Dannati Architetti è la serie podcast di intrattenimento culturale in cui Chiara, architetto e divulgatrice storica, racconta in ordine sparso le vite dei più celebri maestri, spaziando da grandiosi progetti e geniali follie a gossip e curiosità. Un format in cui la storia dell’architettura non è solo per gli addetti ai lavori. Ma proprio per tutti. Dannati Architetti è un podcast Spreaker Prime scritto e narrato da Maria Chiara Virgili. Illustrazioni a cura di Giulia Renzi. Info: https://linktr.ee/dannatiarchitettipodcast
Dai primi passi compiuti nel XIX secolo, quando città come Chicago e New York iniziarono a sollevare le loro prime torri verso il cielo, sino alle sfide contemporanee in Italia e all'estero, cinque puntate speciali raccontano come gli edifici alti non solo abbiano trasformato gli skyline delle città, ma abbiano anche giocato un ruolo cruciale nella rigenerazione urbana. Tall Buildings è la serie di episodi di Dannati Architetti, realizzata in collaborazione con Guamari, società di ricerca che ogni anno organizza il convegno italiano internazionale omonimo, e dedicata alla storia e alla progettazione dei grattacieli.
“Per me l'architettura è il mezzo, non il fine. È un mezzo per rendere possibili diverse forme di vita.” Bjarke Ingels. Insieme a Francesca Santambrogio, Head of Editorial Content di AD Italia, ripercorro in questa puntata l'eccezionale vicenda professionale di Bjarke Ingels, architetto danese, fondatore dello Studio BIG, conosciuto in tutto il mondo.
“Mario Botta è nato il 1 aprile 1943 a Mendrisio, in Svizzera. La sua opera è ispirata dai maestri Le Corbusier, Louis I. Kahn e Carlo Scarpa che incontra a Venezia durante gli studi. Architettura e memoria costituiscono un binomio inscindibile in quanto le trasformazioni attuate dall'architettura diventano parti del paesaggio umano. La luce come generatrice dello spazio e le forme geometriche primarie costituiscono alcuni dei segni distintivi dell'uomo nel territorio. Dalle prime case unifamiliari nel Canton Ticino il suo lavoro ha affrontato altre tipologie sparse in molti Paesi del mondo: scuole, banche, edifici amministrativi, biblioteche, musei, chiese e sinagoghe”.
“Frasassi” è l'antica denominazione dell'ampia grotta che si apre in una parete del Monte Ginguno, dove si erge il piccolo santuario di Santa Maria Inter Saxa, antica meta di pellegrinaggio dei fedeli. La commissione del Tempio, detto del Valadier, venne avviata nel 1817 dall'allora cardinale Annibale della Genga (futuro Papa Leone XII) il quale preferì costruire una nuova chiesa all'interno della grotta piuttosto che restaurare l'antico ed angusto santuario preesistente. In questo episodio vi racconto gli esiti di una approfondita ricerca d'archivio che chiarisce le vicende costruttive dell'edificio tradizionalmente attribuito al famoso architetto romano. Foto Mattia Golinucci via Unsplash
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Padre di un'architettura emozionale fatta di acqua e colore, Luis Ramiro Barragán Morfín (1902 - 1988) fu il più importante architetto messicano del XX secolo.
Diébédo Francis Kéré, premio Pritzker 2022, è un architetto, educatore ed attivista sociale burkinabé; è autore di progetti sartoriali, creati su misura per le comunità locali e caratterizzati da una “materialità radicata nel contesto”. Ripercorriamo la sua opera dalla celebre Gando Primary School agli allestimenti temporanei costruiti in tutto il mondo.Foto in copertina by Schulbausteine via Wikimedia Commons.Fonte principale: https://www.pritzkerprize.com/laureates/diebedo-francis-kereIl mio articolo su Living Corriere: https://living.corriere.it/architettura/pritzker-prize-2022-a-diebedo-francis-kere/Le migliori opere di Kéré: https://www.instagram.com/p/CbIzrxrsfHB/
Forti delle loro idee e teorie radicali, quali l'accettazione dello sprawl, le citazioni all'architettura vernacolare americana e il rimprovero al modernismo ortodosso rivolto alla sola élite, Robert Venturi e Denise Scott Brown si aggiudicarono importanti commesse. Attraverso manifesti come Learning from Las Vegas e Complexity and Contradiction in Architecture, seppero inscenare un'ironica messa in crisi dei fondamenti teorici e dei codici canonici del Movimento Moderno, promuovendo un linguaggio pop, inclusivo, ricco di segni e significati, in cui a decorazione, trascurata dai puristi, assume un rinnovato valore espressivo, e la libera citazione si tramuta in una dissacrante pantomima della realtà.
Gae Aulenti pseudonimo di Gaetana Emilia Aulenti (1927 – 2012), è stata un'architetta e designer italiana dedita a svariati temi e attiva su diverse scale della progettazione: dal design, all'architettura d'interni sino al restauro, alla museografia e alla progettazione di spazi pubblici. Si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1953, e si formò sotto la guida di Ernesto Nathan Rogers in un periodo segnato da ansie storiciste: l'architettura italiana del dopoguerra era impegnata nella ricerca storico culturale di recupero dei valori del passato e dell'ambiente costruito esistente. Nel corso della sua lunga carriera vinse numerosi premi, tra cui il prestigioso Premio Imperiale per l'architettura conferito dalla Japan Art Association di Tokyo, il premio alla carriera dalla Triennale e la laurea ad honorem dalla Rhode Island School of Design.Foto in copertina: Gorup de Besanez via Wikimedia Commons
Architetto e designer fra i più apprezzati in Italia e nel mondo, Carlo Alberto Scarpa (Venezia, 1906 – Sendai, 1978) non si dedicò mai alla teoria, ma unicamente alla professione ... in particolare all'allestimento di esposizioni e mostre, alla realizzazione di negozi e abitazioni private, e al restauro di complessi monumentali. Affascinato dall'opera dei grandi maestri, in particolare da quella di Frank Lloyd Wright, seppe attingere dalle fonti creando un personale linguaggio, fatto di motivi formali e compositivi ricorrenti, senza mai cadere nella trappola del cliché. La sua elegante impostazione classica, unita alla cura del dettaglio e all'attenzione rivolta al percorso espositivo, rivoluzionò il settore dell'allestimento museografico.
Architetto, designer, fotografo, scrittore, ma anche maestro di sci, aviatore e pilota di auto da corsa, la singolare personalità di Carlo Mollino (1905 - 1973) fu fra le più vivaci dell'architettura moderna. In questa puntata ripercorriamo la sua vita di progettista poliedrico: dalle opere in alta montagna, come la famosa slittovia del Lago Nero e la mai completata funivia Furggen, passando per macchine da corsa aerodinamiche, polaroid segrete e arredi di design futuristici. Nottambulo e sopra le righe, Zevi lo definì un “incorreggibile ragazzaccio”, Mollino è una tra le figure meno etichettabili e più influenti del panorama culturale torinese dagli anni 30, quando realizza il suo capolavoro, l'edificio della Società Ippica Torinese, agli anni Sessanta, quando il suo sorprendente e dettagliatissimo progetto viene clamorosamente escluso dal concorso per il Palazzo del Lavoro di Italia '61. Successivamente si rifarà con i suoi due progetti più importanti: il palazzo degli affari della Camera di Commercio e il Nuovo Teatro Regio a Torino.
Neoespressionista, sperimentale, capace di creare combinazioni sorprendenti di materia, colore e luce grazie all'ausilio di tecnologie digitali ed una sensibilità artistico sensoriale, Steven Holl (1947) è uno dei più influenti architetti e teorici dell'architettura contemporanei. Nella sua produzione, che spazia da progetti per residenze, a campus ed istituti d'arte, ha saputo sintetizzare “ragioni filosofiche e metodologie progettuali” in una ricerca “di esperienza e di critica” (Heck-Chiarone).
Pietro Belluschi (1899 – 1994) nacque ad Ancona e si trasferì negli Stati Uniti nel 1923. Grazie alla sua intelligenza ed intraprendenza, raggiunse la fama internazionale e divenne un esponente della società post-industriale americana, nonché innovatore chiave di quel modernismo elegante che ha saputo esibire non solo nella costruzione di grandi edifici, ma anche nella progettazione di splendide residenze, confezionate con cura in funzione del clima del Pacific Northwest, in un armonico equilibrio tra spazio e materia, forma e tecnica.
“Non si può pensare un'architettura senza pensare alla gente” diceva Richard Rogers. Nato a Firenze nel 1933 poi trasferitosi a Londra con lo scoppio della guerra, era figlio del cugino dell'architetto italiano Ernesto Nathan Rogers, figura che lo influenzò nella scelta del percorso di studi, poi completato con successo presso l'AA School di Londra e la Yale University di New Haven. Nel 1964 fondò il Team 4 insieme a Su Brumwell, sua ex moglie, e alla coppia Norman Foster e Wendy Cheesman. Il collettivo contribuì alla definizione della nuova corrente High Tech, portata vanti nel 1971 con Renzo Piano in occasione della progettazione del Centre Pompidou. Rogers, l'architetto con le bretelle ed il sorriso sempre smagliante, letteralmente giocava con le strutture come fossero pezzi del Meccano giganti dai vivaci colori pop! È passato dalle cromature del londinese Lloyds Building all'arcobaleno dell'aeroporto di Madrid-Barajas, i cui pilastri biforcuti sorreggono una sinuosa onda in copertura. Tantissimi i riconoscimenti, fra questi il Premio Imperiale, il Leone d'oro e il Premio Pritzker ricevuto nel 2007. La sua recente scomparsa lascia un grande vuoto nel mondo dell'architettura. Ripercorriamo insieme la sua storia e i suoi progetti.
Odile Decq nasce a Laval, in Francia, il 18 luglio 1955; studia architettura all'Università di Rennes e a La Villette, la scuola nazionale superiore di architettura di Parigi. Nel 1980 con il marito Benoît Cornette fonda lo studio ODBC e i due ottengono presto un discreto successo vincendo il concorso per la realizzazione della sede della Banque Populaire de L'Ouest e d'Armorique a Rennes, in collaborazione con il famoso ingegnere Peter Rice. Nel 1998 la coppia ha un grave incidente stradale e Benoît, 45 anni, muore. "Come farà una donna, da sola, a guidare uno studio di architettura?", tutti al tempo se lo chiedono ... ma la "dame noire" dell'architettura non se ne cura, progetterà dal cucchiaio alla città aggiungendo al suo amato nero una punta di rosso ... e riceverà una serie pressoché infinita di premi e riconoscimenti! Fra i suoi progetti più celebri: il MACRO di via Nizza Roma, il FRAC Bretagne a Rennes, il Ristorante Phantom all'Opéra Garnier di Parigi, lo Study Hall a Lione, Le Cargo a Parigi, la Résidence Saint-Ange a Seyssins, il Museo Geologico di Tangshan a Nanjing, l'Art Hôtel a Beijing e la Sede centrale di GL Events a Lione.Foto in copertina by Columbia GSAPP via Wikimedia Commons
Daniel Libeskind nasce a Lodz, in Polonia, nel 1943. Di origini ebraiche e figlio di sopravvissuti all'Olocausto, è considerato uno dei più importanti esponenti contemporanei dell'architettura decostruttivista. A lui si devono il fortunato Museo Ebraico di Berlino e numerosissimi altri musei tematici. Tra le altre opere celebri, il progetto del One World Trade Center e City Life a Milano.
«Gli italiani sono nati per costruire. Costruire è carattere della loro razza, forma della loro mente, vocazione ed impegno del loro destino, espressione della loro esistenza, segno supremo ed immortale della loro storia».Giovanni Ponti, detto Gio, nacque a Milano il 18 novembre 1891 e si laureò in architettura presso il Regio Politecnico nel 1921. Interessato alle esperienze della Secessione Viennese e vicino al movimento Novecento, si dedicò inizialmente all'arredamento e alle arti decorative. Fu proprio grazie a questo spiccato talento e all'amore per la pittura e per l'artigianato, che esordì in qualità di designer e consulente artistico per la Manifattura Ceramica Richard Ginori. In seguito fondò la rivista Domus e nel dopoguerra puntò su idee più innovative avvicinandosi all'International Style.
Tadao Andō si dedicò all'architettura da appassionato autodidatta, arricchì il suo bagaglio grazie a numerosi viaggi studio in Europa e negli Stati Uniti, ma inizialmente condusse una vita molto varia, svolgendo attività in qualità di falegname, camionista e pugile. Cresciuto al di fuori delle istituzioni architettoniche, gli anni '60 sono stati per lui quelli dell'apprendimento dell'architettura, della formazione di una personale coscienza sull'abitare, mentre per il Giappone sono i testimoni di un processo di occidentalizzazione dei gusti e dei modi di vita. In questo clima culturale, spinto dall'economia di mercato e combattuto tra due poli opposti, Ando esordisce metabolizzando gli influssi esteri e operando, contemporaneamente, nel solco della civiltà giapponese.
«Nella natura non c'è separazione tra design, ingegneria e produzione: l'osso fa già tutto questo».Neri Oxman, classe 1976, è senza dubbio una delle menti visionarie più brillanti ed affascinanti del XXI secolo. Architetto e designer israeliano-americana è docente associato presso il MIT Media Lab di Boston dove guida il team Mediated Matter, la cui rivoluzionaria ricerca "maker" si occupa di combinare all'architettura, il design generativo o computazionale, la digital fabrication e la biologia sintetica attraverso l'ingegnerizzazione dei materiali e la modifica il DNA. Neri Oxman Photo Credit: Noah Kalina
Bolognese, ma milanese d'adozione, Melchiorre Bega nacque a Caselle di Crevalcore nel 1898 e si laureò in Architettura all'Accademia di belle arti di Bologna. Fu un professionista estremamente prolifico ed attraversò ben cinque decenni e tre importanti stagioni dell'architettura italiana, durante le quali, con intelligenza e sensibilità, riuscì a conciliare egregiamente il mestiere dell'architetto con quello del designer e dell'artista. I suoi inconfondibili interni mostravano una modernità razionalista, abilmente mitigata da un'attitudine colta e pragmatica: non un approccio purista, non radicale, non déco ... bensì un linguaggio audace ed innovatore!-Ringrazio Luca Donzelli, architetto e autore del bellissimo libro Lo Stile di Bega, per avermi permesso di raccontare con passione questo grande personaggio e di conoscerlo a fondo a dispetto delle storiografie, che ingiustamente non l'hanno consacrato fra i protagonisti assoluti del Novecento italiano. Tutti i link di Luca qui sotto:
Riccardo Morandi nacque a Roma il 1° settembre 1902 e si laureò in ingegneria presso la Regia Scuola di ingegneria di Roma nel 1927. Morì la notte di Natale del 1989 e non fu solo uno studioso ed un professore che insegnava l'arte del costruire ai suoi studenti, ma un progettista che amava profondamente il materiale che aveva sposato: Il cemento armato precompresso. In questa puntata ripercorriamo la sua storia, quella di un uomo che fu in grado di passare dalla costruzione di cinematografi a quella di grandi ponti, uno degli ingegneri più prolifici, premiati e straordinari che l'italia della ricostruzione, e di conseguenza del boom, abbia mai avuto. Oggi purtroppo il suo ricordo si è macchiato a causa del crollo del suo ponte più memorabile, il Viadotto Polcevera di Genova, avvenuto il 14 agosto 2018 alle 11:36 di mattina.
La storia di Jacques Herzog e Pierre de Meuron ha inizio nel 1977, quando, due anni dopo la laurea presso l'ETH di Zurigo, i due aprono lo studio a Basilea, loro città natale. Jaques e Pierre, entrambi classe 1950, entrambi reduci delle lezioni di Aldo Rossi e Luigi Snozzi presso il Politecnico svizzero, inaugurano la loro attività all'alba di una transizione importante fra le correnti architettoniche che rivaleggiavano in quel momento, ed alle quali daranno una ulteriore sferzata a fine decennio.
Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con l'Archivio di Stato di Torino https://archiviodistatotorino.beniculturali.it , che conserva l'archivio del protagonista di questa storia: l'ingegnere e architetto Giuseppe Momo (Vercelli, 7 dicembre 1875 – Torino, 9 maggio 1940). Attivo nei primi quarant'anni del Novecento, Momo realizzò numerosissime opere a Torino e in Piemonte, ma soprattutto a Roma dove, su committenza di Papa Pio XI “il Costruttore”, contribuì, all'indomani dei Patti Lateranensi del 1929, alla trasformazione architettonica della Città del Vaticano di cui fu senza dubbio uno dei maggiori artefici. Fra le sue opere più celebri il monumentale ingresso ai Musei Vaticani: la scala a doppia spirale elicoidale inaugurata nel 1932.Segui l'Archivio di Stato di Torino su:
Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con l'Archivio di Stato di Torino https://archiviodistatotorino.beniculturali.it , che conserva l'archivio del protagonista di questa storia: il poliedrico Architetto Alfredo D'Andrade.Alfredo César Reis Freire de Andrade, conosciuto anche semplicemente come Alfredo d'Andrade (Lisbona, 26 agosto 1839 – Genova, 30 novembre 1915) fu un architetto e pittore portoghese naturalizzato italiano. Seguace di Viollet-le-Duc, il suo nome spicca fra quelli dei maggiori esponenti della cultura artistica e del restauro in Italia tra il XIX e il XX secolo. Si distinse per i suoi studi sull'architettura medievale, divenne sovrintendente alle Belle Arti di Liguria e Piemonte e membro delle commissioni più prestigiose per il restauro e la tutela monumentale. Ruoli importanti che gli permisero di dirigere tutti i restauri di chiese e castelli sino al 1915 in queste regioni, tra cui quello della Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte, i castelli di Rivara e di Issogne, e la costruzione del Borgo Medievale al Parco del Valentino di Torino, una delle sue opere di maggiore rilievo realizzata in occasione dell'Esposizione Generale Italiana del 1884. È bene ricordare che esistono anche un fondo D'Andrade presso la Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino, un fondo D'Andrade al Museo Civico di Palazzo Madama e un Archivio D'Andrade presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Piemonte.-Segui l'Archivio di Stato di Torino su:
Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con l'Archivio di Stato di Torino https://archiviodistatotorino.beniculturali.it , che conserva l'archivio della protagonista di questa storia: l'architetto Ada Bursi (1906-1996). Laureatasi nel 1938 presso la Regia Scuola Superiore di Architettura di Torino, Ada Bursi è stata una delle prime architette d'Italia, una pioniera dell'architettura. La sua carriera di progettista, lunga quasi 40 anni, è stata variegata ed intensa a conferma che i confini tra l'architettura e le varie sfaccettature del design sono tipici del caso italiano e indifferenti al genere. Tuttavia, le norme culturali hanno a lungo confinato il lavoro professionale delle donne architetto in aree legate alla casa e alla maternità.-Segui l'Archivio di Stato di Torino su:
"L'interesse internazionale mostrato dai principali musei e istituzioni culturali, nonché una continua attenzione della stampa, sono giustificati dall'originalità della sua ricerca e della specifica identità di un lavoro che rifugge da qualsiasi etichetta, proiettandosi su diversi scenari e differenti livelli interpretativi, specchio di una duttilità mentale e operativa che muove dalla scultura al design, dall'architettura all'ingegneria, dalla ricerca figurativa alla sapienza strutturale, dall'espressione stilistica alla scienza del calcolo, dall'antropomorfismo alla sapienza tecnologica. L'immagine armoniosa di organismi in movimento struttura compositivamente un'enfasi espressiva che si manifesta in tutte le sue più importanti realizzazioni: dai sinuosi basculaggi delle aperture della fabbrica Ernsting's, alle raffinate membrature curvilinee a sezione variabile degli svariati progetti realizzati in tutto il mondo, fino all'appassionante successione di ponti vertebrati".Santiago Calatrava - Treccani- In memoria di Federica e Francesco -
Sergio Musmeci (Roma, 2 giugno 1926 – Roma, 5 marzo 1981) è stato un ingegnere ed accademico italiano, molto noto per le sue particolari realizzazioni in ambito strutturale, e considerato uno fra i più grandi maestri dell'ingegneria del nostro paese. In un'edizione di Architettura Cronache e storia del 1988, Renato Pedio lo definì “Uno degli strutturalisti più geniali, colti, eleganti e profondi che l'Italia abbia mai avuto. Capace della cosa più rara, trasformare le equazioni non tanto in manufatti, ma in architettura”. Le opere costruite e l'ampio lavoro progettuale di Sergio Musmeci, sono segnate da un estro creativo senza eguali e fuori dagli schemi tradizionali.Bibliografia: De Felice S., Il calcestruzzo armato e le strutture resistenti per forma nel pensiero e nell'opera di Sergio Musmeci. Conservazione e durabilità: problematiche attuali, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, 2016; Giovannardi F., Sergio Musmeci, strutture fuori dal coro, 2010; Manfredi Nicoletti, Sergio Musmeci. Organicità di forme e forze nello spazio, Torino, Testo & Immagine, 1999; Margherita Guccione, Il ponte e la città. Sergio Musmeci a Potenza, Roma, Gangemi, 2004; Antonino Saggio, Sergio Musmeci, di Manfredi Nicoletti, in "Domus", n. 815, Maggio 1999, p. 116.
Gustave Eiffel è stato un grande imprenditore francese, ma senza dubbio il più grande ingegnere di strutture reticolari del 1800. Noto principalmente per l'omonima torre parigina che celebra la sua figura, di Eiffel spesso si trascurano gli esordi ed opere ben più significative: innovative e rivoluzionarie dal punto di vista costruttivo, imponenti e maestose per luci e dimensioni. Eiffel infatti diventò celebre, non per la torre che fu una delle sue opere minori e fra l'altro una delle ultime, ma per la costruzione di una serie di ponti ferroviari.
Paolo Soleri, architetto italo americano e allievo di Frank Lloyd Wright, fu autore di un incessante lavoro teorico il cui centro ruotava attorno a temi come l'ecologia, la vita comunitaria, l'etica sociale e il sovraffollamento globale. Temi di straordinaria attualità che affrontò con impeto già dagli anni Cinquanta, con la realizzazione di Cosanti, e vent'anni dopo con l'esperienza, ancora in corso, di Arcosanti: il “laboratorio urbano” che “si contrappone alle grandi metropoli e alle loro periferie degradate” fondamentale per l'evoluzione delle “città del futuro”.
L'autentica architettura, insegna Wright, quella del futuro, ma anche del presente e del passato, concerne, plasma, inventa lo spazio vivibile, umano, lo 'spazio in sé' a servizio dell'individuo e della comunità... Tuttavia, se l'architettura contemporanea aspira davvero a una reintegrazione, a un nuovo umanesimo, può trovare eccezionali stimoli nelle infinite fonti wrightiane. Bruno Zevi
Piero Portaluppi (1888-1967) è stato un architetto, un docente, un brillante fumettista ed un raffinato disegnatore. La sua figura, umana e professionale, è indissolubilmente legata alla città di Milano. Numerose sono le sue architetture e inconfondibile il suo tocco: elegante ed al contempo aperto a molteplici influenze. Ripercorriamo la sua vita in un affascinante viaggio attraverso lo scenario architettonico italiano compreso fra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento, in cui i palazzi e le ville milanesi di Portaluppi costituiscono la sintesi perfetta fra le qualità stilistiche e costruttive del tempo. Un forbito linguaggio disciplinare e culturale, quello di Piero, aperto alle novità ed al contempo legato alla tradizione: proprio di un lessico costruttivo che ha saputo intrecciare una visione del tutto personale ad una curiosità vigile nei confronti della modernità.
Leonardo Ricci (Roma, 8 giugno 1918 – Venezia, 29 settembre 1994) è stato un architetto italiano molto amato, di origini franco svizzere ed estremamente poliedrico. Ha indossato le vesti del progettista, ma anche quelle del pittore, dello scenografo, dell'urbanista, e del docente. Ricci è stato uno degli esponenti della Scuola Fiorentina guidata da Giovanni Michelucci, che considerava non solo un maestro, ma anche un padre. La sua architettura è un dinamico atto di vita: essa si concentra sul lieto vivere delle persone che la abitano, senza mai dimenticarsi del paesaggio che le abbraccia, dei materiali locali che la modellano e del rifiuto verso uno stile fatto di forme prestabilite. Un fare asimmetrico ed esistenziale, in cui la forma è libera nello spazio.
"L'architettura di Lina Bo Bardi si arricchisce dell'inaspettato, del caso, della precarietà e della mancanza si risorse. È un tipo di procedura molto simile alle usanze popolari, all'arte kitsch, che a partire dalla scarsità dei mezzi ottiene il massimo dell'espressività. L'opera di Lina Bo Bardi si fa portavoce di una critica potente contro la società corrotta dal consumismo." Olivia de Oliveira
Pier Luigi Nervi è stato un progettista poliedrico. Dalla competenza tecnica dell'ingegnere, attraverso la ricerca formale propria dell'architetto sino alla capacità organizzativa e pragmatica del costruttore ... tutte doti tenute insieme da un collante essenziale: l'innata capacità di saper guardare verso un'architettura innovativa, ottimizzata e dunque bella, rimanendo sempre se stesso, fedele alla sua dura personalità di cui sono figlie opere dirette, pure nelle loro forme e funzionali nella loro integrità. La nuda statica, liberata nella sua natura più “sconcia” e fisica, rivela per la prima volta quello scheletro strutturale da sempre celato, che finalmente grida a pieni polmoni, come nelle cattedrali gotiche che tanto Nervi amava osservare, in cui ogni elemento si lega indissolubilmente all'altro, in un ordine spaziale essenziale, chiaro, coerente, tanto necessario quanto espressivo, tanto bello quanto vero.Bibliografia:In questa puntata sono presenti citazioni e riferimenti ai testi che trovate a seguire e che vi invito a visionare. In particolare è doveroso da parte mia ringraziare l'architetto e dottore di ricerca Pasqualino Solomita, autore di “Nervi architetture voltate, verso nuove strutture”, splendido saggio critico, vincitore del Premio Bruno Zevi 2013, la cui consultazione ha reso questa trattazione ancora più ricca ed interessante. Iori T., Pier Luigi Nervi, Motta Architettura, Milano 2009;Nervi P.L., Costruire correttamente. Caratteristiche e possibilità delle strutture cementizie armate, Hoepli, Milano 1955;Nervi P.L., Scienza o arte del costruire? Caratteristiche e possibilità del cemento armato, Edizioni della Bussola, Roma 1945;Solomita P., Pier Luigi Nervi architetture voltate, verso nuove strutture, Tesi di dottorato, Università di Bologna, 2012. https://buponline.com/prodotto/pier-luigi-nervi-vaulted-architecture/
"Quello dell'architetto è un mestiere d'avventura, un mestiere di frontiera in bilico tra arte e scienza. Al confine tra invenzione e memoria, sospeso tra il coraggio della modernità e la prudenza della tradizione. L'architetto fa il mestiere più bello del mondo perché su un piccolo pianeta dove tutto è già stato scoperto, progettare è ancora una delle più grandi avventure possibili”. Renzo Piano
Professioniste Anonime. Storie di sconosciute che hanno fatto la storia dell'architettura e dell'ingegneria. Puntata speciale in occasione del raggiungimento dei 1000 iscritti su Spotify!
Il genio di Louis Kahn rappresenta un'autentica rarità nella teoria e pratica dell'architettura. La sua visione, le sfide e la sua perseveranza, sono espresse al meglio nelle sue opere monumentali e senza tempo. Ma stridono fortemente con i rapporti umani e le numerose relazioni che, al contrario, non sapeva affatto gestire.
Frank O. Gehry ha, come architetto, un passato poco ortodosso, nutrito di passioni non convenzionali per l'arte e per la vita, progressivamente riflesse nell'espressione di una maniera fortemente estremizzata. Affascinata dalla “sporcizia” visiva della città. L'architettura delle sue case è stata il grido liberatorio di una guerriglia estetica che ha celebrato il brutto. L'ordinario. Il banale. Come ingredienti di una bellezza cheap. Come il fascino di una Cenerentola grunge vestita di stracci. - Cit. Fulvio Irace
Le Corbusier. Non devo presentarvelo no? Una puntata speciale, doverosamente lunga, ma ricca di colpi di scena!
Zaha Hadid. La donna più famosa della storia dell'architettura e regina indiscussa degli 89 gradi.