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In questo episodio di Dazebao, vi porto in Bosnia Erzegovina, un paese ai confini d'Europa dove cresce la tensione verso una possibile secessione. Mentre il mondo guarda ai colloqui tra russi e americani, a Sarajevo l'aria è pesante e Milorad Dodik sfida tutti, alimentando il sogno di separare la Republika Srpska. Ripercorriamo le radici del problema, dagli accordi di Dayton a oggi, e scopriamo come questa crisi potrebbe travolgere i Balcani e destabilizzare l'Unione Europea. Pronti per un salto nei Balcani? Ascoltate ora!Per un'analisi più approfondita, cercate Dazebao su Substack. E se vi va, scrivetemi su Instagram @dazebaopodcast o mandami un'email a dazebaopodcast@gmail.com. Altrimenti, ignorateci e passate avanti!
Tensione alle stelle in Bosnia-Erzegovina, dove la Procura statale ha emanato un ordine di arresto per Milorad Dodik, il leader nazionalista serbo-bosniaco e presidente della Republika Srpska con l'accusa di attentato all'ordine costituzionale. Provvedimento che acuisce il duro braccio di ferro tra le autorità centrali della Bosnia-Erzegovina a Sarajevo e il leader serbo-bosniaco, da tempo nell'occhio del ciclone e nel mirino della comunità internazionale per le sue crescenti aspirazioni separatiste. Ci risiamo? O forse siamo in un altrove comunque molto pericoloso? Di certo a 30 anni da Dayton la "pace giusta" in Bosnia non c'è. Ne parliamo con Simone Malavolti, storico dei paesi jugoslavi e dei Balcani occidentali nell'età contemporanea, autore di Nazionalismi e "pulizia etnica" in Bosnia-Erzegovina. Prijedor (1990-1995), edito da Pacini Editore.
Ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato il piano europeo per la difesa, che potrebbe mobilitare in totale 800 miliardi di euro. Con Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete italiana Pace e Disarmo.Il 26 febbraio Milorad Dodik, presidente dell'entità serba della Bosnia Erzegovina, è stato condannato a un anno di prigione e a sei anni d'interdizione dai pubblici uffici. Con Nicole Corritore, giornalista di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa.Oggi parliamo anche di:Sudan • “Dove nessuno vuole guardare” di Jamal Mahajoubhttps://www.internazionale.it/magazine/jamal-mahjoub/2025/02/27/dove-nessuno-vuole-guardareMusica • New dawn di Marshall AllenCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Un cortometraggio di Nebojša Slijepčević che racconta una drammatica vicenda del 1993, quando un uomo tra 500 passeggeri osò sfidare le forze paramilitari durante un'operazione di pulizia etnica in Bosnia Erzegovina. Il cortometraggio the man who could not remain silent, diretto da Nebojša Slijepčević, si impone come un'opera intensa e riflessiva. Ambientato il 27 febbraio 1993 nella Bosnia Erzegovina dilaniata dalla guerra, il film ricostruisce un episodio di brutalità e coraggio. Un treno passeggeri che viaggiava da Belgrado a Bar fu fermato dalle forze paramilitari nel piccolo villaggio di Štrpci. Durante un'operazione di pulizia etnica, decine di civili innocenti furono strappati dai vagoni. Tra 500 passeggeri, soltanto uno trovò il coraggio di opporsi, sfidando apertamente i carnefici. Interpretato da attori di talento come Goran Bogdan, Alexis Manenti, e Dragan Mićanović, il film trasmette l'urgenza e il peso di una decisione straordinaria in un momento di terrore. La sceneggiatura di Slijepčević si concentra sull'umanità e sull'isolamento morale del protagonista, accentuato dalla fotografia immersiva di Gregor Božič e dall'attenta cura al suono di Ivan Andreev. Un trionfo nei festival cinematografici Presentato nei principali festival internazionali, tra cui Cannes, Sarajevo, e Melbourne, il cortometraggio ha conquistato la critica aggiudicandosi la Palma d'Oro per il miglior cortometraggio al Festival di Cannes 2024. L'opera ha dimostrato come il cinema possa raccontare storie potenti e universali con un formato breve ma incisivo. La produzione, a cura di un team internazionale formato da Antitalent, Contrast Films, Les Films Norfol e Studio Virc, ha reso possibile la creazione di un'opera che unisce sensibilità storica e forza narrativa. Grazie a un montaggio fluido firmato da Tomislav Stojanović, lo spettatore viene condotto in una spirale emotiva che culmina in un messaggio universale di resistenza contro l'ingiustizia. Nebojša Slijepčević: una voce distintiva del cinema europeo Il regista croato Nebojša Slijepčević, noto per i documentari come Srbenka e Gangster of Love, dimostra ancora una volta il suo talento nel trattare temi complessi con maestria. Con una carriera ricca di riconoscimenti, tra cui l'Heart of Sarajevo Award, Slijepčević ha consolidato il suo ruolo di guida nel panorama cinematografico europeo. Insegna regia all'Accademia d'Arte Drammatica di Zagabria, influenzando le nuove generazioni di cineasti.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7996IL SEGRETO DELLA CITTA' IN CUI NESSUNO HA MAI DIVORZIATO di Roberta Sciamplicotti Pensate a un mondo senza divorzio. Pensate a famiglie che non si separano, all'assenza di bambini feriti e di cuori lacerati.Il matrimonio è la vocazione più impegnativa che esista e il divorzio sta aumentando ovunque, ma c'è una cittadina in Europa che rappresenta un'eccezione - una notevole eccezione - a questo dato inquietante.A Siroki-Brijeg, in Bosnia-Erzegovina, non si sono mai registrati divorzi o famiglie separate tra gli oltre 26.000 abitanti!Quale sarà il segreto di questo successo?(Nota dell'autore: alcune fonti dicono che la popolazione di Siroki-Brijeg è di appena 13.000 persone, quasi al 100% cattoliche, ma a seguito di una ricerca più approfondita ritengo che il numero reale degli abitanti sia più del doppio di quanto indicato).La risposta è la bella tradizione matrimoniale di Siroki-Brijeg. La tradizione croata del matrimonio sta iniziando ad arrivare nel resto dell'Europa e negli Stati Uniti, soprattutto tra i cattolici devoti che si sono accorti delle benedizioni che offre.La popolazione di Siroki-Brijeg ha sofferto per secoli perché la sua fede cristiana è sempre stata minacciata, prima dai turchi musulmani, poi dai comunisti. Gli abitanti hanno imparato a proprie spese che la fonte della salvezza arriva attraverso la croce di Cristo, non gli aiuti umanitari, i trattati di pace o quelli sul disarmo, anche se questi possono apportare qualche beneficio.COLLEGARE INDISSOLUBILMENTE IL MATRIMONIO ALLA CROCE DI CRISTOQueste persone possiedono una saggezza che non permette loro di essere ingannate in questioni di vita o di morte, ed è per questo che hanno collegato indissolubilmente il matrimonio alla croce di Cristo, basando il matrimonio, che genera la vita umana, sulla croce, che genera la vita divina.Quando i fidanzati vanno in chiesa per sposarsi, portano con sé un crocifisso. Il sacerdote lo benedice, e invece di dire che i fidanzati hanno trovato il partner ideale con cui condivideranno la vita dice: "Avete trovato la sua croce! È una croce da amare, da prendere su di voi. Una croce che non è da scartare, ma da custodire nel cuore".Quando la coppia pronuncia i voti matrimoniali, la sposa mette la mano destra sul crocifisso, e lo sposo la mano destra sopra quella di lei. Sono uniti tra sé e uniti alla croce. Il sacerdote copre le mani degli sposi con la stola, mentre loro promettono di amarsi a vicenda nella gioia e nel dolore, proclamando fedelmente i propri voti in base ai riti della Chiesa.Poi i due baciano la croce. Se uno abbandona l'altro, abbandona Cristo sulla croce. Perde Gesù! Dopo la cerimonia, i neosposi attraversano la porta di casa per collocare il crocifisso in un posto d'onore. Diventa il punto di riferimento della loro vita, e il luogo di preghiera della famiglia. La giovane coppia crede fermamente che la famiglia nasca dalla croce.Nei momenti di difficoltà e incomprensione, che sorgono in tutti i rapporti umani, non si ricorre non all'avvocato, al terapeuta o all'astrologo, ma alla croce. Gli sposi si inginocchiano, piangono lacrime di pentimento e aprono il proprio cuore, chiedendo la forza di perdonarsi a vicenda e implorando l'aiuto del Signore. Queste pratiche pie sono state imparate fin dall'infanzia.BACIARE IL CROCIFISSO TUTTI I GIORNIAi bambini viene infatti insegnato a baciare con reverenza il crocifisso tutti i giorni e a ringraziare il Signore per la giornata trascorsa prima di andare a letto. I bambini vanno a dormire sapendo che Gesù li tiene tra le braccia e che non c'è nulla da temere. Le loro paure e le loro differenze scompaiono quando baciano Gesù sulla croce.La famiglia rimane indissolubilmente unita alla croce di Cristo. Si tratta forse di una saggezza che pochi nel nostro mondo moderno riescono a comprendere?Il Catechismo insegna che l'amore dev'essere permanente, altrimenti non è amore vero. Non è un sentimento che va e viene, ma un potere di donazione che sopravvive anche alla fine del sentimento.Nel matrimonio non possiamo dipendere dalle nostre forze umane. Se pensiamo di potere non falliremo. La tentazione invade qualsiasi matrimonio in un modo o nell'altro. Nel giorno del nostro matrimonio è difficile immaginare una situazione in cui tutto non sia perfetto. I giovani cuori sanno a malapena che si stanno imbarcando in un'avventura che raggiungerà le vette più elevate e le valli più profonde, ed è proprio nei momenti trascorsi in queste valli che servirà da parte della coppia uno sforzo eroico per rimanere in carreggiata. A volte sarà anche necessario che uno degli sposi abbia la disciplina mentale necessaria per riportare l'altro nel matrimonio.Chi sta attraversando o ha già attraversato questa situazione riconosce la necessità della grazia per perseverare nella tempesta o nel silenzio. Ci saranno giorni in cui tutto sembrerà perduto, ma allora un momento di vera grazia può rinnovare l'amore e la vitalità nel rapporto, rinnovando anche il vincolo sacramentale. Ed è in questi momenti di seria difficoltà che gli sposi possono mettere in pratica il vero senso di quelle parole, apparentemente profetiche, che ora vengono aggiunte ad alcune cerimonie di matrimonio: "Puoi baciare la croce".Nota di BastaBugie: Vincenzo Merlo nell'articolo seguente dal titolo "Martiri di Siroki Brijeg Frati Minori Francescani" racconta la storia dei martiri di Siroki-Brijeg, il paese di cui parlava l'articolo precedente.Ecco l'articolo completo pubblicato su Santiebeati.it il 20 luglio 2008:Medjugorje, piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina, è conosciuto da tanti fedeli cattolici, soprattutto italiani, per le apparizioni mariane che si susseguono dal 1981. Ai tanti pellegrini che affollano il villaggio può capitare di visitare, nelle vicinanze del paesino, il santuario di Siroki Brijeg, titolato alla Madonna Assunta in Cielo, santuario che costituisce l'autentico vessillo religioso dell'Erzegovina, riconosciuto anche al di fuori dei confini della piccola regione.Quel monastero, vero e proprio scrigno della storia e delle memorie del popolo croato di Erzegovina, fu teatro, il 7 febbraio 1945, di una delle più efferate stragi commesse dai partigiani comunisti locali, eccidio rimasto indelebile nella memoria della gente del luogo nonostante tutti i tentativi, anche violenti, delle autorità comuniste di far dimenticare l'episodio. Il complesso comprendente il santuario, il convento, una scuola e una chiesa, era stato costruito nel 1846 (durante la dominazione turca), grazie alla dedizione di dodici francescani originari dell'Erzegovina e provenienti da Kresevo, in Bosnia. Col passare degli anni, quel luogo era divenuto il simbolo cristiano più importante di tutta l'Erzegovina; per questo motivo un gruppo di partigiani comunisti decise di distruggerlo dalle fondamenta, al fine di sradicare dal cuore del popolo la fede cattolica e la benevolenza e la riconoscenza verso i frati francescani.Arrivati a Siroki Brijeg alle tre del pomeriggio del 7 febbraio 1945, i partigiani trovarono nel monastero trenta religiosi, alcuni dei quali erano professori nel ginnasio adiacente il santuario. Con minacce e bestemmie cercarono di persuadere i frati a lasciare l'abito religioso; al rifiuto di questi, presero i francescani uno ad uno, li portarono fuori dal convento e li uccisero. Testimoni oculari hanno successivamente raccontato che i frati andarono incontro alla morte pregando e cantando le litanie della Madonna. Terminata l'esecuzione i loro corpi furono cosparsi di benzina e bruciati. Non paghi di questo, i partigiani oltraggiarono e cancellarono la scritta sulla pietra invocante Dio e la Madonna, posta sopra l'ingresso del convento, e distrussero la biblioteca, contenente circa 150 mila volumi, che documentavano le tappe della storia e delle sofferenze del popolo croato di Erzegovina.
Elvira Mujčić Senka Maric"Corpo Kintsugi"Antonio Mandese Editorewww.mandese.itIl kintsugi è l'arte giapponese di riparare le ceramiche rotte con l'oro liquido per evidenziare e celebrare il passato di un oggetto. In questo potente e personale romanzo, Senka Marić usa il concetto di kintsugi per interrogare le idee di sopravvivenza e guarigione dalla malattia.Il romanzo del corpo glorioso sopravvissuto alla malattia. Una disavventura di cui ogni cellula conserva memoria. Tutto diventa materia viva oggetto della narrazione: dal ricordo della prima infanzia con la scoperta della fisicità e dell'erotismo a quella crescita faticosa attraverso la quale la narratrice, percorrendo i conflitti familiari e l'intensità amorosa, cerca sé stessa fin dentro a quella malattia così dolorosa da opporvi tutta la forza del suo desiderare. Il linguaggio del corpo, qui, si trasforma nel corpo del linguaggio, dimostrando che la letteratura, se non può dare risposte, almeno riesce ad aprire a domande trasformative sulle possibilità dell'amore, unico senso della nostra esistenza. Con uno stile poetico e minimalista, Senka Marić restituisce la potenza di una voce che aiuta a scoprirci fragili, umani e ferocemente legati alla vita, anche quando sfugge.Senka Marić, nata a Mostar in Bosnia-Erzegovina, è poetessa, romanziera, traduttrice e redattrice della rivista letteraria Strane. Ha pubblicato tre libri di poesia di cui il più recente è Do smrti naredne (Fino alla prossima morte), oltre ai romanzi Kintsugi tijela (Corpo Kintsugi) e Gravitacije (Gravità) vincitore del premio Štefica Cvek 2022 per la scrittura femminista. Corpo Kintsugi ha vinto nel 2018 il prestigioso premio letterario Meša Selimović come miglior romanzo pubblicato nell'area dell'ex-Jugoslavia, nel 2022 l'English PEN Translates Award e nel 2023 è stato finalista per EBRD Literature Prize. Il romanzo è stato inoltre tradotto in inglese, spagnolo, tedesco, russo e ungherese.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Federica Grion e Claudia Coladonato raccontano le loro esperienze come volontarie per l'associazione IPSIA nei centri di accoglienza temporanea in Bosnia Erzegovina.
L'UE accetta di avviare i negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina e la crisi dell'acqua a Johannesburg
La serie dedicata alle parole della pace prosegue con gli accordi di Dayton del 1995, che misero fine alle ostilità di carattere etnico in Bosnia-Erzegovina.Salutato inizialmente come un trattato in grado di fermare le armi, si è rivelato un accordo impotente davanti alla necessità di dare un presente ed un futuro alla regione. Da allora la Bosnia- Erzegovina vive in una situazione di pace fragilissima, esposta al vento dei nazionalismi e bloccata in qualsiasi attività istituzionale. Un accordo che ha portato il paese a vivere in una situazione di perenne incertezza, povertà e ricorso al sostegno della comunità internazionale.
BRUXELLES (ITALPRESS) - "L'Ungheria deve rendersi conto che è importante trovare unità all'interno dell'Unione europea e permettere di avviare i negoziati per l'adesione dell'Ucraina all'Ue. Sono positivi i passi in avanti di Kiev sulle minoranze ungheresi”. Lo ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani a margine del pre-vertice organizzato dai leader del Partito popolare europeo che si è svolto a Bruxelles prima dell'inizio della riunione del Consiglio europeo. “L'Italia è favorevole all'avvio dei colloqui nei tempi previsti e nel rispetto dei criteri per l'adesione, e deve essere chiaro che questo non è alternativo al processo di integrazione dei Balcani”, ha aggiunto smentendo le indiscrezioni sulla richiesta dell'Italia a dare priorità all'integrazione della Bosnia-Erzegovina.xf4/mgg/gtr
BRUXELLES (ITALPRESS) - "L'Ungheria deve rendersi conto che è importante trovare unità all'interno dell'Unione europea e permettere di avviare i negoziati per l'adesione dell'Ucraina all'Ue. Sono positivi i passi in avanti di Kiev sulle minoranze ungheresi”. Lo ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani a margine del pre-vertice organizzato dai leader del Partito popolare europeo che si è svolto a Bruxelles prima dell'inizio della riunione del Consiglio europeo. “L'Italia è favorevole all'avvio dei colloqui nei tempi previsti e nel rispetto dei criteri per l'adesione, e deve essere chiaro che questo non è alternativo al processo di integrazione dei Balcani”, ha aggiunto smentendo le indiscrezioni sulla richiesta dell'Italia a dare priorità all'integrazione della Bosnia-Erzegovina.xf4/mgg/gtr
In questa lezione prendiamo in considerazione la rivoluzione dei Giovani Turchi, una nuova generazione di intellettuali che prova ad invertire il declino dell'impero ottomano guardando all'Occidente europeo: la loro ricetta consiste nel passare da un sultanato ad uno stato liberale, efficiente, moderno, industriale ed aperto al mercato, comprimendo in un tempo brevissimo un cammino lungo più di un secolo di storia europea. Si ritiene necessaria una complessiva occidentalizzazione del costume e della società per far ritornare competitivo un organismo politico illustre ma logorato ed anacronistico. L'idea è di per sé astrattamente giusta e c'erano prove in giro per il mondo che la conversione al sistema occidentale poteva produrre maggior competitività e accrescere la potenza: si pensi al caso del Giappone, oppure a quello - di là da venire - della Russia sovietica. La storia ci dimostra, tuttavia, che nello specifico della situazione ottomana l'effetto concreto fu quello di un ulteriore indebolimento dell'impero e di una accelerazione nello smottamento complessivo delle province balcaniche, già drasticamente ridimensionate nell'estensione rispetto al passato. Si scatenano così due guerre: la prima che vede gli stati balcanici compatti contro gli Ottomani, la seconda combattuta fra gli stessi stati balcanici per ridefinire i confini reciproci. In questa cornice l'Austria fa passi avanti, inglobando la Bosnia Erzegovina, prima semplice protettorato. E proprio nella capitale bosniaca avviene l'attentato a Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este. Con questo assassinio Gavrilo Princip intendeva non soltanto uccidere un simbolo dell'odiato dominio straniero, ma anche impedire che avesse corso il progetto trialistico, considerato una minaccia alla prospettiva di uno stato jugoslavo veramente autonomo, unito e indipendente. In copertina: Mustafa Kemal Pascià nel 1923, comandante in capo dell'esercito turco. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefano-dambrosio5/message
Carmelo Burgio"Nassiriyah. Dall'attentato alla ricerca della verità"Vallecchi Firenzewww.vallecchi-firenze.itIraq, città di Nassiriyah, 12 novembre 2003, 10.40 del mattino (ore locale), un camion cisterna lanciato a tutta velocità esplode davanti all'ingresso della base militare Maestrale, sede della MSU italiana dei Carabinieri. L'attentato, rinominato subito dai mass media Strage di Nassiriyah provoca 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni: l'esplosione è così violenta da distruggere completamente la base Maestrale riducendola a un rudere di cemento. Anche il complesso Libeccio, distante qualche centinaio di metri, viene investito. A vent'anni dalla tragedia, il generale Carmelo Burgio racconta la sua verità sull'attentato. Proprio in quei giorni fatali l'autore assumeva il comando della missione al posto del suo predecessore che terminava il mandato. Nassiriyah ricostruisce l'attacco terroristico del 12 novembre, i mesi immediatamente successivi dedicati alla ricostruzione del reparto e la lunga vicenda giudiziaria, volta a individuare le responsabilità penali e civili dei comandanti sul terreno. Una testimonianza diretta e personale di un evento drammatico che ha segnato la storia dell'Italia e dell'Arma dei Carabinieri.Carmelo Burgio Gen. di Corpo d'Armata (ris) nei Carabinieri, ha prestato servizio soprattutto nell'Arma Territoriale – in Sardegna, Sicilia e Campania – e in reparti paracadutisti. Ha all'attivo oltre 700 lanci, e ha concluso la carriera reggendo, in successione, le Scuole dell'Arma e i comandi Interregionali Culqualber (Calabria e Sicilia) e Podgora (Lazio, Marche, Sardegna, Toscana e Umbria). Ha partecipato alle missioni in Libano, Bosnia-Erzegovina, Albania, Iraq e Afghanistan ed è decorato – fra l'altro – di Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, Medaglia di Bronzo al Valore dell'Arma, Croce d'Oro al Merito dell'Arma, due Croci di Bronzo al Merito dell'Esercito e Legion of Merit USA. Conferenziere, scrive per varie riviste di storia militare. Ha dato alle stampe alcune opere a carattere storico e GIS - La vera storia del Gruppo d'Intervento Speciale, I ragazzi del Tuscania. 1980-2010, le missioni in Libano - Bosnia - Albania - Iraq - Afghanistan nei ricordi di un carabiniere paracadutista e I Carabinieri in Afghanistan.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Nuovo episodio del podcast "Non volare ma viaggiare" di Ninni Ricotta. Non perderti questo viaggio emozionante! In questa puntata, insieme al travel blogger Silvano Taormina (Extravelordinary Travel blog), ci immergeremo nella magia della Bosnia Erzegovina e visiteremo la meravigliosa città di Sarajevo, conosciuta come la Gerusalemme d'Europa. Sarajevo è una città affascinante, un vero e proprio melting pot di culture e religioni che si intrecciano nelle sue strade. Scopriremo la sua storia, la sua cultura e le sue bellezze, nonostante i secoli di guerre e conflitti che ha attraversato. Sarajevo è sempre riuscita a rinascere dalle sue ceneri, regalando un'esperienza unica a chiunque la visiti.
Organizzare in Bosnia Erzegovina, nel 1914, la visita ufficiale dell'erede al trono d'Austria Ungheria, non fu percepita già all'epoca come un'idea particolarmente brillante. Questo territorio, da poco annesso all'impero degli Asburgo, era un bomba la cui miccia troppo corta rischiava di incendiarsi da un momento all'altro.Seguimi su Instagram: @laguerragrande_podcastScritto e condotto da Andrea BassoMontaggio e audio: Andrea BassoCon la partecipazione di Alberto PisanoCol gentile aiuto di Boris BektićFonti dell'episodio:Fid Backhouse, Franz Ferdinand, archduke of Austria-Este, Encyclopedia BritannicaDejan Djokic, Yugoslavism: Histories of a Failed Idea, 1918-1992, Hurst, 2003François Fejtő, Requiem per un Impero defunto. La dissoluzione del mondo austro-ungarico, Mondadori, 1990La Grande Guerra 100 anni dopo, RAIDavid J. Smith, Una mattina a Sarajevo. 28 giugno 1914, LEG, 2014The long road to war, di Milos Skundric, 2018In copertina: ragazzo bosniaco in un caffè tradizionale, primi del ‘900.
Quando Sanja ha 7 anni, lo scoppio della guerra nel Paese in cui è nata, la Bosnia Erzegovina, cambia per sempre la sua vita. Nel giro di 24 ore, tutti gli asset della sua famiglia, soldi e case, vengono bloccati. Né le banche né il Governo aiutano i cittadini a recuperare i risparmi di una vita. Nonostante ciò, Sanja viene cresciuta da suo padre secondo i valori tradizionali: l'importanza dello studio e del posto fisso. Ed è quello il copione che Sanja scrive con la sua vita, fino al giorno in cui si accorge che, per quanto abbia un ottimo stipendio, non è veramente libera. «Essere libera finanziariamente vuol dire scegliere progetti che veramente mi appassionano perché non ho il fiato alla gola, e comunque il mio patrimonio lavora per me e quindi posso dedicarmi ad attività a valore aggiunto per me e per gli altri». Si mette così a studiare e inizia a investire, convivendo quotidianamente con la paura che le arriva dalla sua infanzia: quella che i suoi soldi le possano essere portati via dalla sera alla mattina, pur essendo depositati in banca. A questo punto della storia, Sanja scopre il mondo delle criptovalute, il cui inventore, Satoshi Nakamoto, spinge ancora oltre l'idea di libertà finanziaria. Che per lui significa essere indipendente anche da intermediari come banche e governi che potrebbero impossessarsi dei tuoi asset da un momento all'altro. La vita di Sanja fa dunque un'ulteriore giravolta: lascia il posto fisso, lancia una startup nel mondo crypto e finalmente ottiene la libertà finanziaria. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/rame-platform/message
Tutto cambia per non cambiare mai Le elezioni, la riforma elettorale e, forse, un piccolo passo avanti verso l'adesione all'Unione Europea. Questi sono gli eventi che hanno riguardato la Bosnia-Erzegovina a partire dalla tornata elettorale dello scorso 2 ottobre. Ma tutto fila liscio come l'olio? Come andrà a finire?Per scoprirlo, ascolta il podcast di Chiara Vilardo!
Dal 3 all'8 dicembre a Sant'Antioco si terrà la diciottesima edizione del festival Passaggi d'Autore - Intrecci Mediterranei. Ne abbiamo parlato insieme a Luciano Cauli, direttore artistico della manifestazione. Passaggi d'Autore diventa maggiorenne: dal 3 all'8 dicembre, il festival dei cortometraggi del Mediterraneo festeggia infatti la sua edizione numero diciotto, naturalmente a Sant'Antioco, la cittadina del Sud Sardegna, sulla costa del Sulcis, dove è nato nel 2005 e dove ha sede il Circolo del Cinema "Immagini" che lo organizza con la direzione artistica di Dolores Calabrò e del regista bosniaco Ado Hasanović. In arrivo sei giornate fitte di proiezioni, incontri con autori e registi, laboratori e altri appuntamenti che si snoderanno attraverso le sezioni in cui si articola abitualmente il festival: Intrecci mediterranei, con una selezione dei migliori cortometraggi provenienti dai Paesi del Mediterraneo; Focus, dedicata a un Paese ogni anno diverso: in questa occasione la Francia; Intrinas, con alcuni tra i migliori corti di autori sardi; e poi ancora le sezioni dedicate alle Web serie, alle tematiche ambientali, ai videoclip musicali d'autore, e un omaggio a Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita. Più di cinquanta i corti in visione (in lingua originale, con sottotitoli in italiano e in inglese) nel consueto spazio dell'Aula Consiliare del Comune di Sant'Antioco: lavori che spaziano tra i generi - dalla fiction al documentario, dal cinema d'animazione fino a quello sperimentale - selezionati tra quelli che hanno ricevuto premi e riconoscimenti o partecipato a importanti rassegne nazionali, come Alice nella città, e internazionali come i festival di Clermont-Ferrand e di Sarajevo, che rinnovano ancora una volta la loro collaborazione con Passaggi d'Autore. Nate nell'edizione di due anni fa in lockdown, ritornano anche le passeggiate in live streaming dell'attrice Marta Bulgherini che dialogherà con alcuni degli ospiti del festival da una località o da un luogo caratteristico di Sant'Antioco di volta in volta diverso. E, a suggello della sei giorni, l'immancabile concerto conclusivo del Mediterranean Ensemble, formazione "aperta" che nasce in occasione del festival e che, negli anni, ha ospitato artisti provenienti da diversi Paesi e aree del Mediterraneo: coordinato dal musicista e compositore sardo Emanuele Contis, l'appuntamento vedrà stavolta la collaborazione con una band francese, Levita. Al via sabato 3 dicembre La diciottesima edizione di Passaggi d'Autore prende il via con la sua sezione più emblematica, Intrecci mediterranei, che nell'arco di tre pomeriggi – sabato 3, lunedì 5 e mercoledì 7 dicembre - presenterà ventitré cortometraggi di dodici Paesi diversi, prodotti negli ultimi due anni e selezionati dal festival di Sant'Antioco per qualità tecnica, tematica e valore artistico. Spiccano, tra i titoli scelti, cinque lavori: "Maestrale", film di animazione di Nico Bonomolo, vincitore quest'anno del David di Donatello nella sezione cortometraggi; "El sembrador de estrellas", dello spagnolo Lois Patiño, candidato agli European Film Awards; targato Spagna anche "Tótem loba", diretto da Verónica Echegui, Premio Goya 2022 per il migliore cortometraggio di fiction; "Il barbiere complottista", di Valerio Ferrara, vincitore de La Cinef, la sezione del Festival di Cannes dedicata ai film realizzati dagli studenti delle scuole di cinema; e "The Monkey", dell'italiano Lorenzo Degl'Innocenti e dello spagnolo Xosé Zapata, Premio Goya 2022 per il miglior cortometraggio di animazione. Completano il programma della sezione Intrecci mediterranei"My Girlfriend", di Kawthar Younis (Egitto, 2022, 16'), "AirHostess-737", di Thanasis Neofotistos (Grecia, 2022, 17'), "The place that is ours", di Zena Agha e Dorothy Allen-Pickard (Palestina/UK, 2022, 13'), "Warsha", di Dania Bdeir (Libano, 2022, 16'), "Guerra tra poveri", di Kassim Yassin Saleh (Italia, 2022, 15'), "Ice Merchants", di João Gonzalez (Portogallo, 2021, 14'), "Shpija", di Flaka Kokolli (Kosovo, 2022, 7'), "Swimming Lesson", di Vardit Goldner (Israele, 2021, 5'), "Bahçeler Put Kesildi", di Ali Kabbar (Turchia, 2022, 20'), "Memoir of a Veering Storm", di Sofia Georgovassili (Grecia, 2022, 14'), "The Garbage Man", di Laura Gonçalves (Portogallo, 2022, 11'), "Sur la tombe de mon père", di Jawahine Zentar (Marocco/Francia, 2022, 24'), "Tria - del sentimento del tradire", di Giulia Grandinetti (Italia, 2022, 17"), "L'Ombre des papillons", di Sofia El Khyari (Marocco/Francia, 2022, 9'), "Hafra'at Hitmotetut Hamoshava", di Amos Holzman (Israele, 2021, 16'), "Reginetta", di Federico Russotto (Italia, 2022, 20'), "Le variabili dipendenti", di Lorenzo Tardella (Italia, 2022, 15') e "Frida", di Mohamed Bouhjar (Tunisia, 2021, 21'). Appuntamento ormai di rito di Passaggi d'Autorte è una serie di film che arrivano dalla più grande manifestazione internazionale dedicata ai cortometraggi nonché secondo festival cinematografico in Francia, dopo Cannes: il Festival du court métrage de Clermont-Ferrand. Sabato 3, dalle 21.30, alla presenza di Roger Gonin, membro del comitato di selezione internazionale del festival di Clermont-Ferrand, saranno proiettati sei lavori: "Bestia", di Hugo Covarrubias (Cile, 2021, 15'); "Birds", di Katherine Propper (USA, 2021, 14'); "Concatenation 2 - Olympic Game", di Donato Sansone (Italia, 2020, 1'); "Partir un jour", di Amélie Bonnin (Francia, 2021, 26'), Premio del pubblico competizione nazionale; "Titan", di Valéry Carnoy (Belgio/Francia, 2021, 19'); "Trois grains de gros sel", di Ingrid Chikhaoui (Francia, 2021, 28'). Dalla Francia arrivano anche i film in programma sotto l'insegna Focus, la sezione di Passaggi d'Autore dedicata alla cinematografia di un Paese del Mediterraneo diverso a ogni edizione. Sette i cortometraggi in visione il pomeriggio di martedì 6: "Au revoir Jérôme!", film di animazione di Gabrielle Selnet, Chloe Farr e Adam Sillard (2021, 8'), premio speciale della Generation 14plus International Jury per il miglior cortometraggio alla Berlinale 2022, "Les humains sont cons quand ils s'empilent", di Laurène Fernandez (2021, 4'), "Caillou", di Mathilde Poymiro (2021, 25'), "A.O.C.", di Samy Sidali (2021, 18'), "Ibiza", di Hélène e Marie Rosselet-Ruiz (2021, 21'), "Planète triste", di Sébastien Betbeder (2021, 29'), e "Les Larmes de la Seine", altro film d'animazione firmato a più mani da Yanis Belaid, Eliott Benard, Alice Letailleur, Étienne Moulin, Hadrien Pinot, Lisa Vicente, Nicolas Mayeur, e Philippine Singer (2021, 9'). Domenica 4, la chiusura di una serata densa di incontri e proiezioni è, dalle 21.30, con la selezione di cortometraggi dall'edizione 2022 del Sarajevo Film Festival (SFF), uno dei più importanti eventi cinematografici dei Balcani, che si tiene nella capitale della Bosnia-Erzegovina dal 1995, e che a Passaggi d'Autore ha una propria sezione dal 2019. Con la partecipazione della selezionatrice per le sezioni Competition Programmes del SFF Asja Krsmanovic e di alcuni registi e autori dei film scelti per rappresentare il festival bosniaco, è in programma la visione di cinque cortometraggi: "Nije Zima Za Komarce", di Josip Lukic e Klara Sovagovic (Croazia, 2022, 29'), premio Heart of Sarajevo for best student film; "Amok", di Balázs Turai (Romania, 2021, 15'), premio Heart Of Sarajevo For Best Short Film, qualificato per gli Academy Award®; "Boja", di Ana Fernandez De Paco (Bosnia Erzegovina, 2022, 15'), menzione speciale della giuria del festival; "Ribs", di Farah Hasanbegović (Bosnia Erzegovina, 2022, 8'); "Babajanja", di Ante Zlatko Stolica (Croazia, 2022, 13'), menzione speciale Programma documentari. Nella sezione del festival Intrinas si fa invece il punto sulla produzione di cortometraggi di autori sardi, negli ultimi anni cresciuta in qualità e in numero, e sul lavoro di tanti nuovi registi isolani che con le loro opere hanno partecipato a festival nazionali e internazionali. Sei i cortometraggi selezionati con la collaborazione della Fondazione Sardegna Film Commission, in visione lunedì 5 dicembre alle 10 per le scuole superiori e alle 21.30 per tutto il pubblico: "Mammarranca", di Francesco Piras (2022, 15'), vincitore quest'anno della nona edizione di Visione Sarde; "Fradi miu", di Simone Contu (2022, 21'); "Senza te", di Sergio Falchi (2022, 18'); "Santamaria", di Andrea Deidda (2021, 13'); "Dalia", di Joe Juanne Piras, (2022, 17'); "Pensaci", di Peter Marcias (2022, 9'). In occasione del centenario della nascita, Passaggi d'Autore dedica un omaggio a Pier Paolo Pasolini, con la proiezione, domenica 4 alle 16.30, di tre episodi firmati dal grande intellettuale e regista per altrettanti film: "La ricotta",da "Ro.Go.Pa.G." (1963), "La Terra vista dalla Luna", da "Le streghe" (1967) e "Che cosa sono le nuvole?",da "Capriccio all'italiana" (1968). Ad inquadrare l'evento, un incontro con lo sceneggiatore, scrittore, filmmaker, formatore e critico cinematografico Francesco Crispino. Si è aggiudicato il premio del pubblico alla Settimana Internazionale della Critica della settantanovesima Mostra del Cinema di Venezia: è "Margini" (Italia, 2022, 91'), il film in prima visione per la Sardegna nella giornata di chiusura del festival, giovedì 8 dicembre, alle 18. Ideato da Nicolò Falsetti, regista, e Francesco Turbanti, sceneggiatore e attore protagonista, che sarà presente alla proiezione, il lungometraggio trasporta lo spettatore a Grosseto nel 2008: al centro del racconto tre giovani membri di un gruppo punk che, stanchi di suonare tra sagre e feste dell'Unità, hanno finalmente l'occasione di riscattarsi aprendo la data bolognese di una famosa band americana. Due ospiti di casa a Passaggi d'Autore tornano a Sant'Antioco per proporre altrettante sezioni sulle nuove forme del cortometraggio. Domenica 4 dicembre alle 18.30 spazio a Videoclip – Music Video d'Autore, un approfondimento sul videoclip musicale, italiano e internazionale a cura del teorico dei media e studioso di sperimentazione audiovisiva Bruno Di Marino. Novità del festival, che si arricchisce di nuove collaborazioni, è una selezione di cortometraggi presentati lo scorso ottobre alla ventesima edizione di Alice nella Città, il festival cinematografico internazionale dedicato alle giovani generazioni, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. L'appuntamento è martedì 6 dicembre alle 21.30 alla presenza di Niccolò Gentili, selezionatore del festival capitolino. Si parla anche di Web serie, mercoledì 7 dicembre dalle 16.30, nell'omonima sezione curata dalla critica Giusy Mandalà, quest'anno intorno al tema Tra satira e web, attraverso l'esperienza personale e professionale raccontata da Gero Arnone. Il fenomeno seriale digitale viene affrontato cercando di sottolinearne punti di forza, criticità ed evoluzioni attraverso i lavori del regista e autore di contenuti webnativi, televisivi e cinematografici. Al centro dell'incontro due dei suoi ultimi progetti seriali realizzati in collaborazione con Giovanni Scifoni: "La mia Jungla" e "Pro Terra Sancta". Sensibilizzare i giovani alle tematiche ambientali attraverso il mezzo cinematografico e così creare i presupposti per un futuro eco-sostenibile sono gli obiettivi di CortoAmbiente. Per la sezione del festival dedicata alle scuole, martedì 6 dicembre alle 10 si proietta il docufilm "Arbores", alla presenza del regista Francesco Bussalai. Con lui interviene lo scrittore Fiorenzo Caterini, autore del libro "Colpi di scure e sensi di colpa", storia del disboscamento selvaggio e speculativo in Sardegna. Come da tradizione nel festival, una parte importante del suo programma è dedicata alla formazione in ambito cinematografico. È ormai alla tredicesima edizione il laboratorio La traduzione audiovisiva: i sottotitoli per il cinema e la televisione. Tenuto da Luca Caroppo di Raggio Verde Srl, vede coinvolti gli studenti del licei linguistici del territorio e gli studenti dei corsi di Lingue della Facoltà di Studi Umanistici dell'Università di Cagliari. È invece alla nona edizione Critica il Corto – La critica radiofonica, a cura di Claudio De Pasqualis e Francesco Crispino, realizzata in collaborazione con l'emittente cagliaritana Unica Radio. I partecipanti al laboratorio seguiranno gli eventi del festival e ogni giorno racconteranno la manifestazione con una diretta radiofonica, ma anche con contributi scritti - recensioni classiche e approfondimenti più vasti - che verranno pubblicati sul sito di Passaggi d'autore: intrecci mediterranei. Novità dell'edizione di quest'anno è l'istituzione di un premio ai migliori lavori delle sezioni Intrecci Mediterranei e Intrinas assegnato dalla Giuria Giovani composta dauniversitari che seguono il laboratorio di critica cinematografica radiofonica e studenti delle scuole superiori. Giovedì 8 dicembre alle 16.30 la proclamazione dei film vincitori. Nel corso della serata sarà proiettato il documentario "L'Ulisse", di Marta Massa e Patrik Varsi, sullo scultore Antonio Cauli, autore delle sculture/premio al miglior cortometraggio. Mercoledì 7 dicembre alle 9si presentano invece i risultati dellaboratorio con gli studenti della scuola primaria dell'I.G. Sant'Antioco-Calasetta "Stamps – ridisegniamo la natura", a cura dell'illustratrice Francesca Massai con la collaborazione della Cineteca di Bologna. Le sei giornate del festival saranno scandite dagli appuntamenti quotidiani di Passeggiando con gli autori, con l'attrice Marta Bulgherini in dialogo in live streaming con alcuni registi ospiti del Festival, da una località o luogo caratteristico di Sant'Antioco. Giovedì 8 alle 21.30 ritorna Intrecci musicali, l'appuntamento ormai consueto di Passaggi d'Autore che suggellerà anche questa edizione del festival: il Mediterranean Ensemble diretto dal sassofonista, compositore e direttore musicale del festival Emanuele Contis torna a Passaggi d'autore con un progetto che quest'anno vede la collaborazione con la Francia. A essere ospitata sarà un'intera band che risponde al nome di Levita, con la cantante di origine lituana Vita Levina, Arthur Links alla chitarra, il contrabbassista sardo (ormai da anni a Parigi) Maurizio Congiu, e Bruno Marney alla batteria, affiancati per l'occasione dallo stesso Emauele Contis al sassofono che curerà gli arrangiamenti; un concerto che si annuncia all'insegna delle intramontabili "chansons francais", tra jazz, manouche e musica popolare, per trasportare il pubblico in un viaggio ideale a bordo dei bateaux mouches tra le acque della Senna. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito. Informazioni e aggiornamenti sul sito www.passaggidautore.it e alla pagina www.facebook.com/passaggidautore. La diciottesima edizione di Passaggi d'Autore - Intrecci mediterranei è organizzata dal il Circolo del Cinema "Immagini" con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Sant'Antioco, della Fondazione Sardegna Film Commission, della Fondazione di Sardegna, e di Sardegna 2030 - Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile, con il patrocinio della Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna, di UNICEF Italia e del Touring Club Italiano; media partner Unica Radio, Fred Film Radio, TeleSardegna, Shift 72, Festival Scope, Film Tv, Vybress, OrangeFactory; partner Sarajevo Film Festival, Festival du court métrage de Clermont-Ferrand, Brandon Box, Visioni da Ichnussa, Clorofilla Film Festival, Welcome To Sant'Antioco, Cineteca Bologna, Coop Med, F.I.C.C. - Federazione Italiana Circoli del Cinema, con la collaborazione di Calabrò, Assistech, Boost,TuttoSantAntioco e Cantine Sardus Pater.
Cosa prevede il decreto taglia consumi approvato ieri dal governo? E come mai ci sono di nuovo timori di restare senza gas questo inverno? Intanto l'Europa sembra aver ripreso in considerazione l'ipotesi di un tetto al prezzo del gas, mentre l'Opec taglia la produzione di greggio, facendo infuriare Biden. Infine parliamo delle elezioni in Bosnia e della situazione - un po' caotica - che ne è seguita.INDICE:00:41 Riscaldamento: cosa prevede il decreto consumi?06:21 L'Europa ci ripensa sul tetto al prezzo del gas?10:37 L'Opec taglia la produzione di greggio14:57 Cosa succede in Bosnia Erzegovina dopo le elezioni?Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/decreto-risparmi-tetto-al-prezzo-del-gas-e-taglio-al-greggio/_______________Abbonati: https://www.italiachecambia.org/abbonati/Seguici su:Telegram - https://t.me/itachecambiaInstagram (Italia che Cambia) - italiachecambiaInstagram (Andrea Degl'Innocenti) - deglinnocentiandreaFacebook - /itachecambia
Ebbene sì, ultima puntata della stagione. Un'annata caratterizzata da dubbi, polemiche, incomprensioni ma anche e soprattutto da meraviglie, rivoluzioni e tante, tante emozioni, come solo questo sport riesce a regalarci. Il passaggio di testimone da Valerio a Fabio (nuovo conduttore del podcast) si realizza in questo episodio, nel quale si chiacchiera di un po' di tutto: dei tre titoli vinti nella stessa settimana dalle grandi favorite dei 3 grandi campionati mediterranei (Pesaro in Italia, Barça in Spagna e Sporting CP in Portogallo); della Nazionale alle prese con il nuovo ciclo, in vista delle amichevoli con la Bosnia Erzegovina; della riforma dei formati e del suo impatto che potrebbe avere nel prossimo futuro nei campionati nazionali. In fin dei conti, in questa lunga cavalcata cominciata a settembre e terminata pochi giorni fa, tutti hanno avuto il proprio merito di essere riusciti a portarla a termine. E dunque, bravi tutti! Ci sentiamo a settembre!
Globofonie p50. Musiche dal mondo, un mondo di musiche con Ciro De Rosa. Le esplorazioni sonore di questo nuovo episodio offrono uno sguardo sui vertici della Balkan World Music Chart e della Transglobal World Music Chart. Spazio, poi, al disco del mese di Blogfoolk Magazine, ad alcune novità discografiche tra Africa ed Europa e a tre magistrali esempi di manifestazioni di canto polifonico del ciclo della liturgia cattolica della Settimana Santa. Finiamo, con l'ambient folk di una delle band più innovative provenienti dalla martoriata Ucraina. All'ascolto di musiche da Serbia, Bosnia-Erzegovina, Slovenia, Angola, Mali, Salento, Norvegia, Georgia, Sardegna, Campania, Lazio e Ucraina. In onda lunedì 11 aprile 2022 alle 21:00 e martedì alle 11:00
In questa puntata- Focus: andiamo in Bosnia-Erzegovina con Roberto Scarcella- FotoCamara: Brima Mazzola Kamara- Update: mega-riepilogo di quanto succede in Europa
David Murgia"Processo a Medjugorje"Rubbettino Editorehttps://www.store.rubbettinoeditore.it/Tutti i verbali segreti ed inediti della Commissione pontificia guidata dal cardinale Camillo Ruini che ha indagato su Medjugorje. Documenti riservati, interrogatori, veline, dossier dei servizi segreti, sopralluoghi, perizie mediche, audiocassette ritrovate: tutto quello che non si sapeva sull'unico processo mai celebrato in Vaticano per capire se quello che accade nella piccola cittadina della Bosnia Erzegovina sia un autentico evento soprannaturale o una colossale montatura. Per la prima volta a disposizione di lettori e studiosi o di semplici appassionati il materiale “riservato” del Vaticano che tra colpi di scena e depistaggi tenta di far luce su uno dei fenomeni più controversi di questi ultimi decenni. Un fenomeno – quello di Medjugorje – che appassiona e divide. E che rischia di travolgere la Chiesa cattolica. E su cui si gioca una partita pericolosa: quella di uno scisma. Si tratta di documenti importantissimi e unici prodotti di fronte alla massima autorità ecclesiastica. Ma soprattutto sono la prova documentale di un nuovo modo di affrontare – per la Chiesa cattolica – fenomeni come questi. Si passa cioè da un modo antiquato di valutare apparizioni e veggenti – costruito molte volte sulla base di pregiudizi e senza competenze specifiche e allargate – a un metodo moderno che prevede gli strumenti tipici dell'inchiesta processuale. Con l'ausilio anche di esperti in psicologia e in altre discipline. Quello che accade a Medjugorje è un lungo giallo che si snoda per quarant'anni in un Paese dilaniato da guerre e violenze, tra frati disobbedienti, fede eroica, povertà e prigionia.David MurgiaGiornalista professionista e lavora a TV2000. È autore e conduttore di programmi televisivi di successo come “Vade retro” e “Indagine ai Confini del Sacro”. Collabora con la Rai, La7 e con testate straniere. È Membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI) e si occupa di studiare e documentare apparizioni mariane e fenomeni mistici. Grazie alle sue inchieste giornalistiche, sono stati smascherati e assicurati alla giustizia sedicenti maghi e falsi veggenti. Tra le sue ultime pubblicazioni, Vade retro. Esorcisti e possessioni: inchiesta sul maligno (Oscar Mondadori, 2017). È stato vaticanista per il quotidiano Il Tempo. Il suo blog è: https://ilsegnodigiona.com/IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Fa un salto sul mio Link Three o sul mio canale YouTube. A 26 anni dagli Accordi di Dayton la Bosnia Erzegovina torna a far parlare di sé con una crisi istitituzionale che sembra destinata a finire con la secessione della Republika Srpska. La crisi politica affonda le sue radici da un malessere lontano oltre che da una incapacità di trovare un senso comune alle istituzioni poste a difesa dell'ordinamento statale, o di quel che ne resta, bosniaco. Così i serbo bosniaci soffiano sul fuoco mentre l'UE si dice timidamente pronta a dispiegare altri soldati oltre a quelli presenti nella missione Althea in risposta alle minacce di Banja Luka. La Bosnia, ed i Balcani, tornano al centro della scena politica internazionale anche se in realtà non se ne sono mai veramente andati: nel corso di questi anni le tensioni di una regione mai veramente pacificata sono state all'ordine del giorno nel disinteresse generale. Con Dayton o senza Dayton poco importa, 26 anni dopo la pace e la morte di Izetbegoci Milosevic e Tudjman la questione Sarajevo resta irrisolta come una ferita cicatrizzata male. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/gughicrostelli/message
I venti di secessione in Bosnia Erzegovina, la prima Presidente dell'Honduras e Andersson nominata di nuovo Prima ministra in Svezia
“Venti di guerra nei Balcani”, un articolo di Bernard Guetta su La Repubblica. La crisi in Bosnia-Erzegovina. Nulla impedisce che si cambi tendenza. In Bosnia-Erzegovina, potremmo per una volta organizzare una conferenza di pace prima e non dopo la guerra, prima che si moltiplichino i massacri e i crimini di guerra e non dopo che abbiano provocato centinaia di migliaia di nuove vittime oltre a quelle degli anni Novanta, perché la situazione è allarmante. I leader della metà serba di questo Paese confederale minacciano ora di formare un proprio esercito, in altre parole di mettere in atto una secessione per poi fondersi con la Serbia.[…] Su Il Corriere della Sera leggiamo l'articolo di Massimo Gramellini - “W le guerre puniche” Vorrei difendere una causa persa e dire al ministro della transizione ecologica Cingolani che sono completamente d'accordo a metà con la sua affermazione riguardo alle guerre puniche: «Non serve studiarle quattro volte, serve cultura tecnica per le professioni del futuro come il digital manager». Studiare quattro volte male le guerre puniche, magari no. Ma un paio di volte bene, una alle medie e una al liceo, servirebbe eccome anche ai futuri digital manager. Imparerebbero l'arte del surplace da Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, la vischiosità degli ozi di Capua e l'importanza di conoscere i punti deboli dell'avversario per colpirlo in contropiede, testimoniata a Canne da Annibale, il Max Allegri dell'antichità.[…] ____________________________________ Ascolta “Punti di Vista” a cura di Lapo De Carlo. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
L'#India, a sorpresa, decide di revocare le tre contestatissime #leggisull'agricoltura, che avevano dato vita alla più grande protesta della storia, portata avanti per oltre un anno da milioni di #contadini. Intanto nei Balcani la Bosnia-Erzegovina soffre di un'instabilità sempre più endemica, con venti di guerra che tornano a soffiare sulla regione, per ora solo a parole, ma con un clima che si fa sempre più pesante.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/vittoria-contadini-riforma-agricoltura-indiana/
La raffica di condanne contro la ‘ndrangheta calabrese, l'ungherese Orbán che legittima i secessionisti serbi in Bosnia Erzegovina e il lockdown dei non vaccinati in Austria
I Balcani Occidentali procedono nella loro marcia verso Bruxelles, alla luce della prospettiva europea che gli è stata riconosciuta dai Paesi dell'Unione Europea e che l'Italia sostiene con grande determinazione. La regione continua ad essere interessata da tensioni latenti, come per esempio tra Serbia e Kosovo, o anche all'interno della Bosnia Erzegovina. Ma accanto a queste tensioni, vi sono importanti processi in corso, volti a favorire la cooperazione regionale, fondamentale in vista dell'adesione dei Paesi della regione all'Unione Europea; processi ai quali l'Italia storicamente apporta un rilevante contributo. In questa puntata di Voci dalla Farnesina il giornalista dell'ANSA Patrizio Nissirio ne parla con Andrea Cascone, Capo Unità per l'Adriatico e i Balcani alla Farnesina, e con tre ambasciatori d'Italia in paesi chiave della regione: Carlo Lo Cascio (Belgrado), Fabrizio Bucci (Tirana) e Andrea Silvestri (Skopje).
Tra il marzo del 1992 e il dicembre 1995 la Bosnia-Erzegovina venne coinvolta nella devastante dissoluzione jugoslava. Il paese sarebbe diventato teatro degli scontri più feroci delle truppe serbe di Milosevic e croate di Tudjman ai danni della componente religiosa musulmana nel paese. In questo episodio ci si focalizzerà sulle prime fasi della guerra, comprendendo anche l'assedio di Sarajevo (durato 1000 giorni) e la distruzione del ponte di Mostar. ---Fonti:Un ringraziamento speciale all'aiuto di Paolo Arigotti, laureato in Storia Contemporanea, per l'ottimizzazione e l'indicazione delle fonti. Per altre info su Paolo: Facebook.com/paoloarigottiIstagram paolo_arigotti_writerYoutube https://bit.ly/3adusljLa Guerra dei dieci anni (a cura di Alessandro Marzo Magno), Milano, Il Saggiatore, 2015 (saggi):Bassiouni Cherif, Indagine sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia - L'operato della commissione di esperti del consiglio di sicurezza e il suo rapporto finale, Milano, Giuffrè, 1997.Pirjevec Joze, Le Guerre Jugoslave 1991-1999, Torino, Einaudi, 2014;Articoli giornalistici:Ansa.it, "Il rapporto serbo bosniaco nega massacro di Srebrenica" del 3 settembre 2002;Bettiza Enzo, "Intervista a Kohl e Mitterand", La Stampa del 13 marzo 1992; Lanaro Silvio "Dove comincia la nazione? Discutendo con Gellner e Hobsbawn" in Le Frontiere del sociale, Rivista Meridiana n. 11-12 del 1991;Corti Andreas e Turri Jacopo "I serbi hanno vinto la prima parte della guerra, ora comincia la seconda. E diventa possibile un conflitto generalizzato", pubblicata inwww.limesonline.com/cartaceo/se-finiamo-nel-pantano-jugoslavo?prv=truedel 3 giugno 1995; Ricard Paul, "Bosnia, un milione di profughi torna a casa", settimanale Vita del 21 settembre 2004 - www.vita.it/it/article/2004/09/21/bosnia-onu-un-milione-di-profughi-tornati-a-casa/37448/; "Jugoglavia: morte di una nazione", RAI3, anno 1999: Condotto da Andrea Purgatori, con ospiti in studio, tra gli altri, Enzo Bettiza, Paolo Mieli e Miriam Mafai.), reperibile tramite il seguente link: www.youtube.com/watch?v=gs6qQnqP1fo.
L’associazione torinese RE.TE.ong ha lanciato nel Paese della penisola balcanica il progetto pilota per un nuovo programma di screening dei tumori del collo dell'utero e del seno.
Nella prima parte ci occupiamo dei tre cosiddetti “non-paper” (documenti non ufficiali) circolati negli ultimi mesi tra le cancellerie europee. Questi contengono proposte radicali e molto controverse sul futuro dei Balcani Occidentali, con particolare attenzione a Bosnia Erzegovina e Kosovo. Una vicenda oscura, con autori non sempre chiari, che alimenta gli appetiti dei nazionalismi locali e mette in discussione il ruolo stabilizzatore di UE e comunità internazionale. Il punto sulla vicenda, con l'intervento di Giorgio Fruscione (ISPI).Ci spostiamo poi a Varsavia per la recente inaugurazione del "Collegium Intermarium": un'università che si propone di formare una nuova generazione di élite conservatrici in Polonia e non solo. Dopo la dipartita della Central European University da Budapest, il Collegium si propone come contro-istituzione regionale volta a promuovere una visione del mondo alternativa a quella liberale.
Tensioni che perdurano, ma anche opportunità politiche, economiche e fermenti culturali. Oggi puntiamo i riflettori sui Balcani occidentali (Serbia, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Bosnia Erzegovina e Kosovo), insieme al direttore generale per l'Unione Europea alla Farnesina, Vincenzo Celeste, al suo Vice Nicola Verola e agli Ambasciatori a Sarajevo e Podgorica, Nicola Minasi e Luca Zelioli.
Tensioni che perdurano, ma anche opportunità politiche, economiche e fermenti culturali. Oggi puntiamo i riflettori sui Balcani occidentali (Serbia, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Bosnia Erzegovina e Kosovo), insieme al direttore generale per l'Unione Europea alla Farnesina, Vincenzo Celeste, al suo Vice Nicola Verola e agli Ambasciatori a Sarajevo e Podgorica, Nicola Minasi e Luca Zelioli.
Ventimiglia, Claviere, Bardonecchia, Como, Bolzano, Trieste e ancora Calais, Patrasso, Bihac e oggi più che mai Ceuta. E' ampia la geografia dei confini dove molti minorenni che viaggiano soli passano a loro rischio e pericolo. Il 10% dei migranti, ci dicono le statistiche, sono ragazzi di cui poi spesso si perdono le tracce. Il rischio è il respingimento illegale, le violenze della polizia e la vita, quando si scelgono percorsi come la montagna o il semiasse di un tir. Il secondo episodio dei podcast di Lost in Europe vi porterà in Francia, Bosnia Erzegovina e Grecia. Si ringrazia per questa puntata la comunità per minori Galambra di Salbertrand (Torino), Silvia Maraone instancabile attivista e operatrice IPSIA ACLI a Bihac, Rudi Mesaroli di Civico Zero Roma e la fotografa Sara Minelli. Lost in Europe è un progetto di giornalismo collaborativo. Tutte le informazioni le potete trovare su lostineurope.org.
Jovan Divjak, leggenda vivente della città di Sarajevo, della Bosnia Erzegovina plurale e delle sue lotte di libertà e convivenza, è scomparso l'8 aprile scorso a 84 anni. In questa puntata ricordiamo il suo percorso di vita: l'infanzia a Belgrado tra difficoltà familiari e scelte obbligate; l'adesione ai valori della fratellanza e unità jugoslava; l'amore, sempre fedele e ricambiato, per Sarajevo; la decisione, difficile ma convinta, di guidare la città in difesa dall'assedio; l'abbandono dei gradi militari per costruire un “esercito di settemila bambini”, con la ONG da lui fondata dedita all'educazione e alla pace. Il percorso comune di Divjak e Sarajevo abbraccia decenni di storia europea, chiudendosi sulle note di un inno mondiale della libertà e del prendere parte.
Un altro episodio settimanale di Europhonica! Anche oggi partiamo con l’attualità! Le condizioni gravi di salute di Alexey Navalny preoccupano i leader europei, che chiedono venga visitato dal medico di famiglia. Ricordiamo la firma dei trattati di Parigi, istitutivi della CECA, la Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio. Parleremo della nuova Strategia europea per la lotta alla criminalità organizzata, che ha prosperato durante la pandemia. Discuteremo anche delle misure prese dai diversi Paesi europei per contrastare i contagi e della recente proposta “informale” del Presidente sloveno di dividere la Bosnia-Erzegovina. Infine, come sempre, vi segnaleremo le offerte formative e professionali più interessanti in Europa. A cura di Nadiya Antentyk e Jacopo Bulgarini.
“La guerra non si rimpiange mai. Si rimpiange forse il sistema che ci ha segnato e la vita che si viveva nella Jugoslavia degli anni Settanta e Ottanta.” Vivere nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia significava convivere in un territorio di ricchissima composizione etnica che ha resistito fino agli anni Novanta. Il presidente sloveno Pahor […]
Nel centenario della sua nascita, ricordiamo la figura di Andrej Sacharov, fisico e attivista per i diritti umani sovietico. Dagli esperimenti sulla bomba a idrogeno al Nobel per la pace, ripercorriamo le tappe fondamentali della sua vita insieme a Marcello Flores, storico ed esperto di storia dei diritti umani.Nei Balcani occidentali crescono le mobilitazioni contro la violenza sulle donne. In Serbia, le denunce delle attrici Milena Radulović e Danijela Štajnfeld contro due uomini al centro del sistema di potere del paese hanno incoraggiato migliaia di donne a testimoniare sulle molestie subite. La campagna „Nisam tražila“, nata in Bosnia Erzegovina e rivolta a tutta la regione, esige misure concrete contro la violenza di genere nella giustizia, nell'assistenza e nell'educazione.
Da Kramatorks, città dell'Ucraina orientale teatro di scontri recenti, a Sarajevo, che ha conosciuto la guerra. Storie di confini, stelle basse e linee colorate.
All'edicola volante di Kiosk si parla di:
La situazione per i migranti in Bosnia Erzegovina non potrebbe essere peggiore, ma nonostante la tensione crescente gli atti di solidarietà individuale nei confronti dei migranti proseguono ed a questi si aggiunge la rete di solidarietà formatasi in Europa: associazioni e singoli individui che periodicamente si recano in Bosnia Erzegovina per portare cibo e indumenti nuovi.
Davvero tragico il bilancio demografico in Europa: l'arrivo degli ultimi dati attesi, quelli relativi a Spagna e Bosnia-Erzegovina, ha permesso di tracciare il quadro completo relativo al 2019. A fronte di una popolazione di 746.188.694 abitanti, il numero dei nuovi nati vivi si è attestato a quota 7.070.712, registrando il livello più basso mai raggiunto dal dopoguerra ad oggi.
Davvero tragico il bilancio demografico in Europa: l’arrivo degli ultimi dati attesi, quelli relativi a Spagna e Bosnia-Erzegovina, ha permesso di tracciare il quadro completo relativo al 2019. A fronte di una popolazione di 746.188.694 abitanti, il numero dei nuovi nati vivi si è attestato a quota 7.070.712, registrando il livello più basso mai raggiunto dal dopoguerra ad oggi.
Nuova puntata di Europhonica! Vogliamo raccontarvi di Klubradio, la radio costretta a spostarsi sul web per continuare a trattare temi scomodi per il governo in carica. La revoca della licenza alla radio d’opposizione polacca ha riportato alla luce, nuovamente, una serie di interrogativi sul rispetto dello stato di diritto da parte dei 27. Vi racconteremo anche della nascita della Bosnia Erzegovina e di una delle ultime discussioni approdata all’Europarlamento. A fine dicembre, infatti, la Commissione Europea e la Cina hanno firmato un accordo sugli investimenti che non è stato accolto da tutti con entusiasmo - anzi. Affronteremo anche la questione vaccini, cercando di capire meglio il motivo per cui dovremmo fidarci di quelli in circolazione. Parleremo anche di Jamal Kashoggi, il cui dossier è tornato sul tavolo dei paesi europei proprio in questi giorni. In chiusura vi condividiamo alcune opportunità di formazione e tirocinio nell’ambito delle istituzioni europee. Dai, mettetevi le cuffiette che cominciamo! Scritto & condotto da Gloria Beltrami e Renata Giordano
Gli ultimi sette giorni sono stati particolarmente intensi in casa UE, il Parlamento è stato impegnato nella prima Sessione Plenaria del 2021. Questo nuovo anno, seppur appena iniziato, ci ha già regalato qualche colpo di scena e sembra essere il degno erede del 2020 appena trascorso. Il Parlamento Europeo ha infatti discusso dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e del recentissimo insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. Noi di Europhonica abbiamo seguito i lavori del Parlamento e affrontato i temi caldi discussi in sessione plenaria. Abbiamo raccontato la crisi umanitaria alle porte d’Europa, che vede come protagonista circa duemila migranti bloccati al confine tra Bosnia-Erzegovina e Croazia, e riflettuto sulla richiesta degli eurodeputati di istituire il diritto alla disconnessione per i lavoratori europei in smartworking. Con il 2020, non si è concluso solo un anno funesto ma anche il periodo di sei anni dedicato alla Politica Comune sulla Pesca e, quindi, è tempo di bilanci per capire quale sia lo stato di salute dei nostri mari. A proposito di mari, nel podcast vi abbiamo segnalato anche la maree di opportunità di tirocinio in Europa, non fatevele scappare! Come consuetudine, anche questa settimana abbiamo fatto un tuffo nel passato, ripercorrendo i passi che la storia d'Europa ha compiuto nella capitale francese e raccontandovi la Conferenza di Parigi che ha portata all’istituzione della Società delle Nazioni. Un ultimo sguardo alla Commissione Europea, con la nostra nuova rubrica #EDUDOTCOMS e l’episodio dedicato ad Helena Dalli, da sempre impegnata nel promuovere l’uguaglianza e la parità dei diritti. Non vi resta che premere play e iniziare il vostro viaggio alla scoperta dell’attualità europea!
Che sta succedendo ai migranti dell'ex campo profughi di Lipa in Bosnia?[Social]https://www.facebook.com/StarterPackDavideFerrara/https://t.me/StarterPackDavideFerrara[SundayGlut]https://www.sundayglut.com/[Fonti]https://www.avvenire.it/attualita/pagine/scavo-rotta-balcanica-reportagehttps://www.ilpost.it/2019/04/11/cambiamenti-demografici-investimenti-fidelity/https://www.fidelity-italia.it/articoli/views-from-the-floor/2019-03-14-tendenze-demografiche-che-cambiano-il-mondo-1552546136658https://europa.eu/european-union/about-eu/figures/living_ithttps://europa.eu/european-union/about-eu/figures/economy_ithttps://www.ilsole24ore.com/art/bosnia-25-anni-la-guerra-l-ue-resta-miraggio-ACp8811https://ec.europa.eu/italy/news/20210103_Bosnia_Erzegovina_aiuti_umanitari_it#:~:text=Il%20finanziamento%20si%20aggiunge%20ai,milioni%20di%20euro%20dal%202018.https://it.wikipedia.org/wiki/Cantone_dell%27Una-Sanahttps://www.liberation.fr/planete/2021/01/06/en-bosnie-herzegovine-l-enfer-des-migrants-apres-l-incendie-de-leur-camp_1810462https://www.reuters.com/article/us-europe-migrants-bosnia/hundreds-of-migrants-without-shelter-in-bosnia-as-winter-bites-idUSKBN29A25Uhttps://www.avvenire.it/attualita/pagine/caritas-invia-legna-a-profughi-sfollati-in-bosniahttps://www.spreaker.com/episode/41004664https://www.ilpost.it/2021/01/08/campo-migranti-lipa-bosnia/https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/91182/bosnia-and-herzegovina-migration-crisis-far-over_enhttps://ilmanifesto.it/non-siamo-bestie-a-lipa-i-migranti-rifiutanoil-cibo/https://www.valigiablu.it/croazia-violenza-migranti/https://www.valigiablu.it/bosnia-rifugiati-europa/https://www.youtube.com/watch?v=CBSnG48jP6Y
Chi sarà il successore di Angela Merkel, dopo il congresso della CDU attualmente in corso? Dove andrà la Germania e che impatto avrà il nuovo leader sull'Europa? Ne parliamo con Daniel Mosseri, giornalista freelance di stanza a Berlino, collabora con Il Foglio, Il Giornale e Panorama. In apertura facciamo il punto sulle condizioni dei migranti bloccati in Bosnia-Erzegovina con Francesca Basile, responsabile Croce Rossa Italiana per le attività per i migranti e sulle elezioni in Uganda, con l'attivista ugandese Shammah Benefits.Infine andiamo in Corea del Nord: la conclusione del congresso del Partito dei Lavoratori e il discorso di Kim Jong-un segnalano una possibile svolta per Pyongyang? Ne discutiamo con Giulia Pompili, giornalista del Foglio ed esperta di Asia.
Le proteste in Albania per la morte di un ragazzo per mano della polizia; le elezioni a Mostar, una delle città più importanti della Bosnia-Erzegovina. E poi la rubrica "Buon Natale da".
In questa puntata parliamo di due accordi post-conflitti e delle loro eredità e conseguenze sul presente.In questi giorni si commemorano i 25 anni degli accordi di Dayton, che posero fine al conflitto in Bosnia Erzegovina. Ripercorriamo lo sviluppo e i protagonisti dei negoziati del 1995, ma anche i vuoti lasciati fino a oggi dalla loro mancata riforma: funzionalità dello stato, rappresentanza democratica, giustizia sociale.Nella seconda parte di puntata vi portiamo alla scoperta di Kaliningrad, exclave russa ed entità più occidentale della federazione, collocata tra Polonia e Lituania. Raccontiamo la storia di questa “anomalia” territoriale e facciamo una passeggiata virtuale per le strade della sua capitale.
L'Abruzzo si sveglia in zona rossa. Con noi Marco Marsilio, Presidente della regione. Recovery Fund: ok dell'Ue alla bozza italiana, ma alcune misure non sarebbero coperte. Il commento di Alberto Orioli, Vice Direttore del Sole 24 Ore. Dalla Francia parte la campagna per un Natale senza Amazon. Ci colleghiamo con Danilo Ceccarelli. Nations League: la Nazionale di Mancini impegnata contro la Bosnia-Erzegovina. Ci aggiorna Dario Ricci.
La Nazionale di Chicco Evani prosegue la sua corsa verso la Final Four di Nations League superando 2-0 la Polonia e guadagnandosi un posto fra le sei teste di serie per le qualificazioni mondiali. A trascinare un'Italia incerottata sono stati ancora una volta i talenti del Sassuolo a partire da Manuel Locatelli e da Domenico Berardi che nello stadio di casa ha messo a segno la sua seconda rete in maglia azzurra. Nonostante l'assenza di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, la formazione tricolore scopre il duo Acerbi-Bastoni che offre garanzie in difesa in vista della sfida decisiva con la Bosnia-Erzegovina.
Da Moderna un vaccino efficace al 94%. Uno studio dell'ISS dimostra la persistenza degli anticorpi al Covid-19. Zaia annuncia test fai-da-te in Veneto. Con noi Andrea Crisanti, docente di Microbiologia all'Università di Padova. Via libera del Consiglio dei Ministri alla Legge di Bilancio. In Europa, veto di Ungheria e Polonia al Recovery Fund. Il commento di Barbara Fiammeri del Sole 24 Ore. Il Tar del Lazio vieta le cure a casa da parte dei medici di famiglia. Sentiamo Filippo Anelli, Presidente FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri). Nations League: ieri vittoria degli Azzurri di Mancini per 2 a 0 sulla Polonia. Mercoledì gara con la Bosnia Erzegovina. Ne parliamo con Dario Ricci.
La riunione del Consiglio degli Affari esteri dell’Unione europea e le elezioni in Bosnia-Erzegovina.
Laura Iucci si Laurea in Scienze Politiche con un Master in Geopolitica e Sicurezza Internazionale, dal 2009 lavora per l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) nell'unita di raccolta fondi (Private Sector Partnership) di cui é responsabile dal 2019. Dal 2002 al 2009 lavora per l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) come Esperta di Responsabilità Sociale delle Imprese fornendo assistenza tecnica e formazione a governi, parti sociali ad aziende multinazionali leader di settore sull'implementazione degli standard internazionali del lavoro in Albania, Marocco e Tunisia. Lancia il Global Compact Network in Italia, Albania, Tunisia e Marocco. Precedentemente ha lavorato per la Banca Mondiale in Croazia come responsabile di un progetto di pianificazione territoriale per lo sviluppo economico delle aree colpite dal conflitto. Dal 1995 al 2001 ha lavorato in Bosnia Erzegovina prima come volontaria e poi per la cooperazione italiana nella fase di post conflitto nella realizzazione di attività in sostegno delle vittime di guerra.
Safet Zec, pittore e scultore nato a Rogatica, Bosnia-Erzegovina, principale esponente del cosiddetto «realismo poetico», nella sua arte richiama il senso del quadro di Rembrandt che rappresenta il Cristo che guarisce i malati, opera che, come egli stesso dice, è stata fondamentale per la sua scelta artistica. Imponenti e di forte impatto emotivo sono i suoi cicli pittorici che rappresentano i migranti ammassati sui barconi, così come la presenza del pane ghermito dalle mani.Ascolta la nota di Claudio Zonta S.I., dalla newsletter de "La Civiltà Cattolica", Abitare nella possibilità.
Chiusi i campi per migranti in Bosnia Erzegovina : paura per la mancanza di accesso alla sanità, per il sovraffollamento e per il razionamento del cibo
In queste settimane l'attenzione mediatica è incentrata sulla rotta migratoria mediterranea, anche a seguito del dibattito sul memorandum Italia-Libia. Basta però spostare l'attenzione un po' ad oriente per trovare un'altra rotta, di cui si parla molto meno.Nel 2015 la rotta balcanica era stata dichiarata chiusa per via degli accordi della Turchia, ma ora, a quattro anni di distanza, sappiamo che ciò non è accaduto.Nell'ultimo mese sono cresciuti i rastrellamenti, in particolare nella cittadina di Bihac in Bosnia Erzegovina. I migranti e richiedenti asilo presenti in città avrebbero come unico obiettivo di passare la frontiera per andare verso i paesi dell'Unione Europea. A giugno è stato creato un campo per contenerli, ma che presto si è ridotto al sovraffollamento.Ci sarebbe da fare fronte a una situazione umanitaria molto importante, ma cosa sta succedendo sul campo?Ne parla Silvia Maraone, esperta di Balcani e migrazioni, coordina i progetti a tutela dei rifugiati e richiedenti asilo lungo la rotta balcanica per IPSIA e Caritas Italiana.
In queste settimane l'attenzione mediatica è incentrata sulla rotta migratoria mediterranea, anche a seguito del dibattito sul memorandum Italia-Libia. Basta però spostare l'attenzione un po' ad oriente per trovare un'altra rotta, di cui si parla molto meno.Nel 2015 la rotta balcanica era stata dichiarata chiusa per via degli accordi della Turchia, ma ora, a quattro anni di distanza, sappiamo che ciò non è accaduto.Nell'ultimo mese sono cresciuti i rastrellamenti, in particolare nella cittadina di Bihac in Bosnia Erzegovina. I migranti e richiedenti asilo presenti in città avrebbero come unico obiettivo di passare la frontiera per andare verso i paesi dell'Unione Europea. A giugno è stato creato un campo per contenerli, ma che presto si è ridotto al sovraffollamento.Ci sarebbe da fare fronte a una situazione umanitaria molto importante, ma cosa sta succedendo sul campo?Ne parla Silvia Maraone, esperta di Balcani e migrazioni, coordina i progetti a tutela dei rifugiati e richiedenti asilo lungo la rotta balcanica per IPSIA e Caritas Italiana.
La prima parte della puntata è segnata da due eventi cardine di questo mese: il festival dell'Eurovisione, a cui è dedicata la scelta musicale, e le elezioni europee del 26-27 maggio. Nell'ultima parte apriamo una pagina di memoria sulla Bosnia Erzegovina nel 1993: la storia di Bosko e Admira, i Romeo e Giulietta di Sarajevo, e del loro primo narratore.- Una panoramica sulle elezioni europee nei paesi dell'Europa centro-orientale. Mentre diversi temi conferiscono un'importanza storica al voto su base europea, ma rimangono questioni cruciali su base nazionale, che esaminiamo paese per paese. E riflettiamo sul nodo della partecipazione alle elezioni europee, tradizionalmente bassa nei paesi centro-orientali, insieme a Lorenzo Ferrari (Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa)- Mentre si apre l'improvvisa crisi politica in Austria a causa dello scandalo Strache, continua una singolare protesta nel paese, quella delle “Donne contro la destra” che sta offrendo una singolare lezione di antifascismo a tutta l'Europa. Ne parliamo con il contributo di Chiara Milan- Esattamente ventisei anni fa due fidanzati di Sarajevo, Boško Brkić e Admira Ismić, venivano uccisi da un cecchino mentre cercavano di lasciare la città assediata in cerca di un futuro di pace. Il loro abbraccio rimase stretto per giorni poiché i corpi non vennero rimossi, e vive ancora oggi nella memoria cittadina e mondiale grazie anche al racconto di un giornalista, Kurt Schork, a sua volta vittima di una morte tragica. Ricordiamo Boško e Admira con le parole di Kurt e i versi degli Zabranjeno Pušenje.PLAYLIST• Riva - Rock me | https://www.youtube.com/watch?v=BPBQ22lROR4• Toto Cutugno - Insieme 1992 | https://www.youtube.com/watch?v=eGlJyCXNu_M• Rambo Amadeus - Euro Neuro | https://www.youtube.com/watch?v=D6S-FNLv2jQ• Laka - Pokusaj | https://www.youtube.com/watch?v=7qphcQ_Atbw• Zabranjeno Pušenje - Bosko i Admira | https://www.youtube.com/watch?v=OMMfW3IqiFE
Una puntata quella di oggi, che lega storia e presente. Una memoria fondamentale non solo per l'identità dell'Europa, ma anche per abbattere luoghi comuni e narrazioni stereotipe, che è l'obiettivo che ci siamo posti noi di Kiosk nel cercare di raccontarvi i paesi che trattiamo.Nei territori della ex Jugoslavia si continua a morire a causa della guerra. La ragione è l'uranio impoverito. A 24 anni dai bombardamenti sulla Bosnia Erzegovina e 20 anni da quelli su Serbia e Kosovo, questo problema rimane aperto. Ma non è una questione che investe solo le popolazioni locali. Di recente, ci sono state infatti ancora due vittime tra i militari italiani che hanno partecipato a missioni nei Balcani e sono esposti all'uranio impoverito. Secondo l'Osservatorio Militare, ad oggi sono 366 i morti tra i militari italiani e 7.500 i malati. Per raccontare di questo tema poco noto, abbiamo intervistato Nicole Corritore di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.Un secolo fa la Baviera, anche se solo per alcuni mesi, è al centro di un'esperienza rivoluzionaria ispirata dall'Ottobre russo. Si tratta della Repubblica dei Consigli di Monaco, che a cavallo fra 1918 e '19 rovescia la monarchia e crea un governo rivoluzionario che finirà nel sangue con l'intervento dei Freikorps, un'organizzazione paramilitare inviata da Berlino. Uno dei protagonisti di questa esperienza fu Gustav Landauer. Ebreo, pacifista, anarchico, è una figura poliedrica di filosofo, mistico, attivista, giornalista e rivoluzionario. Muore proprio cent'anni fa, di una morte consapevole, credendo fino all'ultimo momento in quest'esperienza rivoluzionaria. Per conoscere questa figura poco nota in Italia, abbiamo intervistato Libera Pisano, che ha appena curato un volume per Castelvecchi su Landauer.Pochi giorni fa sono ricorsi i 15 anni da una tappa importante dell'integrazione europea. L'entrata nell'Ue dei paesi del gruppo di Visegrad, ovvero Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia. Una tappa fondamentale, se si pensa all'importanza storica di questi territori, spesso liquidati, in modo assai sbrigativo, come forieri di governi autoritari e populisti. In realtà, dalla fine del comunismo nell'Europa centro-orientale, moltissimo è cambiato in questi paesi, in una modernizzazione, non priva di contraddizioni, certo, ma che ci parla di luoghi assai più vicini a noi di quanto spesso si pensi. Per riflettere su questo passaggio storico abbiamo intervistato Matteo Tacconi, giornalista che ha viaggiato e studiato questi paesi in tutto questo periodo di grandi cambiamenti.PLAYLIST• System of a Down - Holy Mountains• Wolf Biermann - Der Hugenottenfriedhof• Jacek Kaczmarski - Mury• Hichkas ft. Roya Arab & Dariush - Muye Parishun
Il viaggio di Kiosk continua con una nuova puntata che ci porterà molto ad est. Le prime due parti sono infatti dedicate all'Iran. Luci e ombre di questo grande Paese, che raccoglie l'eredità imperiale della Persia antica. Proseguiremo con la condanna all'ergastolo a Karadzic, responsabile del genocidio di Srebrenica e di crimini di guerra, per poi concludere con un'intervista a Matteo Zola, fondatore e direttore di East Journal.La prima parte è dedicata al Nowruz, il capodanno persiano, che si è festeggiato ieri in Iran, in Kurdistan, in Azerbaigian, e non solo. Per scoprire le origini di questa festività abbiamo intervistato il professor Carlo Cereti della Sapienza di Roma, uno dei maggiori esperti al mondo dell'Iran preislamico, che ha vissuto molti anni in Iran.Proseguiamo con un'intervista a Reza Khandan, marito di Nasrin Sotudeh, avvocata che si è battuta per i diritti umani, e che ha appena subito una condanna molto pesante, a causa del suo lavoro: 38 anni di prigione e 148 frustate. Gia vincitrice del premio Sakharov, il suo caso ha destato un grande dibattito a livello internazionale, non privo di risvolti politici e speculazioni spesso azzardate.Proseguiamo con il verdetto finale su Radavan Karadzic, che ci è stato raccontato dal nostro Alfredo Sasso. Mercoledì 20 marzo si è chiuso all'Aja il processo d'appello a Karadzic, presidente della Repubblica Srpska di Bosnia durante la guerra che si combatté in Bosnia-Erzegovina tra il 1992 e il 1995. La corte ha deciso per l'ergastolo, perché ha giudicato Karadzic colpevole di genocidio, deportazioni, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Nove anni fa nasceva un blog destinato a influenzare la percezione dell'Est in Italia, dai Balcani al mondo post sovietico, dalla Turchia al Caucaso. Si tratta di East Journal, fonte citatissima dai media italiani, e riferimento imprescindibile per chi si occupi dei Paesi di questa vasta area. Il suo fondatore, Matteo Zola, ci ha raccontato nascita, sviluppo e significato di questa importante esperienza. Oggi i brani di Kiosk sono stati scelti proprio da Matteo Zola, fondatore e direttore di East Journal per i nove anni della sua storia.PLAYLIST• Bajaga i Instruktori - Pada vlada• Prljavo Kazaliste - Marina• W. Trzcinski & M. Dutkiewicz - Warszawa Jest Smutna Bez Ciebie• Jacek Kaczmarski - Nasza Klasa• Golec uOrkiestra - Ściernisko
Il viaggio ad est di Kiosk continua, con una puntata che ci porterà dalla Slovacchia alla ex Jugoslavia, dall'Albania fino al Nagorno Karabakh. Una puntata che dedichiamo alla memoria dello scrittore Luca Rastello, scomparso nel 2015. Un Giusto del nostro tempo, che andremo a scoprire nell'ultima parte della puntata.Il 6 marzo ricorrerà la Giornata dei Giusti, riconosciuta dal Parlamento europeo e da quello italiano. Figure come Schindler e Perlasca, che si sono opposte ai genocidi, ma anche figure straordinarie come Rastello che hanno lottato in nome dell'umanità, andando contro corrente. Oggi i brani di Kiosk sono tutti legati a lui. I pezzi sono stati scelti da Andrea Rossini, giornalista della RAI, collega e amico di Rastello, in un omaggio musicaleIl 21 febbraio di un anno fa, il reporter slovacco Ján Kuciak, classe 1990, veniva assassinato insieme alla sua fidanzata. Per questo duplice omicidio, la magistratura slovacca ha arrestato tre uomini e una donna, attualmente detenuti. Diverse organizzazioni di giornalismo investigativo, insieme all'Investigative Center of Ján Kuciak e al centro di giornalismo investigativo IRPI, che con Kuciak avevano lavorato a un'inchiesta sulle infiltrazioni della Ndrangheta in Slovacchia, hanno continuato a indagare su questa storia. Fra questi, anche Lorenzo Bagnoli, che abbiamo intervistato. Nella guerra per la verità in Bosnia Erzegovina, quella che si combatte con altri mezzi a ventitré anni dalla fine del conflitto armato, sta per iniziare una nuova battaglia. Il 7 febbraio, La Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia ed Erzegovina, ha ufficialmente nominato i membri di due commissioni internazionali, una dedicata alle sofferenze di tutti i popoli nell'area di Srebrenica nel 1992-95, e l'altra sulle sofferenze della popolazione serba di Sarajevo nel 1991-95. Un revisionismo, denunciato da più parti, che pare essere supportato a livello internazionale da frange importanti dell'estrema destra. A questo tema il nostro Alfredo Sasso ha dedicato di recente un articolo sul sito Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa. Ce ne ha parlatoNon un solo ebreo, si ritiene, fu consegnato al nazismo in Albania, in un esempio straordinario di abnegazione e coraggio che ha avuto pochi corrispettivi in Europa. Il giornalista Matteo Tacconi, che abbiamo intervistato, ci ha raccontato una vicenda straordinaria e poco conosciuta, da lui ricostruita con un lavoro sul campo. Un racconto che affonda le sue radici in una nazione multireligiosa e dove il dialogo e la cooperazione fra le diverse fedi ha una tradizione antica e, ancora oggi, assai viva.Scrittore e giornalista, cooperante e intellettuale, la figura di Luca Rastello, scomparso nel 2015, è un riferimento imprescindibile per la nostra redazione. Una figura di altissimo profilo morale, scrittore fra i migliori degli ultimi decenni, ma anche un pensatore provocatorio e tagliente, chirurgico nell'indagare le contraddizioni del nostro tempo. Per conoscerlo meglio, abbiamo intervistato Andrea Rossini, suo collega e amico, che ci ha fornito un commosso ricordo di questo intellettuale straordinario.PLAYLIST• Bob Dylan - One More Cup of Coffee | https://www.youtube.com/watch?v=CB1Yq4zVC70• John Coltrane - Summertime | https://www.youtube.com/watch?v=NEftw9o1joo• Dino Merlin - Godinama | https://www.youtube.com/watch?v=OBUhFP-s9xU• Mostar Sevdah Reunion - Emina | https://www.youtube.com/watch?v=xo5yhnrum9A• Bijelo Dugme - Lipe Cvatu | https://www.youtube.com/watch?v=fYhaNlG4Fg8
Anche in questa puntata si salta senza continuità tra attualità e memoria, accompagnati come sempre da esperti, corrispondenti e ottima musica:
Il 7 ottobre ci sono state le elezioni generali in Bosnia ed Erzegovina: cosa ce ne frega a noi? E perché si sapeva già che le cose non sarebbero cambiate gran chè? Come funziona il complicatissimo sistema politico e amministrativo del paese e insomma, cosa ci fa metà della popolazione della Bosnia Erzegovina all’estero!? Ce ne occupiamo con Adriano da Sarajevo che ci darà nelle rubriche qualche dritta su meravigliosi laghi e bunker storici nella zona e ci spiegherà perché tra Sarajevo e Velletri ci si capisce abbastanza bene. Nella prossima puntata parleremo con Simona di come si diventa scrittori o in questo caso scrittrici! Alla prossimaaaaa Shownotes: Potete discutere della puntata sulla nostra pagina facebook: http://bit.ly/2n4G4xA Per supportare il Podcast andate invece su www.patreon.com/tuttifannulloni Spiegoni soliti del Post sulle elezioni: https://bit.ly/2R77vVc https://bit.ly/2RbfOPW Analisi del voto di Eastjournal: http://www.eastjournal.net/archives/92548 Una spiegazione delle istituzioni: https://bit.ly/2CHjGoh https://bit.ly/2DIWeGI Konjic: http://visitkonjic.com/ La biennale d'arte di Konjic nel bunker di Tito: http://www.bijenale.ba/ Perchè vedere “The West Wing”: https://bit.ly/2PT0Iln Il Podcast su the West Wing: http://thewestwingweekly.com/ La petizione di ValVerde: https://bit.ly/2RHWsT8
Il viaggio di Kiosk parte da un evento politico: le elezioni in Bosnia-Erzegovina che si sono tenute lo scorso 7 ottobre. Milorad Dodik è ritenuto il vero vincitore, ma come sono andate le cose? È sempre difficile dirlo in un sistema così disfunzionale.Le elezioni però non sono l'unico motivo per cui la Bosnia Erzegovina è riapparsa ultimamente sui media mondiali. C'è infatti un caso che sta avendo parecchia risonanza e che potremmo considerare l'equivalente bosniaco del Caso Cucchi. È la storia di David Dragicevic, un ragazzo di 21 anni ucciso sei mesi fa nel capoluogo della Republika Srpska, Banja Luka, in circostanze ancora sconosciute. Da allora ogni giorno sono molti i cittadini bosniaci che chiedono verità e giustizia per lui.Ci spostiamo poi sulla linea di conflitto che collega, o separa, Mosca e Costantinopoli: è infatti in corso una rottura in seno alla Chiesa Ortodossa. Claudio Geymonat, coordinatore di Riforma.it, racconta a Kiosk il significato di questo scontro. Quali scenari si aprono?Continuano intanto le proteste in Inguscezia, nel Caucaso del Nord, proteste che scaturiscono da uno scambio di territori con la vicina repubblica di Cecenia, stabilito il 4 ottobre. Si tratta di un accordo molto favorevole alla Cecenia, che alcuni insinuano sia avvenuto sotto imposizione, o comunque pressione, di Mosca, per favorire la Cecenia il cui presidente Ramzan Kadyrov è un fedelissimo alleato di Putin. A fare le spese di questa tensione è stato anche l'attivista e ricercatore di Amnesty International Oleg Kozlovski, rapito e picchiato da – pare – membri della sicurezza locale. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, fa il punto della sua situazione.In Serbia, l'arrivo della catena di supermercati LIDL ha creato grande attesa popolare e lunghe code. È un vero miglioramento per i consumatori o siamo davanti a un'assimilazione al modello europeo-tedesco? Da Belgrado, il vicedirettore di East Journal Giorgio Fruscione parla di una situazione tragicomica.Giulietto Chiesa, editorialista di Sputnik Italia, si aggiudica il primo premio "Polveriera balcanica". Di cosa si tratta? Scopritelo con noi!In Armenia si è dimesso il primo Ministro Nikol Pashinyan, protagonista della "rivoluzione di velluto" del 2018. Una notizia annunciata, ma che impone riflessioni insieme a Simone Zoppellaro, che condurrà la prossima puntata di Kiosk.PLAYLIST• Bajaga i Instruktori - Pada vlada | https://www.youtube.com/watch?v=3_7fYTObkrw• S.A.R.S. feat Dialup Lama - Mir u svetu | https://www.youtube.com/watch?v=kGh75lOmEkg• David Dragicevic – Klinac iz geta | https://www.youtube.com/watch?v=-iJxUANUYgo• ZOSTER - Ko je jamio | https://www.youtube.com/watch?v=gVt26U5dF2k
Pedrag Matvejevic è stato un grande intellettuale, cosmopolita, morto il 2 febbraio scorso, a Zagabria. Matvejevic era nato nel 1932 a Mostar, la città del “Ponte Vecchio” distrutto dalla guerra negli anni Novanta e poi ricostruito. Oggi Mostar è una città della Federazione della Bosnia Erzegovina, allora nel ‘32 del Regno di Jugoslavia. Matvejevic ha lasciato il suo paese all'inizio degli anni '90, ai tempi della guerra nell'ex-Jugoslavia per andare ad insegnare letterature slave alla Sorbona di Parigi e poi alla Sapienza di Roma (l'Italia, di cui aveva ricevuto la cittadinanza onoraria). Ha cercato di tenere insieme le differenze delle culture, dei luoghi, mentre tutto andava nella direzione contraria. Pacifista ostinato in tempi di nazionalismi e guerre. ..Il Mediterraneo è stato il luogo di elezione del suo racconto. “Breviario Mediterraneo” è l'opera scritta nel 1987 che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo, tradotta in una ventina di lingue (in Italia da Garzanti). Per ricordare la figura di Pedrag Matvejevic Memos ha ospitato Melita Richter, sua amica, sociologa e saggista. Del Mediterraneo di oggi ha parlato a Memos anche il fotografo e giornalista Giulio Piscitelli. "Harraga. In viaggio bruciando le frontiere" è il titolo di un suo progetto fotografico appena pubblicato (ContrastoBook, 2017). E' un resoconto per immagini dei suoi viaggi lungo le rotte seguite dai migranti per raggiungere l'Europa.
Pedrag Matvejevic è stato un grande intellettuale, cosmopolita, morto il 2 febbraio scorso, a Zagabria. Matvejevic era nato nel 1932 a Mostar, la città del “Ponte Vecchio” distrutto dalla guerra negli anni Novanta e poi ricostruito. Oggi Mostar è una città della Federazione della Bosnia Erzegovina, allora nel ‘32 del Regno di Jugoslavia. Matvejevic ha lasciato il suo paese all’inizio degli anni ’90, ai tempi della guerra nell’ex-Jugoslavia per andare ad insegnare letterature slave alla Sorbona di Parigi e poi alla Sapienza di Roma (l’Italia, di cui aveva ricevuto la cittadinanza onoraria). Ha cercato di tenere insieme le differenze delle culture, dei luoghi, mentre tutto andava nella direzione contraria. Pacifista ostinato in tempi di nazionalismi e guerre. ..Il Mediterraneo è stato il luogo di elezione del suo racconto. “Breviario Mediterraneo” è l’opera scritta nel 1987 che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo, tradotta in una ventina di lingue (in Italia da Garzanti). Per ricordare la figura di Pedrag Matvejevic Memos ha ospitato Melita Richter, sua amica, sociologa e saggista. Del Mediterraneo di oggi ha parlato a Memos anche il fotografo e giornalista Giulio Piscitelli. "Harraga. In viaggio bruciando le frontiere" è il titolo di un suo progetto fotografico appena pubblicato (ContrastoBook, 2017). E' un resoconto per immagini dei suoi viaggi lungo le rotte seguite dai migranti per raggiungere l'Europa.
Pedrag Matvejevic è stato un grande intellettuale, cosmopolita, morto il 2 febbraio scorso, a Zagabria. Matvejevic era nato nel 1932 a Mostar, la città del “Ponte Vecchio” distrutto dalla guerra negli anni Novanta e poi ricostruito. Oggi Mostar è una città della Federazione della Bosnia Erzegovina, allora nel ‘32 del Regno di Jugoslavia. Matvejevic ha lasciato il suo paese all’inizio degli anni ’90, ai tempi della guerra nell’ex-Jugoslavia per andare ad insegnare letterature slave alla Sorbona di Parigi e poi alla Sapienza di Roma (l’Italia, di cui aveva ricevuto la cittadinanza onoraria). Ha cercato di tenere insieme le differenze delle culture, dei luoghi, mentre tutto andava nella direzione contraria. Pacifista ostinato in tempi di nazionalismi e guerre. ..Il Mediterraneo è stato il luogo di elezione del suo racconto. “Breviario Mediterraneo” è l’opera scritta nel 1987 che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo, tradotta in una ventina di lingue (in Italia da Garzanti). Per ricordare la figura di Pedrag Matvejevic Memos ha ospitato Melita Richter, sua amica, sociologa e saggista. Del Mediterraneo di oggi ha parlato a Memos anche il fotografo e giornalista Giulio Piscitelli. "Harraga. In viaggio bruciando le frontiere" è il titolo di un suo progetto fotografico appena pubblicato (ContrastoBook, 2017). E' un resoconto per immagini dei suoi viaggi lungo le rotte seguite dai migranti per raggiungere l'Europa.
TeatroVoceMovimento interpretare recitare divertirsi Corso con Patrizia Barbuiani http://barbuiani.com Questo corso è indirizzato alle persone interessate al teatro come forma di espressione creativa. Attraverso un approfondimento del movimento corporeo, dello stato emotivo, della voce si impara il lavoro dell’attore. In un'atmosfera di gioco e di ricerca di gruppo e individuale verranno proposti esercizi che aiutino i partecipanti a trovare la gioia di recitare, di interrogarsi, di proporre soluzioni, di immedesimarsi sviluppando un'attenta percezione delle proprie potenzialità. Raggiungendo una maggiore padronanza del proprio corpo e della propria presenza individuale si svilupperanno delle parti teatrali, si approfondirà il personaggio, il suo agire, le sue emozioni, la sua logica, il suo carattere, il suo modo di porsi in gioco. Il lavoro avrà momenti individuali, a due o tre persone, a gruppi. Altro scopo sarà quello di prendere delle opere esistenti e di trattarle da un punto di vista drammaturgico, narrativo e scenico, cercando di sviluppare e di approfondire il mondo congeniale di ogni partecipante di porsi e di recitare. Attraverso tecniche di base di teatro e del lavoro dell'attore si acquisiscono i mezzi per utilizzare i propri mezzi espressivi e fortificare una sicurezza personale. Per mezzo di esercizi pratici di concentrazione, ritmo, abilità, voce, rilassamento, percezione dello spazio e del tempo si raggiunge una maggiore padronanza del proprio corpo e della propria presenza individuale. ------------- PATRIZIA BARBUIANI Dopo la sua formazione triennale e professionale di teatro con diploma in svariate discipline si orienta e specializza sulla tecnica dell‘improvvisazione teatrale, sulla voce e sulle potenzialità dell‘attore. Collabora con la Televisione Svizzera per cinque anni per redigere testi, animare e presentare trasmissioni in diretta, "Bigbox" "Ragazzi ammessi" "Club Hotel fortuna" "Tutti detective". Ha collaborato con la Markus Zohner Theater Compagnie in veste di attrice, nella creazione di spettacoli La storia del soldato, testo C.F. Ramuz, musica Igor Strawinsky, Storie eroticomiche da Le 1001 notte, HA!HAMLET da William Shakespeare, ODYSSEE da Omero,WHITE CHERRY CECHOV da Anton Cechov. Partecipazioni a Festival Internazionali e ottenimento di riconoscimenti in Bosnia Erzegovina, in Texas e New York USA, Pakistan, Iran, Armenia, Egitto, Giordania, Turchia, Kasachstan, Kirghizistan, Croazia, Kosovo, Macedonia, Venezuela, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Argentina, Brasile, Romania. Germania, Svizzera, Italia, Francia, Russia, Spagna, Austria, Finlandia, Lettonia, Estonia, Grecia. Con la Markus Zohner Theater Compagnie riceve per la sua pluriennale attività in campo teatrale il premio SWISS THEATRE AWARD 2000 e promuove inoltre progetti internazionali di teatro in tutto il mondo, con i quali ha ricevuto riconoscimenti in Iran, Pakistan, Slovacchia, Russia, Estonia ecc. Fonda la sua compagnia TeatroX e allestisce regie, Eva e Adam, HOMEsweetHOME, Hans Christian Andersen, Angeli ribelli. Realizza in collaborazione con il compositore e musicista Gabriele Marangoni lo spettacolo WORDS IN PROGRESS Opus TeatralLetterarioMusicale da Ovidio a Shakespeare. Scrive il testo e realizza la regia delle produzioni DIOfemmina, Mors Ridens, B.I.B.B.I.A. One God Show. Per il cinquantesimo della creazione della pièce „Giorni felici“ di Samuel Beckett realizza lo spettacolo GiorniFeliciHappyDays. Alterna la sua attività teatrale con quella letteraria. Il suo romanzo "La stiratrice" è stato pubblicato da Manni editore, i suoi testi teatrali hanno esordito in Svizzera e Germania. Oltre alla sua attività in veste di creatrice e regista di spettacoli, tiene corsi di teatro e voce in Svizzera, Germania e nel mondo.
Sui muri di Sarajevo si può ancora leggere 'Welcome to Hell',ma qualcuno, anche in quell'inferno, ha fatto la SCELTA giusta.
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