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Scienza e fede sono alleati nella missione di coltivare la terra e creare cultura. Perché Dio ci ha creato, viviamo in un universo che ha significato e dove il valore più grande è l'amore.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Dio ha così tanto amato16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio[e], affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; 21 ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio».Nuova testimonianza di Giovanni il battista22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nelle campagne della Giudea; là si trattenne con loro, e battezzava. 23 Anche Giovanni stava battezzando a Enon, presso Salim[f], perché là c'era molta acqua; e la gente veniva a farsi battezzare. 24 Giovanni, infatti, non era ancora stato messo in prigione.lascia un commentoSupport the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Maria visita Elisabetta39-40 Alcuni giorni più tardi, Maria partì in gran fretta verso gli altipiani della Giudea in direzione del villaggio dove viveva Zaccaria, per far visita ad Elisabetta.41 Non appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il suo bimbo fece un balzo dentro il suo ventre ed ella fu piena di Spirito Santo.42 Gridando di gioia, disse a Maria: «Tu sei la preferita dal Signore fra tutte le donne, e il tuo bambino è destinato alla massima gloria di Dio! 43 Quale onore per me: la madre del mio Signore a farmi visita!44 Quando sei entrata e mi hai salutato, appena ho udito la tua voce, il mio bambino è balzato dentro di me per la gioia! 45 Tu hai creduto che Dio avrebbe fatto ciò che ha promesso, ecco la ragione per cui ha dato a te questa meravigliosa benedizione!»46 Maria rispose: «Sia lode al Signore. 47 Come gioisco in Dio, mio Salvatore! 48 Egli si è accorto di me, dellʼultima sua serva, e dʼora in poi tutti mi chiameranno beata.49 Perché Dio, il Potente, il Santo, ha fatto grandi cose per me. 50 Egli è misericordioso per sempre verso tutti coloro che lo temono.51 Quanto è forte il suo potente braccio! Come ha disperso gli orgogliosi e i superbi! 52 Egli ha rovesciato i potenti dai loro troni ed ha elevato gli umili. 53 Ha dato a piene mani agli affamati ed ha allontanato i ricchi a mani vuote. 54 E come ha aiutato il suo servo Israele! Perché non ha dimenticato la promessa, 55 che aveva fatto ai nostri antenati. La promessa di essere misericordioso verso Abramo e i suoi discendenti!»56 Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi, poi tornò a casa sua.Support the Show.Support the Show.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7773UNA STIGMATIZZATA FUORI DAL COMUNI di Rino CammilleriHo scrutato attentamente il video che il dottor Paolo Basso da Crema mi ha recapitato sulla beata Maria Domenica Lazzeri, detta la "Meneghina", nata nel 1815 e morta nel 1848. Diciamo subito, per chi non lo sapesse, che si tratta di una stigmatizzata. Stavo per scrivere "la solita stigmatizzata", perché essendomi occupato per trent'anni, ogni giorno, prima sul quotidiano Avvenire e poi Il Giornale, di santi e beati, di stigmatizzate ne ho viste tante. Quante siano potete agevolmente contarle, se avete pazienza, sul sito santiebeati.it. Da Caterina da Siena, a Teresa Neumann, eccetera. Mai, però, avevo considerato il fatto che queste mistiche sanguinanti fossero tutte donne. Sì, abbiamo il Poverello e Padre Pio. E basta, almeno che io ricordi. Tutte le altre sono donne, sempre donne. Queste strane privilegiate dal Cielo in genere non devono far altro che starsene in un letto a patire. Qualcuna ha visioni e detta libri, come Katharina Emmerick. Qualche altra manifesta i dolori della Passione in periodi ricorrenti e limitati, come Natuzza Evolo. Qualche altra ancora, come Elena Aiello, continua a occuparsi dei suoi orfanotrofi. Ma le più devono solo fare le "vittime". Perché donne? Forse perché sono più delicate e fragili? In effetti ciò si accorderebbe con il risultato modus operandi del Cielo: scegliete il personaggio più improbabile onde mostrare che quanto gli accade viene solo esclusivamente dall'Alto. La potenza di Dio si manifesta meglio nella debolezza, come dice Paolo. E più la creatura prescelta è inadeguata, più appare, a chi voglia vederla, l'opera di Dio.RIMANEVA MORTANaturalmente noi crediamo che la ricompensa per tali "vittime" sarà straordinaria, altrimenti prendere una ragazza minuta e insignificante, confinarla in un letto di dolore senza mangiare, né bere, né dormire, ma solo e sempre sanguinare tra le sofferenze più atroci sarebbe puro sadismo. Ma noi sappiamo che il Creatore è Bontà e Amore, perciò non ci resta che aggrapparci alla Fede. E veniamo alla Nostra. Al solito, nasce in un posto sperduto e dimenticato, Capriana in Val di Fiemme, Trento. Figlia di un povero mugnaio fin da subito conosce la fatica e i geloni alle dita in un tempo e in un luogo in cui se vuoi scaldarti devi prima far legna e accendere il camino. Ultima di cinque figli, dopo qualche anno di scuola, va a servizio, anche perché il padre è nel frattempo morto. Nel 1833, mentre si prodiga per i malati d'influenza, rimane contagiata. A quel tempo o si guarisce o si muore di polmonite. Lei, invece, sviluppa un crescendo di sintomi mai visti prima che in breve la confinano a letto, impedita a mangiare, bere e dormire. Riesce solo a "inghiottire" l'ostia, di cui nell'800 bisogna essere "degni", perciò mensile. Chiamata in paese "meneghina" ("Domeneghina"), ha diciannove anni quando comincia: sudorazione di sangue come nel Getsemani, ferite sulla fronte come da coronazione di spine, stigmate alle mani, al torace e ai piedi. Le mani sono artigliate, come si suppone siano state quelle inchiodate di Cristo, i piedi sempre sovrapposti. Ogni venerdì, all'ora della morte di Cristo, anche lei rimane morta per diverso tempo. Sì, morta. Indi si rianima e si riparte con il calvario.IL SANGUE OLTRE LA GRAVITÀGli scienziati che scrutano il caso sono intrigati anche dal fatto che su di lei il sangue gocciola non seguendo la gravità, ma come se davvero fosse appesa verticale a una croce. E ciò accade tutti i venerdì, per quattordici anni (per chi ama le coincidenze sempre in questi casi c'è il bicchiere mezzo pieno: la mistica è in grado di seguire omelie pronunciate in altri luoghi e di riferire cose dette altrove, di comprendere lingue straniere e pure antiche, di bilocarsi). Naturalmente, il caso fa scalpore e in breve la sua casa è assediata da visitatori provenienti da ogni dove. Anche semplici curiosi, certo. Ma per fortuna il vescovo competente è il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, che prende a cuore la vicenda e provvede a disciplinare l'accesso. Il primario dell'ospedale di Trento, dopo accurato studio, stende una relazione che viene presentata in ben tre congressi scientifici nazionali. Vengono illustri personaggi da tutta Europa, viene il beato Antonio Rosmini, perfino l'Arcivescovo di Sidney. Scoppia il caso sulla stampa, fogli cattolici e fogli protestanti incrociano le lame. Diversi editori europei fiutano l'affare e sguinzagliano agenti alla ricerca di testimoni oculari per cavarne libri e opuscoli a sensazione, i pamphlets il più delle volte di scaso valore, ma che concorrono alla divulgazione della notizia. Malgrado l'interessata non abbia mai voluto fotografie. Che pensare di tutto questo? Perché Dio sceglie una "vittima" e la massacra (o permette che lo sia, ma è lo stesso) per tutta la vita? Certo la cosa è sempre su base volontaria e se qualche farabutto conclamato scansa la dannazione eterna proprio grazie a queste mistiche che accettano di farsi maciullare al loro posto dalla Bontà Divina?HA RAGIONE DIOSi, Uno potrebbe osservare che Cristo in croce ci rimane tre ore, mica 14 anni, cioè 728 venerdì. Ma, attenzione, la prescelta assenziente viene fornita di un dono speciale: l'amore per la croce. La meneghina, si scoprì, portava il cilicio. Come se non le bastassero le sofferenze inaudite che doveva sopportare. Nella letteratura mistica questo fenomeno è chiamato "follia della croce", che, seppure alla lontanissima, può essere paragonato a quel che prova un padre che si fa togliere un rene per salvare la vita al figlio. Forse l'esempio è inadeguato, ma non me ne vengono altri. E non me ne vengono perché io, come voi, aborro la sofferenza e faccio di tutto per evitarla. Siamo fatti per la gioia, non per il dolore (il che dimostra che il peccato originale è un fatto storico). È per questo, temo, che a molti la preghiera sembra una perdita di tempo: se fosse efficace, se venissimo sempre esauditi, saremmo tutti in ginocchio. Ma ogni nostra preghiera - ci si faccia caso - è una richiesta per toglierci una croce. O la croce. Forse è per questo che di solito non succede niente. Si, poi il devoto spiega che Dio ascolta, ma si riserva dell'esaudimento al tempo opportuno; oppure che stai chiedendo la cosa sbagliata, oppure che...La solita arrampicata sugli specchi perché Dio, per definizione, ha sempre ragione e tu torto. Come Giobbe, cui alla fine Dio rispose come il Marchese del Grillo. Insomma, boh. Proviamo a chiedere lumi alla Meneghina.
Oggi: È lecito pagare Cesare?15 Allora i farisei si riunirono per trovare il modo di intrappolare Gesù, facendogli dire qualcosa di compromettente, tanto da poterlo arrestare. 16 Decisero di mandare alcuni dei loro uomini insieme con gli Erodiani a porgli questa domanda: «Signore, sappiamo che tu sei molto onesto, insegni la volontà di Dio e non ti preoccupi di ciò che pensa la gente, perché non guardi in faccia nessuno. 17 Dicci ora, è giusto o no pagare le tasse al governo romano?»18 Ma Gesù capì a che cosa miravano.«Ipocriti!» esclamò, «chi volete ingannare con le vostre domande? 19 Fatemi vedere una moneta». Gli diedero un denaro romano. E Gesù domandò: 20 «Di chi è questa effigie? E di chi è il nome sotto lʼeffigie?»21 «Di Cesare», risposero. «Bene, allora», disse Gesù, «datelo a Cesare, se è di Cesare, ma date a Dio tutto ciò che è di Dio!»22 A questa risposta rimasero sorpresi e confusi, e se ne andarono via.23 Quello stesso giorno, alcuni dei Sadducei (che dicevano che non cʼè risurrezione dopo la morte), vennero a porgli unʼaltra domanda:24 «Signore, Mosè disse che se un uomo muore senza figli, suo fratello deve sposarne la vedova, e il primo figlio che verrà erediterà il nome e la proprietà del morto. 25 Ebbene, vʼera fra di noi una famiglia di sette fratelli. Il primo si sposò, poi morì senza figli, così la vedova divenne moglie del secondo fratello. 26 Però anche questi morì senza figli, quindi la moglie passò al fratello successivo, e così via, finché non fu moglie di ognuno di loro. 27 Alla fine anchʼella morì. 28 Ti chiediamo allora: alla risurrezione, di chi sarà moglie quella donna, poiché è stata moglie di tutti e sette?!»29 Gesù rispose: «Voi sbagliate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio. 30 Perché alla risurrezione non cʼè matrimonio; sia gli uomini che le donne sono tutti come gli angeli del cielo. 31 E in quanto ad esserci o meno la risurrezione dalla morte, non avete mai letto le Scritture? Non vi rendete conto che Dio parlava per voi, quando disse:32 “Io sono il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe”? Perché Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi!»33 La folla rimase profondamente colpita dalle sue risposte, 34-35 ma non i Farisei. Quando videro che con quelle parole aveva chiuso la bocca ai Sadducei, escogitarono una nuova domanda da fargli.Support the show
Oggi leggiamo insieme la lezione numero trenta del libro “Un corso in miracoli”. Vai al profilo IG @Leggendomiracoli per trovare il testo della lezione. Buon viaggio ✨ Letto da @gloria.dalio #uncorsoinmiracoli
IL DICASTERO PER LA DEMOLIZIONE DELLA FEDE APPROVA LA BENEDIZIONE DELLE COPPIE GAYCon la dichiarazione ''Fiducia supplicans'' il card. Fernández sdogana le benedizioni per qualsiasi tipo di unione (ma molti sacerdoti e vescovi non la applicheranno)di Luisella ScrosatiSi può benedire l'unione di persone dello stesso sesso, purché non si confonda con una benedizione nuziale. È la sostanza dei 44 paragrafi della Dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede, pubblicata ieri, 18 dicembre 2023, e firmata dal Prefetto, il cardinale Victor M. Fernández, dal Segretario per la Sezione Dottrinale, mons. Armando Matteo, e da papa Francesco.Così il paragrafo centrale della Dichiarazione: «Nell'orizzonte qui delineato [che presenteremo, n.d.a.] si colloca la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio».Il documento si propone di offrire «nuovi chiarimenti (…) sul Responsum ad dubium formulato dall'allora Congregazione per la Dottrina della Fede e pubblicato il 22 febbraio 2021» (n. 2), per cercare di venire incontro a quanti «non hanno condiviso la risposta negativa al quesito o non l'hanno ritenuta sufficientemente chiara nella sua formulazione e nelle motivazioni» (n. 3). L'intento di Fernández è quello di mantenere «gli aspetti dottrinali» del Responsum, coniugandoli coerentemente con «quelli pastorali», che nel 2021 non sarebbero stati adeguatamente presi in considerazione, mentre invece sarebbero stati promossi dalle Risposte di papa Francesco ai dubia dei cinque cardinali.La strada tracciata può essere sintetizzata in questo modo: coerentemente al Responsum, la Dichiarazione continua a respingere benedizioni o riti che possano apparire come approvazioni di unioni non coniugali o che in qualche modo presentino una somiglianza con i riti nuziali. Per avere sufficienti margini di chiarezza, la Dichiarazione intende collocare le benedizioni «al di fuori di un quadro liturgico» (n. 23), come «atti di devozione che "trovano il loro spazio al di fuori della celebrazione dell'Eucaristia e degli altri sacramenti"» (n. 24).BENEDIZIONI A COPPIE IRREGOLARI E DELLO STESSO SESSOIncalza Fernández: «La Chiesa, inoltre, deve rifuggire dall'appoggiare la sua prassi pastorale alla fissità di alcuni schemi dottrinali o disciplinari (…). Perciò, quando le persone invocano una benedizione non dovrebbe essere posta un'esaustiva analisi morale come precondizione per poterla conferire» (n. 25). È dunque in questo contesto aliturgico e arituale che, secondo la Dichiarazione, possono essere date delle benedizioni anche a coppie irregolari e dello stesso sesso, chiedendo, mediante esse, a Dio le grazie loro necessarie.Sarebbe dunque questo l'approfondimento (cf. n. 26) del Responsum del 2021. Ma, ancora una volta, dei documenti "scomodi" che lo precedono, Fernández seleziona solo quello che gli serve, distorcendolo nel significato, per la sua tesi precostituita. Perché per il Responsum la questione non è semplicemente quella di non confondere esternamente le benedizioni di queste coppie con il matrimonio – problema che potrebbe essere ovviato dalla proposta della Dichiarazione. Il punto è invece un altro, che Fernández nemmeno menziona: che cosa si benedice quando si benedice una coppia? Se si tratta appunto di una coppia significa che si benedice una relazione; altrimenti si benedirebbero le singole persone. Ma, spiegava il Responsum, «per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre (…) che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia»; e dunque «solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni [di Dio nella Creazione]» possono essere benedette.Ora, proprio perché tali relazioni non sono ordinabili ai disegni divini, perché oggettivamente contrari ad essi, queste coppie non possono ricevere alcuna benedizione. Come coppie. La Chiesa può permettere la benedizione di un non cattolico, perché, in quanto persona umana, è ordinato alla chiamata alla vita della grazia, ma non può benedire una coppia omosessuale, perché quella relazione di coppia non è in alcun modo ordinata ai disegni di Dio.TROPPI PREREQUISITI DI CARATTERE MORALE?Non c'entra dunque nulla il fatto che la Chiesa non deve richiedere «troppi prerequisiti di carattere morale» (n. 12), perché si tratterebbe di benedizioni e non di sacramenti. Si tratta semplicemente di capire se l'oggetto della benedizione è ordinato o meno a servire ai disegni di Dio; non i disegni "occulti", ma quelli manifestati nella Creazione e nella Rivelazione.È da notare che a questa conclusione il Responsum era giunto proprio «per essere coerenti con la natura dei sacramentali». Fernández ha pensato di uscire dalla strettoia, ripetendo continuamente nell'Istruzione che le benedizioni sono gesti semplici, amati dalla gente, che non devono sottostare alla «pretesa di un controllo» (n. 12) e dunque non devono essere in alcun modo ritualizzate (cf. n. 38). Ma per quanto queste benedizioni non siano inserite nei rituali, per quanto l'Istruzione intimi che mai dovranno essere date «contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi» (n. 39), restano pur sempre dei sacramentali e rispondono alla logica dei sacramentali. Il sacerdote, quando impartisce una benedizione, anche se non è solenne, anche se data nel retro della sacristia, agisce come ministro della Chiesa e impartisce un sacramentale, e il gesto dev'essere dunque coerente con la natura dei sacramentali.Prendiamola da un altro punto di vista. La radice di ogni benedizione sta nella benedizione originaria, che troviamo nel libro della Genesi: «E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse» (Gn 1, 21-22). La benedizione di Dio è conseguente al suo sguardo che si posa su una "cosa buona". Dio posa lo sguardo sulla sua opera o sull'opera dell'uomo, vede che è buona e benedice, nel nostro caso, per mezzo del ministero della Chiesa. Ma quando posa lo sguardo su una coppia che vive la propria sessualità al di fuori del matrimonio legittimo che cosa vede? Vede qualcosa che contraddice oggettivamente il disegno della creazione e non la benedice. E nemmeno i ministri di Dio possono farlo.LA BENEDIZIONE ACQUISTA UNA DIMENSIONE PUBBLICACi si domanda poi che fine facciano tutte le raccomandazioni di non equiparare queste benedizioni al matrimonio, con la quali si pensa di risolvere la questione, quando, al n. 40, si dà questa indicazione: «Tale benedizione può invece trovare la sua collocazione in altri contesti, quali la visita a un santuario, l'incontro con un sacerdote, la preghiera recitata in un gruppo o durante un pellegrinaggio». La benedizione acquista di fatto una dimensione pubblica. E che senso ha una benedizione al cospetto di un'assemblea se non quello di dare un riconoscimento pubblico a queste convivenze? Se (a fatica) si concedesse che non è questo l'intento di questo passo dell'Istruzione, rimane il fatto che una benedizione ad una coppia data in un contesto pubblico non può non assumere questo significato.Dunque, semplicemente, continua a non essere possibile benedire una coppia irregolare in quanto coppia, per la natura stessa dei sacramentali e per l'oggettivo disordine di quella relazione. Ogni ministro della Chiesa che faccia diversamente si prende la responsabilità di benedire quello che Dio non può benedire. Perché Dio, a differenza di quanto sta accadendo in questo pontificato, non contraddice se stesso.La scure è ormai posta alla radice dell'albero (cf. Lc 3, 9) e si stanno svelando i pensieri di molti cuori (cf. Lc 2, 35). Che non capiti che chi alzerà la mano per benedire ciò che il Signore non ha ordinato di benedire si esponga alla sorte di quei profeti che il Signore non aveva inviato: «Allora il profeta Geremia disse al profeta Anania: "Ascolta, Anania! Il Signore non ti ha mandato (...) perciò dice il Signore: Ecco, ti mando via dal paese; quest'anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione contro il Signore"» (Ger 28, 15-16).
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Dio ha così tanto amato16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio[e], affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; 21 ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio».Nuova testimonianza di Giovanni il battista22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nelle campagne della Giudea; là si trattenne con loro, e battezzava. 23 Anche Giovanni stava battezzando a Enon, presso Salim[f], perché là c'era molta acqua; e la gente veniva a farsi battezzare. 24 Giovanni, infatti, non era ancora stato messo in prigione.Support the show
Ines Testoni"Il terzo sesso"Perché Dio non è maschio e altre questioni di genereIl Saggiatorehttps://ilsaggiatore.comFin dalla sua comparsa, la specie umana è drasticamente divisa in due – assecondando nel corso dei millenni falsi pretesti e credenze religiose, linguistiche, culturali e sociali. Da una parte ci sono gli uomini: corpi forti e resistenti, eroi e divinità a cui asservirsi. Dall'altra le donne: corpi deboli e fragili, ancelle destinate a servire. Questa logica primitiva è finita per essere assunta come legge trascendente attribuendo alla natura e a Dio la responsabilità di ciò che invece è stato un mero progetto umano al maschile. Religioni e falsi miti hanno costruito da una parte uomini predisposti alla guerra, dall'altra donne votate all'obbedienza. Con Il terzo sesso Ines Testoni si interroga sull'origine di questo scisma di genere, sui sistemi di potere che lo hanno instaurato, e soprattutto sull'idea di subalternità che ha condizionato e piegato – e continua a condizionare e piegare – le vite di donne di tutte le epoche e i continenti. Dopo aver scardinato gli stereotipi legati al «sesso debole», proseguendo nel solco tracciato dalle opere di Simone de Beauvoir e di Simone Weil, l'autrice espone la sua teoria del «terzo sesso»: per vivere il mondo di domani è necessario superare il binarismo uomo/donna, le distinzioni sessuali e linguistiche, e riconoscersi come individui capaci di vivere ed equilibrare al proprio interno le istanze di ambedue i sessi. Abitarne uno nuovo, fluido e plurale.Ines Testoni (Brescia, 1957) è professoressa di Psicologia sociale all'Università di Padova, dirige il corso di perfezionamento di Creative arts therapies, finalizzato al supporto di persone discriminate. Riconosciuta tra le studiose più importanti a livello nazionale nel progetto «100 esperte contro gli stereotipi», ha diretto il progetto EMPoWER ed è componente della rete internazionale MiStory per studiare le cause e gli effetti della violenza di genere. Per il Saggiatore ha pubblicato Il grande libro della morte (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Maria visita Elisabetta39-40 Alcuni giorni più tardi, Maria partì in gran fretta verso gli altipiani della Giudea in direzione del villaggio dove viveva Zaccaria, per far visita ad Elisabetta.41 Non appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il suo bimbo fece un balzo dentro il suo ventre ed ella fu piena di Spirito Santo.42 Gridando di gioia, disse a Maria: «Tu sei la preferita dal Signore fra tutte le donne, e il tuo bambino è destinato alla massima gloria di Dio! 43 Quale onore per me: la madre del mio Signore a farmi visita!44 Quando sei entrata e mi hai salutato, appena ho udito la tua voce, il mio bambino è balzato dentro di me per la gioia! 45 Tu hai creduto che Dio avrebbe fatto ciò che ha promesso, ecco la ragione per cui ha dato a te questa meravigliosa benedizione!»46 Maria rispose: «Sia lode al Signore. 47 Come gioisco in Dio, mio Salvatore! 48 Egli si è accorto di me, dellʼultima sua serva, e dʼora in poi tutti mi chiameranno beata.49 Perché Dio, il Potente, il Santo, ha fatto grandi cose per me. 50 Egli è misericordioso per sempre verso tutti coloro che lo temono.51 Quanto è forte il suo potente braccio! Come ha disperso gli orgogliosi e i superbi! 52 Egli ha rovesciato i potenti dai loro troni ed ha elevato gli umili. 53 Ha dato a piene mani agli affamati ed ha allontanato i ricchi a mani vuote. 54 E come ha aiutato il suo servo Israele! Perché non ha dimenticato la promessa, 55 che aveva fatto ai nostri antenati. La promessa di essere misericordioso verso Abramo e i suoi discendenti!»56 Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi, poi tornò a casa sua.Support the show
Relatore: Ferdinando Casoni (Guru Carana dasa) Questa conferenza è tratta dai libri e insegnamenti di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Visita ora la nostra pagina www.prabhupadadesh.com/libri/ e scopri i libri che puoi avere con una libera donazione, direttamente a casa Tua. Spediamo ovunque Tu desideri. Tutte le domeniche dell'anno, a partire dalle ore 17:00, la comunità Hare Krishna di Albettone apre le porte ai visitatori con una gioiosa festa che prevede incontri culturali che affrontano tematiche di attualità tenendo presente i millenari insegnamenti della cultura dei Veda, i più antichi testi sapienziali conosciuti dal genere umano. In un'atmosfera intrisa di cordialità e devozione, gli ospiti possono apprendere gli insegnamenti del bhakti-yoga che include lo studio della filosofia e della spiritualità dell'India classica, la meditazione, la musica sacra e l'arte della cucina vegetariana. Ogni serata si conclude con l'offerta di gustose preparazioni vegetariane! L'ingresso è libero. Per informazioni visitate il nostro sito http://www.prabhupadadesh.com
Relatore: Ferdinando Casoni (Guru Carana dasa) Questa conferenza è tratta dai libri e insegnamenti di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Visita ora la nostra pagina www.prabhupadadesh.com/libri/ e scopri i libri che puoi avere con una libera donazione, direttamente a casa Tua. Spediamo ovunque Tu desideri. Tutte le domeniche dell'anno, a partire dalle ore 17:00, la comunità Hare Krishna di Albettone apre le porte ai visitatori con una gioiosa festa che prevede incontri culturali che affrontano tematiche di attualità tenendo presente i millenari insegnamenti della cultura dei Veda, i più antichi testi sapienziali conosciuti dal genere umano. In un'atmosfera intrisa di cordialità e devozione, gli ospiti possono apprendere gli insegnamenti del bhakti-yoga che include lo studio della filosofia e della spiritualità dell'India classica, la meditazione, la musica sacra e l'arte della cucina vegetariana. Ogni serata si conclude con l'offerta di gustose preparazioni vegetariane! L'ingresso è libero. Per informazioni visitate il nostro sito http://www.prabhupadadesh.com
Perché Dio è "misericordioso e pietoso, lento all'ira e pieno di bontà, e si pente del male che manda" (Gioele 2:13)Informazioni: rigatio.it
"Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio..." (Giovanni 3:16).Informazioni: rigatio.it
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: È lecito pagare Cesare?15 Allora i farisei si riunirono per trovare il modo di intrappolare Gesù, facendogli dire qualcosa di compromettente, tanto da poterlo arrestare. 16 Decisero di mandare alcuni dei loro uomini insieme con gli Erodiani a porgli questa domanda: «Signore, sappiamo che tu sei molto onesto, insegni la volontà di Dio e non ti preoccupi di ciò che pensa la gente, perché non guardi in faccia nessuno. 17 Dicci ora, è giusto o no pagare le tasse al governo romano?»18 Ma Gesù capì a che cosa miravano.«Ipocriti!» esclamò, «chi volete ingannare con le vostre domande? 19 Fatemi vedere una moneta». Gli diedero un denaro romano. E Gesù domandò: 20 «Di chi è questa effigie? E di chi è il nome sotto lʼeffigie?»21 «Di Cesare», risposero. «Bene, allora», disse Gesù, «datelo a Cesare, se è di Cesare, ma date a Dio tutto ciò che è di Dio!»22 A questa risposta rimasero sorpresi e confusi, e se ne andarono via.23 Quello stesso giorno, alcuni dei Sadducei (che dicevano che non cʼè risurrezione dopo la morte), vennero a porgli unʼaltra domanda:24 «Signore, Mosè disse che se un uomo muore senza figli, suo fratello deve sposarne la vedova, e il primo figlio che verrà erediterà il nome e la proprietà del morto. 25 Ebbene, vʼera fra di noi una famiglia di sette fratelli. Il primo si sposò, poi morì senza figli, così la vedova divenne moglie del secondo fratello. 26 Però anche questi morì senza figli, quindi la moglie passò al fratello successivo, e così via, finché non fu moglie di ognuno di loro. 27 Alla fine anchʼella morì. 28 Ti chiediamo allora: alla risurrezione, di chi sarà moglie quella donna, poiché è stata moglie di tutti e sette?!»29 Gesù rispose: «Voi sbagliate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio. 30 Perché alla risurrezione non cʼè matrimonio; sia gli uomini che le donne sono tutti come gli angeli del cielo. 31 E in quanto ad esserci o meno la risurrezione dalla morte, non avete mai letto le Scritture? Non vi rendete conto che Dio parlava per voi, quando disse:32 “Io sono il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe”? Perché Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi!»33 La folla rimase profondamente colpita dalle sue risposte, 34-35 ma non i Farisei. Quando videro che con quelle parole aveva chiuso la bocca ai Sadducei, escogitarono una nuova domanda da fargli.Support the show
Sanremo 2023, come non l'avete mai assaggiato. Che giri fanno due vite? Perché Dio ci pesta come un tango? Padre posso andare in cielo? Le risposte a queste e altre domande arrivano nello speciale più atteso dell'anno. Meglio di Rihanna al Superbowl, meglio del pane con le olive e meglio di un quarto posto di Ultimo. Sac à Pop è pronto a fare FURORE nell'episodio speciale dedicato alla kermesse italiana più amata da ogni cittadinə.
L'amore a Dio è l'unico vero fine dellacreazione
“Ma perché si può credere a Dio e non si può credere agli UFO?” Continua la rubrica DOMANDASI, in cui rispondo alle vostre domande ricorrenti. Oggi una domanda interessante, che mi ritrovo spesso tra i commenti quando faccio video sugli UFO e, in particolare, sulle ipotesi degli antichi astronauti che - secondo costoro - avrebbero “creato” gli esseri umani o, quantomeno, ne avrebbero favorito l'evoluzione in homo sapiens. Ma davvero l'evoluzione umana si può spiegare solo in termini di “creazione divina” o “creazione extraterrestre”? Ecco la mia risposta...Aderisci alla pagina PATREON e sostieni i miei progetti e il mio lavoro: http://patreon.com/massimopolidoroPartecipa e sostieni su TIPEEE il progetto del mio Tour 2022 in tutta Italia: https://it.tipeee.com/massimopolidoro Scopri il mio Corso online di Psicologia dell'insolito: https://www.massimopolidorostudio.comRicevi l'Avviso ai Naviganti, la mia newsletter settimanale: https://mailchi.mp/massimopolidoro/avvisoainaviganti e partecipa alle scelte della mia communitySeguimi:Instagram: https://www.instagram.com/massimopolidoro/ Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/MassimoPolidoroFanClub Pagina FB: https://www.facebook.com/Official.Massimo.Polidoro Twitter: https://twitter.com/massimopolidoro Sito e blog: http://www.massimopolidoro.com Iscriviti al mio canale youtube: https://goo.gl/Xkzh8A
Relatore: Ferdinando Casoni (Guru Carana dasa) Questa conferenza è tratta dai libri e insegnamenti di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, visita ora la nostra pagina www.prabhupadadesh.com/libri/ e scopri i libri che puoi avere con una libera donazione, direttamente a casa Tua, spediamo ovunque Tu desideri. Tutte le domeniche dell'anno, a partire dalle ore 17:00, la comunità Hare Krishna di Albettone apre le porte ai visitatori con una gioiosa festa che prevede incontri culturali che affrontano tematiche di attualità tenendo presente i millenari insegnamenti della cultura dei Veda, i più antichi testi sapienziali conosciuti dal genere umano. In un'atmosfera intrisa di cordialità e devozione, gli ospiti possono apprendere gli insegnamenti del bhakti-yoga che include lo studio della filosofia e della spiritualità dell'India classica, la meditazione, la musica sacra e l'arte della cucina vegetariana. Ogni serata si conclude con l'offerta di gustose preparazioni vegetariane! L'ingresso è libero. Per informazioni visitate il nostro sito http://www.prabhupadadesh.com
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.Giovanni 3:16
Predicazione espositiva del Pastore Emerito Fred Whitman su Giovanni 3 versetti da 1 a 21. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 31 Luglio 2022.Titolo del messaggio: "La conversazione di Gesù con un uomo religioso che aveva bisogno della nuova nascita".GIOVANNI 3V1-211 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. 2 Egli venne di notte da lui e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi segni miracolosi che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». 4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» 5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. 7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". 8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?» 10 Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d'Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? 13 Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo.14 «E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. 16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; 21 ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio».
Dio si serve anche della nostra pazienza per concederci le grazie
Nuova serie: perle di rivelazione.Perché Dio ti ha creato?5. Nessun genitore da vita a servi, solo figli. Non si fanno figli perché si ha bisogno di qualcuno che lavi i piatti, pulisca la casa o aggiusti il lavandino. I figli si fanno perché si vuole qualcuno da poter amare.
Questo audio è stato estratto da un incontro in un gruppo estivo, dove Pier Giorgio risponde ad una domanda anonima, lasciata in un cestino da un praticante. Tale quesito è così strutturato: Perché Dio imprigiona suo figlio in un corpo, per fare esperienza di Sé? L'impressione di stare in prigione, può essere solo un illusione creata dalla mente? Se mi accorgo che tutto è un sogno, e che non sono ancora sveglio, posso in questa realtà rimanere leggero? Pier Giorgio ci parla della sacra leggerezza che ci aiuta a svegliarci.
C'è un dominio/governo in questo mondo. È stato compromesso e cerca costantemente di distruggere tutto ciò che lo circonda. dobbiamo essere consapevoli di ciò che sta succedendo intorno a noi, apriamo gli occhi e vediamo la guerra furiosa tra il “bene e il male” o più precisamente: “Dio che redime il suo popolo dalla decadenza e dalla morte”! La sofferenza e la malattia non vengono da Dio, ma DIO può usarle! Perché soffriamo? - La sofferenza è comune a tutta l'umanità! - La sofferenza può essere correttiva! Dio ci disciplina per il nostro bene, in modo che possiamo condividere la sua santità. Il tuo destino è nella disciplina del Padre - La sofferenza può essere costruttiva! - La sofferenza è per la gloria di Dio! - La sofferenza ci conforma all'immagine di Cristo! Pensi di essere un credente finché non soffri! La sofferenza e il dolore tirano fuori l'ORO! Non rimanere nel LATO OSCURO nella sofferenza
(Immagine cortesia della fotografa ucraina Tetiana Shyshkina ) Dove è Dio nella guerra? E perché un Dio d'amore permette la guerra? E per chi parteggia Dio nella guerra? Dio è esattamente tra le trincee, nei rifugi, tra le strade martoriate di bombe, nel dolore e nella sofferenza, attraverso le sue braccia, le sue mani, le sue gambe in terra: quelle di chi ha creduto, e che si impegna per il prossimo... sino a quando non impareranno più la guerra. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 25 minuti Normalmente vi faccio lezioni di greco ed ebraico e corsi di etimologia e grammatica. Oggi voglio farvi una lezione di geografia, e Dio sa quanto non vorrei averla mai fatta. Su questa una carta geografica “muta”, sapete indicarmi dove sta l'Ucraina? Forse se mettiamo qualche confine la trovate meglio. E se mettiamo qualche colore ancora meglio. L'Ucraina è una nazione grande 603 milioni di chilometri quadrati (il doppio dell'Italia) e ha una popolazione ci più di 44 milioni di abitanti... o forse dovrei dire, purtroppo, aveva.. In Ucraina sono nati famosi scrittori, come Gogol e Bulgakov, musicisti famosi come il pianista Vladimir Horovitz, sportivi come Segej Bubka e Andriy Shevcenko. Ci sono città meravigliose e piene di storia, come Kiev, Leopoli, Donesk, Odessa... e adesso c'è la guerra. Ogni guerra dovrebbe riguardarci da vicino anche quelle che ci sono da decenni in Somalia, in Etiopia, in Libano... ma questa fa decisamente più male perché è a un “tiro di schioppo” da casa; Kiev è a 1600 chilometri da noi, Leopoli 1200 (Londra è a 1400 e Lisbona a 1800). La guerra ce l'abbiamo dentro casa, e potrebbe coinvolgere anche noi. All'inizio del nuovo millennio ci troviamo di fronte ad un'antica domanda: Perché Dio permette la guerra? Il Canadian Army Journal nel 2003 uscì con un articolo nel quale diceva che dal 3600 a.C. il mondo ha conosciuto solo 292 anni di pace. Dal 3600 a.c. al 2003 d.c. ci sono state 14.531 guerre, con quasi 4 miliardi di vite perse. Dovremmo aggiornare il conto... sono passati venti anni. Con i soldi spesi per gli armamenti e per le ricostruzioni post belliche si potrebbe fondere una cintura d'oro intorno all'equatore, larga 157 chilometri e profonda 10 metri. Perché la guerra? E per chi è credente, la domanda è anche peggiore: perché un Dio d'amore permette la guerra? Per chi parteggia Dio in una guerra? La storia ci racconta che nei secoli più di un “capo militare” ha detto che Dio era dalla sua parte: Costantino, Hitler... per citarne due. Chi è il nemico da battere per Dio? Si narra che, quando scoppiò la prima guerra mondiale, il ministero della guerra di Londra inviò un messaggio in codice a uno degli avamposti britannici nelle zone inaccessibili dell'Africa. Il messaggio diceva: "La guerra è dichiarata. Arrestate tutti gli stranieri nemici nel vostro distretto". Il ministero della guerra ricevette questa risposta: "Ho arrestato quattro tedeschi, sei belgi, quattro francesi, due italiani, tre austriaci e un americano. Si prega di comunicare immediatamente con chi siamo in guerra". Con chi siamo in guerra? Con chi è eternamente in guerra l'uomo? Giacomo, fratello di Gesù, lo spiega: “Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. O gente adultera, non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:1-4) Da sempre il vero nemico dell'uomo si chiama “peccato”. In quaresima ricordiamo che Gesù è venuto per sconfiggere il peccato; ogni peccato. Da quelli che riteniamo “piccoli”, come una bugia, a quelli che pensiamo un po' più gravi, come un adulterio, a quelli che riteniamo gravissimi, come un omicidio, a quelli che riteniamo imperdonabili, come scatenare una guerra. Per Dio, tutti questi peccati, valgono la stessa cifra: 1. L'uno vale l'altro: è sempre un “mancare il bersaglio” come più volte ho detto essere l'etimologia del verbo “peccare”. Ovviamente hanno conseguenze diverse nel mondo, ed il mondo giustamente le valuta e le punisce in modo diverso... ma hanno la stessa radice: la disobbedienza a Dio. E hanno la stessa origine: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...IO... IO...” Guernica era una piccola cittadina dei Paesi Baschi, nel nord-est della Spagna. Era formata da un agglomerato di case separate da stradine strette e tortuose. Il 26 aprile 1937 era giorno di mercato e la gente si era riversata nelle strade, quando arrivarono gli aerei del III Reich, e in meno di due ore spazzarono via la città, e 1654 tra uomini, donne , bambini. Morì persino il bestiame... tutto. Il pittore spagnolo Pablo Picasso sei giorni dopo decise di riversare il suo dolore in un'opera dipingendo nel suo studio a Parigi lo strazio della sua gente, i corpi martoriati, con due soli colori: il nero della morte e l'ocra del sangue. Tre anni dopo l'esecuzione dell'opera, nella Parigi occupata dai nazisti, l'ambasciatore tedesco Otto Abetz, in visita allo studio di Picasso, alla visione di una fotografia di “Guernica” chiese: “Avete fatto voi questo orrore, maestro?”. Pablo Picasso rispose: “No, è opera vostra!”. Non era Pablo, né Dio, ad aver causato l'orrore; sia Pablo che Dio ne erano stati esclusivamente testimoni. L'orrore era dovuto al peccato di uomini che dicevano: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...” Dio è stato per millenni spettatore più o meno silenzioso dei vari peccati umani, ed ha provveduto anche una soluzione attraverso il suo figlio offerto come espiazione a chi si pente. Ma solo a chi si pente: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e la cupidigia che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio {sugli uomini ribelli}.” (Colossesi 3:5) Dio è ancora spettatore, ma non lo sarà per sempre; arriverà l'ira, la sua ira. Si, ma adesso, io vedo solo l'ira e la distruzione di chi non si pente e non si piega. E Dio cosa fa? E dov'è? Piuttosto che spiegarvelo con una lezione biblica voglio mostrarvelo attraverso le parole di chi è lì, sul campo di battaglia, tra le bombe che cadono e le persone che muoiono: queste sono le parole che un missionario che lavora presso una facoltà di teologia a Kiev ha scritto alla nostra Amy, la missionaria che per dodici anni ha servito in questa chiesa: “Aggiornamento UETS Ucraina Giorno 15 dal pastore Oleksander. Questi professori e pastori stanno dando l'esempio di un ministero di servizio senza paura e di incredibile coraggio. Giorno 15 di guerra Ciò che abbiamo insegnato nelle nostre classi dell'essere in missione, è che deve comportare una stretta vicinanza con gli altri. Non possiamo amare e servire coloro a cui Dio ci ha mandato da lontano. Per questo motivo, la nostra squadra di volontari composta da docenti, studenti e laureati dell'UETS, insieme ai rappresentanti della società biblica ucraina, continua a servire chi ha bisogno. Negli ultimi giorni, attraverso la grazia di Dio e al sostegno dei nostri amici, abbiamo (1) evacuato circa 250 persone dalla zona di guerra all'Ucraina occidentale; (2) aiutato centinaia di persone, tra cui decine di madri con i loro bambini, a fuggire dalla zona di intensi combattimenti nelle città di Irpin' e Bucha; (3) distribuito tonnellate di cibo tra le persone nascoste negli scantinati e nei rifugi antiatomici, e anche gli anziani confinati nelle loro case; (4) consegnato due pacchi pieni di medicinali (soprattutto per la febbre e il dolore) ai rifugi antiatomici. Le persone, le cui storie valgono la pena di essere condivise separatamente (hanno trascorso 6 giorni negli scantinati senza connessione mobile, acqua, cibo, elettricità), continuano a chiedere perché mai rischiamo deliberatamente le nostre vite per aiutarli. Quando sentono la nostra risposta e apprendono il vero motivo per cui lo facciamo, promettono di venire ai nostri corsi dopo la fine della guerra. Questa testimonianza è il miglior modo per assicurarci che stiamo facendo ciò che la Chiesa è chiamata a fare. Infatti, è davvero difficile trattenere le lacrime quando parliamo con loro. Inoltre, queste attività ci permettono di condividere il Vangelo e di pregare con la gente. Spieghiamo la radice del male e li confortiamo nel loro dolore. Inoltre, spezziamo il pane e beviamo il vino con i soldati ucraini che credono in Cristo, incoraggiandoli nella loro fede. Nonostante tutti gli orrori che la nazione ucraina sta affrontando, possiamo vedere che Dio è in movimento, usando le nostre mani. Sia lodato Lui!”” “Aggiornamento UETS Ucraina Giorno 16 dal pastore Oleksander. Amici, pregate e continuate a pregare finché tutto questo non sarà finito! Giorno 16 di guerra La terribile guerra è ancora in corso e solo Dio sa per quanto tempo continuerà. Anche se è difficile per noi trattenere le lacrime quando vediamo la devastazione della nostra terra, con città e paesi letteralmente rasi al suolo, così come la tremenda sofferenza del popolo ucraino, oggi vorremmo condividere con voi alcune buone notizie. In primo luogo, ieri, la nostra facoltà ha tenuto un incontro online con i nostri studenti residenti. Nonostante il fatto che la guerra li abbia sparsi per tutta l'Ucraina, stanno bene, e cercano di essere utili ovunque si trovino, manifestando l'amore e la cura di Dio alle persone. La maggior parte di loro sono coinvolti in vari ministeri della chiesa, soprattutto sociali; alcuni organizzano evacuazioni; altri lavorano con i rifugiati. Ci sono diversi che si sono uniti a unità di difesa territoriale (questi studenti hanno bisogno di un sostegno speciale di preghiera). Ciò che li accomuna è il loro impegno a servire Dio attraverso il servizio alle persone. È un grande incoraggiamento per noi, perché vediamo che i loro studi al seminario non sono stati vani. Grazie alla guerra, sono tutti diventati ministri influenti. Durante la riunione, i nostri studenti hanno espresso le loro richieste di preghiera. Hanno chiesto di pregare per (1) i volontari dell'UETS che servono a Kiev; (2) tutte le città e i paesi assediati in Ucraina e le persone lì; (3) la protezione di Dio per il campus dell'UETS; (4) la direzione del seminario; (5) i loro amici con cui non hanno alcun legame. In secondo luogo, lodiamo Dio che l'ultimo membro dello staff del seminario e la sua famiglia, con cui non avevamo contatti da diversi giorni, sono stati evacuati ieri dalla zona dei combattimenti violenti. Ci siamo preoccupati molto per loro. Oggi sono al sicuro. Quindi, grazie mille per essere con noi in preghiera per loro! Cosa sta succedendo in Ucraina? C'è una guerra, frutto del peccato di uomini egoisti: “Io valgo, io voglio, io prendo... IO...IO... IO...” Dove è Dio? Esattamente in mezzo al popolo che soffre. Come ci arriva? “Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che vi è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me.” (Matteo 25:34-40) Non possiamo amare e servire coloro a cui Dio ci ha mandato da lontano. Sono le parole di Oleksander. La chiesa, tu ed io, siamo le braccia, le mani, le gambe di Dio. Ecco dov'è Dio nella guerra. Ecco cosa fa nella guerra. Fino a quando il peccato non sarà sconfitto per sempre, sino a quando persino i potenti della terra non saranno costretti a piegare le ginocchia per ascoltare la loro condanna, la chiesa, te ed io, porteremo Dio tra le trincee, nei rifugi, negli ospedali, nelle strade martoriate di bombe. C'è chi lo farà fisicamente, come il pastore Oleksander, rischiando la propria vita, c'è chi lo farà da una distanza, attraverso gli aiuti umanitari, l'ospitalità, le preghiere. Non possiamo essere distanti, non dobbiamo permettere che l'orrore che vediamo in TV ci allontani da chi soffre, che sia credente o meno. Che la notizia scali nel nostro interesse, come avverrà se la guerra continua nei TG; l'abbiamo già visto con le altre: Bosnia, Libano, Siria, partire in prima pagina e poi, dopo un po', non essere neppure presenti prima delle previsioni del tempo. Siamo parte della medesima squadra, una squadra che non abbandona i propri fratelli; “Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.” (Romani 12:15) dice Paolo, sino a quando... “Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l'arbitro fra molti popoli; essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro e le loro lance in falci. Una nazione non alzerà più la spada contro un'altra, e non impareranno più la guerra. Casa di Giacobbe, venite e camminiamo alla luce del Signore!” (Isaia 2:4-5) Fermiamoci a pregare. 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Cosa significa il fatto che Dio disse «Io indurerò il cuore di faraone…»? Può sembrare ingiusto da parte di Dio l'aver indurito il cuore di faraone e poi punire lui e l'Egitto per la decisione del faraone quando il suo cuore fu indurito. Perché Dio avrebbe indurito il cuore di faraone in modo da giudicare l'Egitto più severamente con altre piaghe?In quest'episodio, ascoltiamo a un sermone sull'Esodo 6:28 – 7:13 che era predicato in gennaio 2022. Come vedremo, da un lato, questo brano mostra la profondità del peccato dell'uomo. Ma d'altra parte, rivela la grazia straordinaria di Dio che apre il cuore dei peccatori immeritevoli!Sermone predicato dal Rev. Michael Brown, Chiesa Riformata Filadelfia
Al centro di ogni religione c'è il bisogno dei credenti di sapere che il loro Dio li ama. Ma il modo in cui tu come cedente restituisci il tuo amore a Dio determinerà la differenza tra l'avere uno spirito religioso e l'amare realmente il tuo Creatore. --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 37 minuti "Ti amo; ich liebe dich; te quiero; je t'aime; iwedihalehu E-we-d-ha-lew; kesalul; I love you." Ogni lingua sulla terra ha parole che significano ti amo. Ogni cultura ha sviluppato rituali per esprimere l'amore e l'accoglienza di un bambino, o l'unione di persone in una relazione impegnata; mi piacciono molto le tradizioni in Cina dove lo sposo lancia frecce alla sposa, e nella Repubblica Democratica del Congo dove se sorridi il giorno del tuo matrimonio, significa che non sei serio riguardo alla tua relazione. E ogni religione mondiale enfatizza l'amore divino; si esprime con pratiche molto diverse, ma al centro di ogni religione c'è il bisogno dei credenti di sapere che il loro Dio li ama. Che sia umano o divino, sembra che il nostro bisogno d'amore sia radicato nella nostra stessa essenza. Secondo la teoria triangolare dell'amore, sviluppata dallo psicologo Robert Sternberg, le tre componenti dell'amore sono: intimità, passione e impegno. L'intimità è l'avere una stretta relazione personale con qualcuno; si tratta di vederlo come è realmente, si potrebbe dire che è conoscerlo dall'interno. Come cristiani parliamo di Dio che ci conosce in questo modo; possiamo non essere sempre a nostro agio con questo pensiero, ma lo vediamo come una prova del suo amore per noi. Il Salmo 139 dice: “Tu Signore mi conosci dentro e fuori. (Salmo 139:15 - Trad. Bibbia “The Message”) Ma conosciamo Dio in questo modo, e dovremmo conoscerlo così? IN Esodo c'è il racconto di come Mosè ebbe il primo incontro "personale" con Dio: “Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!» ... E il Signore disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato” (Esodo 33:18, 21-22) In questo passo del libro di Esodo Mosè chiede di vedere la gloria di Dio. Ora, si potrebbe pensare che se esiste qualcuno che abbia già visto la gloria di Dio quello deve essere Mosè; non è stato lui a condurre il popolo fuori dall'Egitto quando il mare si aprì? Non è stato lui che incontrò Dio in un cespuglio ardente? Quello che aveva in mano un bastone che si trasformò in un serpente e poi di nuovo in bastone? Quello che sapeva che Dio era nella nuvola? Che aveva mangiato la manna dal cielo? Se qualcuno aveva visto la gloria di Dio sicuramente era Mosè; eppure dice "fammi vedere la tua gloria". Cosa può mai intendere per gloria? Non può essere la potenza, l'autorità, la provvidenza e nemmeno la presenza; ha sperimentato tutti questi aspetti di Dio. Quindi deve essere qualcos'altro che Mosè sta chiedendo di vedere. Gli studiosi dicono che in questo caso la parola “gloria” significa “essenza”. Mosè sta chiedendo di vedere l'essenza di Dio, la cosa che effettivamente lo rende Dio. E cosa dice Dio? “Il Signore passò davanti a lui, e gridò: «Il Signore! il Signore! il Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in bontà e fedeltà.” (Esodo 34:6) L'essenza di Dio è l'amore. Questa essenza è lenta all'ira, è piena di compassione e misericordia, è fedele e non fallisce mai. Forse non sapete che i credenti su Twitter questa settimana stanno discutendo su ciò che un conduttore di programma americano ha detto in diretta circa la sua fede. Ho pensato che fosse un discorso bello e ponderato, dato che stava parlando di fronte a milioni di non credenti. Ma un certo numero di persone (che io chiamo la "polizia del vangelo") erano indignati perché non aveva incluso nella sua "condivisione della fede" la necessità del pentimento e le conseguenze del peccato come la morte e l'inferno. Forse, a volte questo è ciò che la gente ha bisogno di sentire, ma l'essenza di Dio è l'amore. E sicuramente questo è ciò che attira noi e gli altri a lui. Gesù afferma: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. “ (Giovanni 3:16-17) C'è una cosa là fuori nel mondo conosciuta come i Cinque Linguaggi dell'Amore. Non è particolarmente scientifica, ma gli psicologi dicono comunque che è uno strumento utile per aiutare le persone che hanno bisogno di una consulenza sulle relazioni interpersonali a capire dove e perché le cose forse non vanno. L'idea è che se il nostro linguaggio dell'amore non viene usato, allora non sperimentiamo quella sensazione di essere amati. Questi sono i 5 linguaggi dell'amore. 1. Parole di affermazione - Questo linguaggio usa parole per affermare altre persone. 'Sei grande'.2. Atti di servizio - Per queste persone, l'azione parla più forte delle parole.3. Ricevere regali - Per alcune persone, ciò che le fa sentire più amate è ricevere un regalo.4. Tempo di qualità - Questo linguaggio consiste nel dare all'altra persona la tua completa attenzione.5. Contatto fisico - Per questa persona, niente parla più profondamente del contatto fisico (appropriato). C'è una discussione molto interessante sul linguaggio dell'amore in Giovanni 21, quando Gesù si presenta a colazione sulla riva del lago: “Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». “ (Giovanni 21:15-17a) Vedete, la parola che Gesù usa per amore è il greco agape, che significa amore incondizionato. E la parola che Pietro sta usando è la parola greca phileo che significa amore fraterno. Qualunque sia il significato delle tre domande, sembra che Gesù stia dicendo a Pietro: il linguaggio dell'amore che ti equipaggerà per il tuo futuro ministero, è quello di seguirmi incondizionatamente. E, che Dio lo benedica, Pietro, come sappiamo, alla fine ci arriva. Quando è stata l'ultima volta che hai detto a Dio che lo ami? Ora, essendo buoni evangelici, ci preoccupiamo che sia più importante sapere quanto siamo amati da lui, piuttosto che il contrario. E naturalmente c'è del vero in questo; il Suo amore è infallibile, il nostro probabilmente oscilla. Ma sente Dio il nostro “ti amo”, quando diciamo, “grazie”, o “ti lodiamo”, o “sei degno”... oppure sono implicite? Tutte queste parole sono importanti, ma dove vede il nostro agape/ti amo per lui? Cìè una storia nel vangelo di Giovanni che vale la pena di essere raccontata; ed è quella di un atto semplice, ma significativo di Maria verso Gesù: “Gesù dunque, sei giorni prima della Pasqua, andò a Betania dov'era Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. Qui gli offrirono una cena; Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che erano a tavola con lui. Allora Maria, presa una libbra d'olio profumato, di nardo puro, di gran valore, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli; e la casa fu piena del profumo dell'olio. Ma Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto quest'olio per trecento denari e non si sono dati ai poveri?» Diceva così non perché si curasse dei poveri, ma perché era ladro, e tenendo la borsa ne portava via quello che vi si metteva dentro. Gesù dunque disse: «Lasciala stare; ella lo ha conservato per il giorno della mia sepoltura. Poiché i poveri li avete sempre con voi; ma me, non mi avete sempre».” (Giovanni 12:1-8) Questo è un momento meravigliosamente intimo nella vita di Gesù; ricordate che l'intimità è essenziale nell'amore. A proposito, il linguaggio d'amore di Marta è chiaramente gli atti di servizio, mentre quello di Maria è il contatto fisico. Quello che Maria fa è un atto straordinario di affetto pubblico ed è una scandalosa dichiarazione d'amore. Perché pensate che l'indignazione sia così grande? Come ho detto è incredibilmente intimo e contro ogni sorta di costume sociale. Ma è anche il significato e la spesa del barattolo di profumo; vedete, questa è la dote di Maria ed è il suo futuro che lei sta versando. E cosa ha fatto? L'ha versato ai piedi dell'uomo che le ha dato ogni bene nella sua vita, l'uomo che è il suo rabbino, l'uomo che ama. Gesù non la ferma, né le dice che è inappropriato. Quando è stata l'ultima volta che egli ha visto un amore così sacrificale o che ha sentito da noi un; “Ti amo”? Circa dieci anni fa ho ricevuto un messaggio molto inaspettato attraverso un social media. Era dell'uomo che era stato il mio primo fidanzato quarant'anni prima. E si chiedeva se mi sarebbe piaciuto di incontrarlo. La risposta era: “No!” Vedete, Malcolm (si chiama così) da giovane era bellissimo con capelli ricci scuri, grandi occhi azzurri e profumava sempre di menta. Ma se ora non fosse stato più così? Sarei rimasta delusa? L'avrei riconosciuto? Volevo che rimanesse un bel ricordo, anche se lontano. Il primo amore è una cosa preziosa, ma raramente dura. In Apocalisse Gesù parla alla chiesa di Efeso: “Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono, e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amore del mio nome e non ti sei stancato. Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore.” (Apocalisse 2:2-4) Questo è Giovanni nell'Apocalisse che descrive la visione che ha visto riguardo alla chiesa di Efeso. Era stata una chiesa che bruciava di amore per Gesù e per gli altri fratelli credenti; i cui membri avevano abbracciato la salvezza con passione, consapevoli di quanto Dio li amasse, erano 'vivificati in Cristo'. E la loro gioia era travolgente mentre vivevano questa nuova vita. Lo troverete in Efesini 2:1-5. Qui, Gesù loda gli Efesini per le loro molte buone opere, il loro duro lavoro e la loro sapienza spirituale: mettevano alla prova i maestri per vedere se le loro parole erano vere; sopportavano le difficoltà e perseveravano senza stancarsi. Ma avevano perso il loro primo amore per Gesù; e, essendo accaduto questo, cominciarono a "fare senza crederci” delle buone opere, in maniera automatica" motivati non dall'amore di e per Gesù, ma dalle opere stesse. Quello che una volta era un rapporto d'amore si raffreddò in mera religione. La loro passione per Lui divenne poco più che un dovere. E qual è questo primo amore che hanno perso? E' di nuovo quella parola agape - il tipo di amore incondizionato. Gli Efesini avevano dimenticato che è necessario impegnarsi nell'amore - non è semplicemente un sentimento, ma è un atto di volontà. Quindi come possiamo guardarci dal perdere il nostro primo amore per Gesù? Prima di tutto c'è una precisazione da fare: accettare che ci sono stagioni di fede. A volte siamo nei giorni di sole dell'estate dove tutto sembra benedetto; a volte siamo nel profondo inverno quando Dio sembra lontano e siamo pieni di dubbi. Le stagioni della fede sono naturali; non possiamo essere sempre su e non saremo sempre giù. Ma le stagioni della fede sono diverse dal perdere quel primo amore incondizionato per Gesù e ci sono abitudini che possiamo praticare che custodiranno il nostro cuore e la nostra mente. 1. Cercarlo consapevolmente ogni giorno in ogni modo Ignazio di Loyola diceva che ogni decisione dovrebbe essere inquadrata dalla domanda: "In che modo questo mi porta verso, mi avvicina a Gesù? 2. Ascoltare, non parlare “«Fermatevi», dice, «e riconoscete che io sono Dio.” (Salmo 46:10) La parola usata qui per “fermo” è la radice della parola inglese che indica la “vacanza”. Prenditi del tempo ogni giorno, una volta alla settimana o una volta al mese per ritirarti dalla vita quotidiana e semplicemente sederti alla sua presenza. E tu HAI tempo! 3. Parla con lui - digli tutto Dice Pete Grieg, pastore e co-fondatore del movimento di preghiera 24/7: “La preghiera è una conversazione e la Bibbia è la sua metà della conversazione". Siediti con la tua Bibbia. Digli ogni piccola cosa perché allora avrai la rivelazione di vederlo all'opera. 4. Ricordati di ciò che ha fatto in passato “Io rievocherò i prodigi del Signore; sì, ricorderò le tue meraviglie antiche, mediterò su tutte le opere tue e ripenserò alle tue gesta. (Salmo 77:11-12) L'ha fatto già in passato, lo farà di nuovo - aspettatevi grandi cose da lui. 5. Impara questo versetto “Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.” (Geremia 31:3b) Colui che ti ha chiamato a sé è benevolo, colui che rimane con te ti ama incondizionatamente e per sempre. AmenGUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKVIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM a breve--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
Gesú spiega a Maria Valtorta la necessità della tentazione per la salvezza propria ed altrui. Una lezione per chi vorrebbe che Dio non inducesse in tentazione. “Togli le tentazioni e nessuno si salva” dicevano i Padri del deserto.https://www.fedecultura.com/?store-page=I-Quaderni-del-1943-p78143234Iscriviti al nostro canale senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
Cosa è realmente essenziale, e non solo a Natale? Gesù è l'essenziale per la nostra vita, la luce che viene a dimostraci l'amore così grande di Dio per noi. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 10 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: XX minuti Il Natale è ormai alle spalle ci siamo scambiati gli auguri, abbiamo mangiato, bevuto, gioito... ma è questo che è davvero essenziale a Natale? Nella serie di messaggi di Avvento abbiamo riflettuto su cosa fosse essenziale a Natale attraverso o personaggi della natività. Avevamo visto che l'adorazione è essenziale, il focalizzarsi su Dio, su chi è Lui, su cosa a fatto per noi, e in virtù di questo, rispondere con una azione, così come hanno fatto i Sapienti. Avevamo visto che la testimonianza è essenziale il raccontare ciò che abbiamo visto e udito, non essere solo solo testimoni passivi, ma anche testimoni attivi, fare da testimoni a Gesù, così come avevano fatto i pastori. Abbiamo parlato di Maria e di Giuseppe, e dell'opera che Dio aveva fatto in loro ed attraverso di loro. L'opera di Dio è essenziale, ciò che Lui ha fatto, fa e farà Ed è essenziale che tu gli permetta di operare in te ed attraverso di te per ricevere la vera gioia a Natale. Ma di tutte queste cose, quale è veramente essenziale? Quale è quella di cui non possiamo fare a meno, senza la quale adorazione, testimonianza ed opera sono assolutamente inutili? Gesù è essenziale Per il secondo anno consecutivo ci siamo trovati a celebrare un Natale in emergenza. L'emergenza Covid ha causato e continua a causare molti problemi, e comprendo che alcuni di noi, sia qui che tra quelli che mi ascoltano online o mi leggono, siano arrivati a Natale con un cuore pesante dovuto ad una perdita tra le persone care. Qualsiasi fosse il tuo stato d'animo, sappi che il Natale è stato creato per portarti gioia. Quando l'angelo mandato da Dio giunse dai pastori gli disse: «Non temete!» disse. «Io vi porto la più bella notizia che sia stata mai annunciata; questa notizia darà grande gioia a tutti! Il Salvatore, proprio il Messia, il Signore, è nato stanotte a Betlemme! Come potete riconoscerlo? Troverete un bambino avvolto in una coperta, che giace in una mangiatoia». (Luca 2:10-12 PV) I pastori non erano ricchi, erano spesso schiavi, erano mal pagati erano rifiutati da tutti... ma l'angelo dice che la gioia sta arrivando anche per loro, nel luogo esatto dove sono ora nello stato di vita che stavano attraversando. E il Signore è questo che ripete, e non solo a Natale: qualsiasi cosa tu stia attraversando, non temere: ti ho mandato mio Figlio perché tu possa avere gioia. Se avete fatto la vostra lista delle cose che rendono il Natale divertente, speciale e significativo per voi, quante “stelle” avete messo per indicare quelle che sono realmente “essenziali”? Nella mia lista c'erano tredici motivi. ma solo tre avevano una stella a fianco. Quello che nelle ultime cinque settimane abbiamo provato di fare è di concentrarci sulle cose realmente essenziali a Natale. Ma ora che il Natale è trascorso su cosa dobbiamo concentrarci? E' proprio Gesù che ce lo indica che ci da il messaggio essenziale del Natale, il perché è venuto quella prima volta e perché ha cambiato la vita di tutti coloro che lo accettano come lo spartiacque tra un mondo perduto e un mondo salvato. E perché è essenziale, ma non solo a Natale. Quel messaggio in origine è stato dato ad una grande persona, che attendeva il Messia, e che aveva visto le opere di Gesù, ma che aveva ancora dubbi se lui fosse davvero il Salvatore. Quell'uomo si chiamava Nicodemo. Il messaggio che Gesù ci affida tramite le parole dette a Nicodemo sono essenziali come il cibo, l'acqua, il sole e l'aria per noi: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (Giovanni 3:16-17) Questo versetto, tanto usato ed abusato, forse non lo sapete, o non ci avete mai pensato, parla proprio del Natale; parla di un Dio che “ha dato”, ha mandato, ha fatto nascere a Natale un uomo che sarebbe stato l'Emmanuele, il Dio con noi. Questo è tutt'ora il messaggio essenziale che porta il Natale., e che serve anche oltre al Natale. Se Dio volesse usare un WhatsApp per comunicare con te so di sicuro cosa ti scriverebbe: “Io ti amo tanto”. La parola che è tradotta con “tanto” nelle nostre Bibbie, è in greco οὕτως houtōs, e significa sia “tanto” che “in questa maniera”. Dio ama tanto, ama in una maniera che è solo la sua ama in questa maniera. Houtōs in grammatica è un “avverbio intensificatore”, ovvero qualcosa che aumenta, rende più intenso il termine che gli sta a fianco. Ma perché Gesù decide di usare un avverbio intensificatore? In fondo, avrebbe potuto solo dire: “Perché Dio ha amato il mondo”... e nessuno si sarebbe stupito. Dio è amore, un amore perfetto. Pietro afferma che “Dio non ha riguardi personali” (Atti 10:34 b) ama tutti allo stesso modo; Dio quando ama, ama sempre tanto. E invece Gesù ha voluto dire a Nicodemo, a te e a me, che Dio non ci ama soltanto, ma che ci ama in questa maniera, in questa maniera così enorme che ha persino dato suo figlio a Natale, (in qualsiasi data fosse) lo ha realmente “inviato” sulla terra proprio per me e per te... E' per quello che puoi avere gioia anche nella disperazione! Lascia che mi fermi un attimo: quale è la persona che ami “tanto”? Un familiare, un amico, una sposa, uno sposo, un figlio, una figlia? Natale è trascorso, dove tutti sono più buoni, e pare quasi un dovere amare tutti. Gesù è venuto per darti un esempio che non termini a Natale; non far trascorrere questo anno che inizia, senza dire a colui o colei che ami tanto di quanto lo ami! Gesù, parlando a Nicodemo, voleva fargli sapere che quell'amore che Nicodemo immaginava era davvero reale, ed era grande. Sentirsi amati è una gran cura a tutto! E ricorda che quell'amore che tu dai a loro è possibile solo perché tu sei stata, tu sei stato amato per primo. Giovanni dice: “In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.” (1 Giovanni 4:9-10) Torniamo al messaggio di Dio per noi oggi e a quel WhatsApp che potrebbe mandarti. Posso dirti che Dio non invierebbe un messaggio attraverso un “gruppo”, una lista (infinita) di persone, ma lo scriverebbe proprio a te. Come posso affermarlo? Perché già lo ha fatto in passato; è quella la sua maniera di parlare alle sue creature. Guarda il versetto di Giovanni: Gesù avrebbe potuto dire “affinché tutti quelli che credono in lui non periscano”, ma non a detto “tutti”, ha detto “chiunque”. E' una differenza stilistica piccola, ma è una differenza che fa una enorme differenza per me e per te! Io e te non siamo dispersi in un gruppo, nel “tutti”; “chiunque” è la fusione di due parole latine: “qui”, ovvero “colui che” ed “unquam", ovvero “sempre”: Se lo leggo in questo modo, la frase di Gesù suona: "affinché colui che sempre crede in lui non perisca”. Giovanni scriveva in greco, e la parola che usa per chiunque è πᾶς pas; significa qualcosa di simile a “colui che sempre”. Dio è interessato a quel chiunque tra i tutti: tu non sei un numero disperso in una massa, tu sei una colei, un colui, tu singolarmente VALI un amore TANTO GRANDE, un amore in questa maniera. Tu hai un nome, un volto, una storia che Dio conosce, hai aspirazioni, sogni e lotte che affronti ogni giorno e Dio vuole TE; vuole essere coinvolto con te. Per questo Gesù è sceso per starti vicino, e non solo a Natale. L'angelo disse ai pastori: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore.” (Luca 2:11) Il Salvatore è nato non perché voleva prendersi una vacanza quaggiù, né per un caso fortuito, ma è nato “per voi” per quel “tanto”, per quel “in questa maniera” di cui parlava Gesù a Nicodemo. Come avverrà che quel “chiunque”, avrà la vita eterna? Gesù dice che che quel chiunque, che siamo tu ed io la otterrà se “crede”, e la parola usata da Giovanni in greco è πιστεύω pisteuō, che significa più esattamente “avere fede”. Tu potresti dirmi. “Eh beh... dove sta la differenza? Credere e avere fede sono sinonimi.” Non vorrei scioccarvi, ma c'è differenza tra credere ed avere fede. Io posso credere in molte cose: posso credere che votando quel politico o quell'altro le cose andranno meglio. Posso credere che la mia squadra vincerà il campionato perché il presidente ha comperato i migliori giocatori. A tutte queste cose posso credere... ma quanto?, Spesso con una percentuale: credo che quel politico, al 30% manterrà le promesse, che la mia squadra al 50% vincerà il campionato. Ma quando sto per buttarmi col paracadute fuori da un aereo non mi basta credere che si aprirà: devo avere fiducia, fede che lo farà, la mia logica deve andare oltre al calcolo percentuale altrimenti non mi muovo da dentro l'aereo. Devo “affidarmi” avere fede che quel pezzo di stoffa si gonfierà al punto giusto per portarmi a terra sano e salvo. Io ho creduto in Gesù quando avevo otto anni, ma c'è voluto molto tempo prima di avere fede in lui, prima di capire che lui era la sola risposta al mio vuoto. Per quasi quindici anni ho vissuto credendo in lui ma non avendo realmente fede in lui. Mia madre Maria, ha creduto in Gesù da bambina, ma ha atteso di avere settantotto anni prima di avere fede in Gesù. Un mio parente malato terminale, ha saputo di Gesù nella sua vita, ma ha atteso pochi istanti prima di morire per avere fede... Gesù venendo a Natale ti chiede non solo di credere, ma soprattutto di avere fede, di affidarti a lui. Il Covid ha portato e porta ancora molte perdite, ma non è il male assoluto. L'influenza spagnola agli inizi del 900 fu peggiore, uccidendo un terzo dell'intera popolazione mondiale. Nel 1600 la peste bubbonica uccise il 45% della popolazione in Europa. Ma non erano queste il male assoluto. Gesù sapeva che il 100% dell'umanità era affetta dal un male mortale, che lo avrebbe condotto a vivere l'eternità lontana da un Padre che ha tanto amato. E' per quello che è sceso a Natale, affinché chi a fede e si affida a lui, abbia la vita eterna. C'è da capire che Gesù non ci sta offrendo solo una “quantità di vita”: non ci sta offrendo interminabili giorni, ma vissuti così come li viviamo adesso. Ma ci sta offrendo una qualità di vita perfetta, senza più lacrime, paure, dolori, rancori, invidie... Infatti lui stesso ha detto: “...io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.” (Giovanni 10: 10 b) Gesù sapeva che quando avremmo creduto in lui e quando avremmo avuto fede in lui quello avrebbe avuto un impatto sulle nostre vite. É per quello che è stato mandato, affinché un mondo malato fosse salvato per mezzo di lui, attraverso il Natale... ma non solo a Natale. Conclusione Tra qualche giorno il mondo cristiano festeggerà l'Epifania, una parola greca che significa “rivelazione”. In oriente il Natale si festeggia non il 25 dicembre ma proprio a ridosso dell'Epifania, per sottolineare che Dio non solo è disceso nel mondo, ma si è anche rivelato al mondo per esserne il Salvatore. Cosa è essenziale a Natale? «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi». (Matteo 1:23) L'essenziale a Natale è un Dio con Noi, che ci ama in questa maniera tanto grande. Che scende per cercare individualmente ciascuno di noi, affinché colui che sempre crede ed ha fede in lui a lui si affidi ed abbia vita eterna. Gesù è l'essenziale. Ma non solo a Natale. Gesù è essenziale nella tua vita: lo sarà in questo 2022, e negli anni a venire affinché tu che hai fede in lui, se hai fede in lui, quando avrai fede in lui. possa avere la vita eterna. Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKVIDEO DEL MESSAGGIO SU INSTAGRAM A BREVE---VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD A BREVE (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
❤️ Offri un caffè: https://bit.ly/offri-un-caffeCerchiamo il conforto di Dio e la sua volontà in tante cose. Cerchiamo di essere bravi, forti. Cerchiamo di puntare in alto - cosa grandiosa - senza però renderci conto che una cosa sono i desideri... una cosa è la strada per raggiungere questi desideri, e un'altra cosa ancora è la volontà di Dio, il vero bene per noi. Ci rallegriamo delle nostre qualità (e facciamo bene) ma pensiamo che saranno proprio quelle a permetterci di fare strada nella vita, senza renderci conto che al contrario potrebbero essere proprio l'impedimento più grande per fare centro nella vita. "Voce di uno che grida nel deserto" Che vuol dire per la nostra vita? Perchè Dio parla nel deserto? Dove si trova questo luogo? Come facciamo ad ascoltare questa voce? Nell'episodio di oggi, io ed Ale facciamo una bella chiaccherata su questo argomento, condividendo con voi, cosa vuol dire per noi questa voce nel deserto, dove Dio ha parlato nella nostra vita e come tu possa fare tesoro di queste esperienze. Buon ascolto e buon Avvento amici! --- Il podcast di 5pani2pesci è interamente finanziato da un crowdfunding di Provvidenza OFFRI UN CAFFÈ ☕ Per partecipare anche tu ❤️ https://bit.ly/offri-un-caffe Grazie!
Predicazione espositiva del Pastore Emerito Fred Whitman da Ebrei 11 versetto 37 a Ebrei 12 versetto 2. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 31 Ottobre 2021. Titolo del messaggio: “La testimonianza dei discepoli della Riforma Protestante” EBREI 11 V37 - 12 V2 "37 Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati 38 (di loro il mondo non era degno), erranti per deserti, monti, spelonche e per le grotte della terra. 39 Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato promesso. 40 Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla perfezione senza di noi. 1 Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, 2 fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio."
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6621OMELIA XXV DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 9,30-37)Per annunciare il Vangelo al mondo intero, Gesù ha scelto dodici semplici pescatori. All'inizio questi dodici uomini stentavano a comprendere la sublimità dell'insegnamento evangelico e il Signore, in diverse occasioni, ha dovuto correggerli nella loro mentalità troppo umana. Nella pagina del Vangelo che abbiamo appena ascoltato troviamo proprio una di queste situazioni. Correggendo i suoi Apostoli, Gesù ammaestra ciascuno di noi e ci introduce alla sapienza della croce.Attraversando la Galilea, Gesù stava spiegando loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni, risorgerà» (Mc 9,31). Il testo del Vangelo riporta che gli Apostoli non compresero questo discorso «e avevano timore di interrogarlo» (Mc 9,32). Anzi, invece di chiedere spiegazioni, assecondando un modo di pensare molto umano, discutevano tra di loro su chi fosse il più grande (cf Mc 9,34). Gesù predicava umiltà e croce, e gli Apostoli discutevano su chi fosse il più importante tra loro.In questo episodio ammiriamo tutta la pazienza di Gesù che ama le sue creature e che attende con bontà che esse si ravvedano e comprendano il suo insegnamento. Pensiamo a quanta pazienza Gesù ha portato con ciascuno di noi.Giunti a questo punto, Gesù istruisce nuovamente i suoi Apostoli, facendo loro comprendere chi è veramente grande agli occhi di Dio: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9,35). Quando un'anima vive nell'umiltà e cerca di rimanere nell'ombra, allora il Signore la innalza molto in alto, al di sopra di tutte le altre. Il segreto per salire è quello di scendere il più possibile per mezzo dell'umiltà. Nel Magnificat la Vergine Maria canta che Dio ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili.Tra questi umili ci sono stati tutti i Santi. In modo particolare ricordiamo san Francesco che, per la sua umiltà, come disse Gesù stesso a santa Margherita Maria Alacoque, fu il Santo più vicino al suo Cuore. Si racconta che un giorno frate Masseo gli chiese: «Perché tutto il mondo viene dietro a te?». San Francesco ci pensò un attimo e poi disse con piena convinzione: «Vuoi sapere perché? Perché Dio, fra tutti i peccatori, non vide nessuno più vile di me. Per questo motivo egli ha scelto me per confondere la nobiltà, la grandezza, la fortezza, la bellezza e la sapienza del mondo, affinché si sappia che ogni virtù e ogni bene viene da Lui e non dalla creatura, e nessuna persona possa gloriarsi» (cf FF 1838).San Francesco era talmente umile che diceva a se stesso: «Se l'Altissimo avesse concesso grazie così grandi a un ladrone sarebbe più riconoscente di te, Francesco» (FF 717). E così scriveva nella lettera rivolta a tutti i fedeli: «Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio» (FF 199).Se vogliamo dunque ricalcare le orme di Gesù, dobbiamo essere umili di cuore, dobbiamo, sul suo esempio, metterci al servizio del nostro prossimo, e dobbiamo abbracciare le inevitabili croci della vita.Preso poi un bambino in braccio e postolo in mezzo a loro, Gesù disse: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato» (Mc 9,37).Queste parole da una parte ci insegnano che noi dobbiamo essere puri e semplici come i bambini; ma, dall'altra parte, ci ricordano la tristissima realtà dei tanti bambini non accolti e uccisi nel modo più orribile, con l'aborto. L'aborto è certamente uno dei più grandi peccati che, solamente nella nostra Italia, da quando è stato legalizzato, ha mietuto circa cinque milioni di vittime. Questi sono peccati che lasciano un profondo segno su tutti quelli che lo hanno praticato. Da parte di ogni cristiano si impone il dovere e la carità di aiutare e consigliare secondo il Vangelo tutte quelle madri che sono colte da questa grande tentazione di sopprimere la vita che sta germinando in loro. Molti bambini sarebbero nati se ci fosse stato qualcuno che avesse incoraggiato le loro madri. Non chiudiamo gli occhi di fronte a questi drammi e aiutiamo ad accogliere la vita, ad accogliere Gesù.Infine, qualche breve parola sulla seconda lettura di oggi. San Giacomo scrive: «Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male» (Gc 4,2). Queste parole ci fanno comprendere che, se noi tante volte non siamo visitati dalla grazia, ciò dipende dalla nostra mancanza di preghiera. Non preghiamo o preghiamo male. Queste parole dell'Apostolo devono risuonare come un invito a una preghiera autentica, che ci ottenga tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. La nostra preghiera sarà sempre esaudita, nella misura della nostra umiltà, fiducia e perseveranza.
Solo il Cristianesimo consola sul dolore. Solo il Cristianesimo rende l'uomo accettabile a se stesso. Perché solo il Cristianesimo afferma che Dio si è immolato per amore dell'uomo.
Solo il Cristianesimo consola sul dolore. Solo il Cristianesimo rende l'uomo accettabile a se stesso. Perché solo il Cristianesimo afferma che Dio si è immolato per amore dell'uomo.
Perché Dio non ci fa dono della sua Pace in modo definitivo? Scoprilo... e ringraziaLo!Seguici senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
Viviamo in un'epoca unica in cui la Verità viene condivisa e la gente non tace più su ciò che è stato nascosto negli ultimi 6.000 anni! Tutti i Profeti sono venuti da un solo Dio e hanno portato a tutta l'umanità una sola Verità che ci unisce tutti. Perché Dio è uno solo e la Verità è una per tutti! In tutti i tempi i profeti hanno parlato di una cosa: una vita di amore e uguaglianza, di pace e giustizia, cioè di una Società Creativa e Ideale. Ma perché non viviamo in questo modo? È giunto il momento in cui possiamo realizzare ciò che i profeti hanno sognato! Come sfrutteremo questa possibilità? Il 20 marzo 2021 alle ore 16:00 sulla piattaforma allatraunites.com si terrà la terza conferenza internazionale online "Società Creativa. Che cosa sognavano i Profeti". Si tratta di una conferenza organizzata per iniziativa di persone provenienti da tutto il mondo, con streaming in diretta e interpretazione simultanea in più di 35 lingue. Partecipa a questo evento globale e condividi queste informazioni con tutti! Riuniamo tutta l'umanità per trovare risposte alle domande globali e di vitale importanza che riguardano tutti: - Cosa o chi è la causa di tutte le guerre e di tutti i conflitti nella nostra società? - Potere o amore: cosa hanno lasciato in eredità i Profeti? - In che modo il consumismo distorce la verità? - La verità sulle debolezze delle persone e dei sacerdoti. Chi ha creato la religione come organizzazione e strumento per controllare le persone? - Come vedevano i Profeti il mondo del futuro? - Quali erano le loro previsioni sui ultimi tempi : indizi per la modernità o un verdetto? - Che cosa sognavano i Profeti? Che cos'è la Società Creativa e come costruirla? - Qual è il ruolo di ogni persona nella costruzione della Società Creativa? - Come e su quali basi le persone di tutto il mondo possono unirsi oggi? - Quali sono le tappe del processo di costruzione della Società Creativa? - Che ruolo ha l'informazione nella costruzione di un formato creativo della società nel modo più rapido possibile? - Cosa puoi fare tu per far sì che tu, la tua famiglia, i tuoi figli e i tuoi nipoti viviate in una società degna dell'Uomo?
Il creatore è presente anche negli assassini? Perché Dio non ferma il male?
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.Giovanni 3:16
"Meditiamo e preghiamo insieme, parola di fede e di speranza", di mercoledì pomeriggio, 09 dicembre 2020; a partire dalle ore 15:45 con il Santo Rosario.L'argomento sarà "Natale ci sarà, perché Dio è con noi". P. S. Chi desidera intervenire telefonicamente in diretta, lo può fare al seguente numero 320 0744669.Vi aspettiamo numerosi!!Non mancate!Giuseppe e Deborawww.spreaker.comwww.fmnuovaradioweb.org
Il più grande comandamento è amare Dio. Perché Dio "comanda l'amore"? E quali sono le sanzioni per chi trasgredisce questo comandamento? Omelia Domenica 25 Ottobre 2020, XXX del tempo ordinario, anno A, santa Messa ore 10:30
Gianpaolo Anderlini"Perché Dio non ci ascolta?"Prefazione di Riccardo Di Segni, rabbino capo di RomaQiqajonComunità di Bosehttps://www.monasterodibose.it/edizioni-qiqajon/perche-dio-non-ci-ascoltaSperare in Dio non significa attendere dal cielo la risposta alle nostre domande, ma tenere aperta la porta del cuore in modo che Dio possa essere tutto in noi anche quando ci mette alla prova e ci colpisce."Giobbe e Qohelet, con diverse corde e diversi accenti, si fanno interpreti della sconsolata solitudine di chi vorrebbe un mondo e un Dio diversi, e nulla può fare per cambiare le cose perchécome risulta difficile, se non impossibile, mutare il mondo, tanto meno si può mutare Dio.Così annota Qohelet: Vidi ancora sotto il sole che in luogo del diritto c'è l'iniquità e in luogo della giustizia vi è l'empietà. Io dissi in cuor mio: “Iddio giudicherà il giusto e l'empio, perché presso di lui c'è un tempo per ogni atto e una collocazione per ogni opera” (Qo 3,16-17) Il mondo è il luogo del sovvertimento, operato dall'uomo, dell'ordine delle cose voluto da Dio: l'empio e il malvagio prendono il posto dell'uomo giusto e dell'uomo retto e tutto, in questo nostro tempo, procede nella direzione che porta ad annullare la giustizia e a contraddire il diritto."Gianpaolo Anderlini si interessa da oltre quarant'anni di studi sull'ebraismo e di poesia. Già docente di materie letterarie in un liceo scientifico, è redattore della rivista QOL che si occupa del dialogo ebraico-cristiano.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Non cercare la tua giustizia. E se proprio la vuoi, preparati a non peccare mai più. Ma se usi misericordia, riceverai misericordia. --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 9 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 30 min. La scorsa settimana abbiamo iniziato a parlare di una virtù cristiana speciale, definendola “amore in azione”: “eleemon” ovvero la misericordia. Abbiamo visto che la misericordia non va pensata né parlata, ma va praticata: e abbiamo visto quattro modi per praticare la misericordia 1. La misericordia è essere paziente con le persone 2. La misericordia è perdonare coloro che sbagliano 3. La misericordia è aiutare chi soffre 4. La misericordia è fare del bene ai miei nemici Tu potresti dirmi: “Ok Marco, ho capito che devo praticare la misericordia... che è amore in azione, ma non ho capito PERCHE', il motivo che mi deve spingere ad esserlo! Non potrei vivere in pace, senza dover praticare tutte queste cose che sono l'opposto di quello che il mondo pratica? E' Dio che mi ha fatto nascere in questo mondo! Perché vuole che agisca come se vivessi un mondo sottosopra?” Io ti rispondo che i sono almeno tre buoni motivi-I motivi per avere misericordia 1. Perché Dio ha avuto misericordia di me Un giorno Pietro fece una domanda a Gesù: “Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesù a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.” (Matteo 18:21-22) Sappiate che nella legge ebraica era scritto che bisognava perdonare 5 volte. Cosa gli viene pensato al buon Pietro? “Ma si! Aggiungiamone una... anzi due, così, per fare bella figura con Gesù.” Si aspetta che Gesù gli dica “Bravo, Pietro!”: a risposta di Gesù lo gela: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.” (v.22) Ovvero, devi perdonare 70x7 = 490 volte... Ma non è nemmeno quello il numero giusto: Gesù sta dicendo a Pietro: “Aggiungi alla legge quello che vuoi... tanto io ne aggiungerò sempre un po' di più. Significa che devi perdonare SEMPRE!” Perché dico questo? Perché la parabola che segue dice che a chi è stato perdonato il molto, molto deve perdonare. “Perciò il regno dei cieli può essere paragonato ad un re che volle fare i conti con i suoi servi. Avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. E poiché quello non aveva i mezzi per pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. Perciò il servo, gettatosi a terra, gli si prostrò davanti, dicendo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto”. Il signore di quel servo, mosso a compassione, lo lasciò andare e gli condonò il debito." (Matteo18:23-27) La scena che dipinge Gesù è quella di una situazione disperata: diecimila talenti fanno circa 8.600.000 Euro! Dato che la paga di un servo era di qualche euro al giorno, ci sarebbero volute più vite per ripagare il debito. Ma succede l'incredibile: il signore, “mosso a compassione” (in greco: σπλαγχνίζομαι splagchnizomai = sentire qualcosa che si muove nella pancia) lo lascia andare. Ma la storia di Gesù non finisce qui "Ma quel servo, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e, afferratolo, lo strangolava, dicendo: “Paga quello che devi!” Perciò il conservo, gettatosi a terra, lo pregava, dicendo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò”. Ma l’altro non volle; anzi andò e lo fece imprigionare, finché avesse pagato il debito. I suoi conservi, veduto il fatto, ne furono molto rattristati e andarono a riferire al loro signore tutto l’accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu avere pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” (Matteo18:28-33) La parola che qui è tradotta con “pietà”, in originale è “eleemon” ...misericordia! Proviamo a sostituirlo nel versetto: “Non avresti dovuto a tua volta avere MISERICORDIA come io ho avuto MISERICORDIA di te?” (v.23) Ovviamente nella storia, il Signore è Dio e il servo malvagio sono io... e te. Dio si aspetta che tu tratti gli altri con la stessa misericordia con la quale lui ha trattato te; che tu abbia “amore in azione” verso gli altri, esattamente come lui ha avuto “amore in azione”, verso te, e me! Abbiamo parlato la scorsa settimana, delle persone che ti rendono nervoso, che ti fanno perdere la pazienza, che non sopporti... hai mai pensato che stai descrivendo te stesso dinanzi a Dio? Paolo afferma in Efesini: “Una volta voi eravate morti per sempre a causa dei vostri peccati.” (Efesini 2:1 PV) Dio avrebbe potuto guardarti con occhio malevolo...ma non lo ha fatto, perché Lui è misericordia! “Perché, se mentre eravamo ancora suoi nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte di suo Figlio, tanto più ora saremo salvati, perché egli vive!” (Romani 5:10 PV) Tu ed io, eravamo persone difficili...e forse lo siamo ancora! Anzi, di sicuro lo siamo! Ma Dio ha avuto misericordia di te e di me.Persino un campione di fede come Paolo, parla di se stesso come di un “peccatore incallito”a cui è stata offerta misericordia: “Certa è quest’affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna.” (1 Timoteo 1:15-16) Nell'episodio della donna adultera che abbiamo visto la scorsa domenica Gesù afferma una cosa precisa: “«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».” (Giovanni 8:7) La legge IMPONEVA di lapidare la donna, la misericordia di risparmiarla... Romani 6:14 dice: “...infatti il peccato non avrà più potere su di voi, perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia.” (Romani 6:14) Grazia = χάρις charis da χαίρω chairō, che significa felicità contentezza, gioia. Noi siamo nella gioia, perché abbiamo ricevuto misericordia... e misericordia dobbiamo dare agli altri, se vogliamo essere felici nella nostra vita. 2. Perché avrò bisogno di più misericordia in futuro Dio non è stato misericordioso solo al passato ma lo sarà anche nel futuro con te... E questa è una buonissima notizia, perché, non so voi, ma io continuo a sbagliare e peccare: “...perché il giudizio sarà senza misericordia per chi non ha usato misericordia: la misericordia trionfa sul giudizio.”(Giacomo 2:13 PV) La misericordia mi serve, ma Dio la userà verso di me solamente se io la uso verso gli altri... altrimenti non ci sarà misericordia, ma ci sarà la legge... non mi conviene... Il mio futuro sarà pieno di errori, e se chiedo giustizia devo stare attento ad essere giusto per primo io (che è impossibile) perché sarò giudicato attraverso la legge e non attraverso la misericordia. Ebrei dice: “Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto: «A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione!» E ancora: «Il Signore giudicherà il suo popolo».” (Ebrei 10:30) Non sta a te, né a me, stabilire la pena; lascia che sia Dio a stabilirla per colui che ti ha offeso, umiliato, maltrattato, fatto del male. Non cercare la tua giustizia. E se proprio la vuoi, preparati a non peccare mai più. Ma se usi misericordia, riceverai misericordia. 3. Perché mi rende felice La serie di messaggi si intitola “Costruisci la tua felicità per vivere felice”. La misericordia è una delle maniere più potenti per costruire la tua felicità. Non lo dico io, è Gesù che lo dice! “Beati i misericordiosi, perché riceveranno misericordia” (Matteo 5:7) Sappiamo che “beati” significa, semplicemente, “felici”. Nella mia esperienza non ho mai incontrato una persona che fosse felice e nel contempo arrabbiata contro qualcun altro. Persone del genere sono amare, arrabbiate, non sono mai felici. Sapete chi paga il conto della rabbia? Non chi la riceve, ma chi la prova “L'uomo buono fa del bene a sé stesso, ma il crudele tortura la sua propria carne.” (Proverbi 11:17) L'odio è un boomerang... torna sempre indietro. Ma anche la misericordia è un boomerang; torna sempre indietro... se lo sai lanciare bene! Come diventare misericordiosi La prima cosa è: sei stato perdonato? Sei stata perdonata? Hai accettato che attraverso Gesù i tuoi peccati sono stati perdonati ed hai ricevuto misericordia da Dio? Questo è il primo passo, fondamentale. Il secondo è: hai ricevuto il perdono? CI CREDI che Gesù ha coperto tutti i tuoi peccati passati, presenti e futuri? Uno dei maggiori motivi perché non offriamo misericordia è perché non ci sentiamo perdonati. Non basarti sulle tue sensazioni, ma sul sacrificio di Cristo: sulla croce. Su queste basi puoi perdonare, e puoi dare misericordia. Inizia a guardare le persone nella stessa maniera con cui le guarda Dio. Inizia guardare le persone che passano nella tua vita, i tuoi colleghi di lavoro, i tuoi compagni di scuola, la tua famiglia, nella stessa maniera con cui le guarderebbe Gesù Gesù è l'immagine stessa della misericordia: ha risollevato gli oppressi, accettato i reietti, sollevato coloro che erano addolorati, amato quelli che nessuno voleva amare, aiutato coloro che erano senza speranza e addolorati. Gesù si è interessato di loro; non ha vissuto questi momenti come uno stress, non ha visto negli altri qualcuno con cui lottare giorno dopo giorno, ma li ha visti come lo strumento con il quale dimostrare che Dio è amore, non risentimento, non odio, ma amore! Tratta le persone con la stessa misericordia con cui sei stato trattato; ricordati che la misericordia è amore in azione! Voglio lanciarti una sfida: oggi non andare a casa senza aver deciso nel tuo cuore chi è la persona a cui vuoi dimostrare che Dio è amore. Sappi che tutte le volte che tu dimostri misericordia, Gesù, colui che è morto e resuscitato per te e per me, verrà glorificato. Potrebbe essere qualcuno che ti ha fatto del male, o che non sopporti... sono quelle le persone che hanno più bisogno di misericordia! Forse ti servirà di pregare (e molto!) per mettere in moto la misericordia; ma ricordati che la misericordia è “amore in azione”, che l'amore non è un sentimento, ma è un “movimento”! Prega prima, ma poi agisci! Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO SU FACEBOOK--- GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
Perché Dio non ascolta le mie preghiere?Instagram: https://www.instagram.com/sbabologyTwitter: https://twitter.com/sbabiciotelegram: https://t.me/sbabicio
Perché Dio così benevolo e in cui credete, permette tutto questo: permette la discordia, permette la guerra? La risposta a questa e ad altre domande comuni di atei e credenti nel frammento del programma “Dall'ateismo alla santità.”( sub Ita) su ALLATRA TV https://www.youtube.com/watch?v=5J4eF... Libro di Anastasia Novykh “ ALLATRA” : https://allatra.it/books/a-novykh/all... “LIBERTÀ DALLA DITTATURA DELLA BESTIA DENTRO DI TE.” https://www.youtube.com/watch?v=C8vJd... Sito ufficiale del Movimento Sociale Internazionale ALLATRA: https://allatra.org Sito ufficiale della televisione internazionale di volontariato ALLATRA TV: https://allatra.tv/en https://allatra.it/ E-mail: info@allatra.org info@allatra.tv
Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.Giovanni 3:16
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6165OMELIA XVIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A (Mt 14,13-21)Le folle seguirono Gesù, ed Egli sentì compassione e per loro compì uno dei suoi più strepitosi miracoli, quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci. C'è un particolare molto importante nel racconto di questa pagina del Vangelo: Gesù, per operare questo miracolo, si servì del piccolo contributo di cinque pani e due pesci. Questo è il modo di agire di Dio. Egli potrebbe far da solo, certamente; ma, nella sua bontà, Egli si vuole servire della collaborazione delle sue creature. Per sfamare le folle, Gesù disse ai discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mt 14,16). Così, con questo piccolo contributo, Egli sfamò cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.Se tutti gli uomini sapessero mettere a disposizione di Dio quello che possono dare, il mondo andrebbe certamente meglio. Non possiamo dire: è poco quello che posso offrire. Se noi daremo il poco che abbiamo, il Signore metterà il resto. In un certo senso, possiamo dire che Dio condiziona l'elargizione delle sue grazie al nostro umile e modesto contributo. Prima di tutto, Egli condiziona le grazie alla nostra preghiera, per cui, se preghiamo otterremo i favori divini; in secondo luogo, Egli vuole pure la nostra fattiva collaborazione. Pensiamo all'esempio luminoso di Madre Teresa di Calcutta: ella seppe mettere nelle mani di Dio tutto quella che era, e il Signore, servendosi di lei, compì delle meraviglie a favore di tanti poveri sventurati. Il Signore non vuole agire senza di noi. Per cui, se il mondo va male, incolpiamo noi stessi. Egli, l'Onnipotente, moltiplicherà i nostri poveri mezzi per realizzare delle grandi opere.Dio ama servirsi di piccoli contributi, per far risaltare ancora di più la sua onnipotenza. Diversi anni fa, un giovane fece questa domanda ad un sacerdote: «Perché Dio non fa niente, quando molti muoiono di fame?». Il sacerdote, dopo aver brevemente riflettuto, diede questa bella risposta: «Il Signore ha fatto qualcosa, ha fatto te!». Questa risposta fu come un fulmine che rischiarò le tenebre della coscienza di quel giovane, il quale, da quel giorno, comprese che Dio agisce nel nostro sforzo. Di fronte a tante persone che muoiono di fame, Dio dice a ciascuno di noi: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mt 14,16). Non lasciamo mancare il nostro contributo, e Dio non lascerà mancare il suo aiuto onnipotente. Sant'Ignazio di Loyola insegnava che dobbiamo agire come se tutto dipendesse da noi, ma dobbiamo attendere il buon esito dei nostri sforzi unicamente da Dio. Comunemente si dice: "Aiutati, che il Ciel t'aiuta"; ma, se manca il nostro sforzo, non possiamo pretendere l'aiuto di Dio.Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ci mostra la sollecitudine di Gesù per tutti i nostri bisogni, anche quelli materiali, e la compassione del suo Cuore divino. Egli ha compassione anche di noi e ci sostiene. Confidiamo sempre nella Provvidenza, pensando che in Cielo c'è Qualcuno che si prende cura di noi. Quanto più grande sarà la nostra confidenza in Dio, tanto più sperimenteremo il suo aiuto.Tuttavia, il miracolo del Vangelo di oggi, prima di tutto, voleva preannunciare il Mistero dell'Eucaristia. Per sfamare le anime, Gesù dice ai sacerdoti: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mt 14,16). Ripetendo il gesto dell'Ultima Cena, i sacerdoti consacrano il pane e il vino che diventano il Corpo e il Sangue di Gesù. L'Eucaristia è il Pane disceso dal Cielo, con il quale Redentore stesso è il cibo dell'anima fedele.Nella prima lettura, per bocca del profeta Isaia, il Signore dice a ciascuno di noi: «O voi tutti assetati, venite all'acqua» (Is 55,1). Egli ci invita ad andare a Lui che è la Sorgente infinita dell'amore. Questa fonte sempre viva è Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare, è l'Eucaristia. Attingiamo avidamente a questa fonte e non rimaniamo mai privi di un dono così grande. L'Eucaristia è tutto l'amore di Cristo; con l'Eucaristia, Gesù ci dona tutto il suo cuore, e nulla potrà mai separarci da questo immenso amore del nostro Redentore.San Paolo, nella seconda lettura, con parole vibranti di commozione, afferma con forza che niente potrà separarci dall'amore di Cristo (cf Rm 8,38-39). Purtroppo, tante volte siamo noi ad allontanarci ogni volta che, all'amore di Dio, preferiamo il peccato. Così facendo, con la nostra libera volontà, ci allontaniamo dalla Sorgente della vita e ci ribelliamo al nostro Creatore. Questa è la più grande disgrazia che possa capitarci. San Paolo diceva che né la tribolazione, né l'angoscia, il pericolo e la spada ci potranno separare dall'amore di Dio. In tutte queste difficoltà, noi siamo più che vincitori; solo il peccato ci distacca dal Signore e ci allontana dall'Eucaristia. Per questo motivo, i Santi lottarono energicamente contro il male, per vivere sempre uniti a Dio e per cercare unicamente la sua gloria.Proponiamoci anche noi di accostarci spesso all'Eucaristia, di accostarci in grazia di Dio; e, se siamo consapevoli di aver peccato gravemente, confessiamoci prima di accostarci alla Comunione. In questo modo, non saremo mai separati dall'amore di Gesù.
Da dove viene il male? Perché Dio sembra non farci nulla per fermarlo o impedirlo? La verità è che Dio sa sempre quello che fa. Lasciamolo fare, senza osare mai giudicarlo. Omelia domenica 19 Luglio 2020, XVI del tempo ordinario, anno A
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6117RIPASSARE LA FEDE DURANTE IL CORONAVIRUS di Luca MarcolivioCon la sua ultima iniziativa, Juan Manuel Cotelo ha realizzato un desiderio che da tempo aveva nel cuore: tornare a fare il catechista. Il regista spagnolo, noto in particolare per docufilm come L'ultima cima e Terra di Maria, ha svolto catechesi nelle parrocchie per molti anni fino a che non è diventato famoso per le sue pellicole e ha iniziato a girare il mondo.Come un po' in tutta Europa, i bambini e i ragazzi spagnoli hanno dovuto sospendere il catechismo e hanno visto slittare le date delle loro prime comunioni e cresime. Da qui l'idea di Cotelo di realizzare una serie di video-catechesi, diffuse sui profili social e sul canale YouTube di Infinito +1, la casa produttrice da lui stesso fondata.Con episodi di cinque-sei minuti ciascuno, Cotelo illustra ai suoi piccoli utenti i fondamenti della fede: i Dieci Comandamenti, il Padre Nostro, l'Eucaristia, la Vergine Maria, lo Spirito Santo. A ciò si aggiungono approfondimenti sulla Sacra Scrittura, sulla nascita di Gesù, sugli angeli custodi. Tutte le catechesi sono veicolate dal carisma scenico di Cotelo e da mille trovate spettacolari, accompagnate da un garbato umorismo, che - si parva licet - evoca il buonumore dei grandi santi: da San Tommaso Moro a San Filippo Neri fino a don Bosco e San José Maria Escrivà.CURRICULUM VITAE DI DIONel Catequizmo spiccano capitoli particolarmente intelligenti e originali, come quello sul Curriculum vitae di Dio. Qual è il suo indirizzo? «Vivo da tutte le parti ma per le emergenze mi trovate dentro il cuore umano», si legge sul curriculum del Padre Eterno... E l'età? Indefinibile, perché Egli è, al tempo stesso il più vecchio e, vista la sua iperattività, il più giovane, infatti «non va mai in vacanza, non ha un giorno libero in tutto l'anno!», spiega Cotelo. Situazione familiare: «Padre di una famiglia numerosa, il numero dei miei figli è incalcolabile...». Professione e lavori svolti: «La quantità di cose che Dio ha fatto e che sa fare è enorme: creatore del Cielo e della Terra, creatore di tutte le cose visibili e invisibili», tuttavia, «la sua specialità è fare l'impossibile!». Competenze linguistiche: «Dio parla tutte le lingue del mondo. Tutte!». Pubblicazioni: «Dio è anche l'autore di un libro che è il più venduto nella storia di tutti i libri e questo libro è la Bibbia!».Spassoso e istruttivo anche l'episodio del Profetic Football Club: il dream team di Dio vede in campo Abramo, in porta, Daniele, Davide e Debora in difesa, Elia, Eliseo, Isaia, Mosè, Samuele a centrocampo, Geremia, Giona e Giovanni in attacco... Il «miglior acquisto della storia», colui che «fa più gol di tutti», è però Gesù, la cui strategia per andare a segno è «obbedire» e «fare la volontà del Padre». «Dio fa sempre un gioco di squadra - spiega Cotelo -. Lui potrebbe giocare anche tutte le partite da solo, perché è il miglior giocatore che esista. E allora perché fa un gioco di squadra? Perché Dio è amore e l'amore è sempre un gioco di squadra!». «Mettendo Dio al centro - prosegue la video-catechesi - possiamo vincere le partite più difficili della vita: le malattie, le tristezze e anche la morte!».PRODOTTO INDIRIZZATO NON SOLO AI BAMBINI MA ANCHE AI GENITORIL'Italia è il primo paese non ispanico ad aver adattato e diffuso il Catequizmo di Juan Manuel Cotelo. Doppiaggio e ritocchi visivi sono curati da Francesco Travisi, responsabile di Infinito +1 Italia, che ha così supplito alla mancata disponibilità degli studi dovuta all'emergenza sanitaria. «Catequizmo è un prodotto indirizzato non solo ai bambini ma anche ai genitori», spiega Travisi alla Nuova Bussola Quotidiana. «Spesso capita che i bambini della Prima Comunione vengano "depositati" in chiesa, per un puro e semplice "babysitting religioso". Noi, però, visto che i bambini stanno rispondendo bene a questo appuntamento online, invitiamo i genitori a guardare anche loro il Catequizmo: può essere l'occasione per pregare coi figli o per provare a ripercorrere la propria storia spirituale, in un momento in cui, presi dalla routine, dal lavoro e da molto altro, alcuni adulti si raffreddano nella fede». Nonostante il linguaggio semplice e le modalità comunicative rivolte principalmente all'infanzia, Catequizmo ha effettivamente suscitato interesse e favore anche nel pubblico adulto: «In molti mi stanno scrivendo per dirmi quanto è bello questo appuntamento giornaliero e la cosa curiosa è che spesso non hanno figli, né sono catechisti», sottolinea Travisi.Nella versione originale, Catequizmo è arrivato nei giorni scorsi alla trentesima puntata, superando le 73mila visualizzazioni. L'idea di Cotelo è di completare l'opera entro maggio, mese in cui, normalmente, si celebrano le Prime Comunioni, per un totale di quaranta video, numero simbolico che sugella questa lieta e specialissima "quarantena catechistica". La versione italiana è arrivata al diciottesimo video sabato scorso. «Non siamo Netflix, quindi non godiamo di un grande vantaggio pubblicitario, la nostra forza principale è nel passaparola», continua Francesco Travisi. Senza imponenti promozioni, comunque, i video del Catequizmo nella versione italiana hanno superato le duemila visualizzazioni. È partita nel frattempo anche la versione rumena della video-iniziativa, mentre sono sul trampolino di lancio, le edizioni tedesca e croata.Il buon successo riscosso dal Catequizmo anche tra gli adulti dimostra che i contenuti veicolati non valgono solo per l'infanzia. Anche con un approccio leggero, si possono trasmettere concetti profondi e veri e, tra le righe, si può fare persino un po' di sana apologetica. Del resto, come affermava il grande Chesterton, «la ragione per cui gli angeli sanno volare è che si prendono con leggerezza».
TESTO DELL'ARTICOLO➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5980OMELIA DOMENICA DELLE PALME - ANNO A (Mt 26,14-27,66)Tutto I'impegno quaresimale di penitenza e di conversione in questa domenica viene focalizzato attorno al momento cruciale del mistero di Cristo e della vita cristiana: la croce come obbedienza al Padre e solidarietà con gli uomini, la sofferenza del Servo del Signore (cf prima lettura) inseparabilmente congiunta alla gloria (seconda lettura). La strada che Gesù intraprende per salvare (= per regnare) si pone in contrasto con ogni più ragionevole attesa perché egli sceglie non la forza e la ricchezza, ma la debolezza e la povertà. Il compendio della celebrazione odierna è offerto già nella monizione che introduce la processione delle Palme: «Questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore... Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione... Chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce per essere partecipi della sua risurrezione».IL MISTERO DELLA CROCEVertice della liturgia della Parola è la lettura della Passione: è a questo centro che occorre volgere I'attenzione, più che alla processione delle palme. I ramoscelli d'olivo non sono un talismano contro possibili disgrazie; al contrario, sono il segno di un popolo che acclama al suo Re e lo riconosce come Signore che salva e che libera. Ma la sua regalità si manifesterà in modo sconcertante sulla croce. Proprio in questo misterioso scandalo di umiliazione, di sofferenza, di abbandono totale si compie il disegno salvifico di Dio. Nell'impatto con la croce la fede vacilla: il peso di una forca schiaccia il Giusto per eccellenza e sembra dar ragione alla potenza dell'ingiustizia, della violenza e della malvagità. Sale inquietante la domanda del "perché" di questo cumulo insopportabile di sofferenza e di dolore che investe Gesù, il Crocifisso, e con lui tutti i crocifissi della storia. Sulla croce muoiono tutte le false immagini di Dio che la mente umana ha partorito e che noi, forse, continuiamo inconsciamente ad alimentare. Dov'è l'onnipotenza di Dio, la sua perfezione, la sua giustizia? Perché Dio non interviene in certe situazioni intollerabili? "PORTÒ IL PESO DEI NOSTRI PECCATI"Solo la fede è capace di leggere l'onnipotenza di Dio nell'impotenza di una croce. È l'impotenza dell'Amore. Gesù ha talmente amato il Padre ("obbediente fino alla morte e alla morte di croce": seconda lettura) da accogliere liberamente il suo progetto "per noi uomini e per la nostra salvezza". Gesù non muore perché lo uccidono, ma perche egli stesso "si consegna" (cf Gal 2,20) con libertà sovrana, per amore. Questo amore supremo che egli dona perdendo se stesso e diventando solidale con tutte le umiliazioni, i dolori, i rifiuti patiti dall'uomo, dà la misura dell'annientamento (cf seconda lettura) di Gesù e manifesta il rovesciamento delle situazioni umane: la vera grandezza dell'uomo non sta nel potere, nella ricchezza, nella considerazione sociale, ma nell'amore che condivide, che è solidale, che è vicino ai fratelli, che si fa servizio. Dio vince il dolore e la morte non togliendoli dal cammino dell'uomo, ma assumendoli in sé. Il Dio giusto si sottrae ai nostri schemi di giustizia, che reclamerebbero la vendetta immediata sui cattivi e sugli accusatori dell'Innocente: la sua giustizia si rivela perdonando e togliendo all'omicida anche il peso del proprio peccato. Il vinto che perdona il vincitore lo libera dalla sua aggressività mortale mostrandogli come l'amore vinca l'odio.DIO REGNA DAL LEGNONel legno della croce le prime generazioni cristiane hanno saputo scorgere il segno della regalità di Cristo. Gli evangelisti non hanno bisogno di attendere la risurrezione di Gesù per proclamare l'inizio del mondo nuovo. Già la croce è carica di novità, è l'inizio di un nuovo ordine di cose. Anche se tutto è apparentemente finito e le forze del male sembrano avere prevalso su Gesù, i segni che ne accompagnano la morte (cf Mc 15,37-39; Mt 27,51) lasciano filtrare la novità: il velo del tempio si squarcia indicando che l'antico tempio con i suoi ordinamenti e le sue attese è finito. Il Tempio nuovo è il corpo di Cristo che Dio ricostruirà con la risurrezione; e il primo ad entrare in questo Tempio sarà un pagano, il centurione, per la sua professione di fede (Mc 15,38; Mt 27,54). Nell'annientamento del Figlio di Dio nasce una nuova umanità. Il mistero della morte diventa mistero di vita e di trionfo.In questa domenica di Passione, la Croce è al centro della contemplazione della comunità cristiana che in essa legge il progetto misterioso di Dio e adora la regalità di Cristo. Una regalità che rinuncia a schemi di potenza umana, che indica per quali strade umanamente illogiche passi la "gloria", che diventa misura di confronto e di verifica nel servizio dei fratelli.
Perché Dio fece sparire Sodoma
+ Dal Vangelo secondo MatteoCosì fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5754OMELIA XXII DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO C (Lc 14,1.7-14)Nulla piace a Dio se non l'umiltà e tutto ciò che si fa con umiltà. Questa frase potrebbe benissimo sintetizzare il messaggio delle letture di oggi. Rileggiamo ora con attenzione tre frasi della prima lettura. La prima è questa: «Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso» (Sir 3,17). Non è tanto l'opera buona che compiamo a darci merito e ad essere apprezzata dal prossimo, ma è soprattutto l'umiltà con cui la facciamo. Insegnava san Vincenzo de Paoli che la nostra carità sarà gradita al povero solo se sarà accompagnata dall'umiltà di cuore, altrimenti diventerebbe solo una umiliazione.La seconda frase su cui mi piace soffermarmi è la seguente: «Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore» (Sir 3,18). Vantarsi del bene che abbiamo e del bene che riusciamo a fare è come rubare la gloria a Dio. Al contrario, ringraziare di cuore il Signore, ritenersi indegni di tutto ciò che Egli ci dona, e dare a Lui ogni gloria, è la migliore garanzia per continuare a ricevere i suoi benefici e per continuare a riceverne di sempre più grandi.La terza frase è la seguente: «Ai miti Dio rivela i suoi segreti» (Sir 3,19). Con questa frase comprendiamo chiaramente quelle che sono le preferenze di Dio. Egli, usando un linguaggio umano, è attratto dall'umiltà di cuore e nei confronti degli umili la sua generosità non ha limiti. Quanto più si è miti ed umili di cuore, tanto più ci si avvicina al Cuore di Gesù e si comprendono i suoi segreti quasi per connaturalità. Facciamoci caso: ovunque Gesù e Maria sono apparsi su questa terra, si sono manifestati a persone umili, di cuore e di condizione. E questo fin dall'inizio, da quando a Betlemme gli angeli andarono ad invitare gli umili pastori per adorare il Bambino Gesù.Il brano del Vangelo di oggi ci presenta una breve ma bellissima parabola, quella dell'invito ad un pranzo di nozze. Gesù, per raccontare questa parabola, prese spunto da un banchetto che si era tenuto in casa di un fariseo, banchetto al quale era stato invitato anche lui. Egli, allora, prese la parola e disse: «Quando sei invitato va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: amico, vieni più avanti!» (Lc 14,10). In questo caso, colui che è invitato al primo posto fa una bella figura davanti a tutti; se, al contrario, occupando il primo posto, è costretto a cederlo ad un ospite più ragguardevole, egli riceve una umiliazione.Così avviene anche nella nostra vita. Se ci facciamo piccoli ed umili di fronte a Dio e al prossimo, allora saliremo molto in alto. Diversamente, se ci gonfiamo di superbia, rimarremo sempre nella nostra meschinità. Al termine della parabola, Gesù infatti disse: «Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11).Tutti i Santi sono stati umili, altrimenti non sarebbero stati innalzati da Dio così tanto. Un santo che si distinse in modo particolare per l'umiltà fu san Francesco d'Assisi. Un giorno frate Masseo gli chiese: «Perché tutto il mondo viene dietro a te?». San Francesco ci pensò un attimo e poi disse con piena convinzione: «Vuoi sapere perché? Perché Dio, fra tutti i peccatori, non vide nessuno più vile di me. Per questo motivo egli ha scelto me per confondere la nobiltà, la grandezza, la fortezza, la bellezza e la sapienza del mondo, affinché si sappia che ogni virtù e ogni bene viene da Lui e non dalla creatura, e nessuna persona possa gloriarsi» (cf FF 1838).San Francesco era talmente umile che diceva a se stesso: «Se l'Altissimo avesse concesso grazie così grandi a un ladrone sarebbe più riconoscente di te, Francesco» (FF 717). E così scriveva nella lettera rivolta a tutti i fedeli: «Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio» (FF 199).Impariamo da san Francesco e anche noi andremo molto in alto.
I principi di comportamento di coloro che credono in Dio sono quelli di esaminare se si pratica la giustizia in tutto ciò che si fa e se tutte le azioni sono osservate da Dio. Sarete chiamati giusti, perché sarete in grado di compiacere Dio e di accettare le cure e la protezione di Dio. Agli occhi di Dio, tutti coloro che accolgono le Sue cure, la Sua protezione e la Sua perfezione e che sono guadagnati da Lui, sono giusti e guardati da Lui con tenerezza. Quanto più accettate le parole di Dio nel qui e ora, tanto più potete ricevere e comprendere la volontà di Dio e più riuscite a vivere le Sue parole e a soddisfarNe le richieste. Questo è il mandato di Dio per voi e ciò che dovete raggiungere. Se utilizzate dei concetti per misurare e delineare Dio, come se fosse una statua di argilla immutabile, e se delimitate Dio all’interno della Bibbia e Lo contenete entro l’ambito limitato dell’operato, ciò dimostra che avete condannato Dio. Poiché, nel loro cuore, gli ebrei del Vecchio Testamento gettarono Dio nello stampo di un idolo, come se potesse essere chiamato solo il Messia e solo Colui che fu denominato Messia fosse Dio; e poiché servirono e adorarono Dio, come se fosse una statua di argilla (priva di vita), inchiodarono alla croce il Gesù di quell’epoca, condannandoLo a morte, obbligando Gesù innocente a morire. Dio non aveva commesso alcun crimine, tuttavia l’uomo non Lo risparmiò e Lo condannò a morte senza esitazione. Così, Gesù venne crocefisso. L’uomo crede sempre che Dio sia immutabile e Lo definisce secondo la Bibbia, come se l’uomo avesse capito la gestione di Dio, come se tutto quello che Dio compie fosse nelle mani dell’uomo. Le persone sono ridicole fino all’estremo, oltremodo arroganti e tendono all’eloquenza pomposa. Indipendentemente da quanto sia grande la tua conoscenza di Dio, ancora affermo che tu non Lo conosci, che nessuno Gli si oppone più di te e che Lo condanni perché sei del tutto incapace di ubbidire all’opera di Dio e di percorrere il cammino di perfezione che Egli ti offre. Perché Dio non è mai soddisfatto delle azioni dell’uomo? Perché quest’ultimo non Lo conosce, ha troppo idee e, invece di conformarsi alla realtà, tutta la sua conoscenza di Dio è fatta sempre della stessa pasta, rigida e inflessibile com’è.
Quanto è duro il lavoro di Dio I I passi dell'opera di Dio sulla terra comportano grandi difficoltà. La debolezza, le mancanze, l'immaturità dell'uomo e la sua ignoranza sono state da Dio pianificate e considerate. L'uomo è come una tigre di carta, nessuno ha il coraggio di provocarlo. O morde, si perde, sbaglia e ignora Dio. Oppure corre da "padre-maiale e madre-cagna" per indulgere nei loro corpi impuri. Che grande ostacolo! II In ogni fase, Dio è messo alla prova e affronta il pericolo. Le Sue parole sono sincere, oneste e senza malizia. Gli spezza il cuore che nessuno Lo accetti né si sottometta. Giorno e notte Si preoccupa per la vita dell'uomo e comprende le sue debolezze. Sopporta cambiamenti e imprevisti con ogni opera e parola. Conoscendo la fragilità, la disobbedienza, l'immaturità dell'uomo, rimugina su ciò nella Sua mente giorno e notte. Chi ha mai saputo questo? Di chi Lui può fidarsi? Chi può capire questo? Oh, quanto è duro il lavoro di Dio! III Dio odia i peccati dell'uomo e i suoi modi vili. Si preoccupa della debolezza dell'uomo e della sua strada e, mentre osserva le sue parole e azioni, Si riempie di pietà, rabbia e angoscia. Gli innocenti sono diventati insensibili. Perché Dio li mette sempre in difficoltà? L'uomo debole non ha più costanza. Perché Dio dovrebbe allora sempre arrabbiarsi con lui? L'uomo è debole e impotente, senza vitalità. Perché rimproverare la sua disobbedienza? Chi può resistere alle minacce di Dio? IV L'uomo è fragile. E in condizioni disperate, Dio ha spinto la Sua rabbia nel profondo del Suo cuore perché l'uomo lentamente rifletta su se stesso. Ma l'uomo, che è nei guai, non apprezza la volontà di Dio. Ignaro di esser stato calpestato dal maligno, l'uomo si oppone sempre a Dio, oppure è del tutto indifferente a Lui. Chi ha mai preso sul serio le parole di Dio? da "La Parola appare nella carne"
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timoteo ai santi e fedeli fratelli in Cristo che sono in Colosse, grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre. Noi ringraziamo Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, pregando sempre per voi, perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e dell'amore che avete per tutti i santi, a causa della speranza che vi è riservata nei cieli, della quale avete già sentito parlare mediante la predicazione della verità del vangelo. Esso è in mezzo a voi, e nel mondo intero porta frutto e cresce, come avviene anche tra di voi dal giorno che ascoltaste e conosceste la grazia di Dio in verità, secondo quello che avete imparato da Epafra, il nostro caro compagno di servizio, che è fedele ministro di Cristo per voi. Egli ci ha anche fatto conoscere il vostro amore nello Spirito. (Colossesi 1:1-8 - La Bibbia) Indice della serie sulla Lettera ai Colossesi Gesù, parlando in parabole, aveva paragonato il regno dei cieli ad un granello di senape che un uomo semina nel suo campo. Il Signore aveva fatto notare che quel granello era il più piccolo di tutti i semi eppure, crescendo, diventava un albero sufficientemente grande da permettere agli uccelli del cielo di venire a ripararsi tra i suoi rami. (Marco 4:31-32). L'apostolo Paolo scrivendo insieme a Timoteo alla comunità cristiana di Colosse, iniziò la propria lettera proprio confermando le parole di Gesù; egli gioiva nel vedere il modo in cui il vangelo si stava espandendo verso le estremità della terra. Quel granello di senape stava davvero crescendo e trasformandosi in un albero! Paolo era felice perché anche a Colosse egli aveva dei "santi e fedeli fratelli in Cristo", ovvero persone che Dio si era messo da parte per essere suo popolo, persone che erano state trasformate dal Signore attraverso l'opera dello Spirito Santo in loro. L'opera di Dio nei Colossesi era evidente; in essi erano presenti tre ingredienti fondamentali che non potevano mancare a fronte di una vera conversione: fede, amore e speranza. Se leggiamo le lettere di Paolo con attenzione, questi ingredienti si trovano associati l'uno all'altro diverse volte, ad esempio in 1 Corinzi 13:13 e in 1 Tessalonicesi 1:3. Non ci stupisce che la fede in Cristo Gesù sia il primo ingrediente che caratterizza un credente. D'altra parte Gesù è Colui che ha dato la sua vita affinché gli uomini possano essere salvati, e lui stesso ha promesso che avrebbe dato vita eterna a tutti coloro che hanno creduto in lui, come è scritto: "In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna." (Giovanni 6:47) "Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna." (Giovanni 3:16) C'è però un secondo ingrediente che non può mancare nella vita di un credente, un'ingrediente attraverso il quale la fede si manifesta in modo tangibile: l'amore. Quando parliamo di amore, pensiamo subito al nostro amore verso Dio in risposta al suo amore ma, nel testo che abbiamo letto, l'apostolo Paolo si riferisce all'amore che "avete per tutti i santi" ovvero per tutti gli altri fratelli e sorelle in Cristo, infatti il termine "santi" nelle lettere di Paolo si riferiva a tutti coloro che avevano riposto la loro fede in Gesù e quindi erano parte del popolo di Dio, un popolo separato, scelto da Dio per appartenergli. Che la fede e l'amore verso Gesù produca amore verso i fratelli dovrebbe essere ovvio, d'altra parte come si può dire di amare Dio se non si mostra amore verso i propri fratelli e sorelle? Un altro apostolo, Giovanni, espresse bene questo concetto quando scrisse: Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. (1 Giovanni 4:20) La fede e l'amore nei Colossesi erano alimentati continuamente da un combustibile che costituisce il terzo ingrediente caratteristico ...
Perché sbagliamo? Perché Dio punisce?
vedi libro: STIGMATE Edito per la prima volta nel 1999 nella collana Stile Libero di Einaudi, Stigmate viene oggi ripubblicato da #logosedizioni come seconda tappa di un progetto editoriale che ripercorre l’evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista. Preceduta nel 2017 dalla pubblicazione di Ghirlanda, opera vincitrice del Gran Guinigi 2017 che ha segnato il ritorno di Mattotti al fumetto dopo quasi quindici anni, la collana è stata inaugurata lo scorso marzo con l’uscita del volume L’uomo alla finestra. Stigmate inizia con un sogno, motivo da sempre particolarmente caro a Mattotti. Nella visione onirica, un misterioso bambino promette a un uomo la prossima fine della sua vita disgraziata. Al suo risveglio, l’uomo sanguina copiosamente dalle palme delle mani. È l’inizio di un incubo: i medici sono convinti che sia un mitomane che si ferisce da solo, il suo datore di lavoro lo guarda con ribrezzo, i clienti del bar dove è impiegato si lamentano delle macchie di sangue che lascia sui bicchieri. Per contro, schiere di adoratori gli fanno visita con offerte votive pregandolo di guarire i propri mali e quelli dei propri cari. Ma lui li scaccia e non vuol sentir parlare né di miracoli né di stigmate. Del resto, cosa può avere in comune un uomo come lui con i santi? Non è altro che un quarantenne balordo, collerico e puzzolente di alcol, che si mantiene lavorando in un bar dove vende sottobanco sigarette di contrabbando e di tanto in tanto si accoppia bestialmente con donne che vivono allo sbando come lui. Per di più quello che ha ricevuto è tutt’altro che un dono: ben presto le stigmate lo porteranno alla rovina. Viene infatti licenziato e lascia il bar non prima di aver fracassato ogni cosa e aver tramortito il suo datore di lavoro. Nel frattempo la sua casa brucia, incendiata da uno dei ceri lasciati dai suoi devoti. Così alla fine l’uomo si ritrova in mezzo alla strada, senza più un lavoro né un posto dove stare. “Perché Dio ha deciso di farmi impazzire?” si domanda, e conclude sconsolatamente che “siamo robaccia destinata a marcire”. Inizia così a condividere il destino dei senzatetto e di altri emarginati in una città sempre più minacciosa e ostile, finché la violenza che lo circonda raggiunge il culmine quando un gruppo di delinquenti dà fuoco a un migrante. È il momento di lasciarsi alle spalle tutto questo, così l’uomo decide di mettersi in cammino per andare a chiedere aiuto a uno zio giostraio. Dopo molte ricerche, scopre che lo zio è in carcere ma la compagnia di giostrai con cui lavorava gli offre comunque un impiego come uomo di fatica. Tra i suoi nuovi colleghi trova l’amore, una ragazza dolce e fragile di nome Lorena che diventerà sua moglie, e decide di mettere a frutto il suo ‘dono’, trasformandosi in una specie di santone che promette guarigioni in cambio di denaro. Sembra dunque profilarsi un lieto fine per questa vicenda, finché la situazione si ribalta nuovamente: le ferite cominciano a richiudersi, i giostrai divengono ostili nei suoi confronti ritenendolo responsabile di una perquisizione della polizia e infine compare il suo ex datore di lavoro in compagnia di un paio di sgherri per prendersi la sua vendetta. Gli sgherri violentano Lorena sotto gli occhi del marito mentre il suo vecchio capo lo riempie di botte e infine spezza il braccio alla donna. Convinta di aver ricevuto la giusta punizione per i suoi peccati, quest’ultima si chiude in sé stessa e sviluppa una forma ossessiva di devozione religiosa... continua Francesca Del Moro
1 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. 2 Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». 4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» 5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. 7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". 8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?» 10 Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d'Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? 13 Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo.(Nu 21:4-9; Gv 12:32-33) 1Gv 4:9-10 (Gv 6:40; 3:36)14 «E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. 16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
1 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. 2 Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». 4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» 5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. 7 Non ti meravigliare se ti ho detto: "Bisogna che nasciate di nuovo". 8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?» 10 Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d'Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? 13 Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo.(Nu 21:4-9; Gv 12:32-33) 1Gv 4:9-10 (Gv 6:40; 3:36)14 «E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, 15 affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. 16 Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17 Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Perché Dio ci ha salvati
Perché Dio permette la sofferenza? Che rapporto c'è tra l'esistenza di Dio e l'esistenza del dolore e della sofferenza nella vita dell'uomo? Ascoltiamo il prof. Corrado Gnerre.
Perché Dio permette la sofferenza? Che rapporto c'è tra l'esistenza di Dio e l'esistenza del dolore e della sofferenza nella vita dell'uomo? Ascoltiamo il prof. Corrado Gnerre.
Perché Dio non esaudisce alcune preghiere