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Francesca Pascale, Curiosità: Chi È E Che Lavoro Fa!Dalla politica alla TV, fino ai riflettori del gossip: la storia di Francesca Pascale tra amori celebri e colpi di scena. Ecco di chi si tratta!#breakingnews #ultimenotizie #notiziedelgiorno #notizie #cronaca #caso #chie #curiosita #danielesantanche #ex #francescapascale #lavoro #matrimonio #moglie #paolaturci #politica #silvioberlusconi #sposata #tv #vitaprivata
Laura Angeloni"Io sono l'abisso"Lucie FaulerovaMiraggi Edizioniwww.miraggiedizioni.itPassato e presente, realtà e fantasia, compongono un mosaico di continui chiaroscuri, e lo stile è un'architettura perfetta: tenero, poetico, ironico, di straordinaria purezza.Colpita da una serie di tragedie familiari e abbandoni, la protagonista del romanzo, Marie, si trova a fare i conti col suo passato, nel difficile tentativo di approdare a un futuro. I suoi ricordi, come tasselli di una realtà frantumata che man mano va a ricomporsi, ci presentano il quadro di una famiglia spezzata dall'impeto violento di una malattia. L'amore è il collante su cui i tre membri rimasti si sforzano di ricostruire le fondamenta della loro vita, ma la battaglia più difficile, per la protagonista, è quella con sé stessa, con l'attanagliante senso di colpa che le impedisce di affrontare i propri demoni interiori e di chiedere aiuto. Inizia in treno, questa storia, e in treno finisce, ma nel percorso è condensata una gamma di emozioni infinita. Un vero viaggio nella vita, ma anche nella morte e nel dolore, un dolore che trasuda anche nelle scene che strappano un sorriso e si insinua in ogni piega, perché Marie, la protagonista, non si risparmia e non ci risparmia. Non fugge dalla violenta raffica dei ricordi, forse non ne ha la forza o forse intuisce che il buio del tunnel va attraversato, che indietro non si torna. Ed è proprio nel buio che spiccano maggiormente gli sprazzi di luce, e in queste pagine di sprazzi di luce, pur nella tragedia, ce ne sono tantissimi. I legami di famiglia, l'amore di un cane, un aquilone al vento, un fruscio di foglie, un cielo pieno di stelle, la lieve carezza di un sorriso. Passato e presente, realtà e fantasia, compongono un mosaico di continui chiaroscuri, il viaggio in treno scandisce il ritmo, tra accelerazioni e rallentamenti, e lo stile è un'architettura perfetta: tenero, poetico, ironico, di straordinaria purezza.Laura AngeloniLucie Faulerová è nata nel 1989 ed è una della più brillanti giovani autrici ceche. Dopo gli studi di boemistica ha cominciato a lavorare come redattrice editoriale. Il suo romanzo di debutto, Lapači prachu (Gli acchiappapolvere, 2017) è stato nominato ai premi Magnesia Litera e Jiří Orten.Smrtholka, del 2020, il cui titolo letteralmente significa “Ragazzamorte”, e indica la dea della morte Morana, è stato nominato per il premio Magnesia Litera nel 2021 e nello stesso anno ha vinto il prestigioso Premio dell'Unione Europea.Io sono l'abisso è la sua prima opera tradotta in italiano.Laura Angeloni nasce a Firenze nel 1970. Sposata con tre figlie, vive attualmente a Genzano di Roma. Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l'Università La Sapienza di Roma, lavora dal 2004 come traduttrice letteraria dal ceco. Ha tradotto in italiano romanzi di autori quali Jáchym Topol, Petra Hůlova, Kateřina Tučková, Emil Hakl, Petr Král, Tereza Boučková, Bianca Bellová, per le case editrici Einaudi, Baldini Castoldi, Atmosphere, Keller, e naturalmente Miraggi. Nel 2007 ha pubblicato il romanzo Il viaggio di Anna per la Azimut Libri, e nel 2015 il romanzo Dare il resto e poi sorridere per Echos Edizioni.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
EPISODIO 1: Le sorelle Mirabal Las Mariposas – Storia del 25 novembre è un podcast che racconta la storia delle sorelle Mirabal, e del perché ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ricordando il loro grido di libertà. Per approfondire Julia Alvarez – Il tempo delle farfalle Dedé Mirabal – Vivas en su jardín (in spagnolo) La festa del caprone – Mario Vargas Llosa Processo contro gli assassini delle sorelle Mirabal (in spagnolo) Massacro del prezzemolo El grito de las mariposas (serie tv in spagnolo) Albero genealogico della famiglia Mirabal Genitori delle sorelle Mirabal Reyes: Enrique Mirabal Fernández, nato nel 1892 e morto nel 1953 Mercedes Reyes Camilo, detta mamá Chea, nata nel 1897 e morta nel 1981 Le sorelle Mirabal Reyes: 1. Aída Patria Mercedes Mirabal Reyes, nata il 27/2/1924 e morta il 25/11/1960. Sposata con Pedro Antonio González Cruz, detto Pedrito (1917/1972), nel 1941; hanno avuto quattro figli: Nelson Enrique, nato nel 1941; Noris Mercedes, nata nel 1944; Juan Antonio, nato morto nel 1947; Fidel Raúl Ernesto, nato nel 1959. 2. Bélgica Adela Mirabal Reyes, detta Dedé, nata il 1/03/1925 e morta il 1/02/2014. Sposata (poi divorziata) con Jaime Fernández Camilo, detto Jaimito (1923/2012), nel 1948. Hanno avuto tre figli, Jaime Enrique, nato nel 1950 e morto nel 2021; Jaime Rafael, detto Jimmy, nato nel 1952 e morto nel 2013; Jaime David, nato nel 1956. 3. María Argentina Minerva Mirabal Reyes: figlia, nata il 12/03/1926 e morta il 25/11/1960. Sposata con Manolo Tavárez Justo (1931/1963) nel 1955. Hanno avuto due figli: Minerva Josefina, detta Minou, nata nel 1956; Manuel Enrique, detto Manuelito, nato nel 1958. 4. Antonia María Teresa Mirabal Reyes, detta Mate, nata il 15/10/1935 e morta il 25/11/1960. Sposata con José Ramón Leandro Guzmán Rodríguez (1932/2021), nel 1958. Hanno avuto una figlia, Milka Jaqueline Del Rosario, nata nel 1959. Altri personaggi Pericles Franco: leader della gioventù anti-trujillista, amico di Minerva, esiliato Alicinio Peña Rivera: capo del SIM del Cibao (regione in cui si trovava Salcedo), a capo della spedizione che uccise le sorelle Mirabal Donato Bencosme: attivista politico ucciso dal regime nel 1957, gettato in un burrone con la sua auto a La Cumbre, provincia di Puerto Plata Località Ciudad Trujillo: l'attuale Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana Hispanyola: l'isola che comprende Haiti e la Repubblica Dominicana, dove sbarcò Cristoforo Colombo nel 1492 Salcedo: cittadina dominicana nell'attuale provincia Hermanas Mirabal (prima provincia di Salcedo), regione del Cibao. Ojo de Agua: piccola cittadina nel comune di Salcedo Conuco: frazione del comune di Salcedo La Vega: provincia che confina con Salcedo, in cui si trova il Colegio de la Inmaculada Concepción frequentato dalle sorelle Mirabal Santiago: provincia che confina con Salcedo San Francisco de Macorís: capoluogo della provincia di Duarte Puerto Plata: capoluogo dell'omonima provincia sul mare San Cristóbal: capoluogo dell'omonima provincia a 30km da Santo Domingo La Cumbre: località in cui vennero ritrovati i corpi delle sorelle Mirabal, sulla strada tra Puerto Plata e Santiago Legenda Jefe e Generalísimo: appellativi con cui si faceva chiamare Rafael Leonidas Trujillo Molina SIM: Servicio de Inteligencia Militar (polizia segreta di Trujillo) Caliés: agenti, spie in borghese usate dal regime Blanquismo: sbiancamento, politica adottata da Trujillo per creare una Repubblica Dominicana “bianca” Musiche Sad Emotional and Dramatic Piano - Music by Cold_Fire from Pixabay Emotional Violins - Music by wildsound159 from Pixabay Relaxing Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Inspirational Uplifting Calm Piano - Music by Josef Surikov from Pixabay Soft Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Sad Scene Piano Music Cinematic - Music by WELC0MEИ0 from Pixabay Shards of Dream - Music by Dimitri Kovalchuk from Pixabay Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
EPISODIO 2: Eroica Patria Las Mariposas – Storia del 25 novembre è un podcast che racconta la storia delle sorelle Mirabal, e del perché ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ricordando il loro grido di libertà. Per approfondire Julia Alvarez – Il tempo delle farfalle Dedé Mirabal – Vivas en su jardín (in spagnolo) La festa del caprone – Mario Vargas Llosa Processo contro gli assassini delle sorelle Mirabal (in spagnolo) Massacro del prezzemolo El grito de las mariposas (serie tv in spagnolo) Albero genealogico della famiglia Mirabal Genitori delle sorelle Mirabal Reyes: Enrique Mirabal Fernández, nato nel 1892 e morto nel 1953 Mercedes Reyes Camilo, detta mamá Chea, nata nel 1897 e morta nel 1981 Le sorelle Mirabal Reyes: 1. Aída Patria Mercedes Mirabal Reyes, nata il 27/2/1924 e morta il 25/11/1960. Sposata con Pedro Antonio González Cruz, detto Pedrito (1917/1972), nel 1941; hanno avuto quattro figli: Nelson Enrique, nato nel 1941; Noris Mercedes, nata nel 1944; Juan Antonio, nato morto nel 1947; Fidel Raúl Ernesto, nato nel 1959. 2. Bélgica Adela Mirabal Reyes, detta Dedé, nata il 1/03/1925 e morta il 1/02/2014. Sposata (poi divorziata) con Jaime Fernández Camilo, detto Jaimito (1923/2012), nel 1948. Hanno avuto tre figli, Jaime Enrique, nato nel 1950 e morto nel 2021; Jaime Rafael, detto Jimmy, nato nel 1952 e morto nel 2013; Jaime David, nato nel 1956. 3. María Argentina Minerva Mirabal Reyes: figlia, nata il 12/03/1926 e morta il 25/11/1960. Sposata con Manolo Tavárez Justo (1931/1963) nel 1955. Hanno avuto due figli: Minerva Josefina, detta Minou, nata nel 1956; Manuel Enrique, detto Manuelito, nato nel 1958. 4. Antonia María Teresa Mirabal Reyes, detta Mate, nata il 15/10/1935 e morta il 25/11/1960. Sposata con José Ramón Leandro Guzmán Rodríguez (1932/2021), nel 1958. Hanno avuto una figlia, Milka Jaqueline Del Rosario, nata nel 1959. Altri personaggi Pericles Franco: leader della gioventù anti-trujillista, amico di Minerva, esiliato Alicinio Peña Rivera: capo del SIM del Cibao (regione in cui si trovava Salcedo), a capo della spedizione che uccise le sorelle Mirabal Donato Bencosme: attivista politico ucciso dal regime nel 1957, gettato in un burrone con la sua auto a La Cumbre, provincia di Puerto Plata Località Ciudad Trujillo: l'attuale Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana Hispanyola: l'isola che comprende Haiti e la Repubblica Dominicana, dove sbarcò Cristoforo Colombo nel 1492 Salcedo: cittadina dominicana nell'attuale provincia Hermanas Mirabal (prima provincia di Salcedo), regione del Cibao. Ojo de Agua: piccola cittadina nel comune di Salcedo Conuco: frazione del comune di Salcedo La Vega: provincia che confina con Salcedo, in cui si trova il Colegio de la Inmaculada Concepción frequentato dalle sorelle Mirabal Santiago: provincia che confina con Salcedo San Francisco de Macorís: capoluogo della provincia di Duarte Puerto Plata: capoluogo dell'omonima provincia sul mare San Cristóbal: capoluogo dell'omonima provincia a 30km da Santo Domingo La Cumbre: località in cui vennero ritrovati i corpi delle sorelle Mirabal, sulla strada tra Puerto Plata e Santiago Legenda Jefe e Generalísimo: appellativi con cui si faceva chiamare Rafael Leonidas Trujillo Molina SIM: Servicio de Inteligencia Militar (polizia segreta di Trujillo) Caliés: agenti, spie in borghese usate dal regime Blanquismo: sbiancamento, politica adottata da Trujillo per creare una Repubblica Dominicana “bianca” Musiche Sad Emotional and Dramatic Piano - Music by Cold_Fire from Pixabay Emotional Violins - Music by wildsound159 from Pixabay Relaxing Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Inspirational Uplifting Calm Piano - Music by Josef Surikov from Pixabay Soft Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Sad Scene Piano Music Cinematic - Music by WELC0MEИ0 from Pixabay Shards of Dream - Music by Dimitri Kovalchuk from Pixabay Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
EPISODIO 3: La ragazza con le trecce Las Mariposas – Storia del 25 novembre è un podcast che racconta la storia delle sorelle Mirabal, e del perché ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ricordando il loro grido di libertà. Per approfondire Julia Alvarez – Il tempo delle farfalle Dedé Mirabal – Vivas en su jardín (in spagnolo) La festa del caprone – Mario Vargas Llosa Processo contro gli assassini delle sorelle Mirabal (in spagnolo) Massacro del prezzemolo El grito de las mariposas (serie tv in spagnolo) Albero genealogico della famiglia Mirabal Genitori delle sorelle Mirabal Reyes: Enrique Mirabal Fernández, nato nel 1892 e morto nel 1953 Mercedes Reyes Camilo, detta mamá Chea, nata nel 1897 e morta nel 1981 Le sorelle Mirabal Reyes: 1. Aída Patria Mercedes Mirabal Reyes, nata il 27/2/1924 e morta il 25/11/1960. Sposata con Pedro Antonio González Cruz, detto Pedrito (1917/1972), nel 1941; hanno avuto quattro figli: Nelson Enrique, nato nel 1941; Noris Mercedes, nata nel 1944; Juan Antonio, nato morto nel 1947; Fidel Raúl Ernesto, nato nel 1959. 2. Bélgica Adela Mirabal Reyes, detta Dedé, nata il 1/03/1925 e morta il 1/02/2014. Sposata (poi divorziata) con Jaime Fernández Camilo, detto Jaimito (1923/2012), nel 1948. Hanno avuto tre figli, Jaime Enrique, nato nel 1950 e morto nel 2021; Jaime Rafael, detto Jimmy, nato nel 1952 e morto nel 2013; Jaime David, nato nel 1956. 3. María Argentina Minerva Mirabal Reyes: figlia, nata il 12/03/1926 e morta il 25/11/1960. Sposata con Manolo Tavárez Justo (1931/1963) nel 1955. Hanno avuto due figli: Minerva Josefina, detta Minou, nata nel 1956; Manuel Enrique, detto Manuelito, nato nel 1958. 4. Antonia María Teresa Mirabal Reyes, detta Mate, nata il 15/10/1935 e morta il 25/11/1960. Sposata con José Ramón Leandro Guzmán Rodríguez (1932/2021), nel 1958. Hanno avuto una figlia, Milka Jaqueline Del Rosario, nata nel 1959. Altri personaggi Pericles Franco: leader della gioventù anti-trujillista, amico di Minerva, esiliato Alicinio Peña Rivera: capo del SIM del Cibao (regione in cui si trovava Salcedo), a capo della spedizione che uccise le sorelle Mirabal Donato Bencosme: attivista politico ucciso dal regime nel 1957, gettato in un burrone con la sua auto a La Cumbre, provincia di Puerto Plata Località Ciudad Trujillo: l'attuale Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana Hispanyola: l'isola che comprende Haiti e la Repubblica Dominicana, dove sbarcò Cristoforo Colombo nel 1492 Salcedo: cittadina dominicana nell'attuale provincia Hermanas Mirabal (prima provincia di Salcedo), regione del Cibao. Ojo de Agua: piccola cittadina nel comune di Salcedo Conuco: frazione del comune di Salcedo La Vega: provincia che confina con Salcedo, in cui si trova il Colegio de la Inmaculada Concepción frequentato dalle sorelle Mirabal Santiago: provincia che confina con Salcedo San Francisco de Macorís: capoluogo della provincia di Duarte Puerto Plata: capoluogo dell'omonima provincia sul mare San Cristóbal: capoluogo dell'omonima provincia a 30km da Santo Domingo La Cumbre: località in cui vennero ritrovati i corpi delle sorelle Mirabal, sulla strada tra Puerto Plata e Santiago Legenda Jefe e Generalísimo: appellativi con cui si faceva chiamare Rafael Leonidas Trujillo Molina SIM: Servicio de Inteligencia Militar (polizia segreta di Trujillo) Caliés: agenti, spie in borghese usate dal regime Blanquismo: sbiancamento, politica adottata da Trujillo per creare una Repubblica Dominicana “bianca” Musiche Sad Emotional and Dramatic Piano - Music by Cold_Fire from Pixabay Emotional Violins - Music by wildsound159 from Pixabay Relaxing Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Inspirational Uplifting Calm Piano - Music by Josef Surikov from Pixabay Soft Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Sad Scene Piano Music Cinematic - Music by WELC0MEИ0 from Pixabay Shards of Dream - Music by Dimitri Kovalchuk from Pixabay Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
EPISODIO 4: La mariposa Las Mariposas – Storia del 25 novembre è un podcast che racconta la storia delle sorelle Mirabal, e del perché ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ricordando il loro grido di libertà. Per approfondire Julia Alvarez – Il tempo delle farfalle Dedé Mirabal – Vivas en su jardín (in spagnolo) La festa del caprone – Mario Vargas Llosa Processo contro gli assassini delle sorelle Mirabal (in spagnolo) Massacro del prezzemolo El grito de las mariposas (serie tv in spagnolo) Albero genealogico della famiglia Mirabal Genitori delle sorelle Mirabal Reyes: Enrique Mirabal Fernández, nato nel 1892 e morto nel 1953 Mercedes Reyes Camilo, detta mamá Chea, nata nel 1897 e morta nel 1981 Le sorelle Mirabal Reyes: 1. Aída Patria Mercedes Mirabal Reyes, nata il 27/2/1924 e morta il 25/11/1960. Sposata con Pedro Antonio González Cruz, detto Pedrito (1917/1972), nel 1941; hanno avuto quattro figli: Nelson Enrique, nato nel 1941; Noris Mercedes, nata nel 1944; Juan Antonio, nato morto nel 1947; Fidel Raúl Ernesto, nato nel 1959. 2. Bélgica Adela Mirabal Reyes, detta Dedé, nata il 1/03/1925 e morta il 1/02/2014. Sposata (poi divorziata) con Jaime Fernández Camilo, detto Jaimito (1923/2012), nel 1948. Hanno avuto tre figli, Jaime Enrique, nato nel 1950 e morto nel 2021; Jaime Rafael, detto Jimmy, nato nel 1952 e morto nel 2013; Jaime David, nato nel 1956. 3. María Argentina Minerva Mirabal Reyes: figlia, nata il 12/03/1926 e morta il 25/11/1960. Sposata con Manolo Tavárez Justo (1931/1963) nel 1955. Hanno avuto due figli: Minerva Josefina, detta Minou, nata nel 1956; Manuel Enrique, detto Manuelito, nato nel 1958. 4. Antonia María Teresa Mirabal Reyes, detta Mate, nata il 15/10/1935 e morta il 25/11/1960. Sposata con José Ramón Leandro Guzmán Rodríguez (1932/2021), nel 1958. Hanno avuto una figlia, Milka Jaqueline Del Rosario, nata nel 1959. Altri personaggi Pericles Franco: leader della gioventù anti-trujillista, amico di Minerva, esiliato Alicinio Peña Rivera: capo del SIM del Cibao (regione in cui si trovava Salcedo), a capo della spedizione che uccise le sorelle Mirabal Donato Bencosme: attivista politico ucciso dal regime nel 1957, gettato in un burrone con la sua auto a La Cumbre, provincia di Puerto Plata Località Ciudad Trujillo: l'attuale Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana Hispanyola: l'isola che comprende Haiti e la Repubblica Dominicana, dove sbarcò Cristoforo Colombo nel 1492 Salcedo: cittadina dominicana nell'attuale provincia Hermanas Mirabal (prima provincia di Salcedo), regione del Cibao. Ojo de Agua: piccola cittadina nel comune di Salcedo Conuco: frazione del comune di Salcedo La Vega: provincia che confina con Salcedo, in cui si trova il Colegio de la Inmaculada Concepción frequentato dalle sorelle Mirabal Santiago: provincia che confina con Salcedo San Francisco de Macorís: capoluogo della provincia di Duarte Puerto Plata: capoluogo dell'omonima provincia sul mare San Cristóbal: capoluogo dell'omonima provincia a 30km da Santo Domingo La Cumbre: località in cui vennero ritrovati i corpi delle sorelle Mirabal, sulla strada tra Puerto Plata e Santiago Legenda Jefe e Generalísimo: appellativi con cui si faceva chiamare Rafael Leonidas Trujillo Molina SIM: Servicio de Inteligencia Militar (polizia segreta di Trujillo) Caliés: agenti, spie in borghese usate dal regime Blanquismo: sbiancamento, politica adottata da Trujillo per creare una Repubblica Dominicana “bianca” Musiche Sad Emotional and Dramatic Piano - Music by Cold_Fire from Pixabay Emotional Violins - Music by wildsound159 from Pixabay Relaxing Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Inspirational Uplifting Calm Piano - Music by Josef Surikov from Pixabay Soft Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Sad Scene Piano Music Cinematic - Music by WELC0MEИ0 from Pixabay Shards of Dream - Music by Dimitri Kovalchuk from Pixabay Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
EPISODIO 5: Il decennio nero Las Mariposas – Storia del 25 novembre è un podcast che racconta la storia delle sorelle Mirabal, e del perché ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ricordando il loro grido di libertà. Per approfondire Julia Alvarez – Il tempo delle farfalle Dedé Mirabal – Vivas en su jardín (in spagnolo) La festa del caprone – Mario Vargas Llosa Processo contro gli assassini delle sorelle Mirabal (in spagnolo) Massacro del prezzemolo El grito de las mariposas (serie tv in spagnolo) Albero genealogico della famiglia Mirabal Genitori delle sorelle Mirabal Reyes: Enrique Mirabal Fernández, nato nel 1892 e morto nel 1953 Mercedes Reyes Camilo, detta mamá Chea, nata nel 1897 e morta nel 1981 Le sorelle Mirabal Reyes: 1. Aída Patria Mercedes Mirabal Reyes, nata il 27/2/1924 e morta il 25/11/1960. Sposata con Pedro Antonio González Cruz, detto Pedrito (1917/1972), nel 1941; hanno avuto quattro figli: Nelson Enrique, nato nel 1941; Noris Mercedes, nata nel 1944; Juan Antonio, nato morto nel 1947; Fidel Raúl Ernesto, nato nel 1959. 2. Bélgica Adela Mirabal Reyes, detta Dedé, nata il 1/03/1925 e morta il 1/02/2014. Sposata (poi divorziata) con Jaime Fernández Camilo, detto Jaimito (1923/2012), nel 1948. Hanno avuto tre figli, Jaime Enrique, nato nel 1950 e morto nel 2021; Jaime Rafael, detto Jimmy, nato nel 1952 e morto nel 2013; Jaime David, nato nel 1956. 3. María Argentina Minerva Mirabal Reyes: figlia, nata il 12/03/1926 e morta il 25/11/1960. Sposata con Manolo Tavárez Justo (1931/1963) nel 1955. Hanno avuto due figli: Minerva Josefina, detta Minou, nata nel 1956; Manuel Enrique, detto Manuelito, nato nel 1958. 4. Antonia María Teresa Mirabal Reyes, detta Mate, nata il 15/10/1935 e morta il 25/11/1960. Sposata con José Ramón Leandro Guzmán Rodríguez (1932/2021), nel 1958. Hanno avuto una figlia, Milka Jaqueline Del Rosario, nata nel 1959. Altri personaggi Pericles Franco: leader della gioventù anti-trujillista, amico di Minerva, esiliato Alicinio Peña Rivera: capo del SIM del Cibao (regione in cui si trovava Salcedo), a capo della spedizione che uccise le sorelle Mirabal Donato Bencosme: attivista politico ucciso dal regime nel 1957, gettato in un burrone con la sua auto a La Cumbre, provincia di Puerto Plata Località Ciudad Trujillo: l'attuale Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana Hispanyola: l'isola che comprende Haiti e la Repubblica Dominicana, dove sbarcò Cristoforo Colombo nel 1492 Salcedo: cittadina dominicana nell'attuale provincia Hermanas Mirabal (prima provincia di Salcedo), regione del Cibao. Ojo de Agua: piccola cittadina nel comune di Salcedo Conuco: frazione del comune di Salcedo La Vega: provincia che confina con Salcedo, in cui si trova il Colegio de la Inmaculada Concepción frequentato dalle sorelle Mirabal Santiago: provincia che confina con Salcedo San Francisco de Macorís: capoluogo della provincia di Duarte Puerto Plata: capoluogo dell'omonima provincia sul mare San Cristóbal: capoluogo dell'omonima provincia a 30km da Santo Domingo La Cumbre: località in cui vennero ritrovati i corpi delle sorelle Mirabal, sulla strada tra Puerto Plata e Santiago Legenda Jefe e Generalísimo: appellativi con cui si faceva chiamare Rafael Leonidas Trujillo Molina SIM: Servicio de Inteligencia Militar (polizia segreta di Trujillo) Caliés: agenti, spie in borghese usate dal regime Blanquismo: sbiancamento, politica adottata da Trujillo per creare una Repubblica Dominicana “bianca” Musiche Sad Emotional and Dramatic Piano - Music by Cold_Fire from Pixabay Emotional Violins - Music by wildsound159 from Pixabay Relaxing Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Inspirational Uplifting Calm Piano - Music by Josef Surikov from Pixabay Soft Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Sad Scene Piano Music Cinematic - Music by WELC0MEИ0 from Pixabay Shards of Dream - Music by Dimitri Kovalchuk from Pixabay Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
EPISODIO 6: Libertà o morte Las Mariposas – Storia del 25 novembre è un podcast che racconta la storia delle sorelle Mirabal, e del perché ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ricordando il loro grido di libertà. Per approfondire Julia Alvarez – Il tempo delle farfalle Dedé Mirabal – Vivas en su jardín (in spagnolo) La festa del caprone – Mario Vargas Llosa Processo contro gli assassini delle sorelle Mirabal (in spagnolo) Massacro del prezzemolo El grito de las mariposas (serie tv in spagnolo) Albero genealogico della famiglia Mirabal Genitori delle sorelle Mirabal Reyes: Enrique Mirabal Fernández, nato nel 1892 e morto nel 1953 Mercedes Reyes Camilo, detta mamá Chea, nata nel 1897 e morta nel 1981 Le sorelle Mirabal Reyes: 1. Aída Patria Mercedes Mirabal Reyes, nata il 27/2/1924 e morta il 25/11/1960. Sposata con Pedro Antonio González Cruz, detto Pedrito (1917/1972), nel 1941; hanno avuto quattro figli: Nelson Enrique, nato nel 1941; Noris Mercedes, nata nel 1944; Juan Antonio, nato morto nel 1947; Fidel Raúl Ernesto, nato nel 1959. 2. Bélgica Adela Mirabal Reyes, detta Dedé, nata il 1/03/1925 e morta il 1/02/2014. Sposata (poi divorziata) con Jaime Fernández Camilo, detto Jaimito (1923/2012), nel 1948. Hanno avuto tre figli, Jaime Enrique, nato nel 1950 e morto nel 2021; Jaime Rafael, detto Jimmy, nato nel 1952 e morto nel 2013; Jaime David, nato nel 1956. 3. María Argentina Minerva Mirabal Reyes: figlia, nata il 12/03/1926 e morta il 25/11/1960. Sposata con Manolo Tavárez Justo (1931/1963) nel 1955. Hanno avuto due figli: Minerva Josefina, detta Minou, nata nel 1956; Manuel Enrique, detto Manuelito, nato nel 1958. 4. Antonia María Teresa Mirabal Reyes, detta Mate, nata il 15/10/1935 e morta il 25/11/1960. Sposata con José Ramón Leandro Guzmán Rodríguez (1932/2021), nel 1958. Hanno avuto una figlia, Milka Jaqueline Del Rosario, nata nel 1959. Altri personaggi Pericles Franco: leader della gioventù anti-trujillista, amico di Minerva, esiliato Alicinio Peña Rivera: capo del SIM del Cibao (regione in cui si trovava Salcedo), a capo della spedizione che uccise le sorelle Mirabal Donato Bencosme: attivista politico ucciso dal regime nel 1957, gettato in un burrone con la sua auto a La Cumbre, provincia di Puerto Plata Località Ciudad Trujillo: l'attuale Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana Hispanyola: l'isola che comprende Haiti e la Repubblica Dominicana, dove sbarcò Cristoforo Colombo nel 1492 Salcedo: cittadina dominicana nell'attuale provincia Hermanas Mirabal (prima provincia di Salcedo), regione del Cibao. Ojo de Agua: piccola cittadina nel comune di Salcedo Conuco: frazione del comune di Salcedo La Vega: provincia che confina con Salcedo, in cui si trova il Colegio de la Inmaculada Concepción frequentato dalle sorelle Mirabal Santiago: provincia che confina con Salcedo San Francisco de Macorís: capoluogo della provincia di Duarte Puerto Plata: capoluogo dell'omonima provincia sul mare San Cristóbal: capoluogo dell'omonima provincia a 30km da Santo Domingo La Cumbre: località in cui vennero ritrovati i corpi delle sorelle Mirabal, sulla strada tra Puerto Plata e Santiago Legenda Jefe e Generalísimo: appellativi con cui si faceva chiamare Rafael Leonidas Trujillo Molina SIM: Servicio de Inteligencia Militar (polizia segreta di Trujillo) Caliés: agenti, spie in borghese usate dal regime Blanquismo: sbiancamento, politica adottata da Trujillo per creare una Repubblica Dominicana “bianca” Musiche Sad Emotional and Dramatic Piano - Music by Cold_Fire from Pixabay Emotional Violins - Music by wildsound159 from Pixabay Relaxing Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Inspirational Uplifting Calm Piano - Music by Josef Surikov from Pixabay Soft Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Sad Scene Piano Music Cinematic - Music by WELC0MEИ0 from Pixabay Shards of Dream - Music by Dimitri Kovalchuk from Pixabay Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
EPISODIO 7: Storia del 25 novembre Las Mariposas – Storia del 25 novembre è un podcast che racconta la storia delle sorelle Mirabal, e del perché ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ricordando il loro grido di libertà. Per approfondire Julia Alvarez – Il tempo delle farfalle Dedé Mirabal – Vivas en su jardín (in spagnolo) La festa del caprone – Mario Vargas Llosa Processo contro gli assassini delle sorelle Mirabal (in spagnolo) Massacro del prezzemolo El grito de las mariposas (serie tv in spagnolo) Albero genealogico della famiglia Mirabal Genitori delle sorelle Mirabal Reyes: Enrique Mirabal Fernández, nato nel 1892 e morto nel 1953 Mercedes Reyes Camilo, detta mamá Chea, nata nel 1897 e morta nel 1981 Le sorelle Mirabal Reyes: 1. Aída Patria Mercedes Mirabal Reyes, nata il 27/2/1924 e morta il 25/11/1960. Sposata con Pedro Antonio González Cruz, detto Pedrito (1917/1972), nel 1941; hanno avuto quattro figli: Nelson Enrique, nato nel 1941; Noris Mercedes, nata nel 1944; Juan Antonio, nato morto nel 1947; Fidel Raúl Ernesto, nato nel 1959. 2. Bélgica Adela Mirabal Reyes, detta Dedé, nata il 1/03/1925 e morta il 1/02/2014. Sposata (poi divorziata) con Jaime Fernández Camilo, detto Jaimito (1923/2012), nel 1948. Hanno avuto tre figli, Jaime Enrique, nato nel 1950 e morto nel 2021; Jaime Rafael, detto Jimmy, nato nel 1952 e morto nel 2013; Jaime David, nato nel 1956. 3. María Argentina Minerva Mirabal Reyes: figlia, nata il 12/03/1926 e morta il 25/11/1960. Sposata con Manolo Tavárez Justo (1931/1963) nel 1955. Hanno avuto due figli: Minerva Josefina, detta Minou, nata nel 1956; Manuel Enrique, detto Manuelito, nato nel 1958. 4. Antonia María Teresa Mirabal Reyes, detta Mate, nata il 15/10/1935 e morta il 25/11/1960. Sposata con José Ramón Leandro Guzmán Rodríguez (1932/2021), nel 1958. Hanno avuto una figlia, Milka Jaqueline Del Rosario, nata nel 1959. Altri personaggi Pericles Franco: leader della gioventù anti-trujillista, amico di Minerva, esiliato Alicinio Peña Rivera: capo del SIM del Cibao (regione in cui si trovava Salcedo), a capo della spedizione che uccise le sorelle Mirabal Donato Bencosme: attivista politico ucciso dal regime nel 1957, gettato in un burrone con la sua auto a La Cumbre, provincia di Puerto Plata Località Ciudad Trujillo: l'attuale Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana Hispanyola: l'isola che comprende Haiti e la Repubblica Dominicana, dove sbarcò Cristoforo Colombo nel 1492 Salcedo: cittadina dominicana nell'attuale provincia Hermanas Mirabal (prima provincia di Salcedo), regione del Cibao. Ojo de Agua: piccola cittadina nel comune di Salcedo Conuco: frazione del comune di Salcedo La Vega: provincia che confina con Salcedo, in cui si trova il Colegio de la Inmaculada Concepción frequentato dalle sorelle Mirabal Santiago: provincia che confina con Salcedo San Francisco de Macorís: capoluogo della provincia di Duarte Puerto Plata: capoluogo dell'omonima provincia sul mare San Cristóbal: capoluogo dell'omonima provincia a 30km da Santo Domingo La Cumbre: località in cui vennero ritrovati i corpi delle sorelle Mirabal, sulla strada tra Puerto Plata e Santiago Legenda Jefe e Generalísimo: appellativi con cui si faceva chiamare Rafael Leonidas Trujillo Molina SIM: Servicio de Inteligencia Militar (polizia segreta di Trujillo) Caliés: agenti, spie in borghese usate dal regime Blanquismo: sbiancamento, politica adottata da Trujillo per creare una Repubblica Dominicana “bianca” Musiche Sad Emotional and Dramatic Piano - Music by Cold_Fire from Pixabay Emotional Violins - Music by wildsound159 from Pixabay Relaxing Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Inspirational Uplifting Calm Piano - Music by Josef Surikov from Pixabay Soft Piano Music - Music by Calvin Clavier from Pixabay Sad Scene Piano Music Cinematic - Music by WELC0MEИ0 from Pixabay Shards of Dream - Music by Dimitri Kovalchuk from Pixabay Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Clara Camaschella"La donna del ferro"Neos Edizioniwww.neosedizioni.it“Sono considerata una delle rare donne che hanno fatto carriera in medicina alla fine degli anni Novanta”.Così inizia il racconto di Clara Camaschella. Dalla Valsesia degli anni Sessanta alla Facoltà di Medicina di Torino negli anni Settanta e, dopo una borsa di studio oltreoceano, una lunga, prestigiosa, ma molto faticosa e complessa carriera scientifica alla scoperta dei misteri del sangue e… del ferro. L'autobiografia di Clara Camaschella è un racconto di vita e lavoro dove, con ironia e leggerezza e un linguaggio schietto ma rigoroso, si affrontano anche tematiche complesse (il superamento di un handicap, la malattia), in particolare le difficoltà delle donne ad affermarsi negli ambienti universitari a causa del maschilismo. Clara Camaschella cresce in un mondo provinciale fatto di religione, suore, colonie estive e Azione Cattolica. Al liceo confida al suo diario le paure e la voglia di prendere in mano il proprio futuro La scelta della Medicina, all'Università di Torino, le fa scoprire un mondo nuovo i cui orizzonti si amplieranno ulteriormente durante uno stage negli Stati Uniti condiviso con colui che diventerà suo marito. Nel 1991 all'Ospedale San Luigi di Orbassano, secondo polo didattico dell'Università di Torino, inizia ad occuparsi della genetica molecolare dell'emocromatosi (“È stato l'inizio di un'avventura molto bella che ha portato a capire la fisiologia del metabolismo del ferro e la sua sregolazione nelle malattie”). La sua carriera, prima a Torino poi a Milano, sarà una corsa ad ostacoli (“Quando il Consiglio di Facoltà si restringeva ai soli professori ordinari noi donne rappresentavamo sempre uno sparuto gruppetto, al san Raffaele ci si poteva contare sulle dita di una mano!). Ordinaria di Medicina Interna all'Università di Torino, dal 2004 ha ricoperto lo stesso ruolo all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano, passando da un'attività prevalentemente clinica alla ricerca scientifica. “L'importante è chiedere molto a noi stessi indipendentemente dai risultati”: il mantra che le è stato ripetuto più volte è diventato regola di vita, consentendole di diventare figura di prestigio in ambito medico scientifico internazionale per le sue ricerche sul metabolismo e le patologie del ferro. Ha coordinato con successo due gruppi di ricerca, prima a Torino, poi a Milano. Grazie ai risultati e alle collaborazioni ha ottenuto premi prestigiosi, è stata Presidente della Società Internazionale per lo studio del ferro in Biologia e Medicina (BioIron), membro del board di riviste internazionali e di società scientifiche sia in Europa, sia negli Stati Uniti. “Nel caso di cariche elettive ho battuto uomini che consideravo molto più capaci di me, purtroppo sempre con il sospetto di aver vinto solo perché donna”. Clara Camaschella, nata a Varallo nel 1948, dopo la maturità classica si è laureata in Medicina a Torino e poi specializzata in Medicina Interna e in Ematologia. Una carriera legata a Torino dove ha svolto attività clinica alle Molinette e al San Luigi di Orbassano. Ordinaria di Medicina Interna dal 2000, dal 2004 ha ricoperto lo stesso ruolo all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano. Responsabile di una Unità di Ricerca sul metabolismo del ferro è stata vicedirettrice della Divisione Genetica e Biologia Cellulare dell'IRCCS Ospedale San Raffaele. Autrice di duecentottanta pubblicazioni scientifiche e collaborazioni a testi internazionali, ha fatto parte del Board della società di Ematologia americana ASH e dell'europea EHA e Presidente della Società Internazionale per lo studio del ferro BioIron. Ha ricevuto premi scientifici come la Ham Wasserman lecture e il Jean Bernard life time achievement award Sposata con Federico Caligaris Cappio, dopo molti anni a Torino, ora vive a San Felice di Segrate (Milano). IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Silvia Polato è morta ieri mattina, in seguito al ripresentarsi di una grave malattia. Sposata da quasi 10 anni con Roberto Rigoni, era stata l'anima del Palio delle Contrade e dei gruppi di Azione Cattolica della cittadina. Lunedì pomeriggio sarà salutata da una folla di gente nel giorno del suo funerale a Camisano.
Manuela Tulli, Pawel Rytel-Andrianik "Uccisero anche i bambini"Gli Ulma, la famiglia martire che aiutò gli ebreiEdizioni Areswww.edizioniares.it24 marzo 1944. In un villaggio della Polonia, Markowa, viene sterminata un'intera famiglia: Józef e Wiktoria, con i loro bambini Stasia, Basia, Władziu, Franio, Antoś, Marysia Ulma e un piccolo ancora nel grembo della mamma. Nove persone soppresse perché “colpevoli”, secondo i nazisti, di avere nascosto nella loro casa otto ebrei, delle famiglie Goldman, Grünfeld e Didner, uccisi con loro nello stesso giorno.È la storia della famiglia Ulma, Giusti tra le nazioni, l'onore più grande che lo Stato d'Israele concede ai non ebrei, e Beati per la Chiesa cattolica, perché riconosciuti come martiri. Hanno scelto di proteggere la vita a costo della vita, un gesto d'amore grazie al quale sono conosciuti come “i samaritani di Markowa”. Il libro intreccia la vicenda degli Ulma con quella della Seconda guerra mondiale e della persecuzione degli ebrei. Molti di loro vennero sterminati nei campi di concentramento, altri fucilati nei ghetti. Ma alcuni morirono a casa delle persone che avevano deciso di non voltarsi dall'altra parte, anche al costo di perdere la propria vita. È anche la storia della “guerra insensata”, come spesso dice papa Francesco, che produce orrori e dolore dei quali l'umanità sembra talvolta non conservare memoria.Questo libro, qui presentato in edizione aggiornata, è stato benedetto dal Papa, di cui pubblichiamo la lettera rivolta ad autori, promotori e lettori, e si avvale dei contributi del cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, e di mons. Sta nisław Gądecki, presidente della Conferenza episcopale polacca. Manuela Tulli, romana, è giornalista dell'agenzia Ansa, per la quale si occupa di Vaticano e informazione religiosa. Fra i suoi libri Francesco, un nome un destino (Laruffa) sulla vita di san Francesco di Paola; Eroi nella fede (Acs), sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente e Il grande tema del senso della vita (Shalom) per la collana “Quaderni del Concilio”. Nel suo blog Fratello Cibo viaggia tra la tavola e i santi. Sposata, è madre di tre figli.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Daniele Manca, Gabriella Colla"Bucce di banana"Solferino Libriwww.solferinolibri.itChe anno quel 1963. Gli italiani pensano di avere la vita a portata di mano. Chi sogna un mondo migliore dove chiunque possa realizzarsi grazie al socialismo e chi si accontenterebbe di distribuire un po' di più quella ricchezza che corre nelle Giuliette spider e nelle Zagato. Ci sono anche tanti nostalgici. Chi dal fascismo alla democrazia ci è arrivato senza passare dal via. Qualcuno è nello Stato profondo. Altri tra le fila di chi dovrebbe mantenere quell'ordine che nelle piazze viene messo sotto accusa.Nella sua terza avventura, Carlo Passi, giornalista milanese, figlio di un portinaio fascista per convinzione e non per convenienza, assieme alla sua ex fidanzata e collega Enrica Sala, rossa di capelli e non solo, si ritrova a scoprire che dietro lo scandalo pubblico del monopolio delle banane c'è qualcosa di più della solita corruzione. Dalle stanze del «Giorno» e dai corridoi Rai di Corso Sempione, tra i ristoranti di Via Veneto e i bar degli intellettuali a Roma, dal Corso Garibaldi della mala alle case di ringhiera di Milano, tra omicidi e rapimenti, la coppia protagonista di questo noir ironico e appassionante si ritrova sulle tracce di assassini e misteri di quell'Italia che non ha mai voluto fare i conti con se stessa fino in fondo.compra il libroDaniele Manca ha lavorato nei principali quotidiani e settimanali italiani (da «Mondo Economico» a «Panorama», da «Italia Oggi» a «Il Giorno»), dal 1994 è al «Corriere della Sera». È stato tra gli artefici della svolta digitale al «Corriere» dove, dal 2009, è vicedirettore e editorialista. Trai suoi libri, i romanzi La Rossa (Rizzoli 2018) e, con Gabriella Colla, Un cadavere in redazione (Solferino 2020). Con Gustavo Ghidini ha pubblicato il saggio La Nuova Civiltà Digitale (Solferino 2019). Sposato, ha due figli e una nipote.Gabriella Colla è nata a Trieste ma vive a Milano da quando ha due anni. È laureata in Fisica, indirizzo cibernetico. Lavora nella Pubblica amministrazione. Ha frequentato la scuola di scrittura creativa di Raul Montanari. Sposata, ha due figli e un gatto. Con Daniele Manca ha scritto Un cadavere in redazione (Solferino 2020).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Elisa Dardanello è Energy Manager a Intesa Sanpaolo in the Health and Safety, Environnement and Energy Department sin dal 2013. Sposata, con due figli, lavora sui temi ambientali ed energetici a vario titolo da oltre vent'anni. Laureata in Giurisprudenza, ha iniziato la sua carriera occupandosi di finanziamenti green per poi approdare alle tematiche più tecniche dell'energy management certificandosi anche come Esperto in Gestione dell'Energia nel settore terziario.Siti, app, libri e link utili Intesa San Paolo Sostenibilità Federazione Italiana degli Energy Manager Organizzazioni autorizzate a rilasciare la certificazione per diventare EGE Libri da scegliere Energy managerIl lavoro di Energy Manager è previsto dalla legge per le società che superano una certa soglia di consumi. Questo lavoro consiste, in sinergia con le altre strutture della Banca, nell'individuare le modalità migliore per una riduzione progressiva dei consumi energetici e delle relative emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Quindi, laddove possibile, cercare di favorire l'utilizzo di energia elettrica da fonte rinnovabile, ma anche mettere in campo azioni di monitoraggio e ottimizzazione energetica, per ridurre gli sprechi e i relativi costi. Oggi, ad esempio, è stato raggiunto un acquisto totale di energia elettrica da fonte rinnovabile di circa il 90%, il 100% sul perimetro Italia, e si prevede di arrivare alla Carbon Neutrality nel 2030. Le norme di riferimento prevedono anche una rendicontazione puntuale dei consumi che devono essere trasmessi ogni anno al Ministero dello Sviluppo Economico attraverso una piattaforma dedicata gestita dalla FIRE (Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia).
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ROMA (ITALPRESS) - Rosanna Lambertucci, 77 anni, volto noto della tv, giornalista, nonchè conduttrice della rubrica “La Salute vien mangiando” per l'agenzia Italpress, lo scorso 7 luglio ha pronunciato il fatidico sì al compagno Mario Di Cosmo. Il matrimonio è stato celebrato nel Santuario Madonna della Sorresca a Sabaudia. La storica dimora romana di Palazzo Brancaccio ha ospitato il ricevimento.mgg/gsl
ROMA (ITALPRESS) - Rosanna Lambertucci, 77 anni, volto noto della tv, giornalista, nonchè conduttrice della rubrica “La Salute vien mangiando” per l'agenzia Italpress, lo scorso 7 luglio ha pronunciato il fatidico sì al compagno Mario Di Cosmo. Il matrimonio è stato celebrato nel Santuario Madonna della Sorresca a Sabaudia. La storica dimora romana di Palazzo Brancaccio ha ospitato il ricevimento.mgg/gsl
Una live con uno dei personaggi più importanti del mondo femminista ed islamico nel panorama italiano, un personaggio incredibile che non ha davvero bisogno di presentazioni; signori e signore: Sumaya Adel QaderSumaya Abdel Qader nasce a Perugia da mamma e papà giordano-palestinesi. A vent'anni si sposta a Milano, dove si laurea in Biologia, in Mediazione Linguistica e Sociologia. Sposata, con tre figli, frequenta e lavora con diverse associazioni (tra cui Aisha, che si propone di aiutare le donne musulmane vittime di violenza e discriminazione) fino a quando nel 2016 diventa la prima musulmana consigliera comunale a Milano. Ha pubblicato Porto il velo, adoro i Queen (Sonzogno, 2008).Trovi qui il suo profilo Facebook e qui il suo profilo InstagramVolete ottenere gratis una rivista di Medio Oriente e Dintorni con focus sul Marocco? Rispondete a questo breve sondaggio di 7 domande, mi serve per calibrare meglio Medio Oriente e Dintorni sui vostri gusti e i vostri desideri; grazie mille a chi risponderà Clicca qui per ascoltare la serie dedicata a "Le perle del Corano" di al GhazaliQui per la prima stagione de "Dal Masnavi di Rumi", mentre qui per la seconda stagionee qui per i 40 hadith di NawawiInfine, qui trovi Medio Oriente e Dintorni Music, un mio podcast uscito 1 anno fa solo per Spotify in cui scoprirai la storia e le canzoni di artisti e band che hanno fatto (o stanno facendo) la storiaMentre qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"Se volete aiutare le persone colpite dal terremoto in Siria e Turchia qui ci sono i link di alcune associazioni umanitarie che operano nella zona:-AKUT (Organizzazione di volontariato non-governativa impegnata nella ricerca, nell'assistenza e nel soccorso alle vittime del terremoto)-White Helmets (organizzazione no-profit che di volontari che da anni è una delle uniche ad aiutare attivamente sul campo tutti i civili siriani) -Save The Children (storica associazione specializzata sui bambini)
Federica Storace"Madri per sempre"Donne raccontano maternità possibiliErga Edizionihttps://erga.itRacconti polisensoriali di donne che “curano”Economia, Tratta degli esseri umani, Maternità e spiritualità, Media ed Educazione, Scienza, Abusi nella vita religiosa femminile, Disagio mentale, Depressione, Violenza domestica, Arte.Un originale viaggio nell'universo femminile, una storia unica del significato della parola grembo nella donna e nella comunità e del senso della maternità, che vuol dire prole ma non solo... Affidarsi, accogliere, attendere... Un percorso che presenta ai lettori, usando registri diversi ed originali rispetto alla saggistica in senso stretto, le donne, la loro particolare sensibilità, la maternità e le diverse maternità che si declinano in tanti, creativi paradigmi di esperienze profondamente vissute. Vite e vicende che possono rigenerare la società, come il grembo delle madri dà alla luce la vita, e contribuire al bene comune donando un apporto significativo ed unico. Con interventi di Madre Maria Emmanuel Corradini, Suor Gabriella Bottani, Suor Alessandra Smerilli, Suor Caterina Cangià.Federica Storace insegna Lettere e Filosofia, vive e lavora a Genova. Sposata, madre di due figli, impegnata nel volontariato educativo. Ha pubblicato due romanzi. Nel 2007 “La famiglia non è una malattia grave”, San Paolo Editore, nel 2010 “Banchi di squola”, Macchione Editore. “Impossibili ma non troppo… storie di cuore e fantasia”, 2017 Editrice Elledici, è la sua terza pubblicazione, la prima a quattro mani, con Anna Maria Frison. Alcune sue poesie e racconti sono stati pubblicati in diverse Antologie nel 2019 e 2020. Ha pubblicato la raccolta di storie di ragazzi d'oggi “Scialla e poi splendi” Placebook Publishing Editore nel 2019. Con Erga ha pubblicato nel 2020 il pluripremiato “Madri per sempre”. Nel 2021 è uscito per Tomolo Edigiò il racconto illustrato per ragazzi “Il ladro di sogni”, infine "Sei un essere speciale" per Erga Edizioni.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
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Si tratta dell'automobilista di Montecchio rimasta vittima dello scontro su un camion e sulle barriere stradali giovedì scorso poco prima di mezzogiorno. La 43enne era morta sul posto, nonostante i tentativi di rianimazione. Sposata con Massimo Montagna, senza figli, lavorava da anni in negozio di ottica alle Alte. Domani alle 15 la cerimonia solenne.
Al Var la prestazione crucianiana da Del Debbio con le Rom. Parenzo le invita ad aprire Partita Iva. Elena, sorella di Tony da Milano, non vuole essere importunata sui social. Grande ritorno per Maurizio Ruggiero Dijana Pavlovic, attrice serba, molto arrabbiata sul caso dei borseggi. È battaglia. La seconda milf in due giorni, Marisa Gambero. Sposata, tre figli e vende qualche clip coi piedi.
«Siamo già nella fase finale della demolizione della cultura e dei valori, in corso da molti anni»: a dirlo a chiare lettere, nel corso di un'intervista rilasciata lo scorso primo marzo all'agenzia InfoCatólica, è Alicia V. Rubio, filologa presso l'Università di Salamanca e docente in una scuola superiore di Madrid.Sposata e madre di tre figli, Rubio è ricercatrice e scrittrice: è divenuta bersaglio delle lobby Lgbt e dei partiti dell'ultrasinistra, accanitisi contro di lei dopo l'uscita di alcuni suoi libri sull'ideologia gender (Cuando nos prohibieron ser mujeres y os persiguieron por ses hombres oppure Feminismo sin compleyos), mostrandone contraddizioni e conseguenze, tanto personali quanto sociali. È conduttrice di talk show, collabora con diversi programmi radiofonici e televisivi ed è membro dell'Assemblea di Madrid.Secondo la professoressa Rubi
Federica Storace"Sei un essere speciale"Donne e uomini raccontano la generativitàErga Edizionihttps://erga.itUn viaggio a tappe sui temi più scomodi o scontati dell'attualità in cui il vissuto diventa non solo racconto ma analisi delle potenzialità, delle opportunità, delle carenze, delle contraddizioni della società in cui viviamo, della cultura corrente, delle istituzioni. Dalla malattia psichiatrica, al mondo della disabilità, dalla violenza sulle donne alla prostituzione, passando per la tossicodipendenza, il disagio educativo, le abissali differenze tra nord e sud del mondo. Spiccano le diverse esperienze di paternità perché, senza la componente maschile, non si realizza la complementarietà che genera vita. Apre orizzonti sconosciuti ed impensati la "sosta" nel contesto della spiritualità nel mondo di oggi e conclude il testo un'originale incursione nella bellezza dell'arte. Persone famose o sconosciute diventano protagoniste di questo romanzo corale.Federica Storace insegna Lettere e Filosofia, vive e lavora a Genova. Sposata, madre di due figli, impegnata nel volontariato educativo. Ha pubblicato due romanzi. Nel 2007 “La famiglia non è una malattia grave”, San Paolo Editore, nel 2010 “Banchi di squola”, Macchione Editore. “Impossibili ma non troppo… storie di cuore e fantasia”, 2017 Editrice Elledici, è la sua terza pubblicazione, la prima a quattro mani, con Anna Maria Frison. Alcune sue poesie e racconti sono stati pubblicati in diverse Antologie nel 2019 e 2020. Ha pubblicato la raccolta di storie di ragazzi d'oggi “Scialla e poi splendi” Placebook Publishing Editore nel 2019. Con Erga ha pubblicato nel 2020 il pluripremiato “Madri per sempre”. Nel 2021 è uscito per Tomolo Edigiò il racconto illustrato per ragazzi “Il ladro di sogni”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
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Luisa Pozzar"Esercizi di ascolto"Un percorso di parole e voci.Un viaggio verso un luogo nel quale scoprirci tutti più umaninuovadimensione https://www.nuova-dimensione.it/Viviamo tempi in cui non si ascolta più, si parla e basta. Ma recuperando la dimensione dell'ascolto, cosa potrebbe succedere? sempre qualcuno che ha qualcosa da dover dire, qualcuno che ha qualcosa in più da dire, qualcuno che vuole dire più forte degli altri e, possibilmente, prima degli altri. E l'ascolto? Dov'è finito? C'è ancora qualcuno che ascolta ciò che gli altri dicono o non dicono?Lasciandosi guidare da queste domande Luisa Pozzar è andata a cercare persone che dell'ascolto hanno fatto la cifra del proprio vivere: eremiti, musicisti, insegnanti di yoga, pedagoghi, psicologi, sacerdoti, religiose e molti altri. È nata così una raccolta di esperienze e di narrazioni tanto semplici quanto profonde. Un percorso in cui ciascuno può immergersie lasciarsi accompagnare, con tanto di esercizi pratici.Con contributi di: Mariangela Bagnolini, Axel Bayer, Margherita Bottino, Osvaldo Caldari, Nella Letizia Castrucci, Pablo d'Ors, Veronica Donatello, Wolfgang Fasser, GiambattistaFerro, Italo Fiorin, Michela Grena, James Martin, Camillo Ripamonti, Luigi Verdi, Aldo Vittor.Luisa Pozzar nata a Trieste nel 1973, in piena crisi petrolifera, vive a Monfalcone (Go) ormai da vent'anni. Sposata, tre figli, è giornalista professionista freelance e collabora con quotidiani e riviste nazionali. Laureata in economia, ama occuparsi di temi sociali e buone notizie. È appassionata di musica, lettura e fotografia (eredità di famiglia). Il suo ambiente ideale è la montagna. Adotta cince e pettirossi sul balcone di casa e sogna uno studio tutto suo in mezzo al bosco.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
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VIDEO: L'ostetrica santa di Auschwitz (Stanislawa Leszczynska) ➜ https://www.youtube.com/watch?v=wETaxr4PEwM&list=PLolpIV2TSebUYAolUy8XGKkkSVK1dUyXFTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6895STANISLAWA, L'OSTETRICA EROINA NELL'INFERNO DI AUSCHWITZ di Luca MarcolivioNumerose sono le storie provvidenziali legate all'Olocausto di matrice nazista. Tra le altre, vale la pena citare quella della Serva di Dio Stanislawa Leszczynska (1896-1974), polacca, cattolica, di professione ostetrica, finita ad Auschwitz per aver protetto degli ebrei a Lodz dopo l'invasione tedesca. La fase diocesana del suo processo di beatificazione, iniziato il 13 marzo 1992, si avvia verso la conclusione entro quest'anno. Raccolte le testimonianze sull'eroismo della Leszczynska, la documentazione sarà trasmessa in Vaticano, presso la Congregazione per le Cause dei Santi. In Polonia, c'è già chi la vorrebbe come patrona delle ostetriche e delle infermiere.Quella di Stanislawa Leszczynska fu una vita piuttosto tranquilla fino al 1939. Sposata con Bronisław Leszczynski, da cui aveva avuto quattro figli, Stanislawa aveva iniziato a lavorare come ostetrica nel 1922. Accogliere la vita nascente era per lei qualcosa di molto simile a una vocazione. Al punto che non volle rinunciarvi nemmeno nella prigionia del lager. Ad Auschwitz, la Leszczynska fu deportata assieme alla figlia Sylwia. Entrambe erano state arrestate dalla Gestapo nel febbraio 1943, assieme ad altri due figli dell'ostetrica, Stanislaw ed Henryk, che furono destinati a Mauthausen. Al blitz riuscirono a sfuggire soltanto il marito Bronisław e il figlio Bronisław Jr. Tutta la famiglia, per più di tre anni, si era prodigata a confezionare documenti falsi agli ebrei di Lodz, braccati dai nazisti. Per questa operazione Bronisław aveva messo a disposizione la tipografia di cui era titolare.LA FINE DEGLI INFANTICIDI AD AUSCHWITZAd Auschwitz, il punto di svolta nella storia di Stanislawa Leszczynska fu quando Klara, l'ostetrica del lager, si ammalò. La donna era stata addestrata a far nascere i bambini delle prigioniere gestanti, per poi sopprimerli subito dopo, affogandoli dentro un barile e dandoli in pasto ai topi sotto lo sguardo delle madri. Ogni vittima di infanticidio veniva fittiziamente certificata come "nato morto". Fu proprio la Leszczynska a offrirsi come sostituta. Sapientemente, l'ostetrica di Lodz aveva nascosto il proprio diploma professionale dentro un tubetto da dentifricio, nel presentimento che le sarebbe tornato utile. "Non si devono uccidere i bambini!", tuonò subito Stanislawa al medico titolare del lager.Da quel momento, nessun neonato fu più soppresso. La Leszczynska riuscì a farne nascere ben tremila in poco meno di due anni ma soltanto una trentina riuscirono sopravvivere alla liberazione di Auschwitz (27 gennaio 1945). Dopo quella data, l'ostetrica volle rimanere ancora un po' nel lager, per assistere le ultime partorienti rimaste. Almeno la metà di quei bambini furono poi uccisi dai nazisti, mentre un altro migliaio morirono di fame o di freddo. A qualche centinaio fu risparmiata la vita perché, somaticamente, corrispondevano alla "razza ariana": capelli biondi, occhi azzurri, eccetera. Il figlio Bronisław Jr un giorno raccontò di una visita di Josef Mengele ad Auschwitz. Quando il "dottor Morte" incrociò lo sguardo dell'ostetrica di Lodz, improvvisamente abbassò gli occhi e confessò di essersi "sentito umano" per un attimo. "La gente sapeva che lei aveva un potere su di lui", dichiarò Bronisław Leszczynski.GIOVANNI PAOLO II LE RESE OMAGGIOMolto devota alla Madonna, Stanislawa Leszczynska recitava pubblicamente l'Ave Maria davanti a prigionieri e guardie e, quando c'era un parto, benediceva madre e bambino. Rientrata a Lodz, la Leszczynska continuò ad esercitare la professione di ostetrica fino alla fine della sua vita. Il marito Bronisław era rimasto ucciso durante la rivolta di Varsavia del 1944.Quando morì, l'11 marzo 1974, Stanislawa Leszczynska fu seppellita, come da lei richiesto, con l'abito delle terziarie francescane. Ai suoi funerali parteciparono migliaia di persone. Nove anni dopo, nel giugno 1983, durante la sua seconda visita pastorale in Polonia, papa Giovanni Paolo II rese omaggio all'ostetrica di Lodz, celebrando Messa nel santuario di Czestochowa, con un calice in avorio nel quale erano state scolpite le immagini delle quattro donne più importanti nella storia polacca: santa Edvige di Polonia, santa Edvige di Andechs (o di Slesia), la beata Maria Ledochowska e, per l'appunto, Stanislawa Leszczynska. Dal 1996, la Serva di Dio è sepolta nella chiesa dell'Assunta a Lodz, dove era stata battezzata.Alla Serva di Dio è stato dedicato il film L'ostetrica, diretto da Maria Stachurska, nipote della stessa Stanislawa Leszczynska. La protagonista è interpretata dall'attrice Elżbieta Wiatrowska. Il film è stato presentato lo scorso dicembre all'ultima edizione dell'International Catholic Film Festival "Mirabile Dictu" ed è stato proiettato martedì sera all'Istituto Polacco di Roma, alla presenza della regista.
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Benvenuti nella raccolta in formato Podcast delle puntate di #CloseUp, a cura di Matteo Righi, aka Houssy. #CloseUp è la rubrica di recensioni cinematografiche in onda su Radio Italia Anni 60 Emilia-Romagna.
Nadia Benabdallah è Group Network Strategy and Engineering Director del Gruppo Vodafone.Nata ad Algeri; laurea e master in ingegneria elettronica alla George Washington University; parla italiano, arabo, inglese, spagnolo, francese. Sposata, con due figli, ama le passeggiate in montagna.
Per il nostro primo appuntamento di Breaking Walls incontriamo Sayde Jabra El-Hajjar. La nostra protagonista nasce a Beirut dove si è laureata a pieni voti in Economia e Commercio per poi decidere di dedicarsi alla sua più grande passione, la fotografia, diventando rapidamente una giovane fotografa di successo. Sposata e mamma di due bambini si è vista obbligata a lasciare la sua terra, il Libano, dopo la tragedia del 04 Agosto 2020 per trasferirsi in Canada con la sua famiglia.Sayde si trovava nel centro commerciale del porto di Beirut al momento dell'esplosione.(Intervista in lingua inglese)*Testo letto in puntata:“Beati loro....Beati quelli che parlano dell'amore con la piena sicurezza di averlo già provato..Beati quelli che si dedicano agli altri dimenticando la propria vita nella convinzione che dia un senso onorevole al passare del tempo..Beati quelli che hanno trovato la felicità e la sicurezza nella famiglia creata, così tanto ovattata, accoppiandosi e procreandosi, sentendosi, così, finalmente completi nell'aver svelato il mistero della vita...Beati quelli che sentono di essere al posto a loro riservato nel mondo, fedeli nella consapevolezza di aver compreso il destino a loro predestinato...Beati quelli che le domande non se le pongono o non vogliono porsele... COSA?????Ditemi cos'è che vi fa battere veramente il cuore? Cosa vi fa accelerare i battiti al punto di sentire le pulsazioni in gola facendovi mancare persino il respiro?? Cos'è che vi dà, anche se solo per un attimo, quel senso di leggerezza e di appartenenza al mondo smembradovi da tutto, al punto tale di farvi sentire in osmosi con l'universo..??!!! ...Quel freddo, quel vuoto sullo stomaco?? Cos'è' che vi dà un significato alla vostra esistenza? Cosa vi fa sperare???? Sempre che la speranza non l'abbiate ancora persa...È una sensazione impalpabile... Qualcosa di grande ed incommensurabile che è là. Da qualche parte nel mondo. Vi aspetta, vi osserva. Vi trascina come una calamita gigante attirandovi senza tregua con tutta la sua forza fino a farvi pensare che l'unica soluzione sia scappare! Anche voi lo sentite...???Quel affanno nel silenzio,Quella inquietudine di cui non si riesce a comprendere l'origine ma che è sempre stata lì sin dalla infanzia. La convinzione che quel nucleo familiare che vi ha partorito sia troppo stretto per voi nonostante non siate ancora in grado di capire la dimensione e le conseguenze di quello che pensate di volere. Beati... Beati quelli che assoggettati da immense catene ereditate nei secoli si ritrovano comunque liberi... perché la Libertà assoluta e la coscienza di essa e di se stessi può essere un peso enorme da portare.”
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6629LA MOGLIE A PEPPONE: PERCHE' MI HAI SPOSATA? di Lorenzo BertocchiA Peppone i sondaggi telefonici non erano mai piaciuti, ma la signorina gentile lo aveva preso alla sprovvista a proposito di una indagine sullo stato del matrimonio in Italia:«È una domanda soltanto, non si preoccupi: perché lei ha sposato sua moglie?».Peppone restò mezzo tramortito, anche perché la domanda era arrivata in salotto in uno di quei giorni in cui i figli e nuore e nipoti gli stavano invadendo la casa crinale. «Ma che domanda è questa?», disse, senza però riuscire a trovare una ragione per questa domanda sensata. «Guardi, è passato molto tempo e ci devo pensare».La signorina disse che lo avrebbe chiamato il giorno dopo per avere la risposta. Peppone arrivò in cucina e la signora Bottazzi si accorse che qualcosa non andava. «Chi era al telefono?».«Un'indagine demoscopica per la democrazia, volevano sapere perché ti ho sposata...».Se la curiosità è femmina, davanti a una domanda come questa si aggiunge anche la curiosità della moglie, producendo un effetto senza via di scampo per il marito. Della democrazia alla base del sondaggio alla signora Bottazzi non importava un bel niente, la domanda non ammetteva risposte democratiche.«Io comunque non ho risposto perché preso alla sprovvista ...», attaccò Peppone vista la situazione.«E adesso ce l'hai la risposta? Perché mi hai sposata?», rispose la signora moglie con un tono da tribunale dell'Inquisizione.A quel punto Peppone cercò di ripensare ai momenti della giovinezza, dei primi incontri etc, etc, ma il massimo di risposta che ne cavò fuori fu: «Perché volevo farmi una famiglia e avere dei figli».«E che motivo è mai questo! Allora potevi sposarti anche con un'altra...».«È il destino! Si dice che Dio li fa e li accoppia, uno ci nasce per sposare una talaltra».«Peppone, ma che bel romantico che sei... proprio una bella storia d'amore e passione. E io che passo una vita con uno così e questo non sa neanche perché mi ha sposata...».«E tu allora, perché mi hai sposato?», provò a contrattaccare un Peppone alle corde.«Beh, io mi sono lasciata sposare da te, è ovvio. È l'uomo che si fa avanti!».«Bene», rispose Peppone, «quindi se si fosse fatto avanti un altro era uguale, allora anche tu non sai perché mi hai sposato!».Tutta la famiglia assisteva attonita al dibattito che in quel momento fu attraversato dal silenzio. La signora Bottazzi andò alla finestra del tinello per guardare l'orizzonte: «Ma vi rendete conto... se ci siamo sposati per caso questo è un matrimonio senza fondamenta e voi», disse guardando i figli e nipoti, «siete prodotti del caso e avreste potuto essere anche figli e nipoti di altri due».«Eh no», rispose Peppone, «questa è roba nostra».A quel punto saltò su il Giovannino, di anni 6, il più piccolo fra i nipoti. «Meno male che il nonno ha sposato la nonna, e la nonna ha sposato il nonno, che hanno fatto il papà che ha sposato la mamma, che poi ha fatto me. Perché è sempre meglio essere nipoti di due disgraziati di nonni e figli di un papà e una mamma piuttosto che nipoti e figli di due estranei».Il ragionamento filava e convinse anche Peppone e la signora Bottazzi, i quali in quel momento sembrarono anche ricordarsi perché si erano sposati. Il giorno dopo la signorina che aveva aperto il dibattito telefonò per avere la risposta.La signora Bottazzi prese in mano la situazione telefonica: «Mio marito dice di avermi sposato per ovvie ragioni».«Ma le sembra un motivo valido?», rispose la signorina.«Guardi, ognuno si sposa come può e comunque il fatto è che l'importante è che il marito sposi sua moglie evitando così che i suoi figli cadano in mano d'estranei!».
Benvenuti nella raccolta in formato Podcast delle puntate di #CloseUp, a cura di Matteo Righi, aka Houssy. #CloseUp è la rubrica di recensioni cinematografiche in onda su Radio Italia Anni 60 Emilia-Romagna.
Thriller tesissimo e incalzante, che segna l'esordio su grande schermo di Nicole Kidman, qui bellissima e determinata. Sposata con Sam Neill, la nostra compirà un viaggio in barca assieme al marito per tentare di elaborare il lutto per la tragica e recente perdita del figlioletto, ma quel birbone psicopatico di Billy Zane è in agguato ed è anche molto attratto dalle grazie dell'ex signora Cruise. Grazie anche allo scenario inconsueto, almeno per quei tempi, la pellicola in questione affascina e tiene incollati fino al bellissimo finale, regalandoci forse l'unico e solo titolo degno di nota di Noyce, che non ha mai avuto una carriera artistica propriamente brillante. Cast affiatatissimo e personaggi ben scritti, insieme a colpi di scena ben dosati e di impatto, assicurano la buona riuscita di questo titolo che merita di essere recuperato.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6494LIBERATA LA BIMBA CATTOLICA RAPITA, TORTURATA E SPOSATA A FORZA CON UN MUSULMANORacconto terrificante con lieto fine: il tribunale pakistano invalida il matrimonio e la conversione forzata della dodicenne e la restituisce al padre (la madre era morta)di Caterina GiojelliÈ a casa Farah: il giudice Rana Masood Akhtar del tribunale di Faisalabad l'ha restituita al suo papà e ai suoi cinque fratelli, al nonno e alla comunità cattolica che per otto mesi ha battagliato perché fosse liberata. Liberata dal suo aguzzino musulmano, liberata dalle funzionarie preposte a rafforzare in lei la conversione all'islam nella Dar-ul-Aman, liberata dalle umiliazioni di poliziotti e magistrati compiacenti con chi l'aveva rapita, convertita, sposata a forza e ridotta a schiava incatenata in un cortile. Farah Shaheen, orfana di mamma, aveva solo 12 anni il giorno in cui venne sequestrata e costretta a chiamare "marito" un pakistano musulmano di 45 anni.Sorride Farah nelle foto diffuse il giorno del suo rilascio da Aid to the Church in Need, circondata da parenti e una folla di bambini come lei: non c'è traccia dello smarrimento che le abitava gli occhi a dicembre, quando la polizia aveva fatto irruzione nella casa di Khizar Hayat. Qualcuno aveva fatto girare le immagini delle sue caviglie sbendate, mostrando la pelle ridotta a cuoio indurito da piaghe, cicatrici e macchie di sangue raggrumato, segni delle pesanti catene che la piccola si era trascinata tra i liquami del cortile, pulendo lo sterco delle bestie di quell'uomo che la mattina del 25 giugno l'aveva sequestrata, convertita all'islam, stuprata, sposata a forza.LA TANA DELL'AGUZZINOPer mesi il suo papà Asif Masih aveva provato a denunciare il rapimento invocando l'applicazione della legge pakistana che vieta rapporti con i minori, per mesi aveva chiesto indagini su Hayat, principale sospettato. La polizia aveva tergiversato fino al 5 dicembre, quando l'attenzione mediatica sollevata da recenti casi di rapimenti e conversioni forzate di altre ragazzine cattoliche che mettevano in discussione l'operato della giustizia compiacente con i rapitori, li aveva rassegnati a un controllo a sorpresa: la bambina, ritrovata ammanettata mani e piedi in una stanza della casa di Hayat, aveva raccontato terrorizzata la sua storia, quella di una schiavetta obbligata a pulire escrementi fin dall'alba. «Sono una donna libera, l'ho sposato e ho abiurato volontariamente, riportatemi da lui»: perché allora Farah nell'udienza del 23 gennaio aveva supplicato terrorizzata i giudici di riportarla dal suo aguzzino? Che cosa era accaduto nelle settimane successive alla sua liberazione? La stessa cosa capitata alla piccola Arzoo, salvata a novembre da una sentenza ma non dal lavaggio del cervello dei radicali islamici e dalle minacce dei familiari dell'uomo che l'aveva rapita, sposata e violentata: come Arzoo, anche Farah non era stata restituita alla famiglia d'origine, era stata invece condotta alla Dar-ul-Aman, case di accoglienza accreditate dal governo. Lontana dal padre, le funzionarie le avevano messo in mano un rosario islamico, insegnato le preghiere del profeta, obbligandola a recitarle ogni giorno. Era spuntata fuori una anche una perizia medica, denti e genitali, diceva il referto presentato alla Corte, corrispondono a quelli di una ragazza tra i 16 e i 17 anni. A nulla era valso il certificato di nascita, le proteste del padre, il suo corpo da bambina: il giorno dell'udienza, facendo cadere tutte le accuse verso il rapitore, il magistrato non chiese nemmeno a Farah perché suo marito la tenesse in catene.IL RITORNO A CASAPoi, il 16 febbraio, la svolta: «Sia lodato Gesù Cristo, il nostro angioletto Farah è tornato a casa», ha proclamato ad Acn Uk il vescovo Iftikhar Indryas che ha affiancato la famiglia della ragazzina assicurandole assistenza legale nel tentativo disperato di cambiare esito alla sua vicenda giudiziaria. Il giudice Rana Masood Akhtar ha invalidato il matrimonio che non risulta registrato presso alcuna autorità locale. Di più, ha invalidato la perizia medica che attestava la maggiore età della bambina e stabilito che la sua permanenza presso la Dar-ul-Aman non potesse essere protratta a tempo indeterminato: la volontà del padre di accogliere Farah e l'impegno assunto insieme ai famigliari a «impedire a chiunque di arrecare danno alla sua vita e alla sua libertà» ha consentito al tribunale di lasciarla tornare a casa sotto la sua esclusiva responsabilità. Racconta monsignor Indryas che la piccola, sentite le parole del giudice è scoppiata in lacrime di gioia mentre dalle case di amici e parenti scrosciavano applausi e preghiere.La storia di Farah è quella di duemila ragazzine cristiane e indù che lo scorso anno in Pakistan sono state rapite, sottomesse all'islam e ridotte in spose o schiave sessuali di orchi senza scrupoli. Alla piccola di Faisalabad, a Maira, Huma, alla minuscola Arzoo e a un popolo di povere famiglie, vescovi, politici cattolici e coraggiosi avvocati che battagliano per salvarle sfidando la mafia che alimenta matrimoni forzati e sequestri (imam, magistrati, poliziotti corrotti e uno Stato complice) Tempi ha dedicato un ampio servizio sul numero di febbraio. A guidarci nella "terra dei Puri" e tra le storie di ragazzine violentate e umiliate tutti i giorni della loro vita, Shahid Mobeen, fondatore dell'associazione Pakistani cristiani in Italia, amico e consulente di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico che sacrificò la sua vita per difendere le minoranze religiose in Pakistan assassinato il 2 marzo 2011 a Islamabad. Nota di BastaBugie: per ricordare chi era Shahbaz Bhatti si possono leggere gli articoli pubblicati nel dossier "Cristiani in Pakistan". Titolo originale: Faisalabad annulla le nozze della sposa-bambina. Farah torna a casaFonte: Tempi, 20 febbraio 2021Pubblicato su BastaBugie n. 705
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=188LA TERRIFICANTE STORIA DEL BAMBINO CHE FU CRESCIUTO COME UNA BAMBINATutta la verità sull'esperimento che screditò per sempre la teoria del ''gender'': cambiare sesso è contro naturaSan Paolo, a quattordici anni dalla sua uscita nel 2000, ha tradotto e pubblicato "As Nature Made Him. The Boy Who Was Raised as a Girl". Il titolo, in italiano, suona così: "Bruce, Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza". Nelle prime tre parole è raccolto il senso della vicenda: tre nomi, un'unica persona. L'autore è un giornalista americano, John Colapinto, che trasformò in libro una sua celebre inchiesta, apparsa per la prima volta nel dicembre 1997 su Rolling Stone. Il caso, che in America ebbe una notevole risonanza, è sostanzialmente sconosciuto in Italia, ma merita di essere ripercorso. Perché è all'origine della cosiddetta teoria del gender. Un'origine tragica.1° PARTE: BRUCEIl 22 agosto 1965 vennero alla luce all'ospedale St. Boniface a Winnipeg (Canada) due gemelli identici, Bruce e Brian Reimer. Entrambi avevano un problema di fimosi al pene, per la quale era necessaria una circoncisione. Operazione semplice e routinaria, alla quale i due genitori, Ron e Janet, acconsentirono senza problemi. Il 27 aprile 1966, il giorno dell'operazione, un'insolita bufera di neve si abbatté su Winnipeg. Presagio shakespeariano di quel che doveva accadere, fu il contorno atmosferico all'incidente che capitò al piccolo Bruce. Per un incredibile errore, il suo pene fu bruciato. «Si staccò a pezzetti» e «sparì completamente».I genitori, disperati, dopo una serie di consulti medici, si affidarono a John Money, un medico che avevano sentito parlare alla tv dei miracoli della «riassegnazione sessuale» in corso al Johns Hopkins Hospital di Baltimora. Money era già allora uno dei ricercatori in sessuologia più rispettati al mondo. Eloquio brillante, intelligenza sofisticata, era l'ideatore della gender identity, basata sull'idea che l'identità di una persona non si fonda sui dati biologici della nascita, ma sugli influssi culturali e l'ambiente in cui cresce. Money, che guidava la pionieristica clinica per la chirurgia transessuale a Baltimora, fu ben felice di occuparsi del piccolo. Bruce era, infatti, la cavia che egli attendeva per dimostrare la bontà delle sue teorie. Un piccolo maschio senza pene, da trasformare in una bambina.Il dottore, già allora, frequentava i salotti televisivi, portando argomenti a favore del «matrimonio aperto, del nudismo e di altre forme di cultura sessualmente disinibita». Definito dal New York Times un «agente provocatore della rivoluzione sessuale», si spese a favore del film porno "Gola profonda" e firmò editoriali sulla «nuova etica del sesso ludico». Spingeva i suoi pazienti a sperimentare ogni tipo di desiderio sessuale, ivi compresa la «pioggia dorata» (urinarsi addosso durante il rapporto), la coprofilia, le amputazioni, l'autostrangolamento. Per Money non erano perversioni, ma «parafilie». Nell'aprile del 1980 spiegò a Time che un'esperienza di pedofilia «non aveva necessariamente un influsso negativo sul bambino».Quest'uomo, per tutto il corso della sua carriera, fu omaggiato e riverito, aggiudicandosi numerosi riconoscimenti e premi (oltre che corpose sovvenzioni). Fu lui l'ideatore della prima clinica per l'identità di genere, celebrata da tutte le maggiori e più importanti riviste americane e internazionali. I suoi studenti e protetti, racconta Colapinto, «hanno finito per occupare posizioni preminenti in alcune delle università, istituzioni di ricerca e riviste scientifiche più stimate negli Stati Uniti».Fino all'incontro con Bruce, il campo d'azione di Money si era limitato agli ermafroditi. Il bambino rappresentava per lui un'occasione d'oro. Quando lo incontrarono, Ron e Janet – che all'epoca avevano solo 20 e 21 anni – ne rimasero affascinati. «Mi sembrava un dio», disse lei. Il medico spiegò loro che avrebbe potuto dare al bambino una vagina perfettamente funzionante, ma che necessitava della loro collaborazione affinché Bruce diventasse femmina. L'importante era che loro lo vestissero come una femminuccia, non gli tagliassero i capelli, lo facessero sentire una lei e non un lui. Così avrebbe avuto una vita felice.Il 3 luglio 1967 Bruce fu castrato dal dottor Howard Jones, un collaboratore di Money che in seguito lo abbandonò per intraprendere una professione più remunerativa. Aprì in Virginia la prima clinica americana per la fecondazione in vitro. Fu così che Bruce diventò Brenda.2° PARTE: BRENDARon e Janet, almeno per i primi anni, si buttarono a capofitto nell'impresa. Ma qualcosa non funzionava. La piccola Brenda ignorava le bambole che le venivano regalate, adorava azzuffarsi coi suoi amichetti, costruiva fortini anziché pettinarsi davanti allo specchio. In bagno, faceva la pipì in piedi.I primi anni di scuola peggiorarono notevolmente la situazione. Brenda iniziò a diventare particolarmente violenta e fu bocciata. Nel frattempo, nel 1972, Money pubblicò il libro "Man & Woman, Boy & Girl", in cui mise al corrente il mondo dello straordinario «caso dei due gemelli». Il volume descriveva l'esperimento come un «assoluto successo». Era la «prova conclusiva» che «non si nasce maschi e femmine, ma lo si diventa».Il fatto ebbe una risonanza mondiale. Sposata dal movimento femminista, l'opera trovò il plauso sulle prime pagine di Time e del New York Times Book Review, conferendo al suo autore l'indiscussa celebrità di un guru. Le sue tesi, si scrisse allora, avrebbero avuto sulla storia umana un'influenza paragonabile alla «teoria dell'evoluzione di Darwin».Solo uno sconosciuto ricercatore di nome Milton Diamond osò sollevare perplessità sul caso. Fu ignorato. Al contrario, «il caso dei gemelli di Money fu decisivo perché venisse universalmente accettata non solo la teoria secondo la quale gli esseri umani sono alla nascita psicosessualmente plastici, ma anche la chirurgia di riassegnazione sessuale come trattamento per bambini con genitali ambigui o danneggiati. La metodica, un tempo principalmente limitata al Johns Hopkins, si diffuse ben presto e oggi viene eseguita praticamente in tutti i principali paesi».La realtà, però, andava in un'altra direzione. Brenda continuava a comportarsi «come un maschiaccio», difendeva il fratello nelle zuffe, soffriva a stare con le amichette. Periodicamente, i due fratelli facevano delle visite nella clinica di Money per snervanti test psicologici. Durante queste sedute, ai due gemellini di sei anni erano mostrate immagini di sesso esplicite «per rafforzare la loro identità/ruolo di genere». I due fratelli erano anche obbligati a simulare atti sessuali tra loro. In un'occasione, il dottor Money «scattò loro una Polaroid».Per Brenda quelle sedute – cui doveva sottoporsi anche da sola – erano una tortura. Nei suoi sogni si immaginava ventenne «con i baffi», ma temeva di dirlo ai suoi genitori, essendo sicura che li avrebbe delusi. Ron e Janet, infatti, frustrati dal comportamento della bambina, cercavano in tutti i modi di applicare i consigli di Money. Giravano nudi per casa, frequentavano campi nudisti, facevano pressioni sulla piccola perché assumesse atteggiamenti femminili. Tutto ciò li portò all'esaurimento: Janet tentò il suicidio, Ron iniziò a bere. Money, intanto, pubblicò un nuovo libro di successo (Sexual Signatures) in cui tornò a parlare di Brenda, che «stava attraversando felicemente l'infanzia come una vera femmina».Brenda, in realtà, già a undici anni cominciò a nutrire istinti suicidi. Gli assistenti sociali e i dottori del suo paese capirono che qualcosa non andava, ma troppo scintillante era la fama di Money per metterla in ombra. Brenda trascorse l'infanzia passando da uno psicologo all'altro. All'età di dodici anni cominciò la cura con gli estrogeni per fare crescere il seno e, nell'ultima visita che ebbe nello studio del dottor Money, trovò un transessuale che le magnificò i vantaggi dell'operazione chirurgica per cambiare sesso. Brenda fuggì e disse ai genitori che, se l'avessero fatta tornare, «si sarebbe suicidata».Anche lontana dal dottore, Brenda continuò ad avere una vita difficile. A scuola la chiamavano «gorilla» e alcuni giornalisti avevano iniziato a interessarsi a lei. Nel 1977 una troupe della Bbc si recò a Winnipeg per parlare con i suoi medici. Tutti confermarono la medesima impressione: Brenda non era la «ragazza felice» celebrata nei best seller di Money. Lo stesso dottore, contattato dalla Bbc, rifiutò di incontrare i giornalisti, mettendoli alla porta. Il documentario, intitolato "The First Question", andato in onda il 19 marzo 1980, passò sotto silenzio.Solo pochi giorni prima, il 14 marzo, Ron aveva rivelato alla figlia la sua storia. Come annota Colapinto, Brenda «si sentì sollevata» perché finalmente capì «di non essere pazza». La prima domanda che fece al padre fu: «Qual era il mio nome?».3° PARTE: DAVIDBrenda decise di tornare al suo sesso biologico. Scelse di chiamarsi David perché questo è il nome «del re uccisore di giganti della Bibbia», il bambino che combatte e sconfigge il poderoso Golia. Iniziò a fare iniezioni di testosterone, gli crebbero i primi peli sulle guance, a sedici anni si sottopose al primo intervento per la creazione del pene. Attendendo la maggiore età, visse nascosto per due anni nella cantina di casa. A diciotto anni entrò in possesso del denaro assegnatogli come risarcimento dal St. Boniface Hospital, acquistò un furgone equipaggiato coi migliori comfort, che fu battezzato secondo lo scopo che avrebbe dovuto avere: «Il carretto da scopata».Non andò così. David non aveva capacità di erezione e la cosa circolò fra gli amici. Tentò di nuovo il suicidio, per due volte. A ventidue anni si sottopose a una nuova falloplastica e, due anni dopo, ebbe il suo primo rapporto sessuale. Ma era ancora profondamente infelice.
Liliana Russo in TuttoLibri presenta... Mai Stati così Uniti, di Simona Siri con Dan Gerstein
"Le lettere di Paolo"tradotto e commentate da tre biblisteEmanuela Buccioni, Rosalba Manes, Rosanna VirgiliAncora Librihttps://www.ancoralibri.it/Conversazione con Rosanna VirgiliNel marzo 2015 Àncora pubblicò un volume con la traduzione e il commento dei Vangeli, realizzato secondo i criteri più aggiornati della scienza esegetica. Punti di forza del libro erano la completezza e la vastità dell'opera; la novità assoluta di una traduzione/commento integrale affidate a bibliste italiane; il linguaggio non specialistico e ricco di sensibilità femminile. Questo volume rappresenta la continuazione di quel progetto, con la traduzione e il commento dell'epistolario paolino - a opera di Rosanna Virgili, Rosalba Manes ed Emanuela Buccioni - cui seguirà un volume dedicato agli altri scritti del Nuovo Testamento.Emanuela Buccioni. Consacrata dell'Ordo Virginum dal 2003, fa l'insegnante nella scuola secondaria statale. Laureata in ingegneria dei materiali, si interessa da sempre di energie rinnovabili, giustizia sociale e sviluppo sostenibile, impegnandosi in questi ambiti sul proprio territorio.Ha conseguito la licenza e il dottorato in teologia biblica presso la Pont. Univ. San Tommaso d'Aquino di Roma e svolge da anni un servizio di apostolato biblico in vari ambiti.Nell'Ordo Virginum ha fatto parte del “gruppo per il collegamento” dal 2006 al 2010.Nella Chiesa diocesana di Terni Narni Amelia si è occupata di catechesi, ecumenismo, formazione teologica, ministero straordinario dell'eucarestia; dal 2006 al 2012 ha svolto il servizio di segretaria del Consiglio Pastorale Diocesano. Attualmente è membro della Commissione Regionale Umbra per l'Educazione, la Scuola e l'Università.Rosalba ManesNata a San Giovanni Rotondo l'8 Agosto 1977, è una consacrata nell'Ordo Virginum della diocesi di San Severo (Foggia) dal 2001. Ha la licenza in Sacra Scrittura al Biblico e il dottorato in teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana. Attualmente insegna Sacra Scrittura alla Università Gregoriana e in altri Istituti di Roma e fuori Roma. Ha pubblicato ormai una decina di libri. Ha realizzato anche dei CD musicali, per coniugare musica e Parola di Dio. È anche molto attiva con conferenze e articoli sempre su temi biblici.Rosanna Virgili, nota biblista di origini marchigiane ma romana d'adozione. Sposata, due figli, Virgili è laureata in Lettere e Filosofia e licenziata in Scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. È docente di Esegesi presso l'Istituto Teologico Marchigiano. Autrice di vari volumi tra cui «I Vangeli», traduzione e commento al femminile dei quattro Vangeli in collaborazione con altre tre colleghe bibliste, tiene conferenze in tutta Italia e collabora a vari giornali e riviste.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Questo è un podcast particolare perché è la registrazione audio di una video che avevo pubblicato tempo fa sul mio canale youtube. Ci tenevo a fartelo ascoltare perché è importante capire come si possono superare le obiezioni che una donna ci fa quando parliamo con lei.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5713VOGLIONO CONVINCERCI CHE LA DONNA SINGLE SIA PIU' FELICE DI QUELLA SPOSATA... MA NON E' VERO di Rino CammilleriMi ha incuriosito un articolo della vaticanista del «Messaggero» del 26 maggio. Riporta la tesi, di sconvolgente novità, del «noto» (?) accademico inglese Paul Dolan, docente di scienze comportamentali alla «prestigiosa» (tutto quello che è british è sempre prestigioso) London School of Economics, nel cui stemma, chissà perché, c'è un castoro. Fondata nel 1895 da membri della Fabian Society (all'erudito il piacere di indagare su questa esclusiva associazione), tra cui George Bernard Shaw (l'avversario numero uno di Gilbert K. Chesterton, tanto per intenderci), ogni tanto produce qualcosa che va, tanto per cambiare, nella direzione del «progresso».Ora tocca alla tesi di Dolan, tesa a sfatare il mito, bigotto e reazionario, della donna che si realizza nel matrimonio. Le ricerche condotte dal professore dimostrano che le singles sono più spensierate delle sposate. Infatti, quando si fanno indagini sociologiche di questo tipo, attenzione al trucco: «Le donne sposate dicono poi di essere più felici di altre donne ma solo se il proprio marito è presente in una stanza, perché appena il marito se ne va, e a queste donne viene fatta la stessa domanda, affermano il contrario, spesso accusando il marito di essere carente in tante cose».E c'era bisogno di scomodare équipes di intervistatori per scoprire l'acqua calda? I cattolici lo sanno da sempre che il matrimonio è un sacramento, e che i sacramenti sono vie per la Grazia. Solo nelle fiabe i due colombi che, dopo peripezie, convolano a giuste nozze «vissero felici e contenti». Se Gesù Cristo ha creato un canale speciale e apposito per il matrimonio, è perché è una situazione in cui la Grazia ci vuole, eccome. Per i cattolici è insomma una via di santificazione. La quale, perciò, non è tutta rose e fiori. Ma senza è peggio, come si può verificare dalle statistiche.La donna single è più felice di quella sposata? Ma allora perché le singles spasimano per trovare l'anima gemella? L'immagine storica della «zitella» inacidita è solo frutto della propaganda clericale e/o maschilista nei secoli? Non c'è bisogno dei sociologi per verificare quanto segue:a) le donne vanno al cinema per vedere il loro attore preferito; gli uomini, per vedere un film;b) le donne che si riuniscono al ristorante o anche per l'8 marzo finiscono col parlare di uomini (o di figli se li hanno); gli uomini parlano di calcio. Ma al professore britannico risulta altro: «Da quello che a noi risulta è che i sottogruppi di popolazione più sani e felici sono quelli che non si sono mai sposati o avuto figli». Ah, sì? Allora perché questa corsa disperata al figlio a tutti costi, perfino per le coppie gay? Donde tutta questa gente che fa letteralmente i salti mortali per farsi fecondare artificialmente, e affronta viaggi, spese e pure debiti per coronare il suo sogno? Com'è che, se il matrimonio è fonte sicura di infelicità, tutti vogliono prima o poi sposarsi, perfino gli omosessuali, perfino i preti?Teniamo presente che anche il divorzio è conseguenza di un istinto insopprimibile, quello di trovare la felicità nel matrimonio. Avete mai visto qualche divorziato o divorziata che ha gettato la spugna? C'è forse qualcuno a cui l'esperienza negativa sia bastata per smettere per sempre di cercare compagnia? Potremmo continuare, ma si tratta solo di considerazioni di buonsenso. Mica da sociologi. A meno che la somma di infelicità umana causata dal «progresso» sia ormai talmente insopportabile da richiedere «studi» rassicuranti. Come in 1984 di Orwell, tanto per cambiare: nella penuria generale cagionata dal regime, i sudditi mangiavano tavolette sintetiche, che la propaganda asfissiante convinceva a trovare gustose.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5445NEL NOME DI DIO, NON MI SPOGLIERO' di Benedetta FrigerioPochi giorni prima che si celebrasse la giornata contro la violenza sulle donne, Jamie Schmidt, 53 anni, mamma di tre figli, residente a St. Louis (Missouri), è stata uccisa per essersi rifiutata di fornire prestazioni sessuali al suo aguzzino, entrato in un negozio costringendo con la pistola alcune clienti a "soddisfarlo". Ma perché, allora, nessuno di quel movimento che ha invaso l'Occidente e il web di luci e scarpe rosse, ha speso una parola per questa vittima?Bisogna constatare che l'ondata femminista, oggi più che mai rappresentata dalla retorica del #MeToo tende a colpevolizzare il maschio in quanto maschio, mentre la natura femminile sarebbe di per sé innocente, denunciando i cosiddetti femminicidi senza mai citare le statistiche delle violenze sugli uomini che dimostrano che il problema non è il sesso di nascita ma le relazioni malate. Il suo interesse non è quindi la denuncia di una società che ha ridotto la donna e la sessualità a merce, ma più che altro la riaffermazione vecchia sessant'anni del "corpo e mio e lo gestisco io". In poche parole, di me stessa posso fare ciò che voglio, persino andare con le bestie, basta che sia io a deciderlo.NEL NOME DI DIO, NON MI SPOGLIERÒJamie invece ricorda al femminismo chi è una vera donna, tramite il sacrificio della sua vita, per amore a se stessa e persino alla sua famiglia. Inoltre, guardare alla sequenza dei fatti, fa spiccare l'eroismo di questa donna a tal punto da sconfessare in pochi attimi l'ideologia femminista: il 19 novembre, mentre comprava alcuni oggetti per finire i rosari che stava creando per i membri di un ritiro spirituale della sua parrocchia, un uomo entra nel negozio e fingendo di aver dimenticato la carta di credito in macchina torna munito di pistola. Mette in ginocchio lei e altre due clienti donne. Chiede loro di spogliarsi e di sottomettersi alle sue richieste sessuali. Dopo aver visto le prime due donne obbedire, Jamie guarda in faccia l'uomo che le tiene la pistola puntata e grida: «Nel nome di Dio, non mi spoglierò», rifiutandosi di assecondare il delinquente. Dopodiché l'assassino le spara uccidendola.Si può solo immaginare quanto questa donna, dalla voce angelica (hanno testimoniato i parrocchiani) e dalla vita normalissima, che sognava, come è stato ricordato dalla famiglia, di invecchiare con il marito e di assistere al cammino di crescita dei figli, in quegli ultimi attimi avrà pensato che ribellandosi poteva perdere non solo la sua vita, ma lasciare al mondo un vedovo e tre orfani. Eppure ha deciso di non piegarsi, mentre il piagnisteo del #MeToo si giustifica per aver assecondato i produttori che chiedevano alle attrici prestazioni sessuali in cambio non della vita, ma di un posto di lavoro. Si capisce quindi la vergogna che proverebbero le varie Asie Argento, se una vicenda come questa divenisse planetaria come la loro.MA C'È UN ALTRO FATTO CHE INTERROGAPerché Jamie ha ritenuto che la sua purezza valesse più della sua vita e di adempiere al compito di madre e di moglie? Mentre, probabilmente, se l'uomo le avesse chiesto di aprire la cassa di una banca piena di denaro altrui avrebbe obbedito. E cosa c'entra questo omicidio con la fede, l'unico bene (insieme alla vita altrui) per cui un credente può accettare di sacrificarsi? San Paolo nella prima lettera ai Corinzi spiega loro: «Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai!…chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!».In effetti, l'ambito sessuale ha qualcosa di sacro per ogni uomo, a maggior ragione per il cristiano. A spiegarlo è un saggio di Dietrich von Hildebrand, filosofo e teologo tedesco, ripubblicato nell'ottobre del 2017 dal National Catholic Register: «L'uomo puro percepisce il mistero del sesso. Percepisce la sua profondità, la sua serietà, la sua intimità… Comprende implicitamente la proposta sublime e il significato fondamentale della sessualità e comprende la spaventosa profanazione di ogni abuso del sesso, il veleno mortale, capace di inquinare l'anima e separarla da Dio, che il piacere sessuale genera quando trattato come il suo fine».FEDELTÀ A DIO E AL MATRIMONIOIn sintesi la sessualità al di fuori del fine per cui Dio l'ha creata, la donazione esclusiva e aperta alla vita, lo può allontanare più che mai da Lui. Il motivo è che l'atto sessuale è l'unico in cui all'uomo viene permesso di partecipare a due delle prerogative esclusive di Dio: la comunione e la creazione. Compiendolo l'uomo si avvicina più che mai al Creatore, come non avviene in nessun altro caso, se non nel miracolo della transustanziazione a cui partecipa il sacerdote (non a caso il letto nuziale è definito l'altare degli sposi). Perciò, continua il teologo, «il sesso appartiene in un modo speciale a Dio, e quindi [l'uomo puro] può farne uso nel modo in cui Dio lo ha esplicitamente regolato». Così, «diversamente dall'innocua sfera del mangiare, del bere o dell'attività intellettuale, il dominio della sessualità appartiene in un modo unico a Dio».Si capisce quindi il martirio riconosciuta dalla Chiesa di Maria Goretti, che morì piuttosto che profanare il tempio di Dio. E si comprende il sacrificio di una fedele cattolica come Jamie che imbarazza un mondo che pur dicendo di amare il sesso (mentre i cattolici ne avrebbero timore), in realtà lo svilisce ad un punto tale da compiere ormai milioni di sacrilegi ogni giorno.E a dimostrare la gravità della profanazione non è solo la fede, tanto che se si fosse piegata, avrebbe subìto per tutta la vita il trauma dell'abuso oltre che sulla sua anima anche sul suo corpo, come rileva questo grosso studio sulle vittime adulte di abusi sessuali. E persino i suoi figli avrebbero pagato con «problematiche psicologiche, in conseguenza dell'abuso subito dalla madre». Mentre morendo così Jamie si è guadagnata il paradiso, lasciato in dono al marito e ai figli, non solo l'esempio di una fedeltà fino al sangue a Dio ma anche al matrimonio.Nota di BastaBugie: nell'articolo seguente dal titolo "Usa: madre di tre figli assassinata per non cedere ad un bruto" si raccontano ulteriori particolari interessanti sulla vicenda e sul carnefice di Jamie Schmidt.Ecco l'articolo completo pubblicato su Radio Roma Libera il 12 dicembre 2018:Si chiamava Jamie Schmidt, era una 53enne di St.Louis, Missouri, Stati Uniti. Sposata, era madre di tre figli. Cattolica, era una parrocchiana piena di zelo, di fede, estremamente affabile ed alquanto discreta.Il 19 novembre scorso, a metà pomeriggio, si era recata in un negozio cattolico sulla Manchester Road, per acquistare tutto il necessario per costruire rosari: questa era la sua forma di apostolato. Sul posto, due impiegate, una ventenne, l'altra cinquantenne. In quel momento non c'erano altri clienti. Sinché non è entrato nel locale un uomo robusto, tarchiato, di mezza età. Ha dato un'occhiata attorno, poi ha annunciato di voler fare acquisti, ma di dover tornare in auto a prendere la carta di credito, che aveva lasciato lì. Questione di un istante, poi è rientrato: in mano, però, non aveva una carta di credito, ma una pistola.Con l'arma ha costretto le tre donne, terrorizzate, a riunirsi nel retrobottega. Qui ha ordinato alle due impiegate di spogliarsi, brutalizzandole. Ma, quando è giunta la volta di Jamie, questa, nonostante la paura e l'arma puntata alla testa, ha opposto un rifiuto netto, sereno ma deciso, sicuro ed inappellabile, guardando l'aggressore dritto negli occhi. Come testimoniato dalle altre due vittime, ha detto al criminale: «Nel nome di Dio, non mi toglierò i vestiti». Poche parole, tali però da provocare la sua collera furibonda: è partito uno sparo, a distanza ravvicinata. Ha colpito Jamie alla testa, lasciandola a terra, gravemente ferita. Agonizzante, la donna ha trovato comunque la forza di pronunciare la preghiera del Padre Nostro, come attestato da una delle due superstiti.Il criminale a quel punto è fuggito. Subito sono stati chiamati i soccorsi, la vittima è stata trasferita all'ospedale più vicino, ma non c'è stato nulla da fare. Qualche ora dopo Jamie ha esalato il suo ultimo respiro. Ancora col Padre Nostro, sussurrato, sulle labbra, appena percettibile.Ha preferito la resistenza eroica al compromesso, la purezza alla vita, il sacrificio alla sottomissione, benché sotto costrizione. Il colpevole è stato trovato ed arrestato già due giorni dopo, il 21 novembre, grazie alla descrizione fornita dalle due impiegate del negozio. Si è trattato di Thomas Bruce, un ex-pastore cristiano: sposato, viveva in un caravan in un parco, con sua moglie, fermo ad una trentina di chilometri da St. Louis. Non conosceva le sue vittime, non vi sono stati motivi personali alla base del suo gesto. E perché abbia deciso di uccidere proprio all'interno di un negozio cattolico, è difficile a dirsi. Cosa lo abbia spinto a macchiarsi di un simile, terribile reato potrà forse spiegarlo il processo, istruito contro di lui con le accuse di omicidio, sequestro e sodomia.Quel che è certo è che il gesto eroico di Jamie è stato dettato dalla fede. È morta assassinata, si è sacrificata per conservare la sua modestia, la castità e la fede