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Giovanni Porzio"I sentieri del jihad"Viaggio nel fondamentalismo islamicoManni Editoriwww.mannieditori.itA Gaza scavalcai le macerie di un edificio bombardato per fotografare una donna anziana, vestita di nero, intenta a diliscare dei minuscoli pesci in un catino di alluminio. Alle sue spalle un nugolo di bambini razzolava sul pavimento di una stanza piena di materassi e montagne di biancheria. Da un lato, appoggiato su una seggiola, c'era il ritratto incorniciato di un ragazzo sorridente, con un accenno di barba sulle guance. «Mio figlio» proclamò con orgoglio. «Siamo fortunati ad avere un martire in famiglia. Alla fine del Ramadhan abbiamo ricevuto 2.000 dollari».Giovanni Porzio ha iniziato a viaggiare nel mondo arabo quando era ragazzo, e poi è diventato reporter, come giornalista e fotografo, dalle aree più calde del pianeta.Da quarant'anni in prima linea, si è arrampicato con i guerriglieri sulle montagne dell'Eritrea e dell'Afghanistan, ha vissuto i bombardamenti di Beirut, ha attraversato i campi minati in Angola e in Mozambico, è entrato in uno dei covi di al-Qaida, era a Bassora durante l'operazione Desert Storm dove è stato fatto prigioniero dalle guardie rivoluzionarie di Saddam Hussein.Vivere e osservare da quel punto di vista gli ha consentito di avere una visione globale e articolata, e in questo libro ci racconta la storia dell'Islam più estremo, le responsabilità dell'Occidente, i kamikaze e il terrorismo, la povertà, il regime dei califfi e dei taliban, la condizione delle donne.La nascita, l'ideologia, l'espansione, le ramificazioni dell'internazionale jihadista in un libro in cui s'intrecciano cronaca, personaggi politici, narrazioni di viaggio, incontri con profughi, anziani, donne e bambini: le vittime di tutte le guerre.Un viaggio nell'universo del jihad e del fondamentalismo islamico, per comprendere in profondità una delle polveriere della nostra epoca.Giovanni Porzio è nato nel 1951 a Milano, dove vive.Giornalista, scrittore e fotoreporter, è stato per trent'anni inviato del settimanale “Panorama” e ha viaggiato in tutto il mondo seguendo i principali conflitti in Africa, Medio Oriente, Asia, Europa, Centro e Sud America. Dal 2010 collabora con “il Venerdì di Repubblica”.Ha ricevuto molti premi nazionali e internazionali per i reportage e ha realizzato mostre delle sue fotografie all'Avana, a Milano, a Trieste, al Festival della Fotografia Etica di Lodi e al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Ha pubblicato una decina di libri di saggistica e narrativa.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Innanzitutto premettiamo una cosa: il Feroce Saladino non si chiamava Saladino e non era particolarmente feroce. Era un politico abile e misurato: una sorta di ibrido tra Saddam Hussein e Andreotti che seppe agire ora con grande risolutezza e ora con moderazione almeno per gli standard della sua epoca. Eppure, nel 1191, nel villaggio palestinese di Arsuf anche la scimitarra dell'Islam fece cilecca, dimostrando che la strategia più elaborata o la fede più ardente nulla possono contro l'imprevedibilità del fattore umano.See omnystudio.com/listener for privacy information.
A me piace ricordare la battaglia di Lepanto non solo nei grandi anniversari, come abbiamo sempre fatto pubblicamente con la Fondazione Lepanto, l'ultima volta nel 2021, 450esimo anniversario della grande vittoria, ma piace ricordarlo anche ogni 7 ottobre, per non dimenticare mai l'importanza e il significato di questo eventoOgni 7 ottobre torno con la memoria e con la preghiera a quel giorno che cambiò la storia dell'Occidente cristiano. Il giorno in cui nel mare della Grecia, si affrontarono due immense flotte, la flotta turca e quella cristiana, per una battaglia decisiva per la nostra civiltà.I Turchi miravano a travolgere l'armata cristiana sul mare e poi, per via di terra, puntare su Roma, e conquistare, dopo Costantinopoli, l'Occidente, sottoponendolo alla legge dell'Islam. Ma a Roma regnava dal 1566 un Papa indomito, Pio V, il domenicano Michele Ghislieri, che la Chiesa ha elevato alla gloria degli altari.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7502SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO, PATRONO DEI CAPPELLANI MILITARI di Don Mario ScuduNon si può certo dire che fu un uomo tutto casa e chiesa, o meglio, visto che era un frate, tutto convento e cappella. Ha avuto una vita movimentata, molto varia e ricca di esperienze. Ha girato prima l'Italia e poi l'Europa, ma non per turismo religioso o per convegni di aggiornamento con soggiorno in alberghi a varie stelle... ma per predicare. E non dimentichiamo che, nel Quattrocento, lo stesso "viaggiare" era sinonimo di fatica, dormire poco, soffrire la fame e la sete con pericoli vari e imprevedibili: ogni giorno una buona dose di disagio di vario genere con avventure non sempre a lieto fine.Nel 1453 era caduta la città di Costantinopoli, la capitale dell'Impero Romano d'Oriente. L'impressione fu enorme. Il senso della minaccia sulla cristianità europea era tangibile e incombente. La paura e l'angoscia erano tornate prepotenti e si facevano sentire con forza su larghi strati della popolazione. Anche se non su tutti. Davanti ad ogni avvenimento doloroso c'è sempre un certo numero di apatici, che sono poi quelli dagli ideali ristretti e dagli orizzonti che coincidono esattamente con il proprio benessere e tornaconto. Fu così anche allora.Il nuovo pericolo che minacciava l'Europa era costituito dall'avanzata sanguinaria e apparentemente inarrestabile dell'Islam e dei Turchi. Furono i papi Niccolò V e poi il successore Callisto III che organizzarono una crociata in difesa della fede cristiana e dell'Occidente intero minacciati dal pericolo ottomano-islamico. Ma sul campo è stato Giovanni da Capestrano, un umile frate, a raccogliere la sfida e darsi da fare, con la predicazione, per reclutare uomini. Purtroppo solo gli Ungheresi, i più direttamente minacciati, risposero al suo appello.Con un esercito di quasi 5.000 uomini si mise in cammino verso Belgrado, fortezza che era stata chiusa in una tenaglia dalle truppe di Maometto II e dalla flotta turca. Fu dapprima un comandante ungherese, lo Hunyadi, dietro suo impulso a rompere l'assedio navale con un attacco che riportò pieno successo il 14 luglio 1456. Una settimana dopo arrivò anche la vittoria terrestre. E questa ebbe come protagonista assoluto Giovanni da Capestrano che guidò l'attacco. Un frate trasformatosi in generale vittorioso. Fu questa azione a difesa dell'Occidente che gli meritò in seguito l'appellativo di "Apostolo dell'Europa Unita". Ma gli costò anche la vita. Contrasse infatti la peste e ne morì tre mesi dopo nel convento di Ilok, in Croazia. Era il 1456. Anno della Battaglia di Belgrado dell'Europa contro i Turchi, come viene indicato nei libri di storia.GIOVANNI: INQUISITORE E PREDICATORE IN ITALIAGiovanni nacque il 24 giugno 1386 a Capestrano non lontano da L'Aquila, nell'Abruzzo. I suoi genitori erano di nobili origini. La prima istruzione l'ebbe in famiglia da uno speciale pedagogo. E ancora adolescente conobbe il dolore: subì infatti, per rappresaglia, l'uccisione di ben dodici persone del parentado e la distruzione della stessa casa. Giovanni studiò diritto canonico e diritto civile a Perugia. Diventò anche giudice di questa città facendosi notare e ricordare per la sua integrità morale e imparzialità. Stava per far rientro in paese per guadagnare un po' di denaro e così autofinanziarsi gli studi per la promozione al dottorato, quando, nel 1415 in seguito ad un conflitto tra Perugia e Rimini, cadde prigioniero. Come sarà alcuni secoli dopo per Sant'Ignazio di Loyola che si convertì durante la prigionia, così fu per Giovanni da Capestrano (cf box a pag. 18). Alcuni anni dopo entrò tra i francescani osservanti, divenendo sacerdote nel 1417.La sua vita si può dividere in due grandi periodi. Il primo comprende la sua attività in Italia fino al 1451; il secondo la sua predicazione nell'Europa centrale e la partecipazione alla battaglia di Belgrado, e la morte (1456).Nel primo periodo furono tre i principali interessi di Giovanni: la predicazione, la difesa della ortodossia cattolica e la riforma dei frati minori.A partire dal 1422 cominciò a predicare a L'Aquila davanti a grandi folle, che rimanevano estasiate alle sue parole e al suo entusiasmo. Folle enormi lo seguiranno anche a Roma, Siena, Perugia, Milano, Padova, Vicenza, Venezia e altre città. Fece anche alcune puntate in Spagna e in Terra Santa. La sua predicazione, specialmente durante l'Avvento e la Quaresima, fu un grande aiuto per il rinnovamento spirituale e dottrinale delle popolazioni italiane del tempo. Diventato un predicatore famoso, Giovanni ne conobbe un altro grandissimo, Bernardino di Siena, di cui divenne amico (e difensore quando venne accusato di idolatria). Fu quest'ultimo a comunicargli la devozione al nome di Gesù (condensato nelle famose tre lettere IHS che significavano Jesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini). Per le sue conoscenze del diritto Giovanni veniva anche chiamato dai papi come paciere e come diplomatico incaricato di delicate missioni.Venne nominato in seguito inquisitore dei Fraticelli e chiamato così a combattere il fraticellismo: una setta che pretendeva di praticare "alla lettera e senza glosse" la regola di San Francesco, professando diverse dottrine dichiarate eretiche dalla Chiesa. Proprio per il successo che ebbe come riformatore dell'ordine francescano si meritò l'appellativo di "Colonna dell'Osservanza".Altro incarico che svolge con molto zelo e efficienza, anche senza i risultati desiderati, fu la sua attività di inquisitore degli Ebrei (1427) o meglio la sua battaglia contro l'usura, grandemente ed efficientemente praticata da questi, che ha poi lasciato su di loro lungo i secoli seguenti una fama poco bella.Giovanni si era adoperato presso papi, principi e governatori di città, e specialmente presso la regina Giovanna di Napoli, per far applicare le leggi contro l'usura in generale e contro gli Ebrei in modo particolare, cercando di costringere questi ultimi ad osservare le disposizione del diritto ecclesiastico e civile del Regno. Non ebbe grande successo anche perché non godette degli appoggi importanti su cui lui contava.UN PREDICATORE PER L'EUROPADal 1451 al 1456 abbiamo il secondo periodo della vita di Giovanni quello propriamente "europeo". Su istanza di papa Niccolò V egli partì per l'Austria insieme a dodici compagni (tra i quali uno dei suoi biografi, un certo Nicola della Fara). Fu lo stesso imperatore Federico III a richiedere la sua presenza come predicatore (predicò in Baviera, nella Turingia, nella Sassonia, Slesia ed in Polonia, parlando in latino e aiutato da un interprete), come riformatore dei frati conventuali, come inquisitore degli Ebrei e anche per cercare di riconvertire gli hussiti di Boemia. Questi erano i seguaci del riformatore Jan Hus, arso come eretico nel 1415. [...]Ma questo punto nel programma di Giovanni diventava secondario rispetto al pericolo incombente posto dall'Islam che avanzava insieme ai Turchi. Si dedicò completamente a questo obiettivo fino alla morte.Che messaggio ci lascia Giovanni da Capestrano? Anzitutto la sua totale dedizione per la causa del Vangelo, attraverso la predicazione in Italia e nell'Europa centrale contrastando le eresie del tempo. Egli "può restare come esempio di un uomo che, in quello scorcio finale del Medio Evo, seppe capire problemi e aspirazioni, angosce e attese del suo uditorio, e cercò di ripresentare il Vangelo in quella situazione... Un messaggio ... resta per i predicatori di tutti i tempi, quello di farsi ricercatori e annunciatori del senso attuale che deve avere la rivelazione divina per ogni generazione e cultura" (A. Pompei).Giovanni da Capestrano ha lasciato una profonda impressione nella Chiesa del Quattrocento, per la sua predicazione travolgente e convincente (e le sue prediche non erano propriamente uno show: duravano infatti dalle due alle tre ore, con qualche eccezione... ancora più a lungo). Fu un uomo di successo apostolico per le conversioni spettacolari operate, per i suoi poteri taumaturgici che esercitava per la povera gente, e non ultimo anche per la sua multiforme santità. "Giovanni appare come un discepolo di Cristo, del quale segue l'esempio per quanto la sua condizione umana glielo consente.L'imitazione di Cristo è dunque primordiale ed il modello evangelico guida la vita di Giovanni. La profonda pietà e la grandissima umiltà del santo colpirono i suoi contemporanei; egli si imponeva prove umilianti, come attraversare la città di Perugia, della quale fu giudice, malvestito e in groppa ad un asinello. Il suo amore per la pace, legato ad un innato senso della giustizia ed una ardente carità nei confronti del prossimo, lo pongono nella categoria dei santi. La sua vita è condotta nel segno dell'austerità: accatta il suo pane, porta quotidianamente il cilicio, digiuna tutti i giorni in eguale misura" (da Storia dei Santi e della Santità cristiana, vol. I).Un santo ancora oggi, per molti aspetti, significativo.
Una live con Fabrizio Ciocca, autore di "L'Islam italiano" ed uno dei maggiori esperti dell'Islam in ItaliaFabrizio Ciocca si è laureato in Sociologia politica all'Università di Roma “La Sapienza” e ha conseguito un master in Sistemi urbani multietnici alla Link Campus University. Studioso dei fenomeni migratori, è autore di diversi articoli e saggi sulle comunità islamiche in Italia, tra cui La presenza musulmana in Italia: criticità e potenzialità (2018) e Musulmani in Italia. Impatti urbani e sociali delle comunità islamiche a Roma (Meltemi, 2018).Qui trovate il suo profilo Facebook Mentre qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"Se volete aiutare le persone colpite dal terremoto in Siria e Turchia qui ci sono i link di alcune associazioni umanitarie che operano nella zona:-AKUT (Organizzazione di volontariato non-governativa impegnata nella ricerca, nell'assistenza e nel soccorso alle vittime del terremoto)-White Helmets (organizzazione no-profit che di volontari che da anni è una delle uniche ad aiutare attivamente sul campo tutti i civili siriani) -Save The Children (storica associazione specializzata sui bambini)
1 aprile 2023 - Paolo Branca
Cos'è il Ramadan? Come faccio a gustare al meglio questo mese? Trovate qui ogni possibile consiglio e suggerimento, incluse serie, film e libri *2 note: il Ramadan è il 4° pilastro dell'Islam, mentre la Zakat (carità rituale) il 3°Link al film "Il Messaggio" di Mustapha Akkad, tutti gli altri contenuti citati li trovate nel canale Youtube o nel podcast di Medio Oriente e DintorniTrovate tutti i link qui: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"Se volete aiutare le persone colpite dal terremoto in Siria e Turchia qui ci sono i link di alcune associazioni umanitarie che operano nella zona:-AKUT (Organizzazione di volontariato non-governativa impegnata nella ricerca, nell'assistenza e nel soccorso alle vittime del terremoto)-Islamic Relief (Ente benefico specializzato sul "mondo islamico" attivo sia in Siria che in Turchia)-White Helmets (organizzazione no-profit che di volontari che da anni è una delle uniche ad aiutare attivamente sul campo tutti i civili siriani) -Save The Children (storica associazione specializzata sui bambini)
Oggi andiamo alla fonte della ricerca storica contemporanea, per parlare con il professore Tommaso Tesei della Duke Kunshan University, uno dei ricercatori moderni più apprezzati sul tema delle origini dell'Islam. Parleremo di quanto abbiamo visto nella doppia puntata sulla Umma, ma anche dell'evoluzione dell'Islam nel corso dell'intero VII secolo. In coda, un breve riassunto da parte mia! --Per acquistare i miei libri:IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA, Amazon (link affiliato): https://amzn.to/3DG9FG5PER UN PUGNO DI BARBARI, Amazon (link affiliato: https://amzn.to/3l79z3u---Ti piace il podcast? Sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoriaTipeee: https://it.tipeee.com/storia-ditaliaPer una donazione: https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/---►Informazioni sui miei libri "Per un pugno di barbari" e "Il miglior nemico di Roma":https://italiastoria.com/libro/►Registrarsi alla mia mailing list:https://italiastoria.com/mailing-list/►Trascrizioni episodi, mappe, recensioni, genealogie:https://italiastoria.com/►FacebookPagina: https://www.facebook.com/italiastoriaGruppo: https://www.facebook.com/groups/italiastoria►Instagramhttps://www.instagram.com/italiastoria/►Twitterhttps://twitter.com/ItaliaStoria►YouTube:https://www.youtube.com/channel/UCzPIENUr6-S0UMJzREn9U5Q►Contattami per commenti, idee e proposte di collaborazione:info@italiastoria.com---Musiche di Riccardo Santatohttps://www.youtube.com/user/sanric77---Livello Giuseppe Verdi: Massimiliano Pastore e Mauro SamaratiLivello Dante Alighieri: Musu Meci, Manuel Marchio, Marco il Nero, Massimo Ciampiconi, Mike Lombardi, David l'Apostata, Luca Baccaro, Guglielmo de Martino, Daniele Farina.Livello Leonardo da Vinci: Paolo, Pablo, i due Jacopo, Riccardo, Frazemo, Enrico, Alberto, Davide, Andrea Vovola e D'agostini, Settimio, Giovanni, Cesare, Francesco, Jerome, Diego, Alanchik, Flavio, Edoardo Vaquer e De Natale, Stefano, Luca da Milano e Luca Lanotte, Arianna, Mariateresa, John, Fasdev, Norman, Claudio, Marko, Barbaking, Alfredo, Manuel, Lorenzo, Corrado, Piernicola, Totila, Vito, Tascio, Carlo, Matteo, Luigi Loreti e Boselli, Simone, Deborah, Pietro, Tuscany discovery e Giorgio!Grazie anche a tutti i miei sostenitori al livello Galileo Galilei e Marco Polo! Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
Per capire la vera storia di Muhammad e dell'Islam, dobbiamo tornare indietro: verso le terre desertiche, le oasi, le città e le civiltà dell'Arabia preislamica. Scopriremo che gli Arabi, sin dai primi secoli del loro contatto con Roma e la Persia, iniziarono una lenta evoluzione che li preparò al ruolo imperiale che avranno dal VII secolo in poi. ---Nell'immagine: monastero cristiano nestoriano ritrovato recentemente negli Emirati Arabi Uniti---PER ACQUISTARE "IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA":- Amazon (link affiliato): https://amzn.to/3DG9FG5- IBS: https://www.ibs.it/miglior-nemico-di-roma-storia-libro-marco-cappelli/e/9788828210085- Feltrinelli: https://www.lafeltrinelli.it/miglior-nemico-di-roma-storia-libro-marco-cappelli/e/9788828210085- Mondadori: https://www.mondadoristore.it/miglior-nemico-Roma-Storia-Marco-Cappelli/eai978882821008/---Ti piace il podcast? Sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoria Tipeee: https://it.tipeee.com/storia-ditaliaPer una donazione: https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/---►Informazioni sui miei libri "Per un pugno di barbari" e "Il miglior nemico di Roma":https://italiastoria.com/libro/►Registrarsi alla mia mailing list:https://italiastoria.com/mailing-list/►Trascrizioni episodi, mappe, recensioni, genealogie:https://italiastoria.com/►FacebookPagina: https://www.facebook.com/italiastoriaGruppo: https://www.facebook.com/groups/italiastoria►Instagramhttps://www.instagram.com/italiastoria/►Twitterhttps://twitter.com/ItaliaStoria►YouTube:https://www.youtube.com/channel/UCzPIENUr6-S0UMJzREn9U5Q►Canale Discord:https://discord.gg/cyjbMJe3Qk►Contattami per commenti, idee e proposte di collaborazione: info@italiastoria.com---Musiche di Riccardo Santatohttps://www.youtube.com/user/sanric77---Livello Giuseppe Verdi: Massimiliano Pastore e Mauro SamaratiLivello Dante Alighieri: Musu Meci, Manuel Marchio, Marco il Nero, Massimo Ciampiconi, Mike Lombardi, David l'Apostata, Luca Baccaro, Guglielmo de Martino, Daniele Farina. Livello Leonardo da Vinci: Paolo, Pablo, i due Jacopo, Riccardo, Frazemo, Enrico, Alberto, Davide, Andrea Vovola e D'agostini, Settimio, Giovanni, Cesare, Francesco, Jerome, Diego, Alanchik, Flavio, Edoardo Vaquer e De Natale, Stefano, Luca da Milano e Luca Lanotte, Arianna, Mariateresa, John, Fasdev, Norman, Claudio, Marko, Barbaking, Alfredo, Manuel, Lorenzo, Corrado, Piernicola, Totila, Vito, Tascio, Carlo, Matteo, Luigi Loreti e Boselli, Simone, Deborah, Pietro, Tuscany discovery e Giorgio!Grazie anche a tutti i miei sostenitori al livello Galileo Galilei e Marco Polo! Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
VIDEO: Clodoveo ➜ https://www.youtube.com/watch?v=qB293nyWv88TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7255IL BATTESIMO DI CLODOVEO NEL 496 CAMBIA LA STORIA D'EUROPAOltre a convertire i barbari, la Chiesa doveva renderli capaci di sviluppare una grande civiltà. Tale era il piano divino e a questo scopo Essa aveva bisogno di un potente aiuto, di una spada che prendesse le sue difese, di un guardiano che preservasse i suoi diritti dalle aggressioni, di un potere secolare che fosse garante della sua indipendenza e le assicurasse, nel nuovo ordine di cose, una certa sovranità temporale diventatale più indispensabile che mai. Insomma, per assecondare l'azione della Chiesa, era necessario un popolo che unisse la rettitudine dell'animo, il carattere energico, il potere delle armi, un alto spirito di proselitismo e un ardore cavalleresco e cristiano per la causa della religione.Questo popolo stava per comparire e inaugurare una missione che per 14 secoli sarebbe stata consacrata dalla famosa formula: "Gesta Dei per francos". I franchi, uno dei popoli barbari, avrebbero avuto questa missione provvidenziale.Al contrario della maggioranza dei germani, che aveva abbracciato l'arianesimo, i franchi erano ancora pagani. Dall'anno 481 era alla loro testa un grande guerriero, Clodoveo, che nel 493 aveva sposato una nipote del Re dei burgundi, la principessa Clotilde. Il Re dei burgundi aveva assassinato tutta la famiglia di Clotilde (rimanendo così solo a governare), odiata dalla sua coscienza e dalla sua fede, che erano ariane come tutta la corte dei burgundi. Clotilde, infatti, era cattolica fervente e aveva sofferto la persecuzione degli ariani fanatici, temprando così le virtù che la dovevano sostenere nella sua grande missione.Divenuta sposa di Clodoveo, ella seppe presto conquistare il cuore del barbaro per mezzo della sua dolcezza e santità e, a poco a poco, riuscì a moderare le feroci abitudini di Clodoveo. Ella gli parlava spesso della inutilità degli idoli e della grandezza e soavità della religione cristiana, così come della speranza nell'eternità ad essa congiunta.Clodoveo, per quanto abbagliato, non voleva darsi per vinto. L'influenza di Clotilde era comunque tale che egli permise il battesimo del suo figlio primogenito; la creatura però morì e Clodoveo rimproverò aspramente la sua sposa attribuendo la morte del bambino alla collera degli dei. Tuttavia l'amore per Clotilde fece sì che ella riuscisse a far battezzare anche il secondo figlio. Ma quando, come il primo, anche questo bambino cadde gravemente malato, la collera del Re esplose in modo terribile. Iddio, che voleva mettere alla prova per l'ultima volta la fede della sposa, guarì miracolosamente la creaturina per le preghiere della madre: Clodoveo rimase profondamente impressionato da questo fatto.Poco dopo, nel 496, un altro popolo barbaro, quello degli alemanni, attraversò il Reno. Clodoveo ingaggiò battaglia contro esso vicino a Colonia, nella pianura di Tolbiac. Nel cuore della battaglia l'esercito di Clodoveo sbanda, la vittoria gli sfugge ed egli stesso è sul punto di cadere in potere dei suoi nemici; in quel momento gli tornano alla memoria gli insegnamenti di Clotilde. "Dio di Clotilde - grida a tutto petto - dammi la vittoria e non avrò altro Dio all'infuori di te!"; pochi istanti dopo l'esito della battaglia si rovescia, gli alemanni sono presi dal terrore, retrocedono, fuggono e quelli che non vengono uccisi si arrendono.Clodoveo mantenne il suo giuramento di rozzo, ma forte e lealissimo uomo naturale. Dopo Tolbiac, egli accettò di essere istruito nella fede da due santi vescovi (uno dei quali era il famoso S. Remigio, vescovo di Reims).Un episodio, avvenuto nel corso della sua istruzione religiosa, è utile per dare un'idea del forte spirito guerriero e del coraggio di questo capo dei franchi: all'udire che Gesù, uomo innocente e suo Salvatore, era stato impunemente crocifisso proruppe in un violento grido: "Infami assassini! fossi stato presente io coi miei franchi non sarebbe finita così!".Clodoveo si fece battezzare la vigilia di Natale del 496. Tremila suoi guerrieri, disposti a lasciare, come il loro capo, il culto degli idoli per quello di Gesù Cristo, lo circondavano nell'imponente cerimonia la cui grandezza era accresciuta dalla presenza di numeroso clero e dal canto degli inni sacri. Nel battezzarlo S. Remigio, detto il Samuele francese, fece udire a Clodoveo queste sublimi parole, formula di tutto il nuovo ordine che stava per sorgere: "Abbassa il capo, condottiero; adora quel che bruciasti e brucia quel che adorasti!".La conversione del Re e dei principali guerrieri franchi provocò la conversione della nazione, e l'esempio di Clodoveo contagiò anche le nazioni vicine, venendo imitato anche da altri capi franchi, come Valarico e i suoi figli. Due sorelle di Clodoveo, una pagana e l'altra ariana, ricevettero rispettivamente il battesimo e la riconciliazione con la Chiesa.La conversione di Clodoveo decise il futuro religioso di tutta la sua razza, poiché egli non tardò ad estendere il suo dominio sui territori che dipendevano da altri capi e a riunire tutte le tribù sotto un'unica monarchia. Il battesimo dei franchi fu, dunque, un evento di immensa portata. La conversione di un potente popolo germanico alla fede cattolica portava il sigillo del trionfo del cristianesimo contro l'eresia ariana e se tre tribù di germani abbandonarono la dottrina di Ario nel corso del VI secolo, lo si deve alla conversione dei franchi al cattolicesimo.Sarà necessario lavorare ancora per molto tempo per far penetrare la vita cristiana e sradicare i resti del paganesimo nel popolo franco, tuttavia la sua fedeltà alla Chiesa Romana non verrà smentita; la sua storia domina a partire da allora quella degli altri popoli e si lega strettamente alla storia della Chiesa. Esso salverà nel VII secolo la Cristianità contro l'invasione dell'Islam. Esso difenderà il papato minacciato dai longobardi e opererà sotto Carlo Magno per la conversione della Germania e, più tardi, dei Paesi Bassi. L'Inghilterra riceverà la civiltà da un popolo di cavalieri che l'aveva ricevuta dai franchi. I popoli scandinavi riceveranno da missionari franchi le prime scintille della fede. L'Oriente, durante le crociate, rimarrà tanto meravigliato dalle prodezze di questo popolo cavalleresco, che conserverà fino ai nostri giorni l'abitudine di identificare la fede romana con la civiltà francese.Nota di BastaBugie: Massimo Viglione nell'articolo seguente dal titolo "Il battesimo e la consacrazione di Re Clodoveo" parla dell'ampolla del sacro crisma portato dal cielo per mezzo d'una colomba, che servì a consacrare Clodoveo e tutti i re di Francia, suoi successori.Ecco l'articolo pubblicato su Radio Roma Libera l'8 maggio 2020:Clodoveo, figlio del capo della tribù dei Sicambri, aveva 11 anni quando nel 476 cadde per sempre l'Impero Romano d'Occidente. Quattro anni dopo divenne Re dei Franchi Salii, e da sovrano seppe sempre scegliere come suoi consiglieri vescovi cattolici, sebbene egli fosse ancora pagano e metà del suo popolo cristiano ma ariano. [...]Nel 493, dopo una serie di vittorie, l'esercito di Clodoveo stava per essere distrutto nella Battaglia di Tolbiac. Nel momento del più grande timore, Clodoveo ebbe la forza di imitare Costantino, giurando che qualora la sorte della battaglia si fosse rovesciata egli si sarebbe battezzato. [...]La vittoria arrise miracolosamente e subitaneamente a Clodoveo, il quale, incoraggiato anche dalla nascita del desiderato erede, nella notte di Natale del 496, assistito dalle preghiere di Clotilde, ricevette il Battesimo da san Remigio. [...]Ma un miracolo ancor più grande stava per avvenire, destinato a segnare per sempre la storia della Francia monarchica. Per un banale incidente, era venuto a mancare l'olio benedetto; san Remigio allora si mise a pregare, e subito, come riporta mons. Delassus, [...] che riprende il racconto del Baronio: Dio volle mostrare visibilmente quello che dice a tutti i fedeli: "Quando due o tre sono riuniti in mio nome, io mi trovo in mezzo a loro". Infatti, tutto ad un tratto, una gran luce, più risplendente che quella del sole, riempì tutta la cappella e in pari tempo s'intesero queste parole: "La pace sia con voi. Son io non temete: mantenetevi nel mio amore".Poi, dette queste parole la luce disparve e un odore d'ineffabile soavità profumò il palazzo, a fine di provare evidentemente che l'autore della luce, della pace e della dolcezza era venuto, perché, eccettuato il Vescovo, nessuno degli astanti aveva potuto vederlo, perché erano tutti abbagliati dallo splendore della luce. Il suo splendore penetrò il santo Vescovo, e la luce che raggiava da lui illuminava il palazzo con maggior splendore delle luci che lo rischiaravano.
Nella storia, ci sono degli uomini che possono cambiarla. Negli ultimi 2000 anni, pochi hanno donato un nuovo corso alla storia come Muhammad. La sua è la storia dell'origine dell'Islam, eppure raccontarla è assai più complesso di quanto possa apparire a prima vista. ---Nell'immagine: una rara rappresentazione di Muhammad, dal Miradj Nameh, un meraviglioso libro del XV secolo realizzato a Herat, in Afghanistan, oggi a Parigi. ---Per saperne di più sulla storia di Ancona:https://italiastoria.com/2021/04/15/la-storia-di-ancona/---PER ACQUISTARE "IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA":- Amazon (link affiliato): https://amzn.to/3DG9FG5- IBS: https://www.ibs.it/miglior-nemico-di-roma-storia-libro-marco-cappelli/e/9788828210085- Feltrinelli: https://www.lafeltrinelli.it/miglior-nemico-di-roma-storia-libro-marco-cappelli/e/9788828210085- Mondadori: https://www.mondadoristore.it/miglior-nemico-Roma-Storia-Marco-Cappelli/eai978882821008/---Ti piace il podcast? Sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoria Tipeee: https://it.tipeee.com/storia-ditaliaPer una donazione: https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/---►Informazioni sui miei libri "Per un pugno di barbari" e "Il miglior nemico di Roma":https://italiastoria.com/libro/►Registrarsi alla mia mailing list:https://italiastoria.com/mailing-list/►Trascrizioni episodi, mappe, recensioni, genealogie:https://italiastoria.com/►FacebookPagina: https://www.facebook.com/italiastoriaGruppo: https://www.facebook.com/groups/italiastoria►Instagramhttps://www.instagram.com/italiastoria/►Twitterhttps://twitter.com/ItaliaStoria►YouTube:https://www.youtube.com/channel/UCzPIENUr6-S0UMJzREn9U5Q►Canale Discord:https://discord.gg/cyjbMJe3Qk►Contattami per commenti, idee e proposte di collaborazione: info@italiastoria.com---Musiche di Riccardo Santatohttps://www.youtube.com/user/sanric77---Livello Giuseppe Verdi: Massimiliano PastoreLivello Dante Alighieri: Musu Meci, Manuel Marchio, Mauro, Marco il Nero, Massimo Ciampiconi, Mike Lombardi, David l'Apostata, Luca Baccaro, Guglielmo de Martino. Livello Leonardo da Vinci: Paolo, Pablo, i due Jacopo, Riccardo, Frazemo, Enrico, Alberto, Davide, Andrea Vovola e D'agostini, Settimio, Giovanni, Cesare, Francesco Favazza e Cateni, Jerome, Diego, Alanchik, Flavio, Edoardo Vaquer e De Natale, Stefano, Luca da Milano e Luca Lanotte, Arianna, Mariateresa, John, Fasdev, Norman, Claudio, Marko, Barbaking, Alfredo, Manuel, Lorenzo, Corrado, Piernicola, Totila, Vito, Tascio, InSpaten, Carlo, Daniele, Matteo, Luigi, Pietro, Giorgio e Tuscanydiscovery.it. Livello Galileo Galilei: Davide, Francesco, Jacopo T., Riccardo, Stefano, Roger, Anna, Pierangelo, Luigi, Antonio, Giulia, Ezra, Andrea, Paola, Daniele, Mariano, Francesca, Gabriella, Alessio, Giovanni, Alessandro, Valerio, Angelo, Alberto, Viviana, Riccardo, Giorgio, Francesco G., Francesco B., Emanuele, Giacomo, Francesco M, Giacomo, Martina, Yuri, Lorenzo, Jamie, Gianluca, Danilo, Echtelion, Matteo, Valerio P., Guglielmo, Michele, Massimo, Tommaso J, e Francesco C., Stefano, Giulio S., Davide P., Elisabetta C., Don Fabrizio, Massimo S., Luca F, Luca M., Dario P, Venus Schiavonia, Annalaura B., Marcus Walker, Michael Kain, Nicola De Gasperi, Pietro Sancassani, Andrea Silimbani, Anna, Marco M., Danilo R., Luca B., Paola C., Francesco C., Stefano S., Nicola L., Enrico C., Andrea F., Remo A., PortaKiTeppare, Lapo S., Mauro, Paolo G., Gaetano R., Matteo D., Lorenzino, Gabriele B., Michele P., Valerio M.Grazie anche a tutti i miei sostenitori al livello Marco Polo!
La bandiera della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi riprende tanti elementi visti in altri bandiere mediorientali: lo schema tipico dello stendardo della rivolta araba, il panarabismo ed elementi distintivi dell'Islam come la mezzaluna e la stella a cinque punte. Buon ascolto!
La più importante celebrazione dell'Islam sciita. Diretta con Davood Abbasi in collegamento da Tehran. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/antonello-sacchetti/message
In Francia venerdì, a conclusione della campagna presidenziale, circa diecimila telefoni hanno ricevuto un sms firmato da Éric Zemmour con un link a un messaggio destinato “ai francesi di fede ebraica”. Nel testo si denunciava “l'esplosione” di atti antisemiti, associata “all'espansione dell'Islam che sta devastando il nostro paese”. Il candidato prometteva poi di non “vietare la macellazione rituale” e la circoncisione. Al di là del contenuto, a preoccupare i destinatari è stata la violazione della loro privacy e soprattutto l'essere stati profilati come ebrei.
Direttamente dal Festival dei Giovani di Gaeta, facciamo due chiacchiere con Tasnim Ali, influencer e attivista sui social. Abbiamo parlato del suo lavoro, di cosa vuol dire essere una ragazza musulmana in Italia, e del suo primo libro "VeLo Spiego" uscito il 29 Marzo.
Il cammino dell'Islam minoritario in diaspora. Minoo Mirshahvalad presenta il suo libro. Diretta di mercoledì 9 febbraio 2022
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6764LA CONVERSIONE CHE DIMOSTRA LA FINE DELL'ANGLICANESIMO di Lorenzo BertocchiLa notizia della conversione al cattolicesimo di un eminente vescovo anglicano, Michael Nazir-Ali, 72 anni, doppia cittadinanza britannica e pakistana, è di qualche giorno fa e ora, un altro convertito dall'anglicanesimo al cattolicesimo, Gavin Ashenden, ne sottolinea la portata.«Si tratta, senza dubbio», dichiara Ashenden, ex cappellano anglicano della regina Elisabetta, divenuto cattolico nel dicembre 2019, «di uno dei cambiamenti di appartenenza più significativi dal punto di vista politico e teologico nel mondo cristiano da lungo tempo». Michael Nazir-Ali, infatti, è stato un esponente di spicco nell'episcopato anglicano guidando per 15 anni la loro diocesi di Rochester e assumendo ruolo di guida teologica su temi spinosissimi come il rapporto con l'Islam e la tenuta contro la deriva secolarizzante. Nel 2008, un anno prima di lasciare Rochester, ha ricevuto minacce di morte per aver detto a un giornale che gli estremisti islamici stavano creando "zone vietate" per i non musulmani in Gran Bretagna.UNA CONVERSIONE CHE DIMOSTRA LA FINE DELL'ANGLICANESIMO«Ha costituito il centro di un nucleo di resistenza evangelica allo scivolamento nella progressiva secolarizzazione della chiesa anglicana», ha scritto Ashendon in un articolo su cristhiantoday.com. «È stato particolarmente esplicito sulle gravi conseguenze dell'ignorare le implicazioni di crescita dell'Islam e sull'importanza di limitare la definizione cristiana del matrimonio a quella di un uomo e una donna che intendono avere figli».Le precedenti conversioni episcopali di alto profilo, sottolinea ancora Ashendon, erano quasi scontate. «Ce le si aspettava in un certo senso. (...) Ma Nazir-Ali è diverso». Lui era il centro del movimento di resistenza all'interno dell'anglicanesimo, «la sua voce teologica articolata e ben informata ha agito da collante per tenere insieme disparate azioni ortodosse in tutto il mondo anglicano (...) contro la rivoluzione progressista guidata dalla Chiesa episcopale americana e seguita dall'arcivescovo Justin Welby di Lambeth Palace».La sua conversione al cattolicesimo secondo Ashenden segna due punti importanti:1) «Nazir-Ali ha giudicato, come altri che si sono recentemente convertiti al cattolicesimo, che lo scisma nella Chiesa causato dalla Riforma è esaurito. La Chiesa non è più realisticamente divisa dagli argomenti usati dai Riformatori cinquecento anni fa. Questi conflitti sono stati sostituiti da un nuovo ma non meno significativo riassetto culturale e filosofico»;2) «secondo Nazir-Ali, l'anglicanesimo è stato così compromesso dalle forze del secolarismo progressista che non può più essere salvato».COSA MANCA AGLI ANGLICANIInoltre, «ciò che questa crisi ha rivelato è che all'anglicanesimo mancava uno strumento essenziale per la lotta al relativismo, il Magistero». Perché, secondo l'ex cappellano di Sua Maestà, «Michael Nazir-Ali ha scoperto che i suoi tentativi di tenere insieme l'alleanza di compromesso conservatrice sono falliti senza questo meccanismo cattolico essenziale per definire la verità e l'autorità».Nella sua e-mail inviata ad un amico in cui spiegava la sua decisione, Nazir-Ali ha scritto: «Credo che il desiderio anglicano di aderire agli insegnamenti apostolici, patristici e conciliari possa essere mantenuto al meglio nell'Ordinariato (cattolico)».Accolto nella Chiesa cattolica lo scorso 29 settembre, secondo quanto riporta il National catholic register, Nazir-Ali sarà ordinato diacono nell'Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham il 28 ottobre e ordinato sacerdote dal cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, il 30 ottobre nella chiesa principale dell'Ordinariato di Nostra Signora dell'Assunzione e San Gregorio a Londra.Nota di BastaBugie: nel seguente articolo dal titolo "Da Canterbury a Roma: l'ex cappellano della regina è diventato cattolico" viene intervistato Gavin Ashenden, divenuto cattolico nel dicembre 2019.Ecco l'intervista completa pubblicata sul Sito del Timone il 12 marzo 2020:Poco prima di Natale 2019, si è diffusa la notizia che l'ex cappellano anglicano della regina Elisabetta, Gavin Ashenden, si era convertito al cattolicesimo.Per nove anni, dal 2008 al 2017, Ashenden è stato uno dei cappellani anglicani assegnati alla regina. Il 22 dicembre 2019, la quarta domenica di Avvento, nella cattedrale di Shrewsbury, il vescovo Mark Davies ha accolto Ashenden nella Chiesa cattolica.Come ha deciso di diventare cattolico?«Lentamente, ma con sicurezza. Negli ultimi 10 anni è diventato più chiaro, sia nella mia mente che nelle mie preghiere, che ciò che la Chiesa cattolica ha insegnato, in particolare riguardo alla Messa, non solo era vero, ma lo era sempre stato, dai Padri Apostolici in poi. Ho iniziato anche a esplorare il ruolo che la Madonna ha avuto nella Chiesa, in particolare attraverso la ricca e diversificata storia delle apparizioni, mentre la Chiesa le discerneva. E insieme a Lei cresceva anche la mia percezione dell'importanza della Comunione dei Santi. È diventato sempre più importante per me appartenere alla stessa Chiesa dei santi ai quali mi ero avvicinato in preghiera».Dopo tanti anni, non solo come parte della Chiesa d'Inghilterra, ma come qualcuno nel cuore dell'establishment anglicano, come ha capito che quello era il momento di cambiare, di lasciare definitivamente Canterbury per Roma?«Avevo iniziato a rendermi conto, con crescente urgenza, che avevo una responsabilità personale nel curare lo scisma nel corpo di Cristo che i miei antenati spirituali avevano creato. E questo poteva essere veramente fatto solo ritornando, in tutta umiltà, alla Chiesa Madre, in penitenza per lo scisma e ricevendo penitenzialmente la piena Comunione».Quali pensa siano le prospettive per la Chiesa anglicana?«Ogni chiesa che si addentra in uno scisma con la sola, santa, cattolica e apostolica Chiesa deve avere una buona ragione, sia per averlo fatto in primo luogo, sia per continuare lo scisma. Il problema che la Chiesa anglicana deve affrontare è che le sue origini erano tanto - forse anche più - politiche di quanto fossero teologiche. L'anglicanesimo è, come il mio ex vescovo diocesano anglicano ha spiegato con tristezza più di un decennio fa, "un esperimento ecumenico di 500 anni che è appena fallito".Ora che ha ceduto il suo pensiero teologico alle mode e alle correnti del secolarismo e, in particolare, al femminismo, e si è resa accettabile dalla cultura progressista per cercare di evitare la critica popolare, ha perso le sue credenziali come chiesa. E presto scoprirà che non è riuscita a comprare il favore di una cultura popolare sempre più secolare...».Quali le sfide future per il cristianesimo in Inghilterra?«Di fronte a una cultura più determinata e aggressivamente progressista da una parte, e un futuro demografico che vedrà oltre la metà della popolazione seguire l'Islam entro il 2050, voglio fortemente suggerire alla mia ex comunità che solo la Chiesa cattolica ha la chiarezza della comprensione di sé, della storia e delle risorse spirituali, per affrontare entrambe queste enormi sfide per le anime.L'Inghilterra e l'Europa hanno urgente bisogno di riconversione, e solo la Chiesa cattolica può farlo e portare le persone nella pienezza della fede cristiana e nelle profondità della santità ha il potenziale da offrire».Dopo tutto ciò che le è successo nell'ultimo periodo, cosa pensa le riservi il futuro?«Solo Dio lo sa. Ma sono molto grato che la Chiesa abbia accettato di guardare il mio viaggio e di discernere se io abbia o meno una vocazione come sacerdote cattolico, per consentirmi di sostenere il più pienamente possibile il mio vescovo e la sua diocesi nella missione di costruire qui la Chiesa; e così facendo reclamiamo l'Inghilterra per la Chiesa che ha portato il Vangelo su quest'isola in primo luogo».
VIDEO: Perché i terroristi hanno scelto l'11 settembre? ➜ https://www.youtube.com/watch?v=dJNFYEn8DkMTESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6733NEL 2021 IN AFGHANISTAN L'ISLAM HA VINTO E L'OCCIDENTE HA PERSO di Roberto de MatteiIn un articolo sul Corriere della Sera del 28 agosto 2021, Ernesto Galli della Loggia pone la seguente domanda: "Sono ancora in grado le nostre società di fare la guerra? Di sostenere psicologicamente l'urto terribile di una dimensione per così dire volontaria della morte? Siamo ancora noi capaci di accettare l'eventualità di dare o ricevere consapevolmente la morte, così come da sempre vuol dire "fare la guerra".A questa domanda cruciale il politologo italiano risponde esaminando il peso militare che nelle operazioni contro i talebani hanno assunto i cosiddetti contractor. Utilizzati dagli Stati Uniti in tutti i teatri di operazione (dai Balcani all'Iraq) questi combattenti civili sono assunti da ditte private le quali hanno stipulato appositi contratti con il Pentagono. Essi sono l'espressione di un dato storico di fondo: la fine in Occidente dell'esercito nazionale, sostituito da un vero e proprio outsourcing della guerra affidata ad un esercito di specialisti che in Afghanistan hanno perso la vita in numero maggiore dei soldati della US Army. Ma, osserva Galli della Loggia, "con un'armata di specialisti e di mercenari si possono fare al massimo operazioni di polizia; e anche quelle si finisce inevitabilmente per perderle nella maniera più rovinosa se ci si ostina a farle passare per qualcos'altro" [spesso infatti le azioni di guerra sono chiamate dai media "missioni di pace", proprio per nascondere dietro alle parole la cruda realtà, anche perché non si capisce se i soldati le missioni di pace le facciano con i fiori oppure con i fucili, N.d.BB].Un popolo combatte se è disposto a sacrificare la propria vita per gli ideali in cui crede.Oggi, però, il bene comune sembra coincidere con quello della massima "sicurezza". L'Occidente pretende di combattere una guerra a morti zero, e se ciò non accade la reazione non è controllata, ma ansiosa ed emotiva.L'immagine del presidente degli Stati Uniti di America Joe Biden che piange in diretta tv, osserva Alessandro Sallusti sul quotidiano Libero del 28 agosto, non è un segnale incoraggiante per il mondo occidentale. Il comandante in capo della prima potenza mondiale non può farsi prendere dall'emozione come un qualsiasi anziano pensionato, ma deve essere in grado di mascherare la propria fragilità. Il dato psicologico di questa scena, osserva sullo stesso quotidiano Renato Farina, "non solo corrisponde in pieno alla durezza della catastrofe che stiamo vivendo, ma è pure una profezia per il futuro". Un futuro di lacrime appunto per l'Occidente.Quando Winston Churchill disse di non avere altro da offrire che "sangue, fatica, lacrime e sudore", aggiunse: "Chiedete qual'è la nostra politica? Rispondo che è condurre la guerra per mare, per terra e per cielo, con tutta la forza e lo spirito battagliero che Dio può infonderci".Chi è in grado oggi di affrontare i nemici con tanta determinazione? L'Occidente non ha ancora compreso qual è il nemico esterno che ha di fronte. Come osserva Maurizio Molinari su "La Repubblica" del 29 agosto, la faida jihadista per il controllo di Kabul fra i talebani di Abdul Ghani Baradar e l'Isis del Khorasan contrappone due modelli rivali per l'Afghanistan: "I talebani con la riedizione del loro Emirato islamico puntano a diventare l'esempio più rigido di Stato fondamentalista". L'Isis del Khorasan "persegue invece la creazione di un "Califfato" nei territori di Afghanistan e di ampie regioni limitrofe in Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghistan e Tagikistan, fino a toccare i confini con la Cina di Xi Jinping". Entrambi i progetti "nascono dal pensiero jihadista di Abdullah Azzam, il fondamentalista palestinese assassinato a Peshawar nel 1999 e considerato il mentore di Osama Bin Laden, secondo il quale la ‘guerra agli infedeli' in Afghanistan avrebbe segnato ‘l'inizio della Jihad globale' portando alla sottomissione del mondo intero all'Islam. Ma puntano a realizzarlo in maniera opposta: edificando un Emirato nazionale o creando un Califfato regionale centro-asiatico".Collaborare con i "moderati" talebani, per isolare l'Isis, significherebbe ignorare chi si ha di fronte. L'islamismo contemporaneo, come osservano tutti i suoi studiosi ha il suo nucleo nella dottrina del jihad. Essa, si si esprime nella nuova guerra di religione mondiale che, sotto le vesti dei talebani o quelle dell'Isis, ha nell'Islam radicale il suo partito combattente.Di fronte a questo nemico ideologico la guerra è inevitabile, ma deve essere combattuta senza lacrime, a ciglia asciutte, con la determinazione a vincere. Ma quali sono gli ideali e i valori a cui si richiama la classe dirigente occidentale? È in grado essa di discernere una "guerra giusta", e di condurla con credibilità fino in fondo? Le guerre possono essere occasioni di grandi rinascite o di grandi catastrofi, a seconda degli uomini e delle contingenze storiche. Quale affidamento dare a chi non sa neppure attribuire agli eventi bellici il loro nome?Mentre la seconda guerra mondiale volgeva al termine, Pio XII indicava le linee maestre della ricostruzione nel ritorno delle società e delle nazioni all'ordine stabilito da Dio, cioè "a un vero cristianesimo nello Stato e fra gli Stati" (Allocuzione al Concistoro, 24 dicembre 1945). E all'indomani del conflitto il Papa, individuava le cause profonde della guerra nell'abbandono e nel disprezzo della legge di Dio, che costituisce il solo fondamento della pace interna degli Stati e della pace internazionale (Radiomessaggio al mondo del 24 dicembre 1941). Oggi non solo nessun uomo politico parla questo linguaggio, ma i vertici stessi della Chiesa lo hanno abbandonato e invocano una falsa pace che porta alla disfatta.In guerra non prevale la forza militare, ma quella morale. Se l'attentato dell'11 settembre 2001 fu una dichiarazione di guerra dell'Islam alla nostra civiltà occidentale, la vergognosa fuga da Kabul sancisce, dopo vent'anni, la sconfitta militare, ma soprattutto morale dell'Occidente. Solo uno straordinario aiuto divino può capovolgere le sorti di un conflitto planetario, il cui esito è altrimenti segnato. Per questo è l'ora della lotta e dell'immensa fiducia.Nota di BastaBugie: la storica Angela Pellicciari nell'articolo seguente dal titolo "Quell'11 settembre sotto le mura di Vienna" spiega come l'11 settembre 1683 veniva spezzato l'assedio di Vienna. L'espansionismo islamico ottomano in Europa venne fermato per sempre. Il 12 settembre, papa Innocenzo XI, attribuendo la vittoria all'intercessione della Vergine Maria, istituiva la festa del Santo Nome di Maria. Venne ripristinata da Giovanni Paolo II nel 2002, dopo un altro 11 settembre. L'Occidente cristiano, però, ha perso la sua memoria, mentre l'islam la conserva.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 settembre 2021:L'11 settembre del 1683 Vienna è assediata da un immenso esercito turco comandato dal gran visir Kara Mustafà e, ridotta alla fame, è prossima alla resa. I turchi, arrestati per mare a Lepanto nel 1571, hanno continuato via terra la loro avanzata che sembra inarrestabile e, dietro Vienna, intravedono Roma e San Pietro. Tutto è pronto per l'evento cui da mille anni l'islam lavora. Le forze turche sono nettamente superiori a quelle cristiane ma succede l'imprevisto. Fanno la differenza un geniale condottiero polacco, re Jan Sobieski, e il frate cappuccino Marco D'Aviano. Incaricato da Innocenzo XI di formare una Lega Santa contro i turchi, diventato consigliere e confessore dell'imperatore Leopoldo I, Marco riesce a coalizzare gli sforzi di Spagna, Portogallo, Polonia, Firenze, Venezia e Genova.Alla vigilia dello scontro, affidate alla Vergine Maria le sorti di Vienna, il frate cappuccino si rivolge a Dio con questa supplica: "O grande Dio degli eserciti, guardaci prostrati qui ai piedi della tua maestà, per impetrarti il perdono delle nostre colpe. Sappiamo bene di aver meritato che gl'infedeli impugnino le armi per opprimerci, perché le iniquità, che ogni giorno commettiamo contro la tua bontà, hanno giustamente provocato la tua ira [...] Non dimenticare, o Signore, che, se tu permetterai che gl'infedeli prevalgano su di noi, essi bestemmieranno il tuo santo Nome e derideranno la tua potenza, ripetendo mille volte: ‘Dov'è il loro Dio, quel Dio che non ha potuto liberarli dalle nostre mani?' Non permettere, o Signore, che ti si rinfacci di aver permesso la furia dei lupi, proprio quando t'invocavamo nella nostra miserevole angoscia. Vieni a soccorrerci, o gran Dio delle battaglie!".Mentre Vienna è in preghiera, dopo aver celebrato la messa sulla collina di Kahlenberg davanti a tutto l'esercito, rivolto a Sobieski Marco grida: Iohannes vinces (Giovanni vincerai). La vittoria dell'esercito cristiano sull'esercito turco è una disfatta di proporzioni incalcolabili quanto impreviste. Al punto che Maometto IV invierà al suo gran visir una corda di seta verde invitandolo a mettere fine alla sua vita con quella. L'indomani, mentre si dice che i pasticceri viennesi inventino i cornetti, un dolce a forma di mezzaluna, nella chiesa della Madonna di Loreto viene celebrato il solenne Te Deum di ringraziamento e Innocenzo XI, attribuendo la vittoria all'intercessione della Vergine Maria, decide di festeggiare lo scampato pericolo istituendo il 12 settembre la festa del Santo Nome di Maria.Al contrario dell'Occidente cristiano che non sa più chi sia e che, di conseguenza, ha perso la memoria, l'islam la storia la ricorda bene. Dopo trecentodiciotto anni, un 11 settembre, l'11 settembre del 2001, l'islam è in grado di prendere la rivincita e le torri di Manhattan crollano.
Una delle bandiere più colorate al mondo è sicuramente quella delle Comore, che non tutti conosceranno come nazione. Scopriamo la simbologia dei colori e ancora una volta vediamo la presenza dell'Islam in un vessillo nazionale. Buon ascolto!
Puntata del 11 Settembre 2021Il dramma dell'Afghanistan, l'oscurantismo dell'Islam estremo, l'ipocrisia dell'Occidente, pandemia e governo diviso, la violenza dei no vax, la ripresa della scuola in presenza, il trionfo dell'Italia alle paraolimpiadi, la lezione per tutti degli atleti disabili
Farhad Bitani è uno scrittore afgano, ultimo figlio di un generale di Corpo d'Armata afghano. Ha servito come ufficiale nell'Esercito del suo Paese durante la missione ISAF e nel 2012 si è congedato dall'Esercito per dedicarsi alla promozione della pace e del dialogo interreligioso e interculturale. È uno dei fondatori del GAF Global Afghan Forum. La sua autobiografia “L'ultimo lenzuolo bianco” è edita da Neri Pozza (2020).Nel 2011, durante un periodo di licenza in Afghanistan, subisce un attentato da parte di un commando di Talebani. Sopravvissuto miracolosamente all'attacco, incomincia una riflessione sulla propria vita che lo conduce a un radicale cambiamento: depone le armi, chiede e ottiene asilo in Italia. Per Storiainpodcast Farhad Bitani racconta il presente dell'Afghanistan attraverso i drammatici ricordi del passato.I Talebani sono un'organizzazione politica e militare, a ideologia fondamentalista islamica, presente in Afghanistan e nel confinante Pakistan. Sviluppatisi come movimento politico e militare per la difesa dell'Afghanistan nella guerriglia successiva al crollo del protettorato sovietico, i talebani sono noti per essersi fatti portatori dell'ideale politico-religioso che vorrebbe recuperare tutto il portato culturale, sociale, giuridico ed economico dell'Islam per costituire un Emirato. Dopo una sanguinosa guerra civile che li ha visti prevalere su tagiki e uzbeki,i talebani hanno governato su gran parte dell'Afghanistan (escluse le regioni più a occidente e a settentrione) dal 1996 al 2001. Il 15 agosto del 2021 sono tornati a riprendere il controllo del Paese, trasformando la Repubblica islamica in Emirato islamico dell'Afghanistan.https://storiainpodcast.focus.it - Canale Guerre e conflitti A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Dopo la morte di Maometto nel 632, l'Europa fu teatro dell'espansione dell'Islam, un fenomeno di conversione religiosa, conquista militare e intrapredenza commerciale. Alessandro Vanoli per Storiainpodcast, dopo un'introduzione sulle parole, i significati e il rapporto di questi due insiemi con la Storia, racconta come questi due “mondi” poco alla volta hanno cominciato a incontrarsi, scontrarsi, intersecarsi, scambiarsi e mescolarsi, a partire da quando l'Islam comincia a spingersi fuori dai confini della Penisola Arabica, all'epoca contesa tra i grandi imperi confinanti, (Bizantino e Sassanide) con i grandi mercati della zona meridionale aperta verso l'Africa. In meno di 100 anni (nel 711) l'espansione dilaga dal Marocco fino al fiume Indo, di lì a poco tracimerà in India e in Cina. L'espansione dell'Islam è più diretta verso oriente, l'Europa non è al centro degli interessi, ma è marginale. L'espansione avviene in tutta l'area dell'ex impero Bizantino (il confine Mediterraneo a sud e a est).Alessandro Vanoli è uno storico e uno scrittore. Dopo anni dedicati alla ricerca accademica, oggi si occupa di divulgazione, in modo particolare di interazione tra cristiani e musulmani dal Medioevo all'Età moderna.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Dopo la morte di Maometto nel 632, l'Europa fu teatro dell'espansione dell'Islam, un fenomeno di conversione religiosa, conquista militare e intrapredenza commerciale. Alessandro Vanoli per Storiainpodcast, dopo un'introduzione sulle parole, i significati e il rapporto di questi due insiemi con la Storia, racconta come questi due “mondi” poco alla volta hanno cominciato a incontrarsi, scontrarsi, intersecarsi, scambiarsi e mescolarsi, a partire da quando l'Islam comincia a spingersi fuori dai confini della Penisola Arabica, all'epoca contesa tra i grandi imperi confinanti, (Bizantino e Sassanide) con i grandi mercati della zona meridionale aperta verso l'Africa. In meno di 100 anni (nel 711) l'espansione dilaga dal Marocco fino al fiume Indo, di lì a poco tracimerà in India e in Cina. L'espansione dell'Islam è più diretta verso oriente, l'Europa non è al centro degli interessi, ma è marginale. L'espansione avviene in tutta l'area dell'ex impero Bizantino (il confine Mediterraneo a sud e a est).Alessandro Vanoli è uno storico e uno scrittore. Dopo anni dedicati alla ricerca accademica, oggi si occupa di divulgazione, in modo particolare di interazione tra cristiani e musulmani dal Medioevo all'Età moderna.https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della Storia Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
Con questa puntata su Liberalismo e Morale - Pensiero Parallelo, facciamo arrabbiare un po' di gente! La nostra tesi è che il liberalismo è un sistema moralmente superiore agli altri perché senza le libertà individuali non può esserci moral agency, e i sistemi incapaci di distinguere il giusto dall'ingiusto sono moralmente inferiori. I cittadini del blocco sovietico (che aderivano ai regimi) erano moralmente inferiori. Alcune declinazioni dell'Islam sono a livello politico moralmente inferiori. Il meridione d'Italia in alcune epoche è stato moralmente inferiore al nord. Rifiutiamo il relativismo culturale e valutiamo la moralità con criteri esterni e indipendenti.
Scarcerazioni anticipate, permessi premio per buona condotta e pene ridotte per aver collaborato potrebbero presto portare fuori dalla galera altri boss mafiosi del calibro di Francesco Schiavone, Leoluca Bagarella dei fratelli Graviano come appena accaduto con Brusca, neograziato in libertà. Come sia possibile che si parli già di fine pena per chi ha commesso crimini efferati ne parliamo con il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. Restiamo poi sul tema giustizia ma per occuparci di quella predettiva. A Pisa è stato messo a punto un algoritmo in grado di anticipare l'esito di un processo. E poi ci occupiamo di matrimoni combinati in nome dell'Islam. L'Ucoii ha appena promulgato una fatwa di condanna per chi li porta avanti
Vi invitiamo alla tavola rotonda internazionale, che si terrà il 27 maggio alle ore 20:00 per parlare insieme dell'evento storico che ha avuto luogo il 22 maggio 2021. La conferenza "La vita dopo la morte. Finzioni e fatti" ha permesso a milioni di persone in tutto il mondo di conoscere la verità su ciò che ci aspetta nell'aldilà e di rendersi conto della responsabilità delle loro scelte di vita! Continuiamo a rivelare i temi estremamente importanti che sono stati sollevati alla conferenza. Oggi, i rappresentanti dell'Islam, dello Zoroastrismo, dell'Induismo, del Buddismo e del Cristianesimo parleranno di ciò che i Profeti hanno detto sul destino post-mortum dell'uomo. Parleremo anche: dell'unica possibilità che una persona ha durante la vita dell'importanza di fondere la personalità con l'anima cosa significa svegliarsi nello spirito Importante Cari amici, ora è estremamente importante informare le persone sulla conferenza "La vita dopo la morte. Finzioni e fatti", condividetela con i vostri amici. Dopo tutto, questa è l'informazione che può cambiare il destino di ogni persona. Tutti insieme saremo in grado non solo di trasformare noi stessi, ma anche di cambiare il nostro mondo, di realizzare il sogno dei Profeti e costruire una Società Creativa! La vita dopo la morte. Finzioni e fatti | Conferenza Internazionale online 22 maggio 2021 https://youtu.be/uJ3Urdd85Fs “La vita dopo la morte” https://youtu.be/cGQzkOua5tE Sito ufficiale del MIS “ALLATRA” https://allatra.org/it info@allatra.org Sito ufficiale della televisione internazionale di volontariato ALLATRA TV: https://allatra.tv/it info@allatra.tv Progetto “SOCIETÀ CREATIVA”: https://allatraunites.com/it info@allatraunites.com
L'Islam è una religione monoteista abramitica manifestatasi per la prima volta nella penisola araba, nella cittadina higiazena della Mecca, nel VII secolo dell'era cristiana ad opera di Maometto, considerato dai musulmani l'ultimo profeta portatore di legge, «sigillo dei profeti» (Khātam al-Nabiyyīn), inviato da Allah al mondo per ribadire definitivamente la rivelazione, annunciata per la prima volta ad Adamo, il primo uomo e il primo profeta.In questo ciclo di podcast, Franco Cardini, storico e saggista italiano, massimo esperto nei rapporti tra la Cristianità medievale e l'Islam, Professore emerito di Storia medievale presso l'Istituto di Scienze Umane e Sociali / SNS, racconta, con sapienza, della nascita dell'Islam, della sua diffusione da Oriente ad Occidente, dei suoi califfati; di come questo fu fenomeno religioso, di conquista militare, commerciale, e non limitatamente ragione di scontro ideologico.Con l'Islam, infatti, l'Europa medievale ha sempre commerciato, intessuto relazioni diplomatiche e trattati di amicizia, avuto tolleranza e intensi scambi culturali, aldilà delle note crociate, delle guerre sante, campagne militari che come tutte le guerre erano mosse da motivi economici.Nell'ultima parte, citando l'opera forse più significativa dello studioso belga Henri Pirenne “Maometto e Carlo Magno”, Franco Cardini spiega i perché di come Carlo Magno, senza l'esperienza di Maometto che ha creato un nuovo equilibrio nel Mediterraneo, non avrebbe potuto concepire la sua realtà imperiale. - La nascita dell'Islam, la sua diffusione e i principali califfati (Prima parte). - Le Crociate e il reale rapporto dell'Islam con l'Europa del tempo (Seconda parte). - Maometto e Carlo Magno (Terza parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
L'Islam è una religione monoteista abramitica manifestatasi per la prima volta nella penisola araba, nella cittadina higiazena della Mecca, nel VII secolo dell'era cristiana ad opera di Maometto, considerato dai musulmani l'ultimo profeta portatore di legge, «sigillo dei profeti» (Khātam al-Nabiyyīn), inviato da Allah al mondo per ribadire definitivamente la rivelazione, annunciata per la prima volta ad Adamo, il primo uomo e il primo profeta.In questo ciclo di podcast, Franco Cardini, storico e saggista italiano, massimo esperto nei rapporti tra la Cristianità medievale e l'Islam, Professore emerito di Storia medievale presso l'Istituto di Scienze Umane e Sociali / SNS, racconta, con sapienza, della nascita dell'Islam, della sua diffusione da Oriente ad Occidente, dei suoi califfati; di come questo fu fenomeno religioso, di conquista militare, commerciale, e non limitatamente ragione di scontro ideologico.Con l'Islam, infatti, l'Europa medievale ha sempre commerciato, intessuto relazioni diplomatiche e trattati di amicizia, avuto tolleranza e intensi scambi culturali, aldilà delle note crociate, delle guerre sante, campagne militari che come tutte le guerre erano mosse da motivi economici.Nell'ultima parte, citando l'opera forse più significativa dello studioso belga Henri Pirenne “Maometto e Carlo Magno”, Franco Cardini spiega i perché di come Carlo Magno, senza l'esperienza di Maometto che ha creato un nuovo equilibrio nel Mediterraneo, non avrebbe potuto concepire la sua realtà imperiale. - La nascita dell'Islam, la sua diffusione e i principali califfati (Prima parte). - Le Crociate e il reale rapporto dell'Islam con l'Europa del tempo (Seconda parte). - Maometto e Carlo Magno (Terza parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
L'Islam è una religione monoteista abramitica manifestatasi per la prima volta nella penisola araba, nella cittadina higiazena della Mecca, nel VII secolo dell'era cristiana ad opera di Maometto, considerato dai musulmani l'ultimo profeta portatore di legge, «sigillo dei profeti» (Khātam al-Nabiyyīn), inviato da Allah al mondo per ribadire definitivamente la rivelazione, annunciata per la prima volta ad Adamo, il primo uomo e il primo profeta.In questo ciclo di podcast, Franco Cardini, storico e saggista italiano, massimo esperto nei rapporti tra la Cristianità medievale e l'Islam, Professore emerito di Storia medievale presso l'Istituto di Scienze Umane e Sociali / SNS, racconta, con sapienza, della nascita dell'Islam, della sua diffusione da Oriente ad Occidente, dei suoi califfati; di come questo fu fenomeno religioso, di conquista militare, commerciale, e non limitatamente ragione di scontro ideologico.Con l'Islam, infatti, l'Europa medievale ha sempre commerciato, intessuto relazioni diplomatiche e trattati di amicizia, avuto tolleranza e intensi scambi culturali, aldilà delle note crociate, delle guerre sante, campagne militari che come tutte le guerre erano mosse da motivi economici.Nell'ultima parte, citando l'opera forse più significativa dello studioso belga Henri Pirenne “Maometto e Carlo Magno”, Franco Cardini spiega i perché di come Carlo Magno, senza l'esperienza di Maometto che ha creato un nuovo equilibrio nel Mediterraneo, non avrebbe potuto concepire la sua realtà imperiale. - La nascita dell'Islam, la sua diffusione e i principali califfati (Prima parte). - Le Crociate e il reale rapporto dell'Islam con l'Europa del tempo (Seconda parte). - Maometto e Carlo Magno (Terza parte).https://storiainpodcast.focus.it - Canale La storia della StoriaA cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- Youtube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
In decine di città italiane (e 76 paesi del mondo) si sono tenute ieri le proteste di Extinction Rebellion contro la finanza fossile. Vediamo assieme gli obiettivi della protesta e le azioni dimostrative organizzate.In Brasile Bolsonaro sta attraversando la crisi politica più nera dall'inizio della sua presidenza, dovuta alla gestione disastrosa della pandemia e alle critiche interne.Uscirà il prossimo ottobre un documento che è stato definito il "Laudato sì" dell'Islam, in cui la religione islamica prova a mettere a sistema il contributo che può dare per risolvere la crisi ambientale.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/xr-si-ribella-alla-finanza-fossile/
Una cosa è certa. All'islam l'Europa piace. Al punto da farne spesso campo per la jihad. Presente e futura. Lo confermano le cronache dei giorni scorsi.
Nella liberissima Amsterdam una ragazza di 23 anni ha scritto un libro che è un best seller. Ma ha parlato male dell'islam e della comunità turca nella quale i suoi genitori l'hanno fatta crescere dopo essere emigrati in Olanda. Oggi Lale Gůl rischia la vita e i suoi genitori la vogliono morta. Ennesima Fatwa ad Amsterdam!
In Svizzera un referendum ha approvato il divieto della copertura totale del viso in pubblico, scatenando le polemiche. Papa Francesco termina oggi la sua visita storica in Iraq: è la prima volta che un pontefice visita lo stato culla dell'Islam.Un team di avvocati sta lavorando per introdurre il reato di ecocidio fra quelli perseguibili dalla Corte penale internazionale.Tutte le notizie qui: https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/ha-senso-vietare-il-burqa/
Jihad e radicalismo sono una parte da affrontare nel discorso politico dell'Islam. Qual è la strategia del jihadista salafita? Esiste una mentalità che lega i vari estremismi sparsi in tutto il grande Medio Oriente e Nord Africa?
Nell'episodio di oggi parliamo dell'Arabia Saudita, culla dell'Islam dove risiedono le due Sacree Moschee. E nella bandiera, simbolo della nazione, non ci si poteva aspettare altro che dei chiarissimi riferimenti religiosi musulmani, giusto? Buon ascolto!
Parte 1 dell'episodio finale che compone la triade incentrata sulla Libia. Dopo una brevissima introduzione, il discorso verterà sull'ascesa di Gheddafi, sulla decolonizzazione e sulla sua visione dell'Islam. Nel prossimo episodio parleremo meglio del Libro Verde e del modello di "anti-Stato" previsto dal Rais.
Gli attentati avvenuti in questi giorni hanno portato ancora alla ribalta il tema del terrorismo di matrice islamica. Ma ancora una volta è bene precisare: l'equazione islamico=terrorista non è giustificata. Esiste semmai qualcuno che incarta la violenza nella stagnola della religione e la piega ai propri interessi. Antonino D'Anna ne parla con l'imam Yahya Sergio Pallavicini, imam della moschea di al-Wahid a Milano e Presidente della COREIS Italiana (Comunità religiosa islamica), voce dell'Islam moderato in Italia attiva sin dagli anni '90.
Gli attentati avvenuti in questi giorni hanno portato ancora alla ribalta il tema del terrorismo di matrice islamica. Ma ancora una volta è bene precisare: l'equazione islamico=terrorista non è giustificata. Esiste semmai qualcuno che incarta la violenza nella stagnola della religione e la piega ai propri interessi. Antonino D'Anna ne parla con l'imam Yahya Sergio Pallavicini, imam della moschea di al-Wahid a Milano e Presidente della COREIS Italiana (Comunità religiosa islamica), voce dell'Islam moderato in Italia attiva sin dagli anni '90.
Da una parte, la colpevole e cieca ignavia dell'Occidente; dall'altra, l'aggressiva intraprendenza del mondo islamico: potrebbe essere questa una fotografia realistica della situazione geopolitica e religiosa contemporanea.
Il rispondere bene a questa domanda fa capire l'essenza dell'Islam.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6267PERCHE' LA CHIESA NON PRENDE UNA POSIZIONE NETTA NEI CONFRONTI DELL'ISLAM? di Rino CammilleriQualcuno, come fece Oriana Fallaci, ancora si chiede perché la Chiesa non prenda posizione netta nei confronti dell'islam. Come ha fatto per secoli. Già, perché se non siamo tutti musulmani lo si deve proprio alla Chiesa.Fu grazie alla sua insistenza se nel 1098 partirono le Crociate, quando l'imperatore bizantino, disperato, chiese aiuto ai fratelli cristiani d'Occidente; fu il papa Urbano II a sbottare, a Clermont, nei confronti della litigiosa nobiltà feudale: signori, se proprio avete voglia di menare le mani, perché non andate a farlo in difesa dei fratelli d'Oriente? Il papa, in quell'occasione, snocciolò le atrocità commesse sui pellegrini cristiani. E fu ascoltato. Fu un altro papa, san Pio V, a metterci i denari e la tessitura diplomatica necessaria quando si trattò di organizzare la spedizione di Lepanto nel 1571. Un secolo prima, la liberazione di Belgrado fu dovuta ancora alla Chiesa, che tassò tutto il clero per radunare un esercito cristiano. E fu un suo uomo, il francescano san Giovanni da Capestrano, a galvanizzare la raccogliticcia armata e a permettere a Janos Hunyadi la vittoria. Quel giorno lo si festeggia ancora, è il 6 agosto, festa della Trasfigurazione (istituita per simboleggiare la gioia che "trasfigurò" il volto dell'Europa), ed è da allora che le campane di tutta la cristianità suonano a mezzogiorno.Nel 1683 fu ancora un papa a liberare Vienna dall'assedio maomettano (Vienna, nel cuore dell'Europa), svenandosi finanziariamente (l'imperatore austriaco, Leopoldo, non aveva uno scellino). E ancora un francescano, il b. Marco d'Aviano. Questo, mentre la Francia di Luigi XIV trescava col turco (non era una novità: nel secolo precedente il francese Francesco I lo aveva già fatto contro l'imperatore Carlo V). Ai francescani è affidata la Custodia della Terrasanta perché il loro è stato il tributo di sangue più alto nel rapporto con l'islam. I primi cinque ammazzati (i cosiddetti Protomartiri francescani) stavano appunto predicando in Marocco. Fu vedendo i loro cadaveri che l'agostiniano portoghese Fernando de Bulhões decise di farsi francescano col nome di Antonio di Padova (sì, proprio lui), e solo la malaria lo indusse a rinunciare alla missione nell'Africa musulmana.Lo stesso Francesco d'Assisi provò tre volte a recarsi personalmente in terra islamica. La terza come cappellano della Quinta Crociata. Qui sfidò il sultano Malik al Kamil all'ordalia del fuoco, per vedere chi aveva ragione tra Cristo e Maometto (ma i mullah prudentemente rifiutarono). Il padre del "dialogo" cristiano-musulmano è ancora un francescano, il b. Raimondo Lullo (Ramón Llull), spagnolo. Ex militare, nel XIII secolo fondò una scuola in cui i francescani studiavano l'arabo e il Corano, appunto per cercare un contatto tra i due mondi. Ma, dopo una vita passata ad analizzare l'islam e gli islamici (Lullo è considerato uno dei maggiori eruditi di tutti i tempi), concluse che con quelli non c'era modo di ragionare e girò per i concili predicando la crociata definitiva, per la quale auspicava la fusione di tutti gli ordini monastico-militari. Morì in Africa, lapidato indovinate da chi.Potremmo andare avanti con gli esempi storici per un libro intero, ma non c'è lo spazio. La Chiesa, domatrice di popoli, è riuscita ad ammansire gli unni e i vikinghi, i magiari e persino i vandali. Ma non ha mai, dico mai, concluso granché con gli islamici. Infatti, dal secolo VII la condizione permanente, a parte intervalli più o meno lunghi, è il conflitto. Lo dice la storia, non noi.Tornando alla domanda iniziale, come mai oggi la Chiesa cerca disperatamente il dialogo, pur sapendo che è un dialogo, sì, ma tra sordi? Perché non c'è più una cristianità. Anzi, non c'è più un Occidente. Le uova di drago seminate dagli -ismi (cominciando dall'Illuminismo e finendo col Comunismo) hanno lasciato l'ex Occidente in braghe di tela, e i papi da oltre due secoli sanno bene che nessuno muoverà un dito per soccorrere quei poveri disgraziati che confessano Cristo (di nascosto, naturalmente) nei luoghi dove i musulmani comandano. Ogni parola "sbagliata" del papa può costare la pelle a migliaia di cristiani, e nessuno nell'ex Occidente farà una piega. Sarà già tanto se qualche giornale ne parlerà in un trafiletto in una pagina interna.Dunque, la Chiesa deve trattare con i guanti ayatollah e imam, mullah e muftì, sperando nella loro benevolenza. Purtroppo la sorte ha voluto che su quasi tutto il petrolio mondiale stessero seduti proprio i seguaci del Profeta, ai quali farebbero un baffo eventuali sanzioni economiche. Da qui il "dialogo". Titolo originale: Perché ora siamo disarmati di fronte all'islamFonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24/08/2020Pubblicato su BastaBugie n. 680
La Jihad è una guerra o l'impegno di un uomo in cammino verso Allah? Che cosa ha detto il profeta della vera Jihad? Un frammento della trasmissione "Il Richiamo di Mahdi", che rivela la profondità e la vera essenza dell'Islam. Ogni uomo che cerca di conoscere se stesso, troverà le risposte in questo programma. La versione integrale della trasmissione "Il Richiamo di Mahdi": https://youtu.be/3qNELhQILL4 Sito ufficiale della televisione internazionale di volontariato ALLATRA TV: https://allatra.tv/en https://allatra.it/
Barbara TeresiPremio Mario Lattes per la Traduzione«Il traduttore letterario è colui che mette in gioco tutto se stesso per tradurre l'intraducibile».Italo CalvinoÈ dedicata alla letteratura in lingua araba tradotta in italiano la prima edizione del Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione, promosso dalla Fondazione Bottari Lattes, in collaborazione con l'Associazione Castello di Perno. Cinque sono le finaliste selezionate dalla Giuria stabile del Premio: Maria Avino, traduttrice di Morire è un mestiere difficile del siriano Khaled Khalifa (Bompiani, 2019); Samuela Pagani, traduttrice di Corriere di notte della libanese Hoda Barakat (La nave di Teseo, 2019); Nadia Rocchetti, traduttrice di Viaggio contro il tempo della libanese Emily Nasrallah (Jouvence, 2018); Monica Ruocco, traduttrice di Il suonatore di nuvole dell'iracheno Ali Bader (Argo, 2017); Barbara Teresi, traduttrice di Una piccola morte del saudita Mohamed Hasan Alwan (E/o, 2019).La cerimonia premiazione si svolgerà sabato 18 luglio 2020 alle ore 18 nel giardino del Castello di Perno (Cn) nel cuore delle Langhe, Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco. In questa occasione l'orientalista Fabrizio Pennacchietti terrà la lectio magistralis L'arabo letterario moderno può dirsi una lingua “europea”?. L'appuntamento che decreterà la vincitrice tra le cinque finaliste in gara sarà condotto dalla giornalista e saggista Paola Caridi, studiosa di Medio Oriente e Nord Africa, e vedrà la partecipazione dei giurati del Premio: Anna Battaglia, Melita Cataldi, Mario Marchetti, lo stesso Fabrizio Pennacchietti, Antonietta Pastore (membri della Giuria stabile) e Isabella Camera d'Afflitto, Manuela E.B. Giolfo, Claudia Maria Tresso (membri della Giuria specialistica)."Una piccola morte"Mohamed Hasan Alwantraduzione di Barbara Teresie/o edizionihttps://www.edizionieo.it/Tradotto in più di dieci paesi, Una piccola morte, biografia romanzata di uno dei padri del sufismo (la corrente mistica dell'Islam), è un romanzo storico, d'avventura, di viaggio e d'amore, che restituisce un'immagine del santo sufi ripulita dall'alone di leggenda: Ibn ‘Arabi uomo in carne e ossa, che si sposa e divorzia, che piange e ride, che viaggia alla ricerca del senso della vita. Il titolo si riferisce proprio a un detto di Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi: «L'amore è una piccola morte».In questo ambizioso romanzo, Mohamed Hasan Alwan ci conduce in un'epoca lontana, a cavallo tra il XII e il XIII secolo, ricostruendo passo dopo passo e con dovizia di particolari la vita del “sommo maestro” Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi, uno dei più grandi sheikh sufi di tutti i tempi, filosofo, mistico e poeta la cui opera ha influenzato molti intellettuali e mistici tanto in Oriente quanto in Occidente (secondo alcuni studiosi avrebbe influenzato, seppur indirettamente, anche Dante Alighieri e San Giovanni della Croce). In apertura del romanzo, Alwan immagina Ibn ‘Arabi, in eremitaggio su una montagna in Azerbaigian, intento a scrivere la propria autobiografia. Le pagine che seguono ripercorrono, sotto forma di narrazione in prima persona, l'intera vita del mistico musulmano, sempre legata a doppio filo agli eventi storici e politici dell'epoca, che hanno influito, spesso in modo diretto, sul suo vissuto quotidiano e sul suo percorso esistenziale.Mohamed Hasan AlwanMohamed Hasan Alwan, nato a Riad nel 1979, è un romanziere e saggista saudita. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Marketing internazionale presso la Carleton University in Canada. Considerato tra i giovani autori più promettenti nel panorama della narrativa araba contemporanea, nel 2015 ha vinto il Prix de la littérature arabe dell'Institut du monde arabe di Parigi. Nel 2017 ha vinto con Una piccola morte l'International Prize for Arabic Fiction, il più prestigioso premio letterario dedicato alla letteratura di lingua araba.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=35NON TUTTI I MUSULMANI SONO TERRORISTI, MA QUASI TUTTI I TERRORISTI SONO MUSULMANIIn Turchia l'italiano Ludovico Vicedomini entra in contatto con la coppia formata da Alceo, docente universitario che ha perso le gambe anni prima durante l'attentato all'ambasciata americana a Nairobi, e dalla moglie Leda, dirigente di una compagnia aerea. Presentatosi come commerciante di pietre preziose, Vicedomini comincia a corteggiare Leda in modo via via più serrato e suadente...La presenza dell'Islam nei Paesi dell'Europa Occidentale e i modi per accogliere, dialogare, convivere con l'islamismo sono temi drammaticamente al centro dell'attenzione del Vecchio Continente. I due attentati degli ultimi anni a Madrid e a Londra sono stati campanelli d'allarme che dimostrano il fallimento del multiculturalismo (l'ideologia che si illude di poter far convivere pacificamente non solo popoli diversi, ma anche culture diverse per lungo tempo in uno stesso territorio).Dalla verificata confusione che regna nella cultura dominante (accondiscendente verso le minoranze, quali l'islam, e implacabile nel contrastare il cristianesimo) prende il via questo film che Renzo Martinelli ha realizzato come una forte e vibrata denuncia: "Il mio tentativo è dire: attenzione, perché il proselitismo è tra noi".Il regista vuole mettere in guardia l'occidente dal pericolo di proseguire sulla strada di quel buonismo accomodante che si risolve nella distinzione tra un Islam fanatico e un Islam moderato e che dovrebbe trovare tutti d'accordo, limitando il numero dei potenziali nemici. Non è così invece, sostiene l'autore, facendo parlare al posto suo i tre protagonisti: l'italiano convertito Vicedomini, l'inascoltato professor Alceo, sua moglie Leda.Le intenzioni del film sono precise e ben chiare. L'accusa di remissività è altrettanto diretta. Un film dunque ottimo per la discussione, anche se purtroppo sono da registrare due difetti.Il primo è l'idea di matrimonio che fa da sottofondo alle vicende: viene considerato normale che una donna non soddisfatta fisicamente dal marito (per una menomazione) abbia una relazione extraconiugale. Anzi, proprio grazie a questa si ha la conversione di un personaggio importante.Il secondo, e più banale difetto, è la presenza di due scene di sesso esplicito.
La Turchia è tra i dieci paesi più colpiti dall'epidemia di coronavirus. Gli operatori sanitari, come in tutto il mondo, hanno pagato un prezzo pesante per questa pandemia, ed è affidandosi alla tradizione dell'Islam che un famoso teologo e alcuni politici hanno insistito per onorarli.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6128LE FRASI CHOC DEGLI ISLAMICI ITALIANI SULLA CONVERSIONE DI SILVIA: ''MA QUALI TERRORISTI? L'HANNO SOLO RIEDUCATA'' di Elena Barlozzari e Alessandra BenignettiCi sono tanti aspetti della storia di Silvia Romano ancora da chiarire, ma uno di quelli che sembra aver suscitato maggior interesse nell'opinione pubblica è il segreto della sua conversione.La scelta di abbracciare la stessa religione dei suoi carcerieri, di quelli che hanno fatto irruzione nella sua vita strappandola alla libertà e agli affetti per 18 mesi, è una cosa che sfugge all'umana comprensione. Non esistono spiegazioni razionali che ci mettano al sicuro da ciò che non riusciamo a decifrare. E così ognuno ricorre alla sua suggestione.Chi prega Allah se ne compiace e lo prende come un segno della sua grandezza. È il caso dei tanti utenti che in queste ore stanno commentando la notizia sui social arabi tirando in ballo la divina provvidenza: "Grazie ad Allah che le ha indicato la retta via dell'Islam". Qualcun altro, come riferisce Askanews, esulta per "l'impresa dei giovani mujaheddin". "Le strade del Signore sono infinite", ci dice un giovane studioso del Corano che incrociamo davanti alla moschea di via della Marranella, nel quartiere romano di Tor Pignattara, dove la concentrazione di musulmani è altissima. Impossibile, secondo il ragazzo, che la sua conversione sia stata forzata. "È stata una sua decisione, nell'Islam la conversione forzata - spiega - non esiste". E poi, aggiunge: "Se fosse stata costretta, perché quando è tornata in Italia non si è tolta il velo?".ALLAH GLI HA TOCCATO IL CUOREÈ la stessa versione che ci dà Omar, un medico libico sulla trentina che frequenta la moschea di via Capua. "La prova è stata il suo rientro in Italia, era velata e sorridente, credo che Allah le abbia toccato il cuore", spiega. "Secondo me - aggiunge - ha trovato qualcosa che forse le mancava". Il giovane non crede alla versione del rapimento né che il governo italiano abbia pagato un riscatto ai terroristi. "Non sono convinto, per ora le informazioni sono poche e non ci sono certezze, per come la vedo io la ragazza non sembrava particolarmente provata". In ogni caso, ci tiene a precisare, "se si fosse trattato davvero di un sequestro è chiaro che lo condannerei". Ma non tutti qui la pensano così.Nella kasbah romana c'è anche chi legittima i jihadisti somali di al Shabaab e si surriscalda quando ci sente chiamarli "terroristi". "Quali terroristi? Quella è gente che prega, i terroristi siete voi che lanciate le bombe sui bambini assieme agli americani", ci risponde piccato un musulmano sulla settantina. "Lei è andata lì per seminare discordia e invece ha ricevuto un'educazione e si è arricchita spiritualmente, adesso è libera e felice", continua. Capito come? Secondo il nostro interlocutore ci sarebbe pure da ringraziarli questi tagliagole per aver "educato" Silvia all'Islam facendola uscire dal "buio". "Non è stata una conversione - insiste - ma un ritorno alle origini, il battesimo e la cresima quelli sì che sono atti terroristici perché tutti noi nasciamo musulmani". Nel momento in cui Silvia ha sposato la fede coranica, ci assicura, "è diventata come una sorella, ed i mujaheddin morirebbero per lei". L'anziano non ha dubbi: "È stata trattata da signora, noi le donne le rispettiamo".QUESTA RAGAZZA HA SENTITO UNA MANCANZA DI SPIRITUALITÀAffermazioni forti da cui Siddique Nure Alam, presidente dell'associazione Dhuumcatu e punto di riferimento della comunità islamica di Tor Pignattara che lo conosce come Batchu, prende le distanze. "La questione della conversione di Silvia è stata esasperata, si sono create delle tifoserie da stadio, io - spiega - sono contento che sia stata liberata, il resto sono affari suoi". "Non credo - aggiunge - che l'abbiano trattata male, sennò non si spiegherebbe il suo atteggiamento disteso". Il fatto che la cooperante si sia uniformata ai costumi religiosi dei suoi carcerieri, per Batchu, potrebbe essere dovuto anche al vuoto di valori della società occidentale. "Secondo me - conclude - questa ragazza ha sentito una mancanza di spiritualità, ci sono tanti cattolici che si definiscono tali ma non praticano, credo che venendo in contatto con una religione più forte abbia finito per esserne ispirata".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6101L'ISLAM TIFA CORONAVIRUS PER UCCIDERE GLI INFEDELICoronavirus akhbar. Ci mancava questa, nelle tetre cronache al tempo del Covid-19: la celebrazione islamica dell'ecatombe. L'applauso maomettano alla pandemia, che ha ora il suo epicentro nella corrotta, cristiana (quando se lo rammenta), infedele Europa. Ed eccolo che risuona direttamente dalla Striscia di Gaza, parole e musica dell'imam Jamil Al-Mutawa, gentiluomo legato a doppio filo ad Hamas. E proprio la tv del gruppo terrorista, per certi compagni nostrani un covo di eroi romantici, ha trasmesso l'illuminato sermone di cotanto leader spirituale tenuto il 20 marzo nella Moschea Bianca di Gaza (il video è poi stato ripreso e tradotto dal Middle East Media Research Institute). «Il virus è un soldato di Allah e sta risparmiando i musulmani» (era il giorno prima che venissero identificati due casi di Coronavirus nella Striscia, ma Al-Mutawa e soci possono sempre concludere si tratti di apostati, e punirli per reo contagio). E per dimostrare l'ortodossia religiosa del virus, l'imam traccia la macabra mappa delle sue scorrerie, gesta che Al Qaeda non aveva raggiunto nemmeno nei sogni più proibiti. UNA JIHAD MICRO-ORGANICA PIÙ FORTE DI AL QAEDA «Allah vi ha inviato un solo mujahed che ha colpito 50 Stati americani in un giorno, il 58% della California sarà infettata nei prossimi due mesi». Morte all'America, stavolta ce la facciamo, stavolta l'offensiva viaggia da New York a Los Angeles su goccioline microscopiche, e sante. E subito, a ruota, lo sputo sui cadaveri che si accumulano nelle trincee di quello che oggi è il primo fronte, i nostri cadaveri: «In un solo giorno in Italia vi sono stati 450 morti». «Allah sia lodato». Evviva, che colpo questa jihad micro-organica, in ventiquattr'ore lascia per terra quattrocentocinquanta occidentali, europei, italiani, bergamaschi, bresciani, piacentini, rallegratevi fratelli, la Spada dell'Islam è diventata la Polmonite interstiziale dell'Islam. E prosegue il suo delirio, l'imam di quella Striscia che l'Unione Europea ha ricoperto negli anni di vagonate di euro, tutti finiti nella disponibilità di simili ambasciatori di pace: «Guardate il deserto nelle strade israeliane. E chi pensate che protegga i fedeli di Al Aqsa? Allah, che preserva dal male i suoi credenti». L'infezione fisica è una prova dell'infezione morale, il virus come ligio esecutore della Sura 2; 191 (tra le altre): «Uccideteli ovunque li incontriate!». Tanto che «anche in Cina ci sono 3.300 infettati», ennesima prova della selezione etno-confessionale del Corona. Mostrando una certa confusione geopolitica, ma una salda ferocia sterminatrice, l'imam invita poi a pregare Allah perché continui a scatenare l'epidemia contro coloro che sostengono il piano di pace dell'amministrazione Trump. MORTE ALL'AMERICA, A ISRAELE E A TUTTO L'OCCIDENTE La peste sui reietti che vogliono la pace con Israele, forse nessuno meglio di questo predicatore apparentemente sgangherato ha riassunto la linea distruttiva e millenaristica di Hamas, che sequestra un intero popolo in nome di un'impossibile resa dei conti finale col Nemico ebreo. Nell'attesa, il popolo medesimo viene tenuto nella miseria e in condizioni igienico-sanitarie precarie, tanto che l'Autorità palestinese (non meno anti-israeliana di Hamas, ma più pragmaticamente attaccata alla propria pelle) nei territori sotto il suo controllo ha chiesto allo Stato ebraico di aprire i varchi, per far passare medici, farmaci, strutture di rianimazione, nel caso il Covid smarrisca la fede in Allah il Misericordioso. Problemi che non sfiorano Jamil Al-Mutawa: all'acme dell'intemerata, il pio uomo agita un telefonino (di sospetta ed eretica produzione occidentale, ma certo è improbabile che qualcuno degli astanti glielo abbia fatto notare) e assicura di aver ricevuto caterve di messaggi documentanti miracolose guarigioni dei pochi palestinesi contagiati. Dio è con noi, e il Coronavirus è il suo nuovo, letale Profeta. Non lo dice qualche sbandato in una bettola di Gaza City, ma una delle massime autorità religiose palestinesi. Vogliono i tempi supplementari dello scontro di civiltà, e stavolta scommettono sul parassita invisibile. Motivo in più per sconfiggerlo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=221PERCHE' A COLAZIONE MANGIAMO CORNETTO E CAPPUCCINO?Perché il cappuccino e il croissant si chiamano così? Risale all'11 settembre 1683, quando le truppe cristiane, 30.000 uomini, ruppero l'assedio di Vienna, da parte di 80.000 ottomani. A dare coraggio alle truppe cristiane c'era il monaco cappuccino Marco d'Aviano. Quando il 12 settembre dopo la vittoria Marco entrò in Vienna gli offrirono il caffè: avevano imparato a farlo dai turchi. Il monaco cappuccino lo trovò terribile e allora ingentilì aggiungendo latte fino a che ebbe lo stesso colore della sua tonaca. Vienna aveva rischiato di cadere pochi giorni prima di essere liberata. I turchi avevano scavato un tunnel dove mettere barili di polvere da sparo e farli esplodere, ma un fornaio lavorando di notte aveva sentito il rumore e aveva avvertito i difensori che erano arrivati in tempo. Quel fornaio, unico in tutta Vienna ebbe l'esclusiva della pasta sfoglia. I dolci di pasta sfoglia infatti in Francia sono detti viennoiseries, cose di Vienna. Quel fornaio fabbricò un dolcetto a forma di luna crescente, in francese croissant, in ricordo del simbolo della bandiera turca, che vuol dire: la tua bandiera me la mangio a colazione.Quindi: mangiamo cappuccino e croissant? Stiamo festeggiando la vittoria di Vienna.RIASSUMENDO:- il cappuccino si chiama così perché fu fatto per la prima volta dal beato Marco d'Aviano aggiungendo del latte al caffé (e visto che il frate era un cappuccino, questo fu il nome della nuova bevanda)- il croissant fatto a forma di luna crescente (simbolo dell'Islam) sconfitto viene inzuppato nel cappuccino (a ricordo del beato Marco d'Aviano che motivava le truppe cristiane) e poi mangiato (in ricordo della vittoria sull'Islam invasore)Sapendo queste cose la colazione al bar diventa più gustosa... e magari possiamo chiedere a chi ci sta accanto: "Sai cosa sto festeggiando con cornetto e cappuccino?".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5920LA TURCHIA SCHEDA I NEMICI EUROPEI DELL'ISLAM... CON I SOLDI DELL'UE di Souad SbaiNei confronti della Turchia di Erdogan, l'Unione Europea fa da un lato la voce grossa, indignata per la repressione degli oppositori e della libertà di stampa o per l'invasione anti-curda in Siria; dall'altro, continua invece a cedere su tutti i fronti, avallandone persino le strategie di assalto culturale, oggi principalmente incentrate sull'utilizzo manipolatorio della cosiddetta "islamofobia".Prodotto dei pensatori fondamentalisti contemporanei appartenenti ai Fratelli Musulmani, il concetto d'"islamofobia" viene utilizzato come clava per colpire chiunque in Europa, e in generale nel mondo occidentale, osi esprimersi in maniera critica nei confronti della componente di religione e cultura islamica.Anche le critiche espresse in maniera civile e razionale - che invocano il rispetto dei diritti umani e delle donne, della libertà religiosa e di espressione - vengono equiparate a forme di razzismo, intolleranza e xenofobia, malgrado l'oggettiva refrettarietà di ambienti come quelli influenzati dai Fratelli Musulmani ad accettare valori, principi, usi e costumi dei paesi europei.UNA TRAPPOLA PER GLI INGENUI OCCIDENTALIUna trappola, insomma, rivolta agli ingenui occidentali, soprattutto se progressisti e di sinistra, in cui anche Bruxelles è caduta in pieno, come dimostra il finanziamento da parte dell'UE del "Rapporto 2018 sull'islamofobia europea", elaborato dalla "Fondazione per la ricerca politica, economica e sociale" (SETA), pensatoio di punta del partito fondamentalista AKP di Erdogan.Quest'ultimo, che dei Fratelli Musulmani si considera il leader politico mondiale, si è molto prodigato per diffondere l'applicazione distorta del concetto d"islamofobia" tra gli accademici e gli addetti ai lavori in tutto il continente europeo, promuovendo la collaborazione con centri di studio turchi di matrice islamista. Il Rapporto, pubblicato annualmente da SETA, è il frutto di tale collaborazione, e coinvolge "esperti" provenienti da ognuno dei 28 stati membri dell'UE, più un numero di paesi partner nei Balcani e nel Caucaso.La scheda sull'Italia, elaborata da due sociologi "impegnati" presso le università di Ferrara e Torino, è un esempio perfetto della convergenza tra l'agenda dei Fratelli Musulmani e l'agenda progressista. Se la prima si serve del concetto d'"islamofobia" per farsi largo nel tessuto sociale, culturale, religioso e politico italiano (dinamica in atto ovunque in Europa), la seconda vede con favore e promuove l'avanzare e il sovrapporsi di tutto ciò che è "altro" rispetto alla cultura, all'identità e alle tradizioni connaturate al paese e alla sua storia, in nome della "diversità" e del "multiculturalismo", da applicare naturalmente solo in Italia (e in Europa), non certo in Turchia.I due sociologi, rispettando rigorosamente gli schemi che presiedono all'uso strumentale dell'"islamofobia", non operano la distinzione tra le discriminazioni in cui i musulmani incorrono in Italia (un fenomeno senza dubbio da combattere e prevenire con nuove politiche in ambito culturale ed educativo), dalle critiche legittime che andrebbero considerate con spirito costruttivo, al pari di quelle che possono ricevere gli atei, gli agnostici e i fedeli di qualunque altra religione.Di conseguenza, partiti come Fratelli d'Italia, nonché organi di stampa come Il Giornale, La Verità e Libero, sono stati categorizzati come di "estrema destra", mentre il PD e persino l'ANPI come bastioni della lotta al razzismo e, appunto, all'islamofobia.UN MODO PER COLPIRE INTELLETTUALI, SCRITTORI E PERSONALITÀ PUBBLICHEI due sociologi concludono la loro disamina stilando una serie di raccomandazioni, tra cui quella di "creare un sistema [...] efficiente di raccolta dei dati degli eventi [di natura] islamofobica, razzistica e discriminatoria", nel quale molto probabilmente schedare come esponente di "estrema destra" chiunque abbia un'opinione "non allineata": un modo per colpire intellettuali, scrittori e personalità pubbliche, laiche e moderate, come accaduto e continua ad accadere in diversi paesi del mondo arabo e musulmano, Turchia inclusa. Risale allo scorso luglio, ad esempio, la pubblicazione, da parte sempre del "think tank" SETA, di una lunga lista di proscrizione con i nomi, i profili biografici e i volti di oltre 200 giornalisti, sia turchi che stranieri, basati in Turchia e sgraditi al regime di Erdogan.Come se non bastasse, i due sociologi delle università di Ferrara e Torino propongono di "rafforzare la rete anti-discriminazione tra Ong, associazioni, sindacati e partiti di sinistra, soprattutto a livello locale, dove è possibile promuovere più efficacemente uguaglianza e giustizia". Si tratta di un piano d'azione vero e proprio, che in Italia è già in corso di realizzazione come nel resto d'Europa.A sostegno della diffusione del fondamentalismo dei Fratelli Musulmani nel continente, il Sultano sta sfruttando abilmente come "cavallo di Troia" i portatori insani del pensiero unico dominante di una certa sinistra, che continua a ispirare l'operato suicida dell'Unione Europea. Se queste sono le conseguenze della collaborazione con gli accademici italiani promossa dalla Turchia di Erdogan, quali saranno allora i frutti dell'Accordo di cooperazione in ambito culturale e scientifico che il Senato si appresta a ratificare con il Qatar, che dei Fratelli Musulmani è il principale sponsor e sostenitore?Nota di BastaBugie: per leggere il precedente articolo sul "Rapporto sull'islamofobia in Europa" dove si sottolineava che anche BastaBugie è stato inserito tra i ''cattivi''http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5899L'ISLAMOFOBIA È UN CAVALLO DI TROIARiccardo Cascioli nell'articolo seguente dal titolo "Da Durban a oggi, l'islamofobia è un cavallo di Troia" spiega che il termine islamofobia appare per la prima volta nel 2001 in un documento ONU firmato dai leader di quasi 200 paesi nel mondo. È un pretesto per chiudere la bocca a chi cerca di risvegliare un Occidente in declino.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana L'8 novembre 2019:Nel pensiero comune, gli allarmi sull'islamofobia nascono dopo gli attentati terroristici negli Stati Uniti dell'11 settembre 2001, quando le minoranze islamiche nei paesi occidentali hanno cominciato ad essere viste con diffidenza se non aperta ostilità.Niente di più errato. Il termine islamofobia ha una genesi precedente, sin dagli anni '90 del XX secolo, e accompagna la rinascita islamica che si impone come fenomeno globale e che supera le divisioni e le differenze interne alla comunità musulmana. Ma soprattutto si impone alla comunità internazionale in occasione della Conferenza internazionale dell'ONU sul razzismo, svoltasi a Durban (Sudafrica) dal 31 agosto all'8 settembre 2001, pochissimi giorni prima dell'attentato alle Torri Gemelle.Per la prima volta a una Conferenza dell'ONU è stato possibile assistere a questa sfida aperta dei paesi islamici contro l'Occidente. Argomento principale si rivelò il Medio Oriente, per il quale il blocco dei paesi islamici chiedeva con forza la condanna di Israele e di equiparare il sionismo al razzismo. Fu una battaglia durissima, al punto che le delegazioni degli Stati Uniti e di Israele abbandonarono la Conferenza. L'Unione Europea decise invece di restare, sperando - invano - in un compromesso dell'ultimo minuto. I paesi islamici andarono avanti compatti fino alla fine, una situazione sorprendente e inedita per chi - come il sottoscritto - era presente e aveva esperienza delle Conferenze ONU.Due i motivi: primo, malgrado le grandi divisioni interne al mondo musulmano, sia politiche sia religiose, nell'occasione i paesi islamici fecero blocco, unendosi nella comune sfida all'Occidente: si percepiva in questi paesi, un senso di grande sicurezza e di consapevolezza della propria forza, ben decisi a usarla.Secondo, la determinazione ad andare avanti con la loro agenda senza scendere ad alcun compromesso, la ricerca del quale era invece prassi in tutte le Conferenze internazionali dell'ONU. Il mondo islamico, dunque, riuscì a Durban a dettare la propria legge in barba alle consuetudini internazionali. Potendo contare anche sulla debolezza dei paesi occidentali, Unione Europea in testa.È in questo contesto di prova di forza che il termine islamofobia entra nella Dichiarazione finale di Durban, prima volta che compare in un documento dell'ONU, firmato da quasi duecento paesi. Appare in due paragrafi della Dichiarazione finale: al no. 61, che recita: «Riconosciamo con profondo rincrescimento l'aumento dell'Antisemitismo e dell'islamofobia in varie parti del mondo». E al n° 150 che richiama gli Stati a «opporsi a ogni forma di razzismo, e a contrastare «l'antisemitismo, l'anti-arabismo e l'islamofobia a livello mondiale». Un vero e proprio assurdo storico, se si considera che eventuali episodi di discriminazione contro musulmani erano minimi e comunque condannati dalla stessa società occidentale. E comunque è un nulla in confronto alla sistematica discriminazione e persecuzione sofferta dai non musulmani, cristiani in primis, nei paesi islamici.Anche l'attentato alle Torri Gemelle, avvenuto appena tre giorni dopo la conclusione della Conferenza di Durban, va situato in questo contesto di "rinascita islamica". Questo non vuol dire che tutti i paesi islamici vadano ritenuti responsabili del terrorismo, ma è giusto osservare che il fenomeno terrorista ha anche un brodo di coltura che lo rende più forte. Così dopo l'11 settembre l'accusa di islamofobia viene sistematicamente usata per tappare la bocca a chiunque ponga anche solo qualche riflessione critica sul mondo islamico.Fino ad arrivare al Rapporto sull'Islamofobia in Europa pagato dall'Unione Europea, di cui si parla in questi giorni, altro segnale inequivocabile che l'Europa politica ha scelto il suicidio.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5899SCHEDATI I NEMICI DELL'ISLAM IN EUROPA (TRA I ''CATTIVI'' ANCHE BASTABUGIE) di Lorenza FormicolaOttocentoquarantotto pagine di report per stilare il resoconto, Paese per Paese, del dilagare dell'islamofobia in Europa. È l'European Islamophobia 2018, il rapporto firmato da un think tank turco legato ad Erdoğan e al partito islamista AKP. Un'analisi nel dettaglio, si legge, in cui denunciare il crescente pericolo di islamofobia dovuto alle forze di destra sempre più imponenti nel panorama politico internazionale. Con l'auspicio di riuscire, tramite la suddetta pubblicazione, a contrastare il razzismo contro i musulmani nel Vecchio Continente.A sfogliarlo, il primo dettaglio che si nota è che i fondi Ue ne hanno finanziato la stesura, anche se poi in calce si sottolinea che "il contenuto non riflette la visione dell'Unione Europea e del Ministero degli Affari Esteri dell'Ue".LA PRESUNTA (E APPROSSIMATIVA) EMERGENZA ITALIANANon è una pubblicazione molto sofisticata, e non solo per i contenuti discutibili. Il formalismo accademico, infatti, lascia presto spazio all'attivismo politico nel quale frullare insieme islam, islamofobia, islamismo e flussi migratori in salsa anti-sovranista. Ma soprattutto perché il rapporto chiarisce dalle prime pagine di non essere in possesso di dati ufficiali circa il razzismo, l'islamofobia e la poca sicurezza di cui dovrebbero soffrire gli immigrati islamici. Pertanto riportano che le tesi che sono pronti ad esplicare dalla seconda pagina sono reperite da Ong o - vedi il caso dell'Italia - "movimenti anti-fascisti" come "Cronache di ordinario razzismo" o da Vox, osservatorio italiano sui diritti che si occupa di parità, diritti LGBT, libertà di scelta, Europa e diritti, diritti sociali.Il capitolo italiano è curato da Alfredo Alietti e Dario Padovan e dal primo capoverso mette all'indice giornali, libri e politici nostrani. In maniera non assolutamente scientifica, ma pressoché arbitraria - nel silenzio di stampa e politica -, si consuma così l'ennesimo paradosso di una rapporto approssimativo che lancia accuse pesanti di razzismo per partorire una strana generalizzazione, "l'islamofobia in Italia è un problema reale". In una arraffata lista di episodi di cronaca come "discriminazioni sul posto di lavoro", "false accuse a un immigrato", "chiede di non lavorare di notte durante il Ramadan e l'azienda lo trasferisce", viene dipanata la presunta emergenza italiana.TRA I "CATTIVI" ANCHE BASTABUGIEEppure a destare un certo senso di inquietudine e preoccupazione è che vengano messe all'indice non solo le forze politiche della destra italiana - Lega e Fratelli d'Italia, quelle per intenderci che siedono in Parlamento e il cui ruolo è riconosciuto democraticamente -, ma gli organi di stampa tra i più importanti del nostro Paese. Il primo della lista è il Giornale - evidentemente troppo attento a denunciare la mancanza di libertà in Turchia - e poi Libero, il Tempo, la Verità. E indirettamente persino la Nuova Bussola Quotidiana: il rapporto prende di mira il sito bastabugie.it che ripubblicherebbe "fake news e cattive notizie" di siti "cattolici ultraconservatori". E siccome gli articoli su islam e Turchia, sia relativi al 2018 che al 2019, che BastaBugie ha ripubblicato sono quelli curati da queste pagine e a nostra firma, 1+1 fa due. Il tutto "nonostante il lavoro delle ONG e della Chiesa Cattolica e di Papa Francesco in primis" - si legge ancora - "che tanto stanno lavorando all'integrazione e al dialogo interreligioso". Ma ne hanno anche per il libro di Giulio Meotti "Il suicidio della cultura occidentale: Così l'Islam radicale sta vincendo".Per il Giornale il rapporto rappresenta una sorta di fatwa (sentenza coranica) scritta da due signori, uno molto vicino ai Fratelli Musulmani - organizzazione estremista islamica dichiarata fuorilegge, in quanto considerata terroristica, da otto Paesi del mondo ma non dalla Turchia, che le elargisce finanziamenti - e l'altro al partito del presidente turco Erdoğan.L'ISLAMOFOBIA NON ESISTELa narrazione alla base resta l'islamofobia: un tentativo come un altro di dare forma a qualcosa che nella realtà italiana non esiste. Una parola che non si riferisce a una realtà, ma la crea. Non esistono rapporti italiani, nemmeno dell'UNAR, perché non esistono reali discriminazioni contro le persone di religione islamica in quanto tali. Cosa che succede invece ad ebrei e cattolici nei paesi islamici. Proprio come la Turchia, dove i sacerdoti cattolici non possono neanche indossare l'abito e sono scortati.Può accadere, piuttosto, che laici o meno, in Italia e altrove, giudichino negativamente la religione islamica, ma questa è una facoltà di giudizio. [...]In più fa sorridere che un simile rapporto nasca in seno alla Turchia. Paese dove non esiste libertà di dissentire dal governo, dove i giornalisti marciscono in galera senza sentenza, dove nelle loro moschee, sia a casa Erdoğan che nel resto d'Europa, si vedono bambini vestiti da militari addestrati a morire da martiri in nome di Allah. O dove in un campo estivo per minorenni quest'estate un gruppo molto nutrito di ragazzine tutte velate - le più grandi in burqa - veniva ripreso mentre, invece delle canzoncine come si fa nei nostri, gridava "a morte gli ebrei".Nota di BastaBugie: due giorni dopo la pubblicazione del rapporto sull'islamofobia il nostro sito ha registrato un sospetto aumento di visitatori (duemila visitatori in più al giorno). Successivamente il nostro canale YouTube ha subìto diverse segnalazioni di "violazioni degli standard della community". A causa di queste segnalazioni YouTube si è subito adeguato e ci ha cancellato il video con la lettura automatica di questo articolo pubblicato l'11 luglio 2018 (per leggerlo clicca sul link):LA SILENZIOSA ISLAMIZZAZIONE DELL'ITALIAProgetti di nuove moschee, zone per soli musulmani in cui si applica la legge coranica, parcheggi vietati agli infedeli ...e intanto una suora di una scuola cattolica ha portato 60 bambini a visitare la moschea del paesedi Lorenza Formicolahttp://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5251La ridicola motivazione per la cancellazione del video da parte di YouTube è stata: "Questo video è stato rimosso per aver violato le norme di YouTube sull'incitamento all'odio". Chiunque può rendersi conto che tale articolo semplicemente descriveva dei fatti ben documentati. Evidentemente quella di "incitamento all'odio" è una pura scusa per censurare le opinioni contrarie alla narrazione ufficiale dei mezzi di comunicazione. In pratica il totalitarismo avanza... Prepariamoci alla limitazione della libertà di dire la verità.IL VERO PROBLEMA È LA CRISTIANOFOBIAGiuliano Guzzo nell'articolo seguente dal titolo "Il vero problema è la cristianofobia. Lo dicono i numeri" parla Il rapporto sull'islamofobia, finanziato dall'Ue, il quale si basa più su libere interpretazioni che su evidenze statistiche. Il documento omette per esempio ogni riferimento al dossier Osce-Odihr, che nel 2016 riportava per l'Italia 8 casi riconducibili all'odio antislamico e 32 all'odio anticattolico. Quattro volte tanto. Ma non risulta che l'Ue si sia preoccupata della cristianofobia. Perché?Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'8 novembre 2019:Il rapporto sull'islamofobia europea, finanziato dall'Ue, sostiene che l'ostilità nei confronti dei musulmani, in Italia, sia reale. Una tesi affermata tirando in ballo libere interpretazioni anche del comportamento dei media - vengono richiamati il quotidiano La Verità, Il Giornale e Libero, rei di diffondere «articoli aggressivi» - ma senza, onestamente, inoppugnabili evidenze statistiche. Non solo. Nel descrivere la situazione italiana, il rapporto omette ogni riferimento al dossier Osce-Odihr, elaborato sulla base di un questionario che l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa annualmente invia ai Paesi membri, riguardante la raccolta dei dati sui reati generati, e all'Oscad, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori.Una lacuna grave per due ragioni. La prima risiede nell'importanza di questi dati, basati sulle segnalazioni costituenti reato: non quindi su «percezioni» individuali né su opinabili giudizi di valore sui titoli o sugli editoriali di questo o di quel quotidiano, ma su dati di fatto, oltretutto penalmente rilevanti. Un secondo motivo per cui è un peccato che il dossier Osce-Odihr non sia stato citato nelle 24 pagine dedicate all'Italia dal rapporto sull'islamofobia europea deriva dal contenuto del dossier stesso, che metteva in luce come nel 2016 nel nostro Paese vi siano stati 8 casi riconducibili all'odio antislamico. Sempre troppi, per carità.Ma quelli relativi all'odio anticristiano, nello stesso arco temporale, risultavano essere 32. Per l'esattezza, risultavano tutti reati contro la proprietà, e quasi tutti contro la Chiesa cattolica. Ma al di là di questo, ciò che rileva è che questi casi siano stati quattro volte di più rispetto alle segnalazioni di reato animate da odio antislamico. E a chi obietta che i dati del 2016 sono superati rispetto a quelli del 2018, anno cui si riferisce il rapporto sull'islamofobia europea, è facile rispondere che proprio questo è un elemento decisivo.Già, perché scagiona le responsabilità governative sovraniste (nel 2016 Matteo Salvini non era al Viminale e la Lega non era al governo) e perché evidenzia come, delle numerose aggressioni contro la Chiesa cattolica, nessuno, dal 2016 ad oggi, si sia preoccupato. Soprattutto, non risulta essersene preoccupata l'Ue, motivo per cui è facile immaginare che oggi, nell'indifferenza di tutti, la cristianofobia italica sia più radicata di ieri. D'accordo, ma come mai? Per quale ragione - pur essendo state quattro volte più numerose, lo si ripete, di quelle antislamiche - le segnalazioni di reato anticristiane non hanno fatto sostanzialmente notizia?
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5695LA UMMA NON PREVEDE NESSUNA FRATERNITA' SE NON TRA MUSULMANI di Marie-Thèrese Urvoy«Nel Corano ritroviamo questo primo uso del verbo âmana nel senso di "fidarsi gli uni degli altri". Vi si dice infatti che il profeta «si fida dei muʼminûn», mentre non «si fiderà per niente» di quanti si tirano indietro e trovano delle scuse per non impegnare i loro beni e le loro persone nella lotta sulla strada di Allah (IX, 41, 44, 73 et 81).Gli affidati «sono una umma unica, ad esclusione degli altri uomini», dice l'incipit della Carta. Nel grande dizionario classico Lisân al-ʽarab, umma questa parola significa prima di tutto gruppo, o raggruppamento umano in senso neutro. Qui, essa non designa un raggruppamento etnico o tribale, ma nel contesto dell'Arabia di allora indica la federazione dei Qurayshiti della Mecca, giunti a Medina con il profeta, e i vari clan e tribù della zona di Medina.Questa confederazione è di natura politica, unita dall'adesione al profeta di Allah. Essa si caratterizza per il fatto di essere esclusiva. La finalità di questa organizzazione è di garantire l'efficacia del comune sforzo guerriero. Ciò è espresso fin dall'inizio della Carta con la parola jihâd, che verrà più tardi precisata con l'espressione "il combattimento sulla strada di Allah".NESSUNA FRATERNITÀ SE NON TRA MUSULMANIUna stretta regolamentazione e una casistica minuziosa stabiliscono che un affidato possa evitare una sanzione, anche se è colpevole, se la vittima è estranea al gruppo. Questa solidarietà nasce prima di tutto dallo spirito di sopravvivenza del gruppo - dirà lo storico Muhammad Talbi, per giustificare le violenze degli inizi della storia dell'Islam, - «perché si trattava della difesa e della sopravvivenza della umma primitiva».Non per caso quando il Corano dice: «i credenti sono dei fratelli» (XLIX, 10) utilizza la particella grammaticale innamâ che contiene un significato esclusivo, ma anche un effetto amplificante che dinamizza la frase nominale. Essa è da mettere in relazione con la particella illâ, propria del credo monoteista «nessuna divinità eccetto Allah», che carica la frase nominale, qui negativa, di un esclusivismo ferreo. In questi due esempi abbiamo ben più che delle questioni tecniche, abbiamo delle vere e proprie strategie stilistiche che mirano ad un solo effetto: la valorizzazione dell'aspetto assoluto con la relativa ricaduta nella mente dei credenti.Del resto, il commentatore al-Râzî afferma che la particella innamâ comporta restrizione: «nessuna fraternità se non tra Musulmani». Egli spiega la sua interpretazione basandosi sulle prescrizioni legali che negano una qualunque fraternità tra un Musulmano e un infedele, il quale non può in nessun caso ereditare da un Musulmano. Allah ricorda a più riprese ai Musulmani che essi sono i soli credenti nel Corano: «voi siete la comunità migliore che sia mai stata creata per gli uomini; voi ordinate di fare il bene e vietate di fare il male, voi credete in Allah» (III, 110).A partire da qui, l'islam ha considerato la superiorità della comunità dei credenti come il primo legame tra di loro: essi hanno come segno distintivo la capacità di distinguere tra fede e infedeltà, bene e male. Dall'invincibile affermazione dell'unicità di Allah discende il senso vivo del Musulmano per l'unità con i suoi fratelli nella medesima fede.Essi sono inviati da Allah per difendere i suoi diritti sulla terra. Sono dei servitori eletti e incaricati dell'esecuzione di un piano divino che coincide con le prescrizioni sociopolitiche scese sul suo profeta a beneficio dell'umanità e per il trionfo dell'islam su tutte le religioni (IX, 33).LA TERRA DELL'ISLAMQuesti brevi richiami alle fonti dell'Islam a Medina permettono di comprendere la nozione di "terra dell'islam" (dâr al-islâm) nei suoi rapporti con gli infedeli. L'espressione designa l'insieme delle terre dove viene osservata la legge islamica ed è la rappresentazione concreta dell'organizzazione politica dell'Islam. Accanto alla terra dell'islam c'è "la terra della guerra" (dâr al-harb), chiamata anche "terra dell'infedeltà » (dâr al-kufr).Conquistarla è un «dovere collettivo» per installarvi la umma che difende i diritti di Allah. Una simile divisione del mondo fa sì che un aggiornamento sia tecnicamente difficile perché il Diritto islamico classico è strutturato secondo uno schema preciso proprio di tutte le società islamiche:1. uomini e donne;2. liberi e schiavi;3. Musulmani e non musulmani.Non hanno tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri.La comunità dei credenti è privilegiata a motivo della sua origine sacralizzata nel Corano. Uno Stato islamico va inteso di trascendenza divina, coranica e chariatica. Le sue terre sono le terre di Allah, del Corano e della legge di Allah. Questa sottomissione ad una trascendenza si trova nella disposizione, per costituzione, che l'islam "è la religione dello Stato", e non solamente "religione di Stato".Lo Stato fa professione di islam. In uno Stato islamico l'adesione alla comunità non pone direttamente la questione di una vita nuova, nel senso del rinnovamento individuale tramite la grazia (quella dell'uomo nuovo di San Paolo), perché l'islam è la religione di una collettività.Essa è essenzialmente uno stato, uno statuto giuridico (hukm), direttamente voluto e decretato da Allah. Gli individui che vi si sottraggono sono braccati, perseguitati, e perfino messi a morte dall'islam ufficiale tradizionale».Nota di BastaBugie: l'articolo della professoressa Urvoy, islamologa francese di fama, è stato pubblicato nell'ultimo "Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa" a cura dell'Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa. Per acquistare il singolo fascicolo o per abbonarsi alla rivista scrivere a ordini@edizionicantagalli.itLA GERMANIA SVOLTA SULL'IMMIGRAZIONEGianandrea Gaiani nell'articolo seguente dal titolo "Migration Paket, la Germania svolta sull'immigrazione" ricorda che Angela Merkel già nove anni fa aveva dovuto ammettere il fallimento dell'approccio multiculturale. Ora il Bundestag ha approvato il cosiddetto Migration Paket, un nuovo pacchetto normativo che prevede espulsioni e un giro di vite sugli ingressi. Il cambio di strategia non è solo politico, ma soprattutto culturale.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 giugno 2019:Il tentativo della Germania di creare una società multiculturale è "completamente fallito", aveva detto nell'ottobre 2010 il cancelliere Angela Merkel a un incontro con i giovani membri della CDU a Potsdam. Già allora, ben prima delle ondate migratorie degli ultimi anni lungo la rotta libica e quella balcanica, la Merkel aveva ammesso che permettere alle persone con differenti background culturali di vivere fianco a fianco senza integrarsi non aveva funzionato in un Paese che ospita circa quattro milioni di musulmani. "Questo approccio multiculturale è fallito, completamente fallito", aveva detto cedendo alle richieste interne al suo partito e alla CSU bavarese, per assumere una linea più severa sugli immigrati che non mostrano la volontà di adattarsi alla società tedesca.La Merkel aveva affermato che l'educazione dei disoccupati tedeschi dovrebbe avere la priorità sul reclutamento di lavoratori dall'estero pur sottolineando che la Germania non potrebbe cavarsela senza lavoratori stranieri qualificati e aggiungendo che i tedeschi devono accettare che le moschee sono diventate parte del loro paesaggio.Rileggere oggi quell'intervento è utile a comprendere l'iniziativa assunta da Horst Seehofer, ex presidente della Christian Social Union (CSU), il partito gemello della CDU, e ministro dell'Interno che ha appena varato il cosiddetto "Migration Paket" che prevede l'espulsione immediata dei migranti illegali, l'ampliamento della detenzione preventiva per chi entra illegalmente in Germania e il taglio del Welfare agli stranieri che potranno essere sottoposti a perquisizioni senza bisogno di mandato giudiziario.Misure approvate dal Bundestag con il voto della SPD che ben fotografano il crescente malcontento dei tedeschi nei confronti delle continue violenze compiute da immigrati illegali per lo più di religione islamica.Per comprendere come sia cambiata la Germania appena quattro anni dopo la "politica del benvenuto" rivolta dalla Merkel ai migranti illegali arrivati perlopiù dalla "rotta balcanica", basti pensare che ora chi è privo del permesso verrà espulso fisicamente dal Paese. Berlino si impegna quindi ad accogliere solo 260.000 migranti regolari all'anno, necessari all'economia nazionale; e benché le associazioni industriali sostengano che nella Repubblica Federale manchino lavoratori specializzati, in molti ormai ritengono più utile motivare a venire a lavorare in Germania cittadini europei piuttosto che accogliere persone di culture diverse.Alle dure critiche dell'opposizione di Sinistra (e a quelle di AfD, che chiede misure ancora più rigide contro l'immigrazione) Seehofer ha replicato affermando che "non si tratta di calpestare i diritti umani ma piuttosto di eseguire le procedure previste. Ci sarà, in futuro, un modo legale di immigrare nel nostro Paese anche perché abbiamo bisogno di uomini e donne qualificati per il nostro mercato del lavoro".Non è forse un caso, sottolinea il quotidiano comunista Il Manifesto, che "il pacchetto-Seehofer supera il vaglio istituzionale esattamente il giorno dopo la pubblicazione dell'ultimo sondaggio Infratest che conferma come i Verdi sarebbero oggi il primo partito tedesco col 26% dei voti seguito dal CDU/CSU col 25%, AfD con il 13% mentre la SPD non supererebbe il 12%, i liberali l'8% e la Sinistra (Linke) il 7%".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4835DON BOSCO SPIEGA AI GENITORI COME PARLARE DELL'ISLAM AI FIGLI di San Giovanni BoscoPADRE: Se vi piace, io vi parlerò delle altre religioni cominciando dall'Islam.FIGLIO: Si, sì, cominciate a dirci che cosa s'intenda per Islam.PADRE: Per Islam s'intende una raccolta di massime ricavate da varie religioni, le quali praticate giungono a distruggere ogni principio di moralità.FIGLIO: L'Islam da chi ebbe principio?PADRE: L'Islam ebbe principio da Maometto.FIGLIO: Oh! di questo Maometto abbiamo tanto piacere di sentire a parlare: diteci tutto quello che sapete di lui.PADRE: Troppo lungo sarebbe il riferirvi tutto quello che le storie raccontano di questo famoso impostore: io procurerò soltanto di farvi conoscere chi egli fosse, e come abbia fondata la sua Religione.Nacque Maometto da povera famiglia, di padre gentile e di madre ebrea, l'anno 570, nella Mecca, città dell'Arabia, poco distante dal Mar Rosso. Vago di gloria e desideroso di migliorare la sua condizione andò vagando per più paesi, e riuscì a farsi agente di una vedova mercantessa di Damasco, che poscia lo sposò. Egli era così astuto che seppe approfittare delle sue infermità per fondare una religione. Patendo di epilessia, male caduco, affermava che quelle sue frequenti cadute erano altrettanti rapimenti a tener colloquio coll'Angelo Gabriele.FIGLIO: Avrà egli pure tentato di operar miracoli in conferma della sua predicazione?PADRE: Maometto non poteva fare alcun miracolo in conferma della sua religione, perché non era mandato da Dio. Dio solo è autore dei miracoli. Siccome però si vantava superiore a Gesù Cristo, subito gli si chiese che al par di lui facesse miracoli. Egli alteramente rispondeva che i miracoli erano stati. Con tutto ciò si vantava di averne operato uno, e diceva che, essendo caduto un pezzo della luna nella sua manica, egli aveva saputo racconciarla; in memoria di questo miracolo gli islamici presero per divisa la mezza luna.Voi ridete, o miei figli, e ben con ragione, perciocché un uomo di simil fatta non doveva considerarsi predicatore di una nuova religione. Appunto per questo si sparse la fama che egli era un impostore, e come perturbatore della pubblica tranquillità, i suoi concittadini volevano imprigionarlo e porlo a morte. Pel che egli prese la fuga, e si ritirò nella città di Medina con alcuni seguaci che l'aiutarono a rendersene padrone.FIGLIO: In che cosa propriamente consiste la religione di Maometto?PADRE: La religione di Maometto consiste in un mescolamento di giudaismo, di paganesimo e di cristianesimo. Il libro della legge islamica è detto Corano, ossia libro per eccellenza. Questa religione dicesi anche Turca perché è molto diffusa nella Turchia; Musulmana da Musul, nome che gli islamici danno al direttore della preghiera; Islamismo, dal nome di alcuni suoi riformatori; ma è sempre la medesima religione fondata da Maometto.FIGLIO: Perché Maometto fece quel mescolamento di varie religioni?PADRE: Perché i popoli dell'Arabia essendo parte Giudei, parte Cristiani, ed altri Pagani, egli, per indurli tutti a seguirlo, prese una parte della religione da loro professata e trascelse specialmente quei punti che possono maggiormente favorire i piaceri sensuali.FIGLIO: Bisognava proprio che Maometto fosse un uomo dotto?PADRE: Niente affatto, sapeva nemmeno scrivere. Parlando di cose contenute nella Storia Sacra confonde un fatto coll'altro; per esempio, attribuisce a Maria, sorella di Mosè, più fatti che riguardano Maria, madre di Gesù Cristo, con moltissimi altri spropositi.FIGLIO: Questa mi par bella: se Maometto era ignorante, né fece alcun miracolo, come poté propagare la sua religione?PADRE: Maometto propagò la sua religione, non con miracoli o colla persuasione delle parole, bensì colla forza delle armi. Religione che, favorendo ogni sorta di libertinaggio, in breve tempo fece diventar Maometto capo di una formidabile truppa di briganti. Insieme con costoro scorreva i paesi dell'Oriente guadagnandosi i popoli, non coll'insinuare la verità, non con miracoli o con profezie; ma per unico argomento egli innalzava la spada sul capo dei vinti gridando: o credere o morire.FIGLIO: Sono questi gli argomenti da usarsi per convertire la gente? Senza dubbio, essendo Maometto tanto ignorante, avrà disseminato nel Corano molti errori?PADRE: Il Corano si può dire una serie di errori i più madornali contro la morale e contro il culto del vero Dio. Per esempio, scusa dal peccato chi nega Dio per timore della morte; permette la vendetta; assicura ai suoi seguaci un paradiso, ma pieno di soli piaceri terreni. Insomma la dottrina di questo falso profeta permette cose tanto oscene, che l'animo cristiano ha orrore di nominare.FIGLIO: Che differenza passa tra la Chiesa Cristiana e l'Islam?PADRE: La differenza è grandissima. Maometto fondò la sua religione colla violenza e colle armi: Gesù Cristo fondò la sua Chiesa con parole di pace, servendosi dei poveri suoi discepoli.Nota di BastaBugie: abbiamo sostituito "Maomettismo" con "Islam", "maomettani" con "islamici" e "Alcorano" con "Corano". Ovviamente abbiamo lasciato tutto il resto come era, per gustare meglio il testo originale scritto da don Bosco.
Già nel 2012, a trent'anni, era stata inserita nella lista delle cinquanta persone che avrebbero cambiato il mondo con la loro intelligenza. Robyn Scott, una donna che è riuscita a fare cose straordinarie con approcci sempre nuovi, presenta a Spunti di Vista la sua ultima idea: una website, Apolitical.co, che permette a tutti i dipendenti del settore pubblico, in tutto il mondo, di scambiarsi idee e comunicare. Loro, dai quali dipende la qualità della vita di miliardi di persone, incidono sulla realizzazione dei progetti più dei politici stessi. Eppure non erano mai stati messi nella condizione di confrontarsi con gli omologhi di altre nazioni. A Spunti di Vista poi la risposta di una nazione musulmana contro la radicalizzazione: un corso per capire e sradicare la violenza in nome dell'Islam, organizzato da un'università di Tunisi. La presentazione della professoressa Samiha Khelifa, coordinatrice e il commento del magistrato Rosario Aitala, esperto di geopolitica. Infine la comparazione dei sistemi fiscali svizzeri e francesi, con il funzionario dei tributi del Canton Ticino e il corrispondente Philip Webster.
L'incontro di oggi è con Padre Paolo Nicelli, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), specializzato in Islamologia, è stato a lungo negli Stati Uniti e per diversi anni nelle Filippine. Ora è a Milano e insegna all'Istituto Superiore di Scienze Religiose, oltre ad essere Dottore della Biblioteca Ambrosiana. Con il nostro ospite parliamo della natura dell'Islam, che non è solo una religione, ma ha fondato una società, una civiltà e uno Stato Islamico. L'Islam nasce dall'esperienza originaria avvenuta a Yathrib, l'attuale Medina, quando, a partire dal 622 d.C, i musulmani si sono trasferiti dalla Mecca, e Maometto ha introdotto nel mondo arabo pre-islamico l'idea dell'unico Dio. Padre Paolo Nicelli ci accompagna in un viaggio attraverso il complicato mondo musulmano, illustrandoci le diverse sfaccettature e divisioni (sunniti e sciiti), i territori dove si è maggiormente espanso l'Islam (in particolare l'Indonesia) e le relazioni tra Islam e il Cristianesimo. Per Padre Paolo Nocelli, i cambiamenti avverranno laddove l'Islam si incontrerà o si scontrerà con l'Occidente e con le società dell'Estremo Oriente. È proprio in questi territori di confine e di pluralità di religioni e culture, che l'Islam sarà più stimolato a ripensare se stesso e a proporsi in maniera diversa.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2444 L'ISLAM CONSIDERA LA DONNA INFERIORE ALL'UOMO: ECCO LE CONSEGUENZE PER CHI SPOSA UN MUSULMANOUna ragazza che si innamora di un islamico dovrebbe tenere a mente le 7 differenze giuridiche che priveranno della libertà lei e i suoi figli (anche se abitano in Occidente)di Gianfranco TrabuioUn approccio corretto alla conoscenza della antropologia culturale di popolazioni diverse da quelle occidentali, deve necessariamente fare riferimento alla religione di quelle popolazioni.La dimensione religiosa è certamente quella più importante e più pervasiva presso tutti i popoli, per l'Islam addirittura è la religione che regolamenta anche la vita civile, il diritto civile e penale, la politica. [...]La concezione occidentale dei diritti universali dell'uomo, come deliberati dall'ONU, non trova riscontro nelle legislazioni dei paesi musulmani. Tanto meno dopo le recenti rivoluzioni popolari che hanno portato al potere i partiti di ispirazione fondamentalista, rigidamente ancorati alla legislazione di derivazione coranica. [...]E' opportuno illustrare, anche se brevemente, cosa si trova nei testi sacri dell'Islam, per esempio negli Hadith (sentenze) del profeta.La considerazione di Muhammad per le donne: dagli hadith (editti) del profeta: [...]Sahih Al Bukhari, Hadith 3826, narrato da Abu Said Al KhudriIl Profeta disse: "Non è vero che la testimonianza di una donna equivalga alla metà di quella di un uomo?". La donna rispose: "Sì". Lui disse: "Il perché sta nella scarsezza di cervello della donna". [...]L'AFFERMAZIONE SULLA INFERIORITÀ DELLA DONNA RISPETTO ALL'UOMO, HA CONSEGUENZE IMPORTANTI PER LA VITA DI TUTTI I GIORNINon ci si riferisce qui alle disuguaglianze che possono esistere a livello sociologico tra uomo e donna, queste sono purtroppo diffuse in tutte le società, nel mondo musulmano come in altre culture o civiltà. È necessario parlare della disuguaglianza giuridica, che ha delle conseguenze durature perché è normativa, spesso impedendo o comunque ritardando qualunque adeguamento alla mentalità dei musulmani e delle musulmane di oggi. [...]1. LA DONNA HA SOLO IL RUOLO DI OGGETTO DI PIACERE E DI RIPRODUZIONEC'è anzitutto una disparità nella possibilità di contrarre il matrimonio. All'uomo viene riconosciuta la possibilità di avere contemporaneamente fino a quattro mogli (poligamia), mentre alla donna viene negata la facoltà di sposare più di un uomo (poliandria). La poligamia legalmente sancita significa una differenza radicale tra uomo e donna. All'uomo dà la sensazione che la donna è fatta per il suo piacere e, al limite, che è una sua proprietà che può "arare" come vuole, come afferma letteralmente il Corano (sura della Vacca II, 223).Se ha la possibilità materiale, ne "acquista" un'altra. La donna si trova in una condizione di sottomissione nel ruolo di oggetto di piacere e di riproduzione; questo ruolo è confermato dal fatto che non viene mai chiamata con il suo nome, ma sempre in relazione a un uomo: figlia di…, moglie di…,2. I FIGLI NATI DA UN MUSULMANO SONO AUTOMATICAMENTE MUSULMANI (LA RELIGIONE DELLA MOGLIE NON CONTA)La donna musulmana non può sposare un uomo di un'altra fede, a meno che questi non si converta prima all'Islam. Il divieto è dovuto al fatto che, nelle società patriarcali orientali, i figli adottano sempre la religione del padre. Ma è anche giustificato dal fatto che il padre è il garante dell'educazione religiosa dei figli, e quindi solo se è musulmano può assicurare la loro crescita secondo i principi islamici. Ricordo a questo proposito che i figli nati da un musulmano sono considerati a tutti gli effetti musulmani, anche se battezzati. Perciò ogni matrimonio misto (tra un musulmano e una cristiana o un'ebrea, gli unici due casi contemplati nella sharia) accresce numericamente la comunità musulmana e riduce la comunità non musulmana. Non mi soffermo in questa sede per approfondire questo argomento così tragico per le conseguenze delle mogli cristiane sposate a un musulmano. I fatti di cronaca sono lì a dimostrare quanta leggerezza, e ignoranza, ci sia da parte delle nostre donne e da parte della Chiesa cattolica nel contrarre e nel concedere la dispensa per questi matrimoni misti.3. L'UOMO PUO' RIPUDIARE LA MOGLIE QUANDO E COME VUOLE (LA DONNA NON PUO')Il marito ha la facoltà di ripudiare la moglie ripetendo tre volte la frase «sei ripudiata» in presenza di due testimoni musulmani maschi, adulti e sani di mente, anche senza ricorrere a un tribunale. La cosa più assurda è che se il marito dovesse in seguito pentirsi della sua decisione e intendesse "recuperare" nuovamente sua moglie, quest'ultima dovrebbe prima sposarsi con un altro uomo che dovrà a sua volta ripudiarla. La donna passa in tal caso di mano in mano per rispettare formalmente la Legge. La moglie invece non può ripudiare il marito. Potrebbe chiedere il divorzio, che però diviene per lei motivo di riprovazione e la mette in una condizione sociologica molto fragile. Il ripudio è comunque vissuto come un'umiliazione per la donna e si presume sempre che lei abbia qualche problema a livello fisico o morale.Infine, la facilità con la quale il marito può ripudiare la moglie senza dover giustificare la decisione, la rende totalmente dipendente dal suo stato d'animo, con il costante timore di essere allontanata. È come una spada di Damocle che pende sulla sua testa: se non si comporta secondo il desiderio del marito potrebbe essere ripudiata, e allora dovrà cercarne un altro che accetti di prenderla con sé.4. DIVORZIO FACILE SENZA TRIBUNALEIn quarto luogo c'è da considerare la facilità con cui si ottiene il divorzio, che avviene quasi sempre su richiesta dell'uomo. Tradizionalmente, non c'è neppure bisogno di andare in tribunale. È vero che un hadith di Muhammad, il Profeta, dice che «il divorzio è la più odiosa delle cose lecite», ma comunque è permesso.5. I FIGLI SONO CONSIDERATI DI PROPRIETA' DEL PADRE (ANCHE IN CASO DI DIVORZIO)L'affidamento della prole, in seguito al divorzio, è un altro esempio di disuguaglianza. I figli "appartengono" al padre, che decide della loro educazione, anche se sono provvisoriamente affidati alla madre fino all' età di sette anni. Solo il padre ha la potestà genitoriale.6. ANCHE NELL'EREDITA' LA DONNA E' CONSIDERATA INFERIOREC'è poi la questione dell'eredità. Alla femmina ne spetta la metà del maschio, un provvedimento che trova fondamento nella situazione socio-economica in cui la famiglia viveva anticamente: dato che, secondo il Corano, è l'uomo che ha l'obbligo di mantenere la donna e l'intera famiglia, era logico che dovesse disporre di un piccolo fondo a cui attingere. Anche in questo caso una disuguaglianza fissata dalla legge divina aumenta la dipendenza della donna dall'uomo.7. LA TESTIMONIANZA DI UN UOMO VALE COME QUELLA DI DUE DONNEUna settima differenza a livello giuridico è che la testimonianza del maschio vale come quella di due femmine. Questo si basa su un hadith di Muhammad, molto diffuso negli ambienti musulmani nonostante la sua autenticità sia piuttosto discussa, in cui si afferma che «la donna è imperfetta nella fede e nell'intelligenza».Quando si chiede ai fuqaha, agli esperti della legge, di spiegare il motivo rispondono che la donna è imperfetta quanto alla fede perché, in certe situazioni, ad esempio durante le mestruazioni, la sua preghiera e il suo digiuno non sono validi e la sua pratica religiosa è dunque imperfetta.Riguardo la seconda parte dell'affermazione – l'"imperfezione" nell'intelligenza- forse un tempo questo poteva essere spiegato sociologicamente tenendo presente che le donne studiavano meno, che erano meno coinvolte nella vita sociale e dedite soltanto ai lavori domestici, ma da tempo tutto ciò non vale più. Eppure nella maggioranza dei tribunali dei Paesi islamici vige ancora questo principio nonostante le proteste delle associazioni femministe.In alcuni Paesi i fondamentalisti chiedono anche che alle donne sia vietato di fare da testimoni nei processi in cui sono previste le pene coraniche.Nota di BastaBugie: il Corano prevede esplicitamente che le mogli non ubbidienti vadano picchiate. Si potrebbe obiettare che ci sono anche cristiani che picchiano la moglie, ma il paragone non regge. Infatti il Nuovo Testamento prevede che non si possa mai picchiare la moglie. La lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini (Ef 5,25.28) nei rapporti tra moglie e marito afferma: "E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei. (...) Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso". Dunque il cristiano che picchia la moglie è un cattivo cristiano, mentre un musulmano che picchia la moglie è un buon musulmano. Anzi il musulmano che non picchiasse la moglie ribelle sarebbe un cattivo musulmano che non applica il Corano.Consigliamo la lettura di un articolo pubblicato in BastaBugie n.170 del 10 dicembre 2010:IL CORANO PERMETTE AL MARITO DI PICCHIARE LA MOGLIE - Allah ha onorato le