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Prima il Regina Coeli dal Palazzo apostolico. Poi la tappa in Campidoglio e la messa a San Giovanni in Laterano per la presa di possesso della Cattedra Romana.
Pellegrinaggio diocesano a Roma - Catechesi di Mons. Marini a San Giovanni in Laterano by RadioPNR
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8055L'AMBIGUA PRESENZA LGBT AL GIUBILEO 2025 di Roberto de Mattei Il 24 dicembre, con l'apertura della Porta santa di San Pietro, Papa Francesco ha inaugurato il Giubileo 2025. Il Papa ha attraversato la soglia della Porta per entrare nella Basilica, mentre risuonavano le parole del Vangelo di Giovanni, "Io sono la Porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato", e poi quelle del Salmo 118, "È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti".Dietro di lui una processione con i cardinali, vescovi, sacerdoti e alcune famiglie rappresentanti dei cinque continenti. Il 26 dicembre il Papa ha aperto, per la prima volta in un Giubileo ordinario, una Porta santa nel carcere romano di Rebibbia e il 29 dicembre quella della Basilica di San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma. Contemporaneamente l'anno giubilare è stato aperto da tutti i vescovi del mondo.La tradizione vuole che ogni Giubileo venga proclamato tramite la pubblicazione di una bolla papale d'Indizione. Il Giubileo del 2025 è stato indetto in San Pietro, il 9 maggio 2024, con la bolla Spes non confundit (La speranza non delude, Rm 5,5). In questa bolla, papa Francesco ricorda che "la speranza, insieme alla fede e alla carità, forma il trittico delle "virtù teologali", che esprimono l'essenza della vita cristiana". La speranza soprannaturale è quella della vita eterna. "Un'altra realtà connessa con la vita eterna - ha ricordato il Papa - è il giudizio di Dio, sia al termine della nostra esistenza che alla fine dei tempi. Il Sacramento della Penitenza ci assicura che Dio cancella i nostri peccati".La Penitenzieria Apostolica ha reso note le norme sulla concessione dell'Indulgenza durante il Giubileo 2025. Potranno ricevere l'indulgenza, con la remissione e il perdono dei peccati, tutti i fedeli "veramente pentiti", "mossi da spirito di carità", "che, nel corso del Giubileo, purificati attraverso il sacramento della Penitenza e ristorati dalla Santa Comunione pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice", visitando una delle quattro Basiliche Papali Maggiori di Roma, o uno dei numerosi luoghi sacri previsti dalla Chiesa in tutto il mondo. Tuttavia, per ottenere l'indulgenza non è sufficiente passare la Porta santa. Bisogna confessarsi ed essere pentiti dei propri peccati. Il Concilio di Trento definisce il pentimento "un dolore dell'anima e una detestazione del peccato commesso con il proposito di non più peccare" (Sess. 14, cap. 4). Senza il proposito di non peccare, non c'è il perdono dei peccati, né la remissione delle pene, che dei peccati sono conseguenza.FEDE CRISTIANA E PRATICA DELL'OMOSESSUALITÀÈ a questa luce che dobbiamo giudicare notizie, come quella della possibile partecipazione al Giubileo di "La Tenda di Gionata", un'associazione che pretende conciliare la fede cristiana con la pratica dell'omosessualità.Il pellegrinaggio era stato incluso sul sito del Giubileo tra le centinaia di eventi elencati per il 2025, ma dopo che molti siti cattolici hanno espresso la loro riprovazione per questa inclusione, che suonerebbe come una forma di approvazione ufficiale della cultura e della pratica LGBT da parte del Vaticano, la presenza ufficiale de "La Tenda di Gionata" è scomparsa dal calendario del sito ufficiale del Giubileo. Lo staff dell'Anno giubilare ha spiegato che la rimozione è avvenuta per una mancanza di dettagli forniti dagli organizzatori.In un'intervista all'Agenzia spagnola EFE, il 23 dicembre 2024, l'arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del dicastero per l'Evangelizzazione, responsabile dell'organizzazione dell'Anno Santo, ha dichiarato che "se un'associazione che fa pastorale per gli omosessuali vuole concretizzare questa esperienza di fede, penso che dovrebbe trovare il Giubileo preparato anche per loro". Lo stesso giorno, in una intervista a "il Giornale" mons. Fisichella ha affermato: "Il Giubileo appartiene al popolo, è per tutti, non si può negare a nessuno. Tra le molte richieste più svariate, ne abbiamo avuta una dall'associazione "La Tenda di Gionata". Tuttavia, dopo la richiesta verbale - inserita nel calendario - non avevamo la certezza della loro partecipazione; abbiamo quindi tolto la giornata dagli appuntamenti fino a quando l'associazione si è iscritta come tutti gli altri. A quel punto è stata reinserita nel calendario. Abbiamo agito in modo trasparente. Voglio anche dire che non si tratta di un Giubileo specifico per una categoria di persone; sono credenti che vogliono fare un'esperienza di fede. Mi domando chi potrebbe proibire loro un pellegrinaggio alla Porta santa".L'IMBARAZZANTE POSIZIONE DI MONS. FISICHELLANelle parole di mons. Fisichella si riscontra purtroppo la stessa perniciosa ambiguità della Dichiarazione Fiducia Supplicans del 18 dicembre 2023. La pratica dell'omosessualità è una gravissima trasgressione morale condannata dalla Sacra Scrittura e dal Magistero della Chiesa. Se un omosessuale si pente del proprio peccato e si confessa, può certamente varcare la Porta santa affidandosi alla misericordia di Dio per la remissione delle pene dovute ai propri peccati, ma non ha bisogno di farlo con clamore, e tantomeno in un gruppo organizzato. L'associazione "Tenda di Gionata" si presenta invece come un gruppo costituito per "allargare il sostegno e l'accoglienza della Chiesa verso le persone LGBT e verso ogni persona colpita da discriminazione" e sostiene notoriamente la compatibilità tra la fede cristiana e la pratica dell'omosessualità.La partecipazione ufficiale al Giubileo di un'associazione di omosessuali, che non ha come fine la loro conversione, ma che anzi giustifica la loro condotta, ha un chiaro intento strumentale: quello di lasciar credere che la Chiesa abbia mutato il suo giudizio sull'omosessualità. Per evitare queste strumentalizzazioni, ma soprattutto per il bene delle anime e per l'onore della Chiesa, chi ha la massima responsabilità organizzativa del Giubileo avrebbe il dovere di ribadire su questo punto e su tutti gli altri, l'incompatibilità che esiste tra l'Anno Santo e la trasgressione morale rivendicata come un diritto. Altrimenti si fa complice della violazione morale che omette di condannare,Il Giubileo non è la canonizzazione del peccato vissuto e rivendicato, ma l'occasione di convertirci a un cristianesimo autentico, perché, come ricorda il Salmo, solo i giusti entrano nella Porta del Signore.
Paolo Rodari"Il mantello di RutFeltrinelli Editorewww.feltrinellieditore.itRoma, 1926. Remo ha appena dodici anni quando la madre lo lascia davanti all'ingresso del Seminario Pontificio, vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano. Rimasta da poco vedova, con quattro figli da sfamare, non ha avuto altra scelta che affidarlo alla Chiesa.Nel 1943, mentre la città è occupata dai tedeschi, è un'altra madre a cambiare per sempre la vita di Remo. Un incontro che farà vacillare tutte le sue certezze. Lui è diventato il parroco di una chiesa nel quartiere Monti, accanto al Collegio dei Catecumeni. Lei è Rachele, giovane vedova che una notte, poco dopo il famigerato rastrellamento al Portico di Ottavia, gli affida la piccola Aida perché la prenda sotto il suo mantello e la protegga finché lei non sarà tornata. Remo e Aida la aspetteranno per anni. Ispirato a fatti realmente avvenuti durante la Shoah romana, quando venti bambine ebree riuscirono a salvarsi dalla deportazione grazie all'aiuto di un prete e di alcune suore che le nascosero in una stanza segreta – ancora oggi visitabile – ricavata sotto la cupola della chiesa della Madonna dei Monti, Il mantello di Rut, che nella Bibbia evoca fedeltà e protezione, è la struggente lettera che Remo, ormai anziano, decide di scrivere ad Aida per raccontarle di quei mesi. Una storia che si fa confessione di un amore impossibile e di uno straordinario atto di fede, perché la promessa fatta a Rachele segnerà il suo destino. Con mano sapiente e delicata, Paolo Rodari spinge il lettore a porsi una domanda cruciale: fino a che punto è giusto sacrificarsi per amore?“Lasciar andare, questo è amare. Nulla di meno, nulla di più.” Una giovane madre in trappola. Un amore impossibile.Una storia indimenticabile, ispirata a fatti realmente accaduti durante la Shoah romana.Paolo Rodari (Milano, 1973) è giornalista e scrittore. Dopo la laurea in Scienze Politiche presso l'Università Cattolica di Milano si è trasferito a Roma, dove ha ottenuto la licenza in Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha lavorato a “il Riformista” e “Il Foglio”, ed è stato per nove anni inviato e vaticanista a “la Repubblica”. Dal 2023 fa parte della redazione Cultura della Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) e collabora con “il manifesto”. È autore di numerosi saggi.www.paolorodari.itIL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Il 24 dicembre, con l'apertura della Porta santa di San Pietro, Papa Francesco ha inaugurato il Giubileo 2025. Il Papa ha attraversato la soglia della Porta per entrare nella Basilica, mentre risuonavano le parole del Vangelo di Giovanni, “Io sono la Porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato”, e poi quelle del Salmo 118, “È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti”. Dietro di lui una processione con i cardinali, vescovi, sacerdoti e alcune famiglie rappresentanti dei cinque continenti. Il 26 dicembre il Papa ha aperto, per la prima volta in un Giubileo ordinario, una Porta santa nel carcere romano di Rebibbia e il 29 dicembre quella della Basilica di San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma. Contemporaneamente l'anno giubilare è stato aperto da tutti i vescovi del mondo.La tradizione vuole che ogni Giubileo venga proclamato tramite la pubblicazione di una bolla papale d'Indiz
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7826LO SPIRITO ROMANO DELLA CHIESA CATTOLICA di Roberto de MatteiLo spirito romano è quello che si respira solo a Roma, la città sacra per eccellenza, centro del Cristianesimo, patria eterna di ogni cattolico, che può ripetere «civis romanus sum» (Cicerone, In Verrem, II, V, 162), rivendicando una cittadinanza spirituale che ha come confini geografici quelli non di una città, ma di un Impero: non l'Impero dei Cesari, ma quello della Chiesa cattolica, apostolica e romana.Un tempo i vescovi delle diocesi più lontane mandavano i loro seminaristi e sacerdoti a Roma, non solo per studiare nelle migliori facoltà teologiche, ma per acquisire questa romanitas spirituale. Per questo Pio XI, rivolgendosi ai professori e agli studenti della Gregoriana, così si esprimeva: «La vostra presenza Ci dice che la vostra suprema aspirazione, come quella dei vostri Pastori che qui vi inviarono, è la vostra formazione romana. Che questa romanità che siete venuti a cercare in quella Roma eterna della quale il grande Poeta - non solo italiano, ma di tutto il mondo, perché poeta della filosofia e teologia cristiana (Dante, n.d.r.) - proclamava Cristo Romano, si faccia signora del vostro cuore, così come Cristo ne è Signore. Che questa romanità vi possieda, voi e l'opera vostra, così che tornando nei vostri paesi ne possiate essere maestri ed apostoli» (Discorso del 21 novembre 1922).Lo "spirito romano" non si studia sui libri, ma si respira in quell'atmosfera impalpabile che il grande polemista cattolico Louis Veuillot (1813-1883) chiamava «le parfum de Rome»: un profumo naturale e soprannaturale che emana da ogni pietra e memoria raccolta nel lembo di terra in cui la Provvidenza ha posto la Cattedra di Pietro. Roma è allo stesso tempo uno spazio sacro e una sacra memoria, una "patria dell'anima" come la definiva un contemporaneo di Veuillot, lo scrittore ucraino Nikolaj Gogol, che visse a Roma, a via Sistina, tra il 1837 e il 1846.LA CITTÀ CHE OSPITA LE TOMBE DEI SANTI DI DUE MILLENNIRoma è la città che ospita le tombe degli apostoli Pietro e Paolo, è la necropoli sotterranea che nelle sue viscere contiene migliaia di cristiani. Roma è il Colosseo, dove i martiri affrontarono le belve feroci; è San Giovanni in Laterano, ecclesiarum mater et caput, dove si venera il solo osso di sant'Ignazio risparmiato dai leoni. Roma è il Campidoglio, dove Augusto fece innalzare un altare al vero Dio che stava per nascere da una Vergine e dove fu elevata la basilica dell'Aracoeli, in cui riposa il corpo di sant'Elena, l'imperatrice che ritrovò le reliquie della Passione oggi custodite nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Roma sono le vie, le piazze, le case e i palazzi, dove vissero e morirono santa Caterina da Siena e santa Francesca Romana, sant'Ignazio e san Filippo Neri, san Paolo della Croce e san Leonardo da Porto Maurizio, san Gaspare del Bufalo e san Vincenzo Pallotti, san Pio V e san Pio X. A Roma puoi visitare le stanze di santa Brigida di Svezia a piazza Farnese, di san Giuseppe Benedetto Labre a via dei Serpenti, di san Stanislao Kotska a S. Andrea al Quirinale. Qui puoi venerare la culla di Gesù bambino a santa Maria Maggiore, il braccio di san Francesco Saverio nella Chiesa del Gesù, il piede di santa Maria Maddalena nella chiesa di san Giovanni dei Fiorentini.Roma ha subito flagelli di ogni ordine nella sua lunga storia: fu messa a sacco dai Goti nel 410, dai Vandali nel 455, dagli Ostrogoti nel 546, dai Saraceni nell'846, dai Lanzichenecchi nel 1527. La invasero i giacobini nel 1799 e i piemontesi nel 1870, fu occupata dai nazisti nel 1943. Roma porta nel suo corpo le cicatrici di queste profonde ferite, e di altre ancora, come la Peste Antonina (180), la Peste Nera (1348), l'epidemia di colera del 1837 e l'influenza spagnola del 1917. Secondo lo storico americano Kyle Harper (Il destino di Roma, Einaudi, Torino 2019), il crollo dell'Impero romano non fu causato solo dalle invasioni barbariche ma anche dalle epidemie e dagli sconvolgimenti climatici che caratterizzarono il periodo che va dal secondo al sesto secolo dopo Cristo. Queste guerre ed epidemie, anche nei secoli successivi, furono sempre interpretate come castighi divini. Così Ludwig von Pastor scrive che universalmente, presso gli eretici e presso i cattolici, «si vide nel terribile Sacco di Roma un giusto castigo del Cielo sulla capitale della cristianità sprofondata nei vizi» (Storia dei Papi, Desclée, Roma 1942, vol. IV, 2, p. 582). Ma Roma sempre si rialzò, purificata e più forte, come nella medaglia che nel 1557 fece coniare Paolo IV, dedicata a Roma resurgens, dopo una terribile carestia. Di Roma si può dire quello che si dice della Chiesa: impugnari potest, expugnari non potest: sempre combattuta, mai abbattuta.COSA FARE OGGIPer questo, nei giorni inquieti che viviamo, e che ancor più ci aspettano, dobbiamo sollevare lo sguardo verso la Roma nobilis, la cui luce non tramonta: la nobile Roma, che un antico canto di pellegrini saluta come signora del mondo, rosseggiante per il sangue dei martiri, biancheggiante per i candidi gigli delle Vergini: «O Roma nobilis, orbi et domina, Cunctarum urbium excellentissima, Roseo martyrum sanguine rubea, Albi et virginum liliis candida».La Roma cristiana raccoglie ed eleva sul piano soprannaturale le qualità naturali della Roma antica. Lo spirito del romano è quello dell'uomo giusto e forte, che affronta con calma e imperturbabilità le situazioni più avverse. Il romano è l'uomo che non si lascia scuotere dal furore che lo circonda, è l'uomo che rimane impavido, anche se l'universo cade in frantumi sopra di lui: «si fractu inlabatur orbis, impavidum feriant ruinae» (Orazio, Carme III, 3). Il cattolico che eredita questa tradizione, afferma Pio XII, non si limita a rimanere in piedi nelle rovine, ma si sforza di ricostruire l'edificio abbattuto, impiega tutte le sue forze nel seminare il campo devastato (Allocuzione alla Nobiltà romana del 18 gennaio 1947).Lo spirito romano è uno spirito fermo, combattivo, ma prudente. La prudenza è il retto discernimento intorno al bene e al male e non riguarda il fine ultimo dell'uomo, che è oggetto della sapienza, bensì i mezzi per conseguirlo. La prudenza è dunque la sapienza pratica della vita e tra le virtù cardinali è quella che occupa il posto centrale e direttivo. Perciò san Tommaso la considera il coronamento di tutte le virtù morali (Summa Theologiae, II-II, q. 166, 2 ad 1).La prudenza è la prima virtù richiesta ai governanti è tra tutti i governanti nessuno ha una responsabilità più alta di chi guida la Chiesa. Un Papa imprudente, incapace di governare la navicella di Pietro, sarebbe la più grave delle sciagure, perché Roma non può essere senza un Papa che la governi e un Papa non può essere privo dello spirito romano che lo aiuti a governare la Chiesa. Se ciò accade, la tragedia spirituale è maggiore di qualsiasi sciagura naturale.Roma ha conosciuto disastri di ogni genere, ma li ha affrontati come fece san Gregorio Magno, nel 590, di fronte alla violenta epidemia di peste, che si era abbattuta sulla città. Per placare la collera divina, il Papa, appena eletto, ordinò una processione penitenziale del clero e del popolo romano. Quando il corteo giunse al ponte che unisce la città al Mausoleo di Adriano, Gregorio vide sulla sommità del Castello san Michele, che, in segno del cessato castigo, riponeva nel fodero la spada insanguinata, mentre un coro di angeli cantava: "Regina Coeli, laetare, Alleluja - Quia quem meruisti portare, Alleluja - Resurrexit sicut dixit, Alleluja!". San Gregorio rispose ad alta voce: « Ora pro nobis Deum, Alleluja!».Nacque così l'armonia che ancora risuona da un capo all'altro dell'orbe cattolico. Possa questo canto celeste infondere nei cuori cattolici un'immensa fiducia in Maria, protettrice della Chiesa, ma anche di quello spirito romano, forte ed equilibrato, di cui più che mai abbiamo bisogno in questi giorni terribili.
Nell'Alto Medioevo, in Occidente non c'era nulla di paragonabile - in termini di sofisticazione e professionalità - alla chiesa della città di Roma, il dominio del patriarca dell'Occidente, servo dei servi di Dio, successore di San Pietro. In preparazione della narrazione dell'Ottavo secolo, esploriamo l'organizzazione di questa peculiare chiesa che - nei secoli futuri - getterà una vera e propria OPA su tutta la cristianità occidentale, al contempo tagliando i legami che l'avevano sempre legata al resto della chiesa imperiale romana. ---Nell'immagine: il palazzo del Laterano, sede dei pontefici fino al basso Medioevo. ---IMPORTANTE, per prenotare l'adunata di "Feudalesimo e libertà", nella quale sarò presente domenica 19 maggio:https://www.ticketone.it/artist/feudalesimo-liberta/---Per acquistare i miei libri:IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA: https://amzn.to/3DG9FG5 anche in audiolibro https://amzn.to/3rZwAJBPER UN PUGNO DI BARBARI: https://amzn.to/3l79z3u---Ti piace il podcast? Sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoriaTipeee: https://en.tipeee.com/italiastoriaAltri modi per donare (anche una tantum): https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/Altri link utili:Tutti i link su Linktree: https://linktr.ee/italiastoriaSito con trascrizioni episodi, mappe, recensioni, genealogie: https://italiastoria.com/Pagina Facebook: https://www.facebook.com/italiastoriaGruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/italiastoriaInstagram: https://www.instagram.com/italiastoria/Twitter: https://twitter.com/ItaliaStoriaYouTube: https://www.youtube.com/channel/UCzPIENUr6-S0UMJzREn9U5Q---Musiche di Riccardo Santato: https://www.youtube.com/user/sanric77 Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7698L'INIZIO DEL SECOLO BUIO DEL PAPATO di Luisella ScrosatiLa Chiesa, maestra di verità, ha sempre dovuto convivere con il fatto che spesso i suoi pastori e i suoi figli abbiano preferito la via dell'eresia. Analogamente, la Chiesa santa non solo vive abitualmente a contatto con il peccato dei suoi figli, purificandoli con i sacramenti e innalzando preghiere incessanti per la loro conversione, ma non di rado si trova ad affrontare periodi storici durante i quali il lezzo di gravi peccati sembra prevalere sul profumo dell'incenso, persino in coloro che sono chiamati al sacerdozio supremo.Non solo eresie, dunque. Mentre in Oriente l'11 marzo 843, con una solenne processione di chiusura del Sinodo di Costantinopoli, fortemente voluto da Teodora (ca 815-867), madre dell'imperatore Michele III e reggente, venne definitivamente archiviato il capitolo iconoclastia, in Occidente ombre sempre più fitte si abbatterono sul Papato. L'alleanza con l'Impero carolingio, che aveva prodotto generosi frutti, stava però finendo con l'assorbire la Chiesa nelle logiche temporali e con un modo di vivere decisamente mondano.Le prime avvisaglie di una crisi ormai prossima si ebbero per la successione di papa san Leone IV (790-855). Il nuovo eletto, Benedetto III (810-858), che venne letteralmente condotto a forza in Laterano per accettare la nomina, prima di essere ordinato vescovo (era prete cardinale) dovette attendere la conferma degli imperatori carolingi Lotario I (795-855) e Ludovico II il Giovane (822/825-875). Ma i due legati pontifici proposero in segreto agli imperatori di non confermare Benedetto III, bensì di prendere le parti di Anastasio Bibliotecario (ca 810-879), decisamente più favorevole a che la dinastia franca giocasse un ruolo più decisivo nella vita della Chiesa. Per un breve periodo si ebbero perciò un Papa legittimo, Benedetto III, e un antipapa, Anastasio.Dopo appena tre anni di pontificato, a Benedetto successe un grande papa, san Niccolò (o Nicola) I, detto appunto Magno (ca 820-867), che era stato consigliere di Benedetto. Poco più di nove anni di pontificato, durante i quali il Papato acquistò grande vigore. Papa Niccolò affrontò con grande fermezza lo scisma del patriarca di Costantinopoli, Fozio (ca 810-897), e fu coraggioso e inamovibile nel difendere l'indissolubilità del matrimonio, quando Lotario II respinse la moglie Teutberga per sposare la concubina Waldrada. Un pontificato all'insegna della fortezza fu anche quello di Giovanni VIII (ca 820-882), che tentò in tutti i modi di resistere alle ingerenze imperiali. Una breve, intensa luce, prima del piombare delle tenebre.LA SEDE APOSTOLICA PREDA DI INTERESSI DI PARTEPer un periodo di un secolo e mezzo, infatti, ben 44 papi si succedettero al Soglio pontificio, con pontificati mediamente molto brevi, finanche a durare solo qualche mese o qualche settimana (dall'896 al 904 ci furono addirittura nove papi); solo un papa meritò di essere canonizzato (Adriano III), mentre una dozzina furono uccisi o morirono in situazioni non chiare. La Sede Apostolica divenne preda di interessi di famiglie aristocratiche, che imponevano per lo più candidati incapaci, immorali, senza alcun vero interesse per il bene della Chiesa. Era questo l'esito di una troppo stretta commistione tra il Regno e la Chiesa, con sacerdoti che abbandonavano il gregge per partire in guerra con i loro signori, o per servirli a corte; i vescovi venivano scelti più per l'obbedienza al signore che alle leggi della Chiesa; le abbazie finivano nelle mani di dignitari laici; i beni della Chiesa diventavano benefici affidati dai signori ai propri vassalli; la simonia era il pane quotidiano. Sul piano sociale, continue scorrerie di Normanni, Magiari e Saraceni assestavano colpi ad un Impero ormai morente: spargevano sangue, seminavano paura, provocavano rovina, colpendo spesso e volentieri monasteri, chiese e proprietà ecclesiastiche.La desolazione era ovunque e i vescovi cercavano di puntellare un edificio che crollava in ogni sua parte. Come nel Sinodo di Trosle (909), dove i vescovi descrivevano la situazione drammatica che caratterizzava buona parte dell'Impero carolingio: «Le città sono spopolate, i monasteri in rovina e in fiamme; la buona terra è diventata un deserto. Gli uomini vivono come primitivi, senza legge e senza timor di Dio, abbandonandosi interamente alle passioni, così che ognuno compie ciò che sembra giusto ai propri occhi in spregio alle leggi umane e divine e ai comandamenti della Chiesa; i potenti opprimono i deboli; il mondo è pieno di violenza contro i piccoli e gli indifesi; gli uomini rubano i beni che appartengono alla Chiesa e si divorano l'un l'altro come i pesci del mare».IL CASO DI PAPA FORMOSOIn questo scenario di desolazione, la Sede Apostolica si trovò spesso occupata da papi non solo non all'altezza, ma decisamente indegni, e gli artigli del potere ormai dettavano legge. Il caso di papa Formoso (ca 816-896) è da questo punto di vista eclatante. Formoso si era trovato in mezzo ad una situazione difficile, che gestì in modo confusionario, riuscendo a inimicarsi il mondo intero: prima sostenne Guido II di Spoleto (855-894) per la corona imperiale e incoronò anche il figlio, Lamberto II (880-898), garantendo così la successione; poi cercò aiuto nel re di Baviera, Arnolfo di Carinzia (ca 850-899), per mettere fine alle continue razzie di Guido nei territori della Chiesa, riconoscendo Arnolfo legittimo imperatore. Ma alla morte di Guido, il giovanissimo Lamberto, forte del sostegno della madre Ageltrude, reclamò la sua incoronazione. E Formoso la riconobbe, inviando però in segreto un'ambasciata ad Arnolfo, perché intervenisse. Arnolfo scese in Italia, "liberò" Roma, ma mentre era in marcia contro il Ducato di Spoleto fu colpito da una paralisi. Formoso venne probabilmente avvelenato e morì il 4 aprile 896.La sua morte però non mise fine alla confusione. Bonifacio VI (†896), che era stato scomunicato due volte sotto Giovanni VIII, probabilmente per condotta immorale, venne eletto papa in non si sa quale modo; tant'è che ancora oggi è dibattuto se sia stato realmente un papa della Chiesa cattolica. Il suo pontificato durò appena quindici giorni. Quindi venne eletto Stefano VI, che era in sostanza una marionetta nelle mani dei Duchi di Spoleto. E infatti si prestò per quello che la storia ha battezzato come il vergognoso "Sinodo del cadavere" (897): una vendetta macabra di Lamberto e di sua madre, che riesumarono il corpo di papa Formoso, lo rivestirono degli abiti pontificali, per processarlo alla presenza di Stefano VI, di cardinali e vescovi. Al cadavere vennero elencati sette capi d'imputazione; per ovvia mancanza di difesa, l'interessato fu condannato, le tre dita della mano destra con cui impartiva le benedizioni vennero mutilate, e il cadavere ingiuriato, portato in giro per Roma e infine gettato nel Tevere. Un vilipendio ripugnante anche per quei romani che non ebbero particolare ammirazione per papa Formoso. I quali, di fronte a tanta crudeltà ed empietà, insorsero. Stefano VI venne fatto prigioniero dal popolo indignato, condotto in prigionia a Castel Sant'Angelo e alla fine strangolato.Ma questo era solo l'inizio della profonda umiliazione del Papato nel secolo buio.
A Roma nella cappella del Pontificio Seminario Maggiore, a San Giovanni in Laterano, si venera da oltre due secoli un'immagine della Beata Vergine Maria conosciuta con il titolo di Madonna della Fiducia. Questo piccolo quadro, in cui la Madonna tiene amorevolmente in braccio il Bambino Gesù, ha un grande significato teologico e spirituale. Che cos'è infatti la fiducia? San Tommaso d'Aquino ne parla nell'articolo 6 della Questione 129 della Summa Theologiae, Secunda-Secundae. Questo articolo è dedicato alla “magnanimità”. La magnanimità è ciò che chiamiamo la grandezza d'animo, la nobiltà del carattere e dello spirito.
Il primo e più venerabile altare, sul quale il Signore stesso istituì il Sacrificio Eucaristico, era un tavolo di legno; esso è ancora conservato nella Cattedrale di Roma – cioè nella chiesa di S. Giovanni in Laterano. – Quando S. Pietro ebbe conquistato il senatore Pudens e la sua famiglia al cristianesimo, il santo Apostolo prese la sua residenza permanente nella sua casa. Lì anche il Principe degli Apostoli offrì il Sacrificio del Corpo e del Sangue di Cristo su un altare ligneo, che il santo Papa Silvestro I (314 - 335) tolse dalla Chiesa di S. Pudenziana per la Basilica di S. Giovanni in Laterano, dove è ancora visibile racchiuso nell'altare in marmo; esso è riservato esclusivamente al Papa per celebrarvi il Santo Sacrificio.
Meditazioni anchor.fm/giulio-maspero
DoveVivo: Rinascita urbana e innovazione abitativa - I progetti rivoluzionari in Italia e oltre i confini!Nell'intervista odierna a Casa Italia Radio nella rubrica Bricks and Music, condotta da Paolo Leccese ed Emiliano Cioffarelli, Davide Ravalli, Head of Growth di DoveVivo Group, ha parlato di alcuni progetti recenti e futuri dell'azienda.Il progetto più recente di DoveVivo a Roma è la riqualificazione e ristrutturazione dell'Ex Filanda in viale Castrense, situata tra la Basilica di San Giovanni in Laterano e la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Questo progetto, premiato all'interno di C40 I Reinventing Cities, rappresenta una rinascita per il quartiere, coniugando esigenze ambientali e sociali con le dinamiche urbane, inclusi spazi di condivisione. DoveVivo offrirà soluzioni flessibili di affitto a medio-lungo e breve termine per studenti, giovani lavoratori e viaggiatori.Altri progetti di riqualificazione svolti da DoveVivo includono la trasformazione di un edificio a Bologna in una residenza universitaria di 1.500 metri quadri e il lavoro in corso su un nuovo campus nel quartiere Isola a Milano, che offrirà anche uno spazio polifunzionale con aree di coworking e ristoro aperte al pubblico.Riguardo ai progetti all'estero, DoveVivo ha recentemente aperto un edificio a Parigi, fornendo soluzioni di affitto a medio-lungo termine per clienti corporate e turisti. Inoltre, c'è un progetto in fase di sviluppo a Londra, ma i dettagli non sono ancora stati rivelati.DoveVivo si impegna a fornire soluzioni abitative flessibili e di qualità, che soddisfino le esigenze di studenti, lavoratori, giovani famiglie e turisti. L'azienda mira a unire mondi affini come il coliving, student housing, hotellerie e coworking, con un'offerta inclusiva e innovativa. Grazie alla tecnologia, il Gruppo mira a creare un'esperienza multicanale per i propri ospiti.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7397LO SCANDALO DELLA FUNZIONE ANGLICANA IN LATERANO di Roberto De MatteiVorrei commentare un episodio che mi è sembrato grave e significativo. Lo abbiamo appreso da un comunicato ufficiale del venerando Capitolo di S. Giovanni in Laterano, rilasciato lo scorso 20 aprile 2023.Il comunicato dice questo: "Il Capitolo Lateranense, nella persona di Sua Ecc.za Mons. Guerino Di Tora, Vicario Capitolare, esprime profondo rammarico per quanto avvenuto martedì scorso, 18 aprile, all'interno della Basilica di S. Giovanni a Roma. Infatti, un gruppo di circa 50 sacerdoti, accompagnati dal loro vescovo, tutti appartenenti alla comunione anglicana, hanno celebrato sull'altare maggiore della cattedrale di Roma, contravvenendo alle norme canoniche. Mons. Di Tora ha anche spiegato che l'increscioso episodio è stato causato da un difetto di comunicazione."Mons. Di Tora è il Vicario dell'Arciprete della Basilica Lateranense, che è il cardinale Angelo De Donatis, a sua volta Vicario Generale di papa Francesco per la Diocesi di Roma. Mons. Di Tora ha attribuito l'accaduto a un "difetto di comunicazione" Secondo quanto ricostruito dal quotidiano "Messaggero", il gruppo di anglicani era di passaggio a Roma e uno di questi avrebbe chiesto a un religioso romano di trasmettere al Laterano la richiesta di celebrare la Messa. Ambasciata che sarebbe stata fatta senza specificare che si trattava di un gruppo di protestanti.LA GRAVISSIMA PORTATA DELL'EVENTOSembra strano però che un gruppo di cinquanta sacerdoti ottenga di concelebrare all'altar maggiore della Basilica Laterana, senza esibire il celebret, cioè il documento che le autorità ecclesiastiche rilasciano per consentire ai sacerdoti di amministrare lecitamente la Messa e i sacramenti. Se si fosse trattato solo di un malinteso, bisognerebbe dire che la superficialità delle autorità lateranensi è stata somma, tanto da coprire di ridicolo i responsabili. Ammesso pure che così sia stato, non si può ammettere però la buona fede degli anglicani, che non potevano ignorare come la funzione religiosa da essi svolta fosse in aperto contrasto con le leggi canoniche della Chiesa di Roma. Il loro gesto ha comunque un sapore provocatorio, che vi sia stata complicità o meno delle autorità del Laterano. Ma al di là dell'attribuzione delle responsabilità, ciò che rimane è la gravissima portata dell'evento.La cattedrale di Roma non è San Pietro, come molti credono, ma la Basilica di San Giovanni in Laterano, che è detta "Arcibasilica" perché è la più importante delle quattro basiliche papali maggiori. L'iscrizione latina scolpita sul marmo della facciata della Arcibasilica Lateranense recita «Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput»: Madre e Capo della Chiesa universale.Il Laterano è il luogo in cui si trova la cattedra papale, simbolo dell'autorità e del magistero del Vescovo di Roma. Ed è proprio l'altare del Vescovo di Roma, cioè l'altare papale, quello dove si sarebbe svolta la cerimonia anglicana. Sullo scranno riservato al Papa si sarebbe seduto il vescovo che ha presieduto la funzione, Jonathan Baker, che ha avuto una lunga militanza massonica, ed è divorziato e risposato, secondo quanto permette la Church of England, ma soprattutto, per la Chiesa cattolica, non è nemmeno un vescovo.LO SCISMA ANGLICANOLo scisma anglicano risale al Re d'Inghilterra Enrico VIII (1534-1547). Durante il suo regno tutte le ordinazioni dei sacerdoti si fecero secondo il Rituale romano e furono considerate valide. Ma nel 1550 entrò in vigore il Book of Common Prayer di Edoardo VI, nel quale il Pontificale romano fu sostituito da un nuovo Ordinale, che manifestava, secondo la teologia cattolica, difetti di forma e di intenzione. In questo Ordinale, non solo si negava il Sacramento dell'Ordine, ma si eliminava dalla celebrazione della Cena, sostituita alla Messa, ogni idea di sacrificio e di consacrazione del pane e del vino nel corpo e sangue di Gesù Cristo.La regina Elisabetta (1558-1603) scelse come arcivescovo di Canterbury Matteo Parker, ordinato sacerdote secondo l'ordinale edoardiano, e quindi invalidamente. Da Parker vennero poi consacrati altri vescovi anglicani, tutti secondo l'ordinale di Edoardo VI, e dunque invalidi. Da essi, per successive consacrazioni, derivò l'episcopato anglicano di cui la Chiesa non ha mai riconosciuto la validità.Leone XIII, con la Lettera Apostolicae curae del 13 settembre 1896, confermò e rinnovò i decreti dei suoi predecessori, proclamando solennemente che, per difetto di forma e per difetto di intenzione, "le ordinazioni compiute con il rito anglicano sono state del tutto invalide e sono assolutamente nulle". La presente lettera, aggiungeva Leone XIII, "sarà ed è sempre valida e in vigore e deve essere osservata infallibilmente da tutti, di qualsiasi grado e onore nel giudizio e fuori". Benedetto XVI ha confermato questo decreto nella costituzione apostolica Anglicanorum coetibus del 4 novembre 2009.Ciò significa che i vescovi anglicani non sono vescovi, i preti non sono preti e le messe da loro celebrate non sono vere Messe. Sull'altare papale dell'Arcibasilica di San Giovanni in Laterano è stata messa in scena una pantomima, offensiva per l'autorità della Santa Sede e per la fede cattolica. Un comunicato come quello che è stato rilasciato dal Capitolo dell'Arcibasilica, al di là delle buone intenzioni, è del tutto inadeguato, perché ciò che è avvenuto è un oltraggio, che meriterebbe una solenne riparazione. E se non c'è stato dolo da parte di nessuno, la cosa appare ancora più grave, perché vuol dire che è stata permessa dalla Divina Provvidenza per mostrare l'abisso di confusione in cui oggi è immersa la Chiesa.
Bazilika San Clemente, římský kostel ve čtvrti Laterano, ve svém podzemí ukrývá pro českého diváka možná překvapivou fresku. V zástupu postav není zobrazen nikdo jiný než Svatý Cyril, věrozvěst, který podle národních legend spolu se svým bratrem přinesl křesťanství do českých zemí. Světci Cyril aMetoděj, v našich končinách po staletí oslavovaní jako bratři věrozvěsti a patroni národa, byli totiž ve skutečnosti především evropskými intelektuály s mezinárodním rozhledem. Co dělali Cyril s Mětodějem v Římě? Jak vypadalo město, do nějž ve druhé polovině 9. století vstoupili? A proč mohou být oba bratři s trochou nadsázky považováni za jedny z průkopníků archeologie? I o tom si povídají historik umění Ivan Foletti a archeolog Jiří Macháček v dalšímpokračování podcastu Středověk jinak trvá.Vyrobilo Centrum raně středověkých studií při Semináři dějin umění Masarykovy univerzity.S finanční podporou aukčního domu Zezula.Scénář: Ivan Foletti a Jiří MacháčekZvukový záznam: Gajane Achverdjanová a Anna KelblováZvuková postprodukce: Gajane AchverdjanováZnělka: Jakub KrausPoděkování Kláře Doležalové a Janě Černocké za přípravu textů a jejich korekturu.Pokud Vás zajímají aktivity Centra raně středověkých studií, můžete se přihlásit k odběru novinek zde česky http://eepurl.com/dJYjqU nebo anglicky http://eepurl.com/dJYtNM.Staňte se členem a podpořte naše aktivity: https://www.earlymedievalstudies.com/... Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
Vorrei commentare un episodio che mi è sembrato grave e significativo. Lo abbiamo appreso da un comunicato ufficiale del venerando Capitolo di S. Giovanni in Laterano, rilasciato lo scorso 20 aprile 2023. Il comunicato dice questo: “Il Capitolo Lateranense, nella persona di Sua Ecc.za Mons. Guerino Di Tora, Vicario Capitolare, esprime profondo rammarico per quanto avvenuto martedì scorso, 18 aprile, all'interno della Basilica di S. Giovanni a Roma. Infatti, un gruppo di circa 50 sacerdoti, accompagnati dal loro vescovo, tutti appartenenti alla comunione anglicana, hanno celebrato sull'altare maggiore della cattedrale di Roma, contravvenendo alle norme canoniche. Mons. Di Tora ha anche spiegato che l'increscioso episodio è stato causato da un difetto di comunicazione.”
A cura di Daniele Biacchessi L'arresto di Matteo Messina Denaro è avvenuto in Sicilia, in una clinica moderna, Villa Maddalena, nel centro di Palermo, dove il boss andava a curarsi da tempo e si era sottoposto a terapie oncologiche importanti. Il 15 gennaio 1993, anche Totò Riina venne fermato a Palermo, così come l'11 aprile 1996 gli investigatori scovarono Bernardo Provenzano in una masseria di Corleone. In Sicilia i vecchi capomafia continuavano ad esercitare il loro potere da ricercati e fin dentro le carceri dove poi sono stati reclusi e dove sono morti di vecchiaia. Hanno goduto di protezioni indicibili: in primis politiche, poi di funzionari dello Stato infedeli, e di una parte di popolazione siciliana. Del resto, come ha potuto restare latitante per oltre trent'anni uno come Messina Denaro, capo del mandamento di Castelvetrano in provincia di Trapani, ricercato come mandante ed esecutore delle stragi di Capaci e via d'Amelio nel 1992, e di quelle di Roma in via Fauro, Velabro e Laterano, di Firenze in via dei Georgofili, e di Milano in via Palestro? Chi aveva interesse a coprire la sua clandestinità? Messina Denaro garantiva, dopo gli arresti di Riina, Provenzano, Santapaola, Brusca, il legame indissolubile tra la vecchia mafia stragista, le nuove cosche, i patti con politica, mondo imprenditoriale, finanza occulta e poteri dello Stato. Con Messina Denaro nelle mani dello Stato finisce un'epoca, ma non termina la storia di Cosa Nostra come ricordava Giovanni Falcone "La mafia si caratterizza per la sua rapidità nell'adeguare valori arcaici alle esigenze del presente, per la sua abilità nel confondersi con la società civile, per l'uso dell'intimidazione e della violenza, per il numero e la statura criminale dei suoi adepti, per la sua capacità ad essere sempre diversa e sempre uguale a se stessa."
A cura di Daniele Biacchessi L'arresto di Matteo Messina Denaro è avvenuto in Sicilia, in una clinica moderna, Villa Maddalena, nel centro di Palermo, dove il boss andava a curarsi da tempo e si era sottoposto a terapie oncologiche importanti. Il 15 gennaio 1993, anche Totò Riina venne fermato a Palermo, così come l'11 aprile 1996 gli investigatori scovarono Bernardo Provenzano in una masseria di Corleone. In Sicilia i vecchi capomafia continuavano ad esercitare il loro potere da ricercati e fin dentro le carceri dove poi sono stati reclusi e dove sono morti di vecchiaia. Hanno goduto di protezioni indicibili: in primis politiche, poi di funzionari dello Stato infedeli, e di una parte di popolazione siciliana. Del resto, come ha potuto restare latitante per oltre trent'anni uno come Messina Denaro, capo del mandamento di Castelvetrano in provincia di Trapani, ricercato come mandante ed esecutore delle stragi di Capaci e via d'Amelio nel 1992, e di quelle di Roma in via Fauro, Velabro e Laterano, di Firenze in via dei Georgofili, e di Milano in via Palestro? Chi aveva interesse a coprire la sua clandestinità? Messina Denaro garantiva, dopo gli arresti di Riina, Provenzano, Santapaola, Brusca, il legame indissolubile tra la vecchia mafia stragista, le nuove cosche, i patti con politica, mondo imprenditoriale, finanza occulta e poteri dello Stato. Con Messina Denaro nelle mani dello Stato finisce un'epoca, ma non termina la storia di Cosa Nostra come ricordava Giovanni Falcone "La mafia si caratterizza per la sua rapidità nell'adeguare valori arcaici alle esigenze del presente, per la sua abilità nel confondersi con la società civile, per l'uso dell'intimidazione e della violenza, per il numero e la statura criminale dei suoi adepti, per la sua capacità ad essere sempre diversa e sempre uguale a se stessa."
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7264NATALE: GIORNO DI GIOIA, DI LOTTA E DI VITTORIA di Roberto de MatteiDom Prosper Guéranger, il grande abate di Solesmes e autore del celebre Anno Liturgico è l'autore a cui attingiamo per meditare nei giorni del Santo Natale. E dom Guéranger ci invita a cercare in questi giorni con il nostro pensiero soprattutto tre luoghi.Il primo è Betlemme, la grotta della Natività, l'umile asilo che il figlio dell'Eterno, disceso dal Cielo, ha scelto per la sua prima residenza. Tuttavia cercheremmo invano oggi a Betlemme la beata mangiatoia che accolse il Bambino Gesù. Da tredici secoli essa ha lasciato quei luoghi ed ha trovato accoglienza nel centro della Cattolicità, a Roma. La città sacra di Roma è dunque il secondo luogo del mondo che il nostro cuore deve cercare, e in questa città, il luogo che in questi giorni chiede tutta la nostra venerazione e tutto il nostro amore è la basilica di Santa Maria Maggiore che ospita la mangiatoia del Divino Infante, una delle più preziose reliquie della Cristianità.IL NOSTRO CUOREMa c'è un terzo luogo, un terzo santuario, che a Natale deve ospitare il divino figlio di Maria. Questo terzo santuario è in noi: è il nostro cuore. E questa la Betlemme che Gesù vuole visitare, nella quale vuole nascere e stabilirsi. Noi veneriamo Gesù nel santo presepio, ma egli viene a noi in quella mangiatoia che deve diventare il nostro cuore. Però, avverte dom Guéranger, "O soldato di Cristo, impara che bisogna combattere per meritare di avvicinarsi al divino bambino: combattere per conservare in sé la sua presenza piena di amore; combattere per arrivare al giorno beato che ti farà tutt'uno con lui nell'eternità".Combattere significa ricordare, anche nel giorno di Natale e in quelli successivi, che la vita cristiana è milizia sulla terra e che non c'è gioia, neppure quella sublime del Santo Natale, che sia inseparabile dalla sofferenza. Per questo Maria, che fu inondata di gioia nel dare alla luce il Redentore, fu anche inondata dal dolore, conoscendo le sofferenze che avrebbero accompagnato il suo Divin Figlio da Betlemme al Calvario, come prezzo da pagare per la salvezza degli uomini.I MARTIRI DI NICOMEDIAÈ per questo che ogni cristiano deve essere pronto a dare la vita per Nostro Signore, come fecero quei cristiani di Nicomedia che il giorno di Natale dell'anno 303, sotto l'Imperatore Diocleziano, subirono il martirio ed ascesero al Cielo, mentre Gesù scendeva sulla terra.Diocleziano e i suoi colleghi nell'impero avevano appena pubblicato il famoso editto di persecuzione che dichiarava alla Chiesa la più sanguinosa guerra che essa abbia mai subita. L'editto affisso a Nicomedia, residenza dell'imperatore, era stato strappato da un cristiano che pagò tale atto di santa audacia con un glorioso martirio. I fedeli pronti alla lotta osarono sfidare la potenza imperiale, continuando a frequentare la loro chiesa condannata alla demolizione. Si era giunti al giorno di Natale. Essi si raccolsero in numero di parecchie migliaia nel sacro tempio per celebrarvi un'ultima volta la Nascita del Redentore. A quella notizia, Diocleziano inviò uno dei suoi ufficiali con l'ordine di chiudere le porte della chiesa, e di appiccare ai quattro angoli dell'edificio il fuoco che doveva distruggerla. Quando tutto fu disposto, squilli di tromba si udirono sotto le finestre della basilica, e i fedeli intesero la voce del banditore che annunciava, da parte dell'imperatore, che quelli i quali volevano aver salva la vita potevano uscire, a condizione di offrire l'incenso sull'altare di Giove eretto davanti alla porta della chiesa; diversamente, sarebbero stati tutti preda delle fiamme.Un cristiano rispose a nome della pia assemblea: "Siamo tutti cristiani; onoriamo Cristo come unico Dio e unico Re, e siamo pronti a sacrificargli la nostra vita in questo giorno". A tale risposta i soldati ricevettero l'ordine di appiccare il fuoco. In pochi istanti la chiesa fu un immenso rogo, le cui fiamme salivano verso il cielo, inviando in olocausto al Figlio di Dio, che si era degnato in quel giorno di iniziare una vita umana, l'offerta generosa di quelle migliaia di vite che rendevano testimonianza alla sua venuta in questo mondo.Dom Guéranger conclude: "Così fu glorificato, nell'anno 303, a Nicomedia, l'Emmanuele disceso dal cielo per abitare fra gli uomini. Uniamo, con la santa Chiesa l'omaggio dei nostri voti a quello di questi coraggiosi cristiani la cui memoria si conserverà, attraverso la sacra Liturgia, sino alla fine dei secoli".Facciamo nostre le parole di dom Guéranger, aggiungendo alla memoria che ci trasmette un'altra da conservare nel nostro cuore. Erano passati 10 anni esatti dalla terribile persecuzione di Diocleziano, che sembrava dover estirpare il Cristianesimo dalla faccia della terra, quando, nell'anno 313 dopo Cristo, l'Imperatore d'Occidente Costantino da Milano e quello di Oriente Licinio da Nicomedia proclamavano l'Editto che concedeva ai Cristiani la piena libertà di professare la loro religione. Una nuova Civiltà, la Civiltà cristiana nasceva.Di questa Civiltà siamo eredi e nel giorno di Natale alziamo le sue bandiere, pronti alla lotta.Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Roberto de Mattei, nell'articolo seguente dal titolo "La nostra preghiera nella notte di San Silvestro" parla si san Silvestro I che fu papa al tempo della conversione di Costantino.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il giugno luglio 2022:Il 31 dicembre la Chiesa iscrive nella sua liturgia il nome di un santo che non è un martire, ma un Confessore, il primo confessore della Chiesa: san Silvestro I, Papa per 22 anni dal 314 al 336.Il suo regno iniziò all'indomani della grande vittoria di Costantino a Saxa Rubra e dell'Editto di Milano del 313, con cui il nuovo sovrano, dopo aver pacificato l'Impero, concedeva libertà alla Chiesa. Scrive Louis Veuillot: "La storia dei successori di Pietro, per duecentocinquant'anni, è terminata sempre con le stesse parole: "Coronato dal martirio". Dove si arriva così? A Costantino. San Marcello da poco era morto, schiavo, condannato ad bestias; le acclamazioni del circo avevano da poco salutato Massenzio; la croce appare nel cielo, Costantino la pianta sul Laterano: ab aevo vinces!. Cesare battezzato affida il governo di Roma al Papa Silvestro e ai suoi successori, non ritenendo che l'imperatore della terra debba serbare il potere, là dove l'Imperatore del cielo ha posto il principato del sacerdozio e la capitale della religione"Ma il pontificato di Silvestro conobbe una tempesta più terribile delle persecuzioni di Diocleziano: la nascita e la diffusione, ad opera del prete Ario, di un'eresia che negava la divinità di Gesù Cristo. Papa Silvestro, d'accordo con l'imperatore Costantino, nella primavera dell'anno 325 convocò un Concilio a Nicea. In questo Concilio, il primo Concilio ecumenico della Chiesa, l'eresia ariana fu condannata e fu formulato il famoso simbolo niceno, che trasmise ai secoli la prima grande formula di fede cattolica i canoni del Concilio. Le sue reliquie riposano nella Chiesa di San Silvestro, detta in Capite, perché conserva anche il capo di san Giovanni Battista.A Roma, accanto alla Basilica di san Giovanni in Laterano, si conserva un mosaico, detto del Triclinio Leoniano, in cui a sinistra è raffigurato Gesù Cristo che consegna le chiavi pontificie a papa san Silvestro e il vessillo della Chiesa all'imperatore Costantino; a destra san Pietro che conferisce il pallio a papa Leone III e il vessillo a Carlo Magno. Il vessillo di Costantino e di Carlo Magno è quello che sventolò sui campi delle crociate e nelle acque di Lepanto. È la bandiera della Chiesa, mai ammainata. [...]Nella notte di San Silvestro un anno scompare nel vortice del passato e un altro anno si apre in un abisso di incertezza. Ma per noi quello che conta è solo il tempo presente, l'unico momento in cui incontriamo l'eternità. E in questo momento, chiediamo a Dio che sia fatta, ora e sempre, in noi la Sua volontà.
Il 31 dicembre la Chiesa iscrive nella sua liturgia il nome di un santo che non è un martire, ma un Confessore, il primo confessore della Chiesa: san Silvestro I, Papa per 22 anni dal 314 al 336. Il suo regno iniziò all'indomani della grande vittoria di Costantino a Saxa Rubra e dell'Editto di Milano del 313, con cui il nuovo sovrano, dopo aver pacificato l'Impero, concedeva libertà alla Chiesa. Scrive Louis Veuillot: “La storia dei successori di Pietro, per duecentocinquant'anni, è terminata sempre con le stesse parole: “Coronato dal martirio”. Dove si arriva così? A Costantino. San Marcello da poco era morto, schiavo, condannato ad bestias; le acclamazioni del circo avevano da poco salutato Massenzio; la croce appare nel cielo, Costantino la pianta sul Laterano: ab aevo vinces!. Cesare battezzato affida il governo di Roma al Papa Silvestro e ai suoi successori, non ritenendo che l'imperatore della terra debba serbare il potere, là dove l'Imperatore del cielo ha posto il principato del sacerdozio e la capitale della religione”
Según una tradición que arranca del siglo XII, se celebra el día de hoy el aniversario de la dedicación de la basílica construida por el emperador Constantino en el Laterano. Esta celebración fue primero una fiesta de la ciudad de Roma; más tarde se extendió a toda la Iglesia de rito romano, con el fin de honrar aquella basílica, que es llamada «madre y cabeza de todas las iglesias de la Urbe y del Orbe», en señal de amor y de unidad para con la cátedra de Pedro que, como escribió san Ignacio de Antioquía, «preside a todos los congregados en la caridad.»
Preghiera per la Chiesa. Meditazione di Marco Impagliazzo sul Libro del Profeta Ezechiele 47,1-12. Festa della dedicazione della cattedrale di Roma, la basilica dei santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano. Preghiera per la Chiesa di Roma. Ricordo della "Notte dei cristalli" nel 1938 in Germania, inizio della persecuzione nazista contro gli ebrei.
As origens da intercessão na iconografia de Virgem Orante A Virgem Orante As variantes possíveis dizem respeito à própria composição. A Virgem Orante pode ser representada por si mesma ou em relação a um evento teofânico histórico-salvífico: - representação autônoma: aparece sozinha ou acompanhada de outras personagens (anjos, apóstolos, mártires e/ou santos); - uma teofania do Antigo Testamento; - uma teofania do Novo Testamento: Ascensão; - uma teofania intemporal de Cristo. - Virgem Mãe rezando entre os Onze, São Matias e São Paulo, sob uma teofania do Antigo Testamento, abside, Mosteiro de São Apolônio, Bawiti, século VI. - Virgem Mãe Rezando entre os apóstolos Pedro e Paulo, seis mártires e doador, sob uma teofania intemporal de Cristo Senhor representado a meio comprimento ladeado por dois anjos, abside, mosaico, capela de S. Venâncio (Batistério de S. Giovanni in Laterano), Roma , meados do século VII. Composições não absidais referentes ao tipo em questão - Virgem Mãe Rezando ("Regina"), Oratório de João VII, do Vecchio S. Pietro, Museu S. Marco, Florença, 707 A Observações O antigo gesto das mãos levantadas com as palmas voltadas para cima, simbolizando a atitude do homem religioso e, uma vez assumida pela iconografia cristã, a dos Fiéis, aplicada à Virgem Maria, torna-se expressão do mistério da Encarnação. Mesmo quando está sozinha, com os braços levantados para o céu, ela representa a Mãe de Deus, pois este gesto corresponde à ideia de graça no ato de descer sobre ela, que isto é, a concepção e o início da Encarnação. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/locus-mariologicus/message
Ngày 23/06/2022, Đức giáo hoàng Phanxicô đồng ý mở hồ sơ “người Do Thái – ebrei” trên mạng internet[1], nghĩa là giờ đây, những ai quan tâm đến một trong những “khoảng lặng” của Giáo Hội, đặc biệt là về triều đại của Đức giáo hoàng Pio XII trong suốt cuộc chiến tranh thế giới II, và mối liên hệ của ngài đối với nạn diệt chủng người Do Thái của Đức Quốc xã, có thể truy cập tìm kiếm qua đường link của website của Phủ Quốc vụ khanh Toà Thánh – Archivio Storico della Segreteria di Stato. Tuy nhiên, hồ sơ lưu trữ về triều đại của Pio XII đã được mở ra cho giới nghiên cứu trong và ngoài Giáo Hội Công Giáo từ ngày 02/03/2020 tại Kho Lưu Trữ Tông Tòa Vatican – Archivio Apostolico Vaticano. Vậy đâu là tầm quan trọng của việc mở hồ sơ của Kho Lưu Trữ Tông Tòa đối với giới nghiên cứu ? Mời quý vị theo dõi phần giải thích của linh mục Phạm Hoàng Dũng từ Roma, Ý. ********** Kho Lưu Trữ Tông Tòa Vatican – Archivio Apostolico Vaticano Du khách và những người hành hương khi đến Roma chắc chắn phải viếng thăm quốc gia Vatican, mà nhất viếng thăm Đền Thờ Thánh Phê-rô, viếng mộ giáo hoàng đầu tiên, thánh Phê-rô, được chôn cất dưới chính ngôi Đền thánh này. Như chính Chúa Giê-su khẳng định là Giáo hội được xây dựng trên nền móng vững chắc là thánh Phê-rô và các vị kế nhiệm. Còn đối với giới nghiên cứu, Vatican là điểm đến vì có Kho Lưu Trữ Tông Tòa và Thư Viện Vatican, nơi lưu giữ nhiều tài liệu quý giá. Nằm lọt trong một quốc gia rộng khoảng 40ha, Kho Lưu Trữ Tông Tòa Vatican – Archivio Apostolico Vaticano nằm bên cạnh Bảo Tàng Vatican và Thư viện Vatican nổi tiếng. Bên dưới Cortile delle Belvedere và Bảo tàng Vatican - Musei Vaticani, là những boong-ke của Kho Lưu Trữ Tông Tòa Vatican chứa đựng hệ thống kệ đỡ mà nếu xếp thẳng hàng có thể kéo dài tới 85 cây số. Giống như boong-ke, hầm chống xe tăng trong chiến tranh thế giới II, kho lưu trữ này cũng được xây dựng một cách chắc chắn như vậy để bảo đảm ổn định về nhiệt độ và độ ẩm, cũng như chống động đất và hỏa hoạn. Kho Lưu Trữ Tông Tòa được thành lập theo sáng kiến của Đức giáo hoàng Phaolô V vào ngày 31/01/1612. Và đến giữa thế kỷ XVII, nó mang tên gọi Kho Lưu Trữ Bí mật Vatican – Archivio Segreto Vaticano (với danh xưng chính thức Kho Lưu Trữ Bí mật Tông Tòa Vatican - Archivio Segreto Apostolico Vaticano) nhấn mạnh tính chất đặc biệt của khu phức hợp tập trung lưu giữ tài liệu từ nhiều văn phòng khác nhau của Tòa Thánh. Thuật ngữ “Segreto - Bí Mật” trong tiếng La Tinh thế kỷ XVII, secretum có từ động từ secernere nghĩa là tách biệt, phân biệt, lưu giữ riêng. Vì thế, kho lưu trữ do Đức Giáo hoàng Phao-lô V thành lập được xem như tách biệt khỏi những vị tiền nhiệm và giành riêng cho triều đại giáo hoàng của ngài cũng như những phòng ban mà ngài thiết lập. Tên gọi Kho Lưu Trữ Bí mật Vatican - Archivio Segreto Vaticano được duy trì cho đến ngày 22/10/2019, khi giáo hoàng Phanxicô với tông thư dưới hình thức motu proprio “kinh nghiệm lịch sử”[2] khôi phục tên gọi ban đầu “Kho Lưu Trữ Tông Tòa Vatican – Archivio Apostolico Vaticano”. Kho di sản tư liệu này lưu giữ hơn 600 bộ sưu tập (volumi) của 12 thế kỷ (từ thế kỷ thứ 8 tới thế kỷ 20). Kể từ năm 1881, Đức giáo hoàng Lêô XIII đã mở cửa cho các nhà nghiên cứu và đã khiến kho lưu trữ của Tòa Thánh trở thành một trong những trung tâm nghiên cứu lịch sử quan trọng trên thế giới. Khác với thông lệ quốc tế là một tài liệu lưu trữ sẽ được mở cho tham khảo sau 30 hay 40 năm, một thông lệ có từ năm 1924, chính giáo hoàng đương nhiệm mới là người cho phép được tự do tham khảo những tài liệu “đến đời giáo hoàng nào”. Như Đức thánh cha Phanxicô đã cho phép tham khảo đến cuối triều đại của Đức giáo hoàng Pio XII (tức là đến tháng 10 năm 1958). Tuy nhiên, có một ngoại lệ là đức giáo hoàng Phaolô VI đã cho giới học giả nghiên cứu được tiếp cận Văn khố của Công Đồng Vatican II (1962-1965) ngay sau khi Công Đồng này kết thúc vào tháng 12 năm 1965. Đức Giáo Hoàng Piô XII Đức giáo hoàng Piô XII là vị giáo hoàng thứ 260 của Giáo Hội Công Giáo. Ngài là người Ý, sinh ra tại Roma, bắt đầu triều đại của mình từ ngày 2 tháng 3 năm 1939 và qua đời ngày 9 tháng 3 năm 1958. Tức là triều đại của ngài bao gồm toàn bộ cuộc thế chiến II. Eugenio Maria Giuseppe Pacelli, tên khai sinh đầy đủ của Đức Pio XII, sinh ngày 2 tháng 3 năm 1876, trong một gia đình làm nghề luật. Cha của ngài, ông Filippo Pacelli, là chủ nhiệm luật sư đoàn và anh của ngài, Francesco, là thành viên ủy ban chuẩn bị soạn thảo Hiệp ước Laterano. Sau khi tốt nghiệp xuất sắc Đại học Gregoriana và Giáo hoàng chủng viện Apollinare của Roma, được truyền chức linh mục ngày 02/04/1899, ngay lập tức ngài được đưa vào làm việc tại Văn phòng Bộ Ngoại giao (Congregazione degli Affari Ecclesiastici straordinari) của Phủ Quốc vụ Khanh Tòa Thánh, và trở thành bí thư năm 1914. Tại đây, ngài đã cộng tác với đức Hồng y Pietro Gasparri trong việc soạn thảo Bộ giáo luật, được đức giáo hoàng Benedetto XV công bố năm 1917. Một trong những thời điểm quan trọng trong việc cải cách Bộ Giáo Luật của Giáo hội Công giáo. Cùng năm này và trong thời gian Thế Chiến I, ngài được bổ nhiệm làm tổng giáo mục Tòa Sardi (Anatolia) và làm sứ thần Tòa thánh (Nunzio) tại Munich (Bavaria). Sau khi Thế Chiến I chấm dứt, ngài tiếp tục hoạt động ngoại giao với vai trò sứ thần Tòa Thánh trong vùng Bavaria và nước Phổ thời hậu chiến. Năm 1929, ngài được phong làm Hồng Y và kế nhiệm đức Hồng y Pietro Gasparri trong vai trò Quốc vụ khanh Tòa Thánh. Ngoài những hoạt động thay mặt giáo hoàng trong các sự kiện của Giáo Hội như Đại hội thánh thể ở Buenos Aires (1934) và Budapest (1938), các lễ cử hành ở Lộ Đức (1935) và Lisieux (1937), ngài còn có những sứ mạng đặc biệt tại Hoa Kỳ năm 1936, nơi ngài gặp gỡ với tổng thống Roosevelt. Với sự hiểu biết ngôn ngữ, xã hội và văn hóa Đức sâu sắc, ngài đã thực hiện thiết lập Thỏa Ước (Concordato) giữa Tòa Thánh với nước Đức của Hitler vào năm 1933. Giáo hoàng Pio XII và những điểm gây tranh cãi Ngài lên ngôi giáo hoàng vào ngày 10 tháng 2 năm 1939, vào một thời điểm đen tối trong lịch sử nhân loại với Thế chiến II bùng nổ. Dù với kinh nghiệm và với kênh ngoại giao bí mật, những tiếp xúc với các nguyên thủ của các bên tham chiến như Roosevelt, Mussolini cũng không giúp ngài ngăn chặn được cuộc thế chiến. Tuy Pio XII có những phát biểu bày tỏ quan điểm về cuộc chiến và các bên tham gia, nhưng giới sử gia vẫn chưa thể đánh giá hết và đúng đắn về vai trò của ngài và Giáo hội Công giáo trong thời thế chiến II, nhất là sự im lặng của ngài trước nạn diệt chủng người Do Thái của Đức Quốc xã khi hàng triệu người Do Thái trên khắp châu Âu bị đẩy vào các lò thiêu. Cuộc thế chiến II (1939-1945) kết thúc, nhưng nạn bạo lực bùng lên trên khắp châu Âu, và nhất là nguy cơ lan tràn của chủ nghĩa cộng sản trước thế giới tự do. Được đánh giá là người chống chủ nghĩa cộng sản với việc ra vạ tuyệt thông với những ai theo chủ thuyết vô thần này, ngài lại bị đánh giá là thiếu sức mạnh trong các biến cố dẫn đến sự bành trướng của Liên Xô tại các nước Đông và Trung Âu và thiết lập nên khối cộng sản. Như vụ Hồng y Giuseppe Mindszenty bị nhà cầm quyền cộng sản bắt và trả tự do ở Budapest (Hungary) và tiếp sau đó là những vụ bắt bớ, đàn áp hàng giáo sỹ ở Hungary đến nỗi mà vào ngày 28 tháng 10 năm 1956, ngài gởi thông điệp cho các giám mục trên toàn thế giới kêu gọi cầu nguyện để “người dân Hungary và những dân tộc ở Đông Âu khác đang bị tước đoạt tự do có thể được trở về trong hòa bình với trật tự đúng đắn”. Là người sống qua hai cuộc thế chiến và chứng kiến mọi nỗ lực và tiến bộ khoa học của con người được huy động vào việc giết chóc lẫn nhau, Đức giáo hoàng Pio XII lại được xem như một người thích ứng và ủng hộ những tiến bộ công nghệ mới vào cuộc sống và sự tiến bộ của con người. Ngài xem đó như “ân sủng từ Thiên Chúa”. Hai quả bom nguyên tử ném xuống Hiroshima và Nagasaki vào cuối thế chiến hai cũng không ngăn ngài ca ngợi sự nỗ lực của khoa học và những nhà khoa học đã vượt qua biết bao khó khăn để hiểu biết sâu sắc hơn những quy luật hình thành và phân rã của nguyên tử, đem lại sức sống mới trong “kỷ nguyên nguyên tử”[3]. Ngài cũng dùng các phương tiện truyền thông mới vào lúc đó như sóng phát thanh và truyền hình để giao tiếp với các tín hữu trên khắp thế giới. Và nhất là ngài khuyến khích các giám mục Ý và toàn Giáo Hội sử dụng “phương tiện kỳ diệu do khoa học và công nghệ cung cấp cho nhân loại” và đồng thời mọi gọi họ cẩn thận trước những thiệt hại có thể gây ra trên phương diện đức tin và đạo đức. Là mục tử của một giai đoạn lịch sử vô cùng hỗn loạn và khó khăn, đến nỗi được mệnh danh là “Giáo hoàng của nhân loại đau khổ”, Đức Pio XII đã quảng đại và hoàn toàn hiến thân cho các nhiệm vụ tông đồ với lòng tận tâm trước khi qua đời vào ngày 9/10/1958. Việc tìm lại những chứng từ về cuộc đời của vị giáo hoàng này không chỉ soi sáng cho chúng ta về một giai đoạn lịch sử của nhân loại nói chung và Giáo hội Công Giáo nói riêng, mà còn giúp chúng ta rút ra nhiều bài học cho hiện tại trong một thế giới đối diện với những thay đổi về kỹ thuật, công nghệ cũng như những xung độ về tư tưởng và bao lực. Đâu là chỗ của đức tin và cách hành xử theo lý trí ? Văn khố liên quan đến triều đại Giáo hoàng Pio XII Ngày 20/2/2020, văn khố lưu trữ về triều đại giáo hoàng Pio XII (1939-1958) đã được mở cho giới nghiên cứu không phân biệt tín ngưỡng, tôn giáo, ý thức hệ và quốc tịch ? Trong diễn văn nhân dịp này, đức hồng y Josè Tolentino de Mendonça, quản thủ văn khố và thư viện Vatican, đã nói: “Giáo Hội không sợ lịch sử, nhưng sẵn sàng đối diện với sự đánh giá của những học giả bằng sự chắc chắn vốn là bản chất của công việc này”. Ngài nói tiếp: “Tòa Thánh mở ra cho sự chú ý của các nhà nghiên cứu Hồ sơ lưu trữ của một triều đại giáo hoàng vì lịch sử của Giáo Hội và của thế giới”. Vì thế, theo ngài, “việc mở hồ sơ là một tiến trình lâu dài và tế nhị, vì nó cần sắp xếp theo thứ tự các tài liệu theo từng hồ sơ và trong kho lưu trữ, mã hóa và lập thư mục để thuận tiện tìm kiếm. Đó là một công việc phức tạp kéo dài nhiều năm”. Việc mở hồ sơ này vẫn tiếp tục kiểm tra và phân tích những hồ sơ tài liệu liên quan, vì chủ đề nghiên cứu sẽ rất đa dạng, từ lịch sử tôn giáo đến lịch sử chính trị, từ chính quyền của Giáo Hội đến các mối quan hệ của Tòa Thánh với các quốc gia và cộng đồng quốc tế, tùy thuộc vào sự cam kết dấn thân của Tòa Thánh trong công việc bác ái và hòa bình. Do đó, Kho lưu trữ về Đức Piô XII không chỉ liên quan đến Văn Khố Tông Tòa Vatican, mà còn liên quan đến các cơ quan khác như Phủ quốc vụ khanh Tòa Thánh, đặc biệt bộ Ngoại Giao, Bộ giáo lý đức tin, Bộ truyền bá Phúc Âm hóa các Dân tộc, Bộ các Giáo hội Đông Phương, v.v… Như vậy, việc cho truy cập online hồ sơ người Do Thái từ ngày 23/6/2022, là một bước tiến trong việc dễ dàng cho giới nghiên cứu lịch sử về “huyền thoại đen” của triều đại Giáo hoàng Pio XII. Trong buổi giới thiệu hồ sơ Người Do Thái online, Đức tổng giám mục Paul Richard Gallagher, thư ký ban liên lạc với các quốc gia và các tổ chức quốc tế của Tòa Thánh, đã giới thiệu một bức thư của một nữ sinh viên người Đức gốc Do Thái, 23 tuổi, bị đưa vào trại tập trung Miranda de Ebro ở Tây Ban Nha, ngày 17/01/1942. Cô đã thành công đến được Hoa Kỳ đoàn tụ với mẹ sau một cuộc hành trình dài qua Bồ Đào Nha, với sự can thiệp của Sứ Thần Tòa Thánh ở Tây Ban Nha theo yêu cầu của Đức Pio XII. Hồ sơ của cô sinh viên này và nhiều người Do Thái sống sót khác được lưu giữ và có thể được truy cập trên internet thông qua hội United States Holocaust Memorial Museum. Chứng từ của cô sinh viên này và những người khác được so sánh đối chiếu để tìm ra sự thật và soi sáng cho giai đoạn lịch sử này. Đó là công việc của những nhà nghiên cứu lịch sử mà việc mở hồ sơ và truy cập online tạo điều kiện dễ dàng cho việc nghiên cứu, tìm kiếm. Cho đến lúc này, mới chỉ có 40.000 tệp hồ sơ (170 volumi) tức khoảng 70% kho văn khố của Phủ quốc vụ khanh Tòa Thánh được sắp xếp và số còn lại vẫn đang được xử lý để sớm được đưa lên mạng internet cho giới nghiên cứu. Nghĩa là công trường mới chỉ bổ nhát cuốc khởi công để cho mọi người quan tâm đào bới tìm kiếm những sự thật thú vị. Sử gia Marc Bloch nói rằng “Ki-tô giáo là tôn giáo lịch sử”. Một Giáo Hội làm bạn với lịch sử sẽ biết cách trình bày tốt hơn về hy vọng và tương lai. Trên hết, Giáo Hội dạy đọc biết “dấu chỉ của thời đại” như Công Đồng Vatican II đã nhấn mạnh, thì việc mở kho văn khố là một phần của đời sống Giáo Hội. Sự kiện mở Văn khố và mở đường link online là một thực tế văn hóa quan trọng để mọi ki-tô hữu sống sự thật như chính Đức Giê-su đã nói trong Tin mừng theo thánh Gioan “Sự thật giải thoát anh em” (Gioan 8, 32). ********** Ghi chú: [1] https://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/sezione-rapporti-stati/archivio-storico/serie-ebrei/serie-ebrei_it.html. [2] Apostolic Letter in the form of Motu Proprio of the Supreme Pontiff Francis "L'esperienza storica", for the change of the name of the Vatican Secret Archive to the Vatican Apostolic Archive (22 October 2019) | Francis [3] Allocuzione Nel ritrovarci 08/02/1948.
I santi Cirillo e Metodio e la Russia cattolicaIl 7 luglio la liturgia tradizionale della Chiesa celebra i santi Cirillo (815-869) e Metodio (826-885). Il nuovo calendario ha spostato la loro festa a febbraio, ma io vorrei ricordarli in questi giorni per affidare anche alla loro intercessione la guerra tra la Russia e l'Ucraina. Essi infatti evangelizzarono l'antica Russia a cui diedero la lingua e la liturgia.Cirillo e Metodio erano greci, figli d'un alto magistrato di Tessalonica. Prima di essere sacerdoti, furono uomini di grande rilievo pubblico. Metodio divenne governatore di una provincia in Macedonia, mentre Cirillo fu un rinomato professore, si fece monaco e fu inviato in missione presso i Khazari, nella Russia meridionale, che riuscì a portare alla fede cristiana. Avendo il principe di Moravia chiesto a Bisanzio dei missionari che parlassero la lingua del paese, il patriarca Fozio gli inviò i due fratelli. Essi insegnarono ai Moravi a scrivere e composero per essi un nuovo alfabeto, poi conosciuto come cirillico, e tradussero in lingua slava la Bibbia, e la liturgia cristiana. A Cherson sui bordi del Mar Nero, in Crimea, trovarono miracolosamente le reliquie del papa martire Clemente (88-97) che tra l'88 e il 97, aveva subito il martirio, affogato con un'ancora al collo. Una parte delle sue reliquie furono portate a Roma, ma una parte, compresa la testa, furono raccolte nella Chiesa della Dormizione della Vergine a Kyiv, fatta costruire dal principe Vladimir. La venerazione di san Clemente romano, come protettore di Kyiv è uno degli elementi che permette di provare l'origine apostolica della Chiesa della Ru's, che attraverso questo Papa si collegava alla antica tradizione della Chiesa di Roma.Cirillo e Metodio portarono personalmente a Roma le reliquie di san Clemente. Durante il viaggio si fermarono a Venezia, dove ebbero un'animata discussione con i sostenitori della cosiddetta “eresia trilingue”, i quali ritenevano che vi fossero solo tre lingue in cui si poteva lecitamente lodare Dio: l'ebraica, la greca e la latina e contestavano la liturgia slava. A Roma Cirillo e Metodio furono ricevuti dal Papa Adriano II, che andò loro incontro in processione per accogliere degnamente le reliquie di san Clemente. Il Papa aveva anche compreso la grande importanza del loro apostolato e non esitò ad approvare la missione dei due Fratelli accogliendo l'uso della lingua slava nella liturgia. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio dell'anno 869, all'età di 42 anni. E' sepolto nella basilica di San Clemente al Laterano, che raccoglie le reliquie del santo papa martire. Metodio nell'870 fu consacrato da Adriano II, arcivescovo di Moravia e Pannonia, con sede in Sirmio, nella Serbia, dove si formò contro di lui un'opposizione. I suoi nemici lo fecero mettere in prigione, ma il Papa intervenne parecchie volte in suo favore e lo fece liberare. Dopo aver convertito alla fede cattolica Borzivoio, Principe dei Boemi, e Ludmilla, sua moglie, Metodio si adoperò per introdurre la luce del Vangelo in Galizia, dove fondò la sede episcopale di Leopoli. Successivamente, recatosi nella Moscovia propriamente detta, fondò il trono pontificale di Kyiv. Morì il 6 aprile 885 rimpianto da tutti; i suoi magnifici funerali furono celebrati in greco, in latino e in slavo. Pio IX autorizzò nel 1863 il culto dei santi Cirillo e Metodio. Nel 1880 Leone XIII con l'enciclica Grande Munus ricordò a tutta la Chiesa gli straordinari meriti dei SS. Cirillo e Metodio ed estese il loro culto alla Chiesa universale, ricordando che “i popoli Slavi, grazie alla loro premura e al loro impegno, conobbero la luce del Vangelo, e da una vita selvatica furono condotti ad una società umana e civile”.Pio XI con la Lettera apostolica Quod Sanctum Cyrillum, qualificò i due fratelli, come "figli dell‟Oriente, di patria bizantini, d'origine greci, per missione romani, per i frutti apostolici slavi”. Giovanni XXIII dedicò a loro l'epistola apostolica Magnifici eventus dell'11 maggio 1963 e Giovanni Paolo II li celebrò con l'enciclica Slavorum Apostoli del 2 giugno 1985. Lo stesso pontefice, con la lettera apostolica Egregiae virtutis del 31 dicembre 1980, proclamò i santi Cirillo e Metodio compatroni d'Europa. I santi Cirillo e Metodio sono citati talvolta come patroni di un ponte ecumenico tra la Chiesa cattolica e quella greco-russa, sulla base di una metafora di Giovanni Paolo II relativa ai due “polmoni” spirituali dell'Europa. Ma lo stesso Giovanni Paolo II chiarì che quando parlò di un'Europa che potesse respirare con due polmoni: quello dell'Occidente e quello dell'Oriente, non si riferiva alla Chiesa cattolica e a quella ortodossa, ma al metodo di evangelizzazione dei santi Cirillo e Metodio, i quali, mossi dall'ideale di unire in Cristo i nuovi credenti, adattarono alla lingua slava i testi liturgici e alle consuetudini dei nuovi popoli il diritto greco-romano (Angelus del 15 febbraio 2004). Come ha scritto Giovanni Paolo II nella Enciclica Slavorum Apostoli, i santi Cirillo e Metodio, anche se consapevoli della superiorità culturale e teologica della eredità greco-bizantina che portavano con sè, ebbero tuttavia il coraggio, per il bene dei popoli slavi, di servirsi di un'altra lingua ed anche di un'altra cultura per l'annuncio della fede. In tal modo la lingua paleoslava costituì nel Battesimo della Rus' un importante strumento, anzitutto per la evangelizzazione e, in seguito, per l'originale sviluppo del futuro patrimonio culturale di quei popoli. La Russia nacque cattolica e, con l'aiuto di Dio e l'intercessione dei santi Cirillo e Metodio, tornerà un giorno pienamente cattolica. La Madonna a Fatima ha trasformato questa speranza in un'infallibile certezza.
... con Danny Endiu in collegamento con la Casa di accoglienza San Raffaele di Mira (VE)http://www.patriarcatovenezia.it/caritas/servizi-3/comunita-residenziali/---Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati (Papa Francesco, n.d.r.)«Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura» (Eb 13,14).Cari fratelli e sorelle!Il senso ultimo del nostro “viaggio” in questo mondo è la ricerca della vera patria, il Regno di Dio inaugurato da Gesù Cristo, che troverà la sua piena realizzazione quando Lui tornerà nella gloria. Il suo Regno non è ancora compiuto, ma è già presente in coloro che hanno accolto la salvezza. «Il Regno di Dio è in noi. Benché sia ancora escatologico, sia il futuro del mondo, dell'umanità, allo stesso tempo si trova in noi». [1]La città futura è una «città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso» (Eb 11,10). Il suo progetto prevede un'intensa opera di costruzione nella quale tutti dobbiamo sentirci coinvolti in prima persona. Si tratta di un meticoloso lavoro di conversione personale e di trasformazione della realtà, per corrispondere sempre di più al piano divino. I drammi della storia ci ricordano quanto sia ancora lontano il raggiungimento della nostra meta, la Nuova Gerusalemme, «dimora di Dio con gli uomini» (Ap 21,3). Ma non per questo dobbiamo perderci d'animo. Alla luce di quanto abbiamo appreso nelle tribolazioni degli ultimi tempi, siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno per l'edificazione di un futuro più rispondente al progetto di Dio, di un mondo dove tutti possano vivere in pace e dignità.«Noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2 Pt 3,13). La giustizia è uno degli elementi costitutivi del Regno di Dio. Nella ricerca quotidiana della sua volontà, essa va edificata con pazienza, sacrificio e determinazione, affinché tutti coloro che ne hanno fame e sete siano saziati (cfr Mt 5,6). La giustizia del Regno va compresa come la realizzazione dell'ordine divino, del suo armonioso disegno, dove, in Cristo morto e risorto, tutto il creato torna ad essere “cosa buona” e l'umanità “cosa molto buona” (cfr Gen 1,1-31). Ma perché regni questa meravigliosa armonia, bisogna accogliere la salvezza di Cristo, il suo Vangelo d'amore, perché siano eliminate le disuguaglianze e le discriminazioni del mondo presente.Nessuno dev'essere escluso. Il suo progetto è essenzialmente inclusivo e mette al centro gli abitanti delle periferie esistenziali. Tra questi ci sono molti migranti e rifugiati, sfollati e vittime della tratta. La costruzione del Regno di Dio è con loro, perché senza di loro non sarebbe il Regno che Dio vuole. L'inclusione delle persone più vulnerabili è condizione necessaria per ottenervi piena cittadinanza. Dice infatti il Signore: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi» (Mt 25, 34-36).Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione. Mi piace cogliere questo approccio al fenomeno migratorio in una visione profetica di Isaia, nella quale gli stranieri non figurano come invasori e distruttori, ma come lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti (cfr Is 60,10-11).Nella medesima profezia l'arrivo degli stranieri è presentato come fonte di arricchimento: «Le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli» (60,5). In effetti, la storia ci insegna che il contributo dei migranti e dei rifugiati è stato fondamentale per la crescita sociale ed economica delle nostre società. E lo è anche oggi. Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono Ma questo contributo potrebbe essere assai più grande se valorizzato e sostenuto attraverso programmi mirati. Si tratta di un potenziale enorme, pronto ad esprimersi, se solo gliene viene offerta la possibilità.Gli abitanti della nuova Gerusalemme – profetizza ancora Isaia – mantengono sempre spalancate le porte della città, perché possano entrare i forestieri con i loro doni: «Le tue porte saranno sempre aperte, non si chiuderanno né di giorno né di notte, per lasciar introdurre da te le ricchezze dei popoli» (60,11). La presenza di migranti e rifugiati rappresenta una grande sfida ma anche un'opportunità di crescita culturale e spirituale per tutti. Grazie a loro abbiamo la possibilità di conoscere meglio il mondo e la bellezza della sua diversità. Possiamo maturare in umanità e costruire insieme un “noi” più grande. Nella disponibilità reciproca si generano spazi di fecondo confronto tra visioni e tradizioni diverse, che aprono la mente a prospettive nuove. Scopriamo anche la ricchezza contenuta in religioni e spiritualità a noi sconosciute, e questo ci stimola ad approfondire le nostre proprie convinzioni.Nella Gerusalemme delle genti il tempio del Signore è reso più bello dalle offerte che giungono da terre straniere: «Tutti i greggi di Kedàr si raduneranno da te, i montoni dei Nabatei saranno a tuo servizio, saliranno come offerta gradita sul mio altare; renderò splendido il tempio della mia gloria.» (60,7). In questa prospettiva, l'arrivo di migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono. Essi sono spesso portatori di dinamiche rivitalizzanti e animatori di celebrazioni vibranti. La condivisione di espressioni di fede e devozioni diverse rappresenta un'occasione privilegiata per vivere più pienamente la cattolicità del Popolo di Dio.Cari fratelli e sorelle, e specialmente voi, giovani! Se vogliamo cooperare con il nostro Padre celeste nel costruire il futuro, facciamolo insieme con i nostri fratelli e le nostre sorelle migranti e rifugiati. Costruiamolo oggi! Perché il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità di decisioni che è necessario prendere adesso, perché il progetto di Dio sul mondo possa realizzarsi e venga il suo Regno di giustizia, di fraternità e di pace.PreghieraSignore, rendici portatori di speranza,perché dove c'è oscurità regni la tua luce,e dove c'è rassegnazione rinasca la fiducia nel futuro.Signore, rendici strumenti della tua giustizia,perché dove c'è esclusione fiorisca la fraternità,e dove c'è ingordigia prosperi la condivisione.Signore, rendici costruttori del tuo RegnoInsieme con i migranti e i rifugiatie con tutti gli abitanti delle periferie.Signore, fa' che impariamo com'è bellovivere tutti da fratelli e sorelle. Amen.Roma, San Giovanni in Laterano, 9 maggio 2022FRANCESCO[1] S. Giovanni Paolo II, Discorso nella visita alla Parrocchia romana dei SS. Francesco d'Assisi e Caterina da SienaPatroni d'Italia, 26 novembre 1989.
Citando la fonte. Da un post su fb di Mario Cipollone convertito in audio (podcast).Audio (progetto cultura per ipovedenti) di @tepare
Citando la fonte. Da un post di Mario Cipollone su FbAudio (progetto cultura per ipovedenti) dj @tepare
Testo e foto di Mario Cipollone Audio (progetto cultura per ipovedenti) di @tepare
Testo e foto di Mario Cipollone Audio (progetto cultura per ipovedenti) di @teparye
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Testo e foto di Mario Cipollone in “ Memorie Di Roma “.Audio (progetto cultura per ipovedenti) di @tepare
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Testo e foto di Mario CipolloneAudio (progetto cultura per ipovedenti) di @tepare
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E' arrivata la primavera! In Italia questo vuol dire tante cose, tanti cambiamenti e tante "tradizioni". Ci sono tanti "ponti" per esempio. Ma cosa sono i ponti? Raffele e Matteo cercheranno di spiegarcelo. Trascrizione interattiva e Vocab Helper Support Easy Italian and get interactive transcripts, live vocabulary and bonus content: easyitalian.fm/membership Note dell'episodio Iniziamo subito dalle festività primaverili: -> PASQUA (17 Aprile) https://it.wikipedia.org/wiki/Pasqua -> LIBERAZIONE (25 Aprile) https://it.wikipedia.org/wiki/Anniversariodellaliberazione_d%27Italia La data fu scelta dal CLN perché proprio il 25 aprile, da Milano, partì l'appello per l'insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano -> FESTA DEI LAVORATORI (1 Maggio) https://it.wikipedia.org/wiki/Festadeilavoratori Il concerto del 1 Maggio Dal 1990, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma, in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio alla notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai. -> Festa della Repubblica (2 Giugno) https://it.wikipedia.org/wiki/FestadellaRepubblica_Italiana Dopo un referendum istituzionale il 2 e il 3 giugno del 1946 l'Italia diventa una Repubblica. Il cavallino rampante La scuderia del cavallino rampante ha regalato (a Raffaele) una fantastica domenica, addirittura una "doppietta", perché la Ferrari è arrivata al primo e al secondo posto. https://www.gazzetta.it/Formula-1/20-03-2022/f1-bahrain-doppietta-ferrari-leclerc-precede-sainz.shtml E abbiamo finito con po' di chiacchiere a proposito di un personaggio pubblico molto famoso in Italia: FEDEZ https://it.wikipedia.org/wiki/Fedez Trascrizione Intro Musica Raffaele: [0:10] È primavera... Matteo: [0:24] Ma che cantante! Ma io questa la lascerei proprio così... Raffaele: [0:29] No, dai, non sono bravo! (Fantastico!) Sì, la canzone è una canzone che noi conosciamo. Conosciamo il ritornello, è una vecchia canzone italiana. Ma non so dirti chi la canta e quando l'hanno scritta. È un punto interrogativo. Matteo: [0:48] Si chiama "Mattinata fiorentina", cantante Alberto Rabagliati... Raffaele: [0:59] Millesettecentoquarantadue... (Più o meno...) No, credo sia una canzone degli anni trenta, qualcosa del genere (Sì.) Prima degli anni sessanta, va', così, per tenerci sul sicuro. E c'è un'altra canzone che parla della primavera, italiana, molto più conosciuta, credo di Riccardo Cocciante: "Maledetta primavera", no? Support Easy Italian and get interactive transcripts, live vocabulary and bonus content: easyitalian.fm/membership
Questa breve pagina del Vangelo di Marco ci descrive la prima giornata di Gesù a Cafarnao; appena terminato la sua prima predicazione nella Sinagoga, subito, sottolinea Marco, Gesù si reca nella casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. Erano i primi quattro che Gesù aveva chiamato e quella casa era diventata la loro dimora, la dimora di quella prima piccola comunità. Erano pochi appena 5 con Gesù, tuttavia ci sono già i segni di una nuova vita, di una nuova familiarità, diversa da quella di Nazareth; qui in casa infatti avviene la prima guarigione, a Nazareth non era mai accaduto quanto avviene dopo nei Vangeli. I discepoli presentano a Gesù l'anziana suocera di Simone, che giace a letto e Gesù le si avvicina. L'evangelista usa un termine greco, quest'unica volta nel Vangelo, che indica il farsi prossimo fisicamente, potremmo dire quel prendere per mano, quel toccare la carne, che tante volte Papa Francesco sottolinea. Gesù prende per mano quell'anziana donna e la fa rialzare, guarendola dalla febbre; lei si mette subito a servirli. E' una piccolissima scena, ma piena di senso evangelico e ci fa comprendere meglio quel che sta anche per accadere davanti alla porta di quella casa. Quella piccola famiglia, fin dall'inizio, aveva cambiato la sensibilità della città; scrive l'evangelista che una grande folla si raduna davanti a quella porta di cas. Abbiamo ancora davanti ai nostri occhi le immagini della celebrazione di ieri sera di San Giovanni in Laterano, per fare memoria dell'inizio della nostra comunità, un po' come quel pomeriggio a Cafarnao e continuiamo a ringraziare il Signore per quel giorno, perché quella scena, quando tanta folla si riunisce, sta ad indicare la forza della comunione, la forza dell'incontro, la forza della prossimità concreta, fisica.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6842IL PRIMO PRESEPE FU OPERA DI SAN FRANCESCO di Liana MarabiniSiamo alle soglie del Natale e l'omaggio più sentito alla Natività è il presepe. Tradizionalmente i presepi erano animati. Hanno un "inventore", San Francesco d'Assisi, nientemeno. Era rientrato dalla Terra Santa nel 1220 con ancora nel cuore le immagini del luogo di nascita di Gesù: Betlemme. Vi pensava spesso, perso nei ricordi di quelle emozioni così uniche che aveva sentito camminando sui Suoi passi.E un giorno, durante le sue peregrinazioni nei villaggi, ebbe la sorpresa di scoprire un luogo così simile a Betleeme: era il borgo di Greccio, un piccolo villaggio inerpicato sulla montagna a 750 metri d'altezza, alle pendici del Monte Lacerone (attualmente nella provincia di Rieti, ai confini con l'Umbria). Un luogo incantato, attorniato da boschi ricchi di felci e querce, le cui origini affondano le radici nel mito. Francesco vi identificò perfino una grotta, simile a quella della Terra Santa. Quindi decise di rievocare la Natività lì.La leggenda vuole che Greccio venne fondata da una colonia greca, esiliata dalla propria patria. Il luogo venne scelto per il proprio splendore, così come per la posizione geografica in termini strategici. I 750 metri d'altezza sul livello del mare infatti rappresentavano un'ottima difesa naturale. Il nome d'origine fu Grecia, si racconta, per poi divenire Grece, Grecce e infine Greccio. E lì, il "poverello di Assisi", dopo aver ottenuto l'autorizzazione da papa Onorio III, pensò di far rivivere la nascita di Gesù.IL PRIMO PRESEPE DELLA STORIA FU OPERA DI SAN FRANCESCONella rappresentazione preparata da San Francesco, al contrario di quelle successive, non erano presenti la Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù Bambino; nella grotta fu celebrata la Messa con un altare portatile posto sopra una mangiatoia presso la quale erano i due animali ricordati dalla tradizione, ossia l'asino e il bue. Dobbiamo la prima descrizione del presepe vivente allestito da San Francesco a Tommaso da Celano (1190-1265), frate francescano, scrittore e poeta, nonché autore di due Vitae di san Francesco. Nella prima Vita ci dà una descrizione più dettagliata della notte in cui fu allestito il primo presepio a Greccio, racconto che è poi ripreso da Bonaventura da Bagnoregio nella Leggenda maggiore."I frati si radunano, la popolazione accorre; il bosco risuona di voci, e quella venerabile notte diventa splendente di luci, solenne e sonora di laudi armoniose. L'uomo di Dio [Francesco] stava davanti alla mangiatoia, pieno di pietà, bagnato di lacrime, traboccante di gioia, Il rito solenne della messa viene celebrato sopra alla mangiatoia e Francesco canta il Santo Vangelo. Poi predica al popolo che lo circonda e parla della nascita del re povero che egli [...] chiama 'il bimbo di Betlemme'. Un cavaliere virtuoso e sincero, che aveva lasciato la milizia e si era legato di grande familiarità all'uomo di Dio, messer Giovanni di Greccio, affermò di avere veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo bimbo addormentato che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno". (Bonaventura, Legenda maior, XX.)La descrizione di Bonaventura è la fonte che ha usato Giotto per comporre l'affresco Presepe di Greccio, nella Basilica superiore di Assisi. La visione apparsa all'"uomo virtuoso", messer Giovanni, fu un primo miracolo legato al presepe vivente di Greccio. Il secondo avvenimento straordinario è rappresentato dai miracoli avvenuti per mezzo del fieno che la sera di Natale è stato posto sulla mangiatoia. Nella regione circostante molti animali colpiti da diverse malattie furono liberati dopo aver mangiato questo fieno e donne che soffrivano per un parto lungo e doloroso mettendosi addosso il fieno partorirono felicemente. Anche uomini e donne accorsi nel luogo della rievocazione, sofferenti di diversi mali, guarirono quella notte.Sicuramente vale la pena visitare Greccio e capirne il fascino, che ha tanto ispirato San Francesco, creatore del primo presepe animato.IL PRIMO PRESEPE CON LE STATUE FU OPERA DI ARNOLFO DI CAMBIOInvece, il primo presepe inanimato della storia fu commissionato da Papa Niccolò IV nel 1288 al geniale scultore toscano Arnolfo di Cambio, perfezionatosi alla Bottega di Nicola Pisano. Arnolfo di Cambio, noto anche come Arnolfo di Lapo (Colle di Val d'Elsa, 1245 circa - Firenze, 8 marzo tra il 1302 e il 1310 circa), è stato uno scultore, architetto e urbanista italiano attivo in particolare a Roma e a Firenze alla fine del Duecento e ai primi del secolo successivo.Nel suo presepe vi sono rappresentati i tre Re Magi che adorano il Bambin Gesù assieme a San Giuseppe. La statua di Maria, che porta in braccio il bambino, è in realtà una statua del XVI secolo sebbene a seguito di un recente restauro, è stato possibile ipotizzare che l'opera sia la statua originale parzialmente riscolpita nel Cinquecento. È inoltre interessante il fatto che Arnolfo rifinì nei minimi dettagli solo le parti visibili allo spettatore; le parti più nascoste sono invece solo abbozzate. Arnolfo realizzò probabilmente la prima rappresentazione plastica del Presepe, scolpendo nel 1291 otto statuette che rappresentano i personaggi della Natività ed i Magi; le sculture superstiti del primo presepe della storia, inizialmente inserite in una cappella dedicata alla Natività nella navata destra della Basilica di Santa Maria Maggiore, sono oggi collocate nella cripta della Cappella Sistina dal nome di papa Sisto V, sempre nella Basilica di Santa Maria Maggiore.Niccolò IV, al secolo Girolamo Masci (Lisciano, 30 settembre 1227 - Roma, 4 aprile 1292) fu uno dei protagonisti della cultura medioevale. Al suo nome infatti si associano le Università degli Studi di Montpellier, di Gray, di Ascoli e di Macerata, ma anche l'avvio dell'erezione del Duomo di Orvieto e gli interventi di restauro delle basiliche di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore nel quadro di un progetto volto ad adeguare la liturgia e l'iconografia mariana occidentale a quella d'Oriente, nella indomita speranza della riunificazione delle due Chiese. A lui va inoltre ricondotta nel 1289 la rifondazione della città di Cagli che si ritiene sia stata realizzata su disegno di Arnolfo di Cambio. Al suo pontificato è legata, secondo vari studiosi (quali Bellosi, Brandi, Nicholson), la committenza a Cimabue e pittori romani della decorazione della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi, testimonianza del favore goduto da quel luogo presso di lui. Il primo papa francescano commissionò nel 1292 il primo presepe in marmo sempre ad Arnolfo di Cambio per la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma e all'orafo Guccio di Mannaia lo splendido calice in oro, argento dorato e smalti traslucidi, vero capolavoro dell'oreficeria italiana, quale omaggio alla basilica assisiate.Per Niccolò IV lavorarono artisti quali Arnolfo di Cambio, Pietro Cavallini e Iacopo Torriti. Da quel momento l'usanza dei presepi inanimai si diffuse in tutto il mondo cristiano. Per tradizione, il presepe si mantiene fino al giorno dell'Epifania, quando si mettono le statuine dei Re Magi di fronte alla Sacra Famiglia, o anche sino al giorno della Candelora, sia in Italia che in altri Paesi.
09-11-2021 Gv 4,19-24 [San Giovanni in Laterano] - don Giacomo
Kapistahan ng Pagtatalaga sa Palasyong Simbahan sa Laterano, Roma Ezekiel 47, 1-2. 8-9. 12 Salmo 45, 2-3. 5-6. 8-9. Sa bayan ng Dakilang D'yos batis n'ya'y may tuwang dulot. 1 Corinto 3, 9k-11. 16-17 Juan 2, 13-22
https://www.guidester.com/virtual-vacation/rome/ (Rome) is a destination full of excitement, history, and culture. We delve into the basilicas of Rome, their cultural importance, historical significance, and architectural beauty. [00:29] What is a basilica? [02:09] Four Great Basilicas of https://www.guidester.com/rome-travel-tips/ (Rome) St. Peter's Basilica in the https://www.guidester.com/secrets-vatican-city/ (Vatican) The Basilica of St. Paul Outside the Walls The Basilica of St. Mary Major (Santa Maria Maggiore) The Archbasilica of St. John Lateran (Basilica di San Giovanni in Laterano). [02:53] St. John's Lateran [04:03] Santa Maria in Trastevere-get a little history [10:26] St. Peter's Basilica [13:19] https://www.facebook.com/groups/1904412013106411/permalink/2109310239283253 (St. Paul's Outside the Walls)-https://www.guidester.com/scooter-in-rome/ (scooter time) [15:14] St. Mary Major (Santa Maria Maggiore) [17:24] https://www.guidester.com/best-gelato-rome/ (Rome) and the basilicas Dream. Learn. Plan. Prepare. Go to https://www.guidester.com/virtual-vacation/ (Guidester/Virtual-Vacation) Season 1: Episode 5 #Rome #Vatican #Pope #Coliseum #StPetersBasilica #basilica #StPaul #PopeJohnPaul #PopeJohnPaulII #VaticanII #moped #scooter #Romanempire #Constantine #Caesar #emperor #cathedral #mosaics #VaticanCity #Pantheon #travel #Europe #vacation #traveleurope #travel #europe #vacation #traveleurope #travelguide #tourguide
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CAPITOLO 2 ________ Fiona e Emma salirono sul tram, poi scesero dopo una quindicina di minuti e fecero un pezzo a piedi. A Fiona piaceva Roma in autunno. Non c'era quell'afa soffocante che c'era in estate e c'era anche meno gente per le strade. Il Colosseo non era molto distante e Fiona vedeva la sua sagoma stagliarsi sopra i tetti degli edifici. Molte vetrine dei negozi avevano decorazioni di Halloween e zucche, scheletri e pipistrelli osservano le due ragazze mentre camminavano a passo veloce sul marciapiede. Il sole era tramontato da un pezzo ed era già molto buio, ma le strade erano illuminate. Erano quasi arrivate a Piazza San Giovanni in Laterano e Fiona riusciva a scorgere delle grandi sagome dove prima c'era solo una piazza vuota. All'ingresso della piazza c'era un uomo vestito da scheletro che dava il benvenuto ai visitatori con un sorriso poco rassicurante. Fiona e Emma lo sorpassarono in fretta ed entrarono nel villaggio. La piazza si era trasformata in un piccolo villaggio di Halloween, con casette e bancarelle di legno scuro. Le vie erano illuminate da tante piccole lanterne a forma di zucca e c'era addirittura un po' di nebbia che dava al posto un'atmosfera molto spettrale. Fiona e Emma erano davvero colpite da tutti quei dettagli e da come gli organizzatori si fossero impegnati. Quel villaggio di Halloween faceva davvero venire i brividi. La prima bancarella vendeva dolci dall'aspetto ben poco appetitoso. C'erano dita, orecchie e cervelli accompagnati da strane salse, ragni e insetti su un grande piatto di vetro e occhi che galleggiavano in un grande barattolo. «Volete assaggiarne uno? Sono zuccherati» disse la vecchia signora indicando un ragno nero. Un po' titubanti, Fiona e Emma ne assaggiarono uno ciascuno. Erano viscidi e Fiona aveva la sensazione di mangiare un ragno vero, ma zuccherato. Con fatica, deglutì. La signora iniziò a mostrare i suoi prodotti, probabilmente sperando che Fiona e Emma comprassero qualcosa. Ma nessuna delle due aveva intenzione di mangiare un altro di quei ragni, né qualsiasi altra cosa, così ringraziarono gentilmente e si allontanarono. C'era davvero di tutto. Una bancarella vendeva articoli per decorare la casa, dalle ragnatele alle bare. Il venditore era travestito da vampiro e sorrise a Fiona mostrandole i suoi lunghi denti. Lui era pallidissimo e i suoi occhi erano rossi. Fiona cercò di non fissarlo troppo. Un'altra bancarella vendeva strane bevande. Un'insegna recitava Bevande e pozioni per tutti i gusti. Dietro il bancone c'era una giovane strega dai capelli neri. Aveva un mestolo in mano e riempiva dei bicchieri da un grosso pentolone. Nel pentolone c'era un liquido verde scuro in cui nuotava qualcosa che somigliava vagamente a pezzi di animali. Fiona iniziava a pensare che il volantino non scherzasse quando parlava di cibo disgustoso. Poi camminarono davanti a una casetta. La vetrina mostrava lunghi vestiti da strega, abiti da vampiro e diversi altri costumi. «Entriamo qui, forse trovo un bel costume per l'anno prossimo!» disse Emma ed entrò senza aspettare una risposta. Fiona la seguì. Perlomeno, una boutique di vestiti era una cosa normale, a differenza delle altre cose che aveva visto finora. In effetti, Fiona si rese conto solo in quel momento che quel villaggio la intimoriva e non vedeva l'ora di andarsene. [...] ___________ You can find the whole story with English or German translation on our website in the STORY section: https://italiano-bello.com/
A lecture by Paolo Liverani (Firenze). Part of the City of Rome lecture series. Il progetto di ricerca sul Laterano antico fino alle soglie del medioevo vede insieme le università di Newcastle e Firenze con il determinante sostegno della British School di Roma, dei Musei Vaticani e la collaborazione dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR italiano. I rilievi dell'area lateranense strettamente intesa sono terminati e sono molto avanzati gli studi per la ricostruzione delle varie fasi edilizie, storiche e urbanistiche. Qui alle domus di I e II secolo d.C. si sovrappone prima la caserma dei cavalieri scelti di Settimio Severo (Castra Nova Equitum Singularium) con le adiacenti terme, quindi la basilica costantiniana con il suo battistero. Il rilievo sta proseguendo nell'area adiacente dell'ospedale di Giovanni in Laterano con le domus di personaggi chiave del II secolo dell'impero: i consoli Quintilii e Domizia Lucilla, la madre di Marco Aurelio. Su di esse sorgeranno fondazioni tardoantiche legate alla chiesa dei primi secoli.
In una calda e assolata Roma di fine luglio, due impavide scrittrici si incontrano per discutere delle tematiche che cambieranno il corso della storia.L'Enoteca Letteraria si trova in via San Giovanni in Laterano n. 81, qui le ambiziose autrici dialogheranno con scrittori, amanti della letteratura e accaniti lettori.Una sana, o insana, terapia letteraria di gruppo.Mercoledì 22 luglio ore 19.00
Monsignor Andrea Lonardo, direttore del Servizio per la Cultura e l'Università della Diocesi di Roma, racconta il viaggio virtuale "Un giorno al Laterano"
Hildebrando nasceu numa família pobre na cidade de Soana, na Toscana, Itália, em 1020. Desde jovem o atraía a solidão, por isso foi para o mosteiro de Cluny e se tornou monge beneditino. Depois estudou em Laterano, onde se destacou pela inteligência e a firmeza na fé. Galgou a hierarquia eclesiástica e foi consagrado cardeal. Eu sou FÁBIO CHRISTIANO!, e o Santo do Dia deste 25 de maio, fala sobre São Gregório VII, Papa e mártir. Aperte o play, ouça, comente (se quiser!), siga e ative as notificações para não perder nenhum episódio e compartilhe!
Al tempo in cui c'era la Cuccagna, andando a spasso, vidi appesi a un filo di seta Roma e il Laterano, e un uomo senza piedi che sorpassava un cavallo veloce, poi una spada così tagliente che spaccava un ponte. [...] Continue reading
Al tempo in cui c'era la Cuccagna, andando a spasso, vidi appesi a un filo di seta Roma e il Laterano, e un uomo senza piedi che sorpassava un cavallo veloce, poi una spada così tagliente che spaccava un ponte. [...] Continue reading
Al tempo in cui c'era la Cuccagna, andando a spasso, vidi appesi a un filo di seta Roma e il Laterano, e un uomo senza piedi che sorpassava un cavallo veloce, poi una spada così tagliente che spaccava un ponte. [...] Continue reading
Today is Palm Sunday. Holy Week begins. The Roman Station is San Giovanni in Laterano, the Cathedral of Rome. We are today one week from Easter. Almost there. Today I rant a little with practical tips about how you might … Continue reading →
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5921E SE FOSSE ELETTO PAPA UN DICIOTTENNE? di Roberto de MatteiChi è stato il peggior Papa nella storia della Chiesa? Molti ritengono che sia stato Alessandro VI, un Papa criticato oltre misura, ma secondo san Roberto Bellarmino fu Giovanni XII (937-964), che definisce «omnium pontificum fere deterrimus», «quasi il peggiore di tutti i pontefici».Alberico II dei conti di Tuscolo, princeps di Roma dal 932 al 954, qualche giorno prima di morire si fece portare in San Pietro e sulla tomba dell'apostolo, alla presenza del papa Agapito, fece giurare ai nobili romani che alla scomparsa del Papa in carica avrebbero eletto al soglio pontificio il proprio figlio, al quale aveva posto il nome augurale di Ottaviano. Quando il Papa morì, nel dicembre 955, Ottaviano fu eletto con il nome di Giovanni XII, quantunque non avesse l'età canonica per diventarlo, essendo solo diciottenne. Secondo la concorde descrizione delle fonti, il giovane Papa fu un pontefice dissoluto, che non interruppe la vita di sfrenati piaceri cui si era abbandonato fino all'elezione al Soglio pontificio. Nell'autunno del 960, essendo entrato in conflitto con il marchese Berengario di Ivrea, che si era proclamato re d'Italia, e con il figlio di questi Adalberto, il nuovo Papa invocò l'aiuto di Ottone I, re di Germania. Ottone scese in Italia a capo del suo esercito, sconfisse Berengario ed Adalberto e proseguì verso Roma, dove il 2 febbraio 962, giorno della Candelora, fu solennemente incoronato Imperatore dal Pontefice. Questa incoronazione fu l'atto di fondazione di quello che sarà chiamato "Sacro Romano Impero della Nazione Germanica". A questo atto seguì, una settimana dopo, la concessione del cosiddetto Privilegium Ottonis, di cui si custodisce ancora copia negli Archivi Vaticani. Il documento, se da una parte confermava tutte le concessioni territoriali fatte alla Santa Sede da Pipino il Breve e da Carlo Magno e altre ne aggiungeva, costituendo di fatto lo Stato della Chiesa, dall'altra imponeva alla Santa Sede di sottoporre le elezioni pontificie all'approvazione preventiva della persona dell'Imperatore e dei suoi successori. Ottone rientrò quindi a Pavia, ma Giovanni tradì il giuramento di fedeltà fatto ad Ottone e strinse una opposta alleanza con l'antico avversario Adalberto.UNA LUNGA LISTA DI CRIMINIIn un celebre testo recentemente riprodotto in una versione filologicamente accurata, Liutprando, vescovo di Cremona, racconta il conflitto che contrappose il papa e il sovrano negli anni 960-964 (De Iohanne papa et Ottone imperatore, a cura di Paolo Chiesa, Edizioni del Galluzzo, Firenze 2018). Il curatore del volume ha riportato in appendice anche altri documenti che contribuiscono a fornire un quadro più completo di quegli eventi, a cominciare dalle pagine dedicate a Giovanni XII dal Liber pontificalis (pp. 97-100 dell'appendice).Quando seppe che il Papa aveva stretto alleanza con Adalberto, l'imperatore Ottone riunì un Sinodo in San Pietro, a cui presero parte i vescovi e gli arcivescovi del suo seguito, gli ecclesiastici e i curiali romani, i maggiorenti della città e i rappresentanti del popolo. Giovanni XII però si allontanò dalla Città Eterna. Quando l'imperatore chiese le ragioni della sua assenza, i romani risposero che esse andavano cercate nell'immoralità del Papa, che si esprimeva in una lunga lista di crimini; simonia, sacrilegi, blasfemia, adulterio, incesto, astensione dai sacramenti, pratica delle armi, traffico col demonio. Tutti, chierici e laici, dichiararono che «aveva reso il santo palazzo un autentico bordello», «aveva accecato Benedetto, suo padre spirituale, che era morto poco dopo; aveva ucciso Giovanni cardinale suddiacono amputandogli i genitali, appiccava incendi, si cingeva di spada e si armava di elmo e di corazza: di tutto questo diedero testimonianza. Che brindasse alla salute del diavolo lo gridarono tutti, ecclesiastici e laici; dissero che al gioco dei dadi invocava l'aiuto di Giove, di Venere e degli altri demoni; che non celebrava il mattutino e le ore canoniche, e che non si faceva il segno della croce» (p. 15).Dopo che gli accusatori confermarono le loro dichiarazioni con un solenne giuramento, il 6 novembre 963 Ottone, a nome del Sinodo, mandò una lettera a Giovanni, chiedendogli di venire di persona a discolparsi. «Sappiate dunque che siete stato accusato - non da pochi, ma da tutti, laici ed ecclesiastici - di omicidio, di spergiuro, di furto di oggetti sacri, di incesto con vostre parenti e con due sorelle. Vi rivolgono anche un'altra accusa, orribile anche solo a sentirla: che abbiate brindato alla salute del diavolo, e che nel gioco dei dadi abbiate invocato l'aiuto di Giove, di Venere e degli altri demoni. Vi preghiamo fermamente, padre, di non opporre rifiuto a venire a Roma e a difendervi da tutte queste accuse» (p. 19).CONDANNATO E DEPOSTOGiovanni rifiutò però di comparire davanti all'assemblea. I romani chiesero allora all'imperatore di deporlo e di sostituirlo con un nuovo Papa di alta levatura morale. «Una piaga inaudita va estirpata con un cauterio inaudito. Se, con i suoi costumi corrotti, fosse di danno solo per sé stesso e non per tutti, lo si potrebbe in qualche modo sopportare. Ma quanti che erano casti si son depravati per desiderio di imitarlo! Quanti probi si sono pervertiti per l'esempio che dava! Chiediamo perciò alla vostra maestà imperiale che codesto mostro, che nessuna virtù ha potuto redimere dai suoi vizi, sia cacciato dalla santa Chiesa di Roma» (p. 23).Il 4 dicembre 963 Giovanni venne condannato e deposto e Ottone chiese al Sinodo di eleggere il successore. Il clero e il popolo romano scelsero, con il nome di Leone VIII (963-965), un laico, capo della cancelleria del Laterano, che dopo essere stato ordinato, lo stesso giorno, diacono, sacerdote e vescovo, ebbe l'approvazione dell'Imperatore e fu consacrato a San Pietro. Quando Ottone partì, Giovanni, il Papa deposto, rientrò a Roma e costrinse Leone VIII alla fuga. Giovanni XII convocò un nuovo Concilio con il quale scomunicò Leone e iniziò a vendicarsi su coloro che lo avevano abbandonato, facendo tagliare a uno (Azzone) la mano destra; a un altro (Giovanni) il naso, la lingua e due dita. Mentre l'imperatore si apprestava a tornare a Roma, il 7 maggio 964, Giovanni XII ebbe un colpo apoplettico provocato, secondo Liutprando, dal diavolo durante un peccato sessuale, e morì otto giorni dopo, il 14 maggio 964 senza ricevere i sacramenti. Aveva ventisette anni e fu sepolto in San Giovanni in Laterano. Il Liber pontificalis, lo qualifica come infelicissimus, perché totam vitam sua in adulterio et vanitate duxit, «passò tutta la sua vita in adulteri e frivolezze» (p. 99).LO SPIRITO SANTO? PAPI E CARDINALI POSSONO IGNORARLOChi ritiene che lo Spirito Santo elegga e guidi infallibilmente ogni pontefice è smentito dai fatti e rischia di rendere un pessimo servizio alla Chiesa. Lo Spirito Santo non abbandona mai la sua Chiesa ma al suo influsso, in quel secolo oscuro, corrisposero con maggiore pietà i laici che i Papi. Malgrado le proteste di Giovanni XII contro l'illegittimità canonica della sua deposizione, la Chiesa nella sua cronologia ufficiale annovera come suo legittimo successore Leone VIII. L'aureola della santità circondò il trono di Ottone I, che san Roberto Bellarmino definisce "pius imperator". Sua moglie era santa Adelaide; sua madre santa Matilde, che dopo essere rimasta vedova si ritirò nell'abbazia di Quedlinberg da lei fondata; san Bruno, arcivescovo di Colonia, era suo fratello. Il nipote di Ottone I e suo terzo successore, sant'Enrico imperatore, sposò santa Cunegonda; la sorella di Enrico, santa Gisella, andò sposa a santo Stefano I, re d'Ungheria e fu madre di sant'Emmerico. Questa rete familiare di santi fu all'origine dell'Europa cristiana del Medioevo, in un'epoca in cui il Papato attraversava un periodo di grave decadenza. Poi, un secolo dopo, partì da Cluny il grande movimento di riforma della Chiesa che culminò con il pontificato di san Gregorio VII e con l'epopea delle crociate inaugurata dal beato Urbano II. La Chiesa, come sempre, avanzava vittoriosa nella tempesta.
Un estratto dell'incontro del 18 settembre 2019 a San Giovanni in Laterano dedicato all'ascolto dei giovani
Diocesi di Roma, 16 settembre: primo incontro di inizio anno pastorale alla Basilica di San Giovanni in Laterano. Intervento di apertura di don Paolo Asolan
Diocesi di Roma, 16 settembre: il cardinale vicario, Angelo De Donatis al primo incontro di inizio anno pastorale alla Basilica di San Giovanni in Laterano.
Fra la Minerva e Campo de’ Fiori, nella strada allora denominata Via Papae, attualmente Piazza Santa Chiara, è collocata la cappella del Transito di santa Caterina da Siena, piccolo gioiello di arte barocca. Per Via Papae o Via Papalis si intendeva il tragitto che il corteo papale percorreva da San Giovanni in Laterano alla Basilica di San Pietro, dove il pontefice la domenica successiva alla sua elezione era consacrato.
Retiro predicado por el Papa Francisco bajo el título "El jubileo de los sacerdotes" el 2/6/2016 Primera meditación: San Giovanni in Laterano (traducción simultánea) Fuente: vaticanes Los videos se encuentran en www.magnificat.tv Otros canales de comunicación de Magnificat TV de los Franciscanos de María: Podcast:http://goo.gl/FRhNmS Youtube : http://goo.gl/slj8LL Twitter: https://twitter.com/MagnificatTV Facebook: https://www.facebook.com/Magnificattv
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3214LA SEDIA GESTATORIA DEI PAPI? SFATIAMO UN MITO di Vittorio MessoriHa scritto Vittorio Feltri in un articolo su Il Giornale di settembre, a proposito di papa Francesco e del suo rapporto con l'antica tradizione della Chiesa: "Che dire della sedia gestatoria, in voga sino a qualche anno fa? Il Capo della cristianità si faceva portare in giro su un cadreghino con le stanghe, rette da poveracci, sostituti di cavalli o asini." Feltri ribadisce all'inizio dell'articolo di non essere credente, meno che mai cattolico, e, dunque, di sapere ben poco di "cose di Chiesa". Ci permettiamo allora - ad uso suo e dei lettori - di chiarire come, storicamente, stiano le cose. Il tema è solo apparentemente secondario, visto che sin dal Settecento è un luogo comune della polemica anticlericale (vi accenna persino Voltaire) come esempio della violenza sull'uomo da parte di coloro che osano dirsi rappresentanti del Cristo in terra. L'uso della sedia gestatoria da parte dei papi non era il residuo di crudeltà schiavistiche da faraone egizio o da imperatore del Basso Impero romano. Era, al contrario, un "servizio" prezioso reso ai devoti che si accalcavano alle cerimonie pontificie e si lagnavano di non poter vedere il papa che passava benedicendo. Non a caso l'impiego della sedia era limitato all'interno delle grandi basiliche, a cominciare da San Pietro e dal Laterano, o a liturgie solenni all'aperto che attiravano le folle. Insomma, qualcosa di equivalente ai maxischermi sulle piazze attuali. Non dimentichiamo che colonne di pellegrini giungevano di continuo a Roma dai luoghi più lontani, ut videre Petrum, per vedere Pietro; e grande sarebbe stata la loro delusione se, stretti nella calca, non avessero potuto contemplare il suo volto e la sua mano benedicente. Paolo VI disse all'amico Jean Guitton che stare su quella sedia era "assai incomodo", visti gli ondeggiamenti, ma di sopportare volentieri il disagio per una questione di equità: tutti coloro che lo desideravano - e non solo coloro che godevano di privilegi e di precedenze - potevano vedere il Santo Padre ed essere visti da lui. Anche per questo Giovanni XXIII ne fece grande uso. Sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI non vollero tornare alla sedia gestatoria (soprattutto per evitare equivoci come quello di cui testimonia ora Vittorio Feltri) ma la pedana mobile di cui si servirono non aveva solo funzioni "ortopediche", ma anche di migliore visibilità da parte dei fedeli. In ogni caso, portare sulle spalle il Santo Padre era un grande onore che si disputavano le grandi famiglie dell'Urbe. Ancora oggi, del resto, c'è viva competizione in antiche e nobili città come Viterbo e Gubbio per far parte del gruppo di eletti che hanno il privilegio di portare ogni anno la pesantissima "macchina di santa Rosa" e i "ceri", essi pure di peso non lieve. Per stare al Vaticano, abbiamo, tra l'altro, l'ordinanza con cui Pio IV, alla metà del Cinquecento, regolamenta il servizio alla sedia, riservandolo soltanto ai "cavalieri romani". Col tempo, l'impiego si fece più professionale e i Sediari Pontifici (questo il nome ufficiale) si unirono ad un'altra categoria ambita ed onorata, quella dei Palafrenieri del papa e dei cardinali, e crearono una confraternita che ebbe l'onore di una chiesa in Vaticano, accanto alla porta di Sant'Anna. Solo una minima parte del lavoro dei Sediari consisteva nel trasporto a spalle del pontefice: come dicevo, si ricorreva a quel seggio elevato solo in certe occasioni. Vestiti di una elegante livrea, con sul petto lo stemma papale ricamato, facevano parte della "Famiglia del Santo Padre" ed erano dunque tra quelli in maggiore intimità con lui. Accudivano e intrattenevano gli ospiti nelle anticamere e uno di loro aveva l'onore di dormire nella camera adiacente a quella papale, alla quale era collegato con un campanello, pronto ad accorrere a una sua chiamata. Quanto al trasporto a spalle del tronetto pontificale, gli addetti erano 12, dunque 3 per ciascuna delle quattro stanghe. In genere, si trattava di percorrere poche centinaia - se non poche decine - di metri: nulla di arduo per gente robusta e giovane, visto che a una certa età erano addetti solo ai servizi sedentari, di camera. La fatica di moltissimi operai o di muratori odierni è ben più pesante e prolungata, sopportata per giunta sino all'età della pensione. Non dimenticando il soddisfacente e sicuro stipendio (cosa rara e preziosa, un tempo ancor più che oggi) e, soprattutto, la gratificazione personale: come si diceva, quell'impegno a servizio diretto del Vicario di Cristo e, soprattutto, quello sforzo per mostrarlo alla folla dei devoti erano considerati tra i più prestigiosi e meritevoli, degni persino di un premio soprannaturale. Insomma è la storia che lo attesta: checché ne dica la superficialità giornalistica, quei collaboratori del ruolo pastorale del Pontefice erano tutt'altro che "poveracci", né sostituivano "cavalli ed asini".
In Rome, you'll rub elbows with religious pilgrims from around the world. A major stop on the pilgrimage trail is San Giovanni in Laterano, the first Christian church in the city of Rome. Even today, it's the home church of the Bishop of Rome — the pope. The adjacent Holy Stairs are a one-of-a-kind experience. Each day, hundreds of faithful penitents climb these steps on their knees reciting a litany of prayers (tourists climb the staircases along the sides). For more information on the Rick Steves' Europe TV series — including episode descriptions, scripts, participating stations, travel information on destinations and more — visit www.ricksteves.com.
In Rome, you'll rub elbows with religious pilgrims from around the world. A major stop on the pilgrimage trail is San Giovanni in Laterano, the first Christian church in the city of Rome. Even today, it's the home church of the Bishop of Rome — the pope. The adjacent Holy Stairs are a one-of-a-kind experience. Each day, hundreds of faithful penitents climb these steps on their knees reciting a litany of prayers (tourists climb the staircases along the sides). For more information on the Rick Steves' Europe TV series — including episode descriptions, scripts, participating stations, travel information on destinations and more — visit www.ricksteves.com.