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Dieter conversa con Garci y Petón de los personajes que vivieron en esa calle de Madrid en el 36, de Manuel Machado, y de Luis Alberto de Cuenca.
This is part two of our series on the Forest Service's major proposed changes to the Northwest Forest Plan. As most of our listeners know, the 30 year old Northwest Forest Plan provides critical protections to over 24 million acres of public land in Oregon, Washington, and California.The Forest Service has proposed sweeping changes to the Plan through their recently released Draft Environmental Impact Statement, or DEIS, and public comment is open until March 17th. The DEIS would, among other things, give them wide latitude to drastically increase industrial scale logging, including in Mature and Old Growth forests.In part one of this series, we explored one most important, and also complex, aspects of the proposed changes - meaningful Tribal inclusion. I highly recommend you listen to that episode if you haven't yet. You can find wherever you're listening to this episode!We are going to focus on two other key components of the plan, fire, and the fight to protect mature and old growth forests, in upcoming episodes. And in the meantime, you can find guides on how to submit comments to the Forest Service in the links below.Today we are going to explore an often overlooked issue in the Northwest Forest Plan, and Forestry in general - Labor. And more specifically, the exploitation of immigrant labor in our forests and timberlands.I'm joined by Manuel Machado from Oregon State University. Manuel has done a lot of research into labor issues and exploitation of workers in the forestry sector. Comment Writing Guides!Northwest Forest Plan DEIS Engagement toolkit: https://docs.google.com/document/d/1MOAORP7b1YenBZsZj27qfBJiJU4b6oXAX6vXKtqdQ-w/edit?usp=sharingRecommendations for Tribal Sovereignty and Environmental Justice in the Northwest Forest Plan Amendment Draft Environmental Impact Statement: https://blogs.uoregon.edu/nwfpjustfutures/resource-guide-for-making-public-comment/ Support the showPlease Donate to Help us Keep This Show Free!
Le origini della petenera sono avvolte nel mistero:si ipotizza una origine ebraica, oppure che fosse nata a Paterna de la Ribera, in provincia di Cadice, o che fosse il nome di una cantaora mitica, di cui in realtà non si sa nulla. Esploriamo un po' la storia, per capire meglio. I flamencologi lavorano oggi parecchio sulle emeroteche per verificare storicamente che cosa sia successo, relativamente alla presenza del flamenco. La prima volta in assoluto in cui si parla di Petenera fu a Città del Messico, il 6 gennaio 1823, parlando di uno spettacolo al Teatro Coliseo. Si è anche trovata una petenera scritta, del 1827, sempre petenera messicana.Ci sono due studiosi che hanno investigato tanto sulla petenera americana: Lenica Reyes Uñiga, messicana che ha scritto sulla petenera la tesi per il suo dottorato in etnomusicologia, e José Miguel Hernandez Jaramillo, etnomusicologo sivigliano, che gestisce un bellissimo podcast, "Sonidos olvidados". Altro studioso importantissimo è Faustino Nuñez, che ha ricaercato nella stampa indicazioni sulla petenera. In Spagna si comincia a parlare della petenera nel 1826 a Cadice, quando entrò a far parte del repertorio di pionieri danzatori come Luis Alonso, che ballava "la petenera, il son di Veracruz", il son “jarocho”, cioè di Veracruz, Messico. E nel 1827 Lázaro Quintana, nipote anche del cantaor delle origini El Planeta, cantava la petenera americana o veracruzana. Per la prima volta nel 1844 si parla di una petenera gaditana, a Cuba, come spettacolo di danza: per la prima volta si parla di una petenera gaditana e non di petenera americana. Logicamente Cadice è il maggiore porto sull'atlantico in Spagna, e quindi le novità culturali entravano in SPagna da lì, quindi la prima petenera spagnola era per forza gaditana!A metà dell'800 la petenera comincia a comparire nell'elenco dei brani interpretati a Triana durante le feste organizzate in locali pubblici o privati per il divertimento dei ricchi o per intrattenere i primi viaggiatori, solitamente animate da artisti gitani. Nel 1954 la petenera entra in teatro con danzatori professionisti. ed entra sempre pèiù a far parte di serate e spettacoli. La petenera delle origini aveva un ritmo ternario, quello tipico del folklore andaluso in particolare e di quello spagnolo in generale. La petenera che esiste in Messico è un Son, un genere musicale popolare ballabile. La melodia della petenera flamenca è chiarissimamente influenzata dalla melodia tradizionale messicana della zona Huasteca. In Messico la petenera ha varianti regionali, e si riconoscono almeno 4 stili: Jarocho, uno delle coste Grande e Chica di Oaxaca e Guerrero, una canzone istmeña di Oaxaca, e la petenera huasteca, incentrata sul personaggio della sirena. Ascoltiamo un esempio di come suona la petenera messicana: chi conosce la petenera flamenca sentirà sicuramente la stessa melodia!E' molto probabile che questa melodia nasca in Spagna, come una tonada, e si sia modificata una volta arrivata in America. La forma poetica è quella del romance, componimento poetico spagnolo di origine castigliana, a carattere epico-lirico, in doppi ottonari in assonanza. Non si può però sapere se alcuni cantes antichi restarono in Spagna e si evolsero verso la petenera o se in Spagna non rimase nulla e tutti i canti andarono in America e lì vennero trasformati. CIò che è certo è che ci sono melodie tradizionalli spagnole in cui si possono ravvisare le origini della petenera. Ti faccio ascoltare una prima melodia, del repertorio sefardita ebraico. Gli ebrei nel 1492 sono stati espulci da Spagna e Portogallo, e alcuni sono arrivati in america. Il brano è cantato in Ladino, la antica lingua ebraica di origine neolatina, molto simile allo spagnolo, parlata teoricamente da circa 200.000 persone al mondo ma poco conosciuta. Il titolo è "A la una yo nassí a las dos me engrandesí". Fa parte del canzoniere ebraico del XV secolo. Ascoltiamo un'altro brano, portato alla luce da Antonio Barberán, direttore della cattedra di flamencologia di Cadice e creatore di un interessantissimo blog, "El callejon del Duende". Al brano Barberán ha posto come titolo "La petenera del Niño Turco", ma il vero titolo sarebbe "Las horas de la vida". Il cantante della registrazione è Haim Effendi, probabilmente la maggiore autorità storica in termini di canto ebraico sefardita. Nato in Tracia, oggi territorio turco, ha vissuto tanto in Egitto e ha viaggiato molto, diffondendo il suo modo di cantare e il suo repertorio. Il brano pubblicato dall'uniersità ebraica di Gerusalemme, grazie alle ricerche del Centro di musica Ebraica. Si sente che è una melodia antica, ma si sente che la petenera viene da lì. Altro brano che voglio farti ascoltare è registrato da José de Los Reyes Santos El Negro del Puereto, registrata nella Magna Antologia del Cante Flamenco del 1982. Il padre del Negro era di Paterna de la Ribera. Il brano è un antico Corrido Gitano, "El romance de la Monja" o "Mi madre me metio a monja". Quello che non si sa è se questa melodia sia stata cantata così perché la melodia di questo corrido fosse veramente questa o se sia stato El Negro o se qualcun altro di Paterna de la Ribera abbia messo qeusta melodia, dato che a Paterna c'è un amore particolare veros questo palo. Fatto sta che la melodia è la questa!Parliamo delle origini del nome. Nel dizionario non c'è nulla che possa riportare alle origini di questo nome. Per moltissimo tempo si è fatto riferimento alle tesi di Antonio Machado Alvarez Demófilo, scrittore, antropologo e folclorista spagnolo, padre dei poeti Antonio e Manuel Machado, uno dei maggiori intellettuali in Andalusia nella seconda metà dell'800 e il primo esponente dello studio “scientifico” del flamenco.Nel 1881 esce la sua "Colección de cantes flamencos", pietra miliare nella storia del flamenco: la prima volta in cui ci si avvicina a quest'arte con criteri scientifici antropologici. L'opera tratta delle origini dei cantes e compila letras di vari palos. Demófilo si appoggiò a due cantaores riconosciuti all'epoca, Juanelo di Jeréz e Silverio Franconetti (colui che spinse il flmenco verso il professionismo). La opera di Demofilo è fonte di studio inevitabile.Demófilo afferma che petenera è corruzione del termine paternera. Vero è che gli andalusi distorcono facilmente le parole, e che Petenera suona come Trianera, come aggettivo di un luogo, e in più Juanelo non avrebbe avuto interessi nel mentire.Altra possibile opzione è che Petenera fosse una cantaora, forse di Malaga, forse di Cuba o di Paterna... ma di questo personaggio non ci sono evidenze storiche. Molti, studiosi anche autorevolissimi, del flamenco, la accettano come teoria indiscutibile, ma Juanelo però non era uno studioso, e semplicemente vedeva la realtà dal suo punto di vista. Consideriamo sempre che è difficile cambiare idea quando un parere è molto radicato da molto tempo!Un altro teorico del flamenco, Francisco Rodriguez Marin, aggiunge a quella di Demofilo una teoria mitica, nel 1898: Petenera era una cantaora (avallando le teorie di Juanelo e di Demofilo) molto bella, che seminava intorno a sé donne gelose e uomini innamorati. La teoria si basa sul contenuto di alcune letras, come se fossero verità scientifiche: "quien te puso petenera no te supo poner nombre que te debió de haber puesto la perdición de los hombres" chi ti ha chiamato petenera non ti ha saputo mettere il nome, ti avrebbe dovuto chiamare la perdizione degli uomini. Qualcuno ha persino ipotizzato che Paterna non fosse quella in provincia di Cadice ma in provincia di Valencia. Molto più probabilmente il termine viene etimologicamente dall'America: una regione del Guatemala al confine con il Messico si chiama Petén e il suo aggettivo è proprio petenero. La Spagna ebbe molto a che fare con questa regione perché è la sede della cultura Maya. E appunto in Messico si dà questo nome Petenera a diversi Son. Altra cosa importante da valutare riguardo alla petenera flamenca sono le sue origini ebraiche. A parte le origini musicali che affondano nella tradizione ebraico sefardita, nei brani che abbiamo già ascoltato, abbiamo diverse letras che parlano degli ebrei, la più famosa delle quali è "A donde vas bella judia, tan descompuesta y a a deshoras? Voy en busca de Rebeco que esta en la sinagoga" Dove vai bella ebrea così sconvolta e a questa tarda ora? Vado a cercare Rebeco che è nella sinagogaIl contenuto di questa letra è po' strano: non esistevano più le sinagoghe in Spagna dal 1492 (quindi dovrebbe essere una letra precedente al 1492, ma non ne sono rimaste tracce per secoli), Rebeco è un nome strano, se fosse ebraico sarebbe al femminile, Rebeca, inoltre le donne non andavano alla sinagoga, e tanto meno da sole e in tarda serata. Sembra parlare di una atmosfera molto più recente. Insomma i punti interrogativi sono grandi! D'altra parte nessuna letra ci può dire dove nascano i palos, altrimenti questa letra: En La Habana nací yo debajo de una palmera; allí me echaron el agua cantando la petenera. (Sono nato all'Havaa sotto una palma e lì mi hanno battezzato cnatando la petenera) vorrebbe dire che viene da Cuba La melodia antica era ritmata e piuttosto rapida, ma nel corso del tempo si è flamenchizzata, perdendo la componente ritmica, e rallentando tantissimo. Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance, un interessante lavoro sull'espressione delle emozioni in danza, a Milano al Mosaico Danza.Ti consiglio di affrontare lo studio di un baile por petenera se vuoi capirte meglio il flamenco!o su
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Sección mensual con Carlos de la Sierra y Fernando Ortega
Agapito Maestre nos ofrece su columna radiofónica sobre un asunto cultural.
Programa conducido por Darío Lavia y Chucho Fernández. Ilustraciones: Salvador Dalí, Mary Heber, Pino Daeni, Boris Dolgov, Joseph Hirsch, Joseph Krucher, Leslie Moffat Ward, Virgil Finlay. Acto I: "La vida es sueño" de Pedro Calderón de la Barca por Patricio Flores 0:02:14 "Alfa y Omega" de Manuel Machado por Natán Solans 0:03:20 La risa, remedio infalible: "El rey en Quilmes" por Chucho Fernández 0:10:08 Acto II: "Azrael" de Edward Lucas White por Darío Lavia 0:12:12 Páginas sueltas: Fiebre por el "El exorcista" por Darío Lavia 0:18:10 Acto III: "La música de Erich Zann" de H.P. Lovecraft por Chucho Fernández 0:20:55 Bonus: Feliz cumpleaños Chucho 0:33:22 Imdb https://www.imdb.com/title/tt33306457/ Web de Cineficción http://www.cinefania.com/cineficcion/ Fan Page de Cineficción https://www.facebook.com/revista.cineficcion/
Agosto en la Carretera. Segunda parte de esta travesía cinematográfica. Nueva visita al cine convertido en poemas, con versos de Aurora Luque, María Sanz, Alejandro Simón Partal (leído por él), Manuel Machado, Pablo García Baena y Luis Felipe Comendador, en las voces de Carmen Socías, Marta Iraeta, Diego Requena, Estefanía Cabello y Lorena Rodríguez.Escuchar audio
05 Teosofía y manos escondidas 0501 Bien podemos decir que el bebe Blasco Ibáñez fue un hijo querido ya que del 19 de abril de 1866, fecha en que se casaron sus padres, hasta el 29 de enero de 1867 transcurren exactamente 9 meses y 10 días. Mucha puntería fue esa. Se casó el 18 de noviembre de 1891, a los 24 años, cuando ya llevaba tres años en la masonería. Su mujer, María Blasco del Cacho, era huérfana de padre y madre. Si repasamos la biografía del padre de María, veremos al típico “masón bueno” organizando el Orfeó Valencià, la primera sociedad coral de Valencia, con el objetivo de fomentar la afición a la música en la clase trabajadora. Además, practicaba la arqueología, dibujaba, escribía poesía, entre otras actividades. Recordemos que provenía de una buena familia y que, aunque se estaba formando para ser médico, terminó siendo juez de la Audiencia de Castellón, donde murió a los 47 años en 1884, cuando Blasco apenas tenía 17 años. Al igual que le ocurrió a su padre, el propio Blasco se casó con una mujer que procedía de una familia más adinerada. ¡Con la hija de un juez nada menos! En el ensayo “Vicente Blasco Ibáñez : ese diedro de luces y de sombras” leemos: 0502 “Tres personajes influyeron decisivamente en la gestación de su carácter: su tío abuelo, Mosén Francisco, —guerrillero carlista que disfrutaba contándole al niño las aventuras de la juventud— (estos recuerdos dan sabor de autenticidad al capítulo II de La catedral); el editor Mariano Cabrerizo, quien había estado encerrado en la cárcel de las torres de Cuarte por atacar la monarquía, que lo colmaba de golosinas y libros, y se lo llevaba muchas veces a un huerto suyo de la Alameda para jugar; y el propio don Gaspar (el farmacéutico de al lado de la tienda de sus padres), a quien Mosén Francisco le había enseñado latín e imbuido el amor a los libros cuando quería hacerlo sacerdote.” 0503 La verdad es que el editor Cabrerizo murió cuando Blasco todavía no había cumplido los dos años de edad y lógicamente no se colma de golosinas ni mucho menos de libros a un bebe. ¿Cuál es el posible nexo de entrada a la masonería de Vicente Blasco Ibañez? Leemos en su biografía oficial: 0504 “Al encontrarse ligado por circunstancias personales al famoso editor Cabrerizo, el joven Blasco pronto empezaría a dar indicios de su temprana vocación literaria, al convertirse en ávido lector de libros entre los que destacaron especialmente, los de los autores románticos -Manzoni y Lamartine...-. Unos primeros contactos con el mundo de las letras que marcarían, sin duda, sus comienzos como escritor y que, en líneas generales, puede decirse que se prolongaron durante toda su vida.” 0504b Sea como fuere empezó desde muy joven a aficionarse a las lecturas llamémosles masónicas. 0504c Dice León Roca en “Los amores de Blasco Ibáñez”: 0504d “El niño comenzó a ir a las Escuelas Pías, pero lo expulsaron al poco tiempo. Era díscolo, revoltoso y no se adaptaba al duro trato de los castigos ni a las interminables horas de reclusión. De los escolapios pasó al Colegio Valentino, en la plaza de la Pelota, donde había de encontrarse con el hijo de don Teodoro Llorente…el poeta más importante de la Renaixença valenciana.” 0504e Pero posiblemente no fuese este autor sino Constantí Llombart el que acercase a Blasco a la masonería. León Roca nos cuenta de su pertenencia a la masonería en su biografía de Blasco: 0504f “Uno de los primeros mentores literarios de don Vicente fue Constantí Llombart. Llombart es una de las figuras más simpáticas y heróicas de la «Renaixença en el País Valenciano. De origen humilde, republicano de toda la vida, masón, bohemio y, a la vez, gran trabajador, representaba todo lo contrario de Teodoro Llorente. No le acompañaba un gran talento y su formación cultural se resentía de los déficits propios del autodidacta callejero. Fue una lástima eso. Un Constantí Llombart con mayor categoría literaria habría contribuido mucho a cambiar de signo y de destino a la endeble «Renaixença» valenciana. Llorente le desplazó. Pero a lo que íbamos: Llombart guió los primeros pasos de escritor de Blasco Ibáñez. Y le indujo, naturalmente, a escribir en catalán: «en llemosí», como decía el pobre Llombart. De la probatura nos ha quedado tres o cuatro narraciones breves, publicadas en el almanaque «Lo Rat Penat», o todavía inéditas. No estoy seguro de que don Vicente las recogiese después vertidas al castellano en sus libros «adultos. Los escritos en cuestión fueron redactados cuando Blasco tendría dieciséis o diecisiete años, y es lógico que más tarde le pareciesen poca cosa, prematuros o inhábiles.” (video Berlanga cap 1 32:58 a 33:15 Llombart.mp4) [0504g] El reportero Enrique González Fiol entrevistó a nuestro escritor a principios del año 1911: [0504h] “Bueno. Allí empezó mi vida de agitador... Yo no entraba en clase más que para armar bronca... Recordando aquella época y relacionándola con otras posteriores de mi vida, acabo por convencerme de que yo he nacido para acaudillar hombres ...Rafael Altamira, hoy Inspector general de Instrucción pública, que fué condiscípulo mío, y yo, acaudillábamos á la juventud liberal universitaria... Yo era revoltoso, de carácter turbulento; Altamira, era el jovencito grave, el niño viejo: muy joven aún, tenía ya canas. Recuerdo que el bedel cuando veía que yo entraba en clase, decía, con burlesca solemnidad: Los pájaros de mal agüero, cuando aparecen, presagian la tempestad... Y efectivamente, aparecer yo por el claustro universitario, y estallar un nublado, era todo uno... Cuando la tranquilidad se restablecía, ya no volvía á aparecer por la Universidad... Invertía las mañanas en paseos por nuestra hermosa huerta, ó en excursiones al mar... En estos novillos que yo hacía, me acompañaban José María de Latorre, Trilles, Constantino Llombart, fundador de la literatura lemosina, y otros poetas y artistas que luego conquistaron una reputación. Llombart era el maestro de todos. Era más viejo que nosotros, pero nos acompañaba porque su espíritu siempre joven, se avenía muy bien con el nuestro. Era pobre, y algunas veces su alimentación consistía únicamente en los almuerzos a que nosotros le invitábamos... Nos deteníamos en todas las tabernas de la vuelta, y en ellas, leíamos los grandes poemas de la Humanidad: La Ilíada, La Odisea, La Divina Comedia, todos, todos los grandes poemas. Quince días antes de los exámenes, apretaba y me empollaba las asignaturas..., y algunas veces, inútilmente porque me suspendían... Pero yo no perdí ningún curso, porque últimamente, en Septiembre aprobaba las asignaturas.” 0505 Manzoni fue un anticlerical durante muchos años y Alphonse de Lamartine atribuye a la masonería el lema de la revolución francesa de Libertad-igualdad-fraternidad, también a la Marianne y el gorro frigio, los dos principales iconos republicanos por excelencia. Ambos autores no son reconocidos como masones, sin embargo la obra literaria de Lamartine y su acción política están impregnadas de masonería debido a sus numerosos amigos masones empezando por uno de sus maestros el abate Dumont, vicario de Bussiéres (1767- 1852) iniciado el 30 de diciembre de 1812 y miembro de la logia “La Parfaite Union” de Màçón. Asimismo ambos recibieron numerosas condecoraciones entre ellas la de caballero de la Legión de honor en el caso de Lamartine. En cuanto al editor Cabrerizo podemos leer en su libro de 1862 “Memorias de las vicisitudes políticas de Don Mariano Cabrerizo y Bascuas”: 0506 “Soy uno de los fundadores de la Asociación de la Virgen del Pilar de Zaragoza, establecida en la Iglesia parroquial de los Santos Juanes, cuya fiesta anual se celebra con la devoción y entusiasmo que merece esta gloriosa Reina de los Ángeles, etc., etc. Este es el ciudadano político y religioso, á quien apostrofaban como revolucionario, negro, judío y fracmason, y enemigo de Dios y del Rey, los frailes, es decir, los malos religiosos, ó mas bien los santones del año 22 y 23, que acompañaban á las hordas facciosas, etc., etc.” 0507 Durante el Trienio Liberal (1820-1823), Cabrerizo, firme partidario del nuevo régimen constitucional, ocupó cargos de responsabilidad. En 1820 fue nombrado teniente de Cazadores de la Milicia Nacional; en 1821 fue ascendido a capitán y un año después accedió al cargo de regidor (concejal) del Ayuntamiento de Valencia. Su actividad política durante esos años le acarreó graves consecuencias tras la reinstauración del absolutismo por parte de Fernando VII. En marzo de 1823, fue detenido y acusado, entre otros cargos, de publicar libros prohibidos, ser enemigo de la religión e imprimir sin el signo de la Cruz el Calendario para el Reino de Valencia, obra de la que había obtenido el privilegio de publicación en exclusiva en 1821. Pago 30.000 duros a las fuerzas absolutistas para salvar su vida y consiguió escapar a Barcelona y de allí, gracias a recursos propios que tenía en Burdeos, logró llegar a París. 0508 Cabrerizo se defendía de esa acusación en el libro antes citado: 0509 “La novedad de imprimir el Almanaque del año 22 sin el signo de la cruz para señalar los días de precepto, fue introducida por disposición del Observatorio Astronómico de la ciudad de San Fernando, quien en lugar del signo de la cruz, puso la palabra misa: ¿cómo pudiera yo figurarme que este simple hecho, en el que no tuve parte alguna, los fanáticos y estúpidos lo explotarían a su tiempo para calificarme de judío, hereje , enemigo de la milicia cristiana, francmasón, etc, etc.” 0510 Lo curioso es que es oriundo de Calatayud, como su madre. Y que la Asociación Virgen del Pilar que fundó el editor Cabrerizo esté en Los Santos Juanes. Donde bautizaron a Blasco. Nosotros solo necesitamos ver el cuadro que conserva su familia donde Don Mariano de Cabrerizo, añade esa d que gustan de añadir muchos a su apellido para sacar lustre al blasón familiar y luce esa mano escondida en el pecho y esa medalla, que a buenas luces parece de la Legión de honor pero de cuatro lóbulos en vez de cinco, para terminar de delatarlo como masón. 0511 En un largo y documentado artículo publicado en mi blog titulado “LA MANO OCULTA MASÓNICA: «HIDDEN HAND» van a conocer el origen masónico de la «mano escondida» o «mano oculta«, en inglés muy conocida como «hidden hand» y a los hombres poderosos de la política y los medios que usaron y usan el signo en sus famosos retratos. ¿Existe una fuerza oculta detrás de los acontecimientos mundiales de los últimos siglos? ¿Son la caída de las monarquías europeas, el dar a luz de la Ilustración y nuestro camino hacia una «democracia» del mundo, una parte de un gran plan escondido detrás de una mano escondida? La mayoría de los personajes que utilizan este gesto, son comprobados y muchas veces prominentes miembros de la masonería como Voltaire. Teniendo en cuenta la gran importancia de este gesto en los rituales masónicos y el hecho de que todos los de la élite son parte de la masonería o saben de ella, es simplemente imposible que la recurrencia de este signo pueda ser el resultado de una «coincidencia». La «mano oculta» puede ser, de hecho, hallada durante los rituales de Licenciatura de Arco Real (Royal Arch Degree) de la masonería y los líderes mundiales que utilizan este signo están sutilmente diciendo a otros iniciados de la orden: «Soy parte de esto, esto es en lo que creo y para esto estoy trabajando». Uno de los más famosos, es el mismísimo Napoleón, que no es que tuviera una úlcera de estómago, le estuviese dando cuerda a su reloj o en su época fuese de mala educación poner las manos en los bolsillos…simplemente pertenecía a una orden discreta. Recuerden que fue Napoleon el que creó la Legión de honor que reciben luego muchas personalidades. Tanto Danton, el nombre masónico que utilizó Blasco, como Voltaire, uno de los autores que tradujo y publicó, fueron masones muy importantes durante la Revolución Francesa. 0512 Leemos una interesante entrevista a Gonzalo Pontón publicada en el Confidencial bajo el titulo “El reverso tenebroso de la Ilustración”: 0513 “La Ilustración siempre tuvo buena prensa pese a ocasionales aguafiestas. Su leyenda resumida dice más o menos así: un puñado de intelectuales europeos divulgaron en el siglo XVIII el uso de la razón, la práctica de la tolerancia y la pasión por la libertad y la humanidad provocando una auténtica "revolución de las mentes". Las ideas de Voltaire, Montesquieu, Hume, Diderot o Rousseau cortarían así la hierba bajo los pies de la ignorancia, la tradición y el poder absoluto extendiendo una brillante alfombra hacia el futuro que se empaparía -obligatoriamente- de la sangre de los tiranos caídos en las revoluciones que estaban por venir. La Ilustración, un mito insostenible cuya finalidad habría consistido en amparar intelectualmente la gestación de una desigualdad social radical sobre cuyas ruinas se alzó el capitalismo moderno. Dos siglos y medio con un relato sin fisuras sobre lo que llamamos Ilustración es sospechoso: Los manuales se han ido copiando unos de otros desde la primera narración standard sin que se haya producido una revisión analítica y crítica que solo se puede hacer acudiendo a las fuentes; es decir, a las propias obras, escritos y correspondencia de los autores europeos del siglo XVIII y en sus propias lenguas. El mito edificado durante el siglo XIX y continuado en el XX no responde a la realidad. Los inicios del capitalismo industrial, es decir, las manufacturas, son obra de una nueva clase social, la burguesía, que trata de desmontar las instituciones económicas, políticas y sociales del Antiguo Régimen para poder dirigirlas hacia lo que Adam Smith calificó como el único propósito y objetivo de la producción: el consumo. Ya no se tratará del consumo de lujo de eclesiásticos y aristócratas, sino del consumo de las clases medias, y se organizará la fuerza de trabajo que se ha reunido con la revolución agrícola y el desmantelamiento de los gremios en un proletariado cautivo para la producción más o menos en serie a partir de la división del trabajo y de la aplicación del vapor a las máquinas de hilar o del coque a la producción de hierro. El enorme salto en la desigualdad relativa que se crea con este modelo de producción para el consumo llegará hasta nuestros días y las clases subalternas solo podrán participar de él en unos pocos años anteriores a la primera guerra mundial y durante la “edad dorada” que sigue a la segunda guerra mundial y que se truncará, de nuevo, en 1973 con la crisis del petróleo. La desigualdad es una condición sine qua non del capitalismo, tan constitutiva de él como lo pueda ser la función defecatoria en los organismos vivientes. Lo entendieron perfectamente los intelectuales del siglo XVIII: “El género humano no puede subsistir sin que haya una infinidad de hombres útiles que no posean absolutamente nada”, decía Voltaire. Y Adam Smith añadía que en una sociedad civilizada “los pobres proveen para ellos mismos y para el enorme lujo de sus superiores”. La Revolución francesa está controlada en todo momento por la burguesía. Cuando los campesinos acomodados y los mercaderes y tenderos de las ciudades consigan su objetivo (acabar con el régimen señorial), frenarán la revolución y reaccionarán desmantelando el gobierno de la Montaña que quería ir más lejos en la búsqueda de la igualdad. Se redactará entonces la Constitución del año III que eleva a valores supremos la libertad y la propiedad y ya no se volverá a hablar de igualdad ni de fraternidad. Nuestra idolatrada Ilustración sirvió de justificación intelectual a un sistema manifiestamente desigual e injusto. Es un dato histórico que la cultura dominante en una época determinada es la cultura de la clase dominante. La burguesía en desarrollo confiaba en su riqueza para conseguir poder político, pero en la medida en que aún estaba excluida de la dirección del estado, tenía que dotarse de un marco identitario en el que cooptar a los miembros más proclives de los primeros estados y a la 'intelligentsi'a en un proyecto común. Pero además de crear el marco, había que crear nuevas instituciones o colonizar las existentes para establecer un espacio de socialización, “una bolsa de valores burgueses” y un foro de intercambio de los viejos activos feudales por los nuevos del dinero: un acaparamiento de oportunidades y una opinión pública favorable a su proyecto. Para ello la burguesía necesitaba referentes doctrinales que sancionaran la transferencia del poder político sin que se alterara el orden natural de las cosas; es decir, necesitaba la complicidad de los intelectuales para que le dieran cobertura en su lucha por la desigualdad.” (video piedras.mp4) 0514 Recuerdo al señor Trevijano negando que la masonería tuvo algo que ver en la Revolución Francesa. Afortunadamente algunos de sus oyentes piensan y se hacen preguntas: 0515 “Interesante la tesis de Lefebvre, suena más convincente que la tesis demagógica de los logros sociales y las conquistas de la clase obrera. Cualquiera que haya asistido a manifestaciones de mozalbete sabe que acaba gritando cosas con las que sobrio no comulga. Queda sin embargo por contrastar esta tesis con las explicaciones complotistas de la derecha monárquica, extrema derecha después de la revolución, que observan que dada la penetración de la masonería entre la burguesía francesa del siglo XVIII (y hasta hoy) y viendo que los principales beneficiados de la revolución fueron los de esa misma clase burguesa que basaba su poder en el dinero y no en el abolengo (y la mayor parte de los revolucionarios de renombre pertenecían a la masonería), ¿tan absurdo es pensar si no hubiera podido haber agentes incitadores de las masas campesinas a la destrucción de los títulos de propiedad de los aristócratas? Es verdad que puede parecer una tesis paranoica, pero también es algo abusivo exigir que se crea que ese efecto de enardecimiento de las masas se dio a la vez en toda Francia sin coordinación.” (0516) Joan Oleza catedrático de Literatura Española en la Universidad de Valencia si que tiene presente que estuvo la masonería detrás de dicha revolución. (0517) “Es éste un Blasco que asimila casi carnalmente los valores de la Enciclopedia - el justicialismo y el sentimentalismo revolucionarios de Rousseau, el anticlericalismo de Voltaire, la mitología ilustrada de la educación y el progreso - y de la Revolución francesa, que respira en masón y que se forma vivencialmente en la añoranza de la ½ Gloriosa”(1868) y en la fe en los ideales de la República Federal.” 0518 El propio Blasco comparó a Danton con Dios en el cuento corto “La Muerte de Capeto”. Impregnadas del aura de Danton, las obras históricas y literarias de Blasco Ibáñez durante este período - posteriormente etiquetadas por el propio autor como "basura romántica" - destilan lo que el propio novelista denominó como la esencia de su credo ideológico, a saber, "mi republicanismo romántico y audaz”: (0519) “viii - Os haré amigo de Danton, un gigantón que es semejante a Dios cuando Éste habla escondido tras las nubes de una tempestad y yo en cambio tuteo a Danton, que tiene más de mil años de edad. ¿Lo dudas? Palabra de honor; mil años, ni uno menos. Danton es la venganza popular, y nació el día en que el primer poderoso golpeó con su látigo al infeliz siervo. Por eso no morirá hasta el momento en que se efectúe la gran revancha de los siglos, y el humilde devuelva golpe por golpe a su antiguo opresor. ix. El club de los jacobinos Además, éramos asiduos concurrentes a las tribunas de la Convención, para aplaudir a Dantón y Robespierre, nos honrábamos con la amistad de Camilo Desmoulins, cuyos escritos leíamos, y no nos acostábamos ninguna noche sin hojear antes algunas páginas de la Enciclopedia o del Contrato social.” 0520 Pura Fernández, miembro del Instituto de Filología del Consejo Superior de Investigaciones Científicas nos cuenta en “Vicente Blasco Ibáñez y la literatura de propaganda filomasónica” algunas de las andanzas masónicas de nuestro protagonista: 0521 “Blasco Ibáñez, investido con el grado 1.° por el Serenísimo Gran Oriente Nacional de España el 6 de febrero de 1887 en la logia Unión de Valencia, bajo el nombre simbólico de Hermano Danton.” 0522 Leemos en la propia web de dicha logia: 0523 “La logia Blasco Ibáñez fue inaugurada en mayo de 1930, solo dos años después de la muerte de Vicente Blasco Ibáñez del que tomó su nombre. El acto ocurrió en la sede de la logia del renombrado escritor llamada "Acacia", en los locales del Gran Oriente Español de la calle Conde Montornés número 19 de Valencia (España). Su primer presidente era Vicente Femenía y Femenía y fue instalada por el Gran Maestro Regional de Levante, Isidro Sánchez. La logia se reestructura en 1941, en el protectorado francés de Casablanca, actual territorio de Marruecos, federada al Gran Oriente Español en el exilio mexicano.” 0524 Esta logia ha sido famosa por dar premios a personas como Ada Colau o Jordi Évole. Ada Colau tomó acto de posesión de la alcaldía de Barcelona realizando el simbólico gesto “solve et coagula” de la masonería. Idéntico al que sale en la carta del mago del tarot o en el famoso Baphomet de Eliphas Levy tal y como yo explique en “MIENTRAS HACEN SU MAGIA DE SOLVE ET COAGULA NOS TIENEN CAZANDO ¡PUIGDEMONES!” Colau fue agasajada en 2014 por la logia Blasco Ibáñez, no es de extrañar dado el gran trabajo que ha realizado con la PAH. Su mentor, Vicenç Molina es miembro de la R:. L:. (Respetable Logia) Minerva Lleialtat nº 1, en el O:. (Oriente) de Barcelona (Gran Logia Simbólica Española) y del Supremo Consejo Masónico de España, en el que ostenta el grado 33º del R:. E:. A:. A:.. (Rito Escocés Antiguo y Aceptado). Ada Colau no forma parte de la masonería ni está relacionada con ninguna logia ni obediencia aunque sí es una declarada fabiana. Ese mismo año, Évole recibió otro de los premios que otorga la logia. Yo he sido una china en el zapato de periodistas que callan como el señor Évole desde por lo menos 2014 con artículos como PONIENDO EL CASCABEL AL GATO: JORDI EVOLE. La filóloga Pura Fernández nos cuenta como Valencia era una de las zonas de la Península donde mayor expansión masónica se produjo durante la década de 1880 y como tres novelas antijesuíticas y promasónicas de Blasco Ibáñez, La araña negra, ¡Viva la República! y Los fanáticos fueron muy alabadas dentro de la lucha entre la iglesia católica y la masonería. La idea de mentalizar a la población con las “nuevas ideas revolucionarias” también provendrían de la masonería según esta científica: 0525 “…a la hora de señalar la pertinencia de difundir los ideales masónicos al resto de la sociedad, intoxicada por la campaña de los publicistas católicos, y de combatir el poder jesuítico, para lo cual se propone en abril de 1892 la creación de "bibliotecas populares, centros de instrucción y recreo, diarios, folletos y obras concisas de amena lectura sobre todo económicas en que se propale nuestra salvadora doctrina”.” 0526 Al parecer la ciencia sabe mucho de este tema: 0527 “Y tras la muerte de Blasco Ibáñez en 1928, se conserva documentación interna de numerosas logias españolas hermanadas en la convocatoria de un homenaje en memoria "del que fue nuestro h.: e ilustre novelista", mediante la lectura pública de sus trabajos literarios y políticos y de discursos en su honor, al tiempo que transmiten su pesar a "su querido hijo nuestro q.: h.: Mario". Poco tiempo después, la masonería española crea la Fundación Blasco Ibáñez, con el objeto de cumplir el sueño del hermano Danton, que "había acariciado el ideal de instituir en Valencia una Biblioteca Popular y un Grupo de Escuelas", para lo cual se nombra una Comisión Gestora, presidida por Augusto Barcia, encargada de organizar la petición de donativos a "los hermanos de todas las Potencias masónicas del mundo", amparados en la fama internacional de Vicente Blasco Ibáñez.” 0528 Volvamos al otro héroe para nuestro escritor valenciano. De Voltaire se decía que era odioso con los débiles, larvario con los poderosos y que fue uno de los maestros y precursores de la comunicación. Supo cuidar su imagen y navegar sobre las ideas de moda de su época. Con una avaricia sórdida despreciaba al pueblo y le gustaba jugar a los gorrones en la corte del rey de Prusia Federico II y en la del rey títere Estanislao, antiguo rey de Polonia, en su retiro francés de Lunéville. Cabe señalar que los pasajes de su obra que se estudian en las escuelas secundarias están tomados de ediciones redactadas. Si la gente del pueblo llano hubiera sabido lo que Voltaire pensaba de ellos, ciertamente no lo habrían exaltado durante la revolución. En el libro de la historiadora Marion Sigaut, “Voltaire - Una impostura al servicio de los poderosos”, nos muestra el lado oculto y aún accesible a quienes quieran tomarse la molestia de levantar el velo, de un personaje extravagante cuya máscara comienza a desmoronarse. (0529) Su misma existencia no fue tan ejemplar. Voltaire amaba los juegos de azar, lucrativos negocios como el préstamo (a intereses estelares) e inversiones en la Compañía francesa de las Indias, que se ocupaba de la compra-venta de esclavos. Nada de qúe escandalizarse: el nuestro detestaba a los zíngaros –«una multitud despreciable de gente desconocida»–, los hebreos –«No creeríamos que un pueblo tan abominable hubiera podido existir sobre la faz de la Tierra»– y sobre todo, los hombres de color, que consideraba nada menos que animales: «El hombre negro es un animal que tiene lana sobre la cabeza, camina sobre dos patas, es casi tan práctico como un simio, es menos fuerte que los otros animales de su talla, posee un poco más de ideas y está dotado de mayor facilidad de expresión» (Tratado de Metafísica, 1978, p. 63). El semanario Tempi ha entrevistado recientemente a Marion Sigaut, historiadora y escritora, especialista de la Universidad de París VI y experta en la Era de las Luces y, sobre todo, de Voltaire. Su último trabajo trata sobre el autor del Tratado de la tolerancia, y lo ha titulado: “Voltaire. Une imposture au service des puissants” (KontreKulture 2014). Traducido: “Voltaire. Una impostura al servicio de los poderosos”, porque Voltaire -ha explicado- «fue entre sus contemporáneos el más intolerante. Luchó toda la vida para hacer encerrar en la Bastilla a aquellos que no le agradaban y para prohibir los escritos que le hacían sombra. Lo que definió su lucha por la tolerancia consiste, exclusivamente, en acusar falsamente a los católicos de intolerancia a fin de predicar la tolerancia a sus prejuicios. El Tratado sobre la tolerancia es un tejido de mentiras. Una vergüenza». Voltaire no era solamente enemigo del pueblo (católico), sino que combatía a los mismos ilustrados como acaeció con Rousseau: «Voltaire frecuentaba sobre todo a los nobles y privilegiados y desdeñaba la denuncia radical de las desigualdades sociales por parte de Rousseau. No se trató solo de un desencuentro intelectual. Voltaire llegó a denunciar a Rousseau. Lo quería en la galera. Y no dudó en atacar también la esfera de la vida privada de su rival. Fue una lucha desigual, que vio a Rousseau marginado y calumniado». 0530 “La homosexualidad de Federico II no era un misterio para nadie, pero hay cosas que no se dicen, en todo caso que no se escriben, y que Voltaire había escrito. Había llamado prostituta al rey. Pero no había hecho nada. Por su parte, fuera de sí, Frederick hizo quemar públicamente la Diatriba en las cuatro esquinas de Berlín en Nochebuena, esta vez convocando a las risas contra Voltaire que, detrás de una ventana, podía seguir el auto de fe. Podemos decir con certeza lo que estaba pensando en ese momento: encontrar los medios para irse, para irse de Prusia, para despedirse de este rey ingrato que ciertamente no lo merecía... Y además, ¿qué le importaba que quemáramos en Berlín lo arrancado de París? ¿Quieres otra anécdota? Le escribió en broma a Formey dos semanas después, “seis mil “Akakia” se han vendido en París en un día, y el más orgulloso de todos los hombres es el más ridiculizado. ¿No era eso una verdadera felicidad, un consuelo? Frederic, de hecho, no era digno de lástima y cosechó lo que había sembrado. Fue él quien le había dado a Voltaire este puente dorado para embellecer su corte con el esplendor francés, cuando sabía desde hacía tiempo con quién estaba tratando. ¿No había escrito, tres años antes: "Es un sinvergüenza, lo sé, un estafador consumado, un desgraciado, el loco más repugnante que he conocido en mi vida, y me avergüenzo por el espíritu humano; es bueno solo para leer. (…) No se imaginan todas las duplicidades, engaños e infamias que ha hecho aquí; Me indigna que tanto ingenio y tanta sabiduría no hagan mejores a los hombres.” 0531 Akakia por si no lo sabían es el nombre de la planta acacia, las 11 hojas de acacia que adornan la tribuna del Congreso de los Diputados y que es parte del simbolismo masón. Este es uno de los virtuosos para Blasco. Voltaire, el gran hipócrita. Hablaba con entusiasmo de 'libertad' mientras apoyaba el Régimen del Terror, la guillotina y la Ley de los sospechosos, mientras defendía la esclavitud con inversiones en la Compañía francesa de las Indias, encargada del tráfico de esclavos. Tras haber estado bajo el amparo de Federico II de Prusia, prosperando en su corte, al volver a París lo acusó de ser 'la cortesana más solicitada por sus tropas', calificándolo de maricón y depravado. Finalmente, proclamaba la igualdad entre los hombres, pero sólo se involucraba en causas que le aseguraban notoriedad, acercándose siempre a los más acaudalados. Como dice la historiadora en su libro: 0532 «El sistema presente, hace creer que las Luces fueron un movimiento redentor del pueblo, que la Revolución Francesa fue una insurrección popular, que Voltaire defendía la libertad de expresión, que los reyes eran tiranos y que la religión católica fue barbárica. La realidad es todo lo contrario. La Ilustración fue un movimiento elitista y pleno de desprecio ante el rostro del pueblo, la Revolución una serie de golpes de Estado sanguinarios y bárbaros, Voltaire un monstruo, nuestros reyes los protectores [del Estado] y la religión católica el pilar de los valores de nuestra civilización. Criticar a Voltaire significa redescubrir la libertad de pensamiento». 0533 En un artículo de Jorge Rondón, publicado en Hispanidad Católica y ya retirado, podíamos leer: 0534 “Era tanta la aversión que sentía por la religión, que dio expresas instrucciones a sus “discípulos” de si estando en agonía pedía un sacerdote para confesarse, no se lo llevaran, ¡ya que seguramente sería producto de delirios febriles! Así llegó el día de su muerte. Se desesperó, comenzó a gruñir, a tirarse el pelo, a pedir un sacerdote para confesarse: “¡Confesión…! ¡confesión!”. Pero sus seguidores, obedeciendo sus instrucciones previas, se pusieron de guardia en la puerta de su casa, para impedir que alguien le llevara un sacerdote que lo confesara y absolviera. Voltaire ya gritaba, se revolcaba en la cama, se rasguñaba la cara desesperado, tenía los ojos desorbitados y botaba espuma por la boca. Ya no gritaba, sino aullaba, desesperado, al entender que se condenaría eternamente. Los demonios le enrostraban sus escritos, su burla a la religión, y ya le anticipaban la “suerte” que le esperaba apenas expirará: les pertenecía a ellos y habían venido a por él. Su muerte fue horrible, su rostro producía espanto a quienes le miraban. La enfermera que le atendió, se hizo el propósito de nunca jamás volver a asistir a un moribundo ateo, tan horrorizada había quedado ante el macabro espectáculo de tan mala muerte.” 0535 Oficialmente un delgadísimo Voltaire pereció sin nadie a su lado y su cadáver fue hallado entre sábanas sucias sobre el lecho de su alcoba en París. La historia, como ya hemos dicho, la escriben los ganadores y Voltaire es conocido por frases como: 0536 “No estoy de acuerdo con lo que dices, pero me batiré hasta la muerte para que tengas el derecho de decirlo”. 0537 Frase que no aparece en ninguna parte de su obra publicada. Aparece por vez primera en 1906 en Los amigos de Voltaire, de Evelyn Beatrice Hall. Y nadie lo relacionaría con frases como estas que si son suyas: 0538 “La mentira sólo es un vicio cuando causa daño; es una virtud muy grande cuando hace el bien. Así que sé más virtuoso que nunca. Debéis mentir como el infierno, no tímidamente, no por un tiempo, sino con audacia y siempre... Mentir, amigos míos, mentir…” 0538a Néstor Morente Martín nos cuenta en su tesis doctoral “El art déco en la imagen alegórica de la ii república española en valencia: Vicente Alfaro promotor de las artes” como la masonería estuvo muy presente en la II República española: 0538b “El 15 de abril, Vicente Marco Miranda tomó posesión como primer alcalde provisional (de Valencia durante un dia)…Al igual que Vicente Blasco Ibáñez, fundador de El Pueblo, Miranda ingresó en la Masonería alcanzando el grado 33 y miembro del Supremo Consejo pasando a ser una de las principales personalidades de la Masonería valenciana. La Masonería, está unida popularmente al gobierno de la República en general y Marco Miranda, dejó en sus memorias una valiosa información para podernos acercar a la realidad de este, explica desde su ingreso en la sociedad secreta, hasta que es elevado a la máxima dignidad de la organización, relatando con total claridad y concisión su propia experiencia personal: [...] cuando ingresé, era escaso el número de masones, viejos casi todos […] no faltaban quienes buscaban en la Masonería medios de triunfar en política...los más peligrosos eran los políticos [...] se habla de Masonería y comunismo como de doctrinas y fuerzas con objetivos comunes […] la Rusia soviética ha perseguido a los masones con la misma saña que a los blancos u opresores de aquel pueblo. En España, asambleas socialistas acordaron prohibir a sus afiliados el ingreso en las sociedades masónicas [...]. […],cuando se apartó de las luchas partidistas adquirió fuerza la Masonería española; decayó siempre que se quiso convertir sus talleres en clubs de conspiración. Así ocurrió en el pasado siglo y ha ocurrido en el presente. Los primeros años de mi ingreso vi crecer rápidamente las logias […] por entonces las logias, especialmente en Madrid, admitían con harta facilidad a políticos que las suponían propicias a la conspiración. Ingresaron Azaña […] y otros muchos republicanos significativos y también militares. Y aquello que parecía darles vida fue la causa de su decadencia […] se atribuye a la Masonería buena parte del triunfo de la República, pero a su advenimiento era cuando más debilitada estaba. Se le adjudicaba también decisiva influencia en el nuevo régimen, y era entonces cuando los hombres que ocuparon cargos preeminentes la habían abandonado […] la Masonería, amante de la libertad, es naturalmente enemiga de la Dictadura; pero no puede ejercer acciones violentas; no las ha practicado en España.” 0539 Vamos a terminar el capítulo de hoy con la relación de Blasco Ibáñez con la Teosofía. En una de sus webs nos dicen: 0540 “Unamuno, Azorín, Jacinto Benavente, Valle Inclán, Felipe Trigo, Pío Baroja, Ramiro de Maeztu, Concha Espina, los hermanos Quintero, Blasco Ibáñez, Ramón y Cajal, los pintores Zuloaga, Romero de Torres, José Villegas y Sorolla, el escultor Benlliure, los poetas Antonio y Manuel Machado, Ruben Darío, etc., tuvieron de alguna forma, contacto con la Teosofía, Ruben Darío fue miembro de la Sociedad. Muchos de los autores de la Generación del 98 tuvieron relación directa con la Teosofía o con ideas de la misma. Valle Inclán dedica varias de sus obras al Ocultismo teosófico y en La Lámpara Maravillosa divulga todo su programa de estética metafísica; Rubén Darío pinta sus poemas con el espíritu de la teosofía, y Blasco Ibáñez estuvo ligado a cargos directivos de la Sociedad.” 0541 Una de las fundadoras de la Sociedad Teosófica junto a muchos masones fue Madame Helena Blavatsky, una satanista reconocida que habló largo y tendido en todas sus obras de Lucifer. Contactada escribió manuscritos vía escritura automática parasitada por sabe Dios que cosas… 0542 "Satán, la serpiente del Génesis, es el creador real y el benefactor, el padre espiritual de la humanidad. Por esa razón abrió los ojos del autómata (Adan) creado por Yahveh, siendo un adversario para este. Aún hoy permanece en la verdad esotérica el mensajero siempre amado, que confirió a la humanidad la inmortalidad espiritual, en lugar de la inmortalidad física”. 0543 Blavatsky que murió en 1891, fue coetánea de Blasco, incluso es posible se encontrasen en Paris, fue una difusora de la obra del también famoso satanista Eliphas Levi, el creador del famoso dibujo de Baphomet, la cabra andrógina demoniaca. En la página 3 del Libro de los Esplendores escrito en 1869 por Eliphas Levi, podemos leer lo siguiente: 0544 “El judaísmo debe tender a la masonería una mano fraternal, pues la profesión de la fe de los masones, no ateos, es el símbolo de Maimonides y los cristianos encontrarán en los ritos de sus altos grados toda la revelación alegórica de Jesucristo. En la masonería la alianza y fusión del judaísmo cabalístico y del cristianismo neoplatónico de San Juan es ya un hecho realizado. Ya existe en el mundo una alianza israelita universal que recibe en su seno a las gentes honradas de todas las religiones…” ……………………………………………………………………………………………………. Bibliografia completa https://www.cervantesvirtual.com/portales/vicente_blasco_ibanez/su_obra_bibliografia/ Cronología de Vicente Blasco Ibáñez https://www.cervantesvirtual.com/portales/vicente_blasco_ibanez/autor_cronologia/#anyo_1900 Cronologia literaria Blasco Ibáñez https://anyblascoibanez.gva.es/va/cronologia-literaria Time line de su vida https://www.timetoast.com/timelines/vicente-blasco-ibanez-5ac50faf-ff35-40dd-be42-708435362932 Galeria de imágenes https://www.google.com/imgres?imgurl=https%3A%2F%2Fwww.cervantesvirtual.com%2Fimages%2Fportales%2Fvicente_blasco_ibanez%2Fgraf%2Fcronologia%2F03_cro_blasco_ibanez_retrato_1018_s.jpg&tbnid=s0ix0VfxLAJ4aM&vet=12ahUKEwi45LKn8vr-AhVYmycCHf1fDVMQMygkegUIARDGAQ..i&imgrefurl=https%3A%2F%2Fwww.cervantesvirtual.com%2Fportales%2Fvicente_blasco_ibanez%2Fautor_cronologia%2F&docid=rpcl3y5OiYotjM&w=301&h=450&q=Mar%C3%ADa%20Blasco%20blasco%20iba%C3%B1ez&hl=es&client=firefox-b-d&ved=2ahUKEwi45LKn8vr-AhVYmycCHf1fDVMQMygkegUIARDGAQ …. Vicente Blasco Ibáñez : ese diedro de luces y de sombras https://bivaldi.gva.es/es/consulta/registro.cmd?id=318 https://www.cervantesvirtual.com/obra/vicente-blasco-ibanez--ese-diedro-de-luces-y-de-sombras/ MASONERÍA Y LITERATURA EN EL MUNDO FRANCÓFONO https://www.uned.es/universidad/inicio/unidad/museo-virtual-historia-masoneria/sala-xiv-literatura-y-masoneria/masoneria-y-literatura-en-el-mundo-francofono.html Memorias de las vicisitudes políticas de D. Mariano Cabrerizo y Bascuas https://www.cervantesvirtual.com/portales/editores_editoriales_iberoamericanos/obra/memorias-de-las-vicisitudes-politicas-de-d-mariano-cabrerizo-y-bascuas-1049051/ Mariano de Cabrerizo https://es.wikipedia.org/wiki/Mariano_de_Cabrerizo Mariano Cabrerizo y Bascuas https://dbe.rah.es/biografias/25369/mariano-cabrerizo-y-bascuas Cabrerizo y Bascuas, Mariano de (Diccionario Histórico de la Traducción en España) https://phte.upf.edu/dhte/castellano-siglo-xix/cabrerizo-y-bascuas-mariano-de/ Semblanza de Mariano Cabrerizo. Alonso Cecilio 2017 https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.cervantesvirtual.com%2FdescargaPdf%2Fmariano-de-cabrerizo-y-bascuas-la-viluena-1875-valencia-1868-semblanza-777087%2F&psig=AOvVaw3NQviiLBez05ENE4resvXY&ust=1714716469925000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=2ahUKEwiU6PThpu6FAxWSo_0HHUFSCWQQ3YkBegQIABAY Constantí Llombart https://es.wikipedia.org/wiki/Constant%C3%AD_Llombart Joan Fuster. Recuerdo y juicio de Blasco Ibañez en su centenario. https://annanoticies.com/wp-content/uploads/2022/04/2-BLASCO-FUSTER_compressed.pdf Padre Maria Blasco https://memoriavalencianista.cat/biografies/blasco-moreno-gregori-rafael MASONERÍA Y LITERATURA EN EL MUNDO FRANCÓFONO https://www.uned.es/universidad/inicio/en/dam/jcr:fc9c3c24-3453-4fbd-80a3-8e2448752481/masoneria%20y%20literatura%20en%20el%20mundo%20francofono.pdf LA MANO OCULTA MASÓNICA: «HIDDEN HAND» https://tecnicopreocupado.com/2015/01/12/nwo-mano-oculta-masonica-hidden-hand/ El reverso tenebroso de la Ilustración https://www.elconfidencial.com/cultura/2016-12-01/ilustracion-mito-desigualdad-siglo-xviii-gonzalo-ponton_1296306/ RLC (19-03-2013) Revolución Francesa, Tocquevill & Trevijano https://www.ivoox.com/rlc-19-03-2013-revolucion-francesa-tocquevill-trevijano-audios-mp3_rf_1880375_1.html Los monstruos políticos de la Modernidad: De la Revolución francesa a la revolución nazi https://books.google.com.pe/books?id=Q92hVgCsAgIC&printsec=copyright#v=onepage&q&f=false BLASCO IBAÑEZ Y EL CANON DEL SIGLO XX. https://www.uv.es/entresiglos/oleza/pdfs/VBICANON.PDF La Muerte de Capeto https://www.textos.info/vicente-blasco-ibanez/la-muerte-de-capeto/descargar-pdf dialogo en el infierno entre maquiavelo y montesquieu pdf - MAURICE JOLY https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=dialogo+en+el+infierno+entre+maquiavelo+y+montesquieu+pdf Diploma entrada en la masonería de Vicente Blasco Ibáñez que podemos ver en su museo http://www.casamuseoblascoibanez.es/wp-content/uploads/2017/01/biblioteca2.jpg Vicente Blasco Ibáñez y la literatura de propaganda filomasónica https://www.cervantesvirtual.com/descargaPdf/vicente-blasco-ibanez-y-la-literatura-de-propaganda-filomasonica-/ MIENTRAS HACEN SU MAGIA DE SOLVE ET COAGULA NOS TIENEN CAZANDO ¡PUIGDEMONES! https://tecnicopreocupado.com/2017/10/24/mientras-hacen-su-magia-de-solve-et-coagula-nos-tienen-cazando-puigdemones/ R.·.L.·. Santiago Ramón y Cajal nº 35 (Zaragoza) https://src35.com/ Comunicado de la Logia Blasco Ibáñez en favor de la República https://www.diariomasonico.com/noticias/logia-blasco-ibanez-republica/ Logia Blasco Ibáñez https://es.wikipedia.org/wiki/Logia_Blasco_Ib%C3%A1%C3%B1ez Masoneria valencia https://masoneriavalencia.com/ PONIENDO EL CASCABEL AL GATO: JORDI EVOLE https://tecnicopreocupado.com/2014/03/06/poniendo-el-cascabel-al-gato-jordi-evole/?utm_source=blogsterapp&utm_medium=twitter EL INFAME ÍDOLO VOLTAIRE, DESTROZADO https://wwwmileschristi.blogspot.com/2017/07/el-infame-idolo-voltaire-destrozado.html Voltaire - Una impostura al servicio de los poderosos https://www.babelio.com/livres/Sigaut-Voltaire-Une-imposture-au-service-des-puissants/685918#! Aterrador final de Voltaire, aullaba, se arañaba la cara, con ojos desorbitados y espuma por la boca (Enlace ya desaparecido) https://www.hispanidadcatolica.com/2019/02/aterrador-final-de-voltaire-aullaba-se-aranaba-la-cara-ojos-desorbitados-y-botaba-espuma-por-la-boca/ Enlace en archive.org https://web.archive.org/web/20200923174048/https://www.hispanidadcatolica.com/2019/02/aterrador-final-de-voltaire-aullaba-se-aranaba-la-cara-ojos-desorbitados-y-botaba-espuma-por-la-boca/ Marion Sigaut - Voltaire: une imposture au service des puissants https://www.youtube.com/watch?v=WjGBV-0I7kc El Hermano Voltaire y la Masonería https://www.cadenafraternal.com/planchas/Plancha%20N.00745%20-%20VOLTAIRE%20Y%20LA%20MASONERIA.pdf Voltaire nunca dijo: «No estoy de acuerdo con lo que dices, pero daría mi vida para que lo dijeras» https://www.linkiesta.it/blog/2013/01/voltaire-non-ha-mai-detto-non-sono-daccordo-con-quello-che-dici-ma-dar/ Voltaire, la gran impostura de la Ilustración https://www.egaliteetreconciliation.fr/Voltaire-la-grande-imposture-des-Lumieres-37018.html Voltaire: una impostura al servicio de los poderosos (libro en francés) http://www.bnfa.fr/livre?biblionumber=45261#telechargement-format-pdf-resultat-45261 Voltaire: Ilustrando a los ilustrados https://www.ivoox.com/voltaire-ilustrando-a-ilustrados-audios-mp3_rf_34934322_1.html#comments un poco de historia -STE- BREVE RESEÑA HISTÓRICA DE LA SOCIEDAD TEOSÓFICA ESPAÑOLA https://arjunabarcelona.com/un-poco-de-historia-ii/ MIRANDO HACIA ATRÁS II: FEMINISMO ESOTÉRICO ANDRÓGINO https://tecnicopreocupado.com/2016/01/07/mirando-hacia-atras-ii-feminismo-esoterico/ TEOSOFÍA: ELIPHAS LEVI, KRISHNAMURTI Y LA RELIGIÓN DEL NWO I https://tecnicopreocupado.com/2016/11/22/teosofia-eliphas-levi-krishnamurti-y-la-religion-del-nwo-i/ ……
Noveno y último capítulo de la serie dedicada a la poesía de autor y su presencia en el flamenco con las voces de Vicente Soto, José Menese, Calixto Sánchez, José Valencia y Carmen Linares sobre textos de Rubén Darío, Juan Ramón JIménez, Rafael Albertí, José Bergamín, Manuel Machado, Gustavo Adolfo Bécquer, José Ángel Valente y Jorge Luis BorgeEscuchar audio
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Club del río nace en 2013 en Madrid. Cuentan con 5 álbumes de estudio y este año lanzan su 6º disco 'Todo alrededor', producido por Brian Hunt, y con el que celebran 10 años de la banda transitando hacia un sonido más eléctrico y experimental. Está compuesto por 9 temas y trata de hacer una mención especial a todo lo que les ha rodeado durante estos años, de forma sustancial y onírica, las fatigas y alegrías. Con su vocación de "club" siempre han disfrutado de colaborar y mezclar su arte con infinidad de artistas entre los que destacan colaboraciones con: Xoel López, Tomasito, El Canijo de Jerez, Victor Iniesta, Leo El Cigüeña, Faneka, Manuel Machado, Joe la Reina, Luis Fercán, María de la Flor, Niño de Elche, Ede, Kinfolks y Tibory Boxy Sox. El Club sigue vivo y este nuevo álbum quiere dar cuenta de ello. 'Todo alrededor' viene así con un sonido nuevo, alejado un poco de los tópicos de esta banda que no elude por ello su pasado y su mochila, la cual carga con entera dicha para girar este trabajo allá donde quiera llegar.Escuchar audio
Andrés Amorós y Federico hablan de El querido hermano, un libro sobre la relación entre Antonio y Manuel Machado.
Andrés Amorós y Federico hablan de El querido hermano, un libro sobre la relación entre Antonio y Manuel Machado.
Raúl del Pozo reflexiona en 'Más de uno' sobre la taberna de Pablo Iglesias.
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Hoy entra en nuestra Biblioteca de Hoy por Hoy "Mi querido hermano" de Manuel Pérez Azaústre. Es la historia de un viaje, el que hace Manuel Machado desde Burgos a Colliure cuando le informan de que su hermano Antonio Machado ha muerto. Es la historia de un viaje , pero también la de una España rota en dos bandos irreconciliables, de familias que se dividen, de hermanos que se quieren como Manuel y Antonio, pero que terminan en diferentes Españas y que no vuelven a verse. Es la historia de una familia, de un país y de unos recuerdos que ya no volverán, los de los Machado en el París Bohemio de 1899, del Madrid republicano en la que toda la familia se reunía para charlas y reír, la de una vida en definitiva que se rompe, en muchos casos, para siempre. Una magnifica novela la de Joaquín Pérez Azaústre que , a la vez, reivindica la figura de Manuel Machado, el hermano que queda marcado por quedarse en el bando franquista no sabemos si por sus ideas o porque el 18 de julio de 1936 le pilla en Burgos y ya no puede volver a Madrid. Una historia literaria y a la vez de supervivencia
La Biblioteca, con Antonio Martínez Asensio da entrada a "El Querido Hermano", de Joaquín Pérez Azaustre, sobre Manuel Machado. Además de novedades y otras recomendaciones. En las Historias Musicales, con Fernando Neira, Tracy Chapman y la música con actuación en directo de Ginebras.
La primera media hora del programa nos trae una grabación que cumple 25 años que realizó Juan Peña Lebrijano y que tituló "Casablanca". De esta grabación escuchamos los poemas que utilizo Juan escritos por Manuel Machado. Escuchamos a Vicente Soto y la actualidad de la semana nos la traen artistas que actuarán en la Suma Flamenca como Trinidad Jiménez, Diego Amador, La Fabi, Javier Colina o Diego Guerrero entre otros. Escuchar audio
210. No cabe duda que el mejor prólogo para empezar es el que hizo el poeta y amigo suyo Felipe Benítez Reyes advierte muy sabiamente. «Rafael es un poeta de tonos muy variados, porque muy traída y llevada ha sido su biografía. Del registro simbolista de Antonio Machado pasa al registro canalla de Manuel Machado. De la poesía popular pega un giro al epitafio bromista. Canta a sus novias y canta las bodegas de su pueblo. Reflexiona ante un paisaje o medita ante una copa de vino. Nos habla de sus viajes por el mundo o de sus viajes alrededor de los territorios brumosos del recuerdo. Puede ser elegíaco y celebratorio. Evoca su niñez y evoca a sus difuntos. Y así. Lo suyo viene a ser, como quien dice, el poliedro». Muchas gracias por escucharme y espero que te guste. Puedes visitar mi web para mantenerte informado de nuevos estrenos https://curiosihistoria.com/ Si estás interesado en sus libros puedes comprarlo en Amazon, te dejo lo enlaces: La propiedad privada https://www.amazon.es/Propiedad-Privada-Rafael-Ben%C3%ADtez-Toledano/dp/B0BTNNPK9X/ref=sr_1_3?__mk_es_ES=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=NO49BNFEWP24&keywords=rafael+benitez+toledano&qid=1695245995&sprefix=rafael+benitez+toledano%2Caps%2C101&sr=8-3 Yacimientos extraordinarios https://www.amazon.es/Yacimientos-Extraordinarios-Rafael-Ben%C3%ADtez-Toledano/dp/B0BTGH7LS2/ref=sr_1_2?__mk_es_ES=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=rafael+benitez+toledano&qid=1695246151&sr=8-2 Mejillones del Parnaso: Recetario en versos ilustrado https://www.amazon.es/Mejillones-del-Parnaso-Recetario-ilustrado/dp/B0BNJKG9W1/ref=sr_1_1?__mk_es_ES=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=rafael+benitez+toledano&qid=1695246170&sr=8-1
The benefits of a multicultural campaign should be obvious by now but let's document some of them so it's clear.Reflect societal trends and valuesYou're able to actually understand more of your audience/stakeholdersInvolve people in appropriate settings and contextCreate tailored marketing content and strategiesBroaden your brand's story as inclusive of diverse culturesSeptember 15 through October 15 is Hispanic Heritage Month. It's recognized in the United States, but also in Argentina, Bolivia, Chile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Dominican Republic, Ecuador, El Salvador, Equatorial Guinea, Guatemala, Honduras, Mexico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Peru, Perto Rico, Spain Uruguay, and Venezuela. There's also recognition in the United Kingdom, Canada, and Australia.In this episode we connect with Cuban American Manuel Machado from CCOM Group which specializes in multicultural campaigns. Guest: Manuel Machado, Co-Chair CCOM GroupEmail | X | LinkedIn | CCOM Website |Forbes Article by Manuel Leave a rating for this podcast with one click Leave us a voice message we can share on the podcast https://www.speakpipe.com/StoriesandStrategiesStories and Strategies Website Do you want to podcast? Book a meeting with Doug Downs to talk about it.Connect with usLinkedIn | X | Instagram | You Tube | Facebook Hey, we're on Threads under Stories and StrategiesSupport the show
Ochocientos kilómetros separan Burgos de Collioure (Francia). Ese es el camino que recorrió, en automóvil, Manuel Machado para despedir a su hermano Antonio, en febrero de 1939, cuando la Guerra Civil agonizaba. Una guerra que separó a la familia Machado y que ha predispuesto un antagonismo político, ideológico y hasta literario entre Manuel y Antonio que tiene bastante de exageración y mito. ¿Por qué Manuel ha sido, tradicionalmente, menos valorado que Antonio? ¿Cómo era la relación "inseparable" entre los dos hermanos? ¿Y cómo vivieron la guerra ambas personalidades? Profundizamos en ello con Carlos Alsina, Rubén Amón, Rosa Belmonte, Guillermo Altares, Sergio del Molino y Nacho Vigalondo, a partir de la novela 'El querido hermano', de Joaquín Pérez Azaústre. Además, charlamos con Vigalondo sobre cómo es el proceso de montaje de una película y nos cuenta los detalles de cómo va la edición de la última de las suyas, 'Daniela Forever'. Por último, reseñamos 'El cuerpo en llamas' y la última temporada de 'The Morning Show'.
Programa completo de Más de uno con Carlos Alsina. En las primeras horas, Miguel Ondarreta, Juan Carlos Vélez, Elena Bueno, Sara Iturbide, Manuel Pecino, María Gómez Prieto y María Gutiérrez repasan las noticias regionales, nacionales e internacionales. Marta García Aller hace su reflexión diaria y en La España que madruga repasamos los principales titulares de la jornada. En la tertulia con Pilar Velasco, David Jiménez, Paco Marhuenda, Marta García Aller y Rubén Amón comentamos la actualidad política. En la segunda parte, nuestro chef Robin Food nos da la receta para cocinar unas carrilleras de cercon con salsa de curry. En La Cultureta hablamos de Antonio y Manuel Machado. Por último, Jorge Abad reproduce el nuevo servicio Premium de Onda Cero donde Alsina da una atención personalizada a cada oyente.
Ochocientos kilómetros separan Burgos de Collioure (Francia). Ese es el camino que recorrió, en automóvil, Manuel Machado para despedir a su hermano Antonio, en febrero de 1939, cuando la Guerra Civil agonizaba. Una guerra que separó a la familia Machado y que ha predispuesto un antagonismo político, ideológico y hasta literario entre Manuel y Antonio que tiene bastante de exageración y mito. ¿Por qué Manuel ha sido, tradicionalmente, menos valorado que Antonio? ¿Cómo era la relación "inseparable" entre los dos hermanos? ¿Y cómo vivieron la guerra ambas personalidades? Profundizamos en ello con Carlos Alsina, Rubén Amón, Rosa Belmonte, Guillermo Altares, Sergio del Molino y Nacho Vigalondo, a partir de la novela 'El querido hermano', de Joaquín Pérez Azaústre. Además, charlamos con Vigalondo sobre cómo es el proceso de montaje de una película y nos cuenta los detalles de cómo va la edición de la última de las suyas, 'Daniela Forever'. Por último, reseñamos 'El cuerpo en llamas' y la última temporada de 'The Morning Show'.
Ochocientos kilómetros separan Burgos de Collioure (Francia). Ese es el camino que recorrió, en automóvil, Manuel Machado para despedir a su hermano Antonio, en febrero de 1939, cuando la Guerra Civil agonizaba. Una guerra que separó a la familia Machado y que ha predispuesto un antagonismo político, ideológico y hasta literario entre Manuel y Antonio que tiene bastante de exageración y mito. ¿Por qué Manuel ha sido, tradicionalmente, menos valorado que Antonio? ¿Cómo era la relación "inseparable" entre los dos hermanos? ¿Y cómo vivieron la guerra ambas personalidades? Profundizamos en ello con Carlos Alsina, Rubén Amón, Rosa Belmonte, Guillermo Altares, Sergio del Molino y Nacho Vigalondo, a partir de la novela 'El querido hermano', de Joaquín Pérez Azaústre. Además, charlamos con Vigalondo sobre cómo es el proceso de montaje de una película y nos cuenta los detalles de cómo va la edición de la última de las suyas, 'Daniela Forever'. Por último, reseñamos 'El cuerpo en llamas' y la última temporada de 'The Morning Show'.This show is part of the Spreaker Prime Network, if you are interested in advertising on this podcast, contact us at https://www.spreaker.com/show/4412383/advertisement
Programa completo de Más de uno con Carlos Alsina. En las primeras horas, Miguel Ondarreta, Juan Carlos Vélez, Elena Bueno, Sara Iturbide, Manuel Pecino, María Gómez Prieto y María Gutiérrez repasan las noticias regionales, nacionales e internacionales. Marta García Aller hace su reflexión diaria y en La España que madruga repasamos los principales titulares de la jornada. En la tertulia con Pilar Velasco, David Jiménez, Paco Marhuenda, Marta García Aller y Rubén Amón comentamos la actualidad política. En la segunda parte, nuestro chef Robin Food nos da la receta para cocinar unas carrilleras de cercon con salsa de curry. En La Cultureta hablamos de Antonio y Manuel Machado. Por último, Jorge Abad reproduce el nuevo servicio Premium de Onda Cero donde Alsina da una atención personalizada a cada oyente. This show is part of the Spreaker Prime Network, if you are interested in advertising on this podcast, contact us at https://www.spreaker.com/show/4412383/advertisement
Siempre es bueno darse un paseo por Madrid y conocer la ciudad desde otros puntos de vista. Pero si se trata de conocer mejor su historia y sus personajes, qué menos que alzar la vista y fijarse en todas las placas que tenemos repartidas. Eso o escuchar a nuestro villano, que siempre tiene algo que decir sobre el tema. Esta vez nos cuenta la historia de Manuel Machado.
'El querido hermano', publicado por Galaxia Gutenberg, cuenta el viaje de Manuel Machado a Francia tras conocer la noticia de la muerte de su hermano Antonio. Escuchar audio
Julio Martí, creador responsable de Noches del Botánico, nos va a hablar de cómo ha sido el proceso para lograr superarse en la edición presente nos solo respecto al cartel sino también en cuanto a infraestructura y organización de servicios, puestos y hostelería para los espectadores. “La Estación del momento” se llama el nuevo disco de Zenet, una genialidad, un monumento a la conjunción original de la letra y la música enfocado Toni Zenet, José Taboada y Manuel Machado vuelven al programa para charlar y para actuar. DISCO 1 DAMIEN RICE Volcano Instrumental (6) SALUDO A JULIO MARTÍ Y ZENET DISCO 2 JOSS STONE Right To Be Wrong (1) ENTREVISTA A JULIO MARTÍ DISCO 3 CHRIS ISAAK Blue Hotel (BEST OF - 15) + Bésame mucho (MONALISA SMILE - 7) + Wicked Game (BEST OF - 3) ENTREVISTA A JULIO MARTÍ DISCO 4 RUBÉN BLADES Savutu (5) DISCO 5 ZENET & DEPEDRO Entre tu balcón y mi ventana (ZENETIANOS - 2) ENTREVISTA A JULIO MARTÍ Y ZENET DISCO 6 ZENET Automático (6) ENTREVISTA A JULIO MARTÍ Y ZENET DISCO 7 ZENET Término medio (9) ENTREVISTA A ZENET DISCO 8 ZENET Dieta de Besos (2) ENTREVISTA A ZENET DISCO 9 CHRIS ISAAK Somebody’s Crying (BEST OF - 2) Escuchar audio
Investigadores da Universidade do Minho estão envolvidos num projeto para desenvolver plataformas para ajudar a criar cidades inteligentes mais sustentáveis.
In this episode, Manuel Machado, Martha Valle Hernandez, and Carl Wilmsen discuss what steps are being taken in order to improve working conditions for latinx forest workers in Oregon. Survey Link: https://beav.es/inthewoods-feedback
In this episode, Manuel Machado, Martha Valle Hernandez, and Carl Wilmsen discuss what steps are being taken in order to improve working conditions for latinx forest workers in Oregon. Survey Link: https://beav.es/inthewoods-feedback
Un Día Como Hoy 29 de Agosto Nace: 1632: John Locke, filósofo británico (f. 1704). 1862: Maurice Maeterlinck, escritor belga, premio nobel de literatura en 1911 (f. 1949). 1874: Manuel Machado, poeta español (f. 1947). 1915: Ingrid Bergman, actriz sueca (f. 1982). 1958: Michael Jackson, cantante, compositor y bailarín estadounidense (f. 2009). Fallece: 1960: Vicki Baum, escritora austriaca (n. 1888). 1982: Ingrid Bergman, actriz sueca (n. 1915). Una producción de Sala Prisma Podcast 2022
LA OTRA LUNA, escrito por Jorge Campos seudónimo de Jorge Renales Fernández, escritor, crítico e historiador de la literatura nacido en Madrid. Licenciado en Filosofía y Letras, dio clases de Historia de la Literatura en la Real Escuela de Arte Dramático y en los cursos para extranjeros de varios centros de enseñanza de los Estados Unidos. Sus publicaciones de tema literario se han orientado preferentemente hacia dos grandes temas, el romanticismo español del siglo XIX y la literatura hispanoamericana. Entre sus obras principales de crítica y ensayo destacan, Historia Universal de la Literatura (1946) y prólogos a las Obras de Espronceda, Alcalá Galiano, Estébanez Calderón y Duque de Rivas. Entre sus últimas obras publicadas figuran Introducción a Pío Baroja y dos antologías de los poetas Antonio y Manuel Machado. Entre sus trabajos dedicados a la narración pueden citarse, Seis mentiras en novela (1940), En nada de tiempo (1947), Vichori (1951), Pasarse de bueno (1950), El atentado (1951), El hombre y lo demás (1953) y Tiempo pasado, obra con la que consiguió en 1955 el Premio Nacional de Literatura. También dentro de la sección de crítica figuran sus obras Conversaciones con Azorín (1964) y Teatro y Sociedad (1970). Fue también redactor de la parte hispanoamericana del Diccionario de Literatura Española, editado por Revista de Occidente. Su estado de salud en los últimos años fue delicado puesto que perdió la vista casi por completo, lo que no le impedía seguir dictando artículos y trabajos que publicaba en revistas de literatura. Quienes conocían de cerca a Jorge Campos, Buero Vallejo, Leopoldo de Luis, Ramón de Garciasol, Elena Soriano y José Luis Cano, entre otros, reconocen que fue un hombre que después de la guerra eligió el exilio interior desde el que continuó analizando la literatura de su tiempo y la anterior a él. Aún así no pudo librarse de una temporada en un campo de concentración después de la guerra. Jorge Campos, murió en el año 1983 en Segovia, como consecuencia de una hemorragia cerebral. 🌗🌗 Sound By courtesy of NASA’s Goddard Space Flight Centre Scientific Visualization Studio.🌙 La Luna se formó aprox. Hace 4.500 millones de años. La Luna es el quinto satélite natural más grande del Sistema Solar. La luna orbita la Tierra a una velocidad media de 3.700 kilómetros por hora. La Luna está en rotación sincrónica con la Tierra; siempre muestra a la Tierra del mismo lado. La superficie de la Luna es oscura. El lado oscuro de la Luna se enfría a unos -169 grados centígrados. Durante el día lunar que dura aproximadamente un mes, la superficie de la Luna se hornea al sol a una temperatura de hasta 117 grados centígrados. La Luna se está alejando de la Tierra aprox. 3,8 cm cada año. La Luna tiene terremotos llamados Moonquakes. Hay agua en la Luna. El programa Luna de la Unión Soviética presentó el primer aterrizaje exitoso de una nave espacial no tripulada en la superficie de la Luna en 1966. La misión Apolo 11 de la NASA de los EE.UU. en 1969 fue el primer aterrizaje tripulado en la Luna. La primera persona en pisar la Luna fue Neil Armstrong. Un eclipse lunar ocurre cuando la Tierra está entre el Sol y la Luna. The Moons es en realidad más de una forma ovalada. La Luna es propiedad internacional. Los astronautas han traído 842 libras de material lunar a la Tierra. 🌙 Las manchas oscuras de la luna se llaman María. ------------------------------------------------------------------------------------ 📌Síguenos en nuestro canal informativo de Telegram: https://t.me/historiasparaserleidas Suscríbete a nuestra Newsletter: https://www.getrevue.co/profile/historiasparaserleidas 🛑BIO Olga Paraíso: https://instabio.cc/Hleidas 📌Twitter https://twitter.com/HLeidas Escucha el episodio completo en la app de iVoox, o descubre todo el catálogo de iVoox Originals
Recomendados de la semana en iVoox.com Semana del 5 al 11 de julio del 2021
LA OTRA LUNA, escrito por Jorge Campos seudónimo de Jorge Renales Fernández, escritor, crítico e historiador de la literatura nacido en Madrid. Licenciado en Filosofía y Letras, dio clases de Historia de la Literatura en la Real Escuela de Arte Dramático y en los cursos para extranjeros de varios centros de enseñanza de los Estados Unidos. Sus publicaciones de tema literario se han orientado preferentemente hacia dos grandes temas, el romanticismo español del siglo XIX y la literatura hispanoamericana. Entre sus obras principales de crítica y ensayo destacan, Historia Universal de la Literatura (1946) y prólogos a las Obras de Espronceda, Alcalá Galiano, Estébanez Calderón y Duque de Rivas. Entre sus últimas obras publicadas figuran Introducción a Pío Baroja y dos antologías de los poetas Antonio y Manuel Machado. Entre sus trabajos dedicados a la narración pueden citarse, Seis mentiras en novela (1940), En nada de tiempo (1947), Vichori (1951), Pasarse de bueno (1950), El atentado (1951), El hombre y lo demás (1953) y Tiempo pasado, obra con la que consiguió en 1955 el Premio Nacional de Literatura. También dentro de la sección de crítica figuran sus obras Conversaciones con Azorín (1964) y Teatro y Sociedad (1970). Fue también redactor de la parte hispanoamericana del Diccionario de Literatura Española, editado por Revista de Occidente. Su estado de salud en los últimos años fue delicado puesto que perdió la vista casi por completo, lo que no le impedía seguir dictando artículos y trabajos que publicaba en revistas de literatura. Quienes conocían de cerca a Jorge Campos, Buero Vallejo, Leopoldo de Luis, Ramón de Garciasol, Elena Soriano y José Luis Cano, entre otros, reconocen que fue un hombre que después de la guerra eligió el exilio interior desde el que continuó analizando la literatura de su tiempo y la anterior a él. Aún así no pudo librarse de una temporada en un campo de concentración después de la guerra. Jorge Campos, murió en el año 1983 en Segovia, como consecuencia de una hemorragia cerebral. 🌗🌗 Sound By courtesy of NASA’s Goddard Space Flight Centre Scientific Visualization Studio.🌙 La Luna se formó aprox. Hace 4.500 millones de años. La Luna es el quinto satélite natural más grande del Sistema Solar. La luna orbita la Tierra a una velocidad media de 3.700 kilómetros por hora. La Luna está en rotación sincrónica con la Tierra; siempre muestra a la Tierra del mismo lado. La superficie de la Luna es oscura. El lado oscuro de la Luna se enfría a unos -169 grados centígrados. Durante el día lunar que dura aproximadamente un mes, la superficie de la Luna se hornea al sol a una temperatura de hasta 117 grados centígrados. La Luna se está alejando de la Tierra aprox. 3,8 cm cada año. La Luna tiene terremotos llamados Moonquakes. Hay agua en la Luna. El programa Luna de la Unión Soviética presentó el primer aterrizaje exitoso de una nave espacial no tripulada en la superficie de la Luna en 1966. La misión Apolo 11 de la NASA de los EE.UU. en 1969 fue el primer aterrizaje tripulado en la Luna. La primera persona en pisar la Luna fue Neil Armstrong. Un eclipse lunar ocurre cuando la Tierra está entre el Sol y la Luna. The Moons es en realidad más de una forma ovalada. La Luna es propiedad internacional. Los astronautas han traído 842 libras de material lunar a la Tierra. 🌙 Las manchas oscuras de la luna se llaman María. ------------------------------------------------------------------------------------ 📌Síguenos en nuestro canal informativo de Telegram: https://t.me/historiasparaserleidas Suscríbete a nuestra Newsletter: https://www.getrevue.co/profile/historiasparaserleidas 🛑BIO Olga Paraíso: https://instabio.cc/Hleidas 📌Twitter https://twitter.com/HLeidas
Andrés Amorós habla de la figura de Manuel Machado a través de dos libros: ‘Manuel Machado, el gran desconocido' y ‘Antología poética'.
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Esta semana fala-se de bola com Diogo Soares Loureiro, um advogado fanático por futebol.Uma conversa redondinha, com tremoços e tudo sobre árbitros, adeptos, comentadores, Fernando Santos, Luís Filipe Vieira, Ricardo Salgado e, claro, Jorge Jesus.(0:00) Preliminares (o tal tremoço)(7:30) Toxicidade no futebol(22:34) Fernando Santos e os desaires da Seleção(33:07) O povo quer Jorge Jesus a selecionador(40:26) "O estádio uniu-se para insultar o treinador" e outras histórias(50:27) Luís Filipe Vieira, Testa de Ferro(1:11:33) "O meu chefe é um camelo" e outras peripécias jurídicas(1:26:00) 50 cent vs Jorge Jesus; Políticos no futebol; Manuel Machado faz faltaAPRENDE MANDARIM EM 12 MESEShttps://www.isabelfigueiredopaula.com/mandarim_12_meses_21aAos 50 patronos mostramos as extremidadeshttps://www.patreon.com/nuancepodcastJunta-te ao nosso DISCORD: https://discord.gg/jhsHPww5FJESTAMOS EM:Spotify https://open.spotify.com/show/3wC6cw4k3jjcqzSLlwgWs5Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/pt/podcast/nuance/id1542526434Google Podcasts https://podcasts.google.com/feed/aHR0cHM6Ly9mZWVkcy5idXp6c3Byb3V0LmNvbS8xNTE5NTcwLnJzcw==PASTAMOS NOS SEGUINTES PRADOSInstagram:http://www.instagram.com/nuancepodcasthttp://www.instagram.com/by.castrohttp://www.instagram.com/holdennevermoreTwitter:http://www.twitter.com/nuance_podcasthttp://www.twitter.com/goodboycastrohttp://www.twitter.com/holdennevermoreSentidos agradecimentos a quem torna isto possível:GoBig Studio - http://www.instagram.com/gobigstudioRui "Pack" Oliveira - http://www.instagram.com/ruioliveira_packLuís Bessa - http://www.instagram.com/luisamadobessa
TINO DI GERALDO · el percusionista, baterista y productor presenta "Concert bal" (Karonte, 2021). ─Han participado músicos ilustres como Javier Gutiérrez Massó “Caramelo”, Renaud García-Fons, Javier Colina, Carles Benavent,Pepe Bao, Josué Ronkío, Pino Palladino, Perico Sambeat, Manuel Machado, Fernando Hurtado, Joulen Ferrer, Jorge Pardo, Juan Carlos Aracil, Alex Acuña, Karim Ziab, José Montaña, Ariel Brínguez, Ramón González, Diego y Ané Carrasco, Tomasito y Kelvis Ochoa Más información: https://www.lossonidosdelplanetaazul.com
Podcast Política com Palavra, esta semana com Manuel Machado, Candidato à Câmara de Coimbra
Governo marca eleições autárquicas para 26 de setembro. Manuel Machado, presidente da Associação Nacional de Municípios, destaca o "êxito de participação e segurança das pessoas" nas últimas eleições. See omnystudio.com/listener for privacy information.
Poema "EL QUERER" de Manuel Machado, España.
Vicente Soto canta a Pessoa, Rubén Darío y Lessa; Mayte Martín a Manuel Alcántara; Calixto Sánchez a Rafael Alberti, Manuel Machado y Bécquer, y José Valencia a Bécquer. Escuchar audio
Sacramento Forget Me Not Part 1 of the victims of Manual Machado Alvarez and the mysterious murder of Sacramento Sheriff Deputy Jeffrey Mitchell. County Crimes Dream Warriors.
• CDTondela recebe na próxima quinta-feira o Nacional. O treinador da equipa da Madeira, Manuel Machado, fala de um CDT imprevisível.• Rodrigo Cavaleiro foi eleito para o Comité Europeu sobre segurança no desporto;• No Centro Desportivo desta semana, em destaque a vitória do Viseu 2001 e o hat-trick de Mário Gonzalez pelo CDTondela.
Neste belíssimo episódio falou-se de Stephen Hawking e teorias, sonho com Manuel Machado, morrer com cravos, ideia para compal
"Há professores em falta nas listas de vacinação", diz representante dos dirigentes escolares. Cientista Miguel Castanho olha para a vacinação dos professores "como uma decisão politica" e Manuel Machado destaca contributo das autarquias. See omnystudio.com/listener for privacy information.
Bom dia! Hoje, no Futebol de Verdade, vou falar do arranque da fase de qualificação do próximo Mundial, que leva Portugal a defrontar hoje o Azerbaijão. Passarei ainda por Manuel Machado e pelas últimas evoluções no caso-Palhinha. Pode deixar perguntas nas caixas de comentários, que se não forem respondidas já hoje ficarão para o Q&A de sábado. Vamos! Não se esqueçam de subscrever o canal e de me seguir nas redes: Facebook - https://bit.ly/2KuTzUd Instagram - https://bit.ly/2ORMEII Twitter - https://bit.ly/2Ksyf1
Zlatan chorou no regresso à seleção sueca. Ainda o regresso de Manuel Machado à Liga de futebol e o futebolista que casou... de fato de treino!
Volvemos a explorar los mundos de artistas escondidos que merece la pena conocer. En esta secuela de nuestro episodio Enfants Terribles iremos acompañados de Jessie Baylin y el artista leonés Pájaro Sunrise, enlazándolo con anécdotas sobre Jean Reno. También nos dejamos sosprender por Jimmy Barnatán y sus incursiones en el blues, para a continuación recorrer las influencias de la banda de Oklahoma Other Lives. Escucharemos Las historias tras el rock de The Mayan Factor, para saltar hacia los ritmos de vals de The Reign of Kindo y la trompeta de Manuel Machado. Un episodio lleno de referencias e historias por descubrir.
Lucas João é sinónimo de golo. Atualmente no Reading, o avançado falou-nos da intensidade do Championship mas não esqueceu os “chutos em sacos de dinheiro” com Manuel Machado, o racismo e ainda o dia em que a namorada tinha uma notícia melhor do que a sua chamada à seleção.
Recito versos de Manuel Machado, el gran poeta de El Mal Poema.
Edição de 02 Dezembro 2019
*(neste caso o filósofo, não o jogador) Na sua obra A República (Livro VII), Platão traz-nos a conhecida "alegoria da caverna", onde defende que o ser humano se pode libertar da escuridão, que o aprisiona, por meio da luz da verdade que vem de fora. Neste episódio #14, ao bom estilo "cruyffiano", a filósofa Joana R Sousa, com a ajuda do conhecido treinador Manuel Machado, tenta resgatar Sérgio Engrácia, Aires Gouveia e João Tibério da escuridão do caverna, num episódio bem diferente, até improvável. Não sabemos se a mesma foi bem sucedida, mas o que é certo é que o Márcio Barcelos não voltou a ser visto em estúdio. Para ouvir nos agregadores do costume.
Bienvenidos a ERA Magazine, el podcast de la música independiente española. En el capítulo de hoy, la mezcla de estilos la tenemos con los madrileños Club del Río, que presentan Sustancia. Buenos días. Antes de comenzar comentar dos cositas rápidas. En primer lugar, los servicios de diseño web de ERA Magazine. Si visitas eramagazine.fm/web verás las tres opciones que te ofrecemos, con tienda online y sin tienda online, a unos precios muy asequibles. Y, sobre todo, te enseñamos a manejar tu propia web. Y en segundo lugar, la nueva opción que ha creado iVoox para apoyar a los creadores de podcast. Si visitas el perfil de ERA Magazine verás un pequeño botón que pone “Apoyo” y desde 1,49 euros al mes podrás ayudar a que sigamos descubriendo más propuestas emergentes. Sé un mecenas de ERA Magazine. Tercer disco del grupo Club del Río, que lleva por título Sustancia y que está editado por El Volcán Música. 13 canciones en el que se mezclan diferentes estilos y que ha contado con colaboraciones de lujo como Faneka, Manuel Machado, Tomatito o Víctor Iniesta. Indie folk, jazz, ritmos bailables, todo combinado con guitarras, vientos o percusiones hacen que su propuesta sea atractiva para públicos muy diferentes. Pese a ser madrileños, coincidimos con ellos en Barcelona, después de una de sus numerosas actuaciones. Las canciones # “Remedios”. # “Diablo”. # “Bahama Mamma”. # “Arenas movedizas”. Con esta canción nos despedimos por hoy. También recuerda, que si quieres ayudar a este podcast, y seguir disfrutando de la música de muchos más grupos, visita el perfil de ERA Magazine en iVoox.com, dale al botón “Apoyo” y desde 1,49 euros al mes podrás ayudar a que sigamos descubriendo más propuestas emergentes. Sé un mecenas de ERA Magazine. Porque recuerda: a la gente le encanta la música indie, pero todavía no lo sabe. Adiós. Club del Río Sustancia (El Volcán Música, 2018)Facebook | Twitter | YouTube | Bandcamp | Instagram La entrada ERA Magazine #322 Club del Río, mezcla de estilos se publicó primero en ERA Magazine.
«(...) Tinhas uma série de clichés na altura, não era bem visto (...) hoje em dia vês uma mulher a tocar bateria, o que não é muito usual, não é muito visto uma mulher a tocar bateria, e ainda reparas 'olha, aquela banda tem uma mulher a tocar bateria'» Destacou-se no grupo Sitiados na década de 1990 ao substituir Manuel Machado no acordeão, mas tocou também concertina e baixo eléctrico, quer em Megafone como no grupo A Naifa (no qual se assumiu como baixista, papel ocupado anteriormente por João Aguardela). Há cerca de dois anos formou, com Mitó, o grupo Señoritas. Quer a recriação dos estilos interpretativos dos repertórios tradicionais como a introdução de instrumentos musicais, confinados em décadas anteriores à de 1990 a outros domínios da música, incitaram músicos de outros universos a uma (re) descoberta dos padrões quer sociais como culturais associados a essas práticas ainda vigentes fora da capital, mas também a novas práticas decorrentes destas, que as aproximaram de outros espaços onde tanto umas como outras, ora por si mesmas ora dialogando, se estenderam a um maior e mais diversificado conjunto de grupos sociais e culturais. É com Sandra Baptista que estou à conversa neste episódio. [Convidada: Sandra Baptista, Autoria,Texto e Edição: Soraia Simões de Andrade, Ilustração: João Pratas, Design de Som: António José Martins, Indicativo: Amélia Muge, Tema de Señoritas: «Solta-me»]
Entrevista Antena 1 / Jornal de Negócios - Uma Conversa Capital
O bom arranque de campeonato do Rio Ave, as críticas de Manuel Machado à distribuição de receitas entre clubes e os elogios a um FC Porto “mais peludo”, as goleadas de Benfica e Sporting e a vitória confortável do FC Porto foram temas em destaque na Tertúlia Bola Branca desta semana, com o treinador e comentador Nuno Presume e os jornalistas Rui Miguel Tovar, Pedro Azevedo e Filomena Barros.
El jueves 23 de Febrero tuvimos invitados en Jazz Time a algunos componentes de la Leganés Big Band, con los que charlamos en una entrevista muy amena sobre la formación de la banda y sus inicios, presentamos su primer trabajo discográfico “7 Años no es Nada”, que cuenta con grandes colaboraciones como Noa Lur, Manuel Machado, Bobby Martinez y Roberto Pacheco. Como es habitual en el programa, tuvimos algunas sorpresas y con la dirección de Juán Moreno que también tocó la trompeta, Víctor Muñoz en el saxo alto, Javier Ochoa en el saxo tenor, Ricardo Mateos al saxo barítono, Fernando Jorge en el trombón, Mario Lorenzo al piano, Guido Farusi en el contrabajo y Santiago Aquista en la batería, nos deleitaron con tres temas en riguroso directo, arreglados para la ocasión en formación de octeto, que hicieron las delicias de la audiencia y de todos los presentes en el estudio.
Edição de 11 de dezembro 2016
En Future Beats nos sumergimos en el cauce de Club del Río, que presentan su segundo álbum, Un Sol Dentro (El Volcán, 2016) Han grabado en Sevilla con Raúl Pérez. Queríamos convivir todos y grabar en el sitio perfecto. La participación y los consejos de Raúl han sido decisivos. Hay sorpresas en este trabajo, aproximaciones al jazz latino incluidas. Eso es Guateque, llevamos ya un largo tiempo evolucionando ese tema. Está el piano de Álvaro Baños y la magia de Manuel Machado, es una fortuna poder haber contado con este maestro. No son los únicos colaboradores, Xoel López, Tomasito y Víctor Iniesta también son algunos de los invitados que participan en este recomendable trabajo Darío Manrique los entrevista y los escuchamos interpretar en acústico dos temas del disco. Hoy también en Future Beats os presentamos, como siempre, una selección de avances y novedades notables: la antología de Havana Cultura, con un par de cortes inéditos del último proyecto de Gilles Peterson; Illya Kuryaki & The Valderramas y su retorno a los controles en la producción y a sus raíces; la relectura de Duke Ellington a cargo de la banda Balkan Brass de Nueva York Slavic Soul Party!; la banda sonora para un film de animación de 1926 firmada por Dungen y los últimos trabajos de Astrio y Santiago Córdoba.
Zenet estrena su cuarto álbum Lo que sucede, conviene (El Volcán, 2016), nos desvela los detalles en una amplia conversación con Darío Manrique y además ha grabado para nosotros dos de sus nuevos temas en acústico.El título del disco es una frase muy cubana, contra la contrariedad. Mi trompetista Manuel Machado la dijo en algún momento y creo que es muy apropiada. Es un disco más diurno, sale fuera del humo y las sombras. La sensación de componer es lugares que olían a la noche anterior ha sido sustituida por la frescura de componer en casa.Hay cosas nuevas como la salsa, el tango y detalles de música brasileña. La bossa nova está muy próxima siempre a lo que hemos hecho mi banda y yo. Era fácil servirnos de ella. Hay un discurso en general muy evocador.Además hoy estrenamos algunos álbumes que merecen una especial atención: el trabajo de Miramar, el proyecto de boleros de Reinaldo Álvarez (Bio Ritmo), quien junto a la pianista Marlysse Simmons y la vocalista Laura Ann Singh busca eso mismo: rescatar la era dorada del bolero. Para llegar a buen puerto han planteado con gran acierto el disco como un homenaje a la compositora puertorriqueña Sylvia Rexach. Y el gran Mangy Love de Cass McCombs, una punzante mirada crítica a la sociedad contemporánea con alegatos contra el racismo, el elitismo de algunos gobiernos o la decadencia del sistema judicial, todo ello arropado por una excelente producción sonora. No falta algunos de nuestros favoritos recientes como los últimos lanzamientos de The Frghtnrs, Gaby Moreno, Agnes Obel, Mateo Kingman o un trabajo de inéditos y tomas alternativas de Willie Bobo publicado por Nacional Records.
Manuel Machado es uno de los grandes músicos cubanos que se ha integrado en la escena madrileña. Nos presenta su disco Vivencias y nos adelanta su reencuentro de este verano con Irakere el grupo de Chucho Valdés que es una de la referencias del jazz cubano y universal. Machado habla de su paso por el grupo Ketama.
En este programa repetimos a menudo que estamos viviendo una etapa de esplendor en el flamenco y en el jazz. Así que de la mano de discos recientes intentamos demostrarlo con El vito interpretado por Gerardo Núñez y Jazzpaña, Ivan Melón Lewis, el trío de Javier Colina y el grupo de Manuel Machado. Recordamos a B.B. King asociado a la sonrisa de Raimundo Amador y a nuestros clásicos con dos corridos, uno mexicano con Pata Negra, el otro es un romance con José El Negro.