Podcasts about pensava

  • 124PODCASTS
  • 175EPISODES
  • 30mAVG DURATION
  • 1EPISODE EVERY OTHER WEEK
  • Feb 18, 2025LATEST

POPULARITY

20172018201920202021202220232024


Best podcasts about pensava

Latest podcast episodes about pensava

Storie Sotto Le Stelle Podcast
Su Una Panchina In Attesa Del Treno (Letto In Italiano) | Storie Sotto Le Stelle Podcast | Storie Brevi Per Bambini E Giovani Di Cuore

Storie Sotto Le Stelle Podcast

Play Episode Listen Later Feb 18, 2025 16:15


SU UNA PANCHINA IN ATTESA DEL TRENOAlla Stazione del Paese, sotto una lunga pensilina di legno, rotaie d'acciaio a destra e a sinistra permettevano ai treni di sfrecciare velocissimi. Ma ogni tanto, alcuni si fermavano e ripartivano senza esitazione, dopo aver fatto scendere e salire i passeggeri.Il nonno aveva promesso più volte al nipote di portarlo a visitare la stazione ferroviaria vicino a casa, ed era proprio lì, in piedi sul marciapiede accanto a lui, che per la prima volta aspettava l'arrivo di un treno. Dopo qualche minuto si sentì un campanello seguito dall'annuncio dell'arrivo.“Treno numero 75265 in arrivo sul binario 2. Viene da quel posto per andare in quell'altro. Fate attenzione e salite se è il vostro. Aspetta poco perché è in ritardo, tanto per cambiare...”Dopo poco, la locomotiva si avvicinò rapidamente e, rallentando, arrivò di fronte a loro in un attimo.Il bambino non aveva mai visto nulla di così impressionante. Aggrappandosi ai pantaloni del nonno, si nascose e urlò:“Aiuto, aiuto, aiuto!”Ai suoi occhi il treno appariva come un gigante di ferro, decorato con strani disegni e incredibilmente misterioso. Una macchina viaggiante su rotaie. Un lungo serpente meccanico, veloce come una saetta: impressionante e sconosciuto, ma allo stesso tempo affascinante.I passeggeri in arrivo scesero dalle porte aperte dei vagoni, e quelli pronti per la partenza salivano subito dopo. Altri andavano avanti e indietro con il loro bagaglio, controllando gli orari sui tabelloni luminosi e montando sul treno che li avrebbe portati dove desideravano.“Forse non è un mostro come sembra. Gli adulti non hanno paura come me.”Pensava il bambino, facendosi coraggio e guardando il nonno, che gli sorrideva prendendolo per mano. Rimasero per un po' alla stazione, seduti sulla panchina a guardare i treni passare, il capostazione che fischiava e la gente che andava e veniva.Sul tramonto, il nonno comprò due gelati alla fragola e pistacchio dal bar della stazione e, gustandoseli, si incamminarono felici verso casa. Alcuni giorni dopo era il compleanno del nipote. Il nonno non aveva avuto dubbi sul regalo. Tornarono alla stazione e, una volta procuratisi due biglietti, gli disse:“Adesso sei abbastanza grande per viaggiare, quindi partiamo per questa tua prima avventura. E vedrai quante ne vivrai quando diventerai grande.”I biglietti erano piuttosto particolari. Infatti, quando il nonno aveva fatto presente che erano per il primo viaggio del nipotino, l'impiegato allo sportello chiamò il Capo Stazione che, una volta aggiornato sulla situazione, tirò fuori dal taschino due biglietti colorati con scritto sopra:Destinazione: Stazione Fine Della CorsaTreno Numero 18674Validi per Andata e RitornoBinario: 2 e 1/2, quasi 3Validi se c'è il sole, piove, nevica, o tira ventoPopcorn e souvenir ricordo inclusi“Boh, che strano.”Pensò il nonno, grattandosi la testa sotto il cappello.“Ma come tutti sanno bene, del Capo Stazione ci si può fidare.”Quindi prese per mano il nipotino e si incamminarono verso il Binario 2 e 1/2, quasi 3.Alcune panchine erano occupate da passeggeri in attesa, ma una era libera e così si sedettero l'uno vicino all'altro. L'emozione vibrava nell'aria come stormi di uccelli migranti verso terre lontane, e l'immaginazione per l'avventura che stava per iniziare cominciò a prendere forma, mentre un venticello leggero sfiorava i loro volti.Il treno era in arrivo!Un fischio, uno stridio dei freni mentre la locomotiva rallentava, e poi il ronzio dei motori. L'annuncio vocale confermò l'arrivo e la destinazione esatta:“Attenzione, attenzione, Treno Numero 18674 in stazione. Partenza imminente per destinazione: Stazione Fine Della Corsa. Tempo incerto durante il viaggio, ma va bene così perché tanto non ci si può far niente. Popcorn caldi e croccanti serviti per tutta la durata del viaggio.”Una volta fermatosi completamente, le portiere si aprirono con un lieve cigolio. Nessuno scese, ma salirono molte persone e in poco tempo tutti i sedili furono occupati, tranne uno in fondo al vagone, dove il nonno si accomodò e il nipote, seduto sulle sue ginocchia, si sentiva al sicuro.Il bambino osservava con attenzione tutto ciò che lo circondava. Nel vagone, alcuni sedili erano girati in avanti ed altri indietro.“Quali seguivano la direzione giusta?”Si chiese per un secondo, ma immediatamente con la sua creatività e fantasia, iniziò a trasformare i viaggiatori in pedine su una scacchiera, pronte per un gioco immaginario.C'era un uomo molto alto e grosso in piedi, all'inizio del vagone, con barba lunga e capelli scuri.“Ecco un orco!”Vicino a lui, una donna paffuta e con lineamenti marcati.“Sicuramente è la signora orca.”Al centro del vagone, una ragazza bionda con occhi celesti intenta a leggere sul telefonino.“Ecco una principessa!”Un uomo super tatuato, con tre orecchini per ogni orecchio e storie incise sulla pelle, aveva un'aria da chi ne ha viste di tutti i colori.“Ecco un esploratore!”Un po' più indietro, una ragazza con un cappello di paglia in testa, grande quasi da coprirle il volto, un abito leggero e braccialetti che le adornavano i polsi:“Ecco una turista!”“Come era possibile collegare in una storia tutti quei personaggi fra di loro così diversi?”Si stava chiedendo mentre il treno iniziò a sbuffare sempre più forte, attraversando pianure, gallerie e colline, finché la voce dell'altoparlante annunciò:“Attenzione, attenzione, il treno è in arrivo alla Stazione Fine Della Corsa. Invitiamo tutti i passeggeri a prepararsi alla discesa.”Un rallentamento, poi una frenata leggera, fino a fermarsi.“Wow! Stupefacente!”Le porte del treno non si aprirono, ma le pareti laterali scesero fino a terra, permettendo ai viaggiatori di camminare direttamente sul marciapiede.Una leggera foschia oscurava la visuale della stazione, ma il gruppo sceso dal treno fu inebriato da un odore di prelibatezze tostate e zucchero filato. Seguendo la dolce scia profumata, raggiunsero una grande piazza con al centro una statua dalla cui bocca gigantesca uscivano getti d'acqua e, tutto intorno, un giardino fantastico.Quando la nebbia si dissolse completamente, uno stormo di pappagalli dai colori brillanti e chiacchierini apparve dal nulla e iniziò a volteggiare. Poi, ad un tratto:“Che sorpresa, guardate chi c'è!”Esclamarono tutti in coro.Mary Poppins, in bicicletta e con il suo inseparabile ombrello, stava pedalando nel giardino.“Perché sei qui?”Chiesero i pappagalli, curiosi e furbetti.“Sono qua a raccogliere, nell'ombrello rovesciato, i desideri dei bambini. Poi i miei amici spazzacamini li riconsegneranno alle loro case, trasformati magicamente in sogni pronti per essere realizzati.”“Craa, craa, anche noi abbiamo un desiderio: volare intorno al mondo senza meta e senza fretta.”“Bene, bene,” rispose Mary Poppins. “Qual è il vostro indirizzo per la consegna dei sogni?”I pappagalli, facendo il girotondo, cantarono:“Craa, craa, la via che non c'è, nella casa invisibile al numero senza numero! Ciao, ciao, Mary Poppins, noi siamo liberi, craa, craa, andiamo a sognar.”Mary sorrise, salutò i pappagalli e se ne andò pedalando.Nel giardino fantastico c'erano bancarelle cariche di dolciumi, giostre per tutte le età, giocattoli incantati sparsi intorno e un carretto delle meraviglie pieno di libri magici che si sfogliavano sfiorandoli con il solo pensiero. C'era anche un albero parlante, con i rami piegati verso il basso, che raccontava fiabe e regalava frutti speciali e succosi da gustare.I pappagalli, svolazzando qua e là, facevano da guide un po' distratte, accompagnando i viaggiatori a destra e a sinistra. Un piccolo gruppo stava seguendo l'uomo che sembrava un orco.Camminava determinato con il suo valigione ed era seguito dalla moglie, che portava una borsa mezza aperta, da cui sbucavano cianfrusaglie di ogni tipo. Dietro di loro c'erano l'esploratore, la principessa dagli occhi azzurri e infine la turista con il cappello di paglia.Guidati dai pappagalli, si dirigevano verso una strana costruzione in fondo alla piazza, ma mentre si avvicinavano si accorsero che era un vecchio teatro trascurato e decadente. Sembrava fuori moda, ma con dettagli architettonici affascinanti. Un odore di polvere e legno antico usciva dal portone socchiuso, contribuendo all'atmosfera particolare del luogo.I cinque strani personaggi non erano altro che attori, pronti ad esibirsi in uno spettacolo di sorprese, illusioni e meraviglie. L'ingresso era libero.Nel teatro, una musica in sottofondo, che si sentiva anche da fuori, li accompagnò fino al palco.L'incanto del luogo e la curiosità spinsero anche tutti gli altri viaggiatori, compreso il nonno e il nipote, ad entrare per assistere a uno spettacolo inaspettato.Non fecero in tempo a prendere posto sulle poltrone consumate dal tempo, che all'improvviso apparvero colombe bianche svolazzanti sopra le loro teste.L'orco si rivelò essere in realtà un mago che, in un batter d'occhio, cambiava i suoi abiti di scena: un solo movimento, un soffio, e pluff! ne indossava un altro e poi un altro ancora.Ai lati del palco, un gioco di specchi trasformava alcuni oggetti in forme contorte, mentre carte nascoste nelle poltrone degli spettatori apparivano e sparivano, mescolandosi magicamente. Ma l'abilità del prestigiatore creava l'illusione d'indovinare sempre la carta scelta dagli spettatori.All'improvviso, come per incanto, apparvero la principessa e l'esploratore. Al loro seguito, scintille di fuoco a forma di stelle invasero il teatro.“Che spettacolo, che meraviglia!”Il palco si illuminò completamente ed il mago, facendo vibrare in aria la sua bacchetta magica, come un direttore d'orchestra, dette vita ad una musica da ballo. Era un valzer e, al suo ritmo, i due attori, ora divenuti ballerini, iniziarono a danzare sulle note. Guidati dal mago, lievitarono in aria facendo acrobazie.Nel frattempo, la moglie del mago, che era un po' maga anche lei, nel centro del palcoscenico aprì la sua borsa di cianfrusaglie e ne uscirono fuori palle, cerchi, birilli. La turista apparve al suo fianco e insieme diedero il via a uno spettacolo di giocoleria a ritmo di musica.Sul finire del valzer, sia i ballerini che i giocolieri svanirono in una nuvola di fumo e luci ed, incredibilmente, anche il palco diventò invisibile.Gli spettatori trattennero il fiato increduli e meravigliati, applaudendo e sorridendo, mentre il Mago Orco ringraziava il pubblico con un inchino.Lo spettacolo si era concluso.Stupefatti ed increduli, i viaggiatori uscirono dal teatro, ma la magia continuò anche durante il loro cammino verso la stazione.Il paese era tutto un incantesimo ed il nipote e il nonno ne erano al centro, protagonisti inaspettati di un'avventura senza tempo. Tanto era grande la meraviglia, che non sapevano neppure da quanto fossero lì.Guidati dai pappagalli svolazzanti, raggiunsero di nuovo la piazza principale insieme a tutti gli altri passeggeri. Dalla stazione, non lontana, segnali luminosi avvisavano della partenza imminente del treno 18674.“Attenzione, attenzione, il Treno numero 18674 è arrivato in stazione. Partenza imminente per destinazione: Stazione di Ritorno. Tempo ancora incerto ma non ci si preoccupa. Popcorn caldi, cartoline di ricordo e bacchetta quasi magica inclusi nel costo del biglietto.”Mentre i viaggiatori salivano a bordo, i pappagalli vibravano nell'aria in segno di saluto, poi volarono via verso l'orizzonte insieme a Mary Poppins.Il treno si mosse lentamente, senza scosse. Dai finestrini, i passeggeri vedevano il paese allontanarsi mentre i vagoni si immergevano di nuovo nella nebbia.In un batter d'occhio, erano già tornati al punto di partenza: la piccola stazione del paese.Era un tardo pomeriggio estivo e i viaggiatori scesero uno dopo l'altro, ancora stupefatti per quel viaggio inaspettato. Tutti bisbigliavano tra loro, scambiandosi impressioni su ciò che avevano vissuto.Il nonno e il nipote decisero di fermarsi a prendere un gelato prima di tornare a casa. Si avvicinarono al bar della stazione e, senza esitazione, ordinarono due coni con i loro gusti preferiti: fragola e pistacchio.Appena presero il gelato, si voltarono verso i binari e rimasero senza parole. Il treno che li aveva accompagnati non c'era più. Ma non solo: anche tutti gli altri viaggiatori erano svaniti nel nulla, senza lasciare alcuna traccia.Da dietro la colonna con l'orologio, il Capo Stazione, con la sua borsetta a tracolla e la paletta in mano, alzò la testa e, con un cenno di saluto, sollevò il cappello sorridendo. Poi si incamminò fischiettando lungo il marciapiede deserto.Il nonno e il bambino lo salutarono con entusiasmo, poi si presero per mano. Mentre gustavano il loro gelato alla fragola e pistacchio, parlavano felici di quella straordinaria avventura.Sembrava quasi fosse stato un sogno.Ma si sa, realtà e fantasia si prendono spesso per mano.Proprio come il nonno e il bambino, mentre camminavano verso casa, immersi nei colori dorati del tramonto. Each story is currently written and narrated in both Italian and English.The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!If you like it, make sure to tell your friends, family, and teachers, and subscribe to this podcast to stay updated. You'll be able to read or listen to new stories as soon as they become available. Visit us On The Official Website https://www.storiesottolestelle.com/

Inédita Pamonha
#PartiuPensar 151 – O que pensava Anaximandro

Inédita Pamonha

Play Episode Listen Later Feb 11, 2025 26:15


Neste podcast: Clóvis de Barros avança na reflexão sobre a Escola Jônica, desta vez aprofundando-se no pensamento de Anaximandro.

FILA A NANNA! - Fiabe della Buonanotte
332 LE CORAGGIOSE - Un bosco in pericolo

FILA A NANNA! - Fiabe della Buonanotte

Play Episode Listen Later Feb 3, 2025 13:20


Il 10 dicembre 1997, all'età di ventitré anni, Julia Butterfly Hill si arrampica in cima a una sequoia per protestare contro l'abbattimento della foresta. Pensava di rimanervi solo qualche settimana, invece finì col passare ben due anni su una piccola piattaforma a cinquantaquattro metri d'altezza, prima di raggiungere un accordo che evitò il taglio dell'albero dove si trovava e di quelli dell'area circostante.Testo e voce: Alice De BaccoProduzione: Fondazione TRGTecnico di registrazione: Mattia MontiProgetto e montaggio a cura di Claudia MartoreAUDIO CREDITS:Free music for non-commercial use from Fesliyan Studios

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
#020 Il mercante – Come pensava un uomo nel medioevo? – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2011)

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Feb 2, 2025 57:38


Dino Compagni era un mercante che fu sorteggiato per avere una responsabilità di governo a Firenze. Il professor Barbero ci racconta la Firenze dell'epoca attraverso gli occhi di un uomo del popolo.Festival della Mente: https://festivaldellamente.itOriginale Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=i-7jq0X6FDcTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
#020 Il mercante – Come pensava un uomo nel medioevo? – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2011)

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Feb 2, 2025 57:38


Dino Compagni era un mercante che fu sorteggiato per avere una responsabilità di governo a Firenze. Il professor Barbero ci racconta la Firenze dell'epoca attraverso gli occhi di un uomo del popolo.Festival della Mente: https://festivaldellamente.itOriginale Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=i-7jq0X6FDcTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Emissão Especial
Lage fala em áudio "fora de contexto" e pede união

Emissão Especial

Play Episode Listen Later Jan 26, 2025 19:56


"Pensava que era uma conversa privada". Ouça aqui as explicações de Bruno Lage sobre o polémico áudio em que conversa com adeptos. O treinador garante que existe "confiança mútua" com a direção.See omnystudio.com/listener for privacy information.

O Bom, o Mau e o Vilão
O almirante percebe mais disto do que se pensava

O Bom, o Mau e o Vilão

Play Episode Listen Later Dec 17, 2024 6:12


Gouveia e Melo (que sai mais cedo da Marinha), Pedro Nuno Santos (que falou sobre Saúde) e o governo da Madeira (que não pode ter cinco arguidos) são o Bom, o Mau e o Vilão. See omnystudio.com/listener for privacy information.

Convidado
Marias de Abril: As vozes silenciadas na luta pela liberdade

Convidado

Play Episode Listen Later Dec 4, 2024 31:22


A exposição "Marias de Abril: o cravo no feminino" é inaugurada esta quarta-feira, 4 de Dezembro, na Casa de Portugal André de Gouveia, na cidade universitária de Paris. O vernissage junta a artista plástica Melanie Alves e a cantora A Garota Não, nome artístico de Cátia Oliveira. A exposição homenageia mulheres que resistiram à ditadura do Estado Novo, muitas vezes esquecidas pela história, incluindo pintura, instalações, bordados ou ainda cerâmicas. RFI: Como é que surge este encontro entre os vossos trabalhos?Melanie Alves: Eu acho que é quase o destino. Quando começámos a falar com a Maison du Portugal acerca de fazer uma exposição, e com o aniversário dos 50 anos do 25 de Abril, comecei a ver que não havia vozes de mulheres. A história era sempre contada no masculino. Eram sempre generais, políticos,  polícias, o ditador. Quando comecei a procurar, achei que fazia todo o sentido fazer esta homenagem a mulheres e retirá-las da sombra. Dizem que atrás de um grande homem está sempre uma grande mulher. Comecei a questionar onde é que estavam as grandes mulheres. Sinto que há uma grande ligação com a Cátia, admiro imenso o trabalho dela - ela sabe-o e para mim é importante contar histórias, tentar mexer com as pessoas, tentar mostrar a importância e a valorização da vida humana e neste caso das mulheres, fazer realmente com que haja outras perspectivas, outros pensamentos ou unir comunidades. E sinto que a Cátia fala disto muito bem nas suas canções.Cátia, como recebeu este convite por parte da Melanie?Cátia Oliveira: Tenho de confessar logo à partida que não conhecia de todo a obra da Melanie, muito infelizmente, mas cheguei, como se diz; tarde, mas com muita vontade. Este e-mail da Melanie e da sua produtora fez-me sentir muito lisonjeada. Não é a minha primeira vez em Paris, mas é a primeira vez em Paris no sentido em que vim convidada para trabalhar. Depois lisonjeou-me sobretudo a ideia de poder fazer parte de um encontro que também a mim me significava muito. Não era a ideia de só vir dar um pequeno concerto em Paris. Não era esse o deslumbre, mas era a ideia de vir participar num encontro onde as peças, a ideologia por detrás das peças, a preocupação ambiental, a preocupação activista com o papel da mulher no que é que foi e no que é agora e no que nós queremos que seja agora o papel da mulher.Depois de perceber o percurso da Melanie porque eu também sou um bocadinho exigente com as parcerias que faço, e não tem nada a ver com vaidade, mas com a ideia de precisar de perceber se o nosso encontro vai ser um encontro de almas. Não tem a ver com estatuto ou não ter estatuto. Pode ter começado agora, mas se tem a ideia, se tem a beleza do que quer passar, se me faz sentido, se tem intenção, para mim está tudo bem. Quando fui um bocadinho ao passado da caminhada artística que a Mélanie tem feito, percebi que ela também tem este trabalho muito envolvido com o trabalho social, com esta matriz transformadora do tempo. Um dos projetos que me tocou, que ela tinha feito anteriormente, foi um trabalho grande com mulheres reformadas, com um projecto sobre a terceira idade.Melanie: O projecto As vozes da Avó.Cátia: Esta consciência e este desejo de fazer um trabalho artístico e consequente. Esta parte para mim é que é a ponte que nos faz trabalhar em conjunto aqui em Paris. Depois há uma coisa muito curiosa: num mundo tão imenso e a Melanie é misturada, todos somos, mas ela poderá falar disso melhor, mas viveu muito tempo fora de Portugal, mas somos curiosamente da mesma cidade, Setúbal, que é a coisa curiosa. Temos a mesma idade....Melanie: Temos a mesma idade, somos da mesma cidade, provavelmente até temos as mesmas referências de crescer lá da zona. Dou por mim a pensar que nos cruzamos nos sítios sociais, não no Liceu, mas se calhar nos sítios de convívio. É muito interessante. O destino tem destas coisas.Parte destas oito mulheres que tomaram a palavra a dada altura na História. Estas mulheres representam aquelas que não puderam fazê-lo?Melanie: Com a escolha destas mulheres, tentei demonstrar que no mundo de hoje estamos todos em correria, estamos todos demasiado estimulados pela tecnologia, pelos media, pelas redes sociais e tudo mais, estamos cada vez mais individualistas e estamos a perder o toque humano. Estamos a desvalorizar a vida humana.Acho que ainda há muitas grandes mulheres para saírem da sombra do Estado Novo. Estas foram as que mais tocaram, que mais me intrigaram por certos detalhes, mas o que acho que é importante realçar é que, cada uma à sua maneira, directa ou indirectamente, mais ou menos conhecida, cada uma tem a sua história com valor e importância. Não é só a escritora mais conhecida ou a poeta mais impactante, que realmente tem uma história importante para ser contada.Temos o caso de, por exemplo, da Conceição Ramos, cuja história é pouco conhecida. Ela foi praticamente a vida toda criada de serviço, antes disso trabalhou no campo, desde os 14 anos. No entanto, foi tentando perceber como ajudar, foi encontrando a sua comunidade até na sua paróquia, na igreja e fundou o Sindicato do Trabalho Doméstico. Não estamos a falar de uma pessoa que foi à faculdade, que estudou, que tinha influências a nível familiares, ou seja o que for, não: ela disse basta! E defendeu que ser criada de serviço é um trabalho que decidiu fazer, um trabalho digno...Cátia: Um trabalho com horários e que não implica extras sexuais.Mélanie: Exactamente! Com direitos, defendendo que tinha de haver regras e respeito. Hoje em dia ainda se vê muito isto, infelizmente. Mas é preciso perceber, para o motor gigante do mundo consiga rodar a 24 horas, que todos os trabalhos são importantes; desde a empregada doméstica até ao Presidente da República.No vosso trabalho vocês também dizem basta?Cátia: Dizemos todos os dias. Posso falar com mais propriedade sobre a música e menos das artes plásticas ou de outro sector das artes. Sinto que enquanto música, para ser a música que quero ser, abdico de muita coisa. Também digo que não a muita coisa e isso faz com que as consequências a seguir sejam que haja menos disponibilidade para nos receber, menos visibilidade dada ao trabalho. Fala-se do assédio sexual no cinema, por exemplo, mas também na música. Isto é muitíssimo sentido.Começa a falar-se e, mais recentemente, no jazz português...E o jazz português é um exemplo tristíssimo porque é uma coisa muito mais transversal a qualquer género porque aquilo não é só na casa do jazz. Nós vamo-nos conhecendo enquanto artistas, vamos marcando uma espécie de identidade. É o que tenho de fazer. Muitas vezes é preciso perceber que não quero tocar no Festival X porque aquele festival, para mim, não cumpre nenhum papel cívico, consciente, constructivo, transformador, alargador de consciência.As ligações de que falava no início da entrevista?Sim, claro. Porque determinado evento é patrocinado por pelo banco Y ou pela gasolineira tal. Eu até posso ir a esse festival, mas é importante que eu diga nesse festival que a gasolineira tal me envergonha enquanto cidadã, pelos lucros multimilionários que têm anualmente num país que está a viver com tantas dificuldades e tantas misérias. Depois percebo que isto há de ter consequências.Tem consequências?Sim. Esse festival, por exemplo, a que me refiro, duvido que mais algum dia me convidem para fazer um concerto, mas fico muito mais tranquila se pensar que cumpri o meu papel de artista. Para mim, ser artista tem que ter algum papel de transformação e de provocação.Neste ano em que se assinalam 50 anos de liberdade em Portugal, o que significa para vocês a palavra a liberdade?Melanie: Tenho assim, como se diz em inglês mixed feelings, por um lado, dou graças às mulheres e homens que lutaram, que foram oprimidos, que foram agredidos, que lutaram por nós para pavimentar o nosso caminho, para nós podermos sentir que somos livres hoje. Por outro lado, às vezes sinto-me um bocado desiludida. Sinto-me desiludida de termos que continuar a falar sobre igualdades. Sinto-me um bocado desiludida de sentir que quando estamos a falar de igualdade de direitos estamos a falar de igualdade de direitos perante homem e mulher. Mas eu estou a falar de igualdade perante; empregada doméstica e político. Percebemos que as coisas são diferentes e que isto é tudo muito complexo. Tudo bem que as coisas têm hierarquias diferentes, mas eu acho que há um grande basta: Como é que falamos sobre liberdade e, no entanto, vemos situações no nosso país, em Portugal, de pessoas por causa de taxas, por causa de inflação, seja por que razão, perdem empregos, não podem pagar rendas. Ainda há uma situação muito complexa e sinto-me desiludida por não estar resolvida, passados 50 anos.Cátia, sente que ainda hoje, o impacto da censura e das desigualdades do Estado Novo se refletem nas nossas gerações, 50 anos depois?Cátia: É que nem consigo comparar. Se eu pensar na música e pensar no percurso como o do Zeca Afonso, do Sérgio Godinho, doJosé Mário Branco que tiveram que sair do país porque ali a palavra deles era terminantemente proibida. Acho que não estou num momento em Portugal em que possa sequer comparar. Daí que eu até tenho aqui um problema quando me apresentam como cantora de intervenção, fico com um bocadinho de desconforto porque cantor de intervenção, para mim tem este período cronológico muito marcado e está muito associado àquela pré 25 de Abril, toda aquela fase final da ditadura pela qual contra a qual esta gente lutou muito.Para preparar esta entrevista e ao descobrir este trabalho da Melanie Alves foi impossível não pensar no trabalho do livro pioneiro As mulheres do meu país de Maria Lamas e mais recentemente no filme de Marta Pessoa Um nome para o que sou e no livro da Susana Moreira Marques Lenços Pretos, Chapéus de Palha e Brincos de Ouro. São mulheres que viajaram com um livro para perceber a própria história. É isso que também procura fazer? Mélanie: A certa altura da minha vida não fazia sentido continuar a fazer arte que fosse o eu e eu e o que me acontece a mim mesmo, sentia que faltava qualquer coisa e foi aí que comecei a virar-me para os problemas sociais e para o que acontece em tanto sítios onde estou, como no mundo. Começo logo a sorrir, a pensar nas mulheres do meu país, porque eu sinto uma grande proximidade, relativamente ao facto de Maria Lamas ter dito um basta. Foi um basta também porque estava a ser censurada, simplesmente por estar a demonstrar que a mulher portuguesa era maioritariamente analfabeta camponesa, vivia em situações precárias e trabalhava imenso. Foi censurada por isso e decidiu durante dois anos viajar de norte a sul e descrever essa realidade.Até me arrepio porque quando eu acabei as vozes da avó, essa era a minha ideia; fazer dois anos e provavelmente ainda vai acontecer, mas como eu sentia que os avós e os senhores estavam tão isolados, queria ir de norte a sul as aldeias assim mais remotas, falar e entrevistar e dar a conhecer a história.A exposição para mim não é para ter simplesmente a minha perspectiva ou a minha retórica. É para intrigar e para fazer as pessoas pensar, para terem curiosidade. Porque quando decidi fazer esta exposição sobre as mulheres conhecia muito poucas mulheres que tinham lutado contra a opressão da ditadura. Dei por mim a achar que era ignorância minha de realmente conhecer tão poucas. Mas quanto mais pesquisei, estudei e mais comecei a falar com o meu núcleo de pessoas, notei que não era só minha ignorância. Há uma ignorância geral, muita gente não conhece até os nomes mais mediáticos.Cátia: A Maria Barroso, por exemplo.Mélanie:A Maria Barroso é completamente uma mulher sombra. Ainda hoje, a maioria de nós ainda pensa nela como a primeira-dama, mulher de Mário Soares, mãe de João Isabel. Não fazia ideia que ela foi a única mulher e co-fundadora do Partido Socialista na Alemanha. Pensava que era erro meu, ignorância minha, mas afinal não. É somente isso que eu quero com esta exposição: apreciarmos, ouvirmos, haver mais união, haver mais conversa e intrigar as pessoas para que tenham realmente vontade de saber. Levar as pessoas a querer pesquisa mais acerca da Conceição, da Celeste ou da Maria Barroso.  Até posso lançar aqui um desafio para quem nos estiver a ouvir: pesquisar ainda mais, mais mulheres de Abril, mais Marias de Abril. Porque decerto e eu acredito piamente nisto, que todos temos uma história importante para ser contada. Há aí mais mulheres à espera para serem reveladas.Canta como se nos estivesse a fazer uma confidência, com uma entoação que revela tanto vulnerabilidade como uma força ou uma impulsão. De onde é que vêm?Cátia: Eu acho que até a maior parte das canções que escrevo vêm exactamente desse lugar de vulnerabilidade. Acho muitas vezes que a música salva-me de lugares muito angustiados. Falava há pouco de uma certa desilusão e às vezes a desilusão também me angustia muito. Acho que sou um bocadinho fantasiosa sobre o poder popular e o poder do colectivo. E depois também me desiludo com alguma frequência. Acho que a maneira de transformar isto é fazer canções que possam ser um reflexo ou que possam ter um reflexo disto, mas que sejam as canções que contenham uma certa dose de esperança para não cantar só a angústia e o desespero e o mal-estar, acho que o activismo na música também não passa por aí e eu não penso nada em mim como uma activista, mas estou a pegar mais nisto, até porque é uma palavra que a Mel usa bastante e estou a pregar por aí. Sinto que sim, que a música acaba por reflectir a forma como eu apreendo o mundo e como movimento no mundo. Há muita vulnerabilidade e, às vezes, instabilidade, mas também há uma grande vontade de que isto possa ser sempre um dia melhor.A Cátia Oliveira é hoje uma das cantoras mais ouvidas em Portugal. Ganhou o prémio de Melhor Trabalho Popular em 2024 da Sociedade Portuguesa de Autores. O último trabalho de 2 de Abril foi considerado um dos melhores discos do ano. O que é que este reconhecimento, o que é que estes prémios acrescentam, mudam alguma coisa?Não mudam nada. Não vou dizer que também não sabem nada porque todos nós precisamos de alguma espécie de validação e aquela validação que nos chega no mais imediato. Comigo funciona em mandar música ao meu pai, eu mando um texto que escrevi ao meu pai e ele é um barómetro muito interessante e muito curioso. A validação dele importa. Às vezes não é validação, é opinião dele. O que é que ele sente sobre aquilo porque ele sente bem a coisa, percebe quando a música tem alguma coisa que possa ser interessante.A música chega a si pelo seu pai?Não, acho que vem mais da minha mãe. Eu acho que a minha mãe usava muita música para cantar aquele dia a dia difícil.Cantava?Cantava muito, cantava a fazer a lida da casa, trabalhar na costura. Ela teve tantas amarguras, tantas agruras na vida que o canto realmente espanta alguns demónios. E as mulheres da minha família tem muito isso. A minha avó também adora cantar. Às vezes o mundo estava a cair dentro de casa, mas ela ia para o postigo, no bairro de pescadores, lá em Setúbal, abria o postigo e cantava e as vizinhas juntavam se à porta. É muito engraçado porque há vizinhas que ainda me dizem a tua avó cantava tão bem e às vezes lá dentro aquilo estava tudo assim, muito frágil. Acho que também herdei um bocadinho isso, mas pronto. Voltando à questão dos prémios, não mudam nada, mas há sempre um certo sentimento de que eu, na verdade, só tenho 30.000 ouvintes nas plataformas digitais, o que é um número irrisório para uma população como a de Portugal.As plataformas e o número de seguidores dizem muito?Até diz sobre a minha música e sobre aquilo que eu escrevo, o que é que representa para o outro. Se há 30.000 pessoas a ouvir.30.000 pessoas que têm acesso, mas há quem não tenha acesso ou quem use outras formas para ouvir música?Também e eu vendo muitos CDS. Não muda nada, mas acaba por dar uma espécie de conforto de olha, não tens muitos ouvintes, não tens muitos seguidores, mas há sempre alguém que acha que aquilo que tu estás a fazer é importante e pode acrescentar alguma coisa. Eu acho que é isso.

RLX - Rádio Lisboa
Teatro Radiofónico na RLX - Doutor encontrei a motivação que pensava perdida - Programa 13 - António Serra

RLX - Rádio Lisboa

Play Episode Listen Later Nov 13, 2024 15:27


A intenção deste programa é despertar, ou reavivar, o gosto pelo teatro radiofónico que teve a sua época  áurea nos anos 50, 60 e 70 do século passado.A Peça de hoje intitula-se – “ Doutor encontrei a motivação que pensava perdida”.

Actualidade - Renascença V+ - Videocast
"Deram-me mais do que pensava que ia receber". Os muitos testemunhos de Marco Paulo na Renascença

Actualidade - Renascença V+ - Videocast

Play Episode Listen Later Oct 24, 2024 1:35


"Deram-me mais do que pensava que ia receber". Os muitos testemunhos de Marco Paulo na Renascença

Artes
Ana Vidigal: "Hoje sou pintora porque houve o 25 de Abril"

Artes

Play Episode Listen Later Oct 15, 2024 17:51


A exposição "Pour voir, ferme les yeux" [ Para ver, fecha os olhos] da artista plástica portuguesa, Ana Vidigal, está patente até ao dia 9 de Março, no Centro de Criação Contemporâneo Olivier Débre, em Tours. Em entrevista à RFI, Ana Vidigal diz que é pintora graças ao 25 de Abril, reivindica-se feminista para não ser masoquista e alerta para as constantes ameaças à democracia. RFI: Num mundo onde somos constantemente bombardeados pela informação, onde as câmaras dos telemóveis se sobrepõem ao nosso olhar. Que mensagem pretende passar com esta exposição?Ana Vidigal, artista plástica portuguesa: penso que as pessoas devem, em vez de reagir instintivamente, parar para pensar em que situação estamos a viver. Hoje em dia, aqui na Europa ou em qualquer parte do mundo.Daqui a menos de um mês, vamos assistir ao que se vai passar nos Estados Unidos, ficámos todos um pouco esperançados com esta nova candidatura. Confesso que também fiquei contente com o resultado das eleições aqui em França, porque seria, na minha opinião, perigosíssimo que a França perdesse valores democráticos, digamos assim, que demoraram muito tempo a ficarem consolidados.Porém, tive muita pena que Portugal comemorasse os 50 anos do 25 de Abril com 50 deputados da extrema-direita. Uma coisa que nunca tinha acontecido.Talvez devamos parar um pouco para pensar que devemos tratar melhor a democracia que temos. A democracia também “se gasta” e no dia em que ela se gastar, vai ser muito difícil recuperá-la.Estamos tão baralhados com a informação toda que temos, com toda a confusão mental que as imagens nos provocam, que fechar os olhos para pensar, nessas mesmas imagens, não quer dizer fechar os olhos para não ver! É fechar os olhos para pensar e poder fazer uma opção do que queremos ver.Nas suas obras explora o universo da verdade e da mentira. Em muitas das suas obras há uma parte que se pode ver e a outra não pode.Há presença do Pinóquio. É uma alusão ao que é verdade e ao que é mentira? Sim, hoje em dia estamos muito sujeitos a isso. São valores que nos foram incutidos desde crianças, para não mentirmos. Mas é inevitável que todos nós mentimos ao longo da vida. A mentira está a tornar-se cada vez mais uma ferramenta que é utilizada sem limites. Acho isso muito perigoso.No trabalho que faz recorre frequentemente a colagens, materiais têxteis, materiais ligados à sua infância- ao passado da sua infância- ou com carácter biográfico. Ao usar estes materiais, que importância lhe dá? A minha primeira escolha é sempre porque tenho uma grande identificação formal com esses objectos. Porém, a história dos objectos também me interessa bastante e gosto de saber [a sua história] mesmo quando eles me são oferecidos. Gosto de saber o que é que as pessoas fizeram com eles. Há sempre qualquer coisa a aprender com esses materiais.Muitos dos materiais com os quais trabalha foram-lhe deixados pela sua avó…Sim, a minha avó era uma excelente arquivista e guardou todas as coisas de família. Fê-lo porque podia, tinha uma casa grande. Foi professora, mas quando se casou deixou de trabalhar e, portanto, pôde fazer isso. E tinha esse prazer de delicadamente guardar todas essas coisas que chamava recordações. E foi extremamente generosa porque, era a única neta rapariga, disse-me sempre que podia mexer em tudo. Que podia abrir as caixinhas, os pacotinhos, as fotografias e os álbuns. E eu, confesso-lhe, espatifei tudo.Nesta exposição há uma instalação onde a Ana coloca uma série de porta-retratos da sua família, todos virados para a parede, não se vê as fotografias. Uma obra que lhe foi pedida para trabalhar a memória. É importante proteger-se a memória da família?A memória é uma coisa que trabalhamos e também só mostramos aquilo que queremos. Quando me pediram para fazer um trabalho sobre a memória, lembrei-me imediatamente dessas imagens e da imagem que eu tinha do escritório do meu avô. Em casa, o meu avô tinha uma prateleira, ao longo de todo o escritório, com todas as fotografias de antepassados familiares. Quando se desmanchou essa casa, o meu pai quis imediatamente deitar fora aquelas molduras todas e ficar só com as fotografias. Eu não deixei porque pensei sempre que aquilo era a memória que eu tinha do meu avô e quis sempre preservar aquilo. Sabia que um dia eu iria utilizar esses porta-retratos em qualquer coisa. Não sabia quando, nem como e nem em que contexto.No 25 de Abril a Ana tinha 14 anos…Foi em Abril e eu fiz 14 anos em Agosto.Que lembranças e vivências trouxe dessa época para o seu trabalho?Eu não trouxe propriamente nada do 25 de Abril para o meu trabalho. A única coisa que aconteceu é que hoje sou pintora porque houve o 25 de Abril. O 25 de Abril foi a melhor coisa que me aconteceu na vida. Foi muito bom ter acontecido com 13 anos, porque o resto da minha adolescência foi passado em liberdade.Eu não sabia que não se era livre. Pensava que toda a gente vivia como eu, o que não era verdade. Eu vivia numa bolha, andava num colégio de freiras, só convivia com pessoas da minha situação familiar e, portanto, achava que era tudo assim. Com o 25 de Abril caí na realidade. E foi óptimo ter caído na realidade porque pude, tipo esponja, criar os meus próprios valores. Valores que a democracia me deu. A sua mãe dizia-lhe que era preciso ser uma menina limpinha. A Ana criou uma obra a que deu o nome “Menina limpa e a menina suja”. O 25 de Abril permitiu-lhe ser a menina suja, a menina que se porta mal?O 25 de Abril permitiu que eu tivesse a noção de que podia optar e podia fazer escolhas e que essas escolhas teriam consequências. Coisa que possivelmente não aconteceria se não tivesse havido o 25 de Abril.Nesta exposição faz também uma homenagem às várias pintoras portuguesas…O 25 de Abril trouxe às mulheres portuguesas uma coisa absolutamente maravilhosa, que foi aquela ideia de liberdade. Mas nunca esquecer que o nosso 25 de Abril aconteceu em 2008, quando foi aprovada, na Assembleia da República, a despenalização da interrupção voluntária da gravidez a pedido da mulher. Só aí -nós mulheres portuguesas- fomos donas do nosso próprio corpo. Não quer dizer que a lei seja completamente cumprida. A Ana afirma que se tornou feminista para não ser masoquista…Claro! As mulheres ganham menos que os homens. As mulheres são preteridas porque engravidam. Com todas essas injustiças, só se eu fosse masoquista é que achava que essas coisas estavam correctas. Quando eu percebi que o movimento feminista só lutava para por um fim a essas desigualdades, exigir a paridade...É lógico que me tornei feminista.Nesta exposição o público pode ver a obra "Tornei-me Feminista para não ser Masoquista"Nela vêem-se imagens da Ana com pioneses colados na cara, outra onde tem um saco na cabeça e a última surge com uns cornos de diabo. Que mensagem pretende passar? Foi um domingo à tarde e é assim que se chama esse vídeo. Eu não gosto de trabalhar ao fim-de-semana, mas estava um bocado entediada e fui para o atelier. Não me apeteceu pintar e resolvi começar a fazer aquilo e foi uma sequência de coisas que foram acontecendo e mais tarde, quando eu vi o vídeo, comecei a identificar situações com aquelas coisas que eu tinha feito.Na obra está a frase de Mae West: ”Quando eu sou boa, sou boa. Mas quando sou má, sou ainda melhor”. Ao fim e ao cabo estou quase a rir-me de mim própria. Quer dizer, porque já me vi em situações tão caricatas que pensava que nunca me iria ver na vida, que só posso rir. Não posso fazer mais nada. Atrás de nós está uma obra que a Ana fez em homenagem à Masha Amini. O que é que representa esta obra?Esta obra representa exactamente esse retrocesso. Há imensas obras, que estão aqui na exposição, onde utilizo [as revistas francesas Paris Match e Jour de France] que eu li desde miúda, porque a minha avó as assinava. A censura não as proibia porque só deviam ver a Brigitte Bardot e o Alain Delon, nem percebiam que à frente tinha o Vietname e críticas ao Xá da Pérsia.Eu lembro-me de ver imagens do que era a Pérsia, agora o Irão, com todos os defeitos possíveis e imaginários, porque era uma ditadura, mas havia também o outro lado, que era o de abertura para as mulheres terem alguma liberdade.Hoje em dia, no Irão as mulheres são completamente esmagadas. Uma mulher que é morta porque não pôs o véu como meia dúzia de homens acham que ela deve pôr é inconcebível. Todavia é isto que acontece na maior parte dos países.Uma obra de arte também é uma arma para se veicular aquilo que se pensa?Acredito que se isso acontecesse, se calhar não teria havido a Segunda Guerra Mundial, não teria havido Hiroshima. Isto porque todos os artistas se manifestaram contra esse tipo de posições que os políticos tinham, mesmo contra o nazismo e [nada mudou]. Mas eu gostaria que fosse.Na sua obra há também referências a um acontecimento que é eminentemente político, a guerra colonial. Há um desenho que o seu pai fez das ex-colónias portuguesas. O seu pai que esteve na guerra na Guiné-Bissau. Que recordações guarda desse tempo? A Ana fez uma instalação com a correspondência que os seus pais trocaram, nesse período, “Penélope”.Sim, o meu pai fez a tropa, no tempo normal, e depois em 1967 foi chamado a segunda vez para fazer o curso para capitão. Esteve dois anos na Guiné-Bissau , esteve sempre no mato. Mas como ele era oficial veio a Lisboa, um mês em cada ano, mas ficámos praticamente dois anos sem o ver.Apesar de sermos crianças e de termos sido muito protegidos pela minha mãe, pelos meus avós, penso que tínhamos a noção de que ele poderia não voltar, poderia levar um tiro. Claro que também tínhamos aquela noção de que ele era o bom e os outros eram os maus, coisa que não era correcta. Hoje temos outro tipo de informação, sabemos outro tipo de coisas. Naquela altura não sabia que vivíamos uma ditadura. Eu penso que não há ninguém da minha geração que não tenha tido um primo, um tio, um pai ou um irmão na guerra colonial. A Ana considera que nunca se olhou para essas feridas. Nunca se olhou para o facto de que as mulheres ficaram à espera, sozinhas…Sim, é uma lacuna. Nunca se falou das mulheres que cá ficaram. Aguentar o barco porque os homens iam e as mulheres ficavam. Estamos aqui em frente a duas obras- dois labirintos – onde explora o passar do tempo. De que falam estas obras?São obras, em termos formais, sobre a alienação do espaço e do formato, em termos de concepção, de uma série que se chama “Matar o Tempo”. Foi uma série que fiz a partir de labirintos encontrados em revistas, que estão nas salas de espera dos hospitais, num período da minha vida em passei muito tempo nessas salas. Estava a acompanhar uma pessoa que estava a fazer uns tratamentos muito complicados e era uma maneira de eu matar o tempo e de sobreviver.Numa entrevista que deu, em 2010, à jornalista Anabela Mota Ribeiro, ela descreve a da seguinte forma: Ana Vidigal pinta quem é como os outros escrevem quem são. Continua a rever se nessa definição. Pinta como os outros escrevem quem são? Não sei!Mas é-lhe mais fácil falar de si e da sua história através da pintura, de manter vivo o universo infantil?Como são materiais que eu utilizo, penso que essa afirmação está correcta. Eu acho que sim. E como eu digo, muitas vezes, trabalho com esses materiais há 40 anos. Se em 2010 era assim, em 2024 também. Continuo a trabalhar de forma diferente, mas com os mesmos materiais. E nessas caixas ainda há mais materiais?Há imenso material. Tenho imensa coisa. Acho até que é um problema para as minhas sobrinhas. O que é que vão fazer com aquilo um dia que eu vá, como eu costumo dizer, para o Alto São João? Vai ser um problema...Mas acho eu, nestas coisas, sou muito prática. Tenho um amigo que é também um excelente arquivista, bastante mais novo que eu, e vou dizer-lhe para ajudar em tudo. Temos de ser práticos e pensar nestas coisas. Não deixar problemas para as gerações seguintes.

Le interviste di Stefania D'Alonzo e Daniele Di Ianni
Morto Alain Delon: cosa pensava della sua vita

Le interviste di Stefania D'Alonzo e Daniele Di Ianni

Play Episode Listen Later Aug 18, 2024 1:24


E' morto Alain Delon, ne parla Daniele Di Ianni in onda ricorda cosa dichiarò in un'intervista con Marzullo.

il posto delle parole
Giulia Vola "Cuore d'oro"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Jun 25, 2024 31:16


Giulia Vola"Cuore d'oro"Acquario Libriwww.acquariolibri.itIn superficie, la montagna di Ima è un'onda di roccia tra le creste alte più di quattromila metri delle Ande peruviane. Ma anche le montagne hanno un cuore, e il suo è tutto d'oro. Ima è una donna minuta che combatte una grande battaglia: ha deciso di resistere a Miniera, difendere la sua casa e fermare l'estrazione nella sacra terra andina. Pensava di aver vinto quando è diventata il simbolo di quella lotta ma ora, spenti i riflettori, è rimasta sola, ostaggio della battaglia della montagna e del suo cuore d'oro. Dal mito di Atahualpa all'arrivo degli spagnoli, gli uomini bianchi e barbuti guidati da Pizarro, dalla cosmogonia andina alle contraddizioni della modernità, questa storia ci insegna che la ricchezza non è un valore assoluto.Giulia Vola (1981) giornalista e scrittrice, collabora con quotidiani e settimanali. Autrice teatrale, ha portato in scena gli spettacoli: L'Ikea vende più della Bibbia e Fallisci e sei morto al Teatro Garybaldi di Settimo Torinese e alla Cavallerizza Reale del circuito del Teatro Stabile di Torino. Con Acquario ha pubblicato Fallisci e sei morto (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Fluent Fiction - Italian
A Feast by Mistake: How Luca's Error Created a Unforgettable Day

Fluent Fiction - Italian

Play Episode Listen Later Jun 11, 2024 16:09


Fluent Fiction - Italian: A Feast by Mistake: How Luca's Error Created a Unforgettable Day Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.org/a-feast-by-mistake-how-lucas-error-created-a-unforgettable-day Story Transcript:It: La piazza del piccolo paese era piena di sole quel giorno, e l'aria profumava di pane appena sfornato.En: The small town square was full of sunshine that day, and the air smelled of freshly baked bread.It: Luca, Giulia e Marco decisero di andare a pranzo alla "Trattoria da Nonna Pina". Era il loro posto preferito.En: Luca, Giulia, and Marco decided to have lunch at "Trattoria da Nonna Pina." It was their favorite spot.It: La trattoria era accogliente, con tovaglie a quadri rossi e bianchi e foto di famiglia alle pareti.En: The trattoria was cozy, with red and white checkered tablecloths and family photos on the walls.It: "Ho fame!", disse Marco mentre entravano.En: "I'm hungry!" said Marco as they walked in.It: "Anch'io," rispose Giulia.En: "Me too," replied Giulia.It: Luca guardò il menu sul tavolo. C'era una nuova offerta. Pensava fosse una combinazione speciale.En: Luca looked at the menu on the table. There was a new offer. He thought it was a special combination.It: "La prenderò," disse, convinto fosse una buona scelta.En: "I'll get that," he said, convinced it was a good choice.It: La cameriera, Maria, portò l'ordine in cucina.En: The waitress, Maria, took the order to the kitchen.It: "Un festino per ottanta persone!" gridò allo chef.En: "A feast for eighty people!" she shouted to the chef.It: Nonna Pina, dall'orecchio attento, annuì e iniziò a cucinare con entusiasmo.En: Nonna Pina, with her keen hearing, nodded and started cooking enthusiastically.It: Dopo venti minuti, Maria iniziò a portare fuori piatti su piatti.En: After twenty minutes, Maria began to bring out dish after dish.It: Antipasti, primi, secondi, contorni e dolci.En: Appetizers, first courses, main courses, side dishes, and desserts.It: "Ma... cosa succede?" chiese Giulia, sorpresa.En: "But... what's happening?" asked Giulia, surprised.It: "Eh? Perché tanto cibo?" chiese Marco, con occhi spalancati.En: "Eh? Why so much food?" asked Marco, eyes wide open.It: Luca si coprì la bocca, imbarazzato.En: Luca covered his mouth, embarrassed.It: "Credo di aver fatto un errore," disse piano.En: "I think I made a mistake," he said quietly.It: Giulia e Marco risero.En: Giulia and Marco laughed.It: "Come lo risolviamo?" chiese Giulia. "Non voglio sprecare il cibo."En: "How do we fix this?" Giulia asked. "I don't want to waste the food."It: A quel punto, la porta della trattoria si aprì. Era mezzogiorno e molti paesani passarono di lì.En: At that moment, the trattoria door opened. It was noon, and many townsfolk were passing by.It: "Vieni a vedere!" gridò Marco dall'entrata.En: "Come and see!" Marco shouted from the entrance.It: "Abbiamo tanto cibo! Unisciti a noi!"En: "We have a lot of food! Join us!"It: I paesani risposero, curiosi. La trattoria si riempì rapidamente di amici e vicini, ognuno con il proprio piatto.En: The townspeople responded, curious. The trattoria quickly filled with friends and neighbors, each with their own plate.It: Risa e chiacchiere riempirono l'aria. Nonna Pina era felice di vedere tanta gente riunita.En: Laughter and chatter filled the air. Nonna Pina was happy to see so many people gathered together.It: Dopo ore di convivialità, tutto il cibo fu mangiato.En: After hours of conviviality, all the food was gone.It: Luca, Giulia e Marco si sedettero soddisfatti.En: Luca, Giulia, and Marco sat satisfied.It: "Alla fine, è stato un errore fortunato," disse Luca.En: "In the end, it was a lucky mistake," said Luca.It: Giulia sorrise.En: Giulia smiled.It: "È stata una festa fantastica. Grazie, Luca!"En: "It was a fantastic party. Thank you, Luca!"It: Mentre il sole tramontava, i tre amici uscirono dalla trattoria. Avevano creato un ricordo indimenticabile e rafforzato i legami con il loro paese.En: As the sun set, the three friends left the trattoria. They had created an unforgettable memory and strengthened their bonds with the town.It: Con un sorriso soddisfatto, Luca pensava che a volte, anche gli errori portano a momenti belli.En: With a satisfied smile, Luca thought sometimes even mistakes lead to beautiful moments.It: E così, il piccolo errore di Luca portò a un giorno di gioia per tutti.En: And so, Luca's small mistake brought a day of joy for everyone.It: E vissero per sempre felici e satolli nella piccola e accogliente piazza del loro paese.En: And they lived happily ever after, full and content in the small, cozy square of their town. Vocabulary Words:square: piazzasunshine: solesmelled: profumavabaked: sfornatocozy: accoglientecheckered: a quadriphotos: fotomenu: menucombination: combinazionewaitress: camerieraorder: ordinekitchen: cucinashouted: gridòkeen: attentoenthusiastically: con entusiasmoappetizers: antipasticourses: portateembarrassed: imbarazzatomistake: errorewaste: sprecaretownsfolk: paesanicurious: curiosineighbors: vicinilaughter: risachatter: chiacchieregathered: riunitasatisfied: soddisfattiunforgettable: indimenticabilestrengthened: rafforzatobonds: legami

L'hora negra, amb Mayka Navarro
Mayka Navarro: "Am

L'hora negra, amb Mayka Navarro

Play Episode Listen Later Apr 27, 2024 12:48


Amb la Mayka Navarro parlem de la Mocro Maffia, una banda criminal que controla el narcotr

Ottocento oscuro
George Chapman, un polacco nella Londra vittoriana

Ottocento oscuro

Play Episode Listen Later Apr 22, 2024 18:52


Il suo vero nome è Seweryn Kłosowski. Pensava di diventare chirurgo, ha finito per fare il barbiere. E nel frattempo ha ucciso almeno tre donne. Buon ascolto... con piccola sorpresa

FILA A NANNA! - Fiabe della Buonanotte
284 - La sposa che pensava troppo

FILA A NANNA! - Fiabe della Buonanotte

Play Episode Listen Later Apr 22, 2024 5:49


Una sposa e la sua famiglia si interrogano su un quesito... fondamentale?Voce Alice De BaccoMontaggio e Progetto a cura di Claudia MartoreTecnico di registrazione: Mattia MontiProduzione: Fondazione TRG AUDIO CREDITS:Free music for non-commercial use from Fesliyan Studios

El comunista
Joel D

El comunista

Play Episode Listen Later Apr 20, 2024 34:14


Parlem d'humor, de vida i de mort amb l'humorista Marc Sarrats, que acaba de publicar "Tot el que no sigui morir-se". Es defineix com un entusiasta, tot i semblar un "beagle de protectora".

Bola Branca - Renascença V+ - Videocast
"O Mozer foi treinar uma semana com o Estrela e pensava 'ando aqui a fazer número'"

Bola Branca - Renascença V+ - Videocast

Play Episode Listen Later Apr 11, 2024 1:35


"O Mozer foi treinar uma semana com o Estrela e pensava 'ando aqui a fazer número'"902300

Educare anche all'aperto
Cosa ne pensava Maria Montessori del legame bambino-natura?

Educare anche all'aperto

Play Episode Listen Later Apr 8, 2024 16:32


Care anime educanti, in quest'episodio vi racconto il pensiero di Maria Montessori riguardante il legame con la natura. Scopri di più su: https://www.lapedagogistaverde.it/ https://www.instagram.com/lapedagogistaverde/ info@lapedagogistaverde.it Arianna Gerbore - La Pedagogista Verde

Favole nel traffico
52 - La medaglia di broncio

Favole nel traffico

Play Episode Listen Later Mar 18, 2024 9:20


La medaglia di broncio I Storie per bambini in italiano I Fiabe e Favole per bambini Cavallo Donato amava correre sui verdi prati delle montagne. Pensava di essere il cavallo più veloce del mondo, senza neanche doversi allenare. Quando venne indetta una gara di corsa decise subito di partecipare, ma le cose non andarono come pensava. Iscriviti al canale Youtube di Favole nel traffico per non perderti altre fantastiche avventure! Favole e storie per i tuoi bambini LINK: https://www.youtube.com/channel/UCm5n1hJ6IMmPsWx9fezq9KA Grazie mille a Ludovica Sodano per le illustrazioni. Grazie mille per aver visto questa puntata! Maestro Lorenzo Stivani Seguici su Instagram: Favole nel traffico Seguici su Spotify, troverai tante altre favole! #favoleperbambini #storieperbambini #bambini GUARDA ALTRE FAVOLE E STORIE PER BAMBINI:

Catteland
Mio marito pensava di essere il dottor House

Catteland

Play Episode Listen Later Mar 18, 2024 2:53


Fluent Fiction - Catalan
Lost in Barcelona: A Tale of Catalan Skittles and Simple Moments

Fluent Fiction - Catalan

Play Episode Listen Later Mar 6, 2024 12:56


Fluent Fiction - Catalan: Lost in Barcelona: A Tale of Catalan Skittles and Simple Moments Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.org/lost-in-barcelona-a-tale-of-catalan-skittles-and-simple-moments Story Transcript:Ca: Amb els colors de Barcelona com a teló de fons, Marta i Jordi es trobaven al mig de la plaça de Catalunya, un recull d'història. Els edificis d'onades modernistes i les oloroses aromes de la gastronomia catalana que es filtraven pels carrerons voltants envoltaven l'acurada parella.En: With the colors of Barcelona as a backdrop, Marta and Jordi found themselves in the middle of the Catalunya square, a collection of history. The modernist buildings with their undulating shapes and the aromatic scents of Catalan cuisine wafting through the surrounding streets enveloped the careful pair.Ca: Aquesta tarda, Marta havia decidit ensenyar a Jordi com jugar a la bitlles catalanes, un joc tradicional que ha sobrevivit des de fa segles. Però la senzillesa del joc i la seva ansietat per mostrar tot el que sabia es barrejaren marejant-la un poc: les regles del joc i les seves explicacions es confonien.En: This afternoon, Marta had decided to teach Jordi how to play Catalan skittles, a traditional game that has survived for centuries. But the simplicity of the game and her eagerness to show everything she knew mixed together, dizzying her a bit: the rules of the game and her explanations became muddled.Ca: En Jordi es va ratllar les celles. "De veritat? Pensava que només en necessitàvem un."En: Jordi furrowed his brows. "Really? I thought we only needed one."Ca: "Potser tens raó", va concedir Marta amb una mica de desconcert. Es va passar una mà pels cabells, frustrada. "Bé, no importa! L'important és llançar la bitlla i... no, espera, primer s'ha de col·locar..."En: "Maybe you're right," Marta conceded a bit perplexed. She ran a hand through her hair, frustrated. "Well, never mind! The important thing is to throw the skittle and... no, wait, first it needs to be placed..."Ca: Jordi va somriure i va beneir-la. "Marta", va dir lleugerament, "per què no ho intentem un altre dia?".En: Jordi smiled and cut in gently, "Marta, why don't we try this another day?"Ca: Marta va parar en sec, recordant-se a si mateixa que fins i tot en les coses més senzilles poden sorgir confusions. Va somriure, abrigada per l'esperança de tenir una altra oportunitat per explicar les regles de manera ordenada. "Està bé, Jordi. Tens raó. Potser seria millor si només… juguéssim?"En: Marta stopped abruptly, reminding herself that even in the simplest things, confusion can arise. She smiled, embraced by the hope of having another chance to explain the rules in an orderly manner. "Okay, Jordi. You're right. Maybe it would be better if we just... played?"Ca: Jordi va somriure, el seu amor per Marta brillava a través de la paciència, "Això em sembla perfecte, Marta", va dir agafant una de les bitlles.En: Jordi smiled, his love for Marta shining through his patience, "That sounds perfect, Marta," he said, picking up one of the skittles.Ca: Com que Barcelona és una ciutat on hi ha molt més per descobrir més enllà de les seves edificacions i dels seus jocs tradicionals, van decidir passejar pel laberint de carrerons del Barri Gòtic. I recordaren aquell dia com la tarda en què els detalls no importaren tant, sinó simplement gaudeixen l'un de l'altra.En: As Barcelona is a city where there is much more to discover beyond its buildings and traditional games, they decided to wander through the labyrinth of alleys in the Gothic Quarter. And they remembered that day as the afternoon when details didn't matter as much, but they simply enjoyed each other's company.Ca: Hi ha hagut embolics i somriures, però aquesta és la bellesa que resideix en els moments simples de la vida. Perquè sigui quina sigui la situació, la clau és somriure i continuar. Al cap i a la fi, com va dir Marta, l'important és jugar.En: There were mix-ups and smiles, but that's the beauty that lies in the simple moments of life. Because whatever the situation, the key is to smile and carry on. After all, as Marta said, the important thing is to play. Vocabulary Words:colors: colorsBarcelona: BarcelonaMarta: MartaJordi: JordiCatalunya: Catalunyasquare: plaçahistory: històriamodernist: modernistabuildings: edificisundulating: d'onadesshapes: formesaromatic: aromosesscents: aromesCatalan: catalanacuisine: gastronomiastreets: carreronspair: parellaskittles: bitllestraditional: tradicionalgame: jocsurvived: sobrevivitcenturies: seglessimplicity: senzillesateach: ensenyarconfusion: confusiórules: reglesexplained: explicacionspatience: paciènciaenjoyed: gaudeixen

Flos Carmeli Podcasts
1571- Qual é o Verdadeiro Papel da Igreja de Cristo? (Orlando Fedeli)

Flos Carmeli Podcasts

Play Episode Listen Later Mar 1, 2024 4:08


Não consigo compreender o verdadeiro papel que a igreja de Jesus deve exercer em minha vida. Pensava que a igreja deveria ser um guia para a minha fé, um farol que apontasse o caminho correto a ser seguido, mas vejo que essa idéia romantica não se encaixa na realidade da igreja! Sou jovem, mas minha juventude se tornou sinonimo de retardo mental para os dirigentes da igreja. Sou jovem, mas minha alma não consegue se alimentar da papinha espiritual que a igreja me oferece (as musiquinhas sentimentalóides, o teatrinho e as danças no altar da eucaristia e outros elementos infantis que muitos padres se utilizam para atrair a atenção da juventude). Sou jovem e preciso de um alimento mais consistente para a minha pobre alma. Se não consigo encontra-lo na igreja de Cristo (a esposa do cordeiro) aonde poderia encontra-lo? Não consigo entender essa posição da igreja em relação aos jovens. Não consigo entender a posição dos sacerdotes em relação a juventude. Definitivamente, a igreja não me aponta o caminho a Cristo, somente o caminho a descrença!

Innocente - La storia di Beniamino Zuncheddu

Una vita nel silenzio. Come in un deserto. Il carcere di Uta è lontano da Cagliari. Non ci sono rumori e si percepisce il distacco da tutti: don Gabriele Iiriti, cappellano dell'istituto penitenziario di Uta dal 2015, ha raccolto nella cella di Beniamino le sue confidenze e ascoltato il suo sconforto. Anche il direttore del carcere ne conserva il ricordo di un uomo che andava d'accordo con tutti. Mite, buono, pacato. Lo racconta Irene Testa, garante dei detenuti della Sardegna, che si sofferma sulle gravi criticità in cui versano le carceri della Sardegna.Il 28 febbraio 1991 Beniamino Zuncheddu viene prelevato da casa per accertamenti in questura. Pensava a uno sbaglio, a una rapida formalità. E invece l'hanno sbattuto in carcere. E da innocente c'è rimasto per quasi 33 anni, vittima di una montagna di menzogne. Per sopravvivere si è adattato alla situazione, senza mai cedere alla richiesta dei magistrati di sorveglianza di dichiararsi colpevole. Neanche per avere sconti di pena o agevolazioni. Ma gli errori giudiziari segnano in modo indelebile la storia della giustizia italiana. Ricordate il calvario di Enzo Tortora? Lo ripercorre con immutato dolore sua figlia Gaia. Valentino Maimone, fondatore con Benedetto Lattanzi di errorigiudiziari.com, fotografa la situazione con dati aggiornati. Interviene anche Giuseppe Gulotta, che ha scontato ventidue anni di carcere per un duplice omicidio che non aveva commesso. Ha ottenuto sei milioni e mezzo di euro di risarcimento.

Innocente - La storia di Beniamino Zuncheddu
03. Ergastolano per errore

Innocente - La storia di Beniamino Zuncheddu

Play Episode Listen Later Feb 5, 2024 21:27


Una vita nel silenzio. Come in un deserto. Il carcere di Uta è lontano da Cagliari. Non ci sono rumori e si percepisce il distacco da tutti: don Gabriele Iiriti, cappellano dell'istituto penitenziario di Uta dal 2015, ha raccolto nella cella di Beniamino le sue confidenze e ascoltato il suo sconforto. Anche il direttore del carcere ne conserva il ricordo di un uomo che andava d'accordo con tutti. Mite, buono, pacato. Lo racconta Irene Testa, garante dei detenuti della Sardegna, che si sofferma sulle gravi criticità in cui versano le carceri della Sardegna. Il 28 febbraio 1991 Beniamino Zuncheddu viene prelevato da casa per accertamenti in questura. Pensava a uno sbaglio, a una rapida formalità. E invece l'hanno sbattuto in carcere. E da innocente c'è rimasto per quasi 33 anni, vittima di una montagna di menzogne. Per sopravvivere si è adattato alla situazione, senza mai cedere alla richiesta dei magistrati di sorveglianza di dichiararsi colpevole. Neanche per avere sconti di pena o agevolazioni. Ma gli errori giudiziari segnano in modo indelebile la storia della giustizia italiana. Ricordate il calvario di Enzo Tortora? Lo ripercorre con immutato dolore sua figlia Gaia. Valentino Maimone, fondatore con Giuseppe Lattanzi di errorigiudiziari.com, fotografa la situazione con dati aggiornati. Interviene anche Giuseppe Gullotta, che ha scontato ventidue anni di carcere per un duplice omicidio che non aveva commesso. Ha ottenuto sei milioni e mezzo di euro di risarcimento.

Arte Svelata
La Pietà Rondanini di Michelangelo e il non-finito

Arte Svelata

Play Episode Listen Later Jan 30, 2024 6:50


Versione audio: La Pietà Rondanini è l'ultima opera di Michelangelo (1475-1564), quella con cui, possiamo ben dire, Buonarroti concluse la propria gloriosa carriera. Benché l'avesse probabilmente iniziata già nel 1547, l'artista vi stava ancora lavorando nel 1564, proprio negli ultimi giorni di vita. Pensava di destinarla alla sua tomba, in sostituzione della Pietà Bandini, che […] L'articolo La Pietà Rondanini di Michelangelo e il non-finito proviene da Arte Svelata.

Llapis de memòria
Llapis de memòria | Montse Colomé sobre el seu marit: "Al principi pensava que m'estava enamorant d'algú prohibit"

Llapis de memòria

Play Episode Listen Later Jan 29, 2024 55:44


Avui connectem el 'Llapis de Memòria' de la ballarina i coreògrafa Montse Colomé, que porta celebrant la vida, amb el ball, d'ençà que tenia cinc anys. Una artista que està a punt de fer seixanta-vuit anys i encara balla amb la mateixa curiositat de sempre i sense etiquetes. Ha viatjat molt, per aprendre a ballar i per ensenyar a ballar, ha treballat amb els millors com els Comediants o Carles Santos.

JJ Mentoria - Programa de Mentoria para Provas de Residência Médica - Podcasts
Aprovada na Santa Casa - BH - Eu pensava: "São só 10 vagas, por que eu vou conseguir?" | Isabella Coutinho

JJ Mentoria - Programa de Mentoria para Provas de Residência Médica - Podcasts

Play Episode Listen Later Nov 24, 2023 1:58


Quer conferir esse episódio completo?? Ele já está disponivel aqui no spotify! Confira!

Comentario Biblico
O que Jesus pensava de seus próprios irmãos antes de se converterem? João 7 - Mario Persona

Comentario Biblico

Play Episode Listen Later Nov 9, 2023 24:26


Publicado primeiro nos podcasts: shows.acast.com/comentario - GooglePodcast ApplePodcasts Deezer iHeartRadio Stitcher ListenNotes Player.fm Podtail Podbean MyTuner-Radio Castbox iVoox Chartable HubHopper Spotify Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.

Fluent Fiction - Catalan
The Pintxos Mishap: A Humorous Misunderstanding at the Boqueria Market

Fluent Fiction - Catalan

Play Episode Listen Later Oct 4, 2023 15:13


Fluent Fiction - Catalan: The Pintxos Mishap: A Humorous Misunderstanding at the Boqueria Market Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.org/the-pintxos-mishap-a-humorous-misunderstanding-at-the-boqueria-market Story Transcript:Ca: Martí, un noi jove i entusiasta de Barcelona, sempre estava a la recerca d'una nova aventura. Aquell dia radiant de sol, el va portar fins al famós Mercat de la Boqueria. Llueixen les parades de fruites de colors vibrants, les piles de formatges d'olor perfumat i, sobretot, una varietat impressionant de marisc fresc. Però el que realment va capturar la seva atenció va ser un petit lloc de pintxos al costat d'un enfrontadís venedor de peix.En: Martí, a young and enthusiastic boy from Barcelona, was always on the lookout for a new adventure. That sunny day led him to the famous Boqueria Market. The stalls were filled with vibrant fruits, piles of fragrant cheeses, and, most importantly, an impressive variety of fresh seafood. But what truly captured his attention was a small pintxos place next to a confrontational fish vendor.Ca: Com que mai havia provat els pintxos abans, Martí estava decidit a demanar-ne un. No tenia ni idea de com es feien, però finalment va agafar coratge. Amb un somriure a la cara, es va endinsar al lloc, obert a l'experiència.En: Having never tried pintxos before, Martí was determined to order one. He had no idea how they were made, but he mustered up the courage. With a smile on his face, he ventured into the place, open to the experience.Ca: "Vull un pintxo, sisplau!" - liarxi de la confiança! - va dir amb tota la seva energia possible. No estrany que el venedor del pintxo, un home baixet i agradable, semblava una mica sorprès. Mirant a Martí amb una mirada una mica confusa, es va girar per començar a preparar el seu pintxo.En: "I want a pintxo, please!" - he said, bursting with confidence. No wonder the pintxos vendor, a short and pleasant man, seemed a bit surprised. Looking at Martí with a slightly confused look, he turned to start preparing his pintxo.Ca: Però quan es va girar, Martí es va adonar que havia fet un error. En lloc de anar cap a les tapes, l'home baixet es dirigia cap a l'enfrontadís venedor de peix. El cor de Martí va caure. Oh no! Pensava que havia demanat una tapa, però devia haver-se confós.En: But as he turned, Martí realized he had made a mistake. Instead of heading towards the tapas, the short man was heading towards the confrontational fish vendor. Martí's heart sank. Oh no! He thought he had ordered a tapa, but he must have gotten confused.Ca: Amb un gest generós, l'home baixet va agafar un gran tros de lluç brillant, d'un blau intens, del venedor de peix. Amb la seva gran sorpresa, Martí es va quedar mirant, els seus ulls esbandits.En: With a generous gesture, the short man grabbed a large piece of shiny hake, of intense blue, from the fish vendor. Much to Martí's surprise, he stood there mesmerized, his eyes wide open.Ca: "Però... jo volia un pintxo!" - va aturar l'home baixet just a temps.En: "But... I wanted a pintxo!" - he stopped the short man just in time.Ca: Tots al mercat es van girar per mirar. Riures suaus es van escampar per l'aire a mesura que s'adonaven del divertit malentès. Fins i tot el venedor de peix es va sorprendre d'una riallada, la seva cara dura es va suavitzar per un moment.En: Everyone at the market turned to look. Soft laughter filled the air as they realized the funny misunderstanding. Even the fish vendor couldn't help but chuckle, his stern face softening for a moment.Ca: L'home baixet es va quedar una mica avergonyit, però tots dos van riure tan bon punt va aclarir el malentès. Els tapes, no el peix!En: The short man felt a bit embarrassed, but they both laughed as soon as the misunderstanding was cleared up. The tapas, not the fish!Ca: Aquell dia, Martí no només va aprendre la diferència entre un pintxo i un peix, sinó que també va descobrir la bellesa de l'humor i la bona disposició que podrien ser trobades fins i tot en els malentesos més divertits.En: That day, Martí not only learned the difference between a pintxo and a fish, but also discovered the beauty of humor and good spirits that can be found even in the funniest misunderstandings.Ca: I encara que la seva estrena en la comanda de pintxos no va anar segons el pla, es va endur a casa una valiosa lliçó i una anècdota divertida per recordar.En: And although his first attempt at ordering pintxos didn't go as planned, he took home a valuable lesson and a funny anecdote to remember.Ca: Des d'aquell dia, cada vegada que Martí sentia el nom 'pintxos', somreia recordant la seva divertida aventura al Mercat de la Boqueria. Un lloc on no només s'hi venen productes frescos i deliciosos pintxos, sinó també on es creen records que duraran tota la vida.En: Since that day, every time Martí hears the name 'pintxos,' he smiles, reminiscing about his amusing adventure at the Boqueria Market. A place where not only fresh and delicious products are sold, but also where memories are created that will last a lifetime. Vocabulary Words:Martí: MartíBarcelona: Barcelonaadventure: aventurasunny: radiantBoqueria Market: Mercat de la Boqueriastalls: paradesfruits: fruitescheeses: formatgesseafood: mariscpintxos: pintxosfish vendor: venedor de peixorder: demanarmade: fetscourage: coratgesmile: somriureexperience: experiènciatapas: tapesconfused: confósgesture: gestpiece: troshake: lluçsurprise: sorpresamisunderstanding: malentèslesson: lliçóanecdote: anècdotaremember: recordarsmiles: somriuresamusing: divertidaadventure: aventuraproducts: productesmemories: records

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
#019 Il frate – Come pensava un uomo nel medioevo – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2011)

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Jul 2, 2023 61:56


Dalla serie “Come pensava un uomo nel medioevo?” (Festival della Mente 2011) il professor Barbero racconta il medioevo visto attraverso gli occhi di Fra Salimbene da Parma.Festival della Mente: https://www.festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
#019 Il frate – Come pensava un uomo nel medioevo – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2011)

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Jul 2, 2023 61:56


Dalla serie “Come pensava un uomo nel medioevo?” (Festival della Mente 2011) il professor Barbero racconta il medioevo visto attraverso gli occhi di Fra Salimbene da Parma.Festival della Mente: https://www.festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
#018 Giovanna d'Arco – Come pensava una donna nel medioevo – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2012)

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Jun 4, 2023 70:28


Dalla serie “Come pensava una donna nel medioevo?” (Festival della Mente 2012) il professor Barbero racconta la vita e i pensieri di Giovanna d'Arco.Festival della Mente: https://www.festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
#018 Giovanna d'Arco – Come pensava una donna nel medioevo – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2012)

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Jun 4, 2023 70:28


Dalla serie “Come pensava una donna nel medioevo?” (Festival della Mente 2012) il professor Barbero racconta la vita e i pensieri di Giovanna d'Arco.Festival della Mente: https://www.festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Imigrante Rico Podcast
Imigrante Rico #56 | Carteiro concursado vira empreendedor com fotos nos EUA | Samuel Andrade

Imigrante Rico Podcast

Play Episode Listen Later Apr 23, 2023 47:31


Sejam Bem Vindos ao The Tiago Prado Experience!Este projeto é trago para você pela BRZ InsuranceEste projeto é trago para você pela Hawk Marketing.Hoje estamos conversando com Samuel Andrade, natural de Coronel Fabriciano, Minas Gerais, que mudou para Jequitibá, São Paulo, aos 13 anos de idade. Com 18 anos, concluiu o ensino médio e prestou concurso para os Correios no Brasil, onde trabalhou por 16 anos. Durante esse tempo, começou a estudar fotografia e comprou uma câmera para praticar tirando fotos da igreja que frequentava. Seu trabalho de fotografia começou a dar certo e foi indicado para outros trabalhos. Sempre trabalhando nos Correios e como fotógrafo.Nesse período no Brasil, a casa de Samuel foi arrombada e ele sempre ficou com medo de voltar para casa e encontrar tudo roubado. Pensava em se aposentar pelos Correios. Em 2018, ele decidiu mudar sua vida e se mudou para os Estados Unidos, buscando novas oportunidades. Ele veio com a mentalidade de pegar qualquer trabalho para recomeçar, trabalhando na construção enquanto sua esposa trabalhava com limpeza.Quando chegou aos EUA, Samuel começou a divulgar seu trabalho nas redes sociais, decidindo fazer o mesmo no Brasil. Enquanto trabalhava durante a semana com outras atividades, ele reservava o fim de semana para fotografar. Trabalhou por um tempo com pintura de casas e demolição, enquanto divulgava seu trabalho de fotografia nas redes sociais. Samuel começou a oferecer seus serviços para empresas para criar um portfólio e trabalhou em uma pizzaria por um ano.Durante a pandemia, Samuel trabalhou com fotos na rua e após cobrir um evento, montou seu próprio estúdio nos EUA. Ele enfrentou dificuldades, como a falta de proficiência em inglês e a saudade da família, mas isso não o impediu de seguir em frente e alcançar seus objetivos.

Portuguese For Listening With Eli And Friends
Episode 214: Business Plan

Portuguese For Listening With Eli And Friends

Play Episode Listen Later Mar 10, 2023 55:43


To learn more about the Continuing Education Program for the Guides, follow this link: https://portuguesewitheli.com/school And here is the monologue for your benefit. Dizem que eu vivia nas nuvens, mas discordo: sempre tive tino para negócio e soube que era um empreendedor nato. Quando criança, vendia minha merendapara comprar brinquedo, e revendia o brinquedo para comprar mais comida, mas sempre acabava ficando sem brinquedo e sem comida. Na minha adolescência, encabeceium negócio de cuidados com cavalos. Sempre ouvi dizer que quem tinha cavalo era rico, então, com clientes ricos, eu ia arrebentar a boca do balão. Meu faro sempre foi muito aguçado. O problema com esse plano foi que ninguém tinha cavalo no meu bairro. Operei no vermelhopor um bom tempo e, sem clientes, o negócio degringolou. Então fui me metendo em furadaatrás de furada – abri uma loja de guarda-chuvas em Cabaceiras, minha cidade natal... era a cidade onde menos chovia no Brasil. Pensava: ninguém vai tentar a sorte e vender guarda-chuva aqui, então só vão poder comprar na minha mão. Vou vender pelo preço que quiser. Mas tinha uma falha no meu plano de negócios. Não levava em consideração que os clientes já podiam ter um guarda-chuva em casa. Meu estoque ficou todo encalhado e tive que vender tudo a preço de banana. É de amargar, viu? Depois abri uma locadorade patinete elétrico... em Salvador. Eu não contava que aqui tivesse tanta ladeira, então um cliente alugava um patinete hoje, se arrebentava ali na frente e depois vinha chiarno meu ouvido, dizendo que os patinetes eram ruins. Então, saindo desse ramo de mercadorias, deliberei sobre que caminho tomar, porque queria algo mais certo, para plantar e colher. Resolvi ingressarno mundo da educação. O público-alvo? Empreendedores de primeira viagem. Como eu já tinha feito minha lição de casa– fali vários negócios – sabia exatamente o que não fazer para ter sucesso. Ou seja, era como se eu tivesse uma bola de cristal. Com certeza, eu ia quebrar a banca. Só precisava de um investidor para abraçaressa ideia. Coloquei um anúncio na internet. Primeiro não apareceu ninguém. E os meus investimentos em publicidade só me amealhavamdívidas e mais dívidas, e você sabe como é que é com cartão: é uma bola de neve, basta você errar a mão uma vezinha só e lá se foi todo seu dinheiro. Mas não ia desistir. Não tinha fracassado tanto na vida para nadar e morrer na praia. Quando eu estava quase desistindo, um cara me mandou um email. Tinha se interessado pela ideia. A gente se reuniu e ele me deu as ideias: ele tinha um modelo de negócios diferente. Ele trabalhava numa empresa especializada em falências e queria abrir uma consultoria. E se tem alguém que entende de falências, esse alguém sou eu. Finalmente vou virar o jogo! --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/portuguesewitheli/message

Chiesa Cristiana Evangelica  della Vera Vite
Sperare in un Dio misericordioso – Giona 3 | 27 Novembre 2022

Chiesa Cristiana Evangelica della Vera Vite

Play Episode Listen Later Nov 27, 2022


CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 24 minutiOggi è la prima domenica in cui per tradizione accendiamo la prima delle candele della Corona dell'Avvento,  quella che ci ricorda la Speranza. Paolo ha detto:“Questa speranza poi non ci porta alla delusione, perché, accada quel che accada, sappiamo che Dio ci ama e sentiamo dentro di noi il calore del suo amore che, per mezzo dello Spirito Santo, ci ha riempito il cuore.” (Romani 5:5 PV)E forse avrete notato anche che il titolo della serie di messaggi è cambiato: non è più una misericordia inaspettata,ma una misericordia promessa. Dio aveva promesso che avrebbe mandato qualcuno a riscattarci... ma nessuno si sarebbe aspettato che avrebbe mandato il Figlio a farlo.Ma questa è la natura di Dio: Dio è amore. Se qualcuno ti ama, lui ti ascolta; è per quello che la speranza è indissolubilmente legata alla preghiera: ecco cosa dice Dio nei Salmi, a proposito della preghiera.“...poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai.” (Salmo 50:15)“Benedetto sia Dio, che non ha respinto la mia preghiera e non mi ha negato la sua grazia.” (Salmo 66:20) “Egli ascolterà la preghiera dei desolati e non disprezzerà la loro supplica.” (Salmo 102:17)“Perciò ogni uomo pio t'invochi mentre puoi essere trovato; e qualora straripino le grandi acque, esse, per certo, non giungeranno fino a lui.” (Salmo 32:6)Possiamo rivolgerci a Dio in qualsiasi occasione, in qualsiasi circostanza. Non importa cosa abbiamo fatto. Non importa in quale stato emotivo ci troviamo. Nulla dovrebbe impedirci di rivolgerci a Dio.Eppure... spesso ci fermiamo. E quando lo facciamo, ci troviamo in una lunga fila di persone che hanno fatto lo stesso. Non a caso Giona fa parte di queste. Soprattutto alla luce dell'ultimo versetto.“Perciò ogni uomo pio t'invochi mentre puoi essere trovato; e qualora straripino le grandi acque, esse, per certo, non giungeranno fino a lui.” (Salmo 32:6) Leggiamo la situazione in cui si trova Giona:“Il Signore fece venire un gran pesce per inghiottire Giona. Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, il suo Dio, e disse: «Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce. Tu mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare; la corrente mi ha circondato, tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi hanno travolto. Io dicevo: “Sono cacciato lontano dal tuo sguardo! Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?” Le acque mi hanno sommerso, l'abisso mi ha inghiottito; le alghe si sono attorcigliate alla mia testa. Sono sprofondato fino alle radici dei monti, la terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre; ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o Signore, mio Dio! Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo. Quelli che onorano gli idoli vani allontanano da sé la grazia; ma io ti offrirò sacrifici con canti di lode, adempirò i voti che ho fatto. La salvezza viene dal Signore». E il Signore diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma.” (Giona 2:1-11)Ciò che ha pregato Giona nel ventre del pesce,sono le medesime parole (parola più parola meno) che il Signore aveva messo in cuore a Davide, Asaf e agli altri che hanno scritto i Salmi:"Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto." (Giona 2:3).“Nella mia angoscia ho invocato il Signore, ed egli mi ha risposto.” (Salmo 120:1). “...ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o Signore, mio Dio!” (Giona 2:7 b).“Benedici, anima mia, il Signore e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità; salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni...”(Salmo 103:2-4).“Quelli che onorano gli idoli vani allontanano da sé la grazia...” (Giona 2:9)“Detesto quelli che si affidano alle vanità ingannatrici; ma io confido nel Signore.”(Salmo 31:6).La Bibbia è un unico lungo piano, di libro in libro, di generazione in generazione, di evento in evento, che parla di Speranza, di una misericordia promessa, e che ci esorta a parlare con Dio.La scorsa volta avevamo detto che lo Spirito Santo ci aiuta quando non sappiamo cosa pregare. Ma la stessa cosa vale per la Bibbia. Quante volte vi è capitato che in una situazione vi venga in mente una Scrittura che parla proprio di quella situazione? Oppure state valutando cosa fare in una situazione di vita e vi viene in mente una parola della Scrittura e riconoscete che quella è la risposta che cercavate?La Bibbia, la Parola di Dio, è un “serbatoio” da cui potete attingere... ma solo se la leggete, la studiate, la memorizzate.Giona evidentemente lo aveva fatto. Ma che tipo di preghiera è? Potrebbe sembrare una preghiera di pentimento, in cui Giona torna in sé e confessa umilmente al Signore di aver peccato. Giona vede che Dio vuole avere misericordia di Ninive e che ha scelto Giona come suo strumento.Ho detto “potrebbe sembrare”... perché al capitolo 4 leggiamo:“Giona ne provò gran dispiacere e ne fu irritato. Allora pregò e disse: «O Signore, non era forse questo che io dicevo, mentre ero ancora nel mio paese? Perciò mi affrettai a fuggire a Tarsis. Sapevo infatti che tu sei un Dio misericordioso, pietoso, lento all'ira e di gran bontà e che ti penti del male minacciato. 3 Perciò, Signore, ti prego, riprenditi la mia vita; poiché per me è meglio morire piuttosto che vivere».” (Giona 4:1-3)Al capitolo 4 Giona è di nuovo sulla terraferma, è vivo e salvo, e non accetta la misericordia di Dio per Ninive; così, prega con rabbia.Ma al capitolo 2, invece, lui sta pregando quella che si definisce la "preghiera della trincea"; era quella che pregavano i soldati nella 1° Guerra Mondiale, dove gli eserciti si affrontavano l'uno di fronte all'altro e scavavano trincee per conquistare il terreno.Ogni giorno i soldati entravano nella trincea, e non sapevano se ne sarebbero usciti vivi; e così pregavano: "Dio, se mi tiri fuori da questa situazione, farò tutto quello che vuoi".Giona sta recitando una preghiera da trincea. Osservate i tempi della preghiera "Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore..." (Giona 2:2)."Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia..." (Giona 2:3)"Io dicevo: “Sono cacciato lontano dal tuo sguardo!" (Giona 2: 4).“...ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o Signore, mio Dio! Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo. (Giona 2:7-8)Giona non spera... è semplicemente disperato. Pensava di voler solo essere gettato in mare e farla finita. Ma adesso realizza che è ancora vivo … o forse è morto (non lo sappiamo), ma comunque ancora pensa, riflette... e finalmente prega!. È una preghiera da trincea.Guardate l'atteggiamento di Giona nella preghiera: "Tu mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare..." (Giona 2: 4)Mica è vero! E' stato lui a dire ai marinai di gettarlo come zavorra dalla nave per far placare i venti!E adesso invece dice che è Dio ad averlo buttato a mare! Dio è il colpevole!“Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore” (Giona 2:8).C'è voluto un bel po' per far decidere Giona di parlare con Dio! E adesso, nel ventre del pesce, pensa: “Bisogna che succeda qualcosa prima che parta della digestione del pesce”. E si ricorda solo allora di pregare! Ma non ricorda che forse dovrebbe confessare il suo peccato, e magari chiedere scusa... anzi!“IO ho gridato al Signore... IO mi sono ricordato...la mia preghiera è giunta...” “Io l'ho fatto! La mia pietà. La mia spiritualità. I miei sforzi.”"Quelli che onorano gli idoli vani allontanano da sé la grazia; ma io ti offrirò sacrifici con canti di lode, adempirò i voti che ho fatto. La salvezza viene dal Signore».”. (Giona 2:9-10)"Guardami Dio. Non sono come quei pagani che non ti adorano. Sono molto meglio. Ti seguirò. Sarò fedele!”A dirla tutta, proprio in questo momento in superficie, su un mare calmo, quei cosiddetti marinai senza valore, adoratori di idoli, invocano il nome del Signore. E il loro timore di Dio è diventato timore., stupore, meraviglia, riverenza... per il Signore!Capita, quando ci troviamo nella trincea, di ricordare a Dio perché dovrebbe salvarci... evitando accuratamente di ricordare perché dovrebbe non farlo. Per i nostri peccati, per le nostre mancanze, per i nostri rifiuti... Se fossimo onesti, Dio dovrebbe girarsi dall'altra parte... e non guardare Giona... e nemmeno noi!Ma non lo fa! Giona viene salvato dalla misericordia inaspettata di Dio. Le preghiere di Giona possono essere pronunciate nella più completa disperazione, ma Dio le ascolta comunque. E Dio risponde ancora ad esse. Risponde a Giona... e anche a noi!Non perché ci siamo umiliati. Non perché abbiamo detto le parole giuste. Non perché abbiamo l'atteggiamento giusto. E certamente non perché in qualche modo siamo migliori degli altri. Ma solo perché il suo carattere è la misericordia.Giona non aveva visto la misericordia promessa da Dio all'opera, noi si, in quel primo Natale... senza che avessimo chiesto scusa, senza che ci fossimo pentiti... solo perché Dio aveva promesso che avrebbe avuto misericordia di noi.Per Giona aveva scelto un pesce per portare la Salvezza; per tutti noi ha scelto una Vergine Ha mandato un bambino, attraverso una giovane donna:“Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.” (Isaia 7:14) "...che tradotto vuol dire 'Dio con noi'". (Matteo 1:23 b)È un momento che racchiude pienamente la misericordia inaspettata di Dio che ci da Speranza.Anni dopo, a quel figlio, nato da una Vergine, qualcuno avrebbe chiesto un altro segno:“Allora alcuni scribi e farisei presero a dirgli: «Maestro, noi vorremmo vedere da te un segno». Ma egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera chiede un segno; segno non le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.” (Matteo 12:38-40)Qual è il segno? Un luogo che dovrebbe essere un luogo di morte definitiva, dopo tre giorni si rivela un luogo di vita. Il ventre di un pesce gigante. E il cuore della terra, che è una tomba.Non si va deliberatamente in questi luoghi e non ci si aspetta di tornare. Ma Giona lo fece. E Gesù dice ai farisei che lo farà anche lui. Sappiamo che è esattamente quello che è successo. È successo perché un Dio misericordioso ha voluto salvare un popolo peccatore che si trovava in una situazione disperata.Dio ha fatto questo in quel primo Natale, ancor prima che coloro che fuggono da Lui si rendessero conto che Egli sta attivamente creando una strada, una via, una salvezza.Gesù viene a Natale per aprirla: dalla morte certa alla vita eterna. Dal ventre della morte, che sia un grande pesce, una tomba, o una vita lontana dal Padre, alla speranza di un altro giorno, di un'altra vita, di una vita nuova in Cristo. Rinati!Il segno di Giona è la Speranza! La speranza per noi peccatori che pregano nella trincea, che affondano disperatamente, che mangiano le alghe, che vivono nella trincea. E' la misericordia inattesa di Dio, ma che Dio aveva promesso... e Dio è fedele! La misericordia che salverà. Il segno di Cristo è la Speranza... quella con la esse maiuscola, giunta sulla terra attraverso una Vergine che partorisce colui che sarà la misericordia inattesa ma promessa, di Dio che ci trae fuori dalla morte del peccato e ci proietta verso una vita vissuta assieme al nostro Padre. Nascerà Emmanuele, Dio con noi! Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---   GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD

Falar Português Brasileiro
#124 - Será que você sabe comprar tecnologia?

Falar Português Brasileiro

Play Episode Listen Later Oct 4, 2022 7:19


E aí? Tudo bem, por aqui? Seja bem-vindo! O seu podcast 100% em português chegando para desejar uma ótima semana. Fiquei alguns dias ausente do podcast. Todos esses dias foram bem difíceis. Pensava no tema do episódio, mas não conseguia elaborar mentalmente o roteiro. Abria o documento para começar a escrever, mas a página em branco permanecia em branco. Fiquei frustrada, me cobrei muito e não conseguia definir nada. Abri uma caixinha de perguntas no Instagram e meu editor “Diego Ramon” mandou aquela pergunta “tem episódio na pasta?” Pois é! Não tinha nada! No dia seguinte um seguidor mandou uma mensagem dizendo que estava no nível básico e que gostava muito do podcast, também sugeriu um tema para o episódio. Eu compartilhei a resposta e agradeci a mensagem, justifiquei a minha ausência e recebi, por mensagem, tanto pelo Instagram e Facebook quanto pelo WhatsApp muito apoio de vocês. Obrigada por me motivarem! Naquele dia eu chorei e entendi a importância do meu conteúdo para você e do quanto você aprende com o meu conteúdo! Obrigada a todos por ouvirem este podcast e por me motivarem! É por tudo isso que trago, para você, mais um conteúdo! Afinal, eu tenho pessoas na minha que me motivam e eu quero motivar você a continuar desenvolvendo a sua língua portuguesa! Será que você sabe comprar tecnologia? --- Support this podcast: https://anchor.fm/falar-portuguesbrasileiro/support

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
#016 Caterina da Siena – Come pensava una donna nel medioevo? – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2012)

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Sep 26, 2022 65:46


«Per secoli le donne non hanno avuto voce in pubblico, a meno che non fossero regine. Nel Medioevo poche ragazze ebbero la forza di costringere una società maschilista ad ascoltarle e a lasciarle libere di vivere come volevano, e spesso pagarono per questo un prezzo altissimo. Caterina da Siena sentiva la voce di Dio, e voleva gridare agli altri ciò che Dio le dettava. Figlia di un artigiano con una famiglia numerosa, già da ragazzina costrinse il padre a darle una stanza tutta per sé, per essere libera di vegliare, pregare e fare penitenza. Col tempo arrivò a farsi ascoltare dal papa e dai cardinali, a cui scriveva durissime lettere di rimprovero; e i capi della Chiesa chinavano la testa davanti a questa ragazza che morirà ad appena trentatré anni, distrutta dai digiuni.»Dal Festival della Mente 2012 di Sarzana, il prof. Barbero racconta Caterina da SienaFestival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
#016 Caterina da Siena – Come pensava una donna nel medioevo? – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2012)

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Sep 26, 2022 65:46


«Per secoli le donne non hanno avuto voce in pubblico, a meno che non fossero regine. Nel Medioevo poche ragazze ebbero la forza di costringere una società maschilista ad ascoltarle e a lasciarle libere di vivere come volevano, e spesso pagarono per questo un prezzo altissimo. Caterina da Siena sentiva la voce di Dio, e voleva gridare agli altri ciò che Dio le dettava. Figlia di un artigiano con una famiglia numerosa, già da ragazzina costrinse il padre a darle una stanza tutta per sé, per essere libera di vegliare, pregare e fare penitenza. Col tempo arrivò a farsi ascoltare dal papa e dai cardinali, a cui scriveva durissime lettere di rimprovero; e i capi della Chiesa chinavano la testa davanti a questa ragazza che morirà ad appena trentatré anni, distrutta dai digiuni.»Dal Festival della Mente 2012 di Sarzana, il prof. Barbero racconta Caterina da SienaFestival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Ràdio Maricel de Sitges
Dolors Ojeda, pendonista de Santa Tecla 2022: “no m'ho pensava pas, però ara mateix tot és felicitat i un gran honor”

Ràdio Maricel de Sitges

Play Episode Listen Later Sep 20, 2022


Dolors Ojeda ja espera l'arribada de Santa Tecla a casa seva. La pendonista d'enguany reconeix que no esperava la proposta que li va arribar al mes de maig de ser la pendonista de Santa Tecla i, fins i tot, va demanar inicialment un temps per pensar-ho

Super Feed
A Fonte - 010: Pior Do Que A Gente Pensava

Super Feed

Play Episode Listen Later Aug 15, 2022 82:44


A terceira temporada de For All Mankind acabou, a porcentagem da bateria voltou, e os anúncios vão continuar chegando.

A Fonte
010: Pior Do Que A Gente Pensava

A Fonte

Play Episode Listen Later Aug 15, 2022 82:44


A terceira temporada de For All Mankind acabou, a porcentagem da bateria voltou, e os anúncios vão continuar chegando.

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
#17 Christine de Pizan – Come pensava una donna nel medioevo? – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2012)

Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Jun 26, 2022 62:22


La prima scrittrice femminista della storia era un'italiana, anche se scriveva in francese. Era la figlia di Tommaso da Pizzano, medico e astrologo del re di Francia Carlo V; quando il padre si accorse del suo talento, nonostante l'opposizione della madre la incoraggiò a studiare e a scrivere.Dal Festival della Mente di Sarzana, il prof. Barbero racconta Christine de Pizan nella seconda lezione del ciclo "Come pensava una donna nel Medioevo?"Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
#17 Christine de Pizan – Come pensava una donna nel medioevo? – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2012)

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Jun 26, 2022 62:22


La prima scrittrice femminista della storia era un'italiana, anche se scriveva in francese. Era la figlia di Tommaso da Pizzano, medico e astrologo del re di Francia Carlo V; quando il padre si accorse del suo talento, nonostante l'opposizione della madre la incoraggiò a studiare e a scrivere.Dal Festival della Mente di Sarzana, il prof. Barbero racconta Christine de Pizan nella seconda lezione del ciclo "Come pensava una donna nel Medioevo?"Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

il posto delle parole
Angelo Di Liberto "Lea"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Apr 2, 2022 12:37


Angelo Di Liberto"Lea"Gallucci Editorehttps://www.galluccieditore.com/"LEA", LA STORIA VERA DI UNA CAGNOLINA CAPACE DI SUPERARE TUTTE LE BARRIERE.UN ROMANZO DI ANGELO DI LIBERTO, FONDATORE DELL'INIZIATIVA "MODUS LEGENDI" E DELLA COMUNITÀ DI LETTORI CONSAPEVOLI "BILLY, IL VIZIO DI LEGGERE - IL GRUPPO"."Una cagnolina diversa che ridà gioia di vivere. Lea che salva, si salva, ci salva"Costanza Rizzacasa d'Orsogna Lea non è una cagnolina qualsiasi: ha il potere di tingere il mondo di colori che scaldano il cuore. Succede così quando entra nella vita dell'anziana maestra Gertrude e in quella di Marco, che a nove anni, grazie a lei, pronuncia la sua prima parola intera. Ma una sera tutto cambia: Lea si ritrova imbrigliata in una rete e caricata su un furgone. Un uomo dallo sguardo di pece la vuole addestrare alle corse dei cani per le scommesse clandestine. Da quel momento la cagnolina può solo correre, correre, correre, senza una pausa, fino allo sfinimento, con l'unica speranza di ritrovare un giorno i suoi due amici..."Marco guardò gli occhi di Lea. La cagnolina inclinò la testa prima a destra e poi a sinistra e lui fece la stessa cosa. Il bambino allargò la mano e la protese verso di lei. La cagnetta smise di tremare e gliela leccò. Il bimbo non si mosse, sembrava quasi ipnotizzato, poi sorrise come non aveva mai fatto".Angelo Di Liberto vive a Palermo. A cinque anni ha letto il suo primo libro. In copertina c'era una signora che portava a spasso un cagnolino. S'innamorò di quel cane ma perse il libro. Non ha mai smesso di cercarlo. Da allora i cani accompagnano la sua vita. Autore di romanzi e racconti, in rete ha fondato la comunità di lettori consapevoli “Billy, il vizio di leggere - il gruppo” e ha dato vita a “Modus legendi”, l'iniziativa che porta in classifica nazionale autori e libri di qualità.Cecco Mariniello è nato a Siena nel 1950. Una volta, da bambino, tentò di affrescare con gli acquarelli le pareti della sua cameretta. Pensava, però, che da grande avrebbe fatto l'esploratore (o il dottore, come il babbo). Invece, quando è arrivato il momento, è diventato un rivoluzionario di professione. Ma la rivoluzione è stata rimandata a chissà quando e Cecco si è reso conto di non aver imparato nessun mestiere. È così che finalmente ha scoperto di essere un artista. Da allora ha dedicato ogni suo istante all'arte del disegno e del colore, soprattutto come illustratore di storie e poesie. Con Gallucci ha pubblicato Il principe Siddharta, Il cane Lancillotto e Le storie del gatto Medardo e ha illustrato Viva la mamma, Storie di Re Artù e dei suoi cavalieri e io, pi.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
#20 Il Mercante – Come pensava un uomo nel medioevo – Barbero Riserva (Festival della Mente, 2011)

Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia

Play Episode Listen Later Feb 27, 2022 57:54


Dino Compagni era un mercante che fu sorteggiato per avere una responsabilità di governo a Firenze. Il professor Barbero ci racconta la Firenze dell'epoca attraverso gli occhi di un uomo del popolo.Community: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Alta Definição
Nel Monteiro: “A minha mãe morreu de desgosto porque pensava que eu ia morrer na guerra”

Alta Definição

Play Episode Listen Later Aug 15, 2021 35:42


Para Nel Monteiro, a vida nem sempre foi fácil. Deixou a escola depois da quarta classe e começou a trabalhar na vindima. Depressa passou para a construção civil, onde, à época, "os trabalhadores eram leiloados" em Peso da Régua. Muita água correu por baixo da ponte até chegar ao serviço militar obrigatório, onde perdeu a mãe, que "morreu de desgosto". O Alta Definição foi exibido na SIC a 14 de agostoSee omnystudio.com/listener for privacy information.

Diego Menin
Eu não sou quem eu pensava | Sermão #Diegomenin

Diego Menin

Play Episode Listen Later Jul 27, 2021 34:49


Siga nas redes sociais: Facebook: Diego Menin Instagram: @diegonmenin Youtube: Diego Menin Twitter: @diegonmenin