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Diocleziano rafforzò l'Impero con la tetrarchia e riforme economiche, consolidando il potere e avviando le ultime grandi persecuzioni contro i cristiani.
Ripercorri la storia dell'Impero romano d'Oriente e Occidente: divisione, crisi e caduta dell'Impero romano d'Occidente nel V secolo.
Le province romane erano fondamentali per l'Impero. Scopri come nacquero e quali erano le principali province romane dell'antichità.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7909LA RIDICOLA FESTA DI SAN NAPOLEONE AL POSTO DELL'ASSUNTA di Francesco PatrunoÈ da pochi giorni trascorsa la solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria. Anzi, siamo nell'ottava della ricorrenza. Ovviamente, come sempre ogni anno, nell'indifferenza religiosa di coloro che, in questo periodo di ferie estive, sono più intenti a pensare a come trascorrere il Ferragosto, magari in riva al mare, dopo una notte insonne intorno ad un fuoco, tra canti e gozzoviglie varie.Pensando a questo, mi è venuta in mente come la data del 15 agosto abbia segnato la storia della Chiesa e della fede. Basti pensare a Napoleone Bonaparte, che, nato, appunto, un 15 agosto (1769), lungi dal sentirsi onorato per questa singolare e felice coincidenza, tentasse persino di abolire la festa mariana dell'Assunta, per non sentirsi ripetere, proprio nel giorno del suo genetliaco, al Vangelo, il passo lucano della visita di Maria a S. Elisabetta, con il canto del Magnificat nel quale la Vergine fanciulla di Nazaret, echeggiando le parole di Anna, la madre di Samuele, magnifica ed esulta in Dio perché disperde «i superbi nei pensieri del loro cuore», rovescia «i potenti dai troni» ed innalza gli umili.Divenuto imperatore nel 1804, con proprio decreto del 19 febbraio 1806, al fine di consolidare - a fini propagandistici la sua immagine - e sostenuto anche dalle logge massoniche, decise di abolire la festività dell'Assunta nel suo Impero, sostituendola con una festa nazionale dedicata a un improbabile San Napoleone, una figura inventata per l'occasione. Questo presunto santo, il cui vero nome era Neopolo (deformato, appunto, in Napoleone), venne presentato come un anziano martire della fede ed ufficiale romano, morto in prigione il 2 maggio 304 a causa delle torture subite sotto gli imperatori Diocleziano e Massimiano. Tale figura era associata a un gruppo di martiri (Santi Saturnino, Celestino e Germano). La statua di questo santo si trova ancora oggi su una guglia del Duomo di Milano, collocata lì nel 1811 e opera dello scultore Giuseppe Fabris.Così, il 15 agosto, Napoleone avrebbe potuto vedere celebrato il suo compleanno e il suo onomastico con gli onori di una festa nazionale, a misura del suo ego smisurato. Tuttavia, questa ricorrenza durò meno di un decennio. Come ci ricorda la prima lettera di Pietro, «Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili» (1 Pt 5,5). Con l'esilio di Napoleone a Sant'Elena, in effetti, la festa nazionale a lui dedicata fu abolita il 16 luglio 1814 da Luigi XVIII. Nel 1852, l'imperatore Napoleone III tentò di ripristinare la festa, ma solo come anniversario della nascita di suo zio, senza il riferimento a San Napoleone. Pure questo tentativo, però, ebbe breve durata. [...]
ROMA (ITALPRESS) - Nuova luce su un gioiello storico e artistico nel centro di Piazza Navona, a Roma. Dopo aver attraversato quasi venti secoli di storia, la Cripta di Sant'Agnese in Agone, recentemente restaurata, è al centro di un nuovo progetto di illuminazione artistica e architettonica donato dal Gruppo Webuild. L'iniziativa ha permesso di restituire alla Cripta la sua atmosfera intima e suggestiva, grazie a un complesso gioco di luci e ombre. La Chiesa sorge sul luogo in cui, secondo la tradizione, nel 305 dopo Cristo la dodicenne cristiana Agnese subì il martirio durante le persecuzioni dell'imperatore Diocleziano. Il progetto di illuminazione, ideato dalla società Fabertechnica, e seguito dalla Soprintendenza Speciale di Roma, punta a valorizzare le caratteristiche spaziali, architettoniche ed artistiche della Cripta. La tutela delle opere è assicurata attraverso l'impiego di LED, sorgenti prive di emissioni UV e a bassa emissione di calore, nel rispetto delle normative. La donazione rientra nell'Agenda Cultura di Webuild. In Italia il Gruppo sta realizzando 10 grandi progetti infrastrutturali in cui è impegnata in stretta collaborazione con le Soprintendenze nella salvaguardia e valorizzazione di beni archeologici ritrovati, come per la linea Metro C, sempre a Roma.sat/mgg/gtr
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7567E' GIUSTO PREGARE PER MATTEO MESSINA DENARO? di Rino CammilleriSanta Teresina di Lisieux, quand'era ancora ragazzina ma già aveva in animo il chiostro, chiese con insistenza a Dio una grazia speciale. Un rinomato pluriomicida, il criminale più famoso di Francia, catturato dopo anni di efferatezze stava per salire sulla ghigliottina. Teresina pregò fervidamente per diversi giorni, anche perché il condannato aveva rifiutato i conforti religiosi. La piccola futura santa domandava la salvezza di quell'anima perduta. Non aveva detto Cristo che bisognava pregare gli uni per gli altri? E chi più bisognoso di preghiere di un cattivo conclamato a rischio di dannazione eterna? Seguì dalla finestra l'ascesa del condannato al palco del patibolo. Gli tagliarono il colletto e stavano per distenderlo sull'asse sotto la lama. Come da prassi, un sacerdote lo seguiva brandendo un crocifisso. Ebbene, proprio all'ultimo istante, con un gesto che stupì tutti, il condannato si voltò e con uno scatto inatteso si chinò a baciare fugacemente il crocifisso. Poi la lama calò sul suo collo. Teresina era felice: all'ultimo momento era stata esaudita.A ben pensarci, il primo santo a essere canonizzato da Cristo in persona è il Buon Ladrone, un tagliagole da strada che, in extremis, si era raccomandato al Messia. Pregare dunque per i cattivi? E per chi se no? Sono i malati ad aver bisogno del medico, non i sani, lo dice il Vangelo. Per questo la Chiesa ha sempre accompagnato sul patibolo i condannati a morte. I «santi impiccati», come li chiamava san Giuseppe Cafasso, già precettore di don Bosco e cappellano nelle carceri savoiarde. Li scortava sulla carretta che li portava alla forca, impartiva loro gli ultimi i sacramenti e li assolveva in confessione. Con la morte fisica espiavano le loro colpe, ma col pentimento finale avevano diritto a entrare nel Regno dei Cieli, per questo don Cafasso li chiamava i suoi «santi impiccati». Come, appunto, il Buon Ladrone.Si badi, Latro-onis per i romani era il brigante assassino; il ladro semplice era fur-is. Dunque, si trattava di un pluriomicida che sgozzava la gente per derubarla sulla pericolosa strada per Gerico. Ebbene, la Chiesa del 2023 pare riempirsi la bocca di «poveri» e di «ultimi», però sta molto più attenta alla sua immagine social e politically correct, altrimenti avrebbero protestato vivamente per il divieto imposto a tre suore di pregare per l'anima di Matteo Messina Denaro. Certo, le tre possono anche pregare nel chiuso del loro convento di clausura, ma è una fatto che all'ospedale dell'Aquila non le hanno fatte entrare.Madre Donatella, suor Emanuela e suor Teresa Benedetta, sono benedettine del monastero dei santi Cosma e Damiano, i due gemelli medici «anargiri» (cioè, che curavano gratis) finiti martiri di Diocleziano. Erano lì per una visita agli occhi della superiora e avevano chiesto di poter pregare sulla salma del boss, appena morto senza sacramenti. Voi direte: ma a che sarebbe servito, visto che non si era pentito in senso cattolico dei suoi peccati? Risponderò come rispose Cristo ai sadducei: a Dio tutto è possibile.Per esempio, oggi sappiamo che, in tema di espianti, si dichiara clinicamente morto uno a cui batte ancora il cuore (se no, l'espianto non è praticabile). Dunque, non sappiamo che cosa accade nella testa di uno «morto» negli ultimi infinitesimi istanti dell'agonia, quando non dà alcun segno ma neanche i medici sanno che cosa accade nella sua testa pur se, da protocollo, cerebralmente defunta. E poi, che male fa permettere a tre suore di dire un requiem? Bah, per fortuna, come recita la Scrittura di domenica scorsa, «le mie vie non sono le vostre vie», dice il Signore. Per quanto mi riguarda, ho appena dato alle stampe la mia ultima fatica, Il manuale del diavolo (Cantagalli), in cui è descritto anche come e qualmente nell'Altro Lato avremo molte sorprese. Scopriremo che c'è un sacco di gente che non avrebbe dovuto esserci, mentre mancano molti di quelli che credevamo ci fossero.
Diocleziano è tra noi. Appaiono sempre meno e sempre più sfumate, infatti, le differenze sussistenti tra l'operato dell'imperatore romano (244-313 d.C.), divenuto tristemente celebre per la ferocissima persecuzione scatenata contro i cristiani, e quel che accade ovunque oggi con tanto di carcere e sacrifici umani, a qualsiasi latitudine e longitudine del mondo. Anche nel “civilissimo” Occidente.Negli Stati Uniti, ad esempio, tre attivisti pro-life – Jonathan Darnel di Arlington (Virginia), Jean Marshall di Kingston (Massachusetts) e Joan Bell di Montague (New Jersey) - sono stati dichiarati colpevoli di aver violato il Face ovvero Freedom of Access to Clinic Entrances Act, la legge federale sulla libertà di accesso agli ingressi delle cliniche abortiste. Oggi rischiano una condanna a 11 anni di galera, per avere, il 22 ottobre del 2020, pregato e cantato inni all'esterno della Washington Surgi-Clinic della capitale americana e per esser successivamente entrati in modo non-violento nella struttura per aborti tardivi, peraltro sospettata di averne praticati anche a nascita parziale e d'aver consentito illegalmente la morte di bimbi sopravvissuti all'aborto. Nell'atto d'accusa si legge: «Lo scopo della cospirazione [degli attivisti pro-life-NdA] era creare un blocco per impedire alla clinica di fornire servizi di salute riproduttiva e ai pazienti di ottenerli». A condurre il processo sarà una donna, il giudice Colleen Kollar-Kotelly, già sostenitrice di Hillary Clinton: ha già vietato agli imputati di appellarsi al Primo Emendamento, che tutela la libertà religiosa, per spiegare le proprie azioni.
Dopo secoli di successi, o almeno di tenuta, l'Impero romano riformato da Diocleziano e Costantino non funziona più. I Romani, come sempre nella storia, decideranno dunque di riformarlo a fondo: è giunto il tempo di far mutare di nuovo pelle alla civiltà romana, nella cui storia l'unica costante è il cambiamento.---Link per AirUp: https://it.air-up.com/. Inserite il codice STORIADITALIA per acquistarlo con uno sconto!---Per acquistare i miei libri:IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA: https://amzn.to/3DG9FG5PER UN PUGNO DI BARBARI: https://amzn.to/3l79z3u---Ti piace il podcast? Sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoriaTipeee: https://it.tipeee.com/storia-ditaliaPer una donazione: https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/---►Informazioni sui miei libri "Per un pugno di barbari" e "Il miglior nemico di Roma":https://italiastoria.com/libro/►Registrarsi alla mia mailing list:https://italiastoria.com/mailing-list/►Trascrizioni episodi, mappe, recensioni, genealogie:https://italiastoria.com/►FacebookPagina: https://www.facebook.com/italiastoriaGruppo: https://www.facebook.com/groups/italiastoria►Instagramhttps://www.instagram.com/italiastoria/►Twitterhttps://twitter.com/ItaliaStoria►YouTube:https://www.youtube.com/channel/UCzPIENUr6-S0UMJzREn9U5Q►Contattami per commenti, idee e proposte di collaborazione:info@italiastoria.com---Musiche di Riccardo Santatohttps://www.youtube.com/user/sanric77---Livello Giuseppe Verdi: Massimiliano Pastore e Mauro SamaratiLivello Dante Alighieri: Musu Meci, Marco il Nero, Massimo Ciampiconi, Mike Lombardi, David l'Apostata, Luca Baccaro, Guglielmo de martino, Daniele Farina e Traficante, Andrea Franco, Dorel Iordache e il Bone.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/storia-d-italia--3695708/support.
Dopo secoli di successi, o almeno di tenuta, l'Impero romano riformato da Diocleziano e Costantino non funziona più. I Romani, come sempre nella storia, decideranno dunque di riformarlo a fondo: è giunto il tempo di far mutare di nuovo pelle alla civiltà romana, nella cui storia l'unica costante è il cambiamento.---Link per AirUp: https://it.air-up.com/. Inserite il codice STORIADITALIA per acquistarlo con uno sconto!---Per acquistare i miei libri:IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA: https://amzn.to/3DG9FG5PER UN PUGNO DI BARBARI: https://amzn.to/3l79z3u---Ti piace il podcast? Sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoriaTipeee: https://it.tipeee.com/storia-ditaliaPer una donazione: https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/---►Informazioni sui miei libri "Per un pugno di barbari" e "Il miglior nemico di Roma":https://italiastoria.com/libro/►Registrarsi alla mia mailing list:https://italiastoria.com/mailing-list/►Trascrizioni episodi, mappe, recensioni, genealogie:https://italiastoria.com/►FacebookPagina: https://www.facebook.com/italiastoriaGruppo: https://www.facebook.com/groups/italiastoria►Instagramhttps://www.instagram.com/italiastoria/►Twitterhttps://twitter.com/ItaliaStoria►YouTube:https://www.youtube.com/channel/UCzPIENUr6-S0UMJzREn9U5Q►Contattami per commenti, idee e proposte di collaborazione:info@italiastoria.com---Musiche di Riccardo Santatohttps://www.youtube.com/user/sanric77---Livello Giuseppe Verdi: Massimiliano Pastore e Mauro SamaratiLivello Dante Alighieri: Musu Meci, Marco il Nero, Massimo Ciampiconi, Mike Lombardi, David l'Apostata, Luca Baccaro, Guglielmo de martino, Daniele Farina e Traficante, Andrea Franco, Dorel Iordache e il Bone. Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7367A QUALE SANTO VOTARSI PER IL TERREMOTODalle Rogazioni ai patroni invocati in caso di calamità naturali, la Chiesa ha sempre invocato il Cielo: ''Dal flagello del terremoto liberaci, o Signore''di Stefano Chiappalone«A flagello terraemotus libera nos, Domine» («Dal flagello del terremoto liberaci, o Signore»), è una delle suppliche che un tempo si levavano in occasione delle Rogazioni, le processioni che tradizionalmente si svolgevano nei tre giorni precedenti l'Ascensione. Si invocava la liberazione da vari mali del corpo e dello spirito, a cominciare «dalla dannazione eterna» («A damnatione perpetua libera nos...»), ma anche «dalla folgore e dalla tempesta» («a fulgure et tempestate»), «dalla peste, dalla fame e dalla guerra» («a peste, fame et bello»). Benché aggiornate (e forse un po' semplificate), alcune di queste invocazioni sono tuttora presenti e raccomandate dal Benedizionale (nn. 1820 ss.)La preghiera non esimeva certo i nostri antenati dall'adoperarsi per prevenire le calamità o almeno farvi fronte con i mezzi a disposizione così come noi facciamo il possibile disponendo di mezzi e strutture antisismiche decisamente più avanzate. Ma facciamo, appunto, il possibile. Se da un incendio o da un diluvio ci si può (forse) isolare senza venire lambiti dall'acqua o dalle fiamme, la scossa di terremoto invece è inevitabile: se ne possono limitare i danni, ma non azzerare l'evento in sé. Siamo capaci di prevedere ma non di fermare quel movimento implacabile, sussultorio o ondulatorio, che nel giro di pochi secondi fa ballare la cosiddetta "terraferma" con tutto quanto vi è sopra.Il sisma è l'evento che più mette alla prova le nostre capacità di difesa di fronte alle forze della natura - natura che solo un'ingenua concezione della "madre terra" può considerare benigna a prescindere e che invece può mostrarsi al contempo mater et matrigna, per così dire. E non è sempre "colpa dell'uomo", che anzi è l'unico essere in grado di "addomesticarne" in qualche misura le forze fuori controllo, come quella di un terremoto o di un meteorite. Con risultati spesso sorprendenti, fin dove può. Dove non può, di fronte alla furia della terra e degli elementi, ci si è sempre affidati anche a colui che può governarli (Mc 4, 41), direttamente o per mezzo dei santi. Almeno finché l'uomo non ha infranto il legame che unisce le cose visibili a quelle invisibili.SANTI PROTETTORIA che santo votarsi di fronte al terremoto? Rino Cammilleri ne censisce ben sette nel suo Il grande libro dei santi protettori (Ares, Milano 2022). Chi volesse conoscere vita, morte e (letteralmente) miracoli di ciascuno di loro e di molti altri santi e relativi patronati troverà pane per i suoi denti nelle oltre 700 pagine di Cammilleri. La Sicilia annovera due santi "antisismici": Rosalia, la "santuzza" veneratissima dai palermitani, e il carmelitano Alberto degli Abati, vissuto fra Trapani e Messina. Due anche per la Spagna: il domenicano Vincenzo Ferrer e il gesuita Francesco Borgia, che poi visse e morì a Roma, negli stessi anni in cui vi svolgeva un fecondo apostolato Filippo Neri (a sua volta invocato anche a protezione dai movimenti tellurici). La martoriata Irpinia ha un santo tutto suo: il vescovo Amato di Nusco. Last but not least, Emidio, vescovo e martire, che vanta tale "giurisdizione" ben al di là della "sua" Ascoli.Sant'Emidio e il terremoto sono tutt'uno, nell'iconografia e nell'agiografia. Sarebbe avvenuto proprio un terremoto a fermare coloro che volevano costringere il santo a tornare al culto degli dei pagani, nella natia Treviri o - stando a un'altra versione - ad Ascoli, dove il Papa lo aveva inviato come vescovo e dove subì il martirio (siamo al tempo della persecuzione di Diocleziano, a cavallo tra il III e il IV secolo). Certo è che la città fu risparmiata dal terribile terremoto del 1703, con epicentro a nord de L'Aquila, ed eresse in ringraziamento il tempietto di Sant'Emidio alle Grotte, poi consacrato nel 1720. Con la stessa intensità ed estensione di quel tragico evento che aveva causato migliaia di morti, aumentò di pari passo la devozione al santo ascolano, raffigurato nell'atto di sorreggere un edificio prossimo a crollare.SANT'EMIDIOL'intercessione "antisismica" di Sant'Emidio è particolarmente sentita nelle Marche e in Abruzzo, regioni peraltro ad altissimo rischio e che frequentemente hanno dovuto fare i conti con i "capricci" della terra. Basti pensare agli eventi del 2016 (tra la reatina Accumoli e l'ascolana Arquata del Tronto, colpendo poi ancora più forte due mesi dopo in Umbria); alla devastazione de L'Aquila nel 2009 o al terremoto della Marsica che il 13 gennaio 1915 rase al suolo l'intera Avezzano. Un secolo dopo, nel 2015, proprio nel segno di Sant'Emidio l'evento fu commemorato da mons. Giovanni D'Ercole (allora ordinario di Ascoli, ma di origini marsicane) e mons. Pietro Santoro (allora vescovo dei Marsi). E in tutta l'area "Sant'Emidio!" (o meglio: "Santo Middio!" o "Sante Middie!" a seconda delle varianti dialettali) è invocazione capillarmente diffusa, anche laddove non è il patrono principale. Persino oltreoceano è viva la devozione "emidiana": il sito Sant'Emidio nel mondo elenca tutte le località interessate, dagli Stati Uniti alle Filippine, toccando praticamente ogni continente.Dall'agiografia torniamo infine alla liturgia. Il messale romano attuale tra le «Messe e orazioni per varie necessità» include una colletta (n. 34) In tempo di terremoto, che recita: «O Dio, che hai fondato la terra su solide basi, abbi pietà dei fedeli che nella paura ti supplicano: fa' che sentiamo sempre la sollecitudine della tua bontà e allontana per sempre i pericoli del terremoto, perché sotto la tua protezione possiamo servirti con riconoscenza». Nel messale tradizionale c'è invece l'intero formulario dell'apposita Messa, con tutte le relative antifone, letture e orazioni, implorando la clemenza di Dio di fermare il tremore della terra e di donarci la grazia di risanarla.Superstizione? Purtroppo, «un paio di secoli di scetticismo illuministico ci hanno abituati a ritenere che i nostri antenati fossero più̀ stupidi di noi», scrive Cammilleri nel libro citato. Certamente possiamo contare «su lussuosi prefabbricati in caso di calamità. Salvo quando, nell'un caso o nell'altro, il soccorso degli uomini arriva troppo tardi». Oppure quando non è in grado di arrivare, per quanto sia avanzato e sofisticato. La ragione è molto semplice: non siamo onnipotenti. Siamo capaci di far molto, ma non tutto. E rivolgersi al Creatore e ai santi non costa nulla. «Se avete qualche problema - conclude Cammilleri - provate con loro. Pare facciano miracoli».
Dopo il grande successo dello studio di due nuove epistole di Massenzio, torniamo a parlare con Diego Serra e Marco Cecini, questa volta sulla loro nuova ciclopica opera di ricerca a riguardo dei cosiddetti editti di persecuzione contro i Cristiani di Diocleziano, e sui successivi anni. Le persecuzioni della Tetrarchia iniziano sul finire della prima tetrarchia, regnanti Diocleziano e Massimiano come Augusti, nel 303. Nella storia ufficiale, la persecuzione è poi interrotta da Costantino (e Licinio!) nel 312, con l'editto di Milano. Eppure la storia, lo sappiamo, è assai più complessa di così: sono recentemente emerse prove che confermano il ruolo importante di Massenzio e complicano la posizione di Costantino e Licinio. Ne parleremo con Diego e Marco! Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7264NATALE: GIORNO DI GIOIA, DI LOTTA E DI VITTORIA di Roberto de MatteiDom Prosper Guéranger, il grande abate di Solesmes e autore del celebre Anno Liturgico è l'autore a cui attingiamo per meditare nei giorni del Santo Natale. E dom Guéranger ci invita a cercare in questi giorni con il nostro pensiero soprattutto tre luoghi.Il primo è Betlemme, la grotta della Natività, l'umile asilo che il figlio dell'Eterno, disceso dal Cielo, ha scelto per la sua prima residenza. Tuttavia cercheremmo invano oggi a Betlemme la beata mangiatoia che accolse il Bambino Gesù. Da tredici secoli essa ha lasciato quei luoghi ed ha trovato accoglienza nel centro della Cattolicità, a Roma. La città sacra di Roma è dunque il secondo luogo del mondo che il nostro cuore deve cercare, e in questa città, il luogo che in questi giorni chiede tutta la nostra venerazione e tutto il nostro amore è la basilica di Santa Maria Maggiore che ospita la mangiatoia del Divino Infante, una delle più preziose reliquie della Cristianità.IL NOSTRO CUOREMa c'è un terzo luogo, un terzo santuario, che a Natale deve ospitare il divino figlio di Maria. Questo terzo santuario è in noi: è il nostro cuore. E questa la Betlemme che Gesù vuole visitare, nella quale vuole nascere e stabilirsi. Noi veneriamo Gesù nel santo presepio, ma egli viene a noi in quella mangiatoia che deve diventare il nostro cuore. Però, avverte dom Guéranger, "O soldato di Cristo, impara che bisogna combattere per meritare di avvicinarsi al divino bambino: combattere per conservare in sé la sua presenza piena di amore; combattere per arrivare al giorno beato che ti farà tutt'uno con lui nell'eternità".Combattere significa ricordare, anche nel giorno di Natale e in quelli successivi, che la vita cristiana è milizia sulla terra e che non c'è gioia, neppure quella sublime del Santo Natale, che sia inseparabile dalla sofferenza. Per questo Maria, che fu inondata di gioia nel dare alla luce il Redentore, fu anche inondata dal dolore, conoscendo le sofferenze che avrebbero accompagnato il suo Divin Figlio da Betlemme al Calvario, come prezzo da pagare per la salvezza degli uomini.I MARTIRI DI NICOMEDIAÈ per questo che ogni cristiano deve essere pronto a dare la vita per Nostro Signore, come fecero quei cristiani di Nicomedia che il giorno di Natale dell'anno 303, sotto l'Imperatore Diocleziano, subirono il martirio ed ascesero al Cielo, mentre Gesù scendeva sulla terra.Diocleziano e i suoi colleghi nell'impero avevano appena pubblicato il famoso editto di persecuzione che dichiarava alla Chiesa la più sanguinosa guerra che essa abbia mai subita. L'editto affisso a Nicomedia, residenza dell'imperatore, era stato strappato da un cristiano che pagò tale atto di santa audacia con un glorioso martirio. I fedeli pronti alla lotta osarono sfidare la potenza imperiale, continuando a frequentare la loro chiesa condannata alla demolizione. Si era giunti al giorno di Natale. Essi si raccolsero in numero di parecchie migliaia nel sacro tempio per celebrarvi un'ultima volta la Nascita del Redentore. A quella notizia, Diocleziano inviò uno dei suoi ufficiali con l'ordine di chiudere le porte della chiesa, e di appiccare ai quattro angoli dell'edificio il fuoco che doveva distruggerla. Quando tutto fu disposto, squilli di tromba si udirono sotto le finestre della basilica, e i fedeli intesero la voce del banditore che annunciava, da parte dell'imperatore, che quelli i quali volevano aver salva la vita potevano uscire, a condizione di offrire l'incenso sull'altare di Giove eretto davanti alla porta della chiesa; diversamente, sarebbero stati tutti preda delle fiamme.Un cristiano rispose a nome della pia assemblea: "Siamo tutti cristiani; onoriamo Cristo come unico Dio e unico Re, e siamo pronti a sacrificargli la nostra vita in questo giorno". A tale risposta i soldati ricevettero l'ordine di appiccare il fuoco. In pochi istanti la chiesa fu un immenso rogo, le cui fiamme salivano verso il cielo, inviando in olocausto al Figlio di Dio, che si era degnato in quel giorno di iniziare una vita umana, l'offerta generosa di quelle migliaia di vite che rendevano testimonianza alla sua venuta in questo mondo.Dom Guéranger conclude: "Così fu glorificato, nell'anno 303, a Nicomedia, l'Emmanuele disceso dal cielo per abitare fra gli uomini. Uniamo, con la santa Chiesa l'omaggio dei nostri voti a quello di questi coraggiosi cristiani la cui memoria si conserverà, attraverso la sacra Liturgia, sino alla fine dei secoli".Facciamo nostre le parole di dom Guéranger, aggiungendo alla memoria che ci trasmette un'altra da conservare nel nostro cuore. Erano passati 10 anni esatti dalla terribile persecuzione di Diocleziano, che sembrava dover estirpare il Cristianesimo dalla faccia della terra, quando, nell'anno 313 dopo Cristo, l'Imperatore d'Occidente Costantino da Milano e quello di Oriente Licinio da Nicomedia proclamavano l'Editto che concedeva ai Cristiani la piena libertà di professare la loro religione. Una nuova Civiltà, la Civiltà cristiana nasceva.Di questa Civiltà siamo eredi e nel giorno di Natale alziamo le sue bandiere, pronti alla lotta.Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Roberto de Mattei, nell'articolo seguente dal titolo "La nostra preghiera nella notte di San Silvestro" parla si san Silvestro I che fu papa al tempo della conversione di Costantino.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il giugno luglio 2022:Il 31 dicembre la Chiesa iscrive nella sua liturgia il nome di un santo che non è un martire, ma un Confessore, il primo confessore della Chiesa: san Silvestro I, Papa per 22 anni dal 314 al 336.Il suo regno iniziò all'indomani della grande vittoria di Costantino a Saxa Rubra e dell'Editto di Milano del 313, con cui il nuovo sovrano, dopo aver pacificato l'Impero, concedeva libertà alla Chiesa. Scrive Louis Veuillot: "La storia dei successori di Pietro, per duecentocinquant'anni, è terminata sempre con le stesse parole: "Coronato dal martirio". Dove si arriva così? A Costantino. San Marcello da poco era morto, schiavo, condannato ad bestias; le acclamazioni del circo avevano da poco salutato Massenzio; la croce appare nel cielo, Costantino la pianta sul Laterano: ab aevo vinces!. Cesare battezzato affida il governo di Roma al Papa Silvestro e ai suoi successori, non ritenendo che l'imperatore della terra debba serbare il potere, là dove l'Imperatore del cielo ha posto il principato del sacerdozio e la capitale della religione"Ma il pontificato di Silvestro conobbe una tempesta più terribile delle persecuzioni di Diocleziano: la nascita e la diffusione, ad opera del prete Ario, di un'eresia che negava la divinità di Gesù Cristo. Papa Silvestro, d'accordo con l'imperatore Costantino, nella primavera dell'anno 325 convocò un Concilio a Nicea. In questo Concilio, il primo Concilio ecumenico della Chiesa, l'eresia ariana fu condannata e fu formulato il famoso simbolo niceno, che trasmise ai secoli la prima grande formula di fede cattolica i canoni del Concilio. Le sue reliquie riposano nella Chiesa di San Silvestro, detta in Capite, perché conserva anche il capo di san Giovanni Battista.A Roma, accanto alla Basilica di san Giovanni in Laterano, si conserva un mosaico, detto del Triclinio Leoniano, in cui a sinistra è raffigurato Gesù Cristo che consegna le chiavi pontificie a papa san Silvestro e il vessillo della Chiesa all'imperatore Costantino; a destra san Pietro che conferisce il pallio a papa Leone III e il vessillo a Carlo Magno. Il vessillo di Costantino e di Carlo Magno è quello che sventolò sui campi delle crociate e nelle acque di Lepanto. È la bandiera della Chiesa, mai ammainata. [...]Nella notte di San Silvestro un anno scompare nel vortice del passato e un altro anno si apre in un abisso di incertezza. Ma per noi quello che conta è solo il tempo presente, l'unico momento in cui incontriamo l'eternità. E in questo momento, chiediamo a Dio che sia fatta, ora e sempre, in noi la Sua volontà.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7205L'ULTIMO MIRACOLO DI PADRE PIO di Rino CammilleriIl famoso attore americano Shia LaBoeuf si è convertito al cattolicesimo a furia di interpretare Padre Pio in un film hollywoodiano di prossima uscita. Shia, versatilissimo, ha cominciato da ragazzino nel cult Holes. Buchi nel deserto, poi ha interpretato tantissimi film di primo piano, tra cui Fury con Brad Pitt e la saga Transformers, e ricordiamo pure il giovane Indiana Jones ne I teschi di cristallo. Vita altrettanto tumultuosa, come molti dei suoi colleghi, tra droga e disordini vari, dice di essere rimasto folgorato sulla via di Damasco proprio mentre, dovendo interpretare il santo preconciliare, imparava dire la vecchia messa in latino.Dovrebbe assumere come patrono Gelasio il Mimo, singolare martire d'epoca romana che fu ingaggiato da Diocleziano proprio per beffeggiare sul palco i riti cristiani: solo che, uscito dall'acqua dopo la parodia del battesimo, il Mimo, tra lo stupore del pubblico, si dichiarò cristiano; non sapeva neanche lui come fosse successo, ma quel battesimo, pur finto, lo aveva trasformato di botto. Tanto da affrontare serenamente il martirio. Shia si aggiunge così alla non piccola schiera di importanti attori hollywoodiani che sono cattolici credenti e praticanti, sui quali primeggiano Mel Gibson, Mark Wahlberg e Gary Sinise, gente da messa quotidiana. Mettiamoci anche Jim Caviezel, convertito a Medjugorje, e il tormentato Mickey Rourke, il quale ha ammesso in un intervista: «...se non fossi cattolico mi sarei già sparato».Tra i tantissimi (forse troppi) che sono stati San Francesco sullo schermo è ancora il migliore. Ma il rapporto tra Hollywood e le conversioni al cattolicesimo, quantunque singolare dato l'ambiente, è antico e risale al mito dei miti: Rodolfo Valentino. Per poi, salendo per li rami, arrivare a Loretta Young, la bellissima che doveva tener nascosto il suo papismo per non finire nel mirino del Ku Klux Klan. E non solo, perché l'America w.a.s.p. su questo era inflessibile, basti pensare a Birth of a Nation di D. W. Griffith che il Kkk l'aveva addirittura in locandina. Tra massonismo e ebraismo veterotestamentario (ricordiamo i kolossal biblici in cui i Romani erano rappresentati come le SS dell'epoca) Hollywood era praticabile solo a chi il suo battesimo papista l'avesse tenuto ben nascosto come qualcosa di cui doversi vergognare, si pensi alla maliarda Hedy Lamarr, austriaca.Ma poi le maglie in qualche modo si allentarono, anche se Hollywood è sempre stata la patria, se non la fabbrica, del politicamente corretto del momento, e ancora lo è. Così, ecco Gary Cooper che va a farsi battezzare da Pio XII. Sua figlia, ancora vivente, è badessa di un monastero di clausura. Badessa pure Dolores Hart, che in un film fu girlfriend di Elvis Presley. E che dire del mito americano per eccellenza, John Wayne? Convertito al cattolicesimo pure lui, come lo erano stati, prima di lui, miti veri come Buffalo Bill, Toro Seduto e Kit Carson. Ma il fatto di Shia LaBoeuf, cioè un attore famoso che si converte dopo avere impersonato un santo cattolico, ha un illustre precedente, sir Alec Guinnes, premio Oscar per Il ponte sul fiume Kwai e meglio conosciuto dai più giovani per essere stato il primo ObiWan Kenobi nella saga di Star Wars.Nel 1955 interpretò il cardinale Midszenty, primate d'Ungheria imprigionato e processato dai sovietici dopo l'invasione. Il film si intitolava Il prigioniero e, poiché l'Urss a quel tempo era più potente e influente che mai, uscì coi nomi cambiati. Tanto potente e influente erano l'Urss e i suoi compagni di merende che il film venne rifiutato a Cannes e ancora oggi solo pochi cinefili (di destra) ne conoscono l'esistenza. Ma Guinness si era immedesimato talmente in quell'eroico cardinale da volerne abbracciare le fede. Midszenty, per la cronaca, terminò i suoi giorni a Roma, sacrificato all'Ostpolitik vaticana. Per tornare a Shia, l'Ostpolitik non è ancora terminata, visto che nei fogli e nei siti clericalmente corretti non v'è cenno a un particolare importante e, nelle dichiarazioni dell'attore, esplicito: quel che lo ha colpito non è stato tanto Padre Pio quanto l'antica messa, quella col latinorum che i nostri bisnonni analfabeti conoscevano benissimo.
Oggi batte il tamburino Nicola Villa. Giugno il mese del Pride, oltre alla parata c'è l'official party al Qube e il concerto di Sara Hebe ad Acrobax. Prossima settimana a fare rassegna al Far - festival dell'architettura di Roma, scopriamolo. Inizia il festival mobile a Roma: editoria a 100celle, il teatro di ricerca con Buffalo al Macro e alle Terme di Diocleziano e Scienza pop alla Di Donato. Due festival di giornalismo: Mondo in periferia e Fire. Due podcast da ascoltare. Elogio della bibliocard.
Nella punta di questo sabato 26 marzo, parliamo dell'assemblea cittadina sul commissariamento del Teatro di Roma, della Turandot di Ai Waiwei e della sua installazione alle Terme di Diocleziano, della stand up comedy a Roma, della danza al TBQuarticciolo e dei suoni della mia tazza metallica del caffé.
Un cuore aperto emana grazia, è ospitale con le gioie e i dolori degli altri, si rallegra con chi si rallegra e piange con chi piange. Un cuore aperto si siede assieme all'altro e non controlla l'orologio. Con quale cuore vivi la tua vita di credente? Con un cuore chiuso, o con un cuore aperto? Gesù ti chiede di avere un cuore come il suo. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 minuti Il nostro cuore è un organo straordinario. È grande quanto il mio pugno, eppure pompa oltre 9000 litri di sangue nel nostro corpo ogni giorno; batte una volta al secondo... Ecco due fatti singolari: la maggior parte degli attacchi di cuore avviene di lunedì, e il giorno più comune dell'anno per un attacco di cuore è... il giorno di Natale. I poeti hanno scritto milioni di parole sul cuore, le pop star ne hanno fatto canzoni, Shakespeare ha scritto versi imitando il suo ritmo e Plinio il Vecchio ha coniato la più famosa citazione sul cuore - “La casa è dove si trova il cuore”. Dov'è il tuo cuore oggi? Dov'è il mio? Preghiamo con le parole di questa antica preghiera: “Signore del mio cuore, dammi una visione che mi ispiri. Signore del mio cuore, dammi luce per guidarmi. Signore del mio cuore, dammi la saggezza per dirigermi. Signore del mio cuore, dammi coraggio per rafforzarmi. Signore del mio cuore, dammi fiducia per consolarmi. Abbiamo imparato cosa vediamo quando guardiamo il volto e la postura di Gesù. Oggi guarderemo il suo cuore e scopriremo cosa ci insegna su Dio e come dovremmo rispondere a ciò che scopriamo. Forse inizierò con qualcosa che che non vi aspettate. Voglio parlare del cuore spezzato di Dio. Noi cantiamo spesso “spezza il mio cuore per ciò che si spezza il tuo”, ma cosa spezza il cuore di Dio? Questo è il momento in cui accade per la prima volta... “Poi udirono la voce di Dio il Signore, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il Signore fra gli alberi del giardino. Dio il Signore chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?» Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto». Dio disse: «Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato del frutto dell'albero che ti avevo comandato di non mangiare?»L'uomo rispose: «La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato». Dio il Signore disse alla donna: «Perché hai fatto questo?»”(Genesi 3:8-13 a) “Perché hai fatto questo?” Una volta camminavamo con Dio e vivevamo alla sua presenza, ma come esseri umani abbiamo scelto invece l'allettante astuzia che tutto consuma del peccato e come razza continuiamo a farlo; non possiamo incolpare nessun altro. Giovanni dice: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi.” (1 Giovanni 1:8 ) E Paolo aggiunge: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e la cupidigia che è idolatria.”(Colossesi 3:5) Gesù disse che il problema del peccato è quello che viene da dentro il nostro cuore. “Diceva inoltre: «È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; 21perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.” (Marco 7:20-22) Nessuno di noi ha motivazioni pure e quel "Perché hai fatto questo?" riecheggia attraverso le generazioni. Ma se è il nostro peccato che spezza il cuore di Dio, è il suo amore che trova il modo di guarire. Lo vediamo con più forza quando leggiamo di Gesù nel giardino del Getsemani la notte in cui fu tradito. “Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».” (Matteo 26:36-46) Questo è ciò che N.T. Wright dice di questa scena: "Il Getsemani è assolutamente centrale per ogni corretta comprensione di chi fosse realmente Gesù. Ma certamente Matteo è chiaro che, in questo momento cruciale, Gesù aveva affari urgenti e spiacevoli da compiere con suo padre. Era arrivato fin là; aveva detto loro più e più volte che sarebbe stato arrestato, torturato e crocifisso; ma ora, all'ultimo minuto, questa conoscenza doveva farsi strada dalla sua mente, intrisa di scritture, fino a un cuore obbediente che prega. Ed è meravigliosamente confortante (come sottolinea lo scrittore agli Ebrei) che egli dovette fare questo straziante viaggio di fede, proprio come noi dobbiamo farlo.” ‘Se è possibile, passi oltre da me questo calice!' Gesù era fermamente determinato a comprendere questo momento fatidico, alla luce della lunga narrazione delle scritture che vedeva ora giungere al suo culmine nella sua morte. Ma, proprio per questo, si rese conto in modo nuovo e devastante di essere chiamato a scendere nell'oscurità, più in profondità di chiunque altro prima, l'oscurità di colui che, pur essendo il figlio stesso di Dio, avrebbe bevuto il calice che simboleggiava l'ira di Dio contro tutto ciò che è male, tutto ciò che distrugge e deturpa il meraviglioso mondo di Dio e le sue creature portatrici della sua immagine. Possiamo vedere questo stesso processo mentre la storia si snoda. Tutti gli elementi del male nel mondo sembrano precipitarsi su di lui: la politica dell'élite locale alla ricerca del potere, la brutalità casuale della Roma imperiale, la slealtà di Giuda, il fallimento di Pietro. I grandi sistemi che schiacciano chi si trova sulla loro strada, e i tradimenti intimi, fortemente personali, e tutto ciò che sta in mezzo, il disprezzo, l'incomprensione, la violenza. La storia è raccontata in modo tale che noi vediamo e sentiamo, piuttosto che solo immaginare, le diverse manifestazioni del male nel mondo. Matteo ci invita a vederle tutte convergere su Gesù. Questo è il senso di questa storia". C'è del vero quando cantiamo: "Non saprò mai che prezzo ha quello che Tu hai pagato già". Il peccato spezza il cuore di Dio e dovrebbe spezzare anche il nostro; non solo ciò che riguarda il nostro personale fallimento, ma anche la miriade di modi in cui il peccato guasta questo mondo e la vita delle persone. Ho detto nel mio ultimo messaggio che il nostro vangelo è un vangelo di amore e di giustizia insieme; non possiamo predicare l'uno senza l'altro, né possiamo praticare l'uno senza dichiarare il suo amore. Dobbiamo effettivamente mettere in parole il grido degli oppressi; la nostra attenzione deve essere rivolta ai poveri, ai perduti, ai soli, agli emarginati, agli esclusi. Forse conoscete la storia di San Lorenzo: quando i soldati romani vennero ad arrestarlo durante la persecuzione di Diocleziano nel 304 D.C. e pretesero di vedere le ricchezze della Chiesa, Lorenzo li portò in strada e mostrò loro i poveri, gli storpi e gli zoppi. 'Ecco il nostro oro' disse loro. È una bella risposta, ma il risultato è che lo fecero “cuocere” sulla piastra! All'inizio di quest'anno mi hanno mandato questo messaggio; mi ha fatto ridere, ma è un vero promemoria per non essere a proprio agio di fronte all'ingiustizia. E' questo che dovrebbe spezzarmi il cuore. QUEST'ANNO VOGLIO ESSERE PIU' SIMILE A GESU': uscire con i peccatorifar arrabbiare le persone religioseraccontare storie che fanno rifletterescegliere amici impopolariessere gentile, amorevole e misericordiosofare pennichelle sulle barche Un modo in cui possiamo essere più simili a Gesù è di avere il cuore aperto. Il suo sguardo era sempre d'amore, la sua postura era sempre di benvenuto, il suo cuore era sempre pronto a dare una possibilità alle persone. “Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. Allora, per vederlo, corse avanti e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abraamo...” (Luca 19:1-9) Zaccheo era un esattore delle tasse peccaminoso e disprezzato dalla folla. Ma era la persona che Gesù vide e chiese di rimanere nella sua casa. Noi siamo Zaccheo e tuttavia siamo anche la folla. Ci sono momenti nella nostra vita in cui possiamo tendere alla critica, giudicando le persone in modo stereotipato in base a criteri mondani. Ci sono anche momenti nella nostra vita in cui sappiamo di aver sbagliato, e abbiamo bisogno di pentirci - Gesù deve venire a casa nostra. Lui è l'unica persona che vede noi e la nostra vera natura e può trasformarla. Zaccheo divenne l'opposto di quello che era stato per tutta la sua vita: aveva aperto suo cuore. Ma a volte, invece di avere il cuore aperto, abbiamo il cuore duro, sia per la nostra paura e insicurezza, sia per il dolore, la rabbia, la delusione causata da altre persone, o semplicemente perché non abbiamo tempo per le persone che non ci piacciono. A volte dimentichiamo che la nostra salvezza non è solo per noi. Siamo destinati ad avere il cuore aperto per uno scopo. “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra (=un cuore duro) e vi darò un cuore di carne. ( =un cuore tenero e aperto)” (Ezechiele 36:26) Un cuore aperto non sente l'obbligo di autoproteggersi o di darsi delle arie. Un cuore aperto non vede alcun vantaggio nell'indossare una maschera o nel costruire un muro. Un cuore aperto sa di essere nascosto con Cristo in Dio, quindi non c'è più nulla da nascondere. Un cuore aperto emana grazia. Un cuore aperto è generoso con i suoi affetti. Un cuore aperto segue le sue passioni a pro del Vangelo. Un cuore aperto è ospitale con le gioie e i dolori degli altri. Si rallegra con chi si rallegra e piange con chi piange. Un cuore aperto si siede assieme all'altro e non controlla l'orologio. Ammorbidisci i nostri cuori, Signore, così che possiamo amarti con tutto il nostro cuore, la nostra mente, la nostra forza e la nostra anima e il nostro prossimo con tutto ciò che abbiamo. Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
San Gennaro (272-305) – Un vescovo, un martire, un santo, ma soprattutto un salvatore miracoloso. Con una vita che si perde nelle nebbie del tempo e della leggenda, rimane una presenza più che mai reale nell'esistenza e nella storia di una intera città, Napoli. Una delle reliquie più famose della cristianità, il suo sangue miracoloso, attraversa le epoche tra devozione e contestazione,scienza e superstizione, senza mai perdere di fascino, potenza magica e valore religioso fino ai giorni presenti e, sicuramente, conservandoli in quelli futuri.
In questo audio il prezioso incontro con Alberto Fiz Critico curatore Mariolina Bassetti Christie's Head of Europe, un intenso dialogo fra arte e mercato, su scala internazionale, dalla storia alle innovazioni attuali.L'intervista è nel progetto Contemporaneamente a cura di Mariantonietta Firmani, il podcast pensato per Artribune. In Contemporaneamente podcast trovate incontri tematici con autorevoli interpreti del contemporaneo tra arte e scienza, letteratura, storia, filosofia, architettura, cinema e molto altro. Per approfondire questioni auliche ma anche cogenti e futuribili. Dialoghi straniati per accedere a nuove letture e possibili consapevolezze dei meccanismi correnti: tra locale e globale, tra individuo e società, tra pensiero maschile e pensiero femminile, per costruire una visione ampia, profonda ed oggettiva della realtà.Aberto Fiz e Mariolina Bassetti ci regalano un acceso dibattito dove arte è ricerca narrazione del pensiero, e mercato è parte della storia dell'arte, supporto necessario alla ricerca. La passione per il contemporaneo cresce man mano che approfondiamo la conoscenza dell'arte anche storica. L'arte è passione e dunque cresce anche in un ambito di condivisione e amicizia con gli stessi clienti. L'asta determina il prezzo di mercato, sempre nell'ambito di intrinseci meccanismi economici. Il mercato dell'arte si sposta verso l'Asia dove c'è enorme liquidità, forte trend di crescita, notevole incremento di nuovi ricchi nei settori: digitale, farmaceutico, lusso. È interessante notare che si è abbassata di molto l'età media dei compratori di opere d'arte. Parimenti, pur nella necessità di approfondire il nuovo, lo svilimento della dialettica culturale, tra followers e influencers, porta ad una omologazione pericolosamente totalizzante. Al contrario, l'arte contemporanea di tutti i tempi ha sempre segnato un momento di rottura. In Italia il collezionismo privato sopperisce in un certo senso alla fruibilità dell'arte quando carente nelle istituzioni pubbliche. Tra nord e sud la differenza sta nella disponibilità di situazioni pregresse, che aprono a nuove possibilità, ed un pubblico più consapevole e sensibile. La società ha bisogno di dare più spazio alla ricerca artistica e nuova dignità alla formazione scolastica. E molto altroASCOLTA L'AUDIO!BREVI NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORIAlberto Fiz critico d'arte, curatore di mostre e giornalista specializzato in arte e mercato dell'arte. Autore di oltre 100 progetti scientifici di giovani artisti e maestri classici svolgendo ruoli di direzione e di consulenza artistica per amministrazioni e enti pubblici. Con un'ampia attività pubblicistica e saggistica, ha ricoperto ruoli di direzione e di consulenza artistica per amministrazioni e enti pubblici. Già direttore artistico del museo MARCA di Catanzaro, collabora con la Regione Autonoma Valle d'Aosta e con numerose altre istituzioni. Autore del progetto “Intersezioni” Parco Archeologico di Scolacium e Parco Internazionale della Scultura di Catanzaro, ora collezione pubblica, tra le più importanti del Mezzogiorno. Inoltre ha collaborato con la Soprintendenza Speciale di Roma con cui ha organizzato mostre in aree archeologiche quali le Terme di Diocleziano, il Palatino e le Terme di Caracalla. Nel 2020, ha inaugurato il nuovo spazio XNL di Piacenza, con la mostra “La Rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo”, presentando 170 opere, da 18 collezioni private. Membro del comitato scientifico della Fondazione Rotella, ha contribuito alla riscoperta critica di movimenti artistici di primaria importanza come la Pittura Analitica. Accanto all'attività critica, si interessa di problematiche legate al collezionismo ed è art advisor di Intesa Sanpaolo Private Banking. Collabora con Arte e Milano Finanza.Mariolina Bassetti laurea in letteratura francese presso l'Università la Sapienza di Roma, nel 1987 approda in Christie's conducendo una brillante carriera. Nel 1995 assume il ruolo di Responsabile italiana del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea. Nel dicembre del 2018 è nominata Chairman of Continental Europe per il dipartimento di Post-War and Contemporary Art, dove elabora una nuova strategia generale. Propone infatti: un piano di crescita del business, acquisizione di nuovi clienti, formazione e assunzione di nuovi talenti nel team. Anno dopo anno la figura di Mariolina Bassetti è stata fondamentale nella curatela e il consolidamento dell'arte italiana nel mondo. Dirige l'Italian Sale, Sin dalla nascita nel 1999, unico appuntamento annuale internazionale dedicato interamente all'arte italiana del XX secolo. L'asta raggiunge 4 milioni di sterline nel 2001. Nella sede King Street di Londra, nel 2007, vende la collezione Tettamanti, ancora considerata la più importante collezione privata italiana, d'arte moderna e contemporanea, mai venduta in un'asta. Nel 2015 Italian Sale raggiunse il record di vendite realizzando 43 milioni, evento che rese Christie's nuova leader di questo segmento di mercato. In aggiunta alla precedente carica di International Director del dipartimento di Post-War & Contemporary Art, nel 2011 diventa presidente di Christie's Italy. Membro del Global Executive Committee, dal 2013, redige pian strategici per il dipartimento e conduce iniziative per i clienti, nelle aree chiave del collezionismo europeo. Nei trenta quattro di carriera ini Christie's, ha curato molti memorabili capolavori e inestimabili collezioni, grazie alla capacità di instaurare relazioni solide con i clienti. Ascesa inarrestabile contraddistinta da una profonda conoscenza del mercato dell'arte e scandita da successi memorabili con la vendita di capolavori. Ricordiamo: “Nu Couché” di Amedeo Modigliani $170 milioni nel 2015, l'asta “Eyes Wide Open: An Italian Vision” che ha totalizzato oltre £38 milioni nel 2014. Ultimamente ha coordinato la vendita record per l'opera di Alighiero Boetti, Sottrazione, in asta a maggio 2021.
I santi Cosma e Damiano, che il calendario tradizionale ricorda il 27 settembre, sono i celebri medici, originari di Egea, in Cilicia, attuale Turchia, sul Golfo di Alessandretta. I due fratelli gemelli nacquero nel 260 circa e morirono martiri a Cirro, nel 303. Secondo la tradizione, Cosma e Damiano si trovarono a far parte della prima generazione di martiri sotto l'impero di Diocleziano.
I santi Cosma e Damiano, che il calendario tradizionale ricorda il 27 settembre, sono i celebri medici, originari di Egea, in Cilicia, attuale Turchia, sul Golfo di Alessandretta. I due fratelli gemelli nacquero nel 260 circa e morirono martiri a Cirro, nel 303. Secondo la tradizione, Cosma e Damiano si trovarono a far parte della prima generazione di martiri sotto l'impero di Diocleziano.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=174MOLTE IMPRECISIONI STORICHE E LA QUASI ASSENZA DI SAN JOSEMARIA di Rino CammilleriL'indomani dell'Assunta, cioè il 16 agosto, in prima serata Rai3 ha mandato in onda l'atteso (non da tutti, ovviamente) film There be dragons del famoso regista Roland Joffé. Perché atteso (non da tutti)? Perché parla di san Josemaría Escrivá de Balaguer, il fondatore dell'Opus Dei. Roland Joffé, inglese di origine francese, ha al suo attivo titoli strepitosi e premiati come Mission e Urla del silenzio (due nomination agli Oscar e una Palma d'Oro a Cannes). Joffé ha senza dubbio il merito di aver portato sullo schermo due episodi storici che il politicamente corretto avrebbe preferito non prendere in considerazione.MISSION (1986) E URLA DEL SILENZIO (1984)Con Mission (1986, cast di eccellenze come Robert De Niro, Jeremy Irons e Liam Neeson, musiche di Ennio Morricone) trattò della cacciata dei gesuiti dalle reducciónes del Paraguay. I gesuiti, strano a dirsi, ci facevano una bella figura; non così la Chiesa, mostrata come prona alle prepotenze delle corone spagnola e portoghese. I veri responsabili della distruzione delle reducciónes allo scopo di sfruttare gli indios erano, però, i primi ministri illuministi di quelle corone, come il portoghese Pombal. Di lì a poco, infatti, il Papa fu addirittura costretto ad abolire la Compagnia di Gesù, onde evitare guai peggiori (cioè, scismi). Di solito a chi storce il naso viene replicato che una fiction non è un documentario, così come un romanzo storico non è un saggio di storia. Vero, però nessuno impedisce a una fiction di discostarsi dalla vulgata corrente, così come ha fatto, per esempio, Mel Gibson col suo Apocalypto (2006): fiction, sì, però mostrava la verità storica dei sacrifici umani tra i Maya. Infatti, Gibson si attirò gli strali dell'intelligentzija liberal, scavandosi vieppiù quella fossa che si era aperta sotto ai piedi con Passion. Film in cui, com'è noto, aveva osato discostarsi dalla new wave che vuole i Romani quali veri responsabili dell'esecuzione di Gesù.Joffé nel 1984 con Urla del silenzio aveva sollevato il velo di omertà sul genocidio dei cambogiani da parte dei khmer rossi del regime di Pol Pot. Anche qui, star come John Malkovich, Julian Sands e Mike Oldfield alle musiche. Epperò, alla fine lo spettatore ricava l'impressione che, se gli americani non avessero esteso i bombardamenti al Laos e alla Cambogia nel corso dell'escalation della guerra in Vietnam, il genocidio non sarebbe avvenuto. Anzi, in una scena il protagonista, impersonato da Sam Waterston, lo dice chiaramente. Insomma, Joffé sembra ogni volta dare un colpo al cerchio e uno alla botte, quasi fosse, sì, tentato dai temi politicamente scorretti, ma poi, in corso d'opera, gli mancasse il coraggio di andare fino in fondo. Così, alla fine, i suoi film sono belli, fastosi e premiati, ma storicamente dei pastrocchi che, volendo accontentare tutti, finiscono per non far contento nessuno.THERE BE DRAGONS - UN SANTO NELLA TEMPESTA (2011)Ed eccoci a There be dragons del 2011. Anche qui, bel cast: Charlie Cox, Wes Bentley, Olga Kurylenko, con un cameo di Jordi Mollá. Nelle locandine internettiane si dice che il film ripercorre la vita del giovane sacerdote fondatore dell'Opus Dei sullo sfondo della guerra civile spagnola, fino alla sua fuga ad Andorra. Se si guarda il film, però, si scopre che il plot della storia è un altro, e che il santo c'entra di sguincio, tanto che, se le scene che lo riguardano venissero eliminate, la storia non ne soffrirebbe più di tanto. Già il fatto che, a soli due anni dall'uscita sugli schermi, il film sia stato trasmesso dalla nostra terza rete televisiva nazionale, quella appaltata alla sinistra fin dai tempi di Berlinguer, avrebbe dovuto indurre al sospetto.E, infatti, nel film poco si parla del massacro sistematico dei preti da parte dei rojos, giusto quanto basta per giustificare la fuga di Escrivá. Ma si avverte subito che i miliziani rojos, poverini, vi erano stati costretti dal fatto che la Chiesa spagnola si era schierata coi nazionalisti di Franco.Ora, i libri di storia dicono che:a) le uccisioni di preti, frati e suore, gli incendi di chiese e distruzione di archivi e opere d'arte sacra cominciarono nel 1934 nelle Asturie,b) la guerra civile scoppiò il 18 luglio 1936,c) la Chiesa spagnola si schierò con Franco nel 1937, solo dopo che i massacri sistematici del clero e dei cattolici nella zona controllata dai rojos avevano raggiunto il parossismo, in quella che lo storico inglese Hugh Thomas (liberale e filo-repubblicani spagnoli) definì «la più grande persecuzione di cristiani dai tempi di Diocleziano».Nella fiction di Joffé i repubblicani sono i buoni, e i nazionalisti i cattivi, questi ultimi per giunta aiutati, colmo dell'orrore, dai fascisti italiani e dai nazisti tedeschi. Il cattivo dei cattivi è il protagonista, infiltrato nel campo repubblicano e responsabile di omicidi di innocenti, sabotaggi e quant'altro. Addirittura, il pessimo incolpa di spionaggio la ragazza di cui è innamorato per vendicarsi di esserne stato respinto. Il padre di costui era anche peggiore, essendo un bieco capitalista che sfruttava gli operai affamati. Il fetente pare convertirsi solo un attimo prima di morire di vecchiaia e solo perché Escrivá era stato un suo amico d'infanzia.Voi chiederete a questo punto: e che c'entrano i dragoni? Mah, all'inizio del film si vede un'antica mappa, forse d'epoca romana, di quelle in cui l'Africa sahariana era lasciata in bianco (perché inesplorata) con la scritta «Hic sunt leones». Qui ci stanno i leoni. Non i draghi. Boh. Quest'ultima interiezione è anche ciò che si forma nella mente dello spettatore quando compare la scritta «Fine» e scorrono i nomi dei partecipanti a vario titolo all'opera. La musica appartiene a tali Robert Fox e Stephen Warbeck, e infastidisce senza posa per le due ore del film, non cessando nemmeno quando ci sono i dialoghi. Gli appartenenti all'Opus Dei si rassegnino. Il film sulla vita del loro fondatore è meglio che se lo facciano da soli. I mezzi li hanno.
Ancora in viaggio nell'avvincente Croazia.Se avete ascoltato la puntata precedente, dove ho raccontato i primi quattro giorni del mio tour tra le città croate, vi ricorderete che ci siamo lasciati con l'ultima notte a Spalato e con quel capolavoro assoluto del Palazzo di Diocleziano.Il quinto giorno ci aspettavano circa tre ore di tragitto e poco più di 200 chilometri per raggiungere la meta più distante del nostro itinerario: Dubrovnik, in italiano chiamata anche Ragusa.Fortunatamente quella mattina Roberto ci aveva graziati: niente chiavi perse o documenti dimenticati.La nostra tabella di marcia era salva e Davide era in posizione, al volante della sua auto, per portarci nella “Perla dell'Adriatico”.Quindi, se siete avete voglia di ascoltarmi, continuo il racconto della mia Croazia on the road!
La storia del distretto di Fatih, nucleo storico di Istanbul corrispondente de facto all’antica Costantinopoli Seguite tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni , per articoli e podcast visitate il nostro sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo". Vuoi avere tutto in unico posto? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorni Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente
Marco Cappelli"Per un pugno di barbari"Come Roma fu salvata dagli imperatori soldatiSolferino LibriL'Impero romano è a pezzi, diviso in tre parti. I barbari saccheggiano impunemente le sue città e province, le pestilenze falcidiano la sua popolazione, l'inflazione galoppante distrugge la sua economia. Un imperatore debole siede nella sua capitale in Nord Italia, sempre più impotente di fronte alle tempeste della storia. Dei capi semibarbari sono pronti a rimpiazzarlo con un colpo di Stato militare. Il grande regno dei Cesari pare destinato al tramonto.L'anno non è però il 476 e questa non è la storia di come Roma cadde, ma di come seppe reagire al suo declino, e di come fu salvata da un gruppo di rozzi militari, gli imperatori illirici. Marco Cappelli, autore di uno dei podcast di storia più seguiti, racconta la grande parabola della discesa di Roma negli inferi della crisi del terzo secolo e della sua successiva, miracolosa rinascita sotto Aureliano e Diocleziano, tra battaglie e colpi di scena, grandi protagonisti e rivolgimenti sociali. Con grande verve narrativa e un resoconto dettagliato e avvincente, ci accompagna in uno dei periodi della storia romana tra i più affascinanti e meno conosciuti.Marco Cappelli, 40 anni, è nato in Abruzzo, si è laureato in Bocconi e lavora a Bruxelles nel marketing di un'azienda americana. Ma la sua grande passione da sempre è la storia, che non ha mai smesso di studiare e che lo ha portato a dar vita a un podcast di grande successo con l'ambizione di narrare non solo grandi personaggi ed eventi ma anche l'evoluzione di economia, società e cultura del nostro Paese con un linguaggio diretto e accattivante.Podcast "Storia d'Italia"https://podcasts.apple.com/it/podcast/storia-ditalia/id1439844570Podcast che ripercorre la lunga e complessa storia italiana, da Costantino fino ai nostri giorni, passando per il tardo impero, la tarda antichità, l'alto medioevo, l'Italia dei comuni e delle signorie, il rinascimento, i secoli delle dominazioni spagnolaIL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaNulla vi è più difficile del governare bene.Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, nato Diocle (Salona, 22 dicembre 244 – Spalato, 313), governò dal 20 novembre 284 al 1º maggio 305 col nome imperiale di Cesare Gaio Aurelio Valerio Diocleziano Augusto Iovio. Con il suo avvento ebbe fine il periodo noto come “crisi del terzo secolo”, caratterizzato da una forte instabilità protrattasi per quasi un cinquantennio e che vide succedersi un elevato numero di imperatori la cui ascesa e permanenza al potere dipese esclusivamente dalla volontà dell'esercito. Mise in atto una serie di profonde riforme politiche e amministrative, tra cui quella della tetrarchia, dividendo la gestione amministrativa tra due imperatori, detti Augusti, che governavano l'Oriente e l'Occidente dell'Impero, alle dipendenze dei quali vi erano due imperatori in sottordine, i Cesari, candidati alla loro successione. Subito dopo la propria abdicazione Diocleziano dovette assistere impotente al crollo del sistema tetrarchico. Lo spostamento della capitale a Costantinopoli e la perdita dell'unità dell'Impero avrebbero portato alla definitiva disgregazione dell'Impero Romano d'Occidente.Il ciclo di podcast è curato da Iole Fargnoli, professore ordinario di Diritto Romano e Diritti dell'Antichità all'Università degli Studi di Milano La Statale. - I protagonisti della Roma Imperiale. Successi e fallimenti militari e politici (Prima parte). - Diocleziano, il Dominato e la fine dell'Impero Romano d'Occidente (Seconda parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaNulla vi è più difficile del governare bene.Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, nato Diocle (Salona, 22 dicembre 244 – Spalato, 313), governò dal 20 novembre 284 al 1º maggio 305 col nome imperiale di Cesare Gaio Aurelio Valerio Diocleziano Augusto Iovio. Con il suo avvento ebbe fine il periodo noto come “crisi del terzo secolo”, caratterizzato da una forte instabilità protrattasi per quasi un cinquantennio e che vide succedersi un elevato numero di imperatori la cui ascesa e permanenza al potere dipese esclusivamente dalla volontà dell'esercito. Mise in atto una serie di profonde riforme politiche e amministrative, tra cui quella della tetrarchia, dividendo la gestione amministrativa tra due imperatori, detti Augusti, che governavano l'Oriente e l'Occidente dell'Impero, alle dipendenze dei quali vi erano due imperatori in sottordine, i Cesari, candidati alla loro successione. Subito dopo la propria abdicazione Diocleziano dovette assistere impotente al crollo del sistema tetrarchico. Lo spostamento della capitale a Costantinopoli e la perdita dell'unità dell'Impero avrebbero portato alla definitiva disgregazione dell'Impero Romano d'Occidente.Il ciclo di podcast è curato da Iole Fargnoli, professore ordinario di Diritto Romano e Diritti dell'Antichità all'Università degli Studi di Milano La Statale. - I protagonisti della Roma Imperiale. Successi e fallimenti militari e politici (Prima parte). - Diocleziano, il Dominato e la fine dell'Impero Romano d'Occidente (Seconda parte).A cura di Deborah Natale. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Marianna VianelloFondatrice e CEO "Kid Pass"https://kidpass.it/Kid Pass Days 2021100 eventi in 100 spazi culturali da tutta Italia. Appuntamenti online e in presenza, per festeggiare insieme la ripartenza della culturaIn arrivo un nuovo weekend dedicato alle famiglie: il 15 e 16 maggio 2021 musei, palazzi e parchi d'Italia ospitano la più grande rassegna di eventi per bambiniKID PASS DAYS 2021: 100 EVENTI IN 100 SPAZI CULTURALI DA TUTTA ITALIA. APPUNTAMENTI ONLINE E IN PRESENZA, PER FESTEGGIARE INSIEME LA RIPARTENZA DELLA CULTURAIn arrivo la settima edizione della grande maratona nazionale di appuntamenti per scoprire l'arte, la storia, la cultura e la scienza, a misura di bambino.Iniziative a Milano, Roma, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e in tante altre città italiane È in arrivo la settima edizione di Kid Pass Days, la più grande maratona di eventi dedicati alle famiglie che si terrà nel weekend del 15 e 16 maggio 2021. Dopo la speciale edizione tutta digitale dello scorso anno, l'edizione 2021 sarà sia in presenza, con laboratori e visite guidate, sia digitale, con speciali contenuti a portata di smartphone, tablet, pc e smart tv, appuntamenti in diretta streaming e sui social. Sono oltre 100 gli appuntamenti in 100 spazi culturali italiani, tra i più importanti musei, palazzi storici e parchi d'Italia, uniti in un programma che coniuga l'alto valore educativo e culturale ad un apprendimento all'insegna del gioco e del divertimento.Una nuova pioggia di adesioni per la più grande rassegna di eventi di edutainment in Italia che, in questo particolare anno, diventa un modo per ripartire tutti insieme attraverso la cultura, con un invito a provare nuove attività che avvicinano all'arte, alla scienza e alla tecnologia. Sono tre le aree tematiche da esplorare, per tutti i gusti e le età: Piccoli Artisti; I love History; A tutta Scienza. Gli eventi che animeranno le città andranno da Trento a Palermo, passando per Milano, Torino, Genova, Venezia, Firenze, Bologna, Roma, Napoli e tanti altri centri. In programma anche un appuntamento tutto digitale: lo Special Live Day che andrà in onda il 16 maggio, dalle ore 10.00 alle 18.00. La maratona streaming inaugurerà con la riapertura di Città della Scienza di Napoli e l'intervento del presidente prof. Riccardo Villari, per poi condurre i piccoli spettatori tra le sale del Museo del Novecento e del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. In diretta anche un laboratorio sul paesaggio campestre curato da Raccolta Lercaro di Bologna e una speciale lezione su come estrarre i colori della natura insieme ad Aboca Museum di Sansepolcro. Parte da Torino il viaggio nel tempo dal Medioevo al Settecento, con Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso e la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia i piccoli spettatori potranno conoscere un vero alchimista grazie all'autrice Stella Nosella. Infine, un viaggio virtuale oltremanica per conoscere il Museum of London insieme a Pingu's English Italia e fino alla Genova del 1500 con l'Orto della Cultura con l'autrice de L'Orlando avventuroso - La congiura dei Fieschi, Federica Saini.Alcuni dei protagonisti e delle attività di Kid Pass Days: vivace la proposta di Milano, che vede per la prima volta la partecipazione del PAC – Padiglione Arte Contemporanea, insieme al Museo di Storia Naturale e del Parco Montanelli, dove i bambini scopriranno la paleontologia in gioco; al Museo Civico Archeologico avrà luogo una speciale maratona nella antica città di Milano, da concludere a colpi di quiz; tornano anche quest'anno le Gallerie d'Italia, il Museo Poldi Pezzoli e la Veneranda Fabbrica del Duomo.In diretta dalla Basilica di Superga di Torino il laboratorio per realizzare una “basilica pop-up” e dalla Pinacoteca dell'Accademia Albertina quello per creare splendide corone, da decorare con tanta fantasia, mentre dal MAO – Museo di Arte Orientale partirà il viaggio Cina tra dame, cammelli e suonatori a cavallo. In presenza a Palazzo Madama l'esperienza sensoriale de Il giardino tra le mani. Tantissime partecipazioni dalla Liguria, a Genova con Galata-Museo del Mare e il Viaggio nel Tempo con Geronimo Stilton, alla scoperta di Sua maestà la Rosa a Palazzo Reale, delle Storie di dame, dogi, cardinali, condottieri, uomini di potere tra i dipinti di Palazzo Spinola e tra i Ricordi di Viaggio al Castello D'Albertis Museo delle Culture del Mondo. E ancora i Musei Civici, insieme al Museo d'Arte Orientale E. Chiossone, poi a La Spezia, dove sarà possibile scoprire il Museo Archeologico del Castello di San Giorgio e i Musei Civici. Un salto a Trento per scoprire il Castello del Buonconsiglio, le attività online del MUSE-Museo delle Scienze con Science Show ed esperimenti spettacolari con l'azoto liquido, e quelle sia in presenza che online per far fiorire il Giardino del Mart di Rovereto e far prendere vita ai Dinosauri di tutti i pianeti.A Venezia si celebrano i 1600 anni della città Sulle ali del leone con un'inedita guida a Palazzo Ducale e un viaggio Indietro nel tempo nel cortile di Palazzo Grimani; quiz ed enigmi attenderanno i piccoli archeologi al Museo Archeologico Nazionale con SPQR. La storia di Roma attraverso i reperti, mentre ad aspettarli al Museo d'Arte Orientale ci sono le Avventure di animali al Museo. A spasso per il centro storico con Una passeggiata misteriosa e la visita guidata per i più piccoli C'era una volta un leone con Venice Family Tours.Un tuffo nel contemporaneo e nelle mostre di Ocean Space, con The Soul Expanding Ocean #1: Taloi Havini e nello zoo di vetro di Pierre Rosenberg a Le Stanze del Vetro. Nuove, importanti adesioni dal Veneto: i Musei Civici di Treviso con Un mare di fiori per Santa Caterina, il Museo Nazionale di Villa Pisani e la Fondazione Tipoteca Italiana di Cornuda.A Bologna ci si avventurerà sin “dentro” i dipinti dei musei della città, con Genus Bononiae; a Casa Monti di Alfonsine (RA) e andare Alla scoperta del mondo delle api insieme a Mielizia. A Firenze i bambini potranno andare alla ricerca di Uno zoo in fuga al MAF- Museo Archeologico Nazionale di Firenze, vivere un'avventura a fumetti nel pre-protostorico al Parco del Mugello, partecipare a tanti appuntamenti al Museo Leonardo Da Vinci, al Museo Beato Angelico, al Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria.Ad attendere i piccoli storici a Roma ci sarà uno speciale Passaporto scoperta, per esplorare il Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano e un laboratorio per realizzare una composizione geometrica alla maniera dell'artista Victor Vasarely con Art Forum Würth Capena. Infine, un salto fino a Palermo per una visita alla GAM - Galleria d'Arte Moderna, a Palazzo Branciforte e a Villa Zito.Scopo dei #kidpassdays è diffondere l'accessibilità della cultura a misura di bambino, valorizzando eventi di qualità rivolti alla famiglia. Per questo, da sette anni i Kid Pass Days si confermano il più grande programma di edutainment d'Italia.Il progetto è reso possibile con il sostegno degli sponsor Pingu's English Italia e Mielizia e dei partner Fondazione IDIS-Città della Scienza, MUSE-Museo delle Scienze di Trento; Ocean Space; Aboca Museum; Raccolta Lercaro, Venice Family Tours e alla radio partner Radio VivaFM.KID PASS DAYS 2021 è promosso da Kid Pass e dall'Associazione Kid Pass Culture, punti di riferimento per le famiglie per vivere esperienze insieme ai più piccoli attraverso proposte, consigli, notizie sulla cultura a misura di bambino e con la nuova Piattaforma Kid Pass Edu che offre corsi per bambini online di archeologia, illustrazione, elettronica & robotica, giornalismo e molto altro.La lista dei musei partecipanti e il programma completo, in continuo aggiornamento, sono disponibili sul sito https://kidpass.it/Per informazioni:Facebook: kidpass.itInstagram: kid_pass; #kidpassdaysweb: www.kidpassdays.it IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Perchè ho scritto un libro sulla crisi del III secolo e un breve assaggio del suo contenuto!---Per acquistare il libro:1) andate in libreria! Hanno passato un anno difficile, i vostri acquisti saranno sicuramente benvenuti2) Amazon (link affiliato):https://amzn.to/33b0OsI3) Librerie Feltrinelli:https://www.lafeltrinelli.it/libri/un-pugno-barbari-come-roma/97888282060024) Mondadori store: https://www.mondadoristore.it/pugno-barbari-Come-Roma-fu-Marco-Cappelli/eai978882820600/5) IBShttps://www.ibs.it/per-pugno-di-barbari-come-libro-marco-cappelli/e/9788828206002
ARTRIBUNE PODCAST A PALAZZO ALTEMPS A ROMA Tra le quattro sedi del Museo Nazionale Romano (le altre sono Palazzo Massimo, le Terme di Diocleziano e la Crypta Balbi), Palazzo Altemps è una dimora cinquecentesca che si trova a pochi passi da Piazza Navona, e il cui primo nucleo è stato edificato per volontà di Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto IV. Nel 1568, il palazzo venne acquistato dal cardinale Marco Sittico Altemps, nipote di Papa Pio IV, che ne fa la sua dimora e sede della sua collezione di antichità. Pratesi ci conduce alla scoperta del palazzo – a partire dal suo cortile, per poi proseguire con il piano nobile e la Chiesa di Sant'Aniceto, di cui sono custodite le spoglie – e delle sue straordinarie raccolte d'arte antica: le collezioni Altemps, Boncompagni Ludovisi, Mattei, Gorga, l'Egizia.
Oggi parliamo di Diocleziano e Costantino, due imperatori che segnano l'inizio del periodo brutale conosciuto come il tardo antico. Religione, guerra, complotti: tutti gli ingredienti per una serata all'insegna della storia romana!CANALE TELEGRAM: t.me/barstoriaPAGINA INSTAGRAM: www.instagram.com/bar_storiaCeltic Impulse - Kevin MacLeod (incompetech.com)Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 Licensehttp://creativecommons.org/licenses/by/3.0/Willow and the light - Kevin MacLeod (incompetech.com)Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 Licensehttp://creativecommons.org/licenses/by/3.0/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6170SE L'AUTORITA' CIVILE VIETA LE MESSE E IL VESCOVO UBBIDISCE, COSA DEVONO FARE SACERDOTI E FEDELI?"Sine dominico non possumus". Da chi e perché è stata pronunciata questa frase e quale significato profondo è racchiuso nel termine latino dominicum, da spingere i martiri ad affrontare la morte piuttosto che rinunciarvi? Sono interrogativi che non si possono eludere se non si vuole ridurre questa espressione ad un incomprensibile slogan.Abitene era una città della provincia romana detta Africa proconsularis, nell'odierna Tunisia, situata, secondo un'indicazione di S. Agostino, a sud ovest dell'antica Mambressa, oggi Medjez el-Bab, sul fiume Medjerda.Nel 303 d.C. l'imperatore Diocleziano, dopo anni di relativa calma, scatena una violenta persecuzione contro i cristiani ordinando che "si dovevano ricercare i sacri testi e santi Testamenti del Signore e le divine Scritture, perché fossero bruciati; si dovevano abbattere le basiliche del Signore; si doveva proibire di celebrare i sacri riti e le santissime riunioni del Signore" (Atti dei Martiri, I).SINE DOMINICO NON POSSUMUSAd Abitene un gruppo di 49 cristiani, contravvenendo agli ordini dell'Imperatore, si riunisce settimanalmente in casa di uno di loro per celebrare l'Eucaristia domenicale. È una piccola, ma variegata comunità cristiana: vi è un senatore, Dativo, un presbitero, Saturnino, una vergine, Vittoria, un lettore, Emerito...Sorpresi durante una loro riunione in casa di Ottavio Felice, vengono arrestati e condotti a Cartagine davanti al proconsole Anulino per essere interrogati. Al proconsole, che chiede loro se possiedono in casa le Scritture, i Martiri confessano con coraggio che "le custodiscono nel cuore", rivelando così di non voler distaccare in alcun modo la fede dalla vita.Il loro stesso martirio si trasforma in una liturgia "eucaristica"; tra i tormenti, infatti, si possono ascoltare dalle labbra dei Martiri espressioni come queste: «Ti prego, Cristo, esaudiscimi. Ti rendo grazie, o Dio... Ti prego, Cristo, abbi misericordia». La loro preghiera è accompagnata dall'offerta della propria vita e unita alla richiesta di perdono per i loro carnefici.Tra le diverse testimonianze, significativa è quella resa da Emerito. Questi afferma, senza alcun timore, di aver ospitato in casa sua i cristiani per la celebrazione. Il proconsole gli chiede: "Perché hai accolto nella tua casa i cristiani, contravvenendo così alle disposizioni imperiali?". Ed ecco la risposta di Emerito: «Sine dominico non possumus»; non possiamo, cioè, né essere né tanto meno vivere da cristiani senza riunirci la domenica per celebrare l'Eucaristia.Il termine dominicum racchiude in sé un triplice significato. Esso indica il giorno del Signore, ma rinvia anche, nel contempo, a quanto ne costituisce il contenuto: alla Sua resurrezione e alla Sua presenza nell'evento eucaristico.UN ELEMENTO COSTITUTIVO DELL'ESSERE CRISTIANOQuesti 49 martiri di Abitene hanno affrontato coraggiosamente la morte, pur di non rinnegare la loro fede nel Cristo risorto e non venir meno all'incontro con Lui nella celebrazione eucaristica domenicale. Perché? non certamente per la sola osservanza di un "precetto", visto che solo in seguito la Chiesa stabilirà il precetto festivo. Allora, perché? Perché i cristiani, fin dall'inizio, hanno visto nella domenica e nell'Eucaristia celebrata in questo giorno un elemento costitutivo della loro stessa identità. È quanto emerge con chiarezza dal commento che il redattore degli Atti dei martiri fa alla domanda rivolta dal proconsole al martire Felice: "Se sei cristiano non farlo sapere. Rispondi piuttosto se hai partecipato alle riunioni". Ed ecco il commento: «Come se il cristiano potesse esistere senza celebrare i misteri del Signore o i misteri del Signore si potessero celebrare senza la presenza del cristiano! Non sai dunque, satana, che il cristiano vive della celebrazione dei misteri e la celebrazione dei misteri del Signore si deve compiere alla presenza del cristiano, in modo che non possono sussistere separati l'uno dall'altro? Quando senti il nome di cristiano, sappi che si riunisce con i fratelli davanti al Signore e, quando senti parlare di riunioni, riconosci in essa il nome di cristiano».Il proconsole Anulino, al termine della giornata impiegata per gli interrogatori, 12 febbraio 304, e constatato la loro professione di fede cristiana, li fece rinchiudere in carcere. Negli Atti non è riportato come morirono, ma sembra che siano stati alcuni giustiziati, altri morti di fame e torture nel carcere, comunque in tempi diversi.Nota di BastaBugie: sul processo ai martiri di Abitene si possono leggere su Wikipedia i seguenti importanti particolari. Eccoli:Il processo iniziò il 12 febbraio, davanti al proconsole Anulino. Un componente del gruppo, di nome Dativo, era senatore. Interrogato, dichiarò di essere cristiano e di aver preso parte alle riunioni dei cristiani, ma anche sotto tortura rifiutò di rivelare chi le avesse presiedute. Durante gli interrogatori l'avvocato difensore Fortunaziano, fratello di Vittoria, una degli accusati, incolpò Dativo di avere istigato lei e altre ingenue giovani a partecipare alla funzione religiosa; ma lei replicò di avere partecipato con libera volontà e piena consapevolezza. Il proconsole sospese la tortura per chiedere a Dativo se avesse preso parte alla riunione, e Dativo confermò la sua partecipazione. [...] Condotto in prigione, presto morì a causa delle torture subite.Il presbitero Saturnino, interrogato, non abiurò la sua fede nemmeno sotto tortura; il suo esempio fu seguito da tutti gli altri, uomini e donne, compresi i suoi quattro figli.Una delle risposte degli accusati è stata citata spesso. A Emerito, che aveva dichiarato che i cristiani si erano incontrati nella sua casa, fu chiesto perché avesse disobbedito all'ordine dell'Imperatore. Rispose: "Sine dominico non possumus", cioè: "Non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore". Si riferiva alla celebrazione che l'Imperatore aveva messo fuori legge, alla quale avevano deciso di partecipare anche a costo della tortura e della condanna a morte.
Il 23 aprile 303 muore San Giorgio, patrono di Ferrara. Figura la cui storia si perde nelle numerose leggende sul proprio conto, cercheremo di ricostruirne le origini, il significato dei miracoli attribuitigli e il motivo per cui molte città fluviali lo hanno scelto protettore.
Chi ha inventato il nostro calendario moderno? Quale era lo status degli ebrei nel tardo impero? Cosa è l'ebraismo rabbinico? Come cambiò la sessualità nel quinto secolo? Perché non ci fu un imperatore "barbaro"? Quale era il rapporto tra Papato e Costantinopoli? Sono solo alcune delle domande a cui rispondo in questo episodio dedicato a voi, in modo da approfondire la cultura, la società e i grandi cambiamenti portati dal quinto secolo. Non perdetelo!---Grazie ai miei Patreon:Livello Dante Alighieri: Paolo, David l’apostata, MassimoLivello Galileo Galilei: Davide, Francesco, Jacopo Toso, Riccardo, Stefano, Roger, Anna, Vitor, Pierangelo, Luigi, Antonio e GiuliaLivello Marco Polo: Dominik, Giacomo, Jacopo, Marco, David, Fabio, Francesco, Roberto, Stefano, Sergio, Fabrizio, Gianmarco, John, Luca, Gianluca, Michel Andre, Marco, Federico, Tony, Mariette, Luca, Andrea, Gabriele, Bruno, Gabriele Mazzon, Ale, Maurizio, Enrico, Federico, Leandro, Patricia, Emiliano, Alessandro, Pietro, Silvio, Nikola, Tommaso, “johnny” e Marco N. Per sostenermi su Patreon: https://www.patreon.com/italiastoria.Altre modalità disponibili sul sito: www.italiastoria.comMusiche di Riccardo Santato, "Largo" suonata da Eugene e Larissa Cherkasov
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6045IL CORONAVIRUS E I MERCENARI CHE ABBANDONANO LE PECORE di Antonio SocciSi dicevano rivoluzionari e si sono svelati tanti pavidi don Abbondio. Niente più ponti, ma muri e molto alti, invalicabili. [...]Non si vede in giro nessun san Carlo Borromeo. Tutti rintanati nelle Curie. I "medici" che avrebbero dovuto curare le anime hanno abbandonato il gregge, addirittura aderendo senza nulla obiettare al decreto governativo che sospende in tutta Italia, fino al 3 aprile, le messe con la presenza di fedeli. Un fatto senza precedenti. [...]Per la prima volta in duemila anni il paese che è il centro della cristianità resterà totalmente, e per giorni, senza messa.Un evento che potrà lasciare indifferenti atei e agnostici, ma per milioni di cattolici è un vero choc. Non solo perché vengono privati del sacrificio eucaristico proprio in una tragica situazione epidemica, nella quale più si avverte il bisogno di pregare, ma anche per quello che la messa è di per sé. Padre Pio da Pietrelcina diceva: "il mondo potrebbe stare senza sole, ma non potrebbe stare senza la Santa Messa".Un paradosso con cui il santo mistico intendeva far capire l'infinito potere di intercessione e protezione che è - per l'umanità intera - il rinnovarsi quotidiano del sacrifico di Cristo sulla croce: il grande esorcismo che protegge il mondo dal male e dall'autodistruzione.Qualcuno evoca la profezia apocalittica di Daniele che vide un giorno "abolito il sacrificio quotidiano" ed "eretto l'abominio della desolazione". Di certo è un evento traumatico per la Chiesa.C'è chi sostiene che, in base al Concordato e anche alla Costituzione, è discutibile che le generiche parole del decreto governativo possano significare abolizione delle messe. Di certo la Segreteria di Stato vaticana e la Cei non hanno neanche tentato di opporsi o discuterne.Eppure avrebbero avuto ottime ragioni. Infatti non si vede perché sospendere le messe quotidiane in tutta Italia, quando centri commerciali, bar, ristoranti e metropolitane non vengono chiusi nemmeno nelle zone rosse. Così come viaggiano treni e aerei e tutti continuano a lavorare.MESSE, PERCHÉ NO?Perché mai a messa dovrebbe essere più facile il contagio che in ufficio, in metro o al ristorante? Oltretutto alle liturgie feriali partecipano quattro gatti e possono dunque stare molto distanziati.Sembra che il governo italiano [...] abbia - a dir poco - un pregiudizio negativo sulla messa... Ma Vaticano e Cei sono perfino peggio.Infatti - se anche avessero dovuto cedere - avrebbero potuto proporre che in ogni città venissero scelte almeno alcune chiese in cui poter celebrare messe continue (diciamo ogni due ore) per mandare ai fedeli e agli italiani il messaggio di una preghiera continua di intercessione per il nostro Paese e per permettere ai partecipanti di diluirsi in tante messe e quindi presenziare fisicamente a un metro di distanza.Nelle altre parrocchie i vescovi avrebbero potuto disporre l'adorazione permanente, per tutto il giorno, ancora una volta come preghiera costante per l'Italia, contro l'epidemia.Non solo. I vescovi che sospendono le messe e chiudono le chiese avrebbero dovuto mandare sacerdoti - o meglio andare loro stessi - come presenze fisse negli ospedali a disposizione dei malati (quelli di coronavirus e gli altri) e del personale medico e infermieristico.Che testimonianza se tutti i vescovi, in questi giorni, si fossero stanziati negli ospedali. Invece no, se ne stanno rintanati nelle curie.Talvolta sprofondando nell'assurdo come il vescovo di Firenze che è arrivato a scrivere: "il provvedimento governativo... sembra in qualche modo indicare nella preghiera privata una strada per continuare a nutrire la vita spirituale".Quasi che Conte, Casalino e Speranza fossero diventati i nuovi pastori della vita spirituale dei cristiani. [...]I vescovi hanno abdicato alle loro responsabilità. Potevano lanciare una grande preghiera per l'Italia lasciando tutte le chiese aperte, anche di notte. [...]Oggi tutta l'Italia è materialmente in ginocchio eccetto chi dovrebbe essere fisicamente in ginocchio: papa, cardinali e vescovi.Il messaggio che è arrivato al popolo - se ne sia coscienti o no - è terribile: sembra che nella disgrazia e nella sofferenza sia meglio lasciar perdere Dio, perché non serve a nulla. Ma se non serve lì, non serve mai (o bisogna ricordarsene solo per firmare l'otto per mille?).LA TESTIMONIANZA DEI MARTIRI E DEI SANTIPer la prima volta da secoli in una calamità come questa è stato totalmente cancellato Dio. Per venti secoli nella nostra terra è avvenuto il contrario. Tutte le nostre città hanno chiese che sono ex voto per la fine delle pestilenze, durante le quali le città si mettevano sotto la protezione della Madonna. Oggi si cancella Dio.È una situazione inaudita, che sta disorientando del tutto i cattolici, che si sentono abbandonati da quelli che dovrebbero essere i pastori, ma che si sentono anche privati della presenza di Dio nel momento in cui più forte è il bisogno di affidarsi e pregare. [...]La messa custodisce il vero tesoro della Chiesa e non saperlo difendere significa annientare la Chiesa.Nel Catechismo della Chiesa cattolica, voluto da Giovanni Paolo II e dal card. Ratzinger, si legge: " 'Senza la domenica non possiamo vivere' diceva il sacerdote e martire Saturnino all'inizio del secolo quarto, durante una delle più feroci persecuzioni anticristiane, quella di Diocleziano nel 304 d.C. Accusato di aver celebrato l'Eucaristia per la sua comunità, Saturnino ammette senza reticenza: 'Senza l'Eucaristia non possiamo vivere'. E una delle martiri aggiunse: 'Sì, sono andata all'assemblea e ho celebrato la cena del Signore con i miei fratelli, perché sono cristiana' ".La Chiesa ha sempre indicato come esempio la loro testimonianza. E oggi? Il problema è il venir meno della fede e la dimenticanza di Cristo.C'è una domanda di Gesù, nel Vangelo, che faceva riflettere Paolo VI. Dove chiede: "Quando il Figlio dell'uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?" (Lc 18, 8).In Italia, per ora, sì. [...] Nelle curie la ricerca sarebbe molto più faticosa e forse senza esito.Nota di BastaBugie: diversi parroci in tutta Italia hanno cercato di stare vicini ai fedeli in questo momento particolare trovando soluzioni possibili senza disobbedire alla legittima autorità.C'è chi si fa trovare più spesso del solito al confessionale e dopo la confessione propone immediatamente la comunione fuori dalla Messa, c'è chi espone il Santissimo Sacramento in chiesa (almeno la domenica) affinché la preghiera personale sia comunque una preghiera fortemente eucaristica (in attesa di poter partecipare di nuovo la Santo Sacrificio), c'è chi è sempre a disposizione per i fedeli per benedire le loro bottigliette d'acqua che poi portano a casa per utilizzarle come sacramentale.Insomma problemi nuovi trovano soluzioni antiche che hanno sempre aiutato spiritualmente il popolo cristiano a superare i momenti di difficoltà.Scriveteci le idee più originali che vedete applicare dai vostri pastori. Pubblicheremo le più significative.DOSSIER "CORONAVIRUS"Per vedere tutti gli articoli, clicca qui! Titolo originale: Contro il Covid2019 dovevano bloccare l'Italia e invece hanno sospeso le MesseFonte: Libero, 9 marzo 2020Pubblicato su BastaBugie n. 655
Le prime comunità cristiane furono presenti in Slovenia già intorno al III secolo d.C. sotto la guida del santo vescovo Vittorino di Ptuj (Petovio), che subì il martirio sotto l’imperatore Diocleziano. Da allora il Vangelo è stato recepito a tappe dalle popolazioni slave, sino a quando i santi Cirillo e Metodio riuscirono a creare per la prima volta un ponte tra cultura latina e bizantina.
Per festeggiare i 30 episodi di "Storia d'Italia" una puntata speciale: una intervista a Giuseppe Concilio, storico di professione, divulgatore per passione e gestore/editore di una delle più importanti pagine di storia in italiano della rete: "Storie Romane".Con Giuseppe parleremo del quinto secolo, di tre grandi generali Romani e di tre grandi Re barbari protagonisti delle grandi migrazioni del quinto secolo, delle cause della caduta dell'Impero d'occidente e delle possibili cure che ne avrebbero potuto evitare la fine. Di monete e di religione, di imperatori del passato e di imperatori e papi del futuro. Un compendio indispensabile al quinto secolo e per inserire meglio le puntate della narrazione principale nel loro contesto di lungo periodo. -----------Link alle varie pagine "Storie Romane":Sito web: www.storieromane.itFacebook: https://www.facebook.com/storieromaneInstagram: https://www.instagram.com/storieromane/Twitter : https://twitter.com/storieromaneTumblr: https://www.tumblr.com/blog/storieromaneTelegram: t.me/storieromane---Per diventare miei mecenati: www.patreon.com/italiastoria. Altre modalità disponibili sul sito www.italiastoria.com
I Goti, hanno subito nel 376 dopo cristo una terribile sconfitta da parte dei Borg, pardon, degli Unni. Per non finire assimilati molti di loro sono fuggiti verso il Danubio, chiedendo asilo e soccorso ai Romani. Dall’altro lato del fiume i soldati dell’Impero si agitano nervosamente mentre due popoli numerosi e bellicosi si accampano sulle rive del grande fiume, con tutti i loro figli e le loro famiglie.Ma chi sono questi soldati romani? Come vivono e combattono? Chi sono i loro ufficiali? Immagino pensiate di conoscerli: solidi soldati romani ricoperti di acciaio, armati di scudo e gladio, inquadrati in legioni di 5-6 mila uomini, divise a loro volta in centurie e coorti. Soldati abituati a combattere a piedi e al comando di Centurioni con una specie di scopettone in testa.Eppure l'esercito del tardo impero era molto, molto diverso da quello che siamo solito immaginarci quando pensiamo ai Romani. Ahimè è anche meno conosciuto, visto che era una organizzazione per certi versi molto più complessa dell’esercito del principato, ed assai meno nota. Impariamo a conoscerlo meglio prima che Goti, Alemanni, Franchi, Svevi, Burgundi, Vandali e Unni ci si infrangano contro.---Per diventare miei mecenati: www.patreon.com/italiastoria. Altre modalità disponibili sul sito www.italiastoria.com
Vorrei celebrare l'episodio 10, per me un importante "milestone", con la prima intervista della mia vita! Al microfono Luigi Gaudio, il decano dei podcaster italiani di storia. Luigi è un vulcano di innovazioni: tra siti online, podcast usati come referenza da studenti liceali e universitari, youtuber. Con Luigi parleremo del quarto secolo dopo cristo, dell'impatto del cristianesimo, del mutamento dell'impero nel corso del secolo, di Costantino e Diocleziano e di molto altro ancora. ---Per diventare miei mecenati: www.patreon.com/italiastoria. Altre modalità disponibili sul sito www.italiastoria.com
28 Ottobre 312 DC, Costantino-non-ancora-il-grande va incontro al suo destino: l'impero di Roma non sarà mai più come prima.---Per diventare miei mecenati: https://www.patreon.com/italiastoria. Altre modalità disponibili sul sito www.italiastoria.com
Perchè ho deciso di narrare la Storia d'Italia e una cavalcata spericolata attraverso tre secoli di Impero Romano, da Augusto a Diocleziano. Allacciate le cinture.---Per diventare miei mecenati: https://www.patreon.com/italiastoria. Altre modalità disponibili sul sito www.italiastoria.com
The Baths of Diocletian (Latin: Thermae Diocletiani, Italian: Terme di Diocleziano) were public baths in Rome, in what is now Italy. Named after emperor Diocletian and built from 298 to 306, they were the largest of the imperial baths. The project was originally commissioned by Maximian upon his return to Rome in the autumn of 298 and was continued after his and Diocletian's abdication under Constantius, father of Constantine. See acast.com/privacy for privacy and opt-out information.
The Baths of Diocletian (Latin: Thermae Diocletiani, Italian: Terme di Diocleziano) were public baths in Rome, in what is now Italy. Named after emperor Diocletian and built from 298 to 306, they were the largest of the imperial baths. The project was originally commissioned by Maximian upon his return to Rome in the autumn of 298 and was continued after his and Diocletian's abdication under Constantius, father of Constantine. See acast.com/privacy for privacy and opt-out information.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4236SANT'ATANASIO SCONFISSE L'ERESIA ARIANA CHE RISCHIAVA DI DISTRUGGERE SUL NASCERE IL CRISTIANESIMO di Corrado GnerreL'epoca in cui visse sant'Atanasio fu di grande crisi della ortodossia, cioè della dottrina autentica. Siamo intorno al 360. In quel periodo (così come oggi) la verità cattolica rischiava di scomparire. Celebre è la frase di san Girolamo che descriveva quei tempi: «E il mondo, sgomento, si ritrovò ariano».In tale contesto, sant'Atanasio non si piegò. Egli era un giovane vescovo di Alessandria d'Egitto. Rimase talmente solo a difendere la purezza della dottrina che per quasi mezzo secolo la sopravvivenza della fede autentica in Gesù Cristo si trasformò in una diatriba tra chi era per e chi non per Atanasio.QUALCHE CENNO BIOGRAFICOEgli nacque ad Alessandria nel 295. Nel 325 presenziò al celebre Concilio di Nicea, in qualità di diacono di Alessandro ch'era vescovo di Alessandria. Concilio famoso quello di Nicea perché fu lì che venne solennemente proclamata la fede nella divinità di Cristo in quanto consustanziale al Padre. Fu lì che fu stabilita la definizione per intendere l'uguaglianza del Figlio con il Padre: homoousius, che vuol dire "della stessa sostanza". Attenzione a questa definizione (homoousius) perché questa sarà la sostanza del contendere.Torniamo alla vita di sant'Atanasio. Il 17 aprile del 328 morì il vescovo Alessandro e il popolo di Alessandria d'Egitto chiese a gran voce Atanasio come vescovo. Fu vescovo per ben 46 anni, ma furono 46 anni durissimi, 46 anni di lotta contro l'eresia ariana e contro gli ariani. Questi ovviamente rifiutavano proprio ciò che il Concilio di Nicea aveva detto di Gesù, il termine homoousius, che, come ho già ricordato, vuol dire: della stessa sostanza del Padre.STRAORDINARIAMENTE ATTUALEIl comportamento degli ariani di quel tempo è indicativo per capire quanto le vicende che toccarono a sant'Atanasio siano straordinariamente attuali. Sant'Ilario di Poitiers (315-367) racconta che gli ariani ebbero sempre la scaltrezza di rifiutare ogni scontro dogmatico in merito alla questione della natura di Gesù perché sapevano che le loro tesi non potevano essere fondate sulla Tradizione né sul magistero definito. Si limitavano a fare ciò che solitamente fa chi non sa controbattere in una discussione: invece di rispondere sugli argomenti, calunnia. La discussione dottrinale veniva spesso trasformata in conflitto su questioni personali. Il povero sant'Atanasio fu accusato delle più grandi nefandezze: di aver imbrogliato, di aver violentato una donna, di aver ucciso, di minare all'unicità della Chiesa. Una tecnica che non passa mai di moda. D'altronde il demonio è sempre lo stesso e ha sempre la stessa monotona fantasia.Gli ariani però non si limitarono a questo. Operarono anche con grande astuzia. Prima di tutto cercarono di occupare quante più sedi episcopali e poi lanciarono quello che successivamente è stato definito come semiarianesimo. Altra tecnica tipica delle eresie: una volta condannate, riemergono proponendo un compromesso tra la verità e l'errore. Gli ariani propagandarono la necessità di sostituire il termine stabilito dal Concilio di Nicea, homoousion, con il termine homoiousion. Differenza di una sola lettera, minimale, ma che cambiava tutto. Infatti, il primo termine (homoousion) significa "della stessa sostanza", il secondo termine (homoiousion) significa "simile in essenza". Traducendo si capisce quanto la differenza non sia di poco conto.L'ERRORE DELLA MAGGIORANZA DEI VESCOVIMentre molti vescovi si lasciarono convincere da questo compromesso terminologico, che era cedimento sulla Dottrina, sant'Atanasio tenne fermo, resistette come un leone. Subì l'esilio per almeno cinque volte, ma non cedette. E - come si suol dire - non era tipo che la mandasse a dire né che parlasse alle spalle. Si sentiva il dovere di difendere le anime per cui non lesinò un linguaggio polemico per mostrare a tutti quanto fossero in errore e quanto fossero pericolosi i semiariani, che invece agli occhi di molti sembravano innocui.Se la prendeva anche con chi voleva accettare il compromesso dottrinale. Sentite cosa diceva a riguardo: «Volete essere figli della luce, ma non rinunciate ad essere figli del mondo. Dovreste credere alla penitenza, ma voi credete alla felicità dei tempi nuovi. Dovreste parlare della Grazia, ma voi preferite parlare del progresso umano. Dovreste annunciare Dio, ma preferite predicare l'uomo e l'umanità. Portare il nome di Cristo, ma sarebbe più giusto se portaste il nome di Pilato. Siete la grande corruzione, perché state nel mezzo. Volete stare nel mezzo tra la luce e il mondo. Siete maestri del compromesso e marciate col mondo. Io vi dico: fareste meglio ad andarvene col mondo ed abbandonare il Maestro, il cui regno non è di questo mondo».Nel 335 a Tiro, in Palestina, fu convocato un sinodo per dirimere la controversia e dunque per decidere quale atteggiamento avere nei confronti di ciò che affermava sant'Atanasio. Il concilio definì il vescovo di Alessandria con questi termini: "arrogante", "superbo" e "uomo che vuole la discordia". Il papa Giulio I (?-352) cercò di difenderlo, ma poi di lì a non molto morì e il povero sant'Atanasio fu nuovamente attaccato.Intanto anche il potere politico si accaniva contro di lui: l'imperatore Costanzo l'odiava. Fu convocato un concilio ad Arles e qui si costrinsero i vescovi a sottoscrivere una condanna di sant'Atanasio. Chi si opponeva difendendolo veniva mandato in esilio, fu il caso di Paolino di Treviri. Stessa sorte toccò anche al Papa legittimo Liberio (?-366), che venne sostituito da un antipapa, Felice.LA CADUTA DI PAPA LIBERIO E LA COERENZA DI ATANASIOFu allora che accadde ciò che viene ricordato come "caduta" di un Papa. Liberio, per ottenere il potere e tornare a Roma come papa legittimo, decise anch'egli di accettare l'ambigua definizione semiariana, eppure fino ad allora si era distinto per una convinta definizione dell'homoousius del Concilio di Nicea.Altri concili segnarono il trionfo dell'eresia: quelli non ecumenici di Rimini e di Seleucia, siamo nel 359. Ma era prevedibile che per come era stato trattato sant'Atanasio e soprattutto per come era stata rinnegata la vera Fede il castigo fosse alle porte. All'imperatore Costanzo, morto nel 360, successe Giuliano detto "l'apostata" (330-363), che arrivò a ripudiare il battesimo cercando di restaurare il paganesimo.Non passò molto tempo e il nuovo imperatore Valente, così come il nuovo Papa Damaso, capirono che sant'Atanasio aveva ragione e lo riabilitarono. L'intrepido difensore della fede cattolica morì il 2 maggio del 373.ANCORA DUE COSE VANNO MESSE IN RILIEVOLa prima: ai tempi di sant'Atanasio a difendere la fede ci fu solo lui e una piccola comunità, i vescovi dell'Egitto e della Libia. Solo loro seppero mantenere accesa la luce della fede.La seconda: è significativo che colui che combatté da solo contro l'eresia ariana, non fu mai un teologo. La sua grande sapienza teologica, più che dagli studi, gli venne dall'incontro con i suoi maestri cristiani che testimoniarono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano; e soprattutto dall'incontro con il grande sant'Antonio.Ario, invece, raccoglieva grande consenso per la sua grande preparazione biblica e teologica. Era insomma come tanti teologi che oggi vanno per la maggiore nei dibattiti, nelle prime pagine dei quotidiani e nei talk-show televisivi. Atanasio però sapeva quanto qui stesse l'insidia del demonio. Nella sua celebre Vita di Antonio egli riporta un insegnamento del suo grande maestro: «[...] i demoni sono astuti e pronti a ricorrere ad ogni inganno e ad assumere altre sembianze. Spesso fingono di cantare i salmi senza farsi vedere e citano le parole della Scrittura. [...]. A volte assumono sembianze di monaci, fingono di parlare come uomini di fede per trarci in inganno mediante un aspetto simile al nostro e poi trascinano dove vogliono le vittime dei loro inganni».
Lezione scolastica su Le persecuzioni di Diocleziano 2G - prof. Luigi Gaudio
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Diocleziano e lo stato coercitivo