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"Ces papiers d'agrumes sont des images qui voyagent, mais aussi des objets chargés de politique." Aujourd'hui, Graphic Matter vous emmène au MIAM, le Musée International des Arts Modestes à Sète, où l'exposition Superbemarché se tient jusqu'en mars 2026. Commissaires de l'exposition, les designers graphiques Gaëlle Sandré et Sébastien Dégeilh du studio Rovo nous reçoivent sur place pour raconter cette étonnante collection de papiers d'agrumes, oui j'ai bien dit papiers d'agrumes, entre arts modestes, graphisme, commerce et mondialisation.On parle aussi de leur démarche ancrée dans le territoire, de leur maison d'édition Trèfle, de leurs résidences, de la transmission à travers l'enseignement, et de leur manière sensible et située de penser le design graphique.Et puis au détour de la conversation, ils nous recontent leur collection de cartes postales de recettes de cuisine… en alexandrins.Un grand merci à Gaëlle Maury directrice de La Fenêtre et à Françoise Adamsbaum, directrice du MIAM pour leur invitation à visiter cette superbe exposition. Cet été, passez à Sète et au MIAM.➡️ Exposition Superbemarché - Papiers d'agrumes & Co@r0v0.frrovo.frLes références et noms cités : - @miam_artsmodestes- @la_fenetre_mtp- Pascal Casson, peintre, collectionneur- Odette Lachenal et Jean Cessaire, collectionneur- Alfredo Massip- Jean Le Gac, artiste- Emilie Bernard- Hervé Di Rosa, artiste, cofondateur MIAM, théoricien arts modestes- Françoise Adamsbaum, directrice du MIAM @fjradams- Gaëlle Maury, directrice de La Fenêtre à Montpellier- Carole Maréchal, chercheuse sur statut objets graphiques- Olivier Huz, prof Beaux-Arts de Toulouse- Antoni Miralda, artiste- Bruno Munari, designer italien, auteur de Good Design- Revue DocumentsType in use : Michelin par RovoPour faire un don et soutenir le podcast.Pour vous inscrire à la newsletter mensuelle de Graphic Matter.Pour suivre le podcast @graphicmatterpodcastMerci pour votre soutien, on se retrouve toutes les deux semaines pour une nouvelle rencontre. Conception, production, curation, graphisme : Louise GomezHébergé par Ausha. Visitez ausha.co/politique-de-confidentialite pour plus d'informations.
Antonio Danieli, Vice Presidente e Direttore Generale Fondazione Golinelli"Dall'origine al destino"Dall'8 febbraio al 30 giugno 2025Bologna, Centro Arti e Scienze Golinelliwww.dalloriginealdestino.itIl nuovo progetto espositivo di Fondazione Golinelli a cura di Andrea Zanotti, Antonio Danieli, Luca Ciancabilla e Simone Gheduzzi.Tra arte, scienza e tecnologia, la mostra esplora la trama del progresso della cultura umana, nella sua dimensione sia universale che soggettiva. Un viaggio affascinante attraverso i momenti più significativi dell'evoluzione culturale e tecnologica, dalla comparsa dell'uomo sulla Terra all'avvento dell'Intelligenza Artificiale, ponendo l'accento sulle nostre capacità di orientamento rispetto alla velocità dello sviluppo della tecnica.Una riflessione profonda sul passato, sul futuro e sul nostro rapporto con il tempo e la tecnologia, con l'invito a mettere in pratica un esercizio di umanità per riconciliare la dimensione personale e quella collettiva che il concetto di destino tiene insieme.Il percorso espositivo è suddiviso in due grandi capitoli, che si dipanano in cinque tappe.L'esposizione ripercorre l'evoluzione culturale dell'umanità, dalla comparsa dell'uomo sulla Terra all'avvento dell'Intelligenza Artificiale attraverso opere di Anselm Kiefer, Nicola Samorì, Umberto Boccioni, Fortunato De Pero, Mario Sironi, Giacomo Balla; oggetti di design di Pablo Picasso ed Ettore Sottsass, grafiche di Bruno Munari.Sono esposti, inoltre, la nuova Ducati Panigale V4 S con la sua sofisticata base meccanica e il fondo di una supercar ad alte prestazioni, la Dallara Stradale.Il progetto esplora la trama del progresso della cultura umana, indagandone sia la dimensione universale che soggettiva: "invita i visitatori a riflettere sul nostro rapporto con il tempo e la tecnologia, - ha spiegato Zanotti - e a mettere in pratica un esercizio di umanità volto a riconciliare la dimensione personale e universale che i concetti di origine e destino tengono insieme". Il percorso espositivo (oltre 150 opere, oggetti e reperti provenienti da 50 musei, istituzioni culturali e collezioni private) è suddiviso in due grandi capitoli. Il primo si concentra sui passaggi evolutivi della civiltà, un vero e proprio viaggio nel tempo grazie alla presenza di reperti, manufatti, strumenti tecnico-scientifici, installazioni, opere d'arte e di design di svariati materiali e tecniche artistiche.Nel secondo capitolo si è chiamati a riflettere sulla propria condizione esistenziale e invitati a un esercizio più intimo: riscoprire, in un'epoca dominata da un divenire frenetico e incessante, la consapevolezza di un futuro il cui senso appare sempre più sfuggente.Il percorso si conclude con un exhibit immersivo di grande impatto emozionale: il T-Simmetry, il tunnel a "cronologia inversa" che condurrà il pubblico in un viaggio interattivo a ritroso nel tempo, ripercorrendo simbolicamente le tappe fondamentali della propria esistenza, come se il "nastro" della vita di ognuno venisse riavvolto. In concomitanza dell'apertura della mostra Dall'origine al destino, è stata svelata Before and after, l'opera site specific dell'artista argentino Jorge Macchi, che entra a far parte, in modo permanente, del patrimonio artistico del Centro Arti e Scienze Golinelli, costituita da una trama di cavi d'acciaio e mattoni di argilla. Orari: da martedì a venerdì 15-20; sabato e domenica 10-20 (compresi 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno)IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
A Parola Progetto non si affrontano quasi mai temi di attualità, ma questa puntata speciale è un'eccezione. Parliamo infatti con Tommaso Bovo di "Design Data. Indagine sul design in Italia", una ricerca che da alcune settimane sta facendo discutere l'intera comunità del design italiano.Partendo dalla pubblicazione di questi dati, affrontiamo temi cruciali per il settore: dal rapporto tra designer e industria alla crisi della critica, dalla trasformazione dei media alla crescente influenza dei podcast.Tommaso ci racconta il dietro le quinte della ricerca, il metodo adottato e le reazioni che ha suscitato, con la convinzione profonda che, se non si ascoltano i designer, il design non si può comprendere fino in fondo.I link dell'episodio:- La ricerca “Design Data. Indagine sul design in Italia”, curata da Tommaso Bovo con ISIA Firenze https://drive.google.com/drive/folders/1vX3oDZGcZA5oaJAl_rJAQm8tmlWf4eHP - “Design Data: il design raccontato dai designer” di Laura Traldi su Interni https://www.internimagazine.it/approfondimenti/opinioni/design-data-raccontare-il-design-dalla-parte-dei-designer/ - “Il racconto del design, oggi. Le mie riflessioni sulla ricerca di cui parliamo da giorni” di Paolo Casicci su Cieloterra https://www.cieloterradesign.com/editorial/design-designers/inserisci-il-titolo-5c9220 - “Da cosa nasce cosa” di Bruno Munari https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858128770
We explore the changing nature of shared cultural experiences, from the era of must-see TV to today's fragmented media landscape. This led us to ponder the value of communal viewing experiences and how streaming platforms might evolve to foster more connection.We then dove into a fascinating discussion on design, art, and the objects that surround us. Inspired by Bruno Munari's book "Design as Art," we contemplated the intersection of form and function, the concept of "quintessence" in everyday items, and the importance of creating beautiful, purposeful objects. This naturally flowed into an examination of our own collections, particularly focusing on typewriters.We wrapped up by reflecting on the emotional connections we form with certain objects, whether due to their design, provenance, or the memories they evoke. We considered how surrounding ourselves with meaningful, well-crafted items can fuel creativity and spark joy in our daily lives. Ultimately, we celebrated the beauty found in both the cutting-edge and the vintage, recognizing that true artistry transcends time and medium. -AI If you enjoyed this episode, please consider giving us a rating and/or a review. We read and appreciate all of them. Thanks for listening, and we'll see you in the next episode. Links To Everything: Video Version of The Podcast: https://geni.us/StudioSessionsYT Matt's YouTube Channel: https://geni.us/MatthewOBrienYT Matt's 2nd Channel: https://geni.us/PhotoVideosYT Alex's YouTube Channel: https://geni.us/AlexCarterYT Matt's Instagram: https://geni.us/MatthewIG Alex's Instagram: https://geni.us/AlexIG
Molto spesso il design nasce dal dialogo tra aziende e designer, ma anche tra due visioni diverse e complementari del progetto. È il caso di Frederik De Wachter e Alberto Artesani, ovvero DWA Design Studio.Dal 2005, si occupano di una vasta gamma di progetti: dagli interni alle installazioni temporanee, dalle vetrine agli oggetti. In questa puntata, Frederik e Alberto ci raccontano come DWA riesca a conferire un'identità d'autore a ogni progetto, grazie a un dialogo continuo tra ispirazioni diverse che spaziano tra arte, grafica e una genuina passione per i materiali. Esploreremo insieme un approccio progettuale che mette al centro, come dicono loro, il “valore del design” applicato “alle grandi e alle piccole cose”.La puntata è realizzata in collaborazione con il Lake Como Design Festival.I link della puntata:- il sito di DWA Design Studio http://www.dw-a.it- Mariotti Fulget, i produttori del Silipol https://www.instagram.com/mariottifulget- La mostra "Lightness on Paper" di Edizioni Lithos al Lake Como Design Festival https://www.lakecomodesignfestival.com/it/programma/lightness-on-paper- "Le memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar https://it.wikipedia.org/wiki/Memorie_di_Adriano- "Libro illeggibile MN 1" di Bruno Munari https://corraini.com/it/libro-illeggibile-mn-1.html
Marco Belpoliti"Scarabocchi"Il mio primo festivalDal 13 al 15 settembre, la 7. edizione del festival della Fondazione Circolo dei lettori e Doppiozero A Novara Scarabocchi disegna Facce visi voltiTra gli ospiti Rachele Bastreghi, Altan, Giovanni Muciaccia, Marco Aime, Laura Pigozzi, Tolja Djokovic, Federico Vullo, Pierre Bourrigault, Margherita Mattotti, Elena Tognoli... Novara, 5 settembre 2024. Scarabocchi, il festival dedicato al gesto primordiale dell'esistenza,torna per la 7. edizione, disegnando i contorni di Facce visi volti, in programma a Novara da venerdì 13 a domenica 15 settembre.La visione e l'incontro con l'altro sono i fili conduttori del festival ideato e organizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori con Doppiozero: tre giorni di eventi, laboratori e performance animate da grandi nomi dell'illustrazione, dell'arte e della cultura, nel cuore di Novara al Complesso Monumentale del Broletto.Tra gli ospiti, Rachele Bastreghi insieme ad Alessandro Baronciani e Mario Conte inaugura Facce visi volti con il concerto disegnato Un giorno da Psychodonna. E ancora: incontri e laboratori con il papà della Pimpa Francesco Tullio Altan, lo storico conduttore di Art Attack Giovanni Muciaccia, l'antropologo Marco Aime, la psicologa Laura Pigozzi, la drammaturga Tolja Djokovic, lo stencil artist Federico Vullo, illustratori e illustratrici come Pierre Bourrigault, Margherita Mattotti, Elena Tognoli. «Facce visi volti. Tre parole diverse per indicare la nostra visione dell'altro. Facce si riferisce direttamente all'azione del “fare”; visi indica l'aspetto dell'apparire e anche dell'immaginare; volti riguarda l'atto stesso del vedere. Noi guardiamo gli altri mobilitando innumerevoli aspetti del nostro carattere e, da quando abbiamo inventato lo specchio, ci guardiamo come se fossimo un altro. L'alterità è uno degli aspetti fondamentali della relazione umana. Un festival dedicato prima di tutto al disegno: laboratori per bambini e adulti, e incontri per scoprire con le mani e con gli occhi tanti aspetti: io, noi, essi» racconta Marco Belpoliti, curatore di Scarabocchi. Scarabocchi inaugura venerdì 13 settembre alle h 21 nella Sala Arengo del Complesso Monumentale del Broletto con Un giorno da Psychodonna. Lo show è un concerto disegnato a partire dall'album solista di Rachele Bastreghi, voce dei Baustelle, con l'illustratore Alessandro Baronciani e l'artigiano acustico Mario Conte: un'esperienza che unisce voce, pianoforte ed elettronica per esplorare il potere della creatività attraverso un format intimistico e coinvolgente. Sabato, il festival si anima fin dalla mattina con Macchie di colore, una performance di live painting di gruppo: tre grandi tele sono a disposizione di chiunque passi dal Cortile del Broletto e voglia lasciare la sua impronta di colori e personalità, per poi, alle h 17.30, lasciare spazio all'artista Federico Vullo che trasformerà questi segni creativi collettivi in un'opera d'arte unica. La giornata prosegue con laboratori dedicati ai più piccoli, come gli appuntamenti Le mille facce dell'arte curato da Cappuccetto Giallo e Visi comunicanti a cura di CreAttivi, che accompagnano i bambini e le bambine a esplorare l'arte in modo interattivo e divertente, scoprendo i segreti di artisti come Pablo Picasso e creando maschere colorate. Per gli adulti la Galleria Giannoni ospita Profili geologici con Elena Tognoli, un laboratorio che invita i partecipanti a rileggere il proprio viso come fosse un paesaggio, creando autoritratti stratificati con la tecnica della pittura a tempera. Margherita Mattotti in Giravolto riporta l'animazione artigianale alla dimensione della meraviglia da illusione ottica attraverso volti elaborati dai più piccoli e una trottola, mentre Alessandro Barbaglia in Sala Arengo ci conduce dentro una storia coloratissima con gli amici Tratto e Ritratto. Con Giuseppe Di Napoli torniamo in Galleria Giannoni per una lezione interattiva dal titolo Dove sono io?, esplorazione grafica e filosofica dell'identità personale, mentre Giovanna Durì, seguendo le tre maschere di Saul Steinberg, ci fa fare un viaggio nell'essenza di una faccia. Volto pagina! è invece il laboratorio kids del celebre illustratore francese di libri per l'infanzia e film di animazione Pierre Bourrigault diviso in due parti: la mattina cattura rabbia, felicità, sorpresa e tristezza, il pomeriggio dà vita a una divertente animazione. Il sabato continua con Laura Pigozzi e la sua lezione interattiva su racconti e analisi di un riconoscimento di sé; la messa in pratica di diverse tecniche pittoriche per rappresentare l'altro insieme a Francesca Rizzato e l'esperimento laboratoriale a coppie di Stefano Ricci. La domenica comincia con laboratori per bambine e bambini come Ogni faccia al suo posto e Disegnare sul volto con Monica Rossi, mentre gli adulti possono partecipare a Mestieri e talenti scritti in faccia con Manuela Bertoli, che analizza l'arte del ritratto come strumento di auto-espressione e scoperta dei talenti nascosti. Segue poi l'incontro Sguardi dall'Africa con l'antropologo Marco Aime, che condivide le storie e i volti delle persone incontrate durante i suoi viaggi, offrendo una prospettiva unica sulle culture e le tradizioni di questo vasto continente. La mattinata si conclude con Tolja Djokovic e il suo laboratorio per bambini con cui esplora quella linea continua e magica che racchiude il profilo di una persona e con Roberto Papetti e Stefano Tedioli che animano il sottoportico dell'Arengo con giochi di cattura della luce e raffigurazioni totemiche. Il pomeriggio comincia in compagnia di Francesca Zoboli che a partire da Dame e cavalieri (Topipittori) riscopre i profili di antichi personaggi dell'arte e della storia. Poi è l'ora di Francesco Tullio Altan che in Ritratti, facce ed espressioni condivide con il curatore del festival Marco Belpoliti e Giovanna Durì una riflessione critica e umoristica sui tratti fisionomici della nostra società. Michela Dezzani conduce Faccia a faccia con Bruno Munari, un laboratorio sulle molteplici ricerche visive dell'artista Munari attraverso il disegno delle facce. Antonio Laponeragiona sulla fisiognomica, la capacità di dedurre il carattere di un individuo attraverso l'aspetto esteriore, a partire da supereroi e maschere. Guido Scarabottolo guida una creazione artistica collettiva attraverso il movimento con esercizi acrobatici e clowneschi. In tutto questo non mancano nel week end angoli per disegnare e giocare grazie a Non si finisce mai di giocare nel Cortile del Broletto dove potersi rilassare tra un laboratorio e l'altro. Inoltre, pensato come una festa per tutta la città, Scarabocchi offre occasioni di crescita per i bambini e le bambine della scuola primaria con un calendario di attività in programma nei giorni precedenti all'inizio del festival, nelle scuole e all'aperto. I tre giorni di giochi, esplorazioni e riflessioni si concludono con il mitico Giovanni Muciaccia che presenta uno show di arte astratta e figurativa, di una carica espressiva, inedita e coinvolgente, che si domanda: lo scarabocchio può essere considerato un'opera d'arte? IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Come possiamo sviluppare un nostro punto di vista unico? L'innovazione digitale è in grado di rivoluzionare il sistema scolastico? In questa chiacchierata con Daniele Biancardi (Founder @ Kedea e Content Creator) ripercorriamo l'inizio della sua attività imprenditoriale e comprendiamo come la creazione di contenuti sia un atto di generosità, soprattutto se rivolto alla didattica e all'educazione. Per approfondire
(00:35) Da Bratislava, Alessandra Muglia ci aggiorna sulle condizioni del premier slovacco dopo l'attentato e sulle reazioni nel Paese.(07:45) Da Mountain View, Alice Scaglioni racconta le novità presentate all'evento annuale del colosso tech, in cui l'intelligenza artificiale diventa sempre più determinante.(14:20) Roberta Scorranese consiglia le retrospettive dedicate a due grandi artisti: Bruno Munari (a Traversetolo, provincia di Parma) e Alexander Calder (a Lugano).I link di corriere.it:La ferita all'addome, il coma farmacologico: come sta Robert FicoChi è l'uomo che ha sparato a Robert Fico: poeta e attivista per la non violenza (ma col porto d'armi)Così Google rivoluziona il motore di ricerca con l'intelligenza artificiale
«Non ci deve essere un'arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare». Lo scriveva Bruno Munari, artista e designer, inventore delle “macchine inutili” e creatore di oggetti divenuti mitici come la lampada Falkland e il posacenere Cubo. Poliedrico e visionario, Munari è una delle grandi figure del design e della cultura del Ventesimo secolo, le cui opere più iconiche si trovano oggi nelle collezioni permanenti dei più rinomati musei al mondo. Una grande mostra alla Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo celebra la poliedricità e la visionarietà del celebre creativo milanese che intendeva ristabilire il contatto perduto tra arte e pubblico. Quale l'attualità di Bruno Munari nella società liquida del XXI secolo? E quale ruolo riveste il design oggi? Per parlarne Voci dipinte ospita il curatore dell'esposizione, il critico d'arte Marco Meneguzzo. Per la mostra della settimana vi proporremo un viaggio nell'Espressionismo in occasione di una importante mostra ad Ascona. Vi proporremo infine la quarta puntata della serie originale Due chili di blu , dedicata all'epopea dell'Impressionismo.
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.Massimo Gerardo Carrese"Il grande libro della fantasia"il Saggiatorewww.ilsaggiatore.comIl grande libro della fantasia di Massimo Gerardo Carrese rappresenta un esercizio finora irrealizzato: fare dei processi creativi una storia da raccontare e una scienza da applicare. Dai Dialoghi di Platone alle opere di Bruno Munari, fino alle sfide dell'intelligenza artificiale, una materia incontenibile come la fantasia si dispiega cominciando con lo studio dei primi sguardi sul mondo e terminando con le tecnologie che annullano i confini tra realtà e finzione. Si rivela così un gioco lungo millenni le cui regole restano perlopiù misteriose. Carrese ci permette di scoprire, inoltre, i segreti e le differenze che intercorrono tra fantasia, immaginazione e creatività: i processi biologici e psicologici che le coinvolgono, le diverse capacità combinatorie che la nostra mente applica di volta in volta, i risultati – sempre straordinari e inediti – a cui l'umanità è approdata facendone un uso quotidiano. Ad accompagnare i capitoli, sezioni ludiche ci aiutano a trasferire la riflessione «fantasiologica» dal piano teorico al piano pratico: e allora tutto diventa possibile, un telecomando può trasformarsi in una sedia, una palla da basket in un'automobile. Perché non esiste alcun limite alla possibilità di reinventare l'universo in cui viviamo.Massimo Gerardo Carrese (Thun, 1978), fantasiologo di professione, analizza gli aspetti scienti ci e umanistici, ludici e artistici della fantasia, dell'immaginazione e della creatività. È direttore artistico del Festival fantasiologico.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it
Pour ce nouvel épisode, je vous emmène à la rencontre de Sarah Iannarella et Paul-Etienne Luca, les fondateurs de Justesse, Errance, Segment et de bien d'autres projets ou idées. Pendant près de 2 heures nous avons beaucoup ri, ça s'entend, Sarah et Paul-Etienne ont des personnalités hors du commun et forment un duo remarquable de joie et de créativité. Dans leurs différentes activités, tous deux donnent corps à leurs rêves, à ceux des autres aussi et ils ont une véritable vision autour du design qu'ils veulent rendre accessible, que les objets qu'ils imaginent et conçoivent puissent rejoindre aisément nos intérieurs. Notre conversation est riche de leurs parcours, de leurs idées foisonnantes, pleine d'humour, je suis heureuse de les avoir rencontrés et j'attends leur invitation pour un pique-nique géant autour d'ANA-GRAM... Si vous avez aimé cette conversation et que vous avez envie de soutenir ce travail qu'est la création d'un podcast indépendant, n'hésitez pas à vous abonner sur votre plateforme d'écoute, à le noter, à laisser un commentaire et à le partager autour de vous, c'est par ces actions que le podcast sera visible alors merci à vous ! Maintenant je laisse la place à Sarah et Paul-Etienne et à cette conversation passionnante que nous avons eu le plaisir d'enregistrer ensemble. Bonne écoute ! Leurs recommandations :Sarah : Bienvenue à Gattaca, Andrew NiccolPhoenix, If I ever feel betterLes livres de Bruno Munari sur le designPortrait de Dorian Gray, Oscar WildeSur la route, Kerouac Paul-Etienne : Lost in translation, Sofia CoppolaSolitaris (groupe de Métal)Schoppenhauer, L'art d'avoir raisonLe seigneur des anneaux, Tolkien en vieil anglais Leurs recommandations d'invités :Valentin Soulet et Jean Penet, TropismesGroupe Hamada dont fait partie Jean Penet Mes recommandations à la demande de Sarah et Paul-EtienneRavel de Jean EchenozPriscilla de Sofia CopollaRiver Man, Nick Drake
Acérquense que les compartimos la agenda cultural, hoy nos acompaña Piero Atchugarry, quien nos cuenta acerca de la exposición "El Artista" de Bruno Munari y conversamos con nuestro anfitrión Pablo Atchugarry.
Human / Humble / Honest / Heart / Humor Alfredo Häberli 4.12.11.23 Alfredo Häberli, 1964, ist Industriedesigner mit eigenem, 1991 gegründetem, Studio im Zürcher Seefeld: «Alfredo Häberli Design Development». Dort entwickelt er unter anderem für Firmen wie Iittala ikonische Designentwürfe. Er ist vor allem dafür bekannt, dass er Alltagsgegenstände gestaltet. Sein Credo: „Beobachten ist die schönste Form des Denkens.“ Er hat ein offenes Auge für das Schöne sowie Verwunderliche dieser Welt, offeriert neue Denkweisen und Blickwinkel und ist sich bewusst, dass man für die Poesie genauso Sinnlichkeit braucht als auch Disziplin. Seine Entwürfe wurden in zahlreichen Ausstellungen in ganz Europa gezeigt und er hat im Laufe der Jahre viele Auszeichnungen für seine Arbeit erhalten. Mit seinen Werken schafft Alfredo Häberli Räume und Objekte, die unsere besonderen, zeitgenössischen Lebensbedingungen verkörpern. Der in Buenos Aires geborene und in Zürich verankerte Designer beschreibt sich selbst als eine Mischung aus Schweizer Präzision und lateinamerikanischer Emotionalität. Instinktiv und vielseitig bewegt er sich vom Kleinen zum Großen, von der Architektur zur Szenografie, stets mit großer Sicherheit für die Poesie eines Entwurfs und mit einer geradezu unerbittlichen Konzentration auf das Detail. Buchempfehlungen von Alfredo Häberli LICHTENSTEIN, Claude & HÄBERLI, Alfredo: Die Luft sichtbar Machen. Ein visuelles Lesebuch zu Bruno Munari. Zürich (1995): Verlag Lars Müller TANIZAKI, Jun'ichirō: Lob des Schattens. Zürich (1988): Manesse Verlag ALEXANDER, Christopher & ISHIKAWA, Sara & SILVERSTEIN Murray: A Pattern Language. New York (1977): Oxford University Press TARUFFI, Piero: Stil und Technik des Rennfahrens. Erfahrungen eines Meisters im Rennsport. Stuttgart (1964): Mororbuch-Verlag STEINBERG, Saul: All in line. London (1954): Penguin Books
Questa settimana tanti nuovi spunti interessanti ed idee per la tua pratica artistica dalla chiacchierata con Giulia Orecchia, illustratrice.Giulia lavora come illustratrice dal 1980 e ha illustrato soprattutto libri per bambini e ragazzi; ha vinto, tra gli altri, il premio della rivista Andersen come migliore illustratore nel 1997 ed è stata l'ospite d'onore alla mostra internazionale di illustrazione di Sarmede nel 2006. Giulia Orecchia è un'artista sensibile e delicata. Ha lo stesso sguardo incantato che hanno i bambini, e le piace creare per loro qualcosa di stimolante, e sempre divertente. Giulia ci racconta della sua infanzia, della Scuola di Design che ha frequentato, di Bruno Munari, e tanto altro. Un episodio golosissimo.Ogni settimana una nuova storia, una nuova vita, dietro le immagini.Questo è un podcast indipendente. Clicca i link qui di seguito per: diventare un mio PATREON e sostenere questo podcast con un piccolo contributo per coprire le spese di produzione ed aiutarmi a continuare questo progetto;ricevere la NEWSLETTER de “Il mondo invisibile” in cui parlo del mio percorso di crescita attraverso le chiacchierate di ogni settimana, e tutti i links agli argomenti di cui abbiamo parlato in quest'episodio;seguire l'account INSTAGRAM @ilmondoinvisibilepodcast e la pagina FACEBOOK con lo stesso nome, per vedere le opere degli artisti, e per mandarmi i tuoi commenti.Grazie milleA presto!
Cosa c'entra è un podcast del Post condotto da Chiara Alessi. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Andrea Tomasetig"Nel vento della poesia"La natura nei libri e nelle opere di Alberto CasiraghyMilano, Museo di Storia NaturaleIl Museo di Storia Naturale di Milano ospita fino al 12 novembre la mostra “Nel vento della poesia.La Natura nei libri e nelle opere di Alberto Casiraghy”, promossa dal Comune di Milano – Cultura e dal Museo di Storia Naturale, con la curatela di Andrea Tomasetig e con il sostegno di Coltellerie Berti e di Consigli.Alberto Casiraghy (Osnago, 1952) è un artista del libro che spicca per bravura e originalità tra gli stampatori italiani e internazionali. Gli undicimila “librini” delle edizioni Pulcinoelefante – oggi conservati alla Casa Museo Boschi Di Stefano di Milano – pubblicati in quarantun anni di attività, di cui più di mille con la poetessa Alda Merini, lo hanno reso celebre ben oltre la cerchia dei bibliofili. Alla notorietà hanno anche contribuito le centinaia di persone, tra cui scrittori e artisti, che con lui hanno pubblicato, oltre alle decine di mostre realizzate in Italia e all'estero. Il progetto espositivo al Museo di Storia Naturale di Milano non è solo una rilettura inedita delle edizioni Pulcinoelefante attraverso la lente della Natura, ma la presentazione del nucleo centrale del lavoro di Casiraghy, il quale gioca il ruolo di tipografo, autore, artista e editore all'insegna di una visione del mondo profondamente legata agli elementi naturali, alle stagioni, agli “amici animali”, alle necessità e ai nutrimenti primordiali – la fame e la sete, il pane e l'acqua – e ai sentimenti più profondi dell'uomo – l'amore e la libertà, innanzitutto – affrontati senza alcuna retorica, da poeta che ama anche la tipografia e i libri.Grazie a questo progetto, la ricerca artistica di Casiraghy entra in perfetta simbiosi con lo storico Museo milanese, centro di studi scientifici sul mondo naturale fin dall'Ottocento e da anni luogo di divulgazione per adulti e famiglie.Quando Casiraghy si esprime come autore con aforismi e brevi versi e quando interviene come artista, l'adesione alla natura è totale. Nei suoi testi esposti in mostra trovano posto il vento, i suoni, gli alberi, le radici, il bosco, il fiume. Sa vederli e sentire oltre le apparenze, è in sintonia con loro e sa meravigliarsi delle loro infinite risorse. Il panteismo di Alberto è totale ed è la chiave per comprendere tutto il suo lavoro, un moderno e laico Cantico delle creature. L'artista ha per “amici” tutti gli animali, quelli veri e quelli creati dalla sua immaginazione, si sdegna per come sono (mal)trattati e non si sogna di mangiarli. I pesci presi all'amo, le balene arpionate, le aragoste straziate a Natale e soprattutto i maiali destinati al macello restano impressi in modo indelebile in edizioni a volte surreali e a volte espressioniste per il rosso sangue che le marchia. Una costante è poi l'amore per la natura di altri continenti, come l'Africa: un mondo per lui popolato di animali liberi, rinoceronti, zebre e altre fantastiche creature. Gli aforismi, essenziali e spesso spiazzanti, sono accompagnati da grafiche e collage fantasiosi in un libero e sempre sorprendente rapporto tra testo e immagine, confezionato nell'inconfondibile formato dei “pulcini”, suggestivi fin dalla copertina. Una sezione della mostra è dedicata alle “affinità elettive” di Casiraghy, ossia a pensieri e aforismi di autori del passato e contemporanei condivisi da Alberto e da lui accompagnati da un'opera. Spiccano Alda Merini in compagnia di Pitagora, Gustave Flaubert, Marcel Proust, Cioran, Sebastiano Vassalli. Vale anche il caso complementare: una manciata di artisti della “scuderia” di Osnago che bene si rapportano ai suoi testi: Luciano Ragozzino, Luigi Mariani, Alberto Rebori.Alberto Casiraghy è un poeta-artista e un artista-poeta (è difficile dire se prevalga l'autore di folgoranti aforismi e poesie o l'artista surreal-dadaista), che ha fatto del libro il suo strumento d'elezione e che può considerarsi come l'erede più vicino di Bruno Munari. Sbalorditivo e impossibile da replicare per qualunque altro stampatore al mondo è il numero degli scrittori e degli artisti coinvolti nei suoi progetti: tra gli altri, Enrico Baj, Maurizio Cattelan, Guido Ceronetti, Gillo Dorfles, Emilio Isgrò, Franco Loi, Giorgio Manganelli, Gualtiero Marchesi, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Giuseppe Pontiggia, Arturo Schwarz, Ettore Sottsass, Tonino Guerra, Sebastiano Vassalli, fino a Andy Warhol e i poeti della beat generation. Su tutti spicca il rapporto privilegiato con Alda Merini, che nell'arco di diciotto anni ha prodotto ben 1.189 titoli. I suoi volumetti di otto pagine sono delle vere e proprie opere d'arte, con un breve e incisivo testo (un aforisma, una riflessione, una poesia – lui stesso ne è ottimo autore), cui segue una grafica o un'opera originale (molte sono di sua creazione) o addirittura oggetti incorporati. Il fondatore delle edizioni Pulcinoelefante è anche liutaio e violinista per diletto.Andrea Tomasetig è dal 1979 un libraio antiquario milanese specializzato in Novecento e operatore culturale. Con originali cataloghi anticipa alcune tendenze del collezionismo contemporaneo italiano: futurismo, avanguardie internazionali, prime edizioni di letteratura italiana, illustrazione, manifesti, ex libris, a cui si aggiungeranno storia e cultura d'impresa, cinema, fotografia, grafica editoriale e editoria, gastronomia. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Pour cet épisode de rentrée, je me suis dit que nous n'allions pas nous arrêter en si bon chemin, qu'il nous fallait poursuivre l'évasion ! Et l'invitée de ce nouveau numéro d'allora… va nous y aider, car nous partons à la rencontre de Carolina de Salvo. Aventurière des temps modernes, baroudeuse, vagabonde, exploratrice... Elle est à elle seule une ode au voyage ! La marche est son moyen de transport favori, celui qui lui permet d'aiguiser son sens de l'observation. Le dépassement de soi est son moteur, la rencontre, sa philosophie de vie ! Sa devise lui vient de l'écrivain britannique Kipling : « Il y a deux sortes d'hommes dans le monde : ceux qui restent chez eux, et les autres ! » Très clairement, nous savons déjà quel camp elle a choisi ! Dans ce 5ème épisode, nous décollons donc pour Rome, sa ville natale, puis nous partirons en virée en France, le pays qu'il l'a par la suite adoptée, et au fil des confidences, nous vadrouillerons aux 4 coins du monde ! Vous l'aurez compris le voyage c'est sa passion, mais c'est aussi son métier. En plus, elle a fait le choix de nous emmener dans ses valises. Au fil de l'année, on embarque donc avec elle, à bord d'une émission d'évasion emblématique du service public : « Faut pas rêver », sur France 3, dont elle est la présentatrice depuis 5 ans ! Mais le temps de cet épisode, elle va devoir faire une exception... car son parcours inspirant et ses nombreuses échappées vont bel et bien vous faire RÊVER ! C'est ce que je vous propose de découvrir... Bell'ascolto ! ✨ Les inspirations italiennes de Carolina : Le sculpteur toscan Massimiliano Pelletti et son œuvre « La Vénus aveugle » Instagram : @massimiliano_pelletti / Site Internet : www.massimilianopelletti.com L'artiste et performeuse sicilienne explosive Loredana Longo, qui travaille autour de « l'esthétique de la destruction ». Instagram : @loredanalongo / Site Internet : www.loredanalongo.com Le livre de photographies « Supplemento al dizionario italiano » (Supplément au dictionnaire italien) ou l'art de la gestuelle italienne, du célèbre designer et plasticien italien Bruno Munari. Le « grigri » qui l'accompagne à chacun de ses voyages : la Paesina, également appelée « Pierre Paysage », que l'on trouve dans les carrières italiennes, notamment en Toscane. Son plat italien « Madeleine de Proust » : le pesto alla Genovese et sa déclinaison sicilienne, le pesto alla trapanese ! Le conseil « dolce vita » : l'art de la pause « caffè » et plus spécifiquement la tradition Napolitaine du « caffè pagato » (le « café suspendu »). La chanson « Meraviglioso » de Domenico Modugno ! La personnalité à ajouter sur la liste des futurs invités d'allora : Roberto Ruspoli, peintre d'œuvres murales ! Instagram : @robertoruspoli Le poème « Mattina » de Giuseppe Ungaretti : « M'illumino d'immenso con un breve moto di sguardo. » Il mondo de Carolina de Salvo : Instagram : @carolinadesalvo Retrouvez Carolina dans « Faut pas rêver » sur France 3 ! Instagram : @fautpasrever_ @france3 Site Internet : www.france.tv/france-3/faut-pas-rever/ Merci à l'Hôtel The Hoxton - Paris pour son accueil. Adresse : 30-32 Rue du Sentier, 75002 Paris (Tel. 01 85 65 75 00) Instagram : @thehoxtonhotel @mercatinoparis / Site Internet : https://thehoxton.com/fr/paris/ Conçu, réalisé et présenté par Claire Plantinet Montage & Mixage Générique : François Praud Musique : Happy Clapping Cinematic Score / PaBlikMM / Envato Elements Création visuelle : Thomas Jouffrit Podcast hébergé par Ausha. Contattami, Scrivimi ! Suivez allora sur Instagram @allora.lepodcast & Facebook @alloralepodcast ! Si le podcast vous plaît, et vous inspire des idées, des suggestions… n'hésitez pas à m'écrire sur les réseaux sociaux ou à l'adresse suivante : alloralepodcast@gmail.com ! Vous pouvez aussi me laisser vos “stelle” ou vos commentaires sur iTunes, Spotify, ApplePodcast, ou GooglePodcast. C'est tellement précieux ! Grazie Mille !
Alessandro Sanna, Paola Quintavalle, Paolo Fresu"Crescendo"Gallucci Editorehttps://galluccieditore.comCrescendo. Nove mesi di attesa.18 minuti di poesia musicale.Dal concepimento alla nascita, Alessandro Sanna racconta la meraviglia della vita che cresce, affidandosi unicamente alla tecnica dell'acquarello.Una delicata storia, accompagnata dal testo di Paola Quintavalle, costruita a partire dalla forma della pancia della mamma. All'interno del libro è presente un QR Code per ascoltare 18 minuti di musica appositamente composta ed eseguita da Paolo Fresu.Paola QuintavalleScrittriceNata a Roma, ha lavorato a lungo con i bambini tenendo laboratori basati sui metodi e le idee di Bruno Munari sulla costruzione del libro. Dal 2003 si occupa di illustrazione e libri per l'infanzia e per i ragazzi. Crescendo, realizzato con Alessandro Sanna e Paolo Fresu, è la sua opera d'esordio come autrice. Vive a New York.Alessandro SannaArtistaÈ nato nel 1975 nella pianura tra Mantova, Verona e Modena, ma suo papà gli ha messo nel sangue il mare e il vento della Sardegna. Da piccolo era convinto di saper volare, prevedere il futuro e imitare tutti i suoni del creato. Ha giocato sempre tantissimo, con gli altri all'aria aperta o da solo con mozziconi di supereroi e macchinine. A undici anni questa passione per il gioco si è trasformata in disegno: disegnare, disegnare e ancora disegnare, dimenticando che nella vita ci sono altre cose. Adesso che disegna per lavoro, le altre cose può riscoprirle e apprezzarle, perché sono loro che gli permettono di continuare a giocare con pennelli, matite, mani sporche e gocce d'acqua indomabili. Per Gallucci ha illustrato Nidi di note, Storie di parole, Storie di giochi, Lettori, Il gallo bello e Crescendo, una delicata storia tutta per immagini, costruita a partire dalla forma della pancia della mamma con allegato un Cd inedito contenente 18 minuti di musica appositamente composta ed eseguita da Paolo Fresu.Paolo FresuMusicistaÈ nato nel 1961 a Berchidda, nella bella collina solare della Sardegna del Nord. E chissà come quel sole scintillava, sulla tromba del fratello che suonava nella banda del paese, quando Paolo bambino andava a frugarla. Quello scintillio d'oro, odoroso d'olio metallico, gli ha segnato la via. Quando a dieci anni è entrato nella banda anche lui, sapeva fare già molto. Quando ha cominciato a suonare pop e salsa col complessino, ha imparato il resto. Ma quando un giorno ha ascoltato una cassetta di Miles Davis, ha sbarrato gli occhi: “E cos'è questa cosa bellissima?” Eh sì, c'era altro, molto altro da suonare, bisognava mettersi sotto. Così quando a Sassari, per i bei voti della maturità industriale, la SIP (Società telefonica) lo ha chiamato al lavoro, lui era già via: aveva altro da fare. E lo sta facendo. Per Gallucci ha accompagnato con la sua musica, raccolta in Cd, prima i testi di Nidi di note, poi le illustrazioni di Crescendo di Alessandro Sanna.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Rendez-vous sur Instagram: @betyle__Email: betylepodcast@gmail.comBetyle est un podcast créé par Sophie Lambert, Carla Romano & Nicolas Cazenave de la Roche Hébergé par Acast. Visitez acast.com/privacy pour plus d'informations.
What happens when a designer decides to make picture books? What happens when she goes and gets creative with the illustrations? While remembered for many things, I'd say that this 1983 release is without a doubt the best known of creator Ann Jonas. You may remember it yourself. It's the picture book where you read it one way and then turn it upside down and read it the other. It feels like a dare, and comes off as the number one book Betsy had to produce when she worked as a children's librarian. Countless adults would come up to her saying, "There was this book when I was a kid and it was black and white . . ." They literally didn't have to say anything else after that. We have no doubt that this book blew little minds. It may not be the most plot forward of the picture books out there, but who the HECK cares? Show Notes: We mention a couple books in the course of this podcast. If you like this one, please check out Robo-Sauce by Adam Rubin, illustrated by Daniel Salmieri or the works of Bruno Munari. Betsy Recommends: The If Books Could Kill podcast Kate Recommends: The morathanenough Instagram account For the full Show Notes please visit: https://afuse8production.slj.com/2023/04/24/fuse-8-n-kate-round-trip-by-ann-jonas/
Semplice, autentico, collaborativo, pratico, informale: queste parole chiave sono importantissime per il design di oggi. Succede anche che siano il manifesto di Simple Flair, studio milanese di consulenza creativa fondato da Simona Flacco e Riccardo Crenna.Entrambi architetti, si muovono con grande dimestichezza tra arredi e newsletter, tra cantieri e Instagram, promuovendo il loro lavoro ma anche quello delle aziende con le quali collaborano.La loro decisa presenza on-line trova il suo contraltare in spazi fisici come Riviera e collezioni di oggetti come Vero, rendendo Simple Flair un singolare esempio di come il buon design e la comunicazione possano andare di pari passo.Il sito di Simple Flair https://www.simpleflair.itIl sito di Vero International http://verointernational.comIl sito di Riviera, where things happen https://www.riviera.website"Fantasia" di Bruno Munari, suggerito da Simona bit.ly/3YtwrJy"L'arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi" di Arthur Schopenhauer, suggerito da Riccardo bit.ly/3PvTrnp
Andrea Tomasetig"Maria Mulas"Milano, ritratti di fine '900Palazzo Reale, Milanofino all'8 gennaio 2023Le sale dell'Appartamento dei Principi di Palazzo Reale a Milano ospitano - fino all'8 gennaio 2023 - la mostra Maria Mulas. Milano, ritratti di fine '900, promossa dal Comune di Milano – Cultura prodotta e organizzata da Palazzo Reale e dall'Archivio Maria Mulas, con la curatela di Andrea Tomasetig. L'archivio fotografico contiene, oltre a reportage e lavori di ricerca, anche un numero imponente di ritratti – oltre 500 – di personaggi di primo piano delle arti e della cultura. In mostra ve ne sono un centinaio, giunti da una lunga esposizione al Museo Nazionale Slovacco promossa dall'Istituto Italiano di Cultura di Bratislava e frutto di una selezione che documenta lo stretto rapporto della fotografa con Milano e i suoi protagonisti nel trentennio che conclude il Novecento.Milano in quegli anni sta affermandosi come la capitale del design, della moda, dell'editoria, e non solo. È il luogo intorno a cui ruota un universo di talenti nativi o d'adozione, giunti da tutta Italia e dal mondo. Maria, arrivata poco più che ventenne nel lontano 1956 dalla natia Manerba del Garda sulla scia del fratello, li ritrae nei posti giusti e nei momenti giusti e ce li restituisce con una freschezza e intensità senza eguali, degna erede del fratello maggiore Ugo scomparso prematuramente nel 1973. Gli anni Settanta, Ottanta e Novanta sono per lei una girandola di incontri, Biennali veneziane e Kassel, allestimenti e inaugurazioni di mostre, presentazioni letterarie, feste e reportage in giro per il mondo. Ma il luogo d'osservazione privilegiato è sempre Milano che, come un magnete, accoglie e integra le varie provenienze regionali e straniere, ed è in quegli anni uno straordinario laboratorio di creatività e modernità che poi ritrasmette in Italia e nel mondo. Facendo della città il proprio epicentro, Maria Mulas ha mostrato come nessun altro il volto del mondo artistico e culturale milanese, italiano e internazionale.Sono centinaia e centinaia coloro che sono stati ritratti da lei: artisti, galleristi, critici, designer, architetti, scrittori, editori, giornalisti, stilisti, registi, attori, intellettuali, imprenditori, amici. Un elenco dettagliato ne riporta ben 539, dalla “A” di Claudio Abbado alla “Z” di Franco Zeffirelli. Non meraviglia che il Comune le abbia dedicato nel 1998 una grande mostra sempre a Palazzo Reale, consacrandola come “l'occhio di Milano”, e che oggi la celebri nuovamente come la fotografa che - pur appartata rispetto al circuito delle gallerie e del mercato dell'arte - ha colto l'anima profonda, vera di Milano, che è una città non in posa, ma dinamica, al lavoro, la città delle arti e delle professioni e dell'imprenditoria più avanzata.Per facilitare il percorso del visitatore l'esposizione è suddivisa in sei sezioni: Architettura e Design; Arte; Letteratura e Editoria; Moda; Arti dello Spettacolo; Milano cosmopolita e Maria nel mondo. È evidente che, dato lo spazio a disposizione, non ci possono essere tutti i nomi importanti che ha ritratto, né Maria Mulas poteva allora fotografare tutti quelli che noi oggi riteniamo importanti. Ma dal suo formidabile archivio emerge una sequenza altamente rappresentativa di personalità che incarnano molta parte della cultura italiana e del made in Italy. Alcuni nomi: Giorgio Armani, Gae Aulenti, Joseph Beuys, Giorgio Bocca, Roberto Calasso, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Dario Fo, Carla Fracci, Allen Ginsberg, Krizia, Vico Magistretti, Enzo Mari, Marcello Mastroianni, Ottavio Missoni, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Gio Ponti, Miuccia Prada, Ettore Sottsass, Giorgio Strehler, Ornella Vanoni, Lea Vergine, Luigi Veronesi, Gianni Versace, Andy Warhol.La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dall'editore Umberto Allemandi, con scritti di Andrea Tomasetig, Paolo Fallai, Stefano Salis e Patrizia Zappa Mulas.https://www.allemandi.com/IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
James Melia is a British designer working in the fields of industrial design, branding, packaging visualization a UX/UI. A keen observer of human behaviours, he has been interested in unusual solutions to common problems for as long as he can remember. Since founding the studio Blond in 2015, he's worked with a variety of clients looking to disrupt their respective industries. In this episode we're talking design with James, along with some of his work and outlook to the future. About the podcast: Single Serves is a podcast where we interview experts on single issues of interest to architects and designers. The thought-provoking ideas shared here are intended to inspire our listeners to become well-rounded entrepreneurs who are the leaders of their field. Credits: ©2022 Produced by Révélateur Studio & edited by Chris Rodd Transcript below edited for clarity and brevity: RVLTR: James Melia is a British designer working in the fields of industrial design, branding, packaging, visualization, and UX and UI. A keen observer of human behaviors, he has been interested in unusual solutions to common problems for as long as he can remember. Since founding the studio Blond in 2015, he's worked with a variety of clients looking to disrupt their respective industries. Today we're going to talk design with James, along with some of his work and outlook on to the future. So thank you very much, James, for being on the show. James Melia: Thank you for having me. It's a pleasure. RVLTR: So can you tell us who you are and what you do in your own words, in three sentences or less? James Melia: Three sentences or less, okay. Challenge. We are a industrial design agency based in Central London. We primarily focus on industrial design, or we do have offshoots of that, visualization and UI and branding, which you've already mentioned. And fundamentally, as an agency, we focus on bringing a really deep-rooted narrative to the products that we produce, and focus on a very high level of quality as well. RVLTR: So when did you figure out that you wanted to become a designer? James Melia: Good question. I think I fell into it. I think I was kind of attracted to being a graphic designer, at school, and not for anything more than just being relatively superficial, and thinking it was quite a cool profession, and seeing that wearing suits and doing something that is maybe not conventional in this sort of academic sense. And then as I went through the school process, I started to realize I enjoyed making things and bringing 3D objects to life, your DT lessons and things like that you have in the UK. I don't know what you call it in the US, or in Canada. And then I went to university with the intention of being a BSC engineer, basically, a product engineer, design and engineering focus. Did a foundation course in engineering path. Surprisingly, maybe not surprisingly, and then realized though, at the end of that, that really wasn't for me. It was too technically focused. As much as I really enjoyed the technical element, I'm much more driven and drawn to the creative side of industrial design. So I mean it was a really lucky and fortunate path that led me to the creative industrial design profession. RVLTR: So we ... let's talk a bit about design in more general terms. We hear a lot about the idea of good design, and I personally have an opinion on what that would be. What is good design in your opinion? James Melia: Big question. A good design fundamentally has to consider sustainability. When we're talking about designing 3D products, which you're doing all the time, inevitably these things have a lifespan. So as an industrial designer you have to consider sustainability in everything that you do. That's the first thing. I mean it, almost frustratingly, entering design awards recently I've noticed that there's always a category for "sustainable design." It shouldn't be a category. It shouldn't even be a separate topic. It should just be embedded in every single one of the other categories. So that's the first thing. But to achieve that, maybe it's not always just about the materials you use. Sometimes it comes down to how you actually manage the aesthetics, and assuring there's no aesthetic obsolescence that is designed into something. So not following trends. And that's a big thing for Blond, my agency. We don't necessarily follow trends. I mean, obviously we're aware of them. We don't intentionally disregard them, we just are not drawn to them or follow them from a creative point of view. We design things and embed kind of an aesthetic and a narrative to our products that is really driven by the user's requirements, functionally, aesthetically. And from that you naturally get a product that has inherent longevity to it, because it's useful, and aesthetically it's not going to go out of date. So for me that's a good product. Yeah, I think so. RVLTR: Yeah, that makes sense. One of my favorite product brands is OXO. I'm sure you're familiar with them. James Melia: Yeah, they do good work. RVLTR: And while their products are pretty cheap, both in terms of price and quality, meaning that some of them eventually end up breaking, but I find myself going back to it because they're so well-designed from the perspective of the user experience and how they fit in your hands, because they're kitchen utensils, right. So I think a lot of the qualities you've described are in products like that. So when you start designing a product, you're given a brief, how do you go about making sure that all the things you've described are part of it, and what are some of the challenges you face when you're coming up with a new product for a client? James Melia: It's interesting, to circle back to your first point, that you mentioned OXO. Because we worked with one of their biggest competitors here in the UK, only really slightly larger, called Joseph Joseph. We designed a water bottle for them recently. They have, I would say, a very similar stance and benefits to their consumers. They're always looking for a USP that's actually beneficial. It's not just a gimmick. It really does solve a problem. And so working with them has been really enjoyable, because they have a certain synergy, I think, in the way we approach work. But to answer your second question, it depends upon the client, depends upon the brief. I mean every brief is so different. Sometimes you can get a paragraph from a large corporation and 20 pages from one certain client. And the first thing you need to do is to really, really define what the brief is and sort of collaborate on that. First of all, there's something that people don't necessarily talk about, they talk about doing their design work, but sometimes just collaborating on the brief to an extent is a really important step. Really understanding what the client wants, whether there's any way to make it better and to increase business strategy, or increase the way that we manage to benefit the user. From there, what we would do is look to conduct, with everything we do, depending on budget, obviously ... it scales up and down, but a holistic bit of product strategy, and obviously research before that. And that allows us to identify market opportunities from a commercial sense, but more importantly functional requirements, and often functional requirements that the user wouldn't know they even had, that help us answer problems and create a really meaningful and useful product. RVLTR: And so a big part of design, both industrial and I think in any other area of design, architecture, interior design, graphic, is really to take the brief, kind of study it, do your own research, so to speak, and see if you can come up with maybe a better brief or better solution to the client's problem. So that's pretty well understood by designers. Do you ever walk away from a client because you don't understand the brief, or the brief doesn't mesh with what your firm's about, or you always try to maybe show them a different way or a different path, or maybe an entirely different solution? James Melia: All of the above, actually, to an extent. I would never walk away from a brief if I don't understand it. We always make sure that we understood, first of all, before walking away. But we've turned ... we regularly turn down work. Just yesterday we turned down work for a vaping product. I mean, I don't know, for us as an agency, that my staff and me would want to be involved in anything nicotine-related. That's the first thing, has to gel with the studio, and what everyone's happy working on. You got to think about your staff as well as overheads and just your general morals. Obviously, you have to be in quite a fortunate position like we are to be able to turn down work like that, which is generally quite highly paid. We will turn down work after collaborating on a brief if it looks like ... if we think that it's not going to be successful or actually bring benefit, or have a reason to exist. That's the big one. It doesn't have a reason to exist, essentially it's purely commercial, and just for financial sake. We've turned down a few projects eventually, after sort of fleshing out the brief of the client, because it is clear that it will potentially be landfill waste in a year or so's time, and sold cheaply, and just made to make money primarily. Unless it has some kind of drive behind it to better human existence or make people's lives better or easier, then we wouldn't necessarily take it on. RVLTR: Yeah, that makes sense. So can you speak a little bit to maybe your design heroes? Who are the people you respect, both in the industrial design world, maybe outside as well? James Melia: I'd been asked this question before, and is it maybe a cliche answer, but I've always enjoyed Dieter Rams' work and still do, particularly from an industrial design point of view, particularly after Jonathan Ive and the Apple team were heavily inspired by his work. He's been popularized and almost a household name, I guess, but he's still an influence to some extent. There are several studios that have been operating for 20-plus years that I respect, and their continual output of good-quality work. And then outside the industrial design world, or maybe crossing between industrial design and architecture, I've always enjoyed the likes of Jan Echolson and Bruno Munari, just from a design thinking point of view, and their ability to be able to create long-lasting objects, really elegant analog objects, that will always be enjoyed for generations. RVLTR: Yeah, and it's interesting what you say about long-lasting objects that don't become obsolete. And you've touched on that a couple of times throughout this conversation. It seems like that's a common thread across your work, but are there other kind of design principles or a kind of philosophy or common threads that you can talk about, that are very important to you? James Melia: Could you provide an example, potentially, and then I will ... RVLTR: Well, similar to what you just said about obsolescence, designing objects that people will enjoy for a long time, and not just discard because two years from now it looks like it's out of date, or it's been replaced by the latest gizmo. So maybe to reframe that question, speak about if you have any kind of principles that you can lay out that you have written down, or your philosophy about design and how you approach each project. James Melia: There's three main principles that make up what we call conscious design. These are, first of all, we would say that every product needs to be useful. So it should be ... have a purpose and a positive impact on the user's life. If it's not useful, what's the point of it existing? Second, needs to be deliberate. So no detail is superfluous, nothing. You can see that in our work. Everything's been stripped back. I quite often say to the designers, when I have design reviews, "Why do we have these three separate details in this one product? Can we split it across and make sure that there is a particular meaning for that detail existing?" And I think that bestows all the work that we do with minimalism, which is not intentional from an aesthetic point of view, but actually from a design story narrative point of view. And then thirdly, we like to think of it as aware, so needs to fit within the world we inhabit, and not just designed for today, but designed to be passed down and enjoyed by future generations. So again, touching upon the point that you ... the reoccurring theme of the podcast so far. RVLTR: I'm personally fascinated with objects that are designed predominantly because of how they function. I'm thinking about cameras or motorcycles or cars. There's room for a bit of design, but by the way of ... because they function a certain way and ... when you use a camera, the shutter is always more or less in the same place, and you hold it more or less the same way. There's some paradigms that you can't really change or it might be too disruptive to the way people use the object to change. What's your thought on that, and can some of those principles be applied to maybe less functional objects that have a little bit more room for design itself? Because I'm always fascinated ... I'm a photographer, so I ... cameras are, no matter what brand you use, it's always kind of the same way. And I understand why, but I'd love to hear your take on that. James Melia: And there's a couple of elements that I guess define that, more than what people are used to. What functionally just absolutely works. There's a thing in industrial design people say, "No one's been able to successfully redesign the umbrella," because it's so perfect and everyone's so used to it. There's an element of that, I guess, to those things. Also, maybe there's a kind of industry standard that people are worried about disrupting, maybe. Most of the controls in the camera to the right. Is that correct? I mean, what percentage of the world are right-handed? There's still a fundamental sort of concern about taking, especially on some of the larger, more analog cameras, the more professional ones, taking analog controls and making them digital. I think to ... it'd be quite a disruptive product to rethink something like that that's been exactly the same for what, a hundred years? RVLTR: Yeah, and there are a few examples. I mean the iPhone is the obvious one, where you took something that had a keyboard and a tiny screen, and then you turned the screen into the keyboard, and then kind of completely changed the paradigms. But those are pretty rare it seems. And once something start working, it's more of an evolution then. Because fundamentally, if you take a car, it's working the same way it has for 120 years. It's evolved. Obviously it's more elaborate, more complex, but the basic driving experience is basically the same. So that's always been fascinating to me. And I wonder if someone had to invent the car today with today's technology, if it would be completely different, or if you'd had a blank slate, which is not going to happen, obviously. James Melia: I wonder whether it's just the car, though. And if you had a blank slate on the way that the infrastructure worked, as in the roads and the light systems and the roundabouts, then I think it'd be a very different thing. But the fact is that you're ... even these brand new electric cars you're seeing that look very conceptual, but they're actually existing, which is exciting, you're still penned in with the same restrictions. The Tesla's got a floating iPad essentially, and nothing else, which is amazing, interesting, from a design point of view. They're still constrained by exactly the same parameters in terms of safety and road infrastructure. RVLTR: Yeah, because you have to contend with the same infrastructure. You have a very good point. So is there a project of yours in particular that you're the most proud of, or that kind of stands out? James Melia: There was one recently. It's actually the brand I've already mentioned in the podcast, Joseph Joseph. They're kind of similar to OXO, you've also mentioned. RVLTR: The water bottle? James Melia: Yeah. That one particularly. I mean it's very, very difficult space to innovate in, if you're not just sticking technology in something. I mean, people have put LEDs and UV cleaning elements in water bottles, which is arguably innovative and useful, but eventually will time out and break. I think we always try to find some analog solution to a problem, or we know that we find. But first of all, I think actually being able to identify a opportunity in a space that's been so heavily occupied was really successful, was very happy with. We actually did a lot of observational research. You ask people about water bottle, not going to say, "Oh, I have deep thoughts," about their water bottle, to an extent. So we went out into London just before the pandemic, and took a couple of days just observing people using water bottles, and what we found was, people on the phone had the water bottle in their hand, newspaper, and they're kind of like struggling with this cap they've taken off. And so we just found this opportunity to try to somehow make the cap less of a thing that could be lost, or could just be an extra thing you have to hold in your hand. So from that observational research, which I'm the largest advocate of, as opposed to interviewing one on one or even on a bigger scale, we were able to create a method where the cap just slides over the neck of the bottle and it stays there whilst you drink. So also has the benefits in terms of hygiene and storage. So if you take the cap off the neck and store it inside the cupboard, you're not going to get the smell when it's being contained and sealed. That I'm particularly proud of, and even more so proud of it that people don't recognize it. It goes slightly unnoticed, which from a commercial point of view is a bit frustrating. There needs messaging to sort of show that you can use this function, but if you manage to create such a great USP, and it not be screaming at you, then that answers all of the Blond ethos, everything we've been trying to achieve. And even though it's just a simple water bottle it's probably the thing that I'm most proud of, because of that. RVLTR: That's interesting. So how do you go about doing those observational studies? Where do you go to observe people using drinking bottles? That's a very interesting question to me. James Melia: Yeah, it's a bit of a spying, isn't it? And obviously don't want to take too many pictures because it's not ... It's a bit strange. But we went out to London, the Underground, the Tube, and particularly where it's hot, the central line, and luckily it was summer, so we saw people carrying water bottles constantly, in a typical sort of tourist hotspot in London, like Trafalgar Square and the Tate Museum and various other places in London, and just sat there and observed. Basically took a couple of Tube stops, sat on some benches, watched people going about their lunch break with their reusable or non-reusable water bottle, and just how they were carrying it, how they're using it, how they're drinking from it. Yeah. RVLTR: So you basically get paid to people watch. James Melia: Basically. This is a great job. Hey. RVLTR: That's amazing. So you've alluded to that in the talking about the bottle, the use of technology and industrial design. And I think that's a great segue to talk about more how big tech ... or how tech in general, is getting used in industrial design, and how do you see that looking in the future? James Melia: It's a difficult thing to respond to. I think there's some exciting opportunities from industrial design process with technology, and how you present your work to clients, augmented reality and VR. From a product point of view, there are some great opportunities for us to be able to better the world we live in, especially with, for example, EVs and electric transportation mobility in general. RVLTR: What would be maybe a dream project? Maybe there's an assignment that you've thought about that you'd like to get, but you haven't gotten a chance to. What would that look like to you? James Melia: I'm a furniture designer by trade, so I actually have a degree in furniture design. And I think actually a dream project now would be some expanding of my furniture portfolio. So a desk chair, something really that benefits the ergonomics of ... and benefits just in the way that people sit, and their posture and general ergonomics of working. That would be an absolutely lovely project. That would be a dream project. Also, because we're relatively large, and when you run an agency, small projects, as much as they're really fun, it's nice to have a long, large project that takes a while to develop, and you can really get your teeth sunk into. And that, and then my answer's always the same. I mean I've been asked it one or two times. As an agency, I always ensure that we have a variety of work coming through the door. I mean, we design within the same month coat hangers and refrigerators and air conditioners and glass Tupperware. So the variety's really important, I think, just to ensure that everyone is on their toes and interested, and every day is different for them, and they enjoy coming into work. And so the dream brief is one that's different to the previous briefs, which is a slightly non-answer I suppose, but it's true. So. RVLTR: That's a very designer answer. James Melia: Yeah. RVLTR: One of the last questions I have for you, it's a bit on the lighter side. Where does the name Blond come from, and what does it mean to you? James Melia: On the lighter side, but it has a long answer. Yeah. I had a podcast a couple weeks ago, and apparently the person did lots of question-asking for the audience beforehand to say, "What were your questions for James?" And it was the main asked question, apparently. I understand why. I was looking for names for a long time, and I did lots of workshop sessions with my friends, and I was trying to create this name that had this meaning, and the way that we bring design details together, and there's some process we're looking to adopt as an agency. And the first ... one of the first names that landed, kind of thought, that's it, was a name called Cohesion, right. Cohesion. And I thought ... we both thought, "That's it. That's it. We found the name." And the person I was working with at the time, he's actually recently come back to the business. And we went to bed and woke up, and we'd both forgotten what the name was. So it was quite evident that that wasn't the name, because it wasn't memorable. So from there I was on a quest to look for something memorable. And in doing so I was thinking about lots of different band names or company names or anything that sticks out in my head. And there's two that always stuck out in my head, which were Acne, which is a clothing brand, and Red Hot Chili Peppers, not a band I like, but I remember their name for some reason. I think about them. And I was trying to analyze- RVLTR: Do you know what the Red Hot Chili Peppers' first name was? James Melia: No. No, no. Go on. RVLTR: So if I remember correctly, because it's a bit long and complicated, it's [Tony Flow and the] Miraculously Majestic Masters of Mayhem. James Melia: I did know that. I did know that. I was a big fan of their first couple of albums, particularly Californication. So I had heard that, I think. Yeah. Interesting. It's much better. Red Hot Chili Peppers must have been more memorable. RVLTR: Yeah, yeah. It's probably a bit too punk maybe for what they're doing now. James Melia: Yeah, maybe. And so basically I was analyzing those, and I thought they were really interesting case studies, because you don't think about the actual chili pepper when you think about Red Hot Chili Peppers. You think about the band. And likewise with Acne, you don't think about spots. Again, I'm not ... still haven't looked it up, probably should, but I think it's a French brand. I think it means something else in French maybe. But anyway, you think about the really beautiful bits of clothing they make, particularly if you know the brand. And therefore I was looking for a name that stuck out in people's minds and they remembered. Equally, it needed to have some kind of meaning. And I came along ... I came up with the name of Blond, basically based upon the color of wood. So being relatively unintrusive, not shouting, some kind of longevity to it aesthetically. As you've noticed, that's a running theme. And then also the other fact that it has this connotation of hair color, which does make people smile and almost laugh, basically, at you. Because of that, it doesn't get forgotten. I always give this example of when I was completely validated. I went into the room with LG UK one day, was really early days, my first time in the company. And one of the design directors said, as soon as he walked through the door, I think it was even before hello, "I expected you to be wearing blonde wigs." And he was taking the piss completely. Fine though, justified. But at that moment, as much as he was taking the mick, I knew that we'd found a name that people would remember and ask about, as part of enjoying it. RVLTR: Do you go to meetings wearing blonde wigs? James Melia: No. RVLTR: Because that would be a great icebreaker if you wore like a ... what is it called, a bob cut? Or that's kind of really straight chin length hair with bangs. That would be hilarious. James Melia: Yeah. You call it bangs, don't you? Yeah, yeah. Yeah, that would be funny. No, I don't. And then, other reasons are slightly less interesting. RVLTR: And it's funny how a good name keeps on giving you new meanings over time, right? James Melia: Yeah. RVLTR: That's how you know whether you've picked a good name or not, if you keep coming up with new meanings for it. One of the last questions I have, to get back to a slightly more serious topic, what are some of the lessons you've learned from being a successful industrial designer that you think could apply to architecture and interior design? James Melia: The running of a business, probably. I think that crosses everything from all aspects of creativity and beyond. And starting a company. Some of the lessons I learned early on maybe could transfer across for someone looking to start an architecture business, maybe. I started it with no clients, and no portfolio. I took a £15K loan to basically fund six months-plus of mortgage repayments, and hoped that I would get some work. And my advice to people would be to take more if you're going to take a loan, because that was naive, and that was far too little. But to go for it. And that's the way to do it, is to add that pressure. Obviously there was a big risk there, but I had to make it work. There was a ... And I always had this ... sort of relatively scared of public speaking, even doing this kind of thing. I'd be quite nervous, I mean most throughout my whole life. And then during those first six months, when I had the ticking pressure of the financial side of things, as much as I probably lost a bit of hair in the process, all those barriers, that I want to worry, gone. Suddenly I'd stop being nervous, talk to people, trying to get work, doing these kinds of things. And so some of the biggest learnings I've had is just to, if you want to do it, you want to create your own business, just do it, take the risk, but maybe give yourself a little bit more of a buffer than probably six months worth of overheads. RVLTR: And so how long was it until you got your first job? James Melia: We were really lucky. I think we got one within the first ... Well, we had a very small one right at the beginning, within the first couple of days. But then I think the big one came within three or four weeks. RVLTR: That's pretty fast. James Melia: I had been building a website, and I incorporated the company the year before, when I was working full-time. And every single weekend I'd been building a portfolio, albeit conceptual. So it wasn't starting completely from scratch. I had something to hit the floor running with. RVLTR: Gotcha. That's all for the questions I had today. James Melia: Thank you very much for having me on, and thank you very much everybody for listening.
¿El mejor grafismo es un puñetazo en el ojo o es silencioso?: ¿Vemos antes colores o formas? Del Cola Cao a la bandera del Arco Iris, Milton Glaser, Bruno Munari y Pepe Gimeno nos hablan de grafismo: el diseño en dos dimensiones.
O que acontece quando um rato de histórias em quadrinhos sai das páginas do gibi e vem conhecer os ratos de verdade? Vem conhecer essa história inusitada!O Rato de Histórias em Quadrinhosde Gianni Rodari, do livro "fábulas por telefone" e Bruno Munarieditora 34Compre o livro aqui: https://amzn.to/3yS6OX6Fábulas por telefone reúne setenta pequenas histórias que um dedicado pai, sempre viajando a trabalho, contava toda noite para sua filha, ao telefone, antes dela dormir. Com personagens, situações e lugares inusitados, que sempre nos surpreendem e encantam pela imaginação sem limites do autor, este livro, ilustrado pelo grande designer italiano Bruno Munari, tornou-se um verdadeiro clássico moderno da literatura infantil e juvenil.Apoie o nosso podcast para continuarmos contando muitas histórias! Vá em https://apoia.se/contapramim para saber mais!Próximo livro que contaremos: Nunca Conte Com RatinhosComo apoiar o podcast: Você pode ajudar a financiar as próximas temporadas do Conta Pra Mim de várias formas!- divulgue o podcast para os seus amigos- deixe uma avaliação para nós, no Apple Podcasts- siga o nosso perfil no Instagram: https://www.instagram.com/contapramimpodcast- curta a nossa página do Facebook: https://facebook.com/contapramimpodcast- torne-se um apoiador do nosso podcast em https://apoia.se/contapramimNarração: Flávia Scherner (Fafá Conta) e Thiago Queiroz.Edição: Samuel Gambini.
O que acontece quando um rato de histórias em quadrinhos sai das páginas do gibi e vem conhecer os ratos de verdade? Vem conhecer essa história inusitada! O Rato de Histórias em Quadrinhos de Gianni Rodari, do livro "fábulas por telefone" e Bruno Munari editora 34 Compre o livro aqui: https://amzn.to/3yS6OX6 Fábulas por telefone reúne setenta pequenas histórias que um dedicado pai, sempre viajando a trabalho, contava toda noite para sua filha, ao telefone, antes dela dormir. Com personagens, situações e lugares inusitados, que sempre nos surpreendem e encantam pela imaginação sem limites do autor, este livro, ilustrado pelo grande designer italiano Bruno Munari, tornou-se um verdadeiro clássico moderno da literatura infantil e juvenil. Apoie o nosso podcast para continuarmos contando muitas histórias! Vá em https://apoia.se/contapramim para saber mais! Próximo livro que contaremos: Nunca Conte Com Ratinhos Como apoiar o podcast: Você pode ajudar a financiar as próximas temporadas do Conta Pra Mim de várias formas! - divulgue o podcast para os seus amigos - deixe uma avaliação para nós, no Apple Podcasts - siga o nosso perfil no Instagram: https://www.instagram.com/contapramimpodcast - curta a nossa página do Facebook: https://facebook.com/contapramimpodcast - torne-se um apoiador do nosso podcast em https://apoia.se/contapramim Narração: Flávia Scherner (Fafá Conta) e Thiago Queiroz. Edição: Samuel Gambini.
Escrito por Gianni Rodari, um dos autores mais adorados pelas crianças de todo o mundo, Fábulas por telefone reúne setenta pequenas histórias que um dedicado pai, sempre viajando a trabalho, contava toda noite para sua filha, ao telefone, antes dela dormir. Com personagens, situações e lugares inusitados, que sempre nos surpreendem e encantam pela imaginação sem limites do autor, este livro, ilustrado pelo grande designer italiano Bruno Munari, tornou-se um verdadeiro clássico moderno da literatura infantil e juvenil. Traduzido por Silvana Cobucci Leite e publicado pela editora 34. Para acompanhar a história juntamente com as ilustrações do livro, compre o livro aqui: https://amzn.to/3amRk4Q Se vc gostou, compartilhe com seus amigos e me siga nas redes sociais! https://www.instagram.com/bookswelove_livrosqueamamos/ E fiquem ligados, porque toda sexta-feira publico uma nova história. Até mais! Transition sound: https://freesound.org/s/460264/ --- Send in a voice message: https://anchor.fm/denise32/message
Conversación entre Manuel Fontán del Junco –comisario de la muestra y director de Museos y Exposiciones de la Fundación Juan March– y el arquitecto y diseñador Juli Capella, moderada por la periodista e historiadora especializada en arquitectura Anatxu Zabalbeascoa, acerca de la exposición Bruno Munari (2022, Fundación Juan March), desde el 18 de febrero al 22 de mayo de 2022.Más información de este acto
La exposición explicada: Acerca de Bruno Munari. Manuel Fontán del Junco y Juli Capella en diálogo con Anatxu Zabalbeascoa. Conversación entre Manuel Fontán del Junco –comisario de la muestra– y el arquitecto y diseñador Juli Capella, moderada por la periodista e historiadora especializada en arquitectura Anatxu Zabalbeascoa, acerca de la exposición Bruno Munari (2022, Fundación Juan March), desde el 18 de febrero al 22 de mayo de 2022. Explore en canal.march.es el archivo completo de Conferencias en la Fundación Juan March: casi 3.000 conferencias, disponibles en audio, impartidas desde 1975.
El mago Miguel Ángel Gea inaugura la exposición dedicada a Bruno Munari (Milán, 1907-1998) con una serie de números de ilusionismo y magia inspirados en el artista y diseñador. El espectáculo está precedido por intervenciones del director de la Fundación Juan March, Javier Gomá, de su director de Museos y Exposiciones, Manuel Fontán del Junco, y de Marco Meneguzzo, comisario invitado de la muestra que puede verse en la Fundación Juan March del 18 de febrero al 22 de mayo de 2022.Más información de este acto
Acto inaugural: Inauguración de la exposición Bruno Munari. . Esta es la primera exposición retrospectiva dedicada en España a Bruno Munari (Milán, 1907-1998), un “Leonardo de nuestro tiempo”, como lo definió Pablo Picasso. Munari, en efecto, se movió toda su vida con gran libertad entre disciplinas y lenguajes distintos –los del arte, el juego, el diseño, la literatura–, tratando de comprender el funcionamiento orgánico de cada uno de ellos y su capacidad de comunicación visual y textual. Esta exposición pone de manifiesto la amplitud de medios de losque Munari se sirvió en su investigación plástica y visual, siempre experimental e innovadora. Hay pintura, dibujo y escultura –“obras de dos y tres dimensiones”, como el artista solía referirse a ellas–; hay proyecciones y juegos de luz, objetos y piezas de diseño gráfico e industrial, publicidad, ejercicios tipográficos, escritos teóricos, libros de artista, libros infantiles y propuestas pedagógicas con las que Munari llevó a cabo una labor pionera. Bruno Munari desarrolló, en paralelo a su carrera de artista,una actividad muy relevante como diseñador gráfico y editorial,e inventó, desde mediados de los años cincuenta del siglo XX, objetos y piezas de mobiliario, realizados todos con un método riguroso que depura lo proyectado de lo innecesario para simplificar y optimizar su función y hacerlos perdurables en el gusto y en el tiempo. Explore en canal.march.es el archivo completo de Conferencias en la Fundación Juan March: casi 3.000 conferencias, disponibles en audio, impartidas desde 1975.
Alberto Saibene"Milano fine novecento"Storie, luoghi e personaggi di una città che non c'è piùEdizioni Casagrandehttp://www.edizionicasagrande.com/Milano che risorge dalle macerie della guerra diviene presto il luogo a cui il resto del Paese guarda per diventare laico e moderno.Una città illuminata dai neon dove si incontrano e si mescolano registi, editori, scrittori, architetti, grafici e designer, imprenditori, discografici, fumettisti, comici e cantanti. Li accomuna la volontà di credere nel nuovo, di inventare nuove professioni: insomma di fare le cose per la prima volta e spesso di farle insieme. Alberto Saibene racconta la sua città attraverso gli incontri e i ricordi famigliari, osservandola nello specchio del cinema, facendo tappa alla Rinascente (vera scatola magica, non solo agli occhi di un bambino), rileggendo riviste «epocali» come «Linus», ma soprattutto rievocando i personaggi che ne hanno segnato la vita culturale e politica: da Giorgio Strehler a Giovanni Pirelli, da Camilla Cederna a Rosellina Archinto, da Bruno Munari a Umberto Eco, sono davvero tanti gli uomini e le donne che popolano le pagine di questo libro. Ripercorrere i momenti salienti del loro lavoro – caratterizzato a tratti da un'allegria e una fiducia nel futuro che oggi sembra appartenere a un altro mondo – significa comprendere le trasformazioni dell'intera società italiana ed europea. Con una scrittura sempre immersa nella realtà dei fatti ma non priva di affettuosa partecipazione e humour, Saibene intreccia i fili di tante storie e compone l'affresco di una città che non c'è più, ma di cui, dopo aver letto questo libro, sapremo riconoscere con maggiore consapevolezza l'eredità e l'influenza sul presente.Alberto Saibene (1965), saggista e storico della cultura, è autore di L'Italia di Adriano Olivetti (Edizioni di Comunità, 2017) e Il paese più bello del mondo. Il fai e la sfida per un' Italia migliore (utet, 2019). È regista del film La ragazza Carla (2015), tratto dall'omonimo poema di Elio Pagliarani. Per Casagrande ha curato nel 2016 Che razza di ebreo sono io di Bruno Segre.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
In questo audio il prezioso incontro con Elio Fiorucci imprenditore e mecenate, Gillo Dorfles storico, Giovanni Allevi musicista. L'intervista con Elio Fiorucci, Gillo Dorfles e Giovanni Allevi nata per Parallelo42 09 collection, è nel podcast Contemporaneamente a cura di Mariantonietta Firmani, il podcast pensato per Artribune. In Contemporaneamente podcast trovate incontri tematici con autorevoli interpreti del contemporaneo tra arte e scienza, letteratura, storia, filosofia, architettura, cinema e molto altro. Per approfondire questioni auliche ma anche cogenti e futuribili. Dialoghi straniati per accedere a nuove letture e possibili consapevolezze dei meccanismi correnti: tra locale e globale, tra individuo e società, tra pensiero maschile e pensiero femminile, per costruire una visione ampia, profonda ed oggettiva della realtà.Con Elio Fiorucci, Gillo Dorfles e Giovanni Allevi parliamo di Love therapy luogo possibile di una società più a misura d'uomo e di libertà. A fronte dell'enorme sviluppo tecnologico, che rende la cultura e l'arte accessibili a molti, non c‘è stato un parallelo sviluppo delle relazioni interpersonali. Nonostante le tecnologie, la politica che governa e indirizza i popoli, che nel secolo scorso ha prodotto la follia delle guerre, è cambiata molto poco. Certo il nuovo non può che derivare dallo studio del passato, tuttavia è disgustoso il conformismo che prevale dappertutto. La comunione tra gli uomini è la felicità, e poter scegliere resta un grande lusso. La bellezza costa cultura, per questo l'arte dovrebbe essere insegnata nelle scuole elementari, riscoprendo anche la fisicità della creatività; e molto altro. BREVI NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI Gillo Dorfles nasce in aprile 1910 scomparso nel marzo 2018. Testimone eccellente di tutto il Novecento, è uno dei più stimati intellettuali del panorama culturale italiano. Dopo una laurea in medicina, con specializzazione in psichiatria, segue con passione la storia e l'evoluzione dell'arte non solo come critico e studioso, ma anche come attore e protagonista. Infatti diventa negli anni, critico e filosofo d'arte oltre che professore universitario di estetica.Ha insegnato nelle Università di Milano, di Firenze, di Cagliari e di Trieste; numerose lectio magistralis in istituzioni e accademie nazionali e internazionali. Nel 1948 fonda, con Atanasio Soldati, Galliano Mazzon, Gianni Monnet, Bruno Munari e molti altri intellettuali dell'epoca, il Movimento Arte Concreta (MAC). Il MAC promuove l'arte non figurativa e sostiene un astrattismo ‘concreto' e geometrico, svincolato da qualsiasi tensione imitativa e lontano da ogni finalità lirica.Energico, instancabile scrittore e saggista, scrive oltre 30 volumi. Tra le sue opere Il divenire delle arti (1959), Nuovi riti nuovi miti (1965), Le oscillazioni del gusto (1970), Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto (1972), L'intervallo perduto (2006). Horror Pleni, La (in)civiltà del rumore (2008), Conformisti (2009) e Fatti e Fattoidi (2009). Inoltre scrive numerose monografie su artisti e pittori fondanti nella storia dell'arte, tra cui Hieronymus Bosch, Albrecht Dürer e Antonio Scialoja, e volumi dedicati all'Architettura. Tra le numerose la onorificenze ricevute, ricordiamo: il Compasso d'Oro assegnato dall'Associazione per il Design Industriale (ADI), la Medaglia d'Oro della Triennale. Ed ancora, il Premio della Critica Internazionale di Girona, Franklin J. Matchette Prize for Aesthetics. Accademico Onorario di Brera, membro dell'Accademia del Disegno di Città del Messico, Fellow della World Academy of Art and Science. Dottore honoris causa del Politecnico di Milano e dell'Università Autonoma di Città del Messico. Elio Fiorucci nato nel giugno 1935 scomparso nel luglio 2015, è stato un grandissimo imprenditore e straordinario creativo, grande mecenate divulgatore dello spirito giovane contemporaneo. Nel 1967 il primo negozio in Galleria Passarella a Milano, disegnato dalla scultrice Amalia Del Ponte e con l'impianto musicale curato da Cesare Fiorese noto progettista di discoteche. Il Fiorucci Store propone le novità di Carnaby Street, le hit parade londinesi e statunitensi, qui nel 1983 Mendini realizzò il “Grande Metafisico”. Nel 1970 inizia la produzione di abiti per il tempo libero, jeans in particolare, con il marchio Fiorucci.I suoi prodotti vengono distribuiti anche all'estero, prima in Europa e poi in Giappone, Stati Uniti e Sud America. Poi, nel 1975 apre il primo negozio a Londra, in Kings Road, nel 1976 nasce il Fiorucci Store di New York. Nel 1979 un nuovo negozio a Los Angeles nel quartiere di Beverly Hills e nel 1982 a Parigi. I suoi prodotti divengono subito un fatto di costume e finiscono con l'attrarre l'attenzione del jet set internazionale. Nel 1978 Elio Fiorucci collabora con Alfa Romeo e propone un intervento di Sottsass e Branzi, sulla Giulietta. Ancora, nel 1981 produce un lungometraggio sulla vita di Basquiat uscito con il titolo “Downtown 81”. Nello stesso anno, dopo un viaggio a Disneyland nasce la moda “fashi-oon” ovvero fashion+cartoon. Nasce la collezione di T-Art di felpe illustrate con immagini di Walt Disney. un successo enorme che porta Fiorucci nel libro d'oro della grande multinazionale.L'80 è il decennio della Fiorucci-dipendenza. I paninari non possono fare a meno del marchio colorato. Nel 1982 Du Pont lancia la Lycra e Fiorucci la mischia al denim, nasce il primo jeans stretch, femminile, aderente e seducente. Dopo, il film "Flashdance" (1983) Fiorucci lancia la moda body, scalda-muscoli, fasce antisudore e leggings. Nel 1984, nasce la serie di figurine Panini che pubblicano tutte le immagini grafiche del lavoro di 30 anni di attività: la collezione vende 25 milioni di bustine in un anno. Dopo 30 anni di attività, nel 1990 cede l'attività alla società giapponese Edwin International che mantiene a Milano il centro di design del gruppo. Ma la creatività di Fiorucci non si arresta e nel 2003 nasce il progetto Love Therapy, che comprende jeans, felpe, abiti e accessori. Nello stesso anno il progetto per la Citroën Berligno un'auto che voleva essere una “casa-guscio accogliente e in movimento”.Ed ancora, nel 2006 nasce “Baby Angel” la collezione di Elio Fiorucci progettata per il restyling e un nuovo processo di internazionalizzazione del Oviesse Industry. A partire dal 2007 nascono store Baby Angel in franchising nel mondo, nel 2008 il Gruppo Coin acquisisce la licenza esclusiva del marchio Love Therapy. L'enorme contributo di Fiorucci alla cultura contemporanea viene riconosciuto con numerosi premi tra i quali: premio talent scout imprenditore e comunicatore (2004), l'Ambrogino D'Oro (2006). Nel 2007 al Triennale gli dedica "Fiorucciland" simbolo della rivoluzione del costume degli anni '70, nella mostra "Anni settanta, il decennio lungo del secolo breve". Infine il suo grande impegno per la società, lo portano dal 2011 è fra i garanti del manifesto “La coscienza degli animali”. Inoltre, dal 2014 crea opere t-shirt esclusive a sostegno del Progetto Amazzonia del WWF e con una t-shirt denuncia contro le pellicce d'angora. Giovanni Allevi nasce in aprile 1969. Si diploma al conservatorio Francesco Morlacchi di Perugia nel 1990 in pianoforte; nel 1998 si laurea in Filosofia con lode con la tesi "Il vuoto nella Fisica contemporanea". Nel 2001 consegue il diploma in composizione al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e frequenta l'"Accademia Internazionale di Alto Perfezionamento" di Arezzo, sotto la guida del maestro Carlo Alberto Neri. Frequenta i corsi di "Bio-musica e musicoterapia" di Mario Corradini, in cui analizza il potere della musica di rendere liberi, evocare ricordi, immagini ed emozioni.Compone la musica per la tragedia "Le Troiane" di Euripide che è rappresentata al Festival Internazionale del Dramma Antico di Siracusa (1996). E nel 1997 vince le selezioni internazionali per giovani concertisti al "Teatro San Filippo" di Torino. Pubblica i suoi primi due album per pianoforte solo con Lorenzo Cherubini e "Universal Italia": "13 dita" (1997) e "Composizioni" (2003). Allevi con il suo pianoforte, apre i concerti di Jovanotti durante i tour. Nel 1998 sempre con la produzione di Saturnino realizza la colonna sonora del cortometraggio "Venceremos" presentato al Sundance Film Festival negli Stati Uniti.Nel 1999 la musicista giapponese Nanae Mimura, solista di "marimba", propone alcuni brani di "13 dita" trascritti per il suo strumento al Teatro di Tokyo ed in un concerto alla Carnegie Hall di New York. Con l'attività di pianista Giovanni Allevi si conferma musicista eclettico, esibendosi in prestigiose rassegne concertistiche di musica classica, in importanti teatri italiani, e nei festival di musica rock e jazz, in tutto il mondo. Nel 2008 esce il suo quinto lavoro per pianoforte e orchestra dal nome "Evolution", il primo album in cui è accompagnato da un'orchestra sinfonica.Il 21 dicembre 2008 suona al consueto concerto di Natale presso l'aula del Senato della Repubblica Italiana. All'evento presenzia il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nonché le più alte cariche istituzionali. Allevi dirige l'orchestra sinfonica de "I virtuosi italiani". Nell'occasione oltre alle proprie composizioni, esegue musiche del maestro Puccini in ricordo del 150° anniversario della nascita. I proventi di tale concerto vengono devoluti all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e tutto l'evento è trasmesso in diretta su Rai Uno. Nel 2008 vengono pubblicati due volumi: il diario autobiografico "La musica in testa" e il libro fotografico "In viaggio con la strega". E molto altro.
“L'image et son double“au Centre Pompidou, galerie de photographies, Parisdu 15 septembre au 13 décembre 2021Interview de Julie Jones, conservatrice au cabinet de la photographie – Centre Pompidou et commissaire de l'exposition,par Anne-Frédérique Fer, à Paris, le 14 septembre 2021, durée 17'36.© FranceFineArt.Communiqué de presseCommissaire : Julie Jones, conservatrice au cabinet de la photographie, Centre PompidouL'exposition collective « L'image et son double » au Centre Pompidou rassemble des oeuvres nées d'une réflexion sur une des propriétés principales – sinon la première – de la photographie : la reproduction. Faisant dialoguer des oeuvres photographiques historiques et contemporaines, cette exposition offre un éclairage sur la nature même de la photographie, ses spécificités, et ses liens fondamentaux avec les autres disciplines artistiques.« L'image et son double » présente une soixantaine d'oeuvres issues de la collection du Centre Pompidou, et regroupe une vingtaine d'artistes internationaux, parmi eux : Pierre Boucher, Man Ray, Raoul Ubac, Constantin Brancusi, Berenice Abbott, Hirofumi Isoya, Miklos Erdely, Timm Ulrichs, Paolo Gioli, Sara Cwynar, Kanji Wakae, Wallace Berman, Bruno Munari, Pati Hill, Eric Rondepierre, Susan Meiselas, Claudia Angelmeier ou encore Philipp Goldbach. Plusieurs des oeuvres présentées ont été acquises récemment, notamment grâce au Groupe d'Acquisition pour la Photographie (GAP) du Centre Pompidou.Empreinte du réel, la photographie reproduit, mécaniquement et chimiquement, ce qu'elle a devant elle. Grâce au négatif et aux techniques numériques, elle peut être démultipliée à l'infini. Fascinés par le principe, les mécanismes, et les conséquences de la reproduction photographique, certains artistes ont placé cette notion au coeur même de leurs oeuvres. La reproduction devient alors le sujet de l'oeuvre. Au moyen de dispositifs divers, ces artistes contestent, chacun à leur manière, l'apparente simplicité de cette action de reproduction. Conscients des enjeux liés à la multiplication des représentations visuelles – renforcée depuis l'avènement du numérique – , ils dévoilent les utopies comme les dysfonctionnements des processus de répétition et de copie. Interroger la reproduction, c'est aussi, dès lors, repenser l'identité de l'auteur et son autorité.Cette fascination pour l'idée comme pour l'esthétique formelle de la reproduction révèle aussi, parfois, un rapport obsessionnel au réel, et à sa possession, fantasmée, par l'image. Accumulations, collections, mais aussi morcellements photographiques des objets et des corps permettent de satisfaire, un temps, cette frénésie. Voir Acast.com/privacy pour les informations sur la vie privée et l'opt-out.
Aoi Kono nasce a Tokyo, dove si diploma in arte e musica. Un biennio di studi a Stoccolma e poi l'incontro decisivo a Milano con Max Huber nei primi anni Sessanta. Si trasferisce per lavorare e vivere con lui a in quello che allora era un centro internazionale della grafica e del design: le amicizie e le collaborazioni con figure importanti, da Achille Castiglioni a Bruno Munari. Da Milano al Canton Ticino, prima a Sagno e poi a Novazzano, dove tuttora Aoi vive e lavora come grafica, illustratrice e pittrice. Nella sua lunga carriera ha realizza libri d'artista e per bambini, oggetti di design, arazzi, tappeti. La sua casa è un atelier e un omaggio all'opera di due uomini che hanno segnato la sua vita - il padre, Takashi Kono, grafico d'avanguardia e il marito Max Huber, al quale ha deciso di dedicare il progetto di un museo. Mentre racconta della sua infanzia, del suo rapporto con il Giappone, della vita con il marito non c'è traccia di nostalgia; Aoi Huber Kono sembra conservare intatta l'energia creativa e il senso di meraviglia che l'hanno guidata fino a qui, fino a oggi, ancora immersa fra colori, cartelle e tessuti.
Ivana Anconelli ha coordinato il laboratorio “Giocare con l’Arte” del Museo Internazionale delle ceramiche di Faenza dal 1982 al 1997. Allieva diretta e unica di Munari per quanto riguarda i materiali plastici, in questo volume racconta e spiega le scelte condivise con lui. Arricchito da un importante apparato fotografico, “La mia ceramica con Bruno Munari” ripercorre le idee e le esperienze sul campo condivise con il Maestro in decenni di attività. Non può in alcun modo sostituire l’esperienza diretta dei corsi che si tengono al Mabilab, ma si propone come un punto di riferimento complessivo per chiunque voglia intraprendere il percorso di apprendimento del metodo Munari di lavorazione dell’argilla.
Claudio Musso141 - Un secolo di disegno in ItaliaBologna, Palazzo Paltroni dal 27 aprile al 24 giugno 2021http://fondazionedelmonte.it141 - Un secolo di disegno in Italia è il titolo della grande mostra antologica promossa e organizzata dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna nell'ambito del programma di Art City Bologna 2021, che indaga le evoluzioni del segno in cento anni di arte italiana con opere su carta di 141 artisti dalle Avanguardie Storiche ai giorni nostri.L'esposizione aperta al pubblico, nelle sale della Fondazione, in Via delle Donzelle 2 a Bologna, da martedì 27 aprile, in occasione della Giornata Mondiale del Disegno. I visitatori potranno intraprendere un viaggio davvero unico, lungo oltre un secolo, nella storia del disegno italiano tra le opere di artisti straordinari, selezionate una ad una dai curatori Maura Pozzati e Claudio Musso. La mostra offre – a partire da un disegno del 1909 di Boccioni fino a opere del 2020 – uno spaccato delle infinite possibilità offerte da una tecnica antica che, anche in questa occasione, non manca di rivelare la sua incredibile attualità. L'ingresso è gratuito ma, nel rispetto delle norme vigenti a tutela della salute pubblica, è necessaria la prenotazione sul sito www.fondazionedelmonte.it. Con questo percorso espositivo, frutto di una rete di collaborazioni tra archivi, gallerie, collezionisti privati e artisti, Fondazione del Monte sostiene gli artisti, che tanto contribuiscono alla ricchezza del nostro patrimonio culturale, e riapre le porte al pubblico nella ferma convinzione che la cultura sia un bene primario per il benessere della collettività.Nella lista degli artisti in mostra compaiono figure di spicco dei principali movimenti e delle più innovative tendenze del XX secolo: dal Futurismo alla Metafisica, dall'Informale alla Nuova Figurazione passando per la Pop Art, dall'Arte povera al Concettuale. Allo stesso tempo, attraverso l'eterogeneo panorama delle singole ricerche, sono incluse le svariate tecniche dell'arte contemporanea dalla pittura alla scultura, dalla performance ai nuovi media, unite dal denominatore comune del disegno.Come sostiene Maura Pozzati nel suo testo in catalogo Le mani pensano quando disegnano: «questa mostra su un secolo di disegno in Italia in fondo è un omaggio a chi ama il disegno, a chi si fa emozionare dal segno, a chi ricerca nell'arte la traccia di una espressione libera, di una energia accumulata, di un pensiero ossessivo».«Il disegno ‒ spiega Claudio Musso ‒ come il linguaggio, è materia viva, pulsante, brulicante di vita indipendentemente dalla data della sua creazione, tende inoltre a rigettare schemi e regole se non autoimposti e si presenta a tutti gli effetti come un processo creativo che non si esaurisce nel rapporto tra l'artista e la sua creazione, ma che viene sollecitato e riattivato da ogni singolo osservatore». La mostra è accompagnata da un prezioso volume Corraini Edizioni, realizzato dallo Studio Filippo Nostri e pensato come una raccolta di schede organizzate in ordine di nascita in cui ai lavori sono affiancati testi degli artisti legati all'esperienza del disegnare. Oltre alle riproduzioni delle 141 opere in mostra, il catalogo raccoglie il pensiero degli autori in forma scritta affiancando ai paragrafi dedicati ai maestri tratti da libri spesso introvabili, numerosi testi inediti commissionati ai contemporanei. Concludono il tomo le riflessioni dei curatori in lingua italiana e in inglese.141. Un secolo di disegno in ItaliaA cura di: Maura Pozzati e Claudio MussoArtisti: Giacomo Balla, Alberto Martini, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Felice Casorati, Gino Severini, Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Virgilio Guidi, Alberto Savinio, Osvaldo Licini, Filippo De Pisis , Mario Radice, Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Marino Marini, Fausto Melotti, Edgardo Mannucci, Scipione, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Renato Guttuso, Afro, Giulio Turcato, Carol Rama, Emilio Vedova, Pietro Consagra, Emilio Scanavino, Pirro Cuniberti, Antonio Sanfilippo, Carla Accardi, Enrico Baj, Gianfranco Baruchello, Gastone Novelli, Marisa Merz, Piero Dorazio, Achille Perilli, Emilio Tadini, Lucio Saffaro, Giuseppe Uncini, Rodolfo Aricò, Dadamaino, Giosetta Fioroni, Lucio Del Pezzo, Irma Blank, Mario Schifano, Franco Angeli, Concetto Pozzati, Jannis Kounellis, Paolo Icaro, Corrado Levi, Giuseppe Spagnulo, Claudio Verna, Tano Festa, Marco Gastini, Aldo Mondino, Alighiero Boetti, Eliseo Mattiacci, Maurizio Mochetti, Giulio Paolini, Fabrizio Plessi, Luigi Ontani, Gilberto Zorio, Giuseppe Maraniello, Piero Dosi, Gino De Dominicis, Franco Guerzoni, Luigi Mainolfi, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Marcello Jori, Piero Manai, Francesco Clemente, Serse, Pinuccia Bernardoni, Antonio Violetta, Omar Galliani, Piero Pizzi Cannella, Arcangelo, Marco Tirelli, Giacinto Cerone, Andrea Fogli, Angiola Gatti, Stefano Arienti, Liliana Moro, Luca Pancrazzi, Sergio Sarra, Bianco-Valente, Luca Caccioni, Roberto Paci Dalò, Mauro Ceolin, Alessandro Pessoli, Sabrina Mezzaqui, Sergia Avveduti, Luca Piovaccari, Karin Andersen, Simone Berti, Andrea Chiesi, Eva Marisaldi, Francesco De Grandi, Marco Neri, Italo Zuffi, Fausto Gilberti, Giovanna Ricotta, Claudia Losi, Margherita Morgantin, Eléna Nemkova, Massimiliano Fabbri, Marzia Migliora, Ivana Spinelli, Andrea Facco, Francesco Pedrini, Federico Pietrella, Giuseppe Stampone, Simone Tosca, Flavio de Marco, Nicola Toffolini, Riccardo Baruzzi, Adelaide Cioni, Marco Di Giovanni, Luigi Presicce, Giovanni De Lazzari, Aldo Giannotti, Nicola Samorì, Sissi, Donato Piccolo, Guido Bisagni (108), DEM, Andrea Mastrovito, Giuseppe De Mattia, Ericailcane, Carola Bonfili, Ester Grossi, Jacopo Casadei, Paola Angelini, Mattia Barbieri, Valentina D'Accardi, Benni Bosetto, Alberonero, Mattia Pajè.Sede: Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, via delle Donzelle 2 – Bologna Durata: 27 aprile - 24 giugno 2021Apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 18Ingresso gratuito previa prenotazionePer informazioni: http://fondazionedelmonte.itIL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Hervé Tullet est un véritable artiste inspiré et inspirant puisqu'il a créé son Expo Idéale, l'expo dont vous êtes le héros. On vous en dit évidemment plus dans cet épisode, mais surtout, Hervé vous explique sa vision et pourquoi il a choisi de s'adresser en premier lieu à des enfants, très réceptifs à ses oeuvres. Suivez le podcast sur Instagram Nous parlons de La première musique passée est Water No Get Ennemy de Fela Kuti, la plus belle musique du monde Le musicien Miles Davis Le musicien Karlheinz Stockhausen Les musiciens Salif Keita et Julia Harlem Les surréalistes, les dadaïstes Les pubs de Chatillez, Eram, CLM, Jean-Paul Goude Les dessinateurs Blutch et Philippe Dupuy, Charles Berberian La compagnie Royal Deluxe L'artiste Sole LeWittMallettes pédagogiques chez Bayard Le podcast Emotions de Louie Media avec l'épisode 1 sur le tracLa vidéo sur l'expo idéale sur comment viennent les idées Les artistes Francis Bacon et Joseph Beuys Le MoMa Les éditeurs Jacques Binsztock, Brigitte Morel et Fani Marceau des éditions du Seuil Le livre Petit Ours Brun La maison d'édition Chronicle aux États-Unis Les artiste Bruno Munari et Enzo Mari Le peintre Claude Monet La Biennale de Venise Ses objets culturels préférés L'éloge de la main de Henri FrancillonLa chine en 10 mots de Yu Hua (l'auteur de Brothers)Fela Kuti et SpotifyPierre Boulez en tant que chef d'orchestre Les livres d'Hervé dont on parle Jeu d'ombres (livre déocupé tout noir qui permet de projeter des formes au plafond)Un LivreMix It Up!Faut pas confondreTurlututuComment Papa a rencontré MamanBlopLes jeux chez PhaidonLes 5 sensL'Expo IdéalePeinturlures (les ateliers d'Hervé)OhJ'ai une idée Où suivre Hervé Sur tout ce qui est relatif à l'Expo Idéale : Facebook, Instagram, Pinterest... A propos de l'animateur Je suis Alexandre Soubrier, réalisateur de films graphiques. Vous pouvez me trouver sur twitter, facebook, instagram, vimeo. J'ai même un site sur lequel je poste quelques réalisations et sur lequel vous pouvez me contacter. Le court extrait de musique vient du magnifique album de Wax Taylor "Tales of Forgotten Melodies".
Una rana decide di lasciare il suo fosso in cerca di nuove avventure. --- Support this podcast: https://anchor.fm/4azonzo/support
Tutti i bambini conoscono Cappuccetto rosso. Questa è tutta un'altra storia... --- Support this podcast: https://anchor.fm/4azonzo/support
Au programme de l'émission du 20 janvier : Anne Herbauts, autrice-illustratrice de Ni l’un ni l’autre (Casterman, 2020) ; et de nombreuses chroniques La nouveauté discographique – chronique de Véronique Soulé – c’est au début Premières neiges, de et par Nelson, livre-CD illustré par Adolfo Serra, Le label dans la forêt, janvier 2021, à écouter dès 3 / 4 ans Le thème de la neige, et donc de l’hiver et du froid, a inspiré Lucie Malbosc et Hélène Deulofeu, alias Nelson, un duo d’électro-rock, pour proposer un bouquet de chansons et histoires slamées et électro minimalistes. Envoûtant ! Livres : Du TAC au TAC avec Anne Herbauts, autrice-illustratrice – c’est vers 10 mn Du TAC au TAC : notre rubrique mensuelle, en collaboration avec le site La mare aux mots. Le principe ? Des questions simples, les mêmes pour tous et toutes, enregistrées avec la complicité de Lionel Chenail, auxquelles Véronique Soulé laisse son interlocuteur ou interlocutrice répondre, sans intervenir. Ce n’est donc pas un entretien, mais autant de petites fenêtres ouvertes sur un univers de création. À l’occasion de la parution de Ni l’un ni l’autre (Casterman), Anne Herbauts a pris le temps de répondre avec profondeur aux questions de ce Du TAC au TAC du mois de janvier. Dans cet album subtil sur l’affirmation de soi, poésie des mots et délicatesse des images racontent en toute simplicité. Jeu de société – chronique de Quentin Le Guevel – c’est vers 45 mn Shadows Amsterdam, de Mathieu Aubert, Libellud, 2018 – environ 22 € Grands livres pour petites personnes - chronique de Elsa Gounot - c'est vers 51 mn Le livre des erreurs, de Gianni Rodari, illustré par Bruno Munari, traduit de l’italien par Jean-Paul Manganaro – Ypsilon, 2020 [édition originale en 1964] "Il n'y a pas ici de faute, qui aurait un aspect amoral trop fort, mais simplement des erreurs, qui n'en sont plus graves mais en deviennent amusantes et poétiques, voire belles dans ce qu'elles révèlent des distractions des uns, du monde des autres et de ce qui les lie." Lecture - par Lionel Chenail - c'est vers 60 mn Le consentement – Vanessa Springora – Grasset, 2019 On a écouté- Une promenade d’hiver – Nelson – Premières neiges – livre CD, Le label dans la forêt, janvier 2021 - Mon petit garçon – Serge Reggiani - - Chanson d’hiver - Les Ogres de Barback - Pittocha au pays des mille collines – Irfan, 2009 - [Ponyo sur la falaise] - Joe Hisaishi, par Fujioka Fujimaki et Nozomi Ôhashi - 2004
Le livre des erreurs - Gianni Rodari , illustrations de Bruno Munari, traduit de l'italien par Jean-Paul Manganaro – Ypsilon, 2020 [édition originale en 1964] "Le livre des erreurs regroupe des histoires courtes en vers ou prose jouant avec la notion d'erreur. L'auteur y part de l'erreur d'orthographe ou de grammaire pour faire naître la poésie. Il s'agit alors de s'amuser de l'erreur enfantine, du professeur Grammaticus, du Musée des erreurs, en jouant à partir de là. L'erreur n'est pas alors à corriger, étant le point de départ d'une dérive douce par association d'idées vers un humour surgissant dans ces lettres en trop ou en moins, ces assonances ou dissonances, humour parfois jusqu'à l'absurde. Ainsi, si l'on ne corrige pas l'erreur, en suivant le fil, on corrige alors le monde, selon la formule de l'auteur." Elsa Gounot, libraire jeunesse à Paris, chronique chaque semaine un livre pour enfants dans Ecoute ! Il y a un éléphant dans le jardin. Elle a présenté Le livre des erreurs au cours de l'émission du 20 janvier 2021. Un album à découvrir de visu dans toute bonne librairie.
Celebrem l'obra de l'artista Bruno Munari amb l'editora de Ni
Celebrem l'obra de l'artista Bruno Munari amb l'editora de Ni
Celebrem l'obra de l'artista Bruno Munari amb l'editora de Ni
Pour ce 43ème épisode du podcast, j’ai le plaisir de vous partager ma discussion avec BEATRICE ALEMAGNA. Auteure-illustratrice de très nombreux livres, Beatrice travaille en tant qu’illustratrice depuis plus de 20 ans. Son univers est riche, emprunt de poésie et de petits détails fascinants. J’ai découvert son travail il y a de cela plusieurs années, et ce fut pour moi une énorme claque graphique ! La liberté totale de son trait et la sensibilité qui se dégageait de son univers m’ont immédiatement saisi. Les illustrations de Beatrice m’ont fait entrevoir un nouveau monde où tout n’a pas besoin d’être parfait. Un monde où fragilité et spontanéité riment avec beauté. Un monde où le lâcher prise et les erreurs font partie du voyage. Elle le dit d’elle-même, un bon dessin c’est une rencontre avec soi. Et ça, vous vous en doutez, ça m’a interpellé. Dans cet épisode Beatrice nous parle : - de l’importance de sortir de son stéréotype - de son rapport à l’ennui - du je m’en foutisme raisonné - de ce qu’elle appelle “la jouissance artistique” - de l’exploration de son côté sombre - et du fait d’assumer son moi profond BEATRICE ALEMAGNA http://www.beatricealemagna.com/ https://www.instagram.com/beatricealemagna/ ---- NOTES L'auteur-illustrateur, Tomi Ungerer : https://www.instagram.com/tomiungerer/ Les 5 malfoutus, de Beatrice Allemagna : http://www.beatricealemagna.com/i-cinque-malfatti L'artiste et graphiste Paul Cox : https://bit.ly/36L7Uqy L'artiste et graphiste Paul Rand : https://www.grapheine.com/histoire-du-graphisme/paul-rand-tout-est-design L'artiste et graphiste Saul Bass : http://indexgrafik.fr/saul-bass/ L'artiste et graphiste Savignac : https://indexgrafik.fr/raymond-savignac/ Le journal The New Yorker : https://www.newyorker.com/ L'artiste-auteur italien Bruno Munari : https://fr.wikipedia.org/wiki/Bruno_Munari Quel cafouillage, de Bruno Munari et Alessandro Sanna : https://www.youtube.com/watch?v=V_4zF_sgKJI L'auteur-illustrateur Maurice Sendak : https://fr.wikipedia.org/wiki/Maurice_Sendak L'auteur-illustrateur Marc Boutavant : https://bit.ly/3orpE0e La galerie Arts Factory : https://www.artsfactory.net/ Le Mouvement Sturm und Drang : https://bit.ly/3mPm7IN Brigitte Morel, fondatrice des éditions Les Grandes Personnes : https://bit.ly/3oqVcDu L'agence Bureau Kida (japon) : https://bureaukida.com/ ---- CREDIT Merci à Adrien Guy pour l'habillage sonore soundcloud.com/adrienguymusic Merci à Adrien Grenier pour le montage www.linkedin.com/in/adriengrenier/ ---- REJOIGNEZ le CLUB SENS CRÉATIF et accéder aux coulisses du podcast, à une communauté de créatifs passionnés qui échangent les uns avec les autres, ainsi qu'à un portfolio review. Visitez PATREON : www.patreon.com/senscreatifpodcast Rejoignez le DISCORD du podcast : discord.com/invite/sJs9RKj ---- Grâce à SENS CRÉATIF - le podcast qui explore les motivations et les stratégies des artistes de l’image - JÉRÉMIE CLAEYS (illustrateur à Paris) désire créer du lien entre les artistes francophones. www.jeremieclaeys.com/sens-creatif www.instagram.com/senscreatif/ www.instagram.com/jeremieclaeys/
What is a designer? What is an artist? What is a stylist? What is mystery art? What is the shape of words? What is the language of signs and symbols? What is a poster without end? What is micro-art? What is bamboo? What is a spontaneous form, that grows and explodes? What is an arrow? What is a useless machine? - all this and much more in the marvellous eye-opener by Bruno Munari, Design as Art. Please rate & review this podcast here: https://podcasts.apple.com/in/podcast/the-31-5-guy-podcast/id1528897344 You can find me at https://rounakbose.in Links: https://www.instagram.com/the31point5guy/ https://twitter.com/The31point5Guy https://medium.com/the-31-5-guy https://www.linkedin.com/in/rounakbose1997/ ~ The 31.5 Guy
Audiolibros palabras para soñar
Nicoletta Benetta è la curatrice della mostra Figure per Gianni Rodari. Eccellenze Italiane aperta al pubblico dal 17 al 25 ottobre. La mostra è organizzata da Bologna Children's Book Fair per celebrare il centenario della nascita di Gianni Rodari, che ricorre proprio questa settimana. I testi, le fiabe, i racconti e le filastrocche di Rodari sono state tradotte e pubblicate nel mondo e rimangono un inesauribile fonte di ispirazione per i numerosi illustratori che negli anni hanno messo in immagini le sue parole e fantasie. Figure per Gianni Rodari presenta una selezione di 21 illustratori italiani, partendo da collaboratori leggendari come Bruno Munari, Emanuele Luzzati e Altan fino ad illustratori giovani e contemporanei. Ogni autore è rappresentato da due illustrazioni. La mostra coincide con la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Ondazzurra è in diretta ogni domenica alle 11.20 su 104.6 FM
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En un mundo de colores, a Caperucita Blanca, una mañana de nieve, le pueden pasar muchas cosas. Del genio Bruno Munari, la edición es de Editorial Anaya
‘Het is wat het was’ is een podcast die draait rond cultuurhistorische verhalen, anekdotes en feitjes die proberen verklaren waarom dingen vandaag zo zijn en misschien ook wel waren. Facts en checks: # De reeks van Bruno Munari heet Square Circle Triangle. # Het spreekwoord ‘Op één been kan een mens niet staan’ wordt al vermeld in het verzamelwerk over spreekwoorden van F.A. Stoett uit 1923-25. Dit is een Nederlandse taalkundige, dus kunnen we aannemen dat de uitspraak ook in Nederland algemeen gekend is. https://bit.ly/39BGYtm #. In de cultcomedyreeks ‘Willy’s en Marjetten’ wordt een variatie gemaakt op deze uitspraak namelijk ‘Op drei benen kun nen alien niet staan’ aangezien Jelle De Beule hier Cesar speelt die een pak aanheeft met twee extra ‘benen’ in verwerkt. Deels te bekijken via https://bit.ly/2WV7sRu # Op een been staan met ogen dicht zou wel moeten lukken. Deze vrouw hangt er zelfs theorieën over biologische leeftijd aan vast (wetenschappelijke onderbouwing niet gevonden) https://bit.ly/3g4lZ4F De test waarbij je gevraagd wordt om je evenwicht te testen met een voet voor de andere (eventueel met gesloten ogen) heet de proef van Romberg. # Heidi Aalbrecht schreef al meerdere boeken over de herkomst van spreekwoorden en uitdrukkingen. # Metten worden gebeden tussen kwart voor vier en kwart na zes ’s ochtends. Daarna komen de lauden. Deze vallen bij de Abdij van Westmalle bijvoorbeeld om 7u. Het voormiddaggebed is de terts (10u45), de sekst is het middaggebed (12u15), de noon wordt in de namiddag gebeden (14u), de vespers in de avond (om 17u15) en de completen om 19u30. Om 20u gaan de paters van Westmalle slapen. Soundtrack by Jack Pierce
Paola EynardCastello di Miradolohttps://www.fondazionecosso.com/ESTATE AL PARCOLa Fondazione Cosso presenta la Rassegna estivaGiugno – Settembre 2020Parco del Castello di Miradolo – San Secondo di Pinerolo (To)Per l'estate 2020 la Fondazione Cosso presenta una rassegna inedita: fino a settembre si susseguiranno proposte in ambito artistico e naturalistico, che si aggiungono alla possibilità di visitare la grande mostra dedicata alla fotografia di Oliviero Toscani, ospitata nelle sale del Castello e nel parco.La presenza della Fondazione Cosso sul territorio sarà costante anche con un'offerta didattica articolata, rivolta in particolar modo alle famiglie e ai giovani, per rispondere alle esigenze di questo momento storico.Il parco del Castello di Miradolo sarà il cuore di tutti gli appuntamenti che avranno luogo in uno spazio nuovo e in una versione inedita: nel grande prato centrale è stata realizzata un'arena di oltre 2000 mq, disegnata da grandi schermi, che accoglierà il pubblico, come in un grande abbraccio, in sicurezza. Le cuffie silent system permetteranno di scoprire le diverse narrazioni, immersi nella quiete della natura.L'impegno assunto negli anni dalla Fondazione Cosso per promuovere la cultura del verde, l'attenzione posta alla progettazione di nuovi paradigmi di relazione e incontro con l'opera d'arte, la ricerca di differenti linguaggi espressivi e performativi si approfondiscono, oggi, nell'affrontare la ripartenza e aprirsi alla comunità come presidio culturale.IL PROGRAMMAIn collaborazione con il progetto artistico Avant-dernière penséeI CONCERTIDopo oltre 10 anni di sperimentazioni artistiche e di performance che coniugano linguaggi espressivi differenti, il progetto artistico che vive in residence al Castello di Miradolo, dal 2009, presenta nell'estate tre appuntamenti costruiti in dialogo con la natura del parco, nel grande prato centrale. Dopo il Concerto d'Estate da Steve Reich, il 21 giugno, alle 4.30, andranno in scena martedì 28 luglio, alle 21.30, Ulisse, tratto dal Ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi e martedì 15 settembre, alle 21.30, Metamorphosis, da Buster Keaton e Philip Glass.I posti per ogni performance sono limitati. Non ci sono sedie, nè posti assegnati: i musicisti, distanti tra loro, compongono l'esecuzione grazie a un inedito e innovativo sistema di ripresa e di diffusione del suono. L'invito per il pubblico è di spostarsi sulla scena e divenire parte della performance. Le cuffie silent system luminose, attraverso cui si fruisce della partitura, divengono autentiche "stanze d'ascolto", in cui trovare la propria personale prospettiva del concerto, alla ricerca non della solitudine, ma del raccoglimento che richiede l'ascolto. Portare un plaid da casa permette di sedersi sul prato nel proprio angolo preferito per vivere al meglio questa esperienza.Suggestive proiezioni video su grandi maxi schermi creano un'atmosfera sospesa, quando il buio cala sulla radura e arriva la notte. Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.itIL CINEMA NEL PARCOOgni giovedì di luglio e i primi due giovedì di agosto, alle 21.30, la Fondazione Cosso proporrà il cinema nel parco con le cuffie silent system. Portando un plaid da casa è possibile accomodarsi direttamente sul prato, al centro di una grande arena di oltre 2000 mq, disegnata da maxi schermi: tutto intorno solo le lucciole e i suoni della natura. La programmazione è dedicata anche alle famiglie: oltre a una selezione di titoli adatti ai più piccoli, nelle serate del 2, 9 e 30 luglio, alle 21.30, i bambini possono partecipare a un laboratorio serale nel parco, guidato da operatrici didattiche. Prima dell'inizio del film, per chi lo desidera, c'è la possibilità di prenotare golosi cestini da pic nic, confezionati artigianalmente dall'Antica Pasticceria Castino di Pinerolo, o una cena nella corte interna del Castello.Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.itBELLEZZA TRA LE RIGHEin collaborazione con Fondazione Casa Lajolo, nell'ambito della Rassegna “Bellezza tra le righe”Domenica 2 agosto, alle 18, il pubblico incontrerà l'Architetto paesaggista Paolo Pejrone per una conversazione nel parco, alla scoperta di affascinanti storie di giardini disordinati e semplici, di orti felici, giardinieri curiosi, che non si arrendono.Domenica 6 settembre, alle 18, Luca Mercalli racconterà “Non c'è più tempo” (Ed. Einaudi, 2019). Una riflessione sul tema delle emergenze climatiche per capire come reagire agli allarmi ambientali del nostro tempo e difendere il comune patrimonio paesaggistico e culturale.In entrambe le date, sempre alle 18, "Ti presento Bruno Munari", laboratori creativi 0-99 anni.A seguire, merenda gourmet sull'erba.Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.itFERRAGOSTO AL PARCOCome da tradizione il Castello di Miradolo e il suo parco aprono le loro porte anche a Ferragosto. Le famiglie sono invitate a partecipare a una caccia al tesoro che quest'anno condurrà alla scoperta delle capacità emotive delle diverse specie botaniche. Grandi e piccoli potranno anche visitare insieme la mostra dedicata alla fotografia di Oliviero Toscani, allestita nelle sale del Castello e nel parco, con lo speciale percorso didattico Da un metro in giù.Per chi lo desidera è possibile prenotare cestini da pic nic, confezionati artigianalmente da Antica Pasticceria Castino con menù dedicato per adulti e per bambini, in distribuzione dalle ore 12, oppure prenotare un tavolo per un pranzo leggero. Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.itDIDATTICA PER LE FAMIGLIEA luglio, nei giorni feriali, la Fondazione Cosso proporrà alle famiglie laboratori didattici a tema artistico e naturalistico per piccoli gruppi di bambini, nella fascia d'età 3/5 e 6/11 anni. Operatrici didattiche specializzate guideranno i partecipanti alla scoperta del parco e della storia del luogo, per vivere un'esperienza immersiva all'aria aperta. Anche la mostra dedicata alla fotografia di Oliviero Toscani, con lo speciale percorso didattico Da un metro in giù, sarà occasione di guardare l'arte con occhi nuovi, stimolando spirito di osservazione e immaginazione.Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.itESTATE RAGAZZI con Mamma Esco a Giocare della Diaconia Valdese In questo momento di grande incertezza e di difficoltà per le famiglie e per i giovani, prosegue la collaborazione avviata da tempo con la Diaconia Valdese: dal 6 luglio la Fondazione Cosso metterà a disposizione alcuni spazi del Castello di Miradolo e il suo parco storico per accogliere il centro estivo - Mamma Esco a Giocare - organizzato dal Servizio Giovani e Territorio della Diaconia Valdese Valli (DVV). I partecipanti si troveranno in un contesto protetto, a contatto con la bellezza e la storicità del luogo.Informazioni e prenotazioni n. 320/6210848 e-mail mammaescoagiocare@diaconiavaldese.org e Fb - Diaconia Valdese - Giovani e TerritorioGOLOSITÀ AL CASTELLOIl bistrot del Castello apre ogni fine settimana e in occasione di eventi, con tante proposte, dalla colazione all'aperitivo. Il dehor, nella corte interna, è uno spazio fiorito che con l'arrivo della bella stagione è inondato dei profumi delle erbe aromatiche.Ogni domenica il pubblico potrà prenotare un cestino da pic nic, in distribuzione dalle ore 12, oppure scegliere tra una accurata selezione di piatti, anche vegetariani, per una pausa pranzo nella corte interna del Castello. Prenotazione obbligatoria: 0121.502761 prenotazioni@fondazionecosso.itIL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Sei in cerca di un libro da leggere? Nicoletta in questo episodio ci parla del del libro "Cappuccetto Verde" di Bruno Munari
Sueños existenciales que los niños entenderán a la perfección. Como siempre, esta historia la relata Bárbara Espejo.
This week I talked with illustrator Daren Magee. Daren has become a full-time illustrator in the past couple of years and in our conversation we talked about his shift into a full-time artist, the difference between art and design, and social media etiquette. We got into some awesome conversations around cultural appropriation and how artists and designers can value themselves more. This episode is full of great insights from Daren and full of his thoughts on activism in the art community. He fights back against art being stolen from artists in hopes that it will bring awareness to those who simply don't know and that it will give younger designers and artists the courage to speak up for themselves. Daren has some really incredible work and is always posting new work so make sure to check out his work here: Instagram: @realfunwow Website: https://realfunwow.com/ In today's episode, Daren and I mentioned a few resources outside this podcast. If you're interested in finding any of those, you can find them here: Design as Art by Bruno Munari: https://www.amazon.com/Design-As-Art-Bruno-Munari/dp/0141035811/ref=sr_1_1?dchild=1&keywords=design+as+art&qid=1589230215&sr=8-1 Creatively Brief Ep. 17 - Hank Washington: Finding Your Voice in Design: linktr.ee/CreativelyBrief The designer I mentioned who charged $100,000 for a logo was Paul Rand. You can find more of his work here: https://www.paulrand.design/ If you enjoyed today's episode, make sure to subscribe, leave a rating and review, and connect with Creatively Brief on Instagram, Facebook, Twitter & Pinterest at @CreativelyBrief and check out my personal design work on Instagram at @MichaelTumlinDesigns! Are you looking to pick up a new skill or refine one you already have? Skillshare is the best way to learn from professionals in their field at a low, affordable price! I've used skillshare in the past and it truly helped push me farther into the design field than I ever would have imagined. Click the link below to get a free two-month trial and take your creativity to the next level! https://skl.sh/michaeltumlindesigns --- This episode is sponsored by · Anchor: The easiest way to make a podcast. https://anchor.fm/app Support this podcast: https://anchor.fm/creativelybrief/support
Art Director Francesca Bonotto in questa puntata di Modapuntocom ci invita a riflettere:"... Mettere al centro gli abiti è un bel modo per ripartire e dare speranza. Mettere al centro le persone sarebbe forse più opportuno!"Cos’ha detto Armani nella sua lettera al mondo della moda? Come ha comunicato la "sua moda?" E Cosa sta succedendo alla comunicazione di settore? ... vogliamo parlare anche della comunicazione di Vogue Italia? Appena l’ho vista ho pensato a Bruno Munari, “Cappuccetto Bianco”, ve lo ricordate?
On this segment of Incomplete thoughts, Justin shares extemporaneous thoughts on the ever blurring lines between design and art. In an effort to root the thoughts of this episode in some historical context, Justin provides a passage from Bruno Munari's 1966 publication of Design as Art. With the rise of UX Design, particularly in American cities, reconsidering the delicate balance between form and function has never been more apparent than right now. Specifically, we all must ask the question of "what role does aesthetic play in actually lifting the human experience in 2020?" - Bruno Munari - Design as Art Educated Guess - Instagram Educated Guess - Website
Illustrator, Olimpia Zagnoli talks to Giuseppe Castellano about the ups and downs of speaking a second language; why she calls herself an illustrator; how her father’s advice to “make your portfolio big” might have helped land her first New Yorker job; and what illustrators should think about when staring at a blank page.They also discuss how the legendary Bruno Munari has been “following” Olimpia her whole life.
Liberté, énergie, aventure et révolte C'est au détour d'un court séjour parisien que j'ai réussi à m'entretenir avec mon invité du jour, qui m'a fait le plaisir de répondre à mes petites questions de façon très spontanée. La musique fût une belle entrée en matière et peut-être le sentirez-vous, mais il faut que je vous dise à quel point la musique de Fela Kuti me transporte ! Rien que pour elle, vous devriez monter, vous aussi, votre expo idéale grâce aux indications de mon invité. Vous ne savez pas ce qu'est l'expo idéale ? Qu'à cela ne tienne, votre curiosité sera comblée en écoutant cet épisode avec l'artiste, l'auteur, le designer Hervé Tullet. Suivez le podcast sur Instagram Nous parlons de La première musique passée est Water No Get Ennemy de Fela Kuti, la plus belle musique du monde Le musicien Miles Davis Le musicien Karlheinz Stockhausen Les musiciens Salif Keita et Julia Harlem Les surréalistes, les dadaïstes Les pubs de Chatillez, Eram, CLM, Jean-Paul Goude Les dessinateurs Blutch et Philippe Dupuy, Charles Berberian La compagnie Royal Deluxe L'artiste Sole LeWittMallettes pédagogiques chez Bayard Le podcast Emotions de Louie Media avec l'épisode 1 sur le tracLa vidéo sur l'expo idéale sur comment viennent les idées Les artistes Francis Bacon et Joseph Beuys Le MoMa Les éditeurs Jacques Binsztock, Brigitte Morel et Fani Marceau des éditions du Seuil Le livre Petit Ours Brun La maison d'édition Chronicle aux États-Unis Les artiste Bruno Munari et Enzo Mari Le peintre Claude Monet La Biennale de Venise Ses objets culturels préférés L'éloge de la main de Henri FrancillonLa chine en 10 mots de Yu Hua (l'auteur de Brothers)Fela Kuti et SpotifyPierre Boulez en tant que chef d'orchestre Les livres d'Hervé dont on parle Jeu d'ombres (livre déocupé tout noir qui permet de projeter des formes au plafond)Un LivreMix It Up!Faut pas confondreTurlututuComment Papa a rencontré MamanBlopLes jeux chez PhaidonLes 5 sensL'Expo IdéalePeinturlures (les ateliers d'Hervé)OhJ'ai une idée Où suivre Hervé Sur tout ce qui est relatif à l'Expo Idéale : Facebook, Instagram, Pinterest... A propos de l'animateur Je suis Alexandre Soubrier, réalisateur de films graphiques. Vous pouvez me trouver sur twitter, facebook, instagram, vimeo. J'ai même un site sur lequel je poste quelques réalisations et sur lequel vous pouvez me contacter. Le court extrait de musique vient du magnifique album de Wax Taylor "Tales of Forgotten Melodies".
“Complicare è facile, semplificare é difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. Semplificare è il segno dell'intelligenza".Scopriamo oggi Bruno Munari, un artista, scrittore e designer tra i più interessanti e sperimentatori nell'Italia del boom economico. Un autore attento ai bambini che crede nel potere della fantasia e della curiosità.Buon ascolto!
Tanti Auguri di Buon Natale e Buone Feste!- Tre letture natalizie di Maria Grazia, Francesco & Sandro Francesco, " Il pianeta degli alberi di Natale" di Gianni RodariMaria Grazia, "Er presepio" di TrilussaSandro, "Fantasia" di Bruno Munari- segnalazione di followthebooks.com di serena Dui Battista (Seren Dipity), con la bellissima tradizione islandese delle letture nella Notte di Natale- Regalare la propria voce
Tanti Auguri di Buon Natale e Buone Feste!- Tre letture natalizie di Maria Grazia, Francesco & Sandro Francesco, " Il pianeta degli alberi di Natale" di Gianni RodariMaria Grazia, "Er presepio" di TrilussaSandro, "Fantasia" di Bruno Munari- segnalazione di followthebooks.com di serena Dui Battista (Seren Dipity), con la bellissima tradizione islandese delle letture nella Notte di Natale- Regalare la propria voce
Partendo da Bruno Munari per arrivare al parroco Youtuber, Alessio Beltrami analizza gli elementi in grado di generare attenzione nella comunicazione.Ascolta la puntata integrale https://contentmarketingitalia.com/generare-attenzione-interesse/
Daniela Ciancio è una delle più grandi costumiste italiane. Ha lavorato per il teatro, l'opera, il cinema e la televisione e ha ricevuto il David di Donatello per “Il resto di niente” nel 2005 e per “La grande bellezza” nel 2013. Tra aneddoti irresistibili e suggerimenti progettuali, Daniela ci parla del rapporto tra scenografia e costume, del suo incontro con Bruno Munari, dell’importanza del lavoro di bottega, della trasformazione di Toni Servillo in Giulio Andreotti, di come abbia aiutato Paolo Sorrentino a rendere memorabili i personaggi delle sue feste romane.
Lo scorso 2 marzo se n'è andato, a 107 anni, Gillo Dorfles, una delle personalità più colte e sofisticate del Novecento. Critico d'arte, filosofo e a sua volta artista, nel 1948 è stato tra i fondatori del Movimento per l'Arte Concreta insieme a Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet. Nella sua opera sterminata si è occupato di artisti come Bosch, Dürer, Feininger, Wols o Scialoja e di espressioni estetiche della contemporaneità come il design, l'architettura e il costume.Era stato diverse volte ospite a Festivaletteratura, la prima nel 2005, l'ultima nel 2011. Oggi vi proponiamo il suo incontro con il critico di design Beppe Finessi, tenuto al Teatro Bibiena nel 2008. Durante l'intervista parlò a braccio di estetica, design e arti figurative, ricordando vecchi e illustri amici come Munari e Le Corbusier. Ma anticipò anche una delle questioni centrali del vivere contemporaneo, l'horror pleni, la saturazione di messaggi a cui siamo sottoposti nella civiltà della comunicazione totale.*****Le musiche del podcast sono di Raw Frame > https://naurecords.bandcamp.com/album/side-sight"Voci di Festivaletteratura" fa parte del progetto Open Festival, sostenuto da Fondazione Cariplo
Lo scorso 2 marzo se n'è andato, a 107 anni, Gillo Dorfles, una delle personalità più colte e sofisticate del Novecento. Critico d'arte, filosofo e a sua volta artista, nel 1948 è stato tra i fondatori del Movimento per l'Arte Concreta insieme a Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet. Nella sua opera sterminata si è occupato di artisti come Bosch, Dürer, Feininger, Wols o Scialoja e di espressioni estetiche della contemporaneità come il design, l'architettura e il costume.Era stato diverse volte ospite a Festivaletteratura, la prima nel 2005, l'ultima nel 2011. Oggi vi proponiamo il suo incontro con il critico di design Beppe Finessi, tenuto al Teatro Bibiena nel 2008. Durante l'intervista parlò a braccio di estetica, design e arti figurative, ricordando vecchi e illustri amici come Munari e Le Corbusier. Ma anticipò anche una delle questioni centrali del vivere contemporaneo, l'horror pleni, la saturazione di messaggi a cui siamo sottoposti nella civiltà della comunicazione totale.*****Le musiche del podcast sono di Raw Frame > https://naurecords.bandcamp.com/album/side-sight"Voci di Festivaletteratura" fa parte del progetto Open Festival, sostenuto da Fondazione Cariplo
Nuovo appuntamento con Border Nights, dalle 22 su Web Radio Network. Questa sera parleremo di ricerca musicale, scelte di vita e alimentari, guarigione interiore ed esteriore.All’inizio con noi il trio Franceschetti-Carpeoro-Proclamato per presentare il prossimo appuntamento di Subiaco del Tour sui Rosa Croce.Primo ospite della serata sarà Sandro Sainati. Sandro Nullo Vincenzoni Sainati nasce a Livorno. E’ autore-compositore polivalente di brani musicali, scritture, quadri e performances che lo vedono attivo fin dalla giovane età. Casualmente, in quinta elementare, assiste ad un seminario (di alcuni giorni) condotto da Bruno Munari, una fortuna rimarcata più volte dallo stesso Sainati per le influenze che lo accompagneranno in tutto il suo percorso artistico. Inizia a cantare dall’età di sei anni presso la corale “Guido Monaco”. In età adolescenziale si appassiona di tastiere analogiche e strumenti elettronici. E’ grazie alla sensibilità musicale della sua Prof.ssa Ebe Panella, insegnante delle scuole medie, che conosce l’opera di John Cage. Ascolta, sempre in quel periodo, alcuni compositori delle avanguardie elettroniche del ‘900 (Edgar Varèse, Karlheinz Stockhausen, Berio e Maderna). Nel 1986 la sua prima composizione sperimentale dedicata al compositore Cage, opera prima; “musica di acqua”. Studia con molta attenzione Demetrio Stratos (storico cantante del gruppo Area) portando avanti un progetto che ha come scopo l’espressività vocale. Partecipa al seminario di poesia sonora dedicato a Gianni Sassi (produttore dell’etichetta discografica anni ‘70 Cramps Records) presso “Futura Music” di Milano. Nel 2004 segue un corso di doppiaggio (a Roma) curato da Mario Maldesi, narra, in quell’ occasione, due documentari di “Geo Magazine” passati in più occasioni nel palinsesto Rai. Partecipa a tre seminari di foniatria condotti dal Professor Franco Fussi (logopedista di fama mondiale), strutturando così una ricerca personale sulle problematiche e i possibili rimedi della voce. Autore di cortometraggi e videoclip musicali del circuito “Underground livornese”. Fonda la tesi “Elettronica Umana”, strutturando interessanti seminari di musico-terapia in svariate sedi toscane nell’ambito del sociale con ottimi risultati. Collabora con musicisti del calibro di Eugenio Sanna (musico-terapista attivo nel carcere “Don Bosco” di Pisa), Marco Lenzi (compositore e musicologo). Musicalmente è aperto a tantissimi generi, ascolta attentamente i vecchi dischi in vinile di famiglia traendo spunti e influenze musicali principali. Percorre l’ascolto degli anni ’50, il jazz, le variazioni della black music, la fusion, la psichedelia, il rock progressivo italo – europeo, la lirica e la classica, l’elettronica minimale, la new wave, fino alla musica “Electro” tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, infatti proprio in quel periodo si diverte anche a selezionare dischi in vinile in molti club italiani come lo storico “Club Imperiale” di Tirrenia (Pi), affermando la sua spontanea passione per l’ascolto di ricerca. Nella prima metà degli anni novanta conduce svariati programmi radiofonici all’avanguardia in alcune emittenti locali. Il programma più seguito, e di successo di quel periodo, fu il suo “Radio Utopia“. In seguito lo stesso programma sarà riproposto in altre situazioni interessanti, anche dal vivo. Nell’Agosto del 1995 inaugura l’elaborazione teorica “Errorista” traendo un manifesto concettuale, un connubio tra psicoanalisi e “sconnessione simbolica verbale”. Il manifesto Errorista verrà successivamente, nel 2001 (spudoratamente plagiato da alcuni individui argentini travestiti da rivoluzionari, gli stessi che ne segneranno, con il loro presuntuoso e squallido gesto, senza neanche capire di che cosa trattasse, la banale fine di quello che poteva divenire uno studio scientifico del linguaggio). Questo a causa della divulgazione in un Blog (senza protezione) del manifesto originale su Internet da parte del Sainati, un errore rimarcato più volte dall’autore. Come compositore musicale conta oltre 100 dischi auto prodotti (non riconosciuti dal mercato ufficiale della musica), tra colonne sonore, live e registrazioni in studio. Come pittore crea “forme umane” attraverso la tecnica del collage su cartoncino. Il suo lavoro sperimentale del taglio, attraverso lo studio della “Pareidolia”, trova riscontro nel campo della fumettistica d’avanguardia. Vive e lavora a Pisa, è l’ideatore e l’organizzatore della rassegna Pisa Improvvisa, e insegnante di Kung Fu. Ci presenterà questa sera alcune composizioni legate anche alla numerologia.Seconda ospite della serata sarà Chiara Collizzoli protagonista di una scelta di vita molto particolare: da allevatrice di suini al veganesimo. Ci racconterà come è cambiata la sua vita dopo questa scelta.Stefania intervista Serena Milano, autrice del libro “Ho scelto di guarire”. A 23 anni ha scoperto di avere un tumore e ha intrapreso un percorso di guarigione interiore (attraverso la metamedicina di Claudia Rainville ma non solo) che l’ha portata a cambiare i propri pensieri, le proprie emozioni, il proprio modo di vivere.A seguire la ruota libera con Paolo Franceschetti, l’angolo di Barbara Marchand e la scheda del Maestro di Dietrologia.Per intervenire: redazione@bordernights.it
Nuovo appuntamento con Border Nights, dalle 22 su Web Radio Network. Questa sera parleremo di ricerca musicale, scelte di vita e alimentari, guarigione interiore ed esteriore.All’inizio con noi il trio Franceschetti-Carpeoro-Proclamato per presentare il prossimo appuntamento di Subiaco del Tour sui Rosa Croce.Primo ospite della serata sarà Sandro Sainati. Sandro Nullo Vincenzoni Sainati nasce a Livorno. E’ autore-compositore polivalente di brani musicali, scritture, quadri e performances che lo vedono attivo fin dalla giovane età. Casualmente, in quinta elementare, assiste ad un seminario (di alcuni giorni) condotto da Bruno Munari, una fortuna rimarcata più volte dallo stesso Sainati per le influenze che lo accompagneranno in tutto il suo percorso artistico. Inizia a cantare dall’età di sei anni presso la corale “Guido Monaco”. In età adolescenziale si appassiona di tastiere analogiche e strumenti elettronici. E’ grazie alla sensibilità musicale della sua Prof.ssa Ebe Panella, insegnante delle scuole medie, che conosce l’opera di John Cage. Ascolta, sempre in quel periodo, alcuni compositori delle avanguardie elettroniche del ‘900 (Edgar Varèse, Karlheinz Stockhausen, Berio e Maderna). Nel 1986 la sua prima composizione sperimentale dedicata al compositore Cage, opera prima; “musica di acqua”. Studia con molta attenzione Demetrio Stratos (storico cantante del gruppo Area) portando avanti un progetto che ha come scopo l’espressività vocale. Partecipa al seminario di poesia sonora dedicato a Gianni Sassi (produttore dell’etichetta discografica anni ‘70 Cramps Records) presso “Futura Music” di Milano. Nel 2004 segue un corso di doppiaggio (a Roma) curato da Mario Maldesi, narra, in quell’ occasione, due documentari di “Geo Magazine” passati in più occasioni nel palinsesto Rai. Partecipa a tre seminari di foniatria condotti dal Professor Franco Fussi (logopedista di fama mondiale), strutturando così una ricerca personale sulle problematiche e i possibili rimedi della voce. Autore di cortometraggi e videoclip musicali del circuito “Underground livornese”. Fonda la tesi “Elettronica Umana”, strutturando interessanti seminari di musico-terapia in svariate sedi toscane nell’ambito del sociale con ottimi risultati. Collabora con musicisti del calibro di Eugenio Sanna (musico-terapista attivo nel carcere “Don Bosco” di Pisa), Marco Lenzi (compositore e musicologo). Musicalmente è aperto a tantissimi generi, ascolta attentamente i vecchi dischi in vinile di famiglia traendo spunti e influenze musicali principali. Percorre l’ascolto degli anni ’50, il jazz, le variazioni della black music, la fusion, la psichedelia, il rock progressivo italo – europeo, la lirica e la classica, l’elettronica minimale, la new wave, fino alla musica “Electro” tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, infatti proprio in quel periodo si diverte anche a selezionare dischi in vinile in molti club italiani come lo storico “Club Imperiale” di Tirrenia (Pi), affermando la sua spontanea passione per l’ascolto di ricerca. Nella prima metà degli anni novanta conduce svariati programmi radiofonici all’avanguardia in alcune emittenti locali. Il programma più seguito, e di successo di quel periodo, fu il suo “Radio Utopia“. In seguito lo stesso programma sarà riproposto in altre situazioni interessanti, anche dal vivo. Nell’Agosto del 1995 inaugura l’elaborazione teorica “Errorista” traendo un manifesto concettuale, un connubio tra psicoanalisi e “sconnessione simbolica verbale”. Il manifesto Errorista verrà successivamente, nel 2001 (spudoratamente plagiato da alcuni individui argentini travestiti da rivoluzionari, gli stessi che ne segneranno, con il loro presuntuoso e squallido gesto, senza neanche capire di che cosa trattasse, la banale fine di quello che poteva divenire uno studio scientifico del linguaggio). Questo a causa della divulgazione in un Blog (senza protezione) del manifesto originale su Internet da parte del Sainati, un errore rimarcato più volte dall’autore. Come compositore musicale conta oltre 100 dischi auto prodotti (non riconosciuti dal mercato ufficiale della musica), tra colonne sonore, live e registrazioni in studio. Come pittore crea “forme umane” attraverso la tecnica del collage su cartoncino. Il suo lavoro sperimentale del taglio, attraverso lo studio della “Pareidolia”, trova riscontro nel campo della fumettistica d’avanguardia. Vive e lavora a Pisa, è l’ideatore e l’organizzatore della rassegna Pisa Improvvisa, e insegnante di Kung Fu. Ci presenterà questa sera alcune composizioni legate anche alla numerologia.Seconda ospite della serata sarà Chiara Collizzoli protagonista di una scelta di vita molto particolare: da allevatrice di suini al veganesimo. Ci racconterà come è cambiata la sua vita dopo questa scelta.Stefania intervista Serena Milano, autrice del libro “Ho scelto di guarire”. A 23 anni ha scoperto di avere un tumore e ha intrapreso un percorso di guarigione interiore (attraverso la metamedicina di Claudia Rainville ma non solo) che l’ha portata a cambiare i propri pensieri, le proprie emozioni, il proprio modo di vivere.A seguire la ruota libera con Paolo Franceschetti, l’angolo di Barbara Marchand e la scheda del Maestro di Dietrologia.Per intervenire: redazione@bordernights.it
"Bruno Munari, Una lezione di Design” Conferenza allo IUAV di Venezia il 7 marzo 1992. Il DVD è stato prodotto dall’Università degli Studi della Repubblica di San Marino insieme allo IUAV di Venezia, ed è curato da Gaddo Morpurgo, Dario Scodeller, Corrado Loschi e Michele Zannoni. http://sdz.aiap.it/notizie/7145
On this episode of Working File, which is actually the first one we ever recorded, we’re joined by Satchell Drakes and Jen Mussari to discuss being a designer in the public eye. How is being a famous designer different than being a famous dentist? Is one particular personality type or kind of design work rewarded by social media? What are we saying when we only show our polished, perfect selves online? Links Satchell’s Video on That Dragon, Cancer Charity Water Small City — Jen's Studio in Brooklyn “Being a famous designer is like being a famous dentist.” — Noreen Morioka Neil deGrasse Tyson The Kanye West Wiz Khalifa Twitter Beef of 2016 What it Looks Like on Reply All Jamie Keiles on Instagram Depressiongrams 24 Creative Pros Get Real About Their 2016 Goals on HOW (see: Dylan Lathrop’s response) Creativity and Depression Clients from Hell Bruno Munari’s Children’s Books CSS for Babies James Victore — The Dinner Series Design Matters with Debbie Millman Bioshock Infinite Developing Taste Jen’s Instagram Account The Gap by Ira Glass Grace Bonney interview with The Great Discontent
BRUNO MUNARI raccontato da Flaminio Gualdoni
Giuseppe Isgrò drammaturgo e regista di Note per un collasso mentale in scena al Teatro Out Off di Milano - Ottavio D'Alessio Grassi autore del libro Un fiore per Kylie, Uomini e animali: racconti di vite intrecciate - Stefano Jaccini sul suo lobro Tu non nascesti audace - Federico Fiume su Rocksteria Festival a Castelnuovo Val Di Cecina - Marco Sammicheli curatore della Mostra e della Giornata di studi su Bruno Munari
Giuseppe Isgrò drammaturgo e regista di Note per un collasso mentale in scena al Teatro Out Off di Milano - Ottavio D'Alessio Grassi autore del libro Un fiore per Kylie, Uomini e animali: racconti di vite intrecciate - Stefano Jaccini sul suo lobro Tu non nascesti audace - Federico Fiume su Rocksteria Festival a Castelnuovo Val Di Cecina - Marco Sammicheli curatore della Mostra e della Giornata di studi su Bruno Munari (seconda parte)
Giuseppe Isgrò drammaturgo e regista di Note per un collasso mentale in scena al Teatro Out Off di Milano - Ottavio D'Alessio Grassi autore del libro Un fiore per Kylie, Uomini e animali: racconti di vite intrecciate - Stefano Jaccini sul suo lobro Tu non nascesti audace - Federico Fiume su Rocksteria Festival a Castelnuovo Val Di Cecina - Marco Sammicheli curatore della Mostra e della Giornata di studi su Bruno Munari (seconda parte)
Arturo Cirillo e il suo L'avaro di Moliere - la mostra di Bruno Munari al Museo del '900 di Milano - L'onesto porco, storia di una diffamazione, del professor Roberto Finzi - l'appuntamento con il fumetto e Antonio Serra
Arturo Cirillo e il suo L'avaro di Moliere - la mostra di Bruno Munari al Museo del '900 di Milano - L'onesto porco, storia di una diffamazione, del professor Roberto Finzi - l'appuntamento con il fumetto e Antonio Serra (prima parte)
Arturo Cirillo e il suo L'avaro di Moliere - la mostra di Bruno Munari al Museo del '900 di Milano - L'onesto porco, storia di una diffamazione, del professor Roberto Finzi - l'appuntamento con il fumetto e Antonio Serra (prima parte)
Italian graphic design collective MEAT talk about their favourite designers as well as Italian designer Bruno Munari. MEAT often give workshops and they speak specifically about their workshop at the Imagine iT conference in Bologna. They round up the interview musing about the future of MEAT. Recorded at the ImagineIt 2008 conference in Bologna, Italy. Art Chantry - Speak Up interview :: Jonathan Barnbrook :: Bruno Munari :: File Download (13:18 min / 18 MB)