Capital and the largest city of Iran
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Dagli insediamenti in Cisgiordania dove le ragazzine inneggiano alla fine della mescolanza tra ebrei e non ebrei a Tulkarem, dove i ragazzini palestinesi appendono ai fucili le foto degli amici uccisi e si preparano a combattere i soldati israeliani, fino a Teheran, dove è stata arrestata e dove i giovani sfidano ogni giorno la Repubblica islamica con i loro abiti e i loro gesti. Cecilia Sala racconta nel libro “I figli dell'odio” le nuove generazioni che vivono sulla loro pelle le guerre che sono in corso in Medioriente. Guerre che hanno ereditato e che forse non saranno in grado di far finire.
Ferdinando Vicentini Orgnani"Tehran senza ritorno"Oligo Editorewww.oligoeditore.itTehran senza ritorno racconta, tra verità storica e finzione narrativa, la vita di Fariba, un'artista iraniana nata nel 1981 a Tabriz e arrivata a Roma, per studiare pittura all'Accademia, nel 2010. In Italia Fariba si lascia alle spalle il peso di un regime oppressivo, ma anche l'infanzia trascorsa durante la sanguinosa guerra Iran-Iraq, l'adolescenza segnata dalla scoperta di essere una figlia non desiderata, sopravvissuta a un tentativo di aborto, e la misteriosa morte del fratello Vahid. La sua nuova vita nel belpaese sarà segnata dall'incontro con Marilù, un'artista ottantenne che praticamente la adotterà, ma anche da un doppio intreccio sentimentale combattuto tra Francesco, un suo allievo di persiano e analista dei servizi segreti italiani, e Claudia, talentosa sommelier napoletana.Tra verità e finzione narrativa, la vita di una giovane artistasospesa tra Iran e ItaliaFerdinando Vicentini Orgnani (Milano, 1963) si è diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel 1992. Ha scritto e diretto i film Vinodentro (2014), Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni (2003), Mare Largo (1998, tratto dal romanzo Attesa sul mare di Francesco Biamonti) e molti docufilm, tra cui The Beat Bomb (2022), frutto di quindici anni di amicizia e riprese con il poeta Lawrence Ferlighetti. Con Marcello Fois e Diego De Silva ha scritto la sceneggiatura di Certi Bambini (2004, premio Fassbinder “rivelazione” agli European Film Awards - Oscar Europeo), tratto dall'omonimo romanzo di Diego De Silva. Ha interpretato il ruolo di Marcello Mastroianni nel film Parajanov. Lover of Beauty (2013). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti Baba Carapa (A&B).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
"Non ci faremo intimidire da nessun bullo", ha detto il presidente cinese Xi Jinping sul palco da cui ha assistito all'imponente parata militare per gli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. Una parola, bullo, che a fine giugno, dopo l'attacco americano ai siti nucleari iraniani, aveva utilizzato anche Donald Trump per descrivere il regime di Teheran: una provocazione che ora l'Oriente riunito a Pechino sembra lanciare contro il blocco occidentale. La nostra rassegna stampa di oggi inizia da piazza Tienanmen, ma ci sposteremo prima a Parigi - oggi si tiene un nuovo summit dei Volenterosi per l'Ucraina - e poi a Lisbona, dove ieri sera il deragliamento della celebre funicolare ha provocato la morte di almeno quindici persone. Tante le notizie anche dall'Italia, con le ultime sulle indagini sui siti sessisti. E poi lo sport: gli azzurri di tennis, basket e volley ci fanno sognare in attesa del ritorno in campo della Nazionale di calcio.
Als 2022 die junge iranische Kurdin Jina Mahsa Amini in Polizeigewahrsam in Teheran stirbt, ändert sich das Leben der Menschen in Iran – und auch aller Menschen, die längst aus Iran geflohen sind. In Azizam – Die Revolution meiner Mama zeichnet SWR-Journalistin Aida Amini die Geschichte ihrer Mutter Malihe nach, für die Jina Masha Aminis Tod vieles ändert. Malihe wandert Mitte der 90er Jahre von Iran nach Deutschland aus, damit sie und ihre Töchter in Freiheit leben können. Sie erzählt von ihrer Jugend in Iran, über Angst vor der Sittenpolizei, von „verbotener“ Popkultur hinter verschlossenen Türen und von einer Generation, die gelernt hat, möglichst nicht aufzufallen. Sie zieht in die deutsche Provinz, gründet eine Familie, beginnt ein neues Leben weit weg von ihrer Heimat. Nach dem Tod von Jina Mahsa Amini und den „Jin, Jiyan, Azadi“-Proteste in Iran verändert sich was in Malihe. Sie schöpft neue Hoffnung, dass sich in ihrem Heimatland endlich etwas verändern kann. Der Podcast zeigt, wie die Hoffnung der protestierenden Jugend in Iran in der iranischen Diaspora ankommt – und was sie mit Selbstbildern macht. Zum ersten Mal in ihrem Leben zieht es Aidas Eltern in Deutschland auf die Straße. Und Aida fragt sich im Verlauf des Podcasts zunehmend: Was ist hier eigentlich meine Rolle? Als Journalistin, als deutsche Iranerin, als politischer Mensch?
Ursula von der Leyen, Präsidentin der Europäischen Kommission, verurteilt den schweren russische Angriffe auf Kiew/ Regierungen in Berlin, Paris und London setzen den Sanktionsmechanismus gegen Teheran wieder in Gang/ Suche nach dem vermutlichen Todesschützen Dezi Freeman geht weiter/ UNO-Generalsekretär Guterres appelliert an Israel, den Plan zur Einnahme von Gaza-Stadt fallen zu lassen
Heute beginnt das eigenössische Schwing- und Älplerfest in Mollis im Glarus. Aber seit wann ist das ESAF eigentlich so ein Mega-Event? Darüber haben wir mit Rolf Gasser gesprochen, ehemaliger Geschäftsführer des Eidgenössischen Schwingverbands. Weitere Themen: · Schwingerkönig Joel Wicki im Rampenlicht: Auch ihn beschäftigen die Veränderungen im Schwingsport. · Gelten bald wieder alle UNO-Sanktionen gegen den Iran? Das wollen Deutschland, Frankreich und Grossbritannien. Die drei Länder haben bereits ein entsprechendes Verfahren eingeleitet. Wie reagiert Teheran? · Polen gehört zu den grössten Unterstützern der Ukraine - auch bei der Aufnahme von ukrainischen Flüchtlingen. Doch die Stimmung im Land scheint gedreht zu haben: Der polnische Präsident Karol Nawrocki will die Sozialleistungen für Ukrainerinnen und Ukrainer nicht verlängern.
Frankryk, Duitsland en die Verenigde Koninkryk het Donderdag 'n meganisme aan die gang gesit om sanksies teen Iran te hervat, na 'n reeks vergaderings nie daarin geslaag het om 'n ooreenkoms oor die Iranse kernprogram te bereik nie. Die drie Europese lande, bekend as die E3, waarsku Teheran al vir weke dat die Verenigde Nasies se sanksies teen Oktober heringestel kan word, wanneer die 2015 kernooreenkoms tussen Teheran en groot magte verval. Al Jazeera se VN-korrespondent Gabriel Elizondo verduidelik.
Il governo di Canberra ha espulso il diplomatico dopo che intelligence e polizia hanno rivelato il coinvolgimento della Repubblica islamica in due attacchi antisemiti a Melbourne e Sydney. La Guardia Rivoluzionaria sarà inserita tra le organizzazioni terroristiche.
Teheran (Fernsehserie)
Wasser ist die wichtigste Ressource des Planeten. Die Landwirtschaft braucht es, der Menschen sowieso. Im Iran droht es nach Hitzewellen und Dürren auszugehen, in der Hauptstadt Teheran steht die Wasserversorgung kurz vor dem Zusammenbruch. Text und Moderation: Caroline AmmeSie haben Fragen? Schreiben Sie eine E-Mail an podcasts@ntv.deSie möchten uns unterstützen? Dann bewerten Sie den Podcast gerne bei Apple Podcasts oder Spotify.Den Podcast als Text? Einfach hier klicken.Alle Rabattcodes und Infos zu unseren Werbepartnern finden Sie hier: https://linktr.ee/wiederwasgelerntUnsere allgemeinen Datenschutzrichtlinien finden Sie unter https://datenschutz.ad-alliance.de/podcast.htmlWir verarbeiten im Zusammenhang mit dem Angebot unserer Podcasts Daten. Wenn Sie der automatischen Übermittlung der Daten widersprechen wollen, klicken Sie hier: https://datenschutz.ad-alliance.de/podcast.htmlUnsere allgemeinen Datenschutzrichtlinien finden Sie unter https://art19.com/privacy. Die Datenschutzrichtlinien für Kalifornien sind unter https://art19.com/privacy#do-not-sell-my-info abrufbar.
The Big Three--Stalin, Roosevelt, and Churchill--met and conferred together for the first time in November 1943. It was the most important meeting of world leaders since the Paris Peace Conference of 1919.
Iran: Das Wasser wird knapp – Seit Jahren herrscht Dürre im Iran. Wenn es nicht bald regnet, werden die letzten Trinkwasservorräte des Landes verschwinden. Die Regierung unternimmt nicht genug gegen das Problem.
Parnian Kasae"Seta, figlia dell'Iran"Romanzo autobiograficoMursia Editorewww.mursia.com«La paura è rimanere nella prigione dell'oscurità, mentre la speranza è affrontare il mondo con tutte le sue incertezze e le sue sfide, uscire dal buio per tendere alla salvezza. Osando e rischiando. Buttandosi, a volte con un po' di follia.»Un romanzo autobiografico che attraversa frontiere geografiche e interiori. La voce di Parnian, ingegnera iraniana e donna migrante, ci guida in un viaggio che intreccia dolore fisico e nostalgia, memoria e resilienza, radici perdute e orizzonti conquistati. Le pagine ricompongono, come in un mosaico, le tessere di una vita che ha attraversato la storia recente dell'Iran: la Rivoluzione islamica, la guerra, le pressioni del regime e il grido di libertà delle donne. Dall'infanzia a Teheran sotto le bombe all'adolescenza con il velo, dalla perdita del padre – guida spirituale e faro intellettuale – fino al dottorato e alla rinascita in Italia: una donna cucita tra due civiltà, dove ogni dolore diventa arte e ogni frammento un tassello di rinascita.Parnian Kasae (Teheran, 1977) è laureata in Ingegneria Biomedica in Iran. Dopo un master in Simulazione a Trieste, si è dottorata in Fisica a Siena. Oggi vive a San Donà di Piave in provincia di Venezia, dove si dedica alla sua passione per l'arte e la letteratura. Seta, figlia dell'Iran è il suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Soon after the US bombing of Iran's nuclear sites in June, following Israel's bombings of the country, there was talk of the military operation going further: full war with Iran with the aim of regime change. But some, including critics of Teheran's theocratic and authoritarian government, warned against such a move. Can a county ever really be freed from an oppressive government through the violent intervention of an external power? Is such a move ever morally justified, even if strategically possible? And how does the complicated history and real-life politics of a region affect abstract philosophical arguments about justice? This interview is based on a piece in The Philosopher magazine, entitled When Liberation Becomes Subjugation: The Moral Paradox of Regime Change in IranHossein Dabbagh is an Assistant Professor of Philosophy at Northeastern University London and an affiliated member of Oxford's Department for Continuing Education His work spans practical ethics, political philosophy, and Middle Eastern affairs, with a particular focus on Islamic political theology. He regularly contributes to public philosophy, writing on secularism and theocratic rule in Iran for Aeon, The Conversation, and other platforms, and has appeared on the BBC, combining philosophical analysis with regional expertise. Patrick Hassan is a Senior Lecturer in Philosophy at Cardiff University. He is the author of Nietzsche's Struggle Against Pessimism (Cambridge University Press, 2023), and the editor of Schopenhauer's Moral Philosophy (Routledge, 2021), as well as a range of peer-reviewed articles in ethics, aesthetics, and environmental and political philosophy.If you enjoyed the episode, please leave us a rating and a review on Apple Podcasts.This podcast is created in partnership with The Philosopher, the UK's longest running public philosophy journalm founded in 1923. Check out the latest issue of The Philosopher and its online events series: https://www.thephilosopher1923.org Artwork by Nick HallidayMusic by Rowan Mcilvride
Wasser ist knapp im Iran. So knapp, dass die Regierung in Erwägung zieht, Teheran zwangsweise zu schliessen, sogar über eine Verschiebung der Hauptstadt wird nachgedacht. Iran ist nur eine von vielen Gegenden mit Wasserstress. Wie leben die Menschen damit – was passiert, wenn sie am Hahn drehen? Habt Ihr Fragen oder Themen-Inputs? Schreibt uns gerne per Mail an newsplus@srf.ch oder sendet uns eine Sprachnachricht an 076 320 10 37. _____________________ In dieser Episode zu hören: - Thomas Seibert, freier Journalist ____________________ Team: - Moderation: Reena Thelly - Produktion: Marielle Gygax - Mitarbeit: Amir Ali ____________________ Das ist «News Plus»: In einer Viertelstunde die Welt besser verstehen – ein Thema, neue Perspektiven und Antworten auf eure Fragen. Unsere Korrespondenten und Expertinnen aus der Schweiz und der Welt erklären, analysieren und erzählen, was sie bewegt. «News Plus» von SRF erscheint immer von Montag bis Freitag um 16 Uhr rechtzeitig zum Feierabend.
Von Christa Zöchling. Das ideologiegetriebene Regime im Iran setzt die Vernunft außer Kraft. Und so lenken westliche Staaten oft ein und lassen sich erpressen. Geht es auch anders?// Die Dunkelkammer ist ein Stück Pressefreiheit. Unabhängigen Journalismus kannst Du mit einer Mitgliedschaft via Steady unterstützen https://steady.page/de/die-dunkelkammer/about Vielen Dank! Michael Nikbakhsh im Namen des Dunkelkammer-Teams
Washington und Teheran - die USA und die Islamische Republik Iran verbindet eine bald 45jährige Geschichte der Feindschaft. Wer heute nach den Gründen für die jüngsten Geschehnisse sucht, warum die USA unter Donald Trump im Juni die israelischen Luftangriffe auf iranische Nukleareinrichtungen mit einem erstmaligen Einsatz der schwersten Bunkerbrechenden Bomben durch Tarnkappenbomber vom Typ B2 unterstützt haben, der finden in der konfliktgeladenen Historie der amerikanisch-iranischen Beziehungen zahlreiche Erkläransätze. Ulrich Pick, ehemaliger ARD-Korrespondent für den Iran, begleitet uns auf dem Weg in die "amerikanisch-iranische Feindschaft."
It has been three weeks since a ceasefire on June 24 paused the brief war between Israel and Iran. As a recap of what happened: the Israel Defense Forces launched surprise air strikes on Iran's nuclear bomb-making facilities and other targets. The Israeli government said Iran was weeks away from having working nuclear missiles, which officials say would pose an existential threat to the Jewish State. Teheran retaliated by firing 550 ballistic missiles at Israel and dropping more than 1,000 bombs via drone. Despite Israel intercepting most of those missiles and bombs, the Iranian strikes managed to kill 30 Israelis, while Israeli attacks resulted in an estimated 900 Iranian deaths. Thousands of civilians were wounded on both sides. U.S. President Donald Trump sent forces to bomb three of Iran's main nuclear facilities, ultimately pushing Iran and Israel to call off hostilities. When the IDF launched its surprise attack, many Canadian-Iranian dissidents initially expressed support for Israel. Some hoped the war would prompt a regime change and bring back democracy and freedom to their homeland. But Trump vetoed the removal of Iran's leaders, and now initial optimism in Canada has shifted to concern amidst reports of renewed crackdowns by the Islamic republic on its domestic opponents. On today's episode of The CJN's flagship news podcast, North Star, reporter Alex Rose sits down to speak with Kaveh Shahrooz, a Canadian lawyer and international human rights activist, on what the brief war achieved and what he fears comes next. Related links Read more about how Iranian Canadians are now concerned for their homeland, after initial hope during Israel's raids on the nuclear bomb building sites in June, in The CJN. How Canadian government agencies are preparing for Iranian domestic threats, in The CJN. Why Iran's terror regime is creating common bonds between Jewish and Iranian Canadians, in The CJN. Credits Host and writer: Ellin Bessner (@ebessner) Production team: Zachary Kauffman (senior producer), Andrea Varsany (producer), Michael Fraiman (executive producer) Music: Bret Higgins Support our show Subscribe to The CJN newsletter Donate to The CJN (+ get a charitable tax receipt) Subscribe to North Star (Not sure how? Click here)
Als in Teheran die Raketen einschlagen, ist Fred Pleitgen mittendrin!
Der Iran beharrt auf dem Recht zur eigenständigen Urananreicherung. Für Verhandlungen mit den USA nennt Teheran nun eine Bedingung. Und was wird aus den Gesprächen über eine Waffenruhe in Gaza?
Jak wyglądał Teheran za panowania dynastii Pahlawich? Dlaczego w Iranie wybuchła rewolucja, która przekształciła kraj w republikę islamską? Jaką rolę odegrał w niej Ruhollah Chomejni? W Misji specjalnej RMF FM odsłaniamy kulisy upadku ostatniego szachinszacha Iranu, Mohammada Rezy Pahlawiego.
Die 1983 in Bern geborene Künstlerin Sophie Hunger wuchs am Fuße des Gurtens auf, dem Hausberg ihrer Geburtsstadt. Aber nicht nur dort, es ging viel hin und her in ihrer Kindheit und Jugend, London, Bonn, später Teheran und zwischendurch eben die Schweiz. Mit 10 spielte sie auf dem Klavier ihre ersten eigenen Songs, Musik wird jetzt zur festen Begleiterin. Nach der Matura macht sich Sophie auf die Suche, studiert mal dies, mal das, bricht immer wieder ab, singt in verschiedenen Bands und arbeitet in der Gastronomie, bis sie 2006 im Eigenvertrieb ihre erste CD veröffentlicht. Endlich kommt dieser Schub und diese lang ersehnte Bestätigung, zukünftig als Musikerin leben zu wollen und auch zu können. Wenig später performt sie als Vorband des höchst erfolgreichen Stephan Eicher im Pariser Bataclan und tritt beim Montreux Jazz Festival auf. Seitdem gilt die zweifache Mutter, Sängerin, Songwriterin, Filmkomponistin und nun auch Romanautorin Sophie Hunger als eine der innovativsten und außergewöhnlichsten Künstlerinnen Europas. Playlist: Nina Simone (live at Carnegie Hall 1964) - Go Limp The Carpenters - Love is surrender Daniel Barenboim & Israel Philharmonic Orchestra Cello: Jaqueline du Pré Piano: Gerald Moore - Kol Nidrei Op. 47 von Max Bruch Joe Strummer/The Clash - Julie’s been working for the drug squad Sophie Hunger - Halluzinationen Lhasa de Sela - Con toda palabra Barad - Sheykh Shangar Jacob Alon - Don’t fall asleep Diese Podcast-Episode steht unter der Creative Commons Lizenz CC BY-NC-ND 4.0.
Die Schweiz sagt, es gebe einen Fixpreis für die bestellten F-35A-Flugzeuge. Die USA sagen, die Schweiz habe das falsch verstanden. Wie kann diese Patt-Situation gelöst werden? Das Aussendepartement hat den Lead bei den anstehenden Gesprächen. Fragen an Staatssekretär Alexandre Fasel. Bis zu 1,3 Milliarden Franken teurer könnte der Kampjet-Deal für die Schweiz werden, das hat Verteidigungsminister Martin Pfister diese Woche kommuniziert. Grund ist ein Missverständnis zwischen der Schweiz und den USA. Um dieses aufzuklären, hat das Aussendepartement EDA Gespräche mit den amerikanischen Verantwortlichen aufgenommen. Was ist das Ziel dieser Gespräche? Und wieso muss das EDA ausbaden, was das Verteidigungsdepartement verpasst hat? Die Beziehung mit den USA kümmert Staatssekretär Alexandre Fasel auch in anderen Bereichen. Vor zehn Tagen traf er sich mit dem US-Vizeaussenminister Christopher Landau. Unter anderem zum Thema des US-Schutzmachtmandates der Schweiz in Iran. Wie offen ist der Austausch? Und wie gut kann die Schweiz das Schutzmachtmandat ausüben, ohne die Botschaft in Teheran offen zu halten? Ein Erfolg konnte Staatssekretär Alexandre Fasel im Europa-Dossier verbuchen: Jetzt liegt das Vertragswerk zwischen der Schweiz und der EU auf dem Tisch. Doch innenpolitisch sind die Bedenken noch gross. Wie will er die Schweizer Bevölkerung von den EU-Verträgen überzeugen? Und was wäre bei einem Nein an der Urne? Staatssekretär Alexandre Fasel ist Gast in der «Samstagsrundschau» bei Eliane Leiser. Ergänzend zum «Tagesgespräch» finden Sie jeden Samstag in unserem Kanal die aktuelle «Samstagsrundschau».
Mentre a Bruxelles i leader dei Ventisette restano divisi sul dossier russo, con il no di Orban all’adesione dell’Ucraina all’UE e la probabile opposizione della Slovacchia al diciottesimo pacchetto di sanzioni contro il Cremlino, Washington e Teheran continuano a proclamare, ciascuna, la propria vittoria. Ne parliamo con Sergio Nava, inviato di Radio24 a Bruxelles, Antonio Villafranca, Vicepresidente per la Ricerca di Ispi, e con Francesco Petronella, giornalista, esperto di Medio Oriente di Ispi.
Cătălin Striblea discută cu Iulian Fota despre războiul din Orientul Apropiat. Cât de aproape sunt iranienii de o bombă nucleră? Va fi răsturnat regimul de la Teheran. Și care sunt planurile lui Trump acolo.
Nach den US-Angriffen auf iranische Nuklearanlagen signalisiert Präsident Trump eine überraschende Lockerung der Sanktionen gegen Teheran, während die Ölpreise fallen.
What are they saying in Iran? Why was there no uprising against the regime? And will Teheran continue with its nuclear program? KAN's Mark Weiss spoke with Iran analyst Natty Tobian. (Photo: Reuters)See omnystudio.com/listener for privacy information.
Bundeskanzler Friedrich Merz hat neue Hintergründe zum gemeinsamen Militärschlag Israels und des USA gegen iranische Atomanlagen genannt. Demnach habe das Regime in Teheran versucht, größere Mengen Uran heimlich aus Fordo, Natanz und Isfahan zu verlagern.
Salvo colpi di scena, l'OPS di Mps su Mediobanca potrebbe partire tra l'8 e il 15 luglio e chiudersi entro agosto. Dopo il parere favorevole informale della Vigilanza Bce, si attende il via libera formale per inviare il prospetto informativo alla Consob, che ha 5 giorni lavorativi per autorizzare l'offerta. Mps punta a raggiungere almeno il 66,67% del capitale di Mediobanca per ottenere il pieno controllo. L'operazione si inserisce nella strategia di rilancio di Mps, partita con la cessione del 15% da parte del Tesoro lo scorso novembre a investitori italiani, tra cui Banco Bpm, Anima, e le famiglie Del Vecchio e Caltagirone. Su questa cessione indaga ora la Procura di Milano, ipotizzando il reato di aggiotaggio, mentre la Commissione Europea valuta eventuali aiuti di Stato. Banca Akros, che ha curato il collocamento, ha respinto le accuse, difendendo la correttezza della procedura e negando esclusioni di investitori. Ne parliamo con Alberto Grassani, Il Sole 24 OreDall'escalation in Iran all'annuncio della tregua: la mano invisibile della CinaIn 48 ore, il conflitto tra Iran, Israele e Stati Uniti è passato da un attacco militare a una tregua instabile. USA e Israele hanno colpito i siti nucleari iraniani di Fordow e Natanz, spingendo Teheran a rispondere con missili contro la base americana di Al Udeid. A sorpresa, Trump ha annunciato una tregua mediata dal Qatar, ma con un ruolo chiave, secondo Plateroti, della Cina. Pechino avrebbe favorito l'intesa per tutelare i suoi interessi energetici. Tuttavia, il cessate il fuoco è già stato violato: l'Iran ha lanciato missili su Beersheba, provocando 4 morti civili, e Israele ha risposto bombardando anche il carcere di Evin a Teheran. Le parti si accusano reciprocamente di aver infranto l'accordo. La situazione a Gaza resta drammatica, con 29 civili uccisi, 19 vicino all'ospedale Al-Awda. La crisi ha scosso i mercati energetici: il Brent è sceso del 3%, il TTF europeo è salito a 42,44 euro/MWh. Gli operatori temono un blocco dello Stretto di Hormuz, da cui passa circa un terzo del greggio mondiale e il 20% del GNL. Andiamo dietro la notizia con Alessandro Plateroti, direttore Newsmondo.ANCE: "Tanti problemi strutturali ma sul PNRR siamo più avanti di come sembra"All'assemblea ANCE di Roma si è parlato di ritardi strutturali e del “tempo giusto” per agire. Quattro i temi chiave: rigenerazione urbana, infrastrutture resilienti, rivoluzione digitale e formazione. Allarme sul disagio abitativo: il 66% dei giovani vive ancora con i genitori, 21.000 sono emigrati nel 2023. Le città universitarie offrono pochi alloggi: Roma copre solo il 18% del fabbisogno. La spesa PNRR è al 34%, ma il 60% dei cantieri è attivo o concluso. La riforma ha ridotto i tempi delle gare, ma permangono ritardi di programmazione. Il modello ferroviario è virtuoso (72% rete elettrificata), ma quello stradale è stato compromesso dai tagli ai fondi ANAS. I Comuni hanno raddoppiato gli investimenti pubblici dal 2018. Sul fronte abitativo, ANCE chiede un piano nazionale con almeno 15 miliardi su 10 anni e un'unica cabina di regia. Gli eventi climatici richiedono infrastrutture adeguate: Palermo riceve più pioggia di Londra, il Sud rischia la desertificazione. Le imprese attendono 3 miliardi di ristori dal 2022 per il caro materiali, e i pagamenti pubblici restano in media oltre i 5 mesi. Interviene Federica Brancaccio, presidente ANCE.
We thought the people of Iran should get the chance to hear the voices of regular Israelis, describing daily life in this war within a war.And we want to hear from Iranians too. What is your daily life like right now? What do you want us to know? Send us your voice notes on social media, Whatsapp (+972-58-540-8822), or Signal (@JayLevi.59).Episode art photo credit: Yossi ZamirThe end song is Boker Tov Iran ("Good Morning Iran") by Aviv Geffen.Stay connected with us on Facebook, Instagram, and by signing up for our newsletter at israelstory.org/newsletter/. For more, head to our site or The Times of Israel. Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
Greta Privitera parla della nuova giornata di guerra, con l'attacco israeliano ai simboli del regime degli ayatollah e la replica contro le basi statunitensi in Qatar e Iraq. Marco Imarisio spiega perché la Russia sta sostenendo solo a parole il suo ultimo alleato in Medio Oriente. Ilaria Sacchettoni racconta l'indagine sulle intercettazioni di giornalisti e attivisti, spiati con lo spyware di fabbricazione israeliana in dotazione ai servizi segreti italiani.I link di corriere.it:Qatar, Emirati e Bahrein chiudono lo spazio aereo per gli attacchi iranianiLa Russia si sta rassegnando sull'Iran? Le parole (e le omissioni) di PutinCaso Paragon, ora gli spiati sono 7: c'è anche Roberto D'Agostino
Seit der Nacht zum Sonntag ist die Lage im Nahen Osten noch gefährlicher, als sie es ohnehin schon war. Tarnkappenbomber der U.S. Air Force griffen Irans unterirdische Urananreicherungsanlage in Fordo sowie Einrichtungen in Natans und Isfahan an. US-Präsident Donald Trump hatte bis zuletzt offengelassen, ob sich die USA in den Krieg zwischen Israel und Iran einschalten würden. Wie kam es zu der Entscheidung, anzugreifen? In der aktuellen Folge des SPIEGEL-Podcasts »Trumps Amerika« spricht Host Juan Moreno mit Mathieu von Rohr, Auslandschef des SPIEGEL. Dieser ist davon überzeugt, dass US-Präsident Trump keinen langfristigen strategischen Plan mit dem Bombardement verfolgt, sondern von Israels Premier Netanyahu zu der Aktion überredet wurde. »Israels Premier hatte seit dem Start der Angriffe nur eine Exitstrategie – die USA in den Konflikt gegen den Iran hineinzuziehen. Und dies ist Netanyahu gelungen«, so von Rohr. Mehr zum Thema: (S+) Die Angst vor Irans Raketen ist in Israel groß, doch viele haben zu Hause keinen Bunker. Manche schlafen nun an ungewöhnlichen Orten. Stimmen aus der Metro von Tel Aviv, einem Einkaufszentrum – und einem eingegrabenen Renault-Bus – von Alexandra Berlin: https://www.spiegel.de/ausland/israles-ex-premier-ehud-barak-das-fehlen-einer-klaren-strategie-ist-ein-grosses-problem-in-gaza-wie-in-iran-a-5b2c62ff-be94-4ff7-955c-54d0f90dffd8 (S+) Die USA nutzten für ihre Angriffe auf Irans Atomanlagen extrem teure Kampfflugzeuge mit außergewöhnlichen Fähigkeiten. Für deren Tarnung sorgen ihre Form und eine spezielle Beschichtung: https://www.spiegel.de/wissenschaft/technik/b2-spirit-wie-amerikas-tarnkappenbomber-sich-vor-feinden-verbirgt-a-6e958d09-e384-434f-ad79-421a08fcc788 Abonniert »Acht Milliarden«, um die nächste Folge nicht zu verpassen. Wir freuen uns, wenn ihr den Podcast weiterempfehlt oder uns eine Bewertung hinterlasst.+++ Alle Infos zu unseren Werbepartnern finden Sie hier. Die SPIEGEL-Gruppe ist nicht für den Inhalt dieser Seite verantwortlich. +++ Den SPIEGEL-WhatsApp-Kanal finden Sie hier. Alle SPIEGEL Podcasts finden Sie hier. Mehr Hintergründe zum Thema erhalten Sie mit SPIEGEL+. Entdecken Sie die digitale Welt des SPIEGEL, unter spiegel.de/abonnieren finden Sie das passende Angebot. Informationen zu unserer Datenschutzerklärung.
Teheran stellte 2015 sein Atomprogramm unter IAEA-Aufsicht. 2018 stieg US-Präsident Trump aus, ein Jahr später der Iran. Der Angriff Israels auf Irans Atomanlagen erfolgte mitten in diplomatischen Verhandlungen. Kann es ein neues Abkommen geben? Senz, Karin www.deutschlandfunk.de, Hintergrund
Der US-Militärschlag gegen die iranischen Atomanlagen Fordo, Natanz und Isfahan sollte laut Trump zum Frieden führen. Während Washington auf Verhandlungen setzt, droht der Iran mit Eskalation – die Unruhe könnte Peking ausnutzen.
Bundeskanzler Merz, der französische Präsident Macron und der britische Premierminister Starmer haben Teheran zu neuen Nuklearverhandlungen aufgefordert. Ziel der Gespräche solle ein Abkommen sein, „das alle Bedenken zu seinem Atomprogramm ausräumt“, hieß es in einer gemeinsamen Erklärung.
Mit einem koordinierten Militärschlag gegen die iranischen Atomanlagen Fordo, Natanz und Isfahan haben die USA unter Präsident Donald Trump dem Regime in Teheran einen schweren Rückschlag versetzt. Bei den drei Anlagen handelte es sich um zusammenhängende Einheiten, die für die Produktion in verschiedenen Stufen wichtig waren.
Iran bombardiert US-Militärstützpunkte in Katar, Israel weitet Angriffe auf den Iran aus, Iranischer Außenminister Aragchi zu Beratungen in Moskau, Mindestens acht Tote nach russischem Angriff auf Kiew, Steigende Schulden: Bundesfinanzminister Klingbeil legt Haushaltsentwurf vor, Verteidigungsminister Pistorius will Regelungen für mögliche Wehrpflicht gesetzlich verankern, Beeindruckende Zeitrafferaufnahmen des Universums aus Observatorium in Chile, Das Wetter Hinweis: Diese Sendung wurde nachträglich bearbeitet. Die Sendungen tagesschau und tagesthemen vom 23.6.2025 wurden nachträglich bearbeitet. Hintergrund: Zum Krieg zwischen dem Iran und Israel waren Anfang der Woche Bilder verbreitet worden, die den israelischen Angriff auf das berüchtigte Evin-Gefängnis in Teheran zeigen sollen. Unter anderem hatte der israelische Außenminister Sa'ar ein Video auf X gepostet. Medien weltweit haben die Videosequenz gezeigt, auch die tagesschau und tagesthemen. Dass Israel das Gefängnis beschossen hat, ist unstrittig, aber inzwischen gibt es Zweifel an der Echtheit der Filmsequenz. Vermutlich wurde sie mithilfe Künstlicher Intelligenz erstellt. Mehr dazu, was über die Entstehung der Bilder bekannt ist, gibt es bei tagesschau.de
Iran bombardiert US-Militärstützpunkte in Katar, NATO-Gipfel in Den Haag: Kommt Trump?, Außenminister Wadephul zu iranischem Angriff auf US-Militärbasen, Finanzminister Klingbeil legt Haushaltsentwurf vor, Tag der Industrie, Weitere Nachrichten im Überblick, #mittendrin aus Meiningen: Der Event Abiball, Dokumentarfilm "Copa71" erzählt die Fußball-Geschichte der Frauen-Weltmeisterschaft 1971, Das Wetter Die Sendungen tagesschau und tagesthemen vom 23.6.2025 wurden nachträglich bearbeitet. Hintergrund: Zum Krieg zwischen dem Iran und Israel waren Anfang der Woche Bilder verbreitet worden, die den israelischen Angriff auf das berüchtigte Evin-Gefängnis in Teheran zeigen sollen. Unter anderem hatte der israelische Außenminister Sa'ar ein Video auf X gepostet. Medien weltweit haben die Videosequenz gezeigt, auch die tagesschau und tagesthemen. Dass Israel das Gefängnis beschossen hat, ist unstrittig, aber inzwischen gibt es Zweifel an der Echtheit der Filmsequenz. Vermutlich wurde sie mithilfe Künstlicher Intelligenz erstellt. Mehr dazu, was über die Entstehung der Bilder bekannt ist, gibt es bei tagesschau.de
Der Politologe Ali Fathollah-Nejad im Gespräch über Irans Opposition - und wer den Mullahs nachfolgen könnte.
Guido Olimpio spiega che cosa sappiamo sui risultati ottenuti dal bombardamento dei siti atomici nascosti nei bunker. Viviana Mazza racconta come gli Stati Uniti sono arrivati alla decisione di bombardare la Repubblica islamica e come si è svolta l'operazione «Martello di mezzanotte». Andrea Nicastro analizza i mezzi a disposizione degli ayatollah per rispondere all'offensiva ordinata da Donald Trump.I link di corriere.it:Lo strappo di Trump spiazza la sua AmericaCosì gli Usa hanno colpito i siti nucleari iranianiCome l'Iran può rispondere all'attacco degli Usa
Seit Tagen liefen die militärischen Vorbereitungen, nun haben die USA zentrale Atomanlagen im Iran angegriffen. Präsident Trump spricht von einem gezielten Präventivschlag – Teheran warnt vor schweren Konsequenzen. Der Atomkonflikt könnte in einen offenen Krieg umzuschlagen.
Die USA haben wohl Irans Atomanlagen zerstört. Ist das das Ende der Eskalation - oder erst der Anfang einer weiteren Stufe?
2027 sollen die ersten F-35-Kampfjets der Schweizer Armee ausgeliefert werden. 36 Jets hat die Schweiz bei der US-Regierung bestellt zu einem Preis von 6 Milliarden Franken. Laut Bundesrat handelt es sich um einen Fixpreis. Doch jetzt zeigen Recherchen von SRF: Die USA verlangen deutlich mehr. Alle Themen: (00:00) Intro und Schlagzeilen (01:41) F-35 Kampfjet: Mehrkosten von über einer Milliarde Franken (08:52) Nachrichtenübersicht (13:39) Teheran: eine Stadt in Angst (17:59) Israel-Iran: Was sagt das Völkerrecht? (26:20) Bundesrat will das internationale Genf unterstützen (30:38) Fangewalt: Streit ums Kaskadenmodell (34:55) Orbans Kampagne gegen die Ukraine (38:42) Natogipfel: Es geht um die Zukunft Europas
Kosten für F-35-Kampfjets könnten explodieren, Schweizer Botschaft in Teheran vollständig evakuiert, Statthalter von Zürich kippt umstrittene Südkurvensperre, Finnland setzt bei Energiewende auf Sandbatterien
Der israelisch-iranische Krieg erschüttert den Nahen Osten. Der Iran tut sich schwer, die Luftangriffe abzuwehren. Atomanlagen und Forschungszentren sind zerstört. Teheran brennt, prahlt Israels Regierungschef Benjamin Netanjahu. Doch auch iranische Raketen durchbrechen das Schutzsystem des israelischen “Iron Dome” und treffen Haifa und andere Städte. Der Politikwissenschaftler Heinz Gärtner analysiert im Gespräch mit Raimund Löw die gefährliche Dynamik. Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
Der Konflikt zwischen Iran und Israel hat eine dramatische Eskalationsstufe erreicht. Mit der Operation »Rising Lion« demonstriert Israel seine militärische und geheimdienstliche Überlegenheit: Die israelische Luftwaffe operiert nahezu unbehelligt über weiten Teilen Irans. Teheran antwortet mit ballistischen Raketen. Eine Lösung ist nicht in Sicht. In der aktuellen Folge des SPIEGEL-Podcasts »Acht Milliarden« spricht Host Juan Moreno mit Thore Schröder, SPIEGEL-Korrespondent in Israel. Schröder ist davon überzeugt, dass Israel zu Beginn dieser Operation keineswegs einen bis zum Ende durchdachten Plan hatte. »Vielmehr wurde gehofft, dass Trump nach anfänglichem Zögern sich schließlich doch auf die Seite Israels stellen würde. Und genauso ist es gekommen. Das Regime in Teheran sollte sich ernsthaft Sorgen machen.« Mehr zum Thema: (S+) Israels Operation »Rising Lion«: Deutschland darf nicht erneut schweigen – SPIEGEL-Leitartikel von Thore Schröder: https://www.spiegel.de/ausland/israels-operation-rising-lion-deutschland-darf-nicht-erneut-schweigen-a-0de0691e-52fc-48e5-a2a8-a88f8e4edccf (S+) Ehud Barak wollte einst selbst Iran angreifen. Jetzt schaut Israels Ex-Premier skeptisch auf den Krieg – Interview von Thore Schröder: https://www.spiegel.de/ausland/israles-ex-premier-ehud-barak-das-fehlen-einer-klaren-strategie-ist-ein-grosses-problem-in-gaza-wie-in-iran-a-5b2c62ff-be94-4ff7-955c-54d0f90dffd8 Abonniert »Acht Milliarden«, um die nächste Folge nicht zu verpassen. Wir freuen uns, wenn ihr den Podcast weiterempfehlt oder uns eine Bewertung hinterlasst.+++ Alle Infos zu unseren Werbepartnern finden Sie hier. Die SPIEGEL-Gruppe ist nicht für den Inhalt dieser Seite verantwortlich. +++ Den SPIEGEL-WhatsApp-Kanal finden Sie hier. Alle SPIEGEL Podcasts finden Sie hier. Mehr Hintergründe zum Thema erhalten Sie mit SPIEGEL+. Entdecken Sie die digitale Welt des SPIEGEL, unter spiegel.de/abonnieren finden Sie das passende Angebot. Informationen zu unserer Datenschutzerklärung.
Donald Trumps Rhetorik gegenüber Teheran wird martialischer. Das schürt Spekulationen um eine Beteiligung Amerikas an Israels Angriffen gegen iranische Nuklearanlagen. Und: Die Debatte um ein Handy-Verbot an Schulen nimmt Fahrt auf (16:11) Jasper Barenberg
Israel's air assault on the heart of Iran's nuclear program has shifted the balance of power in the Middle East. Iran's bid for regional hegemony and the survival of the Islamic regime itself is now under serious threat. But can Israel finish the job on its own or does it need the U.S. to tighten the vise on Teheran? While Donald Trump still says he wants to see a deal made, his administration is also weighing whether to join Israel's assault. As the conflict continues, who will eventually define the future of the Middle East? On this episode of Free Expression, Middle East policy analyst Marc Reuel Gerecht tells Gerry Baker how much more assistance the U.S. should provide Israel, how Russia and China are reacting to the conflict, and how Iran's future might look. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Die Bedrohung durch den Iran sei akut, behaupten Israel und Verbündete. Was ein Land für eine funktionierende Bombe braucht, schätzt ein Nuklearforscher ein. Außerdem: Nach Donald Trumps Abreise ist unklar, welche Zukunft die "G7" noch haben können. (16:24) Grieß, Thielko