalmente, era giunto il tempo della salvezza.Lo stesso gesto operato da Gesù si ripete ogni volta che viene amministrato il Battesimo: il sacerdote traccia sulle orecchie e sulle labbra del battezzando il segno della croce, augurando al bambino che presto possa udire la Parola di Dio e proclamarla.Il Vangelo di oggi è dunque un richiamo rivolto a tutti noi a ripensare agli impegni presi con il Battesimo e a rimanerne fedeli. Dobbiamo ascoltare la Parola di Dio, meditandola profondamente nel nostro cuore, e dobbiamo proclamarla con l'esempio della nostra vita e con la nostra parola franca e coraggiosa. Diversamente saremo come il sordomuto del Vangelo, sordo alla Parola di Dio e incapace di annunciarla ai fratelli.Quanti sordomuti ci sono ai nostri giorni! Un po' lo siamo tutti noi, noi che ogni domenica partecipiamo alla Messa: non meditiamo con amore questa Parola di salvezza e, praticamente, una volta usciti di chiesa, con il nostro comportamento, spesso diamo delle contro testimonianze. Anche noi dobbiamo essere condotti da Gesù, affinché operi per noi il miracolo di scuoterci dalla nostra desolante apatia.Un Santo che ci è di grande insegnamento per quello che riguarda l'ascolto del Vangelo è certamente san Francesco d'Assisi. Egli desiderava ardentemente, non solo ascoltare la Parola del Signore, ma soprattutto metterla in pratica e proclamarla ai fratelli. Prima di tutto l'ascoltava. Un suo biografo testimonia come egli scolpiva indelebilmente nel suo cuore tutto quello che leggeva o ascoltava del Vangelo, al punto che la sua memoria aveva preso il posto dei libri (cf FF 689). Con l'affetto dell'amore egli riusciva a penetrare il senso profondo della Scrittura. Ogni giorno ascoltava con molta attenzione i brani della Scrittura durante la Messa; e, se non poteva parteciparvi a causa delle sue malattie, se li faceva leggere e non ne perdeva neppure una sillaba.Egli voleva non soltanto ascoltare, ma anche vivere il Vangelo. Per cui, il suo biografo scrive che egli non era mai stato un ascoltatore sordo del Vangelo, ma, affidando alla sua memoria tutto quello che ascoltava, cercava con ogni diligenza di eseguirlo (cf FF 357). La sua aspirazione più alta, il suo più grande desiderio era di osservare perfettamente e sempre il Santo Vangelo (cf FF 466). In questo modo, egli era come una predica vivente; e, anche senza parlare, riusciva a condurre a Gesù Cristo tante anime smarrite.Infine, san Francesco voleva proclamare la Parola di Dio in tutto il mondo. Per questo motivo, così egli diceva ai suoi fratelli: «So, fratelli carissimi, che il Signore ci ha chiamati non soltanto per la nostra salvezza. Voglio perciò che ci disperdiamo tra la gente e portiamo soccorso al mondo in pericolo mediante la Parola di Dio e gli esempi di virtù» (FF 2689).Il Santo di Assisi non si riteneva amico di Cristo, se non amava le anime che Egli ha amato (cf FF 490). Per questo motivo egli andava incontro alle anime annunziando loro la Parola di salvezza. Di preferenza, egli si rivolgeva ai poveri e ai più abbandonati, memore delle parole che abbiamo ascoltato nella seconda lettura di oggi, che cioè Dio ha scelto i poveri agli occhi del mondo per farli ricchi nella fede ed eredi del Regno (cf Gc 2,5).Sull'esempio di san Francesco cerchiamo anche noi di ascoltare, vivere e annunziare la Parola del Signore.
Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
«Oggi ho comunicato ufficialmente le mie dimissioni dall’Associazione Rousseau. È stata un’esperienza durata cinque anni, di cui due da dipendente a Milano e gli ultimi tre da socio mentre continuavo la mia attività professionale a Roma. I cinque anni precedenti ho lavorato alla Casaleggio Associati, a supporto di Gianroberto e Beppe, tra il computer alla scrivania e l’iPad sul camper, tra l’ufficio e i palchi. Il primo colloquio in via Morone, dieci anni fa, lo feci con Davide Casaleggio. Si può quindi dire che è la prima persona che ha creduto in me e che mi ha dato un’opportunità. Per questo, e per tante altre cose, gli sono sempre stato e gli sarò sempre riconoscente. La stima e l’affetto nei suoi confronti sono immutati». Lo ha annunciato con un post su Facebook Pietro Dettori, consigliere del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. «Gli ultimi mesi sono stati difficili e la conclusione delle vicende, tutt’altro che indolore, è nota a tutti. La strada che ho scelto io è diversa. Perché io nel MoVimento ci credo ancora. Chi mi conosce sa che con il MoVimento ho un rapporto quasi carnale. D’altronde quel tipo di lavoro, se non c’è la passione a sostenerti, non lo reggi», ha spiegato. «Nel futuro del MoVimento ci credo innanzitutto perché mi fido di Beppe Grillo. Beppe è il nostro garante e nei momenti più critici della nostra storia è sempre stato lucido, a dispetto di chi lo etichetta solo come un pazzo visionario. Ha indicato un orizzonte (il 2050) e una persona (Giuseppe Conte) per il rilancio del MoVimento. Io non posso che fidarmi e invito chi in questo sogno ci crede ancora e chi ora tentenna, a fare altrettanto. Non so cosa ci riserva il futuro. Non so quali saranno le nostre prossime battaglie. Non so cosa il MoVimento politicamente deve o non deve fare. Di questo si discuterà nei modi e nei tempi opportuni e potrò dire la mia, assieme a migliaia di persone, in qualità di iscritto. Quello che so è che dobbiamo ritornare a essere una comunità di persone che si vogliono bene, in cui la fiducia è alla base dei rapporti personali, politici e professionali. Il momento di passaggio che stiamo vivendo è travagliato, doloroso, lacerante. Non è la prima volta però che affrontiamo un momento così. Ricordate quando ci presentammo alle politiche nel 2013? Molti pensavano che fosse contro i principi del MoVimento entrare in Parlamento e tanti li perdemmo. E quando Beppe si proclamò capo politico per rispettare la norma elettorale? Apriti cielo! E quando cambiammo lo statuto nel 2017? Anche lì si parlò di fine del MoVimento “originale”. Oggi tanti la vivono così e gli scontri e le incomprensioni, al nostro interno, sono all’ordine del giorno», si legge ancora nel post. «Dobbiamo guardare oltre. Il modo migliore per farlo è lasciarci alle spalle i rancori. Per lungo tempo abbiamo usato il “vaffanculo” come parola taumaturgica. Oggi dobbiamo usare il "grazie". Dobbiamo essere grati per quello che abbiamo realizzato e per le possibilità che ancora oggi abbiamo. E per questo dobbiamo ringraziare tutti quelli che hanno fatto parte della nostra storia, in un modo o nell’altro.Grazie a tutte le migliaia di attivisti, iscritti, consiglieri che da anni continuano a lavorare ognuno secondo le proprie possibilità: chi in comune, sul posto di lavoro, ai banchetti al freddo o in marcia sotto il sole. Nonostante le difficoltà, le incomprensioni, gli insulti, gli errori non avete mai mollato. Grazie a ognuno di voi. Grazie a chi ha dato vita a questo sogno e ci permette di continuare a sognare. Grazie Gianroberto, grazie Beppe. Grazie a chi ci ha porta
Puntatissima con tante news dal mondo digitale e qualche approfondimento1. Guida superficiale ai social network*****2. La comunicazione uno a molti. La televisione ancora come hub centrale per le discussioni in rete. Si parla di Fedez, Pio e Amedeo e la festa scudetto dell'Inter *****3. Mourinho nuovo allenatore della Roma. Il grande allenatore/comunicatore portoghese diventa il nuovo responsabile tecnico della Roma. Parliamo di un paio di aspetti comunicativi per quella che ieri è stata la notizia principale (per alcune ore) di tutti gli organi di stampa on-line*****4. Il bacio a Biancaneve. 2 giornaliste americane hanno fatto partire lo scandalo del bacio non consensuale dato dal sig. Azzurro Principe alla sig.na Neve Bianca. Apriti cielo! E apriti meme! Ricerca di popolarità o dovremmo veramente rivedere tutte le favole?*****5. Cani robot e deepfakeSono sempre a favore della tecnologia?Ni...Questi sono due casi che non mi hanno convinto del tutto.Vi lascio gli articoli qui sotto così potete giudicare voi
Propaganda e figuracce. Accade a volte…anzi spesso…che nella continua ricerca di propagandare un certo tipo di posizioni, si finisca con fare delle epocali figuracce. Ieri l'assessore D'Amato ha dichiarato che: Le prime 180mila dosi del farmaco anti-Covid J&J che arriverano domani e dopodomani nel Lazio "saranno utilizzate per immunizzare tutti i detenuti e gli agenti penitenziari delle carceri del territorio". Apriti cielo….ma stiamo scherzando? Immunizziamo i detenuti prima degli anziani?...Ma è uno scandalo! Chi lo ha detto? Chi altri se non quel gran genio del capitano: "Il Lazio vuole vaccinare i detenuti prima di anziani e persone con disabilità. Roba da matti!" ….trovate il post su Facebook…a meno che non venga tolto. Mi immagino già i suoi adepti indignati puntare il dito… "Nel Lazio prima ai carcerati? Roba da matti"...."cose dell'altro mondo"... "questi folli incapaci"..."devono marcire in galera…altro che vaccino" Peccato però che ad essere vaccinati non saranno solo i detenuti, ma anche il personale di polizia penitenziaria, che con quei detenuti ci stanno a contatto…quel personale di polizia che il capitano dice di voler salvaguardare in ogni modo…chissà cosa ne pensano loro di questa sua uscita…sarei molto curioso di saperlo. Ma la cosa veramente comica, quella che veramente fa sbellicare dalle risate, è un'altra…e non sono io a dirlo, ma l'assessore D'Amato…e sapete quale è?: "Il Lazio è tra le prime Regioni italiane per copertura vaccinale agli anziani e in generale per livello di somministrazioni. Su queste questioni serve serietà, in Lombardia e Veneto sono iniziate a marzo le vaccinazioni nelle carceri" Capito? In Lombardia e Veneto già da marzo stanno vaccinando i detenuti…Lombardia e Veneto…regioni amministrate da chi? Ma dalla Lega naturalmente…ecco cosa capita quando vuoi fare propaganda ad ogni costo…quando devi cercare un nemico sempre e comunque…quando cavalchi l'onda della rabbia per avere qualche voto in più…chissà cosa diranno ora gli adepti?
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6192SPOT CONTRO LE ADOZIONI GAY IN RUSSIA di Manuela AntonacciIl primo luglio, in Russia, prenderà il via la campagna elettorale per il referendum sulla riforma costituzionale. Putin, all'interno del pacchetto delle riforme, ha fatto includere anche una norma che prevede l'inserimento nella Costituzione russa, del concetto di matrimonio inteso, univocamente, come unione tra un uomo e donna.Per dare ancora più forza a questa proposta, il Federal News Agency ha diffuso un video contro le adozioni gay, in cui, in una Russia del 2035, si vede un bambino adottato da una coppia di omosessuali, di cui uno, che rappresenterebbe sua "madre", vestito e truccato da donna e che, ciliegina sulla torta, mentre fa salire il piccolo in macchina, gli dona un abito femminile. Tutto questo accompagnato da una voce fuori campo che esclama: "È questa la Russia che vuoi? Decidi il futuro del Paese. Vota gli emendamenti alla Costituzione".Apriti cielo! Com'è prevedibile, la reazione delle varie associazioni Lgbt non ha tardato a farsi sentire, con una pioggia di accuse verso lo spot, in quanto "inciterebbe all'odio e all'ostilità", ma Nikolay Stolyarchuk, amministratore delegato di Patriot Media Group, la società da cui dipende Federal Agency News, ha risposto sottolineando che "il video è in linea con le leggi russe approvate sotto il governo di Putin che hanno proibito la propaganda omosessuale. La questione principale non è combattere contro la comunità Lgbt, ma difendere l'istituzione della famiglia come unione di un uomo e una donna, e garantire che i partner dello stesso sesso non debbano essere autorizzati ad adottare i bambini".Nel 2013, infatti, sono state approvate delle leggi specifiche finalizzate a "proteggere i minori da informazioni che promuovono la negazione dei valori tradizionali della famiglia", inoltre, la Russia vieta già l'adozione internazionale di minori da parte di coppie omosessuali e single, quindi il video non fa che ribadire i principi alla base dello status quo, in materia di famiglia e adozioni, in questo paese, difficile, dunque parlare di intenti "discriminatori".Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).100 PIAZZE CONTRO IL DDL ZAN SULL'OMOFOBIAUn popolo è nuovamente pronto a scendere in piazza per a dire No al ddl Zan Scalfarotto sulla cosiddetta omofobia. D'altra parte se nel pieno di una crisi economica e sociale senza precedenti, con milioni di famiglie ed imprese in enorme difficoltà c'è qualcuno che pensa di poter far passare questa legge sotto silenzio, chi ha a cuore la libertà non può che rispondere con altrettanta prontezza.La data è quella dell'11 luglio che vedrà un grande evento nella capitale e altre 100 piazze mobilitate in tutta Italia all'interno di un'unica campagna #restiamoliberi. «Per difendere la libertà di coscienza, la libertà di espressione, la libertà di educazione, di associazione e di stampa» minati da un testo di legge che - spiegano i promotori della campagna #restiamoliberi - vuole istituire «un nuovo reato, quello di omofobia appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti coloro che promuovono il diritto naturale di ogni bambino ad avare un padre e una madre o, più semplicemente, che si riconoscono nel principio dell'identità sessuata biologica e non in quello della variegata identità di genere che, basandosi sull'auto percezione, comprende oltre 50 definizioni».Immediato è giunto il sostegno dell'Associazione Family Day: «È in gioco la libertà d'espressione e perfino la libertà di professare la propria confessione religiosa - spiega il presidente Massimo Gandolfini - come confermano i timori espressi recentemente anche dalla Conferenza episcopale italiana. Il ddl crea infatti un nuovo reato d'opinione che non viene definito dal legislatore e pertanto si presta a pericolosissime interpretazioni. Oltretutto il nostro ordinamento già contiene gli strumenti per sanzionare violenze e discriminazioni basate sull'orientamento sessuale. Tutte le persone che hanno a cuore la libertà e la democrazia, a prescindere dal loro credo religioso e dai loro convincimenti politici, sono chiamate a sostenere la campagna #restiamoliberi»«L'omofobia non è un'emergenza e il ddl Zan rappresenta la dittatura del pensiero unico che si fa legge per impedire la libera opinione costituzionalmente garantita» dichiarano Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice-presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, a sostegno dell'iniziativa. «Per questo, sotto l'unico slogan di #restiamoliberi, scenderemo in campo anche noi l'11 luglio insieme a numerose associazioni a Roma e in altre 100 piazze italiane, per difendere la libertà di pensiero e di espressione»Presenti anche le Sentinelle in Piedi. «Siamo scesi in piazza per la prima volta nell'estate del 2013 per la libertà d'espressione - fanno sapere in un comunicato - mentre qualcuno cercava di far passare una legge liberticida nell'indifferenza generale, e lo stesso facciamo oggi di fronte allo stesso tentativo, della stessa lobby. In piedi, in silenzio, in piazza, diremo che niente potrà zittirci. Neanche una legge inutile e ingiusta #restiamoliberi»(Raffaella Frullone, Sito del Timone, 16 giugno 2020)RAZZISMO E DIRITTI LGBT NON SONO PARAGONABILIGoogle sostiene nei suoi articoli ufficiali che la lotta LGBTQ per i "nuovi diritti sessuali" è da paragonare alla lotta dei neri americani contro il razzismo. Lasciamo da parte la questione del razzismo in sé che avrebbe bisogno di molti chiarimenti rispetto alla versione ufficiale che va per la maggiore. Soffermiamoci sulla equiparazione: lottare per il riconoscimento giuridico delle proprie tendenze sessuali innaturali sarebbe come lottare per il riconoscimento giuridico della pari dignità di tutti i cittadini, quale che sia il colore della loro pelle.La stonatura del confronto risulta subito evidente. Il colore della pelle è naturale, i percorsi sessuali LGBTQ non sono naturali. Il colore della pelle è oggettivo ed ascrittivo, gli altri sono soggettivi e frutto di una scelta. Ora, anche un bambino sa che le cose che ereditiamo in quanto espressione della nostra natura umana ci appartengono per diritto, fanno parte di noi, mentre le cose che scegliamo possono essere in continuità con la nostra natura oppure contrarie ad essa. Se così non fosse, le nostre scelte non avrebbero un significato morale. Quindi ciò che ci appartiene per natura ci deve essere riconosciuto, ciò che facciamo per scelta ci deve essere riconosciuto se è naturale oppure non riconosciuto - anche se in privato lo facciamo - perché è innaturale. Il paragone tra razzismo e LGBTQ non tiene per niente.Per proporlo bisogna prima aver eliminato alcuni concetti che però sono ineliminabili. Bisogna per esempio sopprimere il concetto di natura umana e pensare che nell'uomo tutto dipende da scelte, che l'uomo è mutevole, che si progetta liberamente e cose di questo genere. Così facendo però bisognerebbe anche dire su cosa vogliamo fondare la dignità della persona. Se non sulla natura umana su cosa altro? Se la natura umana stessa è vista come una scelta, la dignità verrà posta nella scelta, nella facoltà di scegliere, ossia nella libertà negativa. Però in questo modo la dignità è messa in pericolo. La persona può anche scegliere di non scegliere, scegliere di non essere più libera, scegliere di sottoporsi ad un Leviatano, scegliere di imporre a chi vuole scegliere di non scegliere. La pura facoltà di scelta è quanto di più volatile ci sia e può essere adoperata anche contro la libertà di scelta.Nel privato uno può anche scegliere di fare quello che vuole. Sono problemi della sua coscienza. Ma nel pubblico, il diritto e la politica non possono tutelare una pura libertà di scelta, perché in questo caso dovrebbero coerentemente anche ammettere la libertà di scegliere per la distruzione del diritto e della politica. La pura libertà di scelta è anarchica e se la politica la contempla, contempla l'anarchia, e quindi scava la fossa a se stessa.La politica non può stare senza il concetto di natura umana. Per questo non può mettere sullo stesso piano le lotte dei neri contro il razzismo e quelle dei LGBTQ.Siccome però questo viene fatto, dobbiamo chiederci a cosa porterà. La risposta è semplice: porterà ad una feroce dittatura. La "società aperta" sarà dotata di un potere illimitato. Paragonare i diritti LGBTQ con quelli delle minoranze discriminate per il colore della pelle assegna ai nuovi diritti sessuali la forza dei diritti naturali, pur negando il concetto di natura. Quindi degni di rispetto e protezione da parte del potere. Quindi da insegnarsi nelle scuole. Quindi da proteggere colpendo i trasgressori. Quindi prevedendo forme di reato di opinione nei loro confronti. Quindi internando nei manicomi chi insiste nel pensare assurdamente il contrario... e così via. Se un insegnante insegna in classe il razzismo viene denunciato. Così sarà se insegna in classe che la sessualità naturale è tra uomo e donna. Se poi dovesse anche insegnare che va esercitata nel matrimonio il reato sarebbe irrimediabilmente più grave.È interessante notare che questa ideologia dittatoriale viene fatta propria da Google, a testimonianza che i social promettono libertà ma in realtà condizionano autoritariamente il futuro.
Poi Gesù partì di là e se ne andò verso la regione di Tiro. Entrò in una casa e non voleva farlo sapere a nessuno; ma non poté restare nascosto, anzi subito, una donna la cui bambina aveva uno spirito immondo, avendo udito parlare di lui, venne e gli si gettò ai piedi. Quella donna era pagana, sirofenicia di nascita; e lo pregava di scacciare il demonio da sua figlia. Gesù le disse: «Lascia che prima siano saziati i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». «Sì, Signore», ella rispose, «ma i cagnolini, sotto la tavola, mangiano le briciole dei figli». E Gesù le disse: «Per questa parola, va', il demonio è uscito da tua figlia». La donna, tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto: il demonio era uscito da lei. Gesù partì di nuovo dalla regione di Tiro e, passando per Sidone, tornò verso il mare di Galilea attraversando il territorio della Decapoli. Condussero da lui un sordo che parlava a stento; e lo pregarono che gli imponesse le mani. Egli lo condusse fuori dalla folla, in disparte, gli mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effatà!» che vuol dire: «Apriti!» E gli si aprirono gli orecchi; e subito gli si sciolse la lingua e parlava bene. Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno; ma più lo vietava loro e più lo divulgavano; ed erano pieni di stupore e dicevano: «Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li fa udire, e i muti li fa parlare». (Marco 7:24-37 - La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco Leggendo questo brano molti rimangono stupiti del modo duro in cui Gesù si rivolse alla donna sirofenicia. Per comprendere questo strano scambio di battute dobbiamo comprendere bene la situazione nel suo contesto. Gesù si trovava in quel momento nella regione di Tiro, in una città con una popolazione per lo più gentile, ovvero non giudaica. Ma Gesù si era recato lì per avere un momento di riposo insieme ai propri discepoli, non per cominciare ad operare miracoli e guarigioni in quella zona. Abbiamo infatti letto che era entrato in una casa e non voleva che si spargesse la voce della sua presenza. D'altra parte in quel momento storico Gesù aveva urgenza di predicare tra i Giudei, non tra i gentili. Sarebbero poi stati i suoi discepoli Giudei ad espandere la buona notizia nel resto del mondo in una fase successiva. Infatti dobbiamo tenere presente che il Messia, ovvero il Cristo, l'Unto Re, è venuto per il popolo di Israele. A loro era stato infatti promesso un Re che avrebbe governato con giustizia e li avrebbe liberati, quindi la buona notizia dell'arrivo di Gesù nel mondo è in primo luogo per i Giudei, per la loro redenzione. Poi, leggendo i profeti, sappiamo che Israele con il suo Messia sarebbero anche stati luce per tutte le nazioni (Vedi Isaia 49:6, 60:3). Gesù mise in evidenza questo concetto quando disse alla donna: «Lascia che prima siano saziati i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». Ovviamente i figli a cui si riferisce sono proprio i Giudei e i cagnolini sono i gentili. Gesù non aveva intenzione di cominciare un ministero in quella zona che lo avrebbe distratto dal suo compito principale. Gesù non intendeva affermare che i gentili non avessero diritto alla misericordia di Dio, infatti sarebbe certamente venuto il tempo in cui il vangelo si sarebbe diffuso in tutto il mondo, ma il suo compito come Re dei Giudei era quello di inaugurare il regno di Dio a partire da Israele, non semplicemente quello di fare miracoli e guarigioni ovunque. Tuttavia, Gesù non fu insensibile di fronte all'insistenza della donna che diede una risposta saggia e mostrò di avere fiducia in Lui. Ella si sarebbe accontentata anche delle briciole dei figli. Gesù quindi esaudì la richiesta della donna guarendo sua figlia. Questo episodio dovette colpire i discepoli al punto che in seguito fu registrato nei vangeli che stiamo leggendo...
Apriti cielo! Apriti cielo! E' un’espressione idiomatica molto particolare. La potreste sentire sia nel parlato comune, sia al cinema o a teatro. Apriti cielo : definizione Spieghiamo le parole che compongono l'espressione Apriti= è la combinazione di Apri + la particella ti, Aprire è il contrario di chiudere può significare dischiudere qualcosa, come aprire una […]
In questa puntata ripartiamo da dove ci siamo fermati nella precedente, ovvero dalla Corea del Sud. A sud della penisola coreana esiste un'isola, Jeju, che gode di uno status giuridico particolare: non c'è bisogno di un visto. Proprio qui, nel mese di luglio erano arrivati circa 550 cittadini yemeniti, in fuga dalla guerra scoppiata nel marzo del 2015 con l'offensiva dell'Arabia Saudita contro i ribelli Houthi, appoggiati dall'Iran.Ma per rimanere il Corea del Sud il visto serve, eccome. Ed ecco che i profughi yemeniti hanno presentato la propria richiesta di protezione internazionale. Apriti cielo: nelle strade sudcoreane sono partite proteste, a volte violente e spesso con toni fortemente xenofobi, per spingere il governo socialdemocratico di Moon Jae-in a negare il visto a quelli che sono stati accusati di essere “falsi rifugiati”, oppure violentatori in quanto musulmani.Per certi versi questa violenza è sorprendente, perché la Corea del Sud è un Paese che finora, dal 1994, ha accettato solamente il 2,5% di tutti i richiedenti asilo, ovviamente al netto di quelli che scappano dalla Corea del Nord, e i richiedenti asilo oggi sono, come percentuale sull'intera popolazione coreana, solo lo 0,02%, mentre tutti gli stranieri presenti nel Paese arrivano al 4%. Numeri bassissimi. E quindi perché questa paura? Perché questa ondata di razzismo, di xenofobia, di terrore dello straniero?Intanto, il governo cinese ammette l'esistenza dei centri di detenzione nello Xinjiang, ma più che un'ammissione si tratta di una "legalizzazione" di luoghi che Pechino chiama "centri di riqualificazione professionale". Se ne parlava da mesi, i funzionari avevano sempre negato la loro esistenza, poi hanno cominciato ad ammettere che esistono questi luoghi e la versione di Pechino è che i colpevoli di reati minori vengono inviati qui affinché possano avere un'altra opportunità, possano redimersi e avere un'altra possibilità, sia professionale sia di rientrare nella società.Da tutte le testimonianze che emergono si sottolinea soprattutto che questa formazione professionale che si dà a questi detenuti si basa soprattutto sull'apprendimento della lingua nazionale, cioè il Putung-huay, il cinese mandarino, come lo chiamiamo, perché molti uiguri fanno fatica a parlarlo, le conoscenze giuridiche, quindi il nuovo stato di diritto cinese, quindi si impara a non violare le leggi, e poi infine anche le abilità professionali. Un modo semplice per ottenere forza lavoro a basso costo?PLAYLIST• [김사랑] Feeling | https://www.youtube.com/watch?v=X_RZN1VEh74• Kawa Dub - Allmyghty | https://www.youtube.com/watch?v=9QFnO1qUeD4
'Apriti Museo! - Accessibilità Comunicativa e Patrimoni Culturali' è il titolo del convegno che la Fondazione Centro Culturale Valdese propone per il 23 e 24 marzo.Il convegno nasce in seguito al lavoro svolto dai servizi educativi della Fondazione negli ultimi quattro anni: lo studio e l'applicazione delle metodologie della Comunicazione Aumentativa Alternativa nelle attività del Museo valdese. Le due giornate formative sono rivolte a operatori museali, educatori professionali e tutte le persone interessate al tema dell'accessibilità al patrimonio culturale.La partecipazione è gratuita, l'iscrizione obbligatoria alla mail il.barba@fondazionevaldese.org, entro il 20 marzo. Ne parliamo con Nicoletta Favout, del Centro Culturale Valdese e Sara Favout, operatrice ed educatrice di CAA all'Uliveto di Luserna San Giovanni.