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Le espressioni di negazione o di minimizzazione in italiano sono ricche di sfumature che riflettono la cultura e lo stile comunicativo italiano. In questo articolo esploriamo le differenze tra queste espressioni comuni, analizzando il loro significato, il contesto d'uso e le sfumature emotive che trasmettono. Dire di "NO" in modo NATURALE in italiano MACCHÉ "Macché" è un'espressione di negazione forte e decisa, spesso usata per contraddire un'affermazione o un'idea precedente. È più informale ed energica di un semplice "no". Significato: Assolutamente no, per niente, neanche per idea. Contesto d'uso: Si usa quando si vuole negare con enfasi qualcosa che è stato detto o suggerito. Esempi: Sei arrabbiato con me? - Macché, sono solo stanco. Hai paura di volare? - Macché, mi piace molto! Pensi che abbia ragione lui? - Macché, sta dicendo assurdità! Tono emotivo: Deciso, a volte con una nota di sorpresa per l'idea che si sta negando. Può essere accompagnato da un gesto della mano che "taglia l'aria" per enfatizzare la negazione. CI MANCHEREBBE "Ci mancherebbe" è un'espressione che indica che qualcosa è ovvio o scontato, spesso usata per dire che si è felici di fare qualcosa per qualcuno. Significato: Figurati, è ovvio, ci mancherebbe altro (che non lo facessi). Contesto d'uso: Si usa per accettare di fare qualcosa, sottolineando che è naturale o scontato farlo. Esempi: Grazie per avermi aiutato. - Ci mancherebbe, è un piacere. Ti dispiace se prendo in prestito il tuo libro? - Ci mancherebbe, prendilo pure! Posso disturbarti un attimo? - Ci mancherebbe, dimmi pure. Tono emotivo: Cordiale, gentile, disponibile. Spesso pronunciato con un tono che suggerisce una leggera sorpresa che l'altra persona pensi di dover chiedere permesso o ringraziare. Origine: L'espressione completa sarebbe "ci mancherebbe altro", sottintendendo "mi mancherebbe solo questo", cioè sarebbe assurdo se non facessi questa cosa per te. FIGURATI "Figurati" è simile a "ci mancherebbe" ma può essere usato in più contesti diversi. Significato: Non c'è di che, non è un problema, è una cosa da nulla. Contesto d'uso: Si usa principalmente in risposta a un ringraziamento o a una richiesta di permesso, per minimizzare l'importanza di ciò che si è fatto. Esempi: Grazie per il passaggio. - Figurati, era sul mio percorso. Scusa se ti disturbo. - Figurati, dimmi pure. Mi dispiace per il ritardo. - Figurati, ho appena finito di prepararmi. Tono emotivo: Informale, amichevole, spesso pronunciato con leggerezza. ASSOLUTAMENTE (come esclamazione) Usato come esclamazione, "assolutamente" può funzionare come una conferma enfatica o una negazione forte, a seconda del contesto e dell'intonazione. Significato: Certamente, senza dubbio (in senso positivo) o assolutamente no (in senso negativo). Contesto d'uso: Si usa per enfatizzare un'accettazione o un rifiuto. Esempi: Vuoi venire con noi al cinema? - Assolutamente! (sì) Credi che dovremmo rinunciare? - Assolutamente no! (no) È necessario prenotare in anticipo? - Assolutamente (sì), soprattutto nei weekend. Tono emotivo: Enfatico, deciso, a volte formale. È un'espressione che comunica convinzione e sicurezza. MA TI PARE? Questa espressione interrogativa retorica esprime sorpresa o negazione di fronte a qualcosa che si considera assurdo o improbabile. Significato: Ti sembra possibile? Credi davvero? (implica una risposta negativa) Contesto d'uso: Si usa per respingere un'idea o una proposta considerata assurda, o per rassicurare qualcuno che sta chiedendo scusa per qualcosa di minimo. Esempi: Scusa se ti ho disturbato. - Ma ti pare? Non mi hai disturbato affatto. Pensi che io abbia rovinato la festa? - Ma ti pare? È stata bellissima!
(00:00) Intro (01:34) Macché reciproci: i numeri di Trump sono onirici (45:01) L'Italia è un lavoro da vecchi Questo podcast e gli altri nostri contenuti sono gratuiti anche grazie a chi ci sostiene con Will Makers. Sostienici e accedi a contenuti esclusivi su willmedia.it/abbonati Don Chisciotte è un podcast di Will Media con Carlo Alberto Carnevale Maffè, Renato Cifarelli, Oscar Giannino e Clara Morelli. La post produzione è di Chora Media. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Stupefan, è venerdì! Inizia il week end per noi, ma mai una volta che sia il week end del proibizionismo: quello continua a vivere in un costante e pimpante lunedì. Pensavate che i giorni di leggende, miti, fake info e spauracchi sulle droghe fossero al capolinea? Macché! finché non ci sarà qualcuno che tratti i falsari al potere per quello che sono ci toccherà avere a che fare coi troll della droga. E così abbiamo il presidente degli Stati Uniti che è convinto che i dazi colpiranno anche il mercato nero degli stupefacenti, perché "tassando il Canada renderemo più costoso da distribuire e da acquistare il fentanyl che proviene da lì". Nel solco, perché il nostro governo cerca sempre di non essere da meno, il nostro esimio sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, è convinto che la causa della denatalità in Italia sia imputabile alla cannabis. No, non è Lercio.it, è sempre Stupefatti ed è ora di cliccare play!Note dell'episodio:- Tutti gli enormi dazi di Trump: https://www.ilpost.it/2025/04/02/stati-uniti-dazi-reciproci-trump/ - Cosa ha detto Trump: https://x.com/josephpolitano/status/1907304230781653454?s=46&t=ZfZqbARUEbgQcGCFsvgzXA - Il senatore Kaine (R) contro i dazi: https://x.com/artcandee/status/1907475604938899844?s=46&t=ZfZqbARUEbgQcGCFsvgzXA - Trump attacca i senatori: https://timesofindia.indiatimes.com/world/us/adhere-to-republican-values-trump-attacks-gop-senators-for-opposing-canada-tariffs-calls-them-disloyal/amp_articleshow/119914701.cms - Ridiamo per non piangere, uno dei tanti meme dall'internet: https://x.com/rodkahx/status/1907507983283794243?s=52&t=ZfZqbARUEbgQcGCFsvgzXA - I dazi alle isole disabitate: https://www.ilpost.it/2025/04/03/dazi-trump-posti-assurdi-isole-disabitate-pinguini/ - Mantovano e l'infertilità: https://secondotempo.cattolicanews.it/news-cannabis-e-fertilita-un-convegno-all-insegna-della-ricerca-e-della-consapevolezza - Il troll del sesso e della droga: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/29/calo-delle-nascite-mantovano-incolpa-cannabis-e-sollecitazioni-erotiche-la-banalizzazione-di-droghe-e-sesso-ha-conseguenze-importanti-sulla-natalita/7931735/ - Il governo dirotta i soldi sull'educazione sessuale: https://www.ilsole24ore.com/art/il-governo-dirotta-fondi-l-educazione-sessuale-formazione-insegnanti-infertilita-AGrUVxBC Entra in contatto con noi usando la mail stupefatticast@gmail.com o seguendo su Instagram il @stupefatti_podcast! Puoi anche iscriverti a STUPEGRAM, il nostro canale telegram, a questo link https://t.me/stupegram!
Lettere d'amore, lettere di scuse, lettere di saluti? Macché! Oggi Marica ci racconta due storie TERRIFICANTI che hanno come protagonisti lettere e mittenti: come quella che riguarda la famiglia Broaddus (ripresa dalla serie Netflix The Watcher) oppure quella dello scrittore di Circleville, che negli anni '70 mandò in subbuglio una città intera!Nel blocco centrale la storia paranormale dell'ascoltatore Marco, alle prese con uno spirito poltergeist con la mania dell'ordine in cucina. Ne hai una da raccontarci? Mandaci un messaggio vocale!Di là del velo Stefano ritorna sull'argomento viaggi nel tempo, questa volta raccontandoci storie di viaggiatori che si sono persi in epoche diverse dalla loro, di macchine del tempo fuori garanzia e senza ricambi e di astrofisici che danno feste alle quali non è (ancora) venuto nessuno.Fonti su Italiapodcast.itSeguici su Instagram: @mentremorivo_podcast e raccontaci LA TUA storia paranormale!Lasciaci una recensione sulla tua app di ascolto preferita e offrici un caffé simbolico su Ko-Fihttps://ko-fi.com/italiapodcast
Oramai siamo senza vergogna... il dietro le quinte è meglio del registrato
«Ma ha sempre fatto caldo!»«Crisi climatica? Macché, è colpa delle tempeste solari!»«È sufficiente piantare alberi!»Ma è davvero così? Ne parlano, in modo semiserio (ma molto serio) Massimo Cirri e Andrea Barolini che smontano tutti i luoghi comuni sulla crisi climatica. La più grave crisi che l'umanità si trova ad affrontare. Pur pienamente coscienti dei gravi rischi a cui siamo esposti, proviamo a spiegare il tutto anche con un sorriso.ConMassimo Cirri, conduttore radiofonicoAndrea Barolini, direttore di Valori.it
Donne al Volante, o meglio in sella a una moto! Dopo l'ultimo Gran Premio di MotoGP in India, tenutosi questo weekend, martedì 26 settembre Liliana Russo e Katia De Rossi hanno parlato di motociclette insieme a Simone Valtieri. Il giornalista di Focus ci ha raccontato l'evoluzione di un mezzo che ai tempi di Giacomo Agostini e Valentino Rossi era molto meno sofistificato di oggi. L'esperto ha specificato che: «Le migliorie sono nascoste, la Ducati ha una sessantina di sensori sparsi ovunque che permettono ai tecnici di svolgere dei setup ancora più dettagliati». Più semplice guidarle? Macchè! «Oggi un pilota deve adattare il proprio stile di guida in base alle esigenze del suo veicolo in quanto è impossibile per un tecnico tracciare i dati in tempo reale ». Piloti che, ci tiene a sottolineare Valtieri «Sono dei veri e propri atleti».
Mario Rossi della rivista Quattroruote è tornato ospite su Radio Number One e quale programma migliore per accoglierlo se non le Donne al Volante. Nella puntata di martedì 5 settembre, il giornalista ha posto l'accento su un tema molto sensibile per gli automobilisti: i tutor autostradali. «Alcuni apparecchi di questo tipo sono stati disattivati in determinate tratte nelle quali sono in corso lavori. In questi casi subentrano i limiti di velocità locali e gli autovelox» ha spiegato l'ospite a Liliana Russo e Katia De Rossi. Poi l'invito a guidare con prudenza, attenendosi al codice della strada: «I limiti di velocità esistono per salvaguardare la sicurezza e incolumità di tutti. Sono tarati in base al tratto stradale e ai veicoli che lo percorrono». Infine una simpatica battuta, giocando sul nome del programma: «Donne al volante pericolo costante? Macchè, sono mediamente più prudenti degli uomini!».
VIDEO: Descrizione in minuscolo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=5KpjtrwP9jo&list=PLolpIV2TSebW0v_67SEYHJFlDZvH9rc9ZTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=873SCONTRI DI MUSULMANI CON LA POLIZIA METTONO A FERRO E FUOCO LA FRANCIA (TRA POCO IN ITALIA?) di Rino Cammilleri«Che bella la società multietnica!», cinguettava giuliva anni fa un'ochetta del giornalismo che aveva appena visto Guerre Stellari. Invece, malgrado i patetici tentativi degli spot pubblicitari di mostrarci un mondo interrazziale felice, malgrado Hollywood che sempre più spesso infila coppie miste con figli mulatti nei copioni, malgrado la felicità artificiale della pizza e della Coca-Cola, malgrado l'inclusione di africani pure nella Primavera di Botticelli, la realtà, quella vera, è la Francia di questi giorni. Perché le sue città sono esplose per la morte di un maghrebino pluripregiudicato? Qual è il segnale che si vuole dare: se tocchi uno di noi scoppia la guerra? Ed è lo stesso segnale inaugurato nei soliti Usa: se tocchi un black si scatena l'inferno.Mica per protestare contro un sistema che permette a quattro gatti di essere più ricchi di Dio mentre tutti gli altri sopravvivono coi sussidi o sotto i ponti, no. A New York ci sono centomila senzatetto. Sì, avete letto bene, centomila. Cioè, una città delle dimensioni di Piacenza vive per strada nella capitale del mondo ex cristiano. I Love N.Y. Sì, sui cappellini e le magliette, laddove i sondaggi dicono che chi può se ne scappa. A San Francisco, la capitale del woke, è anche peggio, con in più un intero quartiere di soli tossici. Gli americani fanno la rivoluzione per questo stato di cose? Macché, la fanno se un poliziotto, pur nero, spara a un delinquente nero. In Francia non sanno più dove reclutare poliziotti perché l'emorragia per dimissioni è inarrestabile, e aumenta di anno in anno. In Francia hanno creduto di importare manodopera, invece sono arrivati nordafricani musulmani. Il livello culturale che sta dietro alle rivolte delle banlieues francesi (ma anche americane e svedesi e olandesi e del resto d'Europa) lo si vede quando si contano i danni: i negozi più saccheggiati sono quelli della Nike, ed è tutto dire. Ma dov'erano i sociologi quando il progetto mondiale svuotaTerzoMondo è stato varato? Non lo sapevano che ogni immigrato tende a insediarsi dove già ci sono altri del suo paese? Da qui le varie Chinatown, Harlem nero e Harlem ispanico, le banlieues, i quartieri islamici eccetera.Avete mai visto il film Colors con Sean Penn e Robert Duvall? È del 1988, cioè di quasi quarant'anni fa, ma mostrava quella che già allora per gli americani era una regola: un bianco che entra in un quartiere nero lo fa a suo rischio e pericolo. Bel colpo. Povera Francia, lei e la sua grandeur. Chi pagherà gli immensi danni, adesso? Chi li ha provocati? Seeeh! Sarà il solito popolo bue, a cui avevano promesso che l'immigrazione avrebbe rimpinguato le pensioni. Guardatele bene, le immagini francesi, perché tra breve toccherà a noi. E lasciate perdere i giochetti sul ministro che irrideva la Meloni sull'immigrazione e invece dovrebbe guardare in casa sua. Sì, perché neanche la Meloni è in grado di risparmiarci un futuro francese prossimo, molto prossimo. Un tempo l'Impero Romano questi giovani testecalde in eccesso li arruolava di forza nelle legioni e li mandava a difendere il limes. Solo che il Senato Romano non aveva al suo interno comunisti, pentastellati e preti di strada.Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola, nell'articolo seguente dal titolo "17enne ucciso da un agente: la Francia è tutta una banlieue" parla del 17enne, già noto alle forze dell'ordine, ucciso da un agente e tutto quello che è seguito. Ora il clima di violenza, anche giovanile, divampa senza freni.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 30 giugno 2023:È un caos di auto in fiamme, incendi dei palazzi delle istituzioni, strade occupate per interdire il traffico di tram ed autobus - alcuni dei quali bruciati completamente -, petardi lanciati contro le forze dell'ordine, bande in passamontagna e armate di fucile, la Francia di Macron la mattina del 29 giugno. In una sola notte sono state arrestate 150 persone e mentre scriviamo il bilancio degli ufficiali feriti sale a 130 e la devastazione è ovunque. A scatenare i disordini violenti è stata la diffusione sui social di un video che ritrae un agente, la mattina del 27 giugno, a Nanterre - periferia ovest di Parigi - mentre spara e uccide un 17enne, che, alla guida di un'auto, si rifiuta di fermarsi ad un posto di blocco. Adesso, l'ufficiale è in arresto e contro di lui è stata aperta un'inchiesta per omicidio colposo.Il fatto di cronaca fa particolarmente discutere anche perché, nel 2017, la Francia, in seguito agli attentati di Nizza, ha approvato una legge che consente l'uso delle armi alle forze dell'ordine in casi di «assoluta necessità e in materia strettamente proporzionata», e al di fuori della legittima difesa, il che autorizza la polizia a sparare di più.Nahel, il 17enne che ha perso la vita mentre guidava senza patente, era già noto alle forze dell'ordine: cinque rifiuti di fermarsi ad un posto di blocco - l'ultimo solo la settimana prima di perdere la vita - e dodici arresti per reati vari tra cui spaccio di droga.Uno dei primissimi a commentare i fatti è stato proprio Macron: «niente giustifica la morte di un giovane: è imperdonabile». Condannando immediatamente il poliziotto, il Presidente non ha lasciato che fosse la giustizia a dare sentenze. È il solito tranello in cui cade ancora la Francia: in nome dell'emozione si dimentica di condannare la violenza indifendibile.E sebbene per due giorni anche la stampa internazionale ha provato a scagionare il ragazzino, la ricostruzione del pubblico ministero di Nanterre ha confermato la versione degli agenti. Avevano provato a fermare la Mercedes, con targa polacca, che Nahel guidava senza patente a gran velocità, e con la quale aveva già provato ad investire pedoni e ciclisti, per ben due volte prima dello scontro, poi fatale, con gli ultimi due agenti.A Nanterre, capoluogo del dipartimento Hauts-de-Seine, è difficile trovare un ragazzo che non sia mai stato fermato o posto in custodia dalla polizia. Un territorio fortemente interessato dall'immigrazione, che oggi è il 25,5% della popolazione, e che già nel 1981 era oggetto di attenzione per il dilagare di delinquenza, spaccio di droghe e immigrati allo sbando. È bastato poco così che la morte del ragazzino innescasse un'ondata di proteste violentissime nella banlieue di Nanterre, - non meno di 1.200 uomini sono stati mobilitati per ristabilirvi l'ordine solo il primo giorno.E in un baleno la rabbia è divampata in diversi distretti dell'Île-de-France - dove la strategia di riconquista repubblicana portata avanti da Emmanuel Macron dal 2017 tarda a dare i suoi frutti - e poi in lungo e largo nel Paese. Così, mentre il municipio di Mantes la-Jolie era ostaggio di molotov, bande incappucciate hanno effettuato incursioni contro la polizia e gli edifici pubblici ad Asnières, Colombes e persino a Clichy-sous-Bois. Anche Parigi non è stata risparmiata, con incendi e lanci di proiettili registrati nel 20° e 15° arrondissement.I rischi di contagio sono stati presi molto sul serio dagli analisti del ministero dell'Interno, ma nessuno è riuscito a fermarli. E così che in una notte la realtà ha assunto le sembianze di uno scenario uscito da Netflix. A Garges-lès-Gonesse, Val-d'Oise, nella periferia parigina, il municipio è stato incendiato completamente. A Lione, e nei comuni del suo agglomerato, la polizia è stata bersaglio di fuochi d'artificio. A Villeurbanne il lancio di petardi contro un palazzo ha provocato la distruzione di almeno trentacinque appartamenti. Secondo il sindaco di Lione, in città sono stati in tantissimi a rivoltarsi contro la polizia. Sono state ben 25 le stazioni distrutte in una notte in varie località. A Bezons, Val-d'Oise, i saccheggiatori hanno dato fuoco ad una scuola elementare.Approfittando dei disordini, s'è tentato anche di far evadere alcuni detenuti dal carcere di Fresnes. Il ministro della giustizia, Éric Dupond-Moretti, è andato subito a far visita al carcere preso d'assalto: «Tutti quelli che sputano sulla polizia e sulla giustizia sono i complici morali di quello che sta succedendo». Per tutta la giornata di giovedì 29 giugno, le opposizioni di destra del Paese hanno chiesto l'istituzione dello stato di emergenza, e alcuni sindaci l'hanno adottato in autonomia nella serata di ieri fino a lunedì prossimo. Lo schema di queste rivolte è il solito degli ultimi trent'anni. «Spesso la sorgente è un intervento della polizia che finisce male.
00:00 Buongiorno ai commensali. Vi aspetto il 7-8 luglio a Bari per la festa della Ripartenza! 02:20 Questa storia della Corte dei conti e della limitazione dei suoi poteri di controllo, come deriva autoritaria dell’Italia, è il più bel regalo che i cretini della sinistra fanno alla Meloni. 04:25 Infatti Sabino Cassese non ci sta: […]
➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: https://t.me/spazio_70Roma, 25 luglio 2019. Senato della Repubblica, Palazzo della Minerva. Presentazione del volume «Il caso Moby Prince. La strage impunita» di Francesco Sanna e Gabriele Bardazza (Chiarelettere, 2019). Sono intervenuti, insieme agli autori: l'on. Andrea Frailis, Pierpaolo Ianni (Ufficio di Gabinetto della Presidenza della Commissione per la Biblioteca e per l'Archivio storico), Sara Paglini (già senatrice della XVII legislatura e componente della Commissione monocamerale d'inchiesta sul caso Moby Prince), Luchino Chessa (presidente Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince Onlus), Carlo Melis Costa (legale dei familiari delle vittime), Paolo Mastino (giornalista TGR Sardegna, autore del documentario «Buonasera, Moby Prince»); Giuseppe Tagliamonte (fratello di Giovanni Tagliamonte, una delle vittime).Tra gli argomenti toccati durante il dibattito: 1) Il tema delle «cose non vere» dette e scritte sul caso Moby Prince; 2) «Che cosa avvenne di inconfessabile nella rada di Livorno» quel 10 aprile 1991?; 3) Un caso «volutamente nascosto dai più importanti media»; 4) Il lavoro di una Commissione «che ha storicamente ribaltato il caso Moby Prince»; 6) «Non è vero che fu la nebbia la causa della collisione»; 7) «Non è vero che fu colpa dell'equipaggio e del comandante Chessa»; 8) «Non è vero che le persone» all'interno della nave «morirono tutte nell'arco di trenta minuti»; 9) Il tema del disinteresse, anche attuale, mostrato dai grandi media sulla vicenda e i lavori della Commissione; 10) «Perché i soccorsi non partirono per tempo?»; 11) «Lì c'è stata una omissione di soccorso»; 12) «L'equipaggio distratto dalla partita? Una post-verità nazionalpopolare abilmente costruita»; 13) «Arriverà qualche querela? Macché...»; 14) «Com'è possibile che uno Stato abbia abdicato alle sue funzioni di sicurezza e all'accertamento della verità?»; 15) Le parole «tombali» contenute nella richiesta di archiviazione della Procura di Livorno (2010); 16) Il tema delle navi militarizzate americane che «non aiutarono i soccorsi»Senato della Repubblica, reperto rilasciato con licenza Creative Commons 3.0Questo show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/4704678/advertisement
"Macché!Non ti serve un sito web: ti basta essere sui social… E poi, non ti serve un sito se non hai una strategia di Marketing online!" Queste sono le aberranti affermazioni in cui molto spesso i Titolari di Studio Dentistico, si imbattono quando chiedono ad un Consulente supporto per costruire il sito del proprio Studio.E se da un lato è folle - e sinonimo di assoluta ignoranza della materia - dare certe indicazioni… gli effetti sono ancor più devastanti, quando quei Titolari danno retta a quelle voci fuorvianti fino a convincersene e a lasciar perdere la questione.Ma c'è “un però”.....Non Tutti i Consulenti di web marketing, dicono che il Sito “non ti serve”. Ci sono anche quelli che il sito te lo mettono in piedi “in quattro e quattr'otto”.“Bene!” dirai.Invece no.Il sito web è uno strumento cruciale per la tua strategia di acquisizione di Nuovi Pazienti, che può aiutarti in maniera concreta e duratura…ma solo se è fatto bene e se rispecchia almeno due fondamentali caratteristiche, che richiedono il giusto investimento di tempo.Curioso di scoprire tutti i dettagli? Non attendere un attimo in più! Buon ascolto,AndreaGrazie per ascoltare il Podcast e restare in contatto con me!Scopri cosa può fare per Te il Sistema Operativo Profit Monday: https://bit.ly/SistemaOperativoProfitMonday Trovami sui social: FACEBOOK https://bit.ly/Andrea-Grassi-FB INSTAGRAM https://bit.ly/Andrea-Grassi-IG Segui le puntate anche su Youtube, iscriviti al canale: https://bit.ly/Andrea-Grassi-YT Scopri tutta La Verità sul Successo del tuo Studio Dentistico e sul perché fare il Dentista che ragiona solo da Professionista, potrebbe portarti alla rovina (indipendentemente da quanto lavori)......Acquista il libro "Fuori dai Denti": https://bit.ly/fuori-dai-denti
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6763PERCHE' PER GLI USA LA RUSSIA E' SEMPRE IL NEMICO? di Rino CammilleriI media di regime, mentre scrivo, stanno facendo di tutto per insinuare che le elezioni in Russia sono truccate da Putin. Su input americano, che ha praticamente intimato alla Ue di boicottare la Russia in tutti i modi. Non sappiamo a quale prezzo la Merkel sia riuscita a strappare il sì al gasdotto NorthStream2, ma la domanda è un'altra: perché per gli Usa la Russia deve continuare ad essere il Nemico? Bisogna prenderla alla larga.Terminato il gaudio per l'implosione dell'Urss con Gorbaciov, ricevuti da quest'ultimo tutti i premi e le copertine possibili in Occidente, con Eltsin la nuova Russia toccò il suo punto minimo, storico, politico ed economico, e giù grandi pacche sulle spalle: ricordate le risate irrefrenabili in diretta Eltsin-Clinton? E ricordate che il primo Putin, paraninfo Berlusconi, in un incontro a Pratica a Mare quasi quasi entrava nella Nato? A quel punto però non si rise più: Berlusconi sappiamo la fine che fece e Putin diventò lo «zar». Sua unica colpa, quella di aver rimesso in piedi la Russia e cercato di riportarla al ruolo di grande potenza. E questo non va bene agli americani, i quali hanno ereditato la geopolitica del fu Impero Britannico. Aveva voglia papa Wojtyla di parlare di Europa che respira «a due polmoni», e Putin di auspicare un'Europa «dall'Atlantico agli Urali». No, perché dai tempi di Pietro il Grande quel che le «potenze di mare» temono è proprio una Russia europea, testa in Europa e il resto in Asia. Sì, ne adotti pure lo stile nel vestire e anche il calendario. Ma l'economia, cioè i soldi, sono un'altra cosa. Lo studio della storia, oggi come oggi, interessa ormai solo quelli che abbattono i monumenti e fanno gli «antifa» al solo scopo di saccheggiare i negozi (e farsi la barba d'oro con le donazioni dei radical-chic).LE BASI NATOMa c'è anche un'altra categoria di cultori di storia: i Paesi che dalla Russia hanno sempre avuto guai, anche prima che diventasse comunista. Infatti, si sono affrettati a chiedere di entrare nella Nato, e la Nato (cioè, gli Usa), si è affrettata a precipitarvisi. Così che oggi la capitale russa ha basi Nato a soli cento chilometri di distanza e la Russia europea ne è letteralmente circondata. Si pensi che nemmeno la Cina è in queste condizioni. E solo un disinformato (per non dire peggio) può realmente ritenere che, per l'Occidente, la Russia sia più pericolosa della Cina. Infatti, Trump era ingenuamente disinformato quando dichiarò che da Putin non riteneva di avere niente da temere e che ci si poteva andar d'accordo. Immediatamente la minaccia di empeachment lo fece rientrare nei ranghi: gli «hacker russi» avrebbero favorito la sua elezione a presidente, così che ogni sua dichiarazione di simpatia a Putin finiva col confermare il sospetto. Come se gli americani, che l'informatica l'hanno inventata, fossero degli sprovveduti al riguardo. Il cosiddetto Deep State, in larga parte in mano ai democratici così come il complesso militar-industriale, ha fatto schioccare la frusta e tutto è tornato nella norma: il Grande Gioco deve continuare.Il riferimento a Kipling non è casuale. Il nemico globale dell'Impero Britannico era la Russia, e non solo in Afghanistan. Quando lo zar cercò di affacciarsi nel Mediterraneo si videro due potenze cristiane alleate dei musulmani contro un altro cristiano. E fu la Guerra di Crimea, in cui l'Inghilterra trascinò la Francia e ammise il piccolo Piemonte perché le serviva per restare padrona anche del Mediterraneo, oltre che degli altri mari. Britannia rules all the waves, cantavano le giubbe rosse di Sua Maestà. E pure mezzo secolo prima qual era il maggior pericolo per l'Inghilterra? Un blocco continentale. Ci provò anche Napoleone e allora l'Inghilterra si scatenò.IL TIMORE DI UNA POTENZA IMBATTIBILEVenendo ai soldi (sono essi a far muovere il mondo), più precisamente il timore geopolitico riguarda la Germania e la Russia: una loro fusione economica creerebbe una potenza anche politica imbattibile. Detto in parole semplici, cervelli tedeschi e risorse naturali (quasi illimitate) russe. Ai tempi degli zar anche i professori di liceo in Russia erano tedeschi. E tedesca era l'ultima zarina (nonché Caterina la Grande). La contiguità territoriale in geopolitica rimane importante. Da qui i reiterati tentativi di entrambi, russi e tedeschi, per spartirsi quanto stava di mezzo. Si dimentica che la Germania sconfitta e schiacciata nella Grande Guerra smontò le sue industrie pesanti e, in sordina, le rimontò in Russia: tutto il suo veloce riarmo avvenne dietro la cortina degli Urali. Il Patto Molotov-Ribbentrop seguì a ruota. Alleanza di due totalitarismi? Macché: prosieguo di una politica di antica data. E, in tutte e due le guerre mondiali, l'Inghilterra scese in campo per scongiurarla. Infatti, in due si erano spartiti la Polonia, ma Londra dichiarò guerra solo a Berlino, da cui le veniva il vero pericolo.Gli Usa nascono come propaggine dell'Inghilterra e da essa si sono scissi per meri motivi economici. Ma per gli stessi motivi devono continuarne la politica. Non a caso i due sono alleati di ferro sempre e comunque. Perché il grande strepito contro il gasdotto russo-tedesco? Perché la difesa a tutto spiano dell'«indipendenza» ucraina? Perché le vesti stracciate per i «diritti umani» di Navalny? Perché l'Italia ci sta rimettendo la camicia a furia di «sanzioni» contro la Russia? Neanche Draghi ha osato sollevare il problema con Biden in Cornovaglia: sa che sarebbe stato fiato sprecato. Be', almeno non si dica che non abbiamo capito.
C'era una volta.. una principessa? Macché!C'era una volta una bambina che voleva andare su Marte. Ce n'era un'altra che diventò la prima first lady afroamericana e un'altra che voleva essere la prima regina d'Egitto.Tratto da Storie della buonanotte per bambine ribelli, di Elena Favilli e Barbara Cavallo, edizioni Mondadori.Lo sapevi che è finalmente uscita la nostra guida mindfulness per genitori consapevoli? Vieni a scoprirla sul nostro sito: https://raccontiperbambiniliberi.com/product/mindfulness-per-bambiniSe vuoi sfogliare questo libro, lo puoi trovare qui: https://raccontiperbambiniliberi.com/i-nostri-raccontiI nostri racconti sono disponibili su tutte le piattaforme Podcast e sul nostro sito: www.raccontiperbambiniliberi.comSe non vuoi perderti nemmeno una delle nostre storie iscriviti alla newsletter e seguici su Instagram: @raccontiperbambiniliberiBuon Ascolto!
VIDEO: Quando arriva il Green Pass - Al ristorante (Parodia Un giorno di ordinaria follia) ➜ https://www.youtube.com/watch?v=a9CNkxJxJIU&list=PLolpIV2TSebVSarVSJS-Gy5hJo3_40bhITESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6702MACCHE' COVID! IL VERO VIRUS E' IL PECCATO! di Tommaso ScandroglioSe gli uomini, in questo periodo di pandemia, si fossero preoccupati della propria salute spirituale tanto quanto si sono preoccupati della propria salute fisica, saremmo già tutti santi. Come c'è il virus del Covid che, in alcuni casi, è letale, così c'è il virus del peccato che, nella sua variante più grave, conduce a morte certa dell'anima.Nel primo caso abbiamo fatto di tutto per evitare il contagio: distanziamento sociale, mascherine, coprifuoco, lockdown, vaccini, terapie, igiene delle mani, rilevamento della temperatura, investimenti miliardari dei governi e molto altro ancora. Nel secondo caso la maggior parte delle persone spesso non si cura di non contrarre il virus del peccato, anzi il più delle volte cerca volontariamente il contagio.Eppure, a differenza del Coronavirus, avremmo strumenti efficacissimi sia di cura che di prevenzione. Le terapie antivirali possono trovare un corrispettivo nel sacramento del battesimo e della confessione che cancellano il virus del peccato: il primo nella forma originale, il secondo nelle sue varianti, anche quelle meno minacciose chiamate peccati veniali. I vaccini hanno un loro omologo nei sacramenti - eucarestia e nuovamente la confessione - nella preghiera e nei digiuni: strumenti che aiutano nella immunità al male e nell'evitare che altri si contagino.Come continuamente da più di un anno ci informiamo su tutto ciò che riguarda il virus, così dovremmo fare per la salute della nostra anima: leggendo la Bibbia, studiando la dottrina, etc. Come con il coronavirus pendiamo dalle labbra degli esperti, così dovremmo pendere dalle labbra degli esperti della salvezza, ossia i Padri e i Dottori della Chiesa e il Magistero di sempre. Come guardiamo con profondo interesse gli esempi virtuosi di quei paesi che stanno meglio di noi nella lotta al virus, così dovremmo imparare dai santi per capire come lottare contro il peccato. Come alla prima avvisaglia di malessere prendiamo il termometro, chiamiamo il medico ed eseguiamo un tampone, così al primo sospetto di aver peccato dovremmo fare un serio esame di coscienza e chiamare un sacerdote se i sintomi sono gravi.Come un rischio remotissimo di contrarre il virus ci spinge ad essere cauti sino al parossismo, anche quando si tratta di persone giovani e sane, tanto che evitiamo di stringere le mani e gli assembramenti, così dovremmo comportarci quando si tratta del peccato: un rischio bassissimo di compiere anche un solo peccato veniale ci dovrebbe portare ad evitare le occasioni prossime e remote di peccato, evitando di stringere le mani a chi ci vuole portare lontano da Dio e chiudendo occhi e orecchie alla tentazione con la mascherina della preghiera, così come facciamo con il Covid chiudendo naso e bocca al virus con la mascherina chirurgica.Come il timore di contagiare qualcuno, soprattutto qualcuno di caro e le persone fragili, ci ha portato addirittura a non vederlo per mesi, così la paura di contagiare con il nostro cattivo esempio gli altri, soprattutto chi amiamo e chi è fragile nella fede, ci dovrebbe stimolare a comportarci santamente di fronte a loro.Siamo sinceri. Non abbiamo usato un centesimo delle energie spese contro il Covid per combattere il peccato. Questo per un semplice motivo: non abbiamo fede. Non crediamo nel giudizio finale, nell'Inferno e nel fatto che la nostra anima sia continuamente in pericolo. Anzi non crediamo addirittura all'esistenza stessa del peccato: siamo negazionisti, tanto quanto quelli che negano l'esistenza del Coronavirus. Siamo da sempre investiti da infinite ondate di questa pandemia letale e il mondo non fa nulla perché non ci crede. E così non possiamo che tenere di più alla salute del corpo che a quella spirituale. Eppure Gesù è stato chiarissimo: «non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima».
00:00 Lo spot di Forza Italia per il green pass mi lascia senza parole… 02:10 Nel frattempo i contagi sono schizzati a centomila? Macché, ma non merita pezzoni. 04:40 Parola […]
NCAA Champion Mike Macch is back on the show as he fills in for co-host Cenzo today! Macch and I first catch up and talk his new brand deal & what's next with the World Team Trials, and then talk Olympics, the impact Olympics has on the World Team Trials, Suriano's recent moves and more. This show is brought to you by ATAC! ATAC is a new sophisticated training app, with very cool gaming components, for wrestlers and other high-level athletes, with coaching and technique from stars like Jordan Burroughs, Sarah Hildebrandt, and Reece Humphrey, among others! And, the app is available NOW in the Apple App Store.. Download today! Feel free to tweet us and send us messages with questions and general thoughts! And, be sure to SUBSCRIBE to the podcast and go through the archives to hear more great stories. If you want to support the podcast, be sure to leave a 5-star rating & review on Apple Podcasts, and shop some apparel on BASCHAMANIA.com! For all partnership and sponsorship inquiries, email info@baschamania.com.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6653IL MINISTRO BACIA L'AMANTE E DEVE DIMETTERSI di Rino CammilleriOvviamente l'opposizione ha gioito (l'opposizione gioisce sempre quando cade qualche testa della parte avversa) per la giubilazione di Matt Hancock, (ex) ministro della sanità britannica. Ma ha gioito anche un governativo, Dominic Cummings, (ex) consigliere del premier Johnson. Ce l'aveva con Hancock per - testuale - 15 o 20 motivi diversi (cito da «Il Post»), tra cui l'aver fatto trasferire, a inizio epidemia, i pazienti anziani nelle residenze assistenziali, cosa che ha moltiplicato contagi e decessi. Noi italiani abbiamo avuto problemi analoghi, sì, ma noi non siamo mica inglesi. No, gli inglesi si arrabbiano per altri motivi.Come ormai tutti sanno, il ministro Hancock è stato pizzicato mentre baciava alla francese una sua collaboratrice, Gina Coladangelo, di evidenti origini italiane. Il fatto è che sono sposati tutti e due, e non fra di loro, e pure con prole. Ingenui e imprudenti, dal momento che i tabloid sono in agguato pure nella tazza del cesso, e che oggi coi telefonini chiunque può riprenderti. Scandalo da adulterio? Macché, non è più reato da un pezzo, e poi gli esempi agli inglesi calano dall'alto. No, il ministro è stato defenestrato per non aver rispettato le distanze in tempi di pandemia. Ora, direte voi, se due sono amanti il tempo di contagiarsi l'avevano avuto, dunque cos'è questa storia? Che doveva fare, quello, dar di gomito alla Gina? Baciarla con indosso la mascherina come nei quadri di Magritte?No, il fatto è che il puritanesimo gli inglesi non se lo sono mai scrollato di dosso, dai tempi di Cromwell fino all'età vittoriana compresa. Quattro-cinque secoli di «educazione» qualcosa nelle teste lasciano. E gli inglesi lo hanno esportato nelle loro colonie. Pensate agli americani: Clinton, beccato a rilassarsi con una stagista, fu crocifisso mica per aver cornificato la First Lady, no: perché «aveva mentito» al popolo. E su una cosa che i popoli di tradizione cattolica liquiderebbero oggi con un'alzata di spalle e un sorrisetto complice.Ancora nei primi anni Cinquanta la Cia credette di spiazzare un capo di stato asiatico facendo circolare sue foto compromettenti. Smise quando scoprì che, anzi, ne aveva aumentato la popolarità. Per tornare all'Inghilterra, negli anni Sessanta, ancora un ministro, John Profumo (anche lui di origine italiana: the origin matters), dovette dimettersi dopo essere stato pizzicato in compagnia di una escort di lusso, tale Christine Keeler. Lo scandalo tenne banco sui media per mesi. E provocò, addirittura, la caduta del governo conservatore nel 1963.Certo, a furia di bombardamento capillare e planetario, ormai il sesso à gogo è da considerarsi sdoganato, e proprio dalla Gran Bretagna partì la «liberazione» (i Beatles e i Rolling Stones, le minigonne di Mary Quant, Carnaby Street, il glam rock...). Ma si può mettere la museruola (o la mascherina) a un impulso ormai entrato nel Dna? Ecco che la pandemia ci offre un altro scandalizzatore su cui puntare il dito: l'untore (anche se solo potenziale). Non importa se con l'amante ti sei rotolato nel letto chissà quante volte (e pare che siano state davvero tante, dal momento che i due si erano conosciuti all'università e lui le aveva fatto fare carriera alla sua ombra), no: ingordo, ti sei fatto beccare da una telecamera di sorveglianza (e chissà chi ha passato il video al Sun) senza protezione e distanziamento. Addosso, allora, dalli all'incosciente.Qualche malizioso appassionato di storia potrà sibilare che i popoli di ascendenza puritana danno più importanza a un'infrazione mutandesca che a un bombardamento atomico o al fosforo. Mah, il mondo è bello (si fa per dire) perché è vario. Ah, mi raccomando: da non confondersi col supereroe alcolizzato interpretato nel 2008 da Will Smith.
Ohhhhh, finalmente mi riposo!!! Macché: manca ancora un mese alle ferie e fa così caldo che puoi cuocere l'uovo al tegamino al sole. Però vi beccate comunque l'episodio di fine stagione! Grazie a tutti e a presto
We get a chance to interview former NC State Wrestling National Champion, Michael Macchiavello! We talk about his high school years, his journey to NC State and his journey to being a national champion! Go Pack!Please follow Macch on Instagram and Twitter: @mike_macch!Please also go check out our sponsor Flatlands Jessup Group,Website: www.flatlandsjessup.comFacebook: https://www.facebook.com/flatlandsjessupInstagram: @flatlandsjessupYouTube: https://www.youtube.com/channel/UCikdfp-tQ47e3OQXRZ1_3WAPlease like the Podcast if you enjoyed the episode and want more of our weekly episodes!Don't forget to follow us on Twitter and Instagram at @TuffyTalkNow Enjoy!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6568SAN DOMENICO SAVIO: ''LA MORTE MA NON I PECCATI'' di Ermes DovicoIl mondo potrebbe diventare un anticipo di Paradiso se solo si avesse cura di insegnare e far leggere ai bambini la vita di san Domenico Savio (1842-1857), il piccolo gigante di santità sbocciato pienamente alla scuola di san Giovanni Bosco. Don Bosco fu pure il suo primo e più grande biografo e vide in quell'anima eletta il sommo esempio di quanto desiderava per i suoi fanciulli.Secondo dei 10 figli di Carlo, un fabbro, e Brigida, una sarta, Domenico nacque il 2 aprile e fu battezzato lo stesso giorno. Fin dalla più tenera infanzia mostrò i segni della sua profonda spiritualità, fatta di preghiera, penitenza e un grande senso del sacro, che discendeva dal suo amore per Dio e la Madonna. Una volta non volle sedersi a tavola per la presenza di un ospite che non si faceva nemmeno il segno della croce: «Non posso mangiare con uno che divora tutto come le bestie».È VOLONTÀ DI DIO CHE CI FACCIAMO SANTIRicevette la Prima Comunione a 7 anni e già allora aveva le idee chiarissime, esposte in poche righe: «Mi confesserò molto sovente e farò la Comunione tutte le volte che il confessore me ne darà il permesso. Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte ma non peccati». Andava a scuola camminando per una quindicina di chilometri al giorno, lungo strade insicure, ma quando gli chiesero se avesse paura la sua risposta fu: «Macché paura! Io non sono solo. Ho l'Angelo custode che mi accompagna». Il 2 ottobre 1854 Domenico conobbe don Bosco, gli manifestò il desiderio di studiare per divenire sacerdote e il santo educatore decise di farne un suo allievo all'oratorio di Valdocco, a Torino. Una sera il maestro rivolse queste parole a lui e agli altri ragazzi. «È volontà di Dio che ci facciamo santi. Dio ci prepara un grande premio in cielo se ci facciamo santi». Chiese allora a don Bosco di aiutarlo nell'opera e si sentì rispondere di servire il Signore con allegria.Nella sua ascesa verso la santità, Domenico prese a confessarsi ogni otto giorni e ad andare a Messa quotidianamente, ricevendo sempre l'Eucaristia. Animava i giochi, insegnava il Catechismo agli amici, faceva loro da guida e da pacificatore. Non temeva di prendere decisioni scomode, come quando strappò dei giornali osceni portati in oratorio da un ragazzo più forte di lui o ancora quando allontanò un protestante che si era avvicinato per spargere le sue idee religiose tra gli altri fanciulli. Tra coloro che si accorsero presto della sua santità vi fu la mamma di don Bosco, la venerabile Margherita Occhiena, che così disse al figlio: «Tu hai molti giovani buoni, ma nessuno supera il bel cuore e la bell'anima di Domenico. Lo vedo sempre pregare, restando in chiesa anche dopo gli altri; ogni giorno si toglie dalla ricreazione per far visita al Santissimo Sacramento. Sta in chiesa come un angelo che dimora in Paradiso».LA COMPAGNIA DELL'IMMACOLATAIl grande amore per la Madonna lo spinse a fondare nel 1856 la «Compagnia dell'Immacolata», a due anni dalla definizione del dogma ad opera di Pio IX. Nell'iniziativa aveva coinvolto i suoi migliori amici, ai quali aveva detto: «Uniamoci, fondiamo una compagnia per aiutare don Bosco a salvare molte anime».Durante l'epidemia di colera del 1854-56, Domenico fu tra i 44 ragazzi che accolsero l'invito di don Bosco a offrirsi come volontari per assistere i malati. In quest'attività il fanciullo si distinse senza essere contagiato, proprio come il santo maestro aveva promesso - purché fossero «in grazia di Dio» - a tutti i volontari.In seguito, la sua salute fragile cedette alla tubercolosi, che lo costrinse a ripetuti salassi, da lui serenamente accettati pensando «ai chiodi piantati nelle mani e nei piedi di Nostro Signore».Quando capì che era arrivato il suo momento, disse al padre: «È giunta l'ora. Prendete il mio libro di preghiere e leggetemi le preghiere della buona morte». Rispose devotamente a ogni invocazione e alla fine pronunciò queste parole: «Che bella cosa io vedo mai!». Era il 9 marzo 1857 (uno dei due giorni in cui si celebra la sua memoria liturgica, che la Famiglia Salesiana e le diocesi piemontesi festeggiano il 6 maggio). Domenico non aveva ancora compiuto 15 anni. Don Bosco seppe poi, in sogno, il perché di quelle ultime parole terrene del suo allievo: «È stata Maria Santissima a venire a prendermi, la mia più grande consolazione in vita e in morte. Lo dica ai suoi figli che non dimentichino mai di pregarla».
Su la Stampa, con "Macché istruzione, è una vergogna" Paola Mastrocola scrive il suo scettico punto di vista sulla riapertura delle scuole...Su Repubblica invece, il corsivo di Riccardo Luna sulle novità in casa Apple: perché la notizia è così importante? Per via del meccanismo di funzionamento dell'App Tracking Transparency.
Marcello Valente"Il calendario dell'umanità"La nostra storia raccontata giorno per giorno Dall'antichità al XX secoloIl Saggiatorehttps://www.ilsaggiatore.com/Che giorno è oggi? È il 1° gennaio 1959 e un giovane argentino entra nell'Avana liberata alla testa delle truppe rivoluzionarie. O forse è il 17 febbraio 1600 e le fiamme di Campo dei Fiori avvolgono un frate domenicano che sostiene che la Terra non sia al centro dell'universo. Macché, è il 3 agosto 1492 e tre caravelle salpano verso ovest per raggiungere le Indie, guidate da un capitano tanto visionario quanto fortunato. No, è il 25 dicembre dell'anno 800 e a San Pietro il papa incorona imperatore «sacro» e «romano» un monarca venuto dal Nord.Marcello Valente ci conduce attraverso la breve – ma movimentata – storia dell'umanità come se fosse un calendario annuale in cui ogni giorno si svolge un evento accaduto in quella data. Il suo è un percorso erratico tra luoghi ed epoche, da una battaglia campale alla morte di un grande leader, dalla nascita di una religione alla fine di una dinastia, da una rivoluzione a una restaurazione: un grande affresco che ci rivela come possa apparire il nostro passato senza confini temporali, geografici e culturali.Marcello Valente (1979) è professore di Storia greca presso l'Università di Torino. È autore di diverse pubblicazioni accademiche, tra cui I prodromi della guerra di Corinto (Edizioni dell'Orso, 2014).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Dopo dieci mesi di lotta al coronavirus, finalmente c'è il vaccino. Incubo finito? Macché: arriva la variante inglese. Cosa ne sappiamo? E siamo sicuri sia davvero peggiore rispetto al virus di Wuhan? Il successo della serie Tv Netflix «La regina degli scacchi», intanto, fa crescere in tutto il mondo la passione per il gioco più bello del mondo. E «Soul», il film Disney Pixar di Natale, sarà distribuito soltanto attraverso la piattaforma di streaming Disney+. Con buona pace dei cinema, chiusi a causa dell'emergenza sanitaria
Dopo dieci mesi di lotta al coronavirus, finalmente c'è il vaccino. Incubo finito? Macché: arriva la variante inglese. Cosa ne sappiamo? E siamo sicuri sia davvero peggiore rispetto al virus di Wuhan? Il successo della serie Tv Netflix «La regina degli scacchi», intanto, fa crescere in tutto il mondo la passione per il gioco più bello del mondo. E «Soul», il film Disney Pixar di Natale, sarà distribuito soltanto attraverso la piattaforma di streaming Disney+. Con buona pace dei cinema, chiusi a causa dell'emergenza sanitaria
Questo 2020 sta distruggendo le coppie e rendendo più difficile trovare l'amore per i single.La soluzione? Tinder?Macchè: il dottor Zito Strippoli...a meno che non vi piaccia il cioccolato, SPOILER.
L'ultimo torneo ATP della stagione prima delle Finals di Londra vede la prima affermazione in carriera di Jannik Sinner, che esplode sui media italiani ottenendo persino la diretta su Rai 2 per la finale. Si chiude in sordina la stagione WTA con il torneo di Linz vinto da Sabalenka. Come di consueto, Vanni Gibertini e Luca Baldissera rispondono alle domande dei lettori
ASCOLTA e LEGGI la favola scritta qui sotto.I MUSICANTI DI BREMA - fiaba dei Fratelli Grimm. Età consigliata 6 - 12 anni. voci narranti: Salvo Valentino e Pietro Cucuzza. voci narranti: Salvo Valentino e Pietro Cucuzza. montaggio e sound design Giuseppe Romeo #JDSdirezione Graziana Maniscalcomontaggio e sound design Giuseppe Romeo #JDSUn asino, un cane, un gatto e un gallo, divenuti vecchi e ritenuti inutili dai loro padroni, fuggono nel timore d'essere uccisi. I quattro animali si metteranno in cammino verso la città di Brema. Insieme ritroveranno il coraggio e la forza di incominciare una nuova vita da liberi. https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-tedesca/fiabe-jacob-grimm-9788858410158/ASCOLTA e LEGGI con la favola scritta qui.I musicanti di BremaUn uomo aveva un asino, che per molti anni aveva assiduamente portato i sacchi di farina al mulino; ma ora le forze lo abbandonavano e di giorno in giorno era meno atto al lavoro. Allora il padrone pensò di toglierlo di mezzo; ma l'asino s'accorse che non spirava buon vento, scappò e prese la via di Brema: là, pensava, avrebbe potuto far parte della banda municipale. Dopo aver camminato un po', trovò un cane da caccia che giaceva sulla strada, ansando come uno sfinito dalla corsa. - Be', perché soffi cosi, mastino? - domandò l'asino. - Ah, - disse il cane, - siccome son vecchio e divento più debole ogni giorno e non posso piu andare a caccia, il mio padrone voleva accopparmi, e allora me la son data a gambe: ma adesso come farò a guadagnarmi il pane? — Sai? - disse l'asino, - io vado a Brema a fare il musicante, vieni anche tu e fatti assumere nella banda : io suono il liuto e tu batti i timpani.Il cane acconsentì e andarono avanti. Poco dopo trovarono sulla strada un gatto, rannuvolato come il cattivo tempo. - Be', t'è andato qualcosa a traverso, vecchio barbitonsore? - domandò l'asino. - Si può essere allegri, se ne va di mezzo la pelle? - rispose il gatto. - Siccome invecchio i miei denti si smussano e preferisco starmene a far le fusa accanto alla stufa piuttosto che dar la caccia ai sorci, la mia padrona ha tentato di annegarmi; l'ho scampata, è vero, ma adesso è un bell'imbroglio: dove andare? — Vieni a Brema con noi: ti intendi di serenate, puoi entrar nella banda municipale.Il gatto approvò e andò con loro. Poi i tre fuggiaschi passarono davanti a un cortile; sul portone c'era il gallo del pollaio, che strillava a più non posso. - Strilli da rompere i timpani, - disse l'asino, - che ti piglia? - Ho annunciatoci bel tempo, - disse il gallo, - perché è il giorno in cui la Madonna ha lavato le carnicine a Gesù Bambino e vuol farle asciugare; ma domani, che è festa, ci saranno ospiti, e la padrona di casa, senza misericordia, ha detto alla cuoca che vuol mangiarmi lesso; e così stasera devo lasciarmi tagliare il collo. E io grido a squarciagola, finché posso. - Macché, Cresta-rossa, - disse rasino, - vieni piuttosto con noi, andiamo a Brema; qualcosa meglio della morte lo trovi dappertutto; tu hai una bella voce e, se faremo della musica insieme, andrà benone —.il gallo accettò la proposta e se ne andarono tutti e quattro.Ma non potevano arrivare a Brema in un giorno e la sera giunsero in un bosco, dove stabilirono di pernottare. L'asino e il cane si sdraiarono sotto un albero alto, il gatto e il gallo salirono sui rami, ma il gallo volò fino in cima, dov'era più al sicuro. Prima di addormentarsi, egli guardò ancora una volta in tutte le direzioni; gli parve di vedere in lontananza una piccola scintilla e gridò ai compagni che non troppo distante doveva esserci una casa, perché splendeva un lume. Disse l'asino: — Allora mettiamoci in cammino e andiamo, perché qui l'alloggio è cattivo -. Il cane pensava che un paio d'ossa con un po' di carne gli avrebbero magari fatto bene. Perciò s'avviarono verso quel lume e ben presto lo videro brillare più chiaro e sempre più grande, finché arrivarono a una casa ben illuminata dove abitavano i briganti.L'asino, che era il più alto, si avvicinò alla finestra e guardò dentro. - Cosa vedi, Rabicano? - domandò il gallo. - Cosa vedo? - rispose l'asino: - una tavola apparecchiata con ogni ben di Dio e attorno i briganti che se la spassano. - Farebbe proprio al caso nostro, - disse il gallo. - Si, si, ah, se fossimo là dentro! — disse l'asino. Allora gli animali tennero consiglio sul modo di cacciar fuori i briganti, e alla fine lo trovarono. L'asino dovette appoggiarsi alla finestra con le zampe davanti, il cane saltare sul dorso dell'asino, il gatto arrampicarsi sul cane; e infine il gallo si alzò a volo e si posò sulla testa del gatto. Poi a un dato segnale cominciarono tutti insieme il loro concerto: l'asino ragliava, il cane abbaiava, il gatto miagolava e il gallo cantava; poi dalla finestra piombarono nella stanza facendo tintinnare i vetri. A quell'orrendo schiamazzo i briganti saltarono su, credendo che entrasse uno spettro, e fuggirono atterriti nel bosco. I quattro compagni sedettero a tavola, si accontentarono di quel che era rimasto e mangiarono come se dovessero patir la fame per un mese.Quando ebbero finito, i quattro musicanti spensero la luce e si cercarono un posto da dormire a loro agio, ognuno secondo la propria natura: l'asino si sdraiò sul letamaio, il cane dietro la porta, il gatto sulla cenere calda del camino e il gallo si posò sulla trave maestra; e stanchi com'erano per la lunga strada, s'addormentarono subito. Passata la mezzanotte, i briganti videro da lontano che in casa non ardeva più nessun lume e che tutto pareva tranquillo; il loro capo disse: - Non avremmo dovuto lasciarci spaventare, -e mandò uno a esplorare la casa. L'inviato trovò tutto tranquillo, andò ad accendere un lume in cucina e, scambiando gli occhi ardenti del gatto per carboni accesi, ci accostò un fiammifero, perché prendesse fuoco. Ma il gatto se l'ebbe a male e gli saltò in faccia, sputando e graffiando. Atterrito, egli tentò di fuggire dalla porta di dietro, ma là era sdraiato il cane, che saltò su e gli morse la gamba: e quando quegli attraversò di corsa il cortile, mentre passava davanti al letamaio, l'asino gli diede un bel calcio con la zampa di dietro; ma il gallo, che si era svegliato al baccano, strillò tutto arzillo dalla sua trave: - Chicchirichì! —Allora il brigante tornò dal capo, correndo a piu non posso, e disse: - Ah, in casa c'è un'orribile strega, che mi ha soffiato addosso e mi ha graffiato la faccia con le sue lunghe dita; e sulla porta c'è un uomo con un coltello, che mi ha ferito alla gamba; e nel cortile c'è un mostro nero, che mi s'è scagliato contro con una mazza di legno; e in cima al tetto il giudice gridava: « Portatemi quel birbone! » Allora me la diedi a gambe -. Da quel giorno i briganti non si arrischiarono più a tornar nella casa, ma i quattro musicanti di Brema ci stavano così bene, che non vollero più uscirne. E a chi per ultimo l'ha raccontata - ancor la bocca non s'è sfreddata.#VOCIFERO - Podcast di Narrazioni Sonore Digitali di letterature - è prodotto da C.T.S. Centro Teatrale Siciliano - ©2021vocifero - con il supporto di #RØDESegui i nostri podcast ai link:https://www.spreaker.com/show/vocifero-audio-raccontihttps://www.spreaker.com/show/guy-de-maupassant-novellehttps://www.centroteatralesiciliano.it
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5678CARI ''GRETINI'', LE IMPROVVISE GELATE PRIMAVERILI (SOPRATTUTTO IN MAGGIO) SONO SEMPRE ESISTITE di Rino CammilleriIn questi giorni abbiamo assistito a un abbassamento delle temperature notevole e «fuori stagione». Non ci sono più le mezze stagioni, signora mia? Cambiamenti climatici? Riscaldamento globale (anche se fa freddo, si sa, è colpa del global warming)? Impatto antropico? Inquinamento atmosferico prodotto dalle esalazioni industriali dei Paesi capitalisti e perciò consumisti? Eccesso di flatulenze bovine, ovine e suine (chissà perché non canine e feline, dato lo spropositato numero di pets esistente nei Paesi ricchi) per via dello smodato consumo di carne? Macché, gretini.Sappiate che il fenomeno delle improvvise gelate primaverili fuori programma (soprattutto in maggio) è sempre esistito. Temutissimo dai contadini, specialmente in epoche in cui l'agricoltura era tutto, era posto sotto il patrocinio di quattro Santi, detti appunto «Santi del ghiaccio», le cui feste ricorrevano in maggio: san Mamerto (vescovo di Vienna, 11 maggio), san Pancrazio (martire romano, 12 maggio), san Servazio (vescovo di Tongeren, 13 maggio), san Bonifacio (martire di Tarso, 14 maggio) e santa Sofia (martire romana, 15 maggio). Cosa possa accadere in maggio i coltivatori lo sanno benissimo, tant'è che abbiamo visto ai tg le centinaia e centinaia di «torce» accese dai vignaioli del Norditalia in mezzo ai filari per non far scendere la temperatura sotto lo zero.Analogo rimedio si vede impiegato nel film Il profumo del mosto selvatico (1995) con Keanu Reeves, Anthony Quinn e il nostro Giancarlo Giannini. La tradizione dei Santi del Ghiaccio risale a ben prima della riforma gregoriana del calendario, perciò i giorni «del gelo» non sempre coincidono alla perfezione con le feste di quei quattro Santi. Ma soprattutto nell'Europa del Centro-Nord, maggiormente a rischio, questi Santi hanno dato origine a proverbi tutt'ora di uso comune, anche se i più non ne conoscono l'origine.La Kalte Sophie (la «gelida Sofia») dei tedeschi è ormai un modo di dire che nessun tedesco comprende. Ma questi Santi, e i loro giorni, hanno la loro versione inglese (Ice Saints), croata (Ledeni Sveci), olandese (Ijsheiligen), svedese (Järnnätter, «notti di ferro»), ungherese (Fagyosszentek), tedesco (Eismänner ), francese (Saints de Glace) e nelle diverse lingue svizzere. E anche i polacchi e gli austriaci li conoscono bene, questi Santi, e il motivo della loro particolare venerazione. E guardate questo proverbio dello Yorkshire riportato anche da Wikipedia: «Chi tosa la sua pecora prima del giorno di San Servazio, ama la lana più della sua pecora» (He who shears his sheep before St Servatius' Day loves his wool more than his sheep). Eggià, pure l'allevatore deve stare attento ai giorni dei Santi del Ghiaccio. Da prima della rivoluzione protestante e da prima dell'ecologismo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5675LA POLEMICA CONTRO I LIBRI ''FASCISTI'' AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO di Rino CammilleriL'attuale polemica sul Salone del Libro di Torino, polemica innescata dalla scelta del comitato (di salute pubblica) presiedente lo stesso di non ammettere libri ed editori «fascisti», può stupire forse i giovani e i non addetti ai lavori, ma non gli scafati di lungo corso. Alla fine (ingloriosa) dell'ultima guerra l'Italia ebbe la ventura di ritrovarsi con due politici, due soli, con la levatura di statisti, De Gasperi e Togliatti.Togliatti, che sapeva bene come erano state decise le cose a Yalta, volle per sé l'apparentemente secondario ministero della Giustizia. Intanto riesumava la dottrina gramsciana della conquista del potere tramite la cultura. Dottrina di lungo, lunghissimo respiro, ma il comunismo era (è) una religione secolarizzata, e le religioni fanno i loro calcoli avendo come misura l'eternità.Non così i democristiani, che preferirono mettere le mani sui ministeri che gestivano, qui e adesso, i soldi. Forse non potevano fare diversamente, visto che i soldi erano americani (Piano Marshall) e c'era un Paese da ricostruire. Il guaio è che continuarono così anche dopo, lasciando la voce «cultura» praticamente nelle mani del Pci. Fu così che, quando la prima generazione che non aveva visto la guerra si affacciò sulle scene, fu il Sessantotto.Attraverso i circoli Arci che coprivano tutto, dalla musica pop al cinema, e grazie a veri e propri «agenti di influenza» piazzati nei posti chiave dei gangli culturali, poterono plagiare un intero popolo e seminare le uova di drago per ulteriori «conquiste di civiltà». La «gioiosa macchina da guerra» del partito-chiesa fu inceppata in extremis prima da Craxi e poi da Berlusconi. Per i quali si ricorse ad altri mezzi.Nel romanzo del dissidente sovietico Vladimir Volkoff, Il montaggio, il protagonista viene fatto assumere da un'importante casa editrice francese alla sezione saggistica. Che cosa deve fare? Quando si presenta qualche opera che documenta i misfatti del comunismo lui suggerisce all'autore di dire «stalinismo», assicurandolo che così avrà un maggiore pubblico. Tutto qui. In tal modo, però, i misfatti non sono più intrinseci alla filosofia marx-leninista, ma solo deviazioni di un tiranno asiatico.Al tempo del primo governo Berlusconi, l'allora senatore Dell'Utri convocò a Firenze cinquecento intellettuali di orientamento conservatore. Tra cui io. Quando toccò a me prendere la parola feci presente che se non si contrastava la sinistra sul piano culturale sarebbe stata solo questione di tempo prima di soccombere. Macché. Il «partito di plastica» berlusconiano era composto di ex democristiani ed ex socialisti, abituati da sempre al corto respiro. Si è visto come è andata a finire.Oggi, dal Salone del Libro vengono emarginati anche editori come Giubilei Regnani, attento al mondo conservatore anglosassone: «Fascista». O una biografia di Salvini («fascista» per definizione) di un editore vicino a Casa Pound. L'antifascismo è un mito che viene tenuto artificialmente in vita per giustificare l'esistenza di chi ha perso tutti i treni della storia. Ed è essenziale, vitale per gli interessati mantenerlo sempre vivo, buttando via via ramoscelli nella brace affinché mai si estingua. La sinistra ex marxista ha perso tutto, e perde pure le elezioni. Deve perciò continuamente legittimarsi agli occhi della gente come sempre vigile guardiana di un «pericolo» vecchio di settant'anni e sempre a rischio di cadere nel dimenticatoio. In attesa che anche in Italia prenda piede nelle teste la filosofia liberalamericana, che da noi stenta ad attecchire e che gli orfani di Marx sono stati costretti ad adottare.I partigiani sono tutti morti di vecchiaia, ma la loro Associazione è sempre egemone come guardiana della memoria, e coi soldi di tutti. Così, come le decine di istituti di storia della Resistenza, denunciati a suo tempo da Romolo Gobbi nel suo Il mito della Resistenza. L'autore, che pure era di sinistra, è da allora sparito dalla carta stampata.I Saloni del Libro e le altre kermesse «culturali» servono a questo. Il bello è che le descritte strategie sono sotto gli occhi di tutti e si svolgono en plein air. Ma nemmeno i preti lo hanno mai capito. Anzi, nelle loro librerie ed editrici fanno lo stesso.
Dopo un poco soddisfacente esame di statistia, Luca e Federico rispondono alle domande di Domenico, Marco e Michele, per poi parlare di feed RSS, auricolari bluetooth e applicazione che trasformano in musica una foto.